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sabato 10 ottobre 2009

Zuppa di farro e fagioli

di Alessandra

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zuppa di orzo


E' di un'Ansa di ieri la notizia che il 4,4% della popolazione italiana - vale a dire 3 milioni di persone- vive al di sotto della soglia minima di povertà, fissata convenzionalmente su un parametro di spesa alimentare di 222, 29 euro al mese. In altri termini, nel nostro Paese vive (sopravvive?) un milione e mezzo di famiglie che non può spendere più di quella cifra per l'acquisto di cibi di prima sussistenza, come pane, carne e latte. A fronte di questo dato, però, ogni anno finiscono nella spazzatura di ogni Italiano 584 euro di generi alimentari, il 15%di pane e pasta, il 18%di carne, il 12%di frutta e verdura- per un totale dell'11% della borsa della spesa.
E' chiaro che con questi dati chi ama la demagogia e il viscido buonismo ci va a nozze, per così dire: e infatti, ieri pomeriggio era tutto un appello a sprecare di meno, quasi che la nostra frutta marcia o il nostro pane secco servissero a sfamare quella parte di popolazione costretta a vivere di stenti- e non fossero invece due problemi del tutto indipendenti, che certo stridono in modo scandaloso nella società dei nostri giorni ma che non centrano il punto nodale del problema della povertà del mondo. Anche perché, detto inter nos, in casa nostra, che tutto è furché il Deposito di Paperon de' Paperoni, il cibo, ogni tanto, si spreca e lo stesso penso capiti a buona parte delle famiglie italiane, specialmente in quelle dove ci sono mogli e madri che lavorano e/o che non sanno cucinare.
Con questo, non intendo inneggiare allo spreco, tutt'altro: le volte che sono obbligata a buttar via qualcosa, lo faccio con il cuore stretto dalla vergogna e gonfio di buoni propositi per razionalizzare la spesa. E difatti, negli anni, ho raggiunto un discreto equilibrio fra acquisti e consumi, che oltre a svuotare la dispensa, ha anche alleggerito e di molto la coscienza.
C'è da dire, però, che questi risultati sono stati raggiunti con fatica, nel momento in cui ho capito che quelli che per gli altri sono provvidenziali escamotage per mettere un freno agli sprechi, su di me facevano l'effetto diametralmente opposto. Prendiamo la spesa mensile, per esempio, o anche bisettimanale, o anche solo settimanale, indicata da più parti come il punto di partenza per un'economia domestica organizzata e funzionale. Se per gli altri funziona, per e è un disastro: intanto, inizio con lo spendere tre quarti del budget nel reparto caccavelle, che, guarda caso, in qualsiasi supermercato si vada, è sempre posizionato all'ingresso: per cui, tempo tre minuti e ho il carrello pieno di ferri da stiro, frullatori nuovi, crea-schiumetta per il caffè a forma di mucca, le intramontabili presine in stile arca di noè, che mi ci manca quella con il leocorno e abbiamo la collezione completa. Ma anche quando ho completato il giro e mi sono ripresa dallo svenimento alle casse, non è che le cose migliorino: perché, passato il tripudio delle prime tavole imbandite con ogn ben di Dio, mi ritrovo con ingredienti scombinati, verdure intristite, salumi che hanno perso lo smalto del primo taglio e quindici minuti di tempo per imbastire un menù decente ogni volta. Anche la teoria delle provviste nel freezer si è rivelata un bidone nella pratica: intanto, il tempo per mettermi lì e preparare scorte, onestamente, non ce l'ho. Può capitare che congeli una teglia in più di lasagne al forno, quando le preparo, o una porzione di gnocchi alla romana per placare l'appetito famelico da uscita da scuola, ma per me è impensabile avere a disposizione un monte ore sufficiente a trasformare una spesa grossa in piatti pronti da infilare nel congelatore: e chi, come me, nel fine settimana si dedica allo sport preferito dello slalom fra bucati da stirare e parrucchiere, ordine nei cassetti e cene con gli amici, sa benissimo di che cosa stia parlando. Perciò, mi sono convertita alla spesa quotidiana: compro poco, solo quello che mi serve, e tutti i giorni: in questo modo, non butto via quasi più niente, non soffro da sindrome del sabato mattina al centro commerciale e riesco anche ad ammortizzare quello che spendo in più cogliendo al volo offerte dell'ultima ora o promozioni varie. So bene che se fra i venticinque lettori ci fosse qualche economista invocherebbe un provvedimento per far chiudere questo blog- ma siccome so che non ce ne sono ( il vantaggio di avere venticinque lettori è che ci si conosce tutti...) e soprattutto siccome con me questo metodo funziona, io tiro dritta per la mia strada- a meno di non trovare un kit con simone rugiati e la sua lavagnetta, nel reparto caccavelle dell'ipermercato...


Zuppa di farro e fagioli

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Giusto per restare in tema col contenuto del post, ieri ho messo ordine in dispensa e , fra i vari pacchettini finiti sul fondo dei ripiani, è spuntato fuori il preziosissimo farro della Garfagnana, comprato al tempo delle camelie in Lucchesia e poi dimenticato lì. E siccome ieri qui c'era un temporale mica da ridere e si son tirati fuori i primi maglioni, una zuppa per cena ci stava benissimo- e meglio ancora se un po' svuota frigo come questa...

per 4 persone
2 carote
1 gambo di sedano
mezzo porro piccolo
2 foglie di salvia
una manciata di prezzemolo
un cucchiaio abbondante di concentrato di pomodoro ( dipende dai gusti, potete ometterlo o aggiungerne ancora)
100 g di pancetta dolce tagliata a cubetti
200 g di fagioli
400 g di farro
olio EVO
sale
pepe

Se usate fagioli secchi, fateli ammollare la sera prima in acqua fredda non salata. Lo stesso dicasi per il farro.
Stufare i fagioli in una padella profonda, con due o tre cucchiai di olio EVO , sale e salvia: Fateli insaporire a fiamma alta, e poi portate a cottura, aggiungendo via via mestoli di acqua calda o di brodo vegetale, anch'esso caldo, cuocendo a recipiente coperto e a fiamma bassa. Quando sono cotti, riducetene un terzo in purea
Tritate grossolanamente le verdure
In un pentolino antiaderente, cuocere la pancetta per pochi minuti, il tempo necessario perché si ammorbidisca e dia via il grasso.
In una pentola capace, meglio se di coccio, scaldare 3 cucchiai di olio EVO e farvi soffriggere le verdure. Dopodichè, aggiungere la purea di fagioli, i fagioli interi, il concentrato di pomodoro, la pancetta, coprire con circa un litro d'acqua e in ultimo, unite il farro, ben lavato. Aggiustate di sale.
Lasciar sobbollire a fiamma bassa, per una quarantina di minuti: molto dipende dalla qualità del farro, per cui è lecito assaggiare: allo stesso modo, è lecito aggiungere acqua, qualora se ne consumasse troppo in cottura.
Si serve bollente, volendo con dei crostoni di bane abbrustolito. Indispensabile un'abbondante macinata di pepe e un giro d'olio purissimo
Buon appetito
Alessandra

English Version

For 4
2 carrots
1 stalk celery
o half small leek
2 sage leaves
a handful of parsley
a generous spoonful of tomato paste (depends on taste, you can omit or add more)
100 g of fresh bacon, chopped
400 g barley
EVO oil
salt
pepe pepper

If using dried beans, let them soak in cold water the night before salting. The same applies to the barley.

Skimmer the beans in a deep pan, with two or three tablespoons of EVO oil, salt and sage flavor Make them flavoured on high heat, then cook covered, on low heat, gradually adding ladles of hot water or vegetable stock, hot too. When they are cooked, mashed one- third up.
Chop vegetables
In a nonstick saucepan, cook the bacon for a few minutes, the time it takes to melt and give away the fat.
In a large pot, preferably earthenware, heat 3 tablespoons oil EVO and fry lightly the vegetables. Then, add the mashed beans, whole beans, tomato paste, bacon, cover everything with about one liter of water and finally, add the barley, well washed. Salt. Let the soup simmer over low heat for about forty minutes, much depends on the quality of pearl barley: for this reason, it' better to taste: the same way, one may add water if it boil off too much during cooking. Serve hot, with some toasted croutons. I Indispensable abundant freshly ground pepper and a little of EVO oil
Buon appetito
Alessandra

giovedì 4 giugno 2009

Il bacio quasi perduto e le tagliatelle di farro

Di Daniela

Per l’ennesima volta, nonostante il caldo, nonostante la levataccia e la pigrizia che mi conquista nei giorni festivi, mia figlia , quella grande, ha deciso di trascinarmi ieri l’altro a Pavia , perché proprio “non potevamo perderci” l’ultima mostra organizzata al Castello Visconteo e che terminava ieri e cioè “Il bacio”.
Se l’avete vista , saprete che era esposizione coinvolgente ed emozionante, con quadri splendidi, tra i quali spiccava il celeberrimo bacio di Hayez e che da solo valeva tutte le controindicazioni che ho citato all’inizio….. Unico appunto, e c’è sempre un appunto quando si viaggia con una studentessa di Arte, è quello per le luci, decisamente “sbagliate” su alcune opere.
Comunque, bellissima esperienza.
Pavia , città che amo moltissimo, si mostrava nella sua luce migliore , non troppo calda ma luminosa, bella quasi quanto è nelle giornate nebbiose e fredde d’inverno, e ha suscitato la giusta ammirazione per le sue bellezze architettoniche. Insomma il tempo è passato piacevolmente, tra una chiacchiera e l’altra con figlia e amica (Serena, la socia di studio di Giorgia da sempre), con quei rari momenti di relax in cui, anche condividendo una passione comune , si riesce a sentirsi più vicine.
Tutto ok fino all’ora del rientro, col treno, a metà pomeriggio.
A questo punto, infatti, entrambe le creature (Sere era ospite a cena) , dopo aver occhieggiato durante la camminata cittadina diverse splendide pasticcerie (con la scusa “guarda mamma quella torta sarebbe perfetta sul tuo blog”), ma trattenute dall’odiosa mamma di cui sopra, dall’ assaggiarle tutte per ovvi motivi legati al costume da bagno da indossare prossimamente (è un concetto che avvertono chiaramente, ma non apprezzano) , hanno cominciato con un noioso “beh e stasera cosa si mangia?” Che si è ripetuto con monotona regolarità nell’ora e mezza del tragitto.
Sfinita, una volta arrivata a casa e avendo avuto l’accortezza di preparare le tagliatelle in precedenza, mi sono lanciata in un apprezzatissimo piatto di

TAGLIATELLE DI FARRO CON PEPERONI E ACCIUGHE .
(spelt ( particular wheat) noodles with peperoni (peppers) and anchovies.
La ricetta è molto semplice e veloce.
Solo la preparazione delle tagliatelle richiede un po’ di tempo: ma a questo si può rimediare facilmente prendendo una pasta al farro o al limite integrale di quella confezionata, industriale.
Comunque io vi do le dosi anche per le tagliatelle fatte a mano, doveste mai sentirvi ispirate. Quantità per 4 persone circa.


tagliatelle di farro


Per le tagliatelle
• 350 gr di farina di farro
• 3 uova se grandi o 3 intere e un tuorlo se, come le mie, piccole
• 1 cucchiaio abbondante di olio extra vergine di oliva
• sale

Setacciate la farina di farro e disponetela a fontana sul tavolo.
Unite un pizzico di sale e versate al centro della fontana l’olio e le uova, precedentemente sbattute.
Raccogliete la farina prima con una forchetta e, poi, con le mani, continuando ad impastare con energia, finché otterrete un impasto elastico e sodo.
A questo punto cominciate a tirarla col mattarello o (più semplice, a farla girare nella macchinetta per la pasta, che io ho vecchissima e rigorosamente dotata di manovella!!)
Quando sarete al numero 7 della macchinetta o ad uno spessore di un paio di millimetri se tirata col mattarello, ripiegatela su se stessa e tagliatela a fettine di 1 cm circa
Stendetela su un canovaccio infarinato e fatela asciugare per un paio d’ore.


fiori e farro 083



Per il condimento
• 1 peperone giallo e 1 peperone rosso di media grandezza
• 4 filetti di acciughe sott’olio
• 1 arancia non trattata
• 100 gr di mozzarella olio extra vergine di oliva, sale e pepe

Allora : prendete i peperoni e abbrustoliteli come siete solite fare, sul gas o nel forno. Spellateli e tagliate la polpa a dadini. Prendete l’arancia, grattate la metà della sua buccia in un piattino e poi spremetela. Tagliate a dadini anche la mozzarella.
Ponete una padella sul fuoco, mettete un giro d’olio e i filetti di acciuga e fateli sciogliere a fuoco basso.
Aggiungete ora i peperoni, la scorza grattugiata e il succo dell’arancia e il sale e fate insaporire il tutto (un piccolo inciso: i peperoni scottandosi , producono anche un po’ di liquido internamente. Io lo conservo e poi lo uso per dare più profumo al piatto. n.d.r.).
A questo punto scolate le tagliatelle al dente, tenendo da parte una tazza dell’acqua di cottura.
Versatele nel sughetto, aggiungendo se necessario un po’ d’acqua e fate amalgamare bene. Pepate il tutto e servite , unendo all’ultimo momento la dadolata di mozzarella.

…E buon appetito
Daniela
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