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domenica 19 aprile 2009

la maga delle spezie


Che io non sia una tipa da best sellers lo so dai tempi del liceo, quando non riuscivo a spremere nemmeno una lacrima sulle pagine della Tamaro o quando, al'università, finivo Due di Due sentendomi al massimo come Toto Cutugno quando voleva andare a vivere in campagna, ahah, ahah. Quindi, sono due volte imperdonabile: la prima perché lo so da me che devo tenermi lontana da fascette che urlano che siamo già alla centomilionesima copia venduta e tu sei l'unica a non averlo letto, due perché ci casco immancabilmente. questa volta è toccato alla maga delle spezie, dopo anni di stoica resistenza, di forzato ostracismo dalla intellighenzia culinaria, di tenace impermeabilità alle profumate lusinghe del titolo e della copertina. e a nulla valgono le bieche giustificazioni modello tre per due con cui sto cercando di tacitare la mia coscienza... ci sono ricascata, tutto qui.
Ora, per le tre persone che ancora non si sono inebriate della fragranza del libro, sappiate che l'idea di partenza era buona, eccome: la bottega delle spezie, magico involucro di un'anima bella, dotata di poteri soprannaturali piegati da un duro tirocinio in un'isola incantata, chiamata alla missione di aiutare con le spezie, di cui lei sola sa innescare i poteri, quanti si recano da lei. Se non che, proseguendo nel racconto, ecco che l'autrice si perde nella più melensa delle trame, finendo per scegliere, tra i tanti profumi, la boccetta rosa dell' "Harmony", disperdendosi negli effluvi della più trita banalità. Il risultato è una sgradevole " fusion letteraria"- tanto per restare in tema di ricette-, in cui le atmosfere venate di malinconia di certa letteratura orientale vengono accostate a soluzioni narrative e personaggi degni delle migliori telenovelas. E posso anche capire che, per vendere qualche milione di copie, ci si debba per forza mettere l'innamoramento per l'americano alto-ricco-figo, anche se si fatica a capire come un'anima di tal raffinata sensibilità possa essere attratta da cotanti valori. Ma che l'americano alto-ricco-figo si innamori a sua volta- e per giunta con un rintronante colpo di fulmine, di una vecchia grinzosa-miscia e sudicia, che, essendo a sua volta rintronata dal rinculo del coupe de foudre, neanche biascica parola, se non qualche secco "glielo incarto"- giusto per ricordare che lei è la maga delle spezie e che businnes is businnes- beh, ragazzi, questo è troppo.


Da lì in poi, tutto un susseguirsi di scempiaggini, che culminano in un finale indegno ma coerente con le premesse, insegnando a tutti che quello che conta nella vita è che la miseria e la spiritualità è sempre meglio predicarle che vivere.

E così, ispirata da cotanti insegnamenti, ho recuperato un po' di spezie e ho fatto questa magia...
PLUMCAKE MORBIDI DI ARANCIA E ZENZERO
Preparare un normale impasto da plm cake, sbattendo bene 250 gr. di burro morbido con 250 gr. di zucchero, finché quest'ultimo si sarà sciolto ( non si devono più sentire i granelli). aggiungete poi 3 uova intere, una per volta, il succo e la scorza grattugiata di un'arancia, la punta di un coltello di zenzero e, in ultimo, 250 gr. di farina e mezza bustina di lievito. In forno a 180 gradi per 40 minuti, se in forma classia da plum cake, per 20 minuti se in formato muffins, come quello che vedete qui.
Buon appetito

7 commenti :

  1. Finalmente tutta la verità e nient'altro che la verità.
    Io non sono nemmeno riuscita a terminare la lettura di quella "palla"...

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  2. guarda, virginia, io ho fatto una fatica... il problema è che ti senti sempre "diverso": tutti che magnificano,esaltano, osannano...e si finisce per chiedersi " e come mai, io no????" per cui, alla fine mi sono decisa a dire "tutta la verità e nient'altro che la verità"- ovviamente dal mio punto di vista....

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  3. io l'ho comprato perchè mi piaceva il titolo, ho letto le prime trenta pagine poi c'ho dato su.
    Bellissimo il tuo blog Alessandra.
    Baci.
    Sabrina

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  4. ma che bello anche il tuo, sabrina!!! io sto scoprendo un mondo fantastico, dietro ciascuna di voi...

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  5. Ohhhhh che sollievo....non ce la faccio a finirlo sto libro...e ho faticato ad arricare quasi a metà

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  6. A me è piaciuto, anche se concordo sulla melensaggine e sul fatto che effettivamente la storia tra la "vecia" e il "nativo americano" è proprio tirata pe' i capelli! ^__^
    E' che a me le spezie piacciono e mi piaceva il fatto che lei "ci parlasse". Comunque il libro mi è stato regalato (pfiuuuii)
    Bel blog... quasi quasi ti linko.
    Saluti
    Cris

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  7. bel blog pure il tuo. Il Tolkiniano di casa è il marito, il link lo mette lui, di sicuro
    ciao
    ale
    P.S. Secondo te, la vecia, perché ci parlava, con le spezie???? se ne era fumata qualcuno o era solo un banale Alzheimer???

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