Il titolo non rende precisamente l'idea di quello che sta accadendo qui: anzi, a pensarci bene, potrei anche lasciarvi nell'illusione di una food blogger taglia 38 che, per amor del verbo gastronomico, degusta a piccoli bocconcini la torta che ha di fronte, per estrapolarne l'intima essenza e i tortuosi meandri del percorso filosofico dello chef.
La realtà, neanche a dirlo, è tutta diversa e l'unico paragone possibile è quello di Obelix con i cinghiali: mi mancano i baffi e le treccine, ma per il resto ci siamo (tuta da casa a quadrettini compresa). Ma tant'è, non riesco a fermarmi, da tanto è buona.
La fonte è la nonna del marito, quella che "lo faceva meglio", per capirci, e la ricetta proviene dritta dritta dai forzieri di famiglia, aperti solo per il contributo al cestino di Fabio & Annalu, oltre che per la gioia della Stefania. E' una variazione sul tema della ben più famosa Pasqualina, la cui ricetta originale prevede solo bietole, oltre che le famosissime 33 sfoglie, una per ogni anno di Cristo. Oggi, ovviamente, non la prepara più quasi nessuno, ma spero di non infrangere alcun tabu se dico che anche allora non fossero poi così tante le donne che tirassero la pasta in trentatrè veli. Lo dimostrano le decine di variazioni sul tema che esistono di questa torta, nessuna delle quali prevede sfogliature così elaborate. Di solito, ci si ferma a tre o quattro- e il risultato è comunque soddisfacente.
Le torte di verdura sono il fiore all'occhiello della gastronomia ligure: ne parlavo pochi giorni fa con due amici "foresti", in visita a Genova, ricordando come spesso si sbagli, pensando alla cucina genovese come ad una cucina "di mare". Non è mica tanto vero, anzi: a spulciare i ricettari antichi, non è vero per niente. Per noi Genovesi il mare è servito per scoprire nuove terre, tracciare nuove rotte commerciali, combattere e diventare ricchissimi: ma la pesca- quella organizzata, ovviamente, con pescherecci e tutto il resto- è stata del tutto trascurata. Prova ne è la nostra cucina, dove i piatti di mare si contano davvero sulle dita di una mano: anche un trionfo di frutti di mare come il Cappon Magro è in realtà una rielaborazione moderna di un piatto che, come dice il suo stesso nome, era prevalentemente a base di verdure.
Insomma, per farla breve, da noi si mangiano verdure- erbe, ad essere precisi (e con questo sono una donna morta)- e per renderle più gustose ci si inventano involucri vari, generalmente di pasta, dalle torte salate ai pansoti. Anche qui, una pasta povera, spesso senza uova, sempre senza burro, per una cucina che è specchio fedele della nostra terra, povera di materie prime ma ricca di ingegno e creatività.
Le torte di verdura sono il fiore all'occhiello della gastronomia ligure: ne parlavo pochi giorni fa con due amici "foresti", in visita a Genova, ricordando come spesso si sbagli, pensando alla cucina genovese come ad una cucina "di mare". Non è mica tanto vero, anzi: a spulciare i ricettari antichi, non è vero per niente. Per noi Genovesi il mare è servito per scoprire nuove terre, tracciare nuove rotte commerciali, combattere e diventare ricchissimi: ma la pesca- quella organizzata, ovviamente, con pescherecci e tutto il resto- è stata del tutto trascurata. Prova ne è la nostra cucina, dove i piatti di mare si contano davvero sulle dita di una mano: anche un trionfo di frutti di mare come il Cappon Magro è in realtà una rielaborazione moderna di un piatto che, come dice il suo stesso nome, era prevalentemente a base di verdure.
Insomma, per farla breve, da noi si mangiano verdure- erbe, ad essere precisi (e con questo sono una donna morta)- e per renderle più gustose ci si inventano involucri vari, generalmente di pasta, dalle torte salate ai pansoti. Anche qui, una pasta povera, spesso senza uova, sempre senza burro, per una cucina che è specchio fedele della nostra terra, povera di materie prime ma ricca di ingegno e creatività.
LA PASQUALINA DI NONNA BEATRICE
Trattandosi di ricetta di famiglia, ricopio paro paro dalla fonte: aspettatevi quindi una seria di "un po'", "tanto" e "poco", secondo una tradizione trasversale a tutte le nonne del mondo che, senza bilance o alambicchi vari, hanno sempre sfornato robe da urlo. A me sembra tutto molto chiaro-e, soprattutto, la torta è così buona, ma così buona che l'unico consiglio che posso darvi è quello di prepararla, alla prima occasione
150 g di farina
1 cucchiaio abbondante di olio EVO
70-80 ml di acqua
sale
Con tutti gli ingredienti, fare un impasto morbido e lasciarlo riposare per un'ora.
per il ripieno
7 carciofi
1 bel mazzo di bietole
6 uova
tanto parmigiano
5-6 fettine di funghi secchi
1 spicchio d'aglio
1 cipolla
maggiorana
sale
olio EVO
In un largo tegame fate appassire la cipolla tritata, in poco olio. Lessare le bietole, strizzarle bene, tritarle e farle asciugare nel soffritto.
Mondare i carciofi. tagliarli a fettine, tritarli grossolanamente, aggiungerli al soffritto e cuocerli qualche minuto. Spegnere la fiamma, lasciar raffreddare.
Dopodichè, unire tre uova, un trito di aglio e funghi secchi (fatti rinvenire in acqua tiepida e poi strizzati bene), maggiorana e tanto parmigiano.
Tirate la sfoglia sottilissima e rivestite con questa una tortiera ben unta, facendo debordare la sfoglia. Mettere il ripieno e formare tre incavi.
Ricoprire il ripieno con una sfoglia sottilissima e nei tre incavi mettere le tre uova rimanenti: su ciascuna mettere un po' di sale, una noce di burro e una spolverata di parmigiano.
Coprire con una seconda sfoglia il ripieno e le tre uova, ungere bene e ripiegare la sfoglia esterna, facendo un bel cordone e chiudendo il tutto.
Ungere di nuovo la superficie, infornare a forno caldo a 180 gradi e cuocere per circa un'ora, finchè la superficie è di un colore dorato.
Servire fredda.
A stasera, con un po' di libri
ciao
ale
Queste sono le ricette che adoro. Sono principalmente goloso ma se deroga ci deve essere allora che sia ancora torta...appunto rustica!
RispondiEliminaSulle tradizioni culinarie genovesi invece alla fine queste ricalcano quelle di tante città di mare dove invece i piatti di pesce sono sempre abbastanza esigui. In merito alla tua 'pasqualina' invece c'è poco da dire...solo che di certo la rifarò quanto prima...
PS
Ma se te la conservavi e la suggerivi per il prox MT Challenge no eh?! :P ahahahahahaha
Scappo prima che mi picchi! :D
e no, stai pure :-)
RispondiEliminatemevo ben altro, visto che ho detto che son secoli che ci nutriamo di erba...:-)
Ed io che con le cibarie a base di erbe ci vado a nozze, non posso capire la tua attrazione fatale per questa torta dalla sfoglia sottile?
RispondiEliminaVeramente sulla considerazione "Per noi Genovesi il mare è servito per scoprire nuove terre, tracciare nuove rotte commerciali..." mi è venuto di aggiungere "insomma il mare lo avete usato solo per rompere le balle agli altri!!!"...poi ho pensato che anche i miei conterranei amalfitani hanno fatto lo stesso e mi sono censurato 'aspirando' ad una torta di erba!!! :d ahahahahahahaah
RispondiEliminaQuesta torta verde è assolutamente per me, i carciofi li ho vado a prendere cio' che manca!!!
RispondiEliminaoggi si prepara subito subito!!
Grazie a Nonna Beatrice!
diana
Obelix con i cinghiali... ma va là, che non ti crediamo!!!!!
RispondiEliminaquesta torta è semplicemente perfetta...
bacionissimi
Le torte salate non ce l'ho proprio fatta a provarle, quattro giorni son troppo pochi e son volati fra farinata, focaccia al formaggio, pesto e quella divina panissa fritta.
RispondiEliminaE quindi questa mi toccherà farla a me.
mi sembra proprio ottima, mi piacciono tantissimo le verdure e anche le "combinazioni" come questa di nonna Beatrice !
RispondiEliminaLa Pasqualina è un vero cult da pic nic, se poi è di Nonna Beatrice, non si discute!
RispondiEliminaComplimenti anche per le foto, simpatica scenografia
Cris
La sfoglia è fantastica devo riprodurla assolutamente ;D
RispondiEliminache meravigliosa torta salata :)
RispondiEliminaE' bellissima la tua pasqualina!
RispondiEliminaMi viene una voglia da non controllare. Sono anni, anni, anni che non l'ho mangiata. L'ultima volta a Porto Maurizio, preparata però senza i funghi ed i carciofi. È un tesoro, la tua ricetta.
RispondiEliminaAle, ti ci vedrei bene con le treccine...ma lasciamo perdere ;-) Piuttosto, una fetta di questa pasqualina per me equivarrebbe ad un bel sorso di pozione magica per Asterix..sarà per l'"erba"? :-DDDD
RispondiEliminaGrazie alla suocera per il notevole contributo ^_^
Baci
Anna Luisa
..........ecco, mi distraggo un attimo e la Ale mi frega la ricetta!!!!
RispondiEliminaMa si puooooooooo! :-)
Stamattina presto, ancora sotto il piumino, pensavo proprio a questa bella torta per partecipare al contest si Fabio e Annalù e lei che fa? lei non pensa, lei la fa, la fotografa e la pubblica ....e la mangia, mi pare!!!! :-)))
Ah ah ah Ale ti voglio bene, questa versione è fantastica, senza prescinseua nè ricotta.
E brava nonna Beatrice!
La mia versione viene da lontano, dalla tata di mio padre (classe 1928, lui), la mitica Tata Milia. Versione poi rielaborata negli anni dalle mani di Nonna Ibidi (essssiiii, sempre lei!).
Anche per noi un misto di carciofi e bietole, 3 o 4 sfoglie, le uova intere nei "nidi" e il cornicione arrotolato che resta sempre un po' "gnucco".
Però la mia mammetta fa la magia, quella che da bambini ci faceva dire oooooooooooohhhhhhhhhh.
Lei inseriva fra le sfoglie un maccherone o una penna e soffiando delicatamente gonfiava le sfoglie sopra fino ad ottenere un bel palloncino che poi cuocendo diventa croccante e dorato, sottilissimo!
Dai, ora devo provare la tua versione!
Baxi, Vitto
Noi magari poi la prossima volta che scrivi il post per una ricetta così...magari mi chiami.,..che ti aiuto..... (non a scrivere il post!!!)..... :D
RispondiEliminaMa qui andiamo con l'artiglieria pesante! Povera Stefania...
RispondiEliminaFabio
trentatre veli sono un po' tanti ma qualcuno di meno si può fare, il risultato mi piace molto, vale lo sforzo!
RispondiEliminae il ripieno è davvero ricco. Ciao!
Complimenti a nonna Beatrice allora!! e naturalmente anche a te!! ;D
RispondiEliminaMa non è che siamo parenti?! Anche io Ligure e anche io la faccio proprio così ^-^ (anche se a volte le bietole non le metto). E' terribilmente buona, se avessimo i carciofi tutto l'anno mi nutrirei di Pasqualina. Ciao!
RispondiEliminaVa bene, se riesci a farne una versione gluten free, io riesco anche a rinunciare ad aspirare al premio....!!!
RispondiEliminacela me semble délicieux f&licitation à grand-mère
RispondiEliminaà bientôt
grazie per la ricetta! l'ho fatto oggi - mi ci è voluto tutto il giorno! è buonissima.
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