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mercoledì 18 luglio 2012

la degustazione dei dolci valtellinesi e il tortino di grano saraceno (chef Bassi)

Di Daniela

Cambiamento di programma dell'ultima ora: al posto della lezione tradizionale del lunedì, l'altra abbiamo avuto una lezione tutta incentrata sui dolci, perchè, a causa del cattivo tempo (acquazzone mica da ridere) di sabato sera , la allora prevista degustazione dei dolci locali è stata spostata a lunedì  e la lezione consueta è stata così "inglobata" in questo piacevolissimo evento :-))))

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Qui c'è qualche foto per rendervi l'idea della allegria che ha contraddistinto la serata: I Bormini, molto eleganti nei loro abiti tradizionali in piccoli stand sparsi in mezzo alle case del borgo antico, secondo un percorso che mostra gli angoli caratteristici di questa millenaria località, fanno assaggiare ai visitatori, che si aggerirano muniti di cartine create per l'occasione fra corti bellissime e aperte per l'occasione, e con in mano originali sottopiatti,
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i dolci e i prodotti più celebri ed antichi della loro tradizione. Passando dai dolci con mirtilli e lamponi, alla cupeta, al gelato ai mirtilli, bisciola, manzole, tortini di mele e fior di latte d'alpeggio cotto, passando attraverso assaggi di Braulio e di una serie di altre aromatici liquori fatti in valle (quello di nocciole mi piace a dismisura :-)), assaporando latte fresco e miele in favo (con tanto di piccoli pezzetti ci cera d'api annessa :-)) e poi ancora resumada, miele fresco, tisane calde torta al grano saraceno.... Insomma un delirio di sapori profumi colori e storia, conditi con il racconto dal vivo di qualche mestiere, antico come queste valli, mostrato da chi ancora vi si dedica.
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Quindi la lezione di cucina dedicata alla serata e ancora tenuta dal nostro ormai mitico chef Bassi, insieme al quasi altrettanto mitico Gaetano ha raccontato alcuni dolci che ben si sposano con tutto il godibilissimo ben di Dio che ci circondava. Per ora una parte delle foto e una ricetta , qui di seguito: godetevi tutto :-)))) Alla prossima puntata!

Tortino di grano saraceno

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martedì 13 settembre 2011

Chutney aux pêches

Di Daniela
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Eccoci tornati definitivamente a casa in procinto di affrontare un luuuuuungo periodo pieno di impegni, obblighi, fatiche e stress... Certo detto così non è che suoni proprio benissimo.... ma, come ben sapete, adattarsi a pensieri più lievi, ai non impegni ecc ecc dell'estate è un attimo, mentre il rientro nella routine non è proprio così rapido e indolore!! Lo confesso, sono di quelle persone che adorano avere i figli intorno con cui passare le ore a chiacchierare, a stabilire programmi per il futuro, a scherzare, a scoprire nuove cose e a svolgere qualunque altra attività si possa immaginare con loro. Ovviamente, non sono sempre rose e fiori: diciamo che ho una naturale predisposizione allo "strillo" e che non sono la persona più calma e rilassata del mondo e diciamo pure che le mie figlie sostengono che la mitica frase di Dart Veder "l'imperatore non è indulgente come me" in Guerre Stellari sia in realtà stata pensata per la loro mamma.....Comunque, a parte le amenità delle mie adorabili cabarettiste, passare il tempo con loro è uno spasso e il pensiero di saperle di nuovo chiuse tutta la mattina a scuola, cariche di impegni scolastici e non un po' di tristezza me la fa, considerando che nell'ultimo periodo, insieme anche alla Creatura di Ale, le ho viste ridere e scherzare felici, libere di fare ciò che amano di più...
Tuffiamoci allora in questi ultimi scorci d'estate almeno atmosferica e godiamoci questo eccellente chutney di pesche, davvero perfetto per formaggi e carni.....
Peach Chutney

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• Tipo di piatto: Salsa
• Dosi: 6
• Difficoltà: Facile
• Costo: economici
• Preparazione: 15 minuti
• Tempo di cottura: 20 minuti
• Tempo totale: 35 minuti

mercoledì 27 luglio 2011

Salsa alle pesche per carpaccio- e Si Si' è la RAI (parte seconda)


salse per carpaccio

Riassunto della puntata precedente: strappate alla tranquillità della montagna (l'una) e alla frenesia della città (l'altra) dall'invito di una giornalista a partecipare ad una trasmissione radiofonica della RAI, le eterne vicine di casa di MT ingaggiano una lotta all'ultimo sangue per l'unico posto in trasmissione....


Nel frattempo, sento la giornalista e appuro nell'ordine che 
punto uno: non scherza. 
punto due: è una bella tosta, che i blog li conosce e non dall'altro ieri
punto tre: è pure simpatica
ragion per cui, nel giro di trenta secondi, cambio idea e un minuto dopo son di nuovo in diretta con la Valtellina -perchè INSIEME, Dani, ci intervistano INSIEME!!! e cos'è 'sto fischio sulla linea? Ah, sei tu che sospiri di sollievo...

A farla breve, arriviamo a venerdì, fra palpitazioni nostre e commenti caustici del marito, per il quale il segreto della nostra collaborazione sta nel fatto che incontrarci e attaccare a parlare senza interruzione è praticamente tutt'uno. A sentir lui, i nostri caffè operativi del lunedì mattina sono due fiumi di parole paralleli, per cui l'una parla e l'altra pure e alla fine ci si alza belle soddisfatte, convinte che le proprie proposte siano state approvate, quando in realtà non abbiamo neppure sentito cosa l'una stava dicendo all'altra: "Belin, se vi intervistano assieme lo capiranno subito, il segreto di menuturistico" continuava a ghignare, come un deficiente : "altro che Fatima, qui. Date loro un microfono, e vi tramortiranno il mondo" e altre cavolate del genere, tutte intervallate dagli "auah-auah" del ritornello di Video Kill the Radio Star, che c'è voluta tutta la mia pazienza per non trasformarmi io in un killer, e pure con un km di attenuanti.

Prima, però, c'è da sistemare la questione del telefono: perchè mica andiamo fin là, sia chiaro. L'intervista è telefonica, ma ci vuole un telefono fisso. Ora, a sentire la Dani, l'ultimo esemplare di questo genere avvistato a Bormio è riprodotto nelle incisioni di Grosio: senza contare che non abbiamo idea di quando arriverà, questa famosa telefonata, e se si piazza nell''unica cabina telefonica della Valtellina per un'ora e mezza come minimo rischia di finire o sulle locandine del giornale della Valle- "no-globber occupa il suolo pubblico"-  o dritta dritta all'obitorio "abbandonata nella cabina del telefono, muore FU-blogger"*
Io, per contro, non sono da meno: depenno l'ufficio mio (un'ora e mezza di do not disturb è del tutto impossibile), quello del marito (no comment), il telefono di casa (niente ferie, troppo presi) e un po' per volta tutti i fissi della zona che risultano o impraticabili o improponibili: e così, ce la rischiamo col cellulare, aggrappandoci al filo della speranza- che funzioni, almeno quello..
a venerdì, per l'ultima puntata


*guaiachilaruba-guaiachilaruba-guaiachilaruba....

SALSA ALLE PESCHE E ALLO SPUMANTE 


salse per carpaccio

Anche se proprio caldissimo quest'estate non fa, la voglia di stare ai fornelli è calata sensibilmente: in più, sono stanca morta e anche solo pensare a cosa mettere in tavola è un pensiero troppo gravoso, per quel che resta dei brandelli della mia immaginazione. Per fortuna, in mezzo a tutti i "non mi piace" della creatura, spicca una passione insana per tutto ciò che è carne, dal filetto alle interiora, meglio se passando per tagli poveri e quindi io che di norma non la amo, mi trovo a benedirla di continuo, per tutte le volte che mi viene in soccorso in questo periodo. 
L'altro ieri, con l'immaginazione ai minimi storici, ho puntato il dito verso un meraviglioso stallo di manzo, perfetto per un carpaccio. Solo che, al momento di metterlo in tavola, quel poco di core de mamma che ancora batte nel mio petto si è risvegliato e, complici due pesche nella fruttiera e due dita di spumante della sera prima, ho preparato questa salsa alle pesche da servire come accompagnamento. 
Neanche a dirlo, la creatura - che ama le pesche e odia la menta- si è fatta fuori il carpaccio con gli avanzi di mint sauce rimasti nel frigo, alla faccia di tutti i gourmand di questo mondo. Il marito, per contro, l'ha apprezzata moltissimo- e se lo dice lui, mi sa che vale la pena di riportarla pure qui...

due pesche, meglio se mature
una noce di burro
mezzo cucchiaino di farina di riso
mezzo bicchiere di spumante
sale rosa dell'himalaya (il primo che ride lo ammazzo, ma giuro che stavolta l'ho usato- e ci stava pure benissimo)

Sbucciare le pesche, tagliarle a fettine abbastanza sottili e farle ammorbidire in padella, a fiamma media, con la noce di burro. Quando sono tenere, frullarle bene, prima da sole, poi con lo spumante. Passare al colino e rimettere sul fuoco, a fiamma bassa. Prelevare un cucchiaio di salsa, metterla in un bicchiere e sciogliervi il mezzo cucchiaino di farina di riso. Unire i due composti, portare a bollore mescolando con una frusta e fare addensare. Aggiustare di sale, filtrare ancora (son noiosa) e servire. 

Note mie
in origine, questa salsa serviva ad accompagnare un piatto di carne cotta: purtroppo, ho perso tutti i riferimenti, perchè la ricetta proviene da uno di quei quadernetti su cui mi appuntavo le cose, prima di convertirmi al pc, ma sono certa che si trattasse di una rivista. In ogni caso, la base era un fondo di vitello, che serviva come addensante. Ora, è evidente che se non ho la forza di preparare due scaloppine e vado di carpaccio, non ci penso nemmeno a mettermi a fare un fondo bruno. Ragion per cui ho usato l'addensante più a portata di mano che avevo, vale a dire una specie di roux, preparato in modo non ortodosso, ma che ha comunque sortito gli effetti desiderati. 

propriamente, il roux è un composto di grasso e farina, che può essere preparato sia a freddo che a caldo e che, come dicevo, serve per addensare. Quello che conosciamo tutti è la base di burro e farina che prepariamo per la bechamelle, per intenderci, ma ne esistono molti altri. In questo caso, ho usato la farina di riso, che ha il pregio di lucidare la salsa ed ha un retrogusto meno persistente della fecola, tanto per dire. 

l'unico accorgimento è di non stemperare direttamente la farina nella salsa, erchè si formerebbero grumi: prima la si fa sciogliere in poco liquido caldo, aiutandovi con un cucchiaio e poi la si versa nel resto del composto. 

sono fissata con il filtraggio- o come cavolo si chiama questa operazione: lo so, ma non me ne pento. E' questione di mezzo minuto e si sporca un recipiente in più, ma non c'è come un grumo, anche piccolo, rimasto in una preparazione che ha il suo pregio anche nella consistenza vellutata che riesca a guastare tutto. Per cui, se siete come me, dateci dentro :-); altrimenti, perdonatemi e saltate il passaggio. 

ciao 
ale

lunedì 25 luglio 2011

Torta al cacao, pesche e zafferano e... sì,sì, è la RAI (prima parte)

torta cacao pesche e zafferano


"Dani, l'hai letta la posta?"
"No"
Che domande. Leggere la posta del blog è un'operazione che ancora non ci appartiene. il problema è reciproco, sia chiaro, perchè oltre ad avere ciascuna le proprie magagne, la Dani ed io condividiamo un denominatore comune di deficienze totali nel campo dell'informatica, gestione del blog compresa. Rispetto ai primi tempi, un po' più di dimestichezza c'è, ma da lì a ricordarsi di scaricare la posta di menuturistico tutti i giorni, ce ne corre. 
"Ci ha scritto una giornalista della RAI del Friuli Venezia Giulia- che ci vuole intervistare"
Prevengo tutte le domande- "no, non ha sbagliato indirizzo, sì, vuole parlare proprio con noi, no, non andiamo in televisione, sì, non ci sente nessuno di quelli che conosciamo"- e le lascio formulare l'unico interrogativo che conta
"ma perchè ?"
Perchè è estate, anzitutto- e al pari del guardaroba, anche le scalette delle trasmissioni si alleggeriscono: gli argomenti pesanti lasciano il posto a temi più leggeri, le fronti corrugate si spianano in qualche sorriso e la parola d'ordine è levità, in barba alle prime pagine dei giornali e alla prova costume, che porca-miseria- neanche- quest'anno- etc etc.
E poi perchè si parla di collaborazione- e di collaborazione al femminile e di che cosa siano capaci di fare le donne, quando decidono di sotterrare l'ascia della competizione, dell'emulazione, dello sgambetto, per mettersi a remare insieme, nella stessa direzione, imparando ad accordare il proprio ritmo su quella dell'altra, in un lento ma costante sciabordìo, che è sottofondo e preludio delle grandi conquiste, quelle che hanno portato l'uomo sulla luna ma porteranno noi su Marte, quelle che ci schiuderanno gli orizzonti che meritiamo, le vette che ci competono, il culmine per il quale siamo state create....

"sì, ho capito, ma noi cosa c'entriamo?"

Ve l'ho detto, no, che su certe cose non ci arriva? In più, ora è a Bormio, in mezzo alle sue montagne, ai cavalli e alle caprette che fanno ciao e se mai pensa al blog è solo per giustificare la "scimmia da conserve" di cui è preda tutto l'anno, ma in estate ancora di più. 
E così, mi tocca spiegarle che, a quanto pare, siamo diventate una specie di fenomeno. Un piccolo argomento per sfatare gli ultimi resti di un pregiudizio che vuole le donne per forza nemiche e un ancor più piccolo esempio di dove possa portare una sintonia, meglio ancora se ottenuta limando gli spigoli di due personalità diverse come le nostre. 

"Hai capito, adesso? L'intervista verterà su questo argomento. Quando le donne collaborano, etc etc. Tutto facile, quindi. In più saran due minuti in tutto, la giornalista è simpaticissima, insomma, secondo me ci fai una porca figura che il giorno dopo a Bormio le caprette ti fanno la ola, altro che..."

Silenzio. 

"No, Dani, senti, non è che io non voglia intervenire.... è che quel giorno lì sono a Savona, di sicuro sarò in un punto dove il cellulare non prende, in più magari in quel momento lì proprio non posso...e poi lo sai che ogni volta che apro bocca sparo cavolate e faccio danni..."

Silenzio alla seconda. 

"Ok, Dani, mi vergogno. Mi vergogno come 10-100-1000persone vergognose che si vergognano, ma ci pensi, alla Rai?, che va bene che mio marito dirà subito che belin, lo sapevamo che il servizio pubblico stava cadendo in basso, ma così in basso non se lo aspettava", ma ti rendi conto di che onore che ci hanno riservato... menuturistico alla rai,è una roba che non potremo nemmeno raccontare, che chi vuoi che ci prenda sul serio...mi vien l'ansia al solo pensiero, figurati quando son lì...

"TIRIAMO A SORTE- e chi perde, va"

il resto, alla prossima puntata :-)

TORTA MORBIDA ALLE PESCHE E ZAFFERANO

(da Cioccolata & C., Speciale Estate)

torta cacao pesche e zafferano

Di solito, è difficile che prepari ricette "fresche di edicola", diciamo così: normalmente, compro le riviste, le sfoglio e le dimentico chissà dove, salvo poi ritrovarle nella stagione sbagliata, leggerle con maggiore attenzione, scoprire un sacco di spunti che mi erano sfuggiti, cospargerle di post it in attesa che il calendario faccia il suo corso e perderle di nuovo, non appena ciò avviene. 
Perchè mi decida ad agire immediatamente, c'è bisogno della folgorazione: un ingrediente, un abbinamento, un tipo di portata che risvegli il neurone dalla modalità stand by in cui finisce in automatico, appena ho in mano una rivista di cucina, e lo renda abile a sorvegliare tutte le operazioni legate alla preparazione del piatto. 
E' successo con questa torta- vista/meditata/replicata- sul cui esito, però, ho poco da dirvi, purtroppo. Infatti, ha spaccato in due la famiglia, cosa che di norma non succede, vantando un numero dispari che ha quanto meno il pregio di sbloccare da certi empasse. Ma con le pesche, ahimè, son fuori dai giochi: gonfio al solo vederle, figuriamoci a mangiarle.
E così, mi tocca parlare "de relato", testimoniandovi di una figlia letteralmente impazzita ("chefigata-chefigata-chefigata") e di un marito scettico ("lo zafferano rovina tutto"), senza poter fare da ago della bilancia. 
Quello che posso dirvi è che si tratta di un dolce facile da fare, bello da vedere e di sicura riuscita, perchè non c'è stato bisogno di aggiustatine qua e là. In più, la fonte è una delle migliori riviste che ancora si trovino sul mercato, che si distingue proprio per i motivi di cui sopra: che poi sono gli stessi per cui ho deciso di pubblicarla comunque, convinta come sono che a me sarebbe piaciuta, eccome...

Al solito, il testo originale qui sotto e a seguire le mie note

tempo: 1 ora e 10
calorie 321 a testa
occorrente per 8 persone

150 g di farina
150 g di fecola di patate
25 g di cacao amaro
100 g di zucchero
120 g di burro
un uovo
2 pesche non trattate piuttosto mature
un cucchiaino di lievito per dolci
un cucchiaino di bicarbonato
la punta di un cucchiaio di zafferano
burro e farina per lo stampo

Come si prepara
Sbattete con le fruste elettriche il burro, lasciato ammorbidire a temperatura ambiente, con lo zucchero, fino a quando il composto risulterà soffice, quindi unitevi, sempre sbattendo, l'uovo intero. Sciogliete lo zafferano in 3 cucchiai di acqua bollente e fate raffreddare. Setacciate intanto la farina con la fecola, il cacao, il lievito e il bicarbonato e uniteli a cucchiaiate al composto di burro, alternandoli con lo zafferano sciolto. trasferite il composto preparato in uno stampo a cerniera da 20 cm di diametro prima iburrato e infarinato e fatelo assestare. Lavate le pesche, quindi privatele del nocciolo e tagliatele a fette piuttosto sottili. Affossatele leggermente nell'impasto partendo dall'esterno e creando via via il centro di una serie di cerchi concentrici

Come si presenta
Mettete lo stampo in forno caldo a 180° e cuocete la preparazione per circa 35 minuti (prova stecchino, deve uscire asciutto). Togliete dal forno, eliminate lo stampo e lasciate raffreddare il dolce su una gratella


Note mie


ingredienti
  • Contrariamente a quanto potrebbe far pensare la mia passione per i dolci anglosassoni, non amo il bicarbonato. Probabilmente non riesco a dosarlo, ma sento sempre un retrogusto che trovo fastidiosissimo. Per cui, ogni volta che mi imbatto in questo ingrediente, lo sostitiusco, aumentando leggermente la dose di lievito. 
  • Considerate che, a causa della presenza delle pesche sulla sua superficie, questa torta non crescerà in modo pazzesco: resta estremamente soffice (la fecola e il burro fanno il loro dovere) ma non aspettatevi un bordo alto 4 dita, perchè la fisica ha le sue leggi- e funzionano anche in cucina
  • La ricetta dice di usare pesche mature, io vi direi di no: dovete tagliarle a fette e questo prevede che facciate un minimo di pressione sul frutto. Le pesche mature si spappolano, senza ritegno: per cui, trovate una via di mezzo, che vi permetterà oltretutto di fare delle fette abbastanza sottili, più facili a sciogliersi
  • La teglia: non ho usato uno stampo a cerniera, ma una normale teglia da dolci, del diametro di 22 cm, unta sul fondo e ai bordi con un po' di burro. Dopo pochi minuti la torta si staccava da sola dallo stampo e l'ho sformata capovolgendola su un piatto da portata- e poi capovolgendola di nuovo, sul piatto che vedete nella foto (neanche a dirlo, ho confuso i due piatti, per cui in foto c'è finito quello poco fotogenico, ma vabbè- ormai dovreste esserci abituati, qui sopra...)

procedimento

  • fruste elettriche o anche robot da cucina, se lo avete- e tanta pazienza, perchè trattandosi di torta soffice, più aria si incorpora e meglio è. Idem per quanto riguarda l'obbligo di setacciare le polveri: con la farina, è sempre meglio farlo, perchè l'ossigeno che si crea da questa operazione "risveglia" gli organismi presenti nella farina e la fa lavorare meglio: ma quando si parla di preparazioni con poco lievito, che devono comunque essere soffici, si tratta di un passaggio obbligato. 

  • il primo che ride lo ammazzo, ma prima di capire come fare a sciogliere lo zafferano in tre cucchiai d'acqua bollente ci ho messo un po'- e lì per lì pensavo di dover far bollire tre cucchiai d'acqua in un pentolino. Basta far bollire un po' d'acqua, prelevarne tre cucchiai, metterli in un bicchiere e lì sciogliere lo zafferano. Chiedo venia per il dettaglio - che so che è superfluo per tutti- ma se mai ci fosse qualcuno imbranato come me, ecco: non sentiamoci soli...

  • Per tagliare le pesche a fettine, non è il caso di snocciolarle, prima: basta tagliare tante piccole fette, il frutto in una mano, il coltello nell'altra, ed ecco lì che l'operazione è conclusa, senza nemmeno sporcarsi. La fettina si stacca bene da sola dal nocciolo- ed è per questo che vi dicevo di usare frutti maturi, ma ancora sodi. 

  • Cottura: 180 gradi a  modalità statica per una quarantina di minuti. Lo stuzzicadenti non deve uscire asciutto, ma umido: altrimenti, la torta si seccherà troppo, al contatto con l'aria. L'essenziale è che esca pulito, senza grumi di impasto tutto intorno. 



mercoledì 29 settembre 2010

Pesche Saturnine alla "come le fa lei!" di Luisa

Di Daniela
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Ora, non è per voler essere noiosi a tutti i costi, ma, se uno ha degli amici, si aspetta che questi gli diano una mano !!! Non per dire, ma l'anno scorso verso la fine dell'estate, ho cercato in tutti i modi di muovere a pietà le mie deliziose amiche "del mare", nella maggior parte eccellenti cuoche, per riuscire ad avere qualche ricetta carina da potervi raccontare sul blog: nulla di complicato, proprio quel tipo di ricette di cui chiacchieri volentieri in riva a questo mare,

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mentre pigramente aspetti l'ora per sguazzare un po' nell'acqua o per la solita partitina a Burraco (non si può giocare ad altro ultimamente!) o semplicemente per passare il tempo piacevolmente. Devo dire che qualche risultato l'ho anche ottenuto: Patrizia e Gianna mi hanno raccontato le cose semplici e piacevoli che fanno quando sono in vena di coccolare un po' la famiglia e ve le ho ritrasmesse esattamente come loro le hanno passate a me. Anche altre mi hanno dato suggerimenti piacevoli: con Giulia ho cucinato, con Luciana è stato tutto uno scambio di suggerimenti (lei è bravissima).... ma poi c'è Luisa. Lei professa la sua imperizia in cucina, con un candore dettato solo dal fatto che, non avendo creature da sfamare giornalmente, nessuno le addenta la giugulare quando confessa che, se può, ricorre con gioia alla rosticceria o, nei fine settimana alla sua mamma. Fin qui nulla di strano. Solo che io le ho chiesto quale tra le cose sfiziose che la sua mamma, eccellente cuoca, le prepara, preferisca : mi ha risposto che va in brodo di giuggiole per le pesche "come le fa lei!". "Bene" dico io, "e come le fa lei?" E qui Luisa mi dice che proprio non ne ha idea e che lo chiederà alla mamma e me lo farà sapere... ma certo le pesche "Come le fa lei, sono una squisitezza!!!" E così ... DA DAN! Non è passato NEPPURE :-))) un anno che GIA' mi ha passato il prezioso foglietto con la ricetta!!! E non oso pensare quanto mi ci vorrà (e ci vorrà di conseguenza a voi) per conoscere le altre preparazioni della signora F. che Luisa mi ha fatto baluginare davanti agli occhi!!!! Quindi per ora godetevi questo dessert di fine estate che io ho preparato utilizzando pesche "saturnine" (quelle un po' schiacciate che chiamano anche "tabacchiere" a pasta bianca, buonissime!!), pesche settembrine e amaretti con un po' di cacao e con un grande GRAZIE LUISA, partiamo con la preparazione.
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Il risultato è veramente eccellente e mi scuso con tutto il cuore con la signora in questione per tutte le imprecisioni che commetterò: ma tra me e Luisa facciamo a chi è più distratto...

PESCHE "COME LE FA LEI!" DELLA LUISA
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Premetto che essendo una ricetta "di famiglia" non ci sono dosi precise: vi indico più o meno le quantità...
Ingredienti per 4
4 pesche Saturnine o qualunque altro tipo di pesca vi piaccia
4/5 cucchiai di zucchero di canna abbondanti
3 cucchiai di cacao amaro
8 amaretti
un paio di bicchieri di vino bianco secco

Prendete le vostre pesche, pelatele, tagliatele a metà (nel caso delle saturnine, se sono piccole, lasciatele intere e consideratene 1 a testa come porzione), togliete il nocciolo e disponetele in una padella antiaderente non troppo attaccate le une alle altre, con la parte concava rivolta in su.
A questo punto versate nella vostra padella il vino in modo che le pesche risultino immerse per 3/4. (La padella deve essere antiaderente, ma se così non fosse fate prima scaldare leggermente il vino e poi disponete le pesche, per evitare che si attacchino al fondo.) Mettete su ogni mezza pesca 1/2 cucchiaio abbondante di zucchero di canna (o un po' di più se dovessero essere un pochino "aspre").
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Prendete ora un amaretto per ogni mezza pesca, toglietegli un po' di base, se è troppo grande e mettetelo al centro dell'incavo di ogni frutto.
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Sbriciolate finemente un paio di "avanzi di amaretti" se ne avete o uno intero, aggiungetelo alle pesche e spolverizzate il tutto abbondantemente con il cacao amaro. Mettete la padella sul fuoco basso e fate cuocere per 30 minuti circa, irrorando spesso la parte superiore della pesca con il sughetto di vino e cacao, finchè quest'ultimo non si riduce ad una densa cremina scura. A questo punto togliete dal fuoco e servite le mezze pesche su piattini, accompagnate da una spruzzatina di panna montata e, se vi va, un amaretto.
Buon appetito
Dani
PEACHES "As she prepares them!"
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I state that as a recipe for "family" there are no precise doses: pointing you to more or less amount o ...
Serves 4
Saturnine 4 peaches or any other type of peach you like
4 / 5 tablespoons of sugar cane abundant
3 tablespoons unsweetened cocoa
8 amaretti cookies
a couple of glasses of dry white wine

Take your peaches, pell them, cut them in half (if you use the saturnine don't cut them, and use one peach for person), remove the core and place them in a pan not too near to each other, with the concave side facing up. Now, pour the wine in your pan so that the peaches are dipped for 3 /4. Place on each half about 1 / 2 tablespoon of brown sugar (or a little 'more if they were to be a bit "sour"). Now take 1 amaretto for each half peach . Take off a little bit, if it is too big and place it at the center of each half fruit. Crumble finely 1 amarett0, add it to peaches and sprinkle everything with cocoa. Put the pan on very low heat and cook for about 30 minutes basting frequently the top of the peaches with the sauce of wine and cocoa, as long as it becomes a thick creamy
dark sauce . Remove from heat and serve the half peaches on plates, accompanied by whipped cream and, if you like, a amaretto.
Bon appetite
Dani

mercoledì 10 marzo 2010

Uovo al tegamino....specialissimo!!

Di Daniela
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Temete eh, un bel post sull'uovo al tegamino?!?! Mi vedevate già, provata e un po' stressata a spiegarvi dall'alto della mia esperienza, quanto deve rassodare un uovo o a quale temperatura deve arrivare per poter essere considerato un uovo fritto a tutti gli effetti!! E invece no! stupore: vi parlo dell'"uovo al tegamino" che preferiscono le mie figlie e cioè una rivisitazione senza pretese dell'opera del maestro Escoffier, la pesca Melba. Creativo e innovatore, Escoffier creò ricette ormai celebri in tutto il mondo, fra cui questa celeberrima Pesca, dedicata alla famosissima cantante lirica australiana Nellie Melba. Anzi vi cito proprio le parole del maestro a questo proposito, tratte dal suo libro, Ricordi inediti, pubblicato da Slow Food Editore nel 1999 : "Ripensando al maestoso cigno mitico che apparve nel primo atto del Lohengrin, le feci servire, al momento opportuno, delle pesche disposte su di un letto di gelato alla vaniglia, all'interno di una coppa d'argento incastrata tra le ali di un superbo cigno scolpito in un blocco di ghiaccio e ricoperto da un velo di zucchero filato. L'effetto prodotto fu sorprendente e la signora Melba si mostrò estremamente colpita dalla mia attenzione. La grande artista, che di recente mi è capitato di rivedere all'Hôtel Ritz di Parigi, mi ha ricordato la serata delle famose pesche al cigno"
E già che ci sono vi cito pure, sempre presa dal libro , la ricetta originale della Pesca Melba nel caso decidiate di realizzarla voi stessi; è semplicissima ma eccellente.

PESCA MELBA

Nellie Melba by Frank Haviland
Per 6 persone: 
6 pesche Montreuil ben mature, 
1 litro di gelato alla vaniglia molto cremoso, 
250 gr di lamponi freschissimi, 
150 gr di zucchero in polvere, 
Mandorle fresche per decorare, 
Zucchero filato per decorare. 

Scottare le pesche per 2 secondi in acqua bollente, quindi scolarle e versarle immediatamente nell'acqua ghiacciata. Pelarle, disporle su di un piatto, spolverale leggermente di zucchero e tenere al fresco. A parte preparare una purea setacciata di lamponi e zuccherare. Servire le pesche su di un letto di gelato alla vaniglia e ricoprire con lo sciroppo ai lamponi. A scelta, si potranno decorare con delle mandorle fresche in scaglie e con un poco di zucchero filato.Segnato tutto? Benissimo è un dolce che non può mancare in nessuna raccolta.

Ma se percaso, come me avete fatto, per pura gola, un bel po' di gelato di pinoli, delicatissimo e un po' diverso, logicamente solo con pinoli italiani , che non hanno il retro gusto amaro che spesso hanno i "foresti", e se, come formichine, avete preparato le provviste di pesche sciroppate per l'inverno durante l'assolata estate, allora siete pronti per questa semplicissima e saporita rivisitazione del dolce del maestro, le nostre

UOVA AL TEGAMINO
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Per il gelato io ho utilizzato la ricetta di Federica , che mi è sembrata la più confacente al mio gusto per delicatezza e profumo. Ho solo cambiato leggermente il modo di prepararlo. Vi passo gli ingredienti e le dosi così come le ho utilizzate io per le "mie uova":

  • 125 gr zucchero (alla vaniglia il mio, cioè tenuto costantemente in un barattolo di vetro con un baccello di vaniglia, gentile omaggio della mia amica Giulia))
  • 200 gr latte
  • 150 gr panna fresca
  • 1 tuorlo d'uovo
  • 80 gr pinoli
  • 1 bustina di vanillina (mia aggiunta, da golosa di questo aroma)
  • Più un barattolo di pesche sciroppate rigorosamente home made e il loro sughetto di conserva
  • e opzionale, un po' di panna montata o di mandorle sfilettate o qualche pinolo tostato in più
Tostate leggermente i pinoli nel forno. Tritateli poi minutamente, magari con lo zucchero alla vaniglia lasciandone magari qualcuno intero per il piacere di avvertirne la consistenza nel mangiare il gelato. In una ciotola mescolate con la frusta l'uovo e il composto di pinoli e zucchero e per ultimo unite il latte. Fare riposare il composto nel frigo per una mezz'oretta e poi, dopo aver unito anche la panna versatelo nella gelatiera e avviatela. Se non doveste possederla fate come vi avevo già detto per il sorbetto di fichi: mescolate accuratamente gli ingredienti come sopra specificato, ma dividete tuorlo e chiara: il primo lo utilizzate mescolandolo , come detto, con lo zucchero e i pinoli tritati, invece la chiara la monterete a parte a neve e la unirete dopo la panna al composto. Versate il tutto in un contenitore largo quanto più possibile, che possa stare nel vostro frizer, meglio se già tenuto all'interno del freezer stesso per qualche ora. Poi per le prima due ore mescolate una volta ogni 30 minuti, perchè l’importante è rompere i cristalli di ghiaccio che si formeranno all’inizio, per lasciar congelare il gelato in modo uniforme e in maniera che rimanga cremoso. Se lo lascerete a congelare più a lungo, dovrete dare una mescolatina all'ora ancora per un paio di volte. Ma il vostro gelato, alla fine, sarà squisito e cremosissimo.
Disponetelo adesso in un contenitore monoporzione da mandare in tavola, in uno strato non troppo spesso. Al centro mettete a mo' di tuorlo le vostre pesche sciroppate e condite il tutto con un cucchiaio di succo di conserva. Volendo potete decorare ancora con lamelle di mandorle o ciuffetti di panna montata, o con altri pinoli tostati, ma è già squisito e delicato così!!
Provare per credere!!!
Buon appetito
Dani


VERY SPECIAL SWEET FRIED EGGS


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  • ½ cup sugar vanilla flavoured
  • 3/4 cup milk
  • 1/2 cup fresh cream
  • 1 egg yolk
  • 2.8 oz pine nuts
  • 1 sachet vanilla
  • 1 can of peaches in syrup home made and
  • optional, a bit 'of whipped cream or some toasted pine nuts or sliced almonds

Lightly toast the pine nuts in the oven. Then chop them minutely, perhaps with vanilla sugar maybe leaving some whole. In a bowl stir with a whisk the egg and the mixture of pine nuts and sugar and finally add the milk. Making the mixture rest in refrigerator for half an hour and then, add the the cream and pour it into ice cream maker.
If you do not own it you do as I have explained for the fig sorbet: mix thoroughly the ingredients as specified above, but divide the yolk and the white: use the first for the mixture as above, with the sugar and chopped pine nuts, but the whisk the white aside “a neve” and add it to the mixture after cream. Pour into a container as large as possible, which might be in your freezer, preferably already taken in the same freezer for several hours. Then for the first two hours, stirring every 30 minutes, because the important thing is to break the ice crystals that are formed at the beginning, to let the ice cream frozen in a uniform manner so that it remains creamy. If you leave it to freeze for longer, you must stir it a couple time in 2 hours. But your ice cream, going to be delicious and creamy. Now place the ice cream in a single dish to serve, in a layer not too thick. At the center put on as a 'yolk your peaches in syrup and topped it all with a tablespoon of peaches’ juice. You can still decorate with sliced almonds or tufts of whipped cream, toasted pine nuts or other, but also simple it's so delicate and delicious! try it to believe! Bon appetite
Dani

venerdì 17 luglio 2009

Marmellata di pesche, di fragole e arance e confettura di pesche

Di Daniela

Finalmente un po’ di relax….. la montagna è il massimo per riposare .

Il verde è il mio colore preferito, mi piace da pazzi, mi fa sentire bene mi rende più serena.. e poi grilli e cicale , che tanto piacciono ad Ale, mi danno un senso di profonda serenità e fidatevi che con un carattere come il mio non è cosa usuale.

Le mie figlie mi prendono in giro, perché dicono che la mia rilassatezza si evidenzia soprattutto nel fatto che, prima che io esploda, quando siamo qui, loro riescono a contare comodamente fino almeno a 10 contro i 3 di Genova!

Può essere, in effetti, ma comunque è un buon miglioramento no? Beh, sono veramente incontentabili questi figli!!!!

Allora per consolarle di questa mia incrollabile “crudeltà”, ho pensato di coccolarle un pochino con qualcosa di veramente goloso.

E cosa c’è di più profumato ed estivo sulla terra delle meravigliose pesche? E cosa ci sarà di meglio quest’inverno di aprire dei barattoli che racchiudono spicchi e polpa di sole?

E che mi dite delle arance e delle fragole? Il profumo è intensissimo e il sapore segue a ruota…

Faccio solo una piccola precisazione che riporta il mio magico libro delle marmellate : dice che la differenza tra confettura e marmellata sta nel fatto che, nella prima la frutta non deve sciogliersi e devono vedesi i pezzi anche dopo la cottura, nella marmellata invece devono essere passati, una volta cotti, per avere un composto liscio. Ultima avvertenza che già tutte conoscete, ma, si sa, repetita iuvant……una volta aperti i vasetti vanno conservati in frigo!

Perciò tutti sotto per preparare

MARMELLATA DI PESCHE , CONFETTURA DI PESCHE, MARMELLATA DI FRAGOLE E ARANCE


Cominciamo dalla MARMELLATA DI PESCHE

  • 2,5 kg di pesche sode e mature
  • 1 kg di zucchero
  • 1 limone
  • qualche foglia di pesca

Sbucciate le pesche, tagliatele a pezzi piuttosto grossi, togliete il nocciolo.

Mettete i pezzi in una casseruola , unite il succo e la scorza del limone e qualche foglia accuratamente lavata e solo se non trattata, di pesco. Portate ad ebollizione, mescolate spesso e schiumate quando serve.

Non appena le pesche saranno spappolate, togliete le foglie , se le avete messe, e passate la frutta al passaverdure o, se lo avete, utilizzate il solito frullatore ad immersione.

Rimettete il tutto sul fuoco e aggiungete a questo punto lo zucchero; fate bollire a fuoco dolce mescolando spesso. Ci vorrà forse una mezz’ora ancora: comunque fate la solita prova del piattino e togliete dal fuoco appena la goccia non scivola più.

Versate la marmellata nei vasetti sterilizzati , lasciando ½ cm circa di spazio libero e chiudete subito ermeticamente. Sterilizzateli per 20-25 minuti e lasciateli raffreddare.

CONFETTURA DI PESCHE

  • 2,5 kg di pesche
  • 1 kg di zucchero
  • 1 arancia
  • ½ limone
  • 1 bicchierino di liquore all’amaretto (FACOLTATIVO) (io ho aggiunto cognac)

Pelate le pesche e tagliatele a spicchi togliendo il nocciolo. Mettete gli spicchi in una terrina, alternandoli con lo zucchero e lasciate riposare per una notte intera sigillate con la pellicola trasparente. Io qui in montagna le ho lasciate fuori dal frigo perché di notte la temperatura è freschina…. In città forse è meglio metterle in frigorifero…

La mattina su7ccessiva mettete il tutto nella solita pentola di acciaio a fondo spesso e aggiungete il succo dell’arancia e del ½ limone e mettete a cuocere a fuoco moderato per circa un ora. Mescolate spesso e una volta positiva la solita prova, togliete dal fuoco e aggiungete il bicchierino di liquore per profumarla ancora un po’. Va da se che è assolutamente facoltativo questo ultimo passaggio… Versatela nei vasetti , chiudete subito e sterilizzateli come al solito.

MARMELLATA DI FRAGOLE E ARANCE

  • 500 gr di fragole mature
  • 4 arance meglio se non trattate
  • 400 gr di zucchero

Lavate le fragole e tagliatele a pezzetti. Mettetele nella casseruola coprendole con lo zucchero.

Poi pelate a vivo 3 arance, tagliatele a pezzetti e unitele alle fragole. Ora spremete la quarta arancia dopo aver tagliato a filetti la sua scorza ben lavata. Io ho preferito grattugiarla grossolanamente. Unite succo e scorza alle fragole e mettete il tutto sul fuoco per circa 20 minuti, ma il tempo varierà a seconda anche della sugosità dell’arancia perciò potrebbe volerci un po’ di più. Anche qui la solita prova risolve i dubbi. Versate il composto dopo averlo frullato o passato a piacere nei vasi sterilizzati, lasciate il solito ½ cm libero e chiudete subito. Sterilizzate (25/30 minuti) , lasciate freddare ed è pronta per l’inverno anche questa!

Che altro mi resta da dirvi? Ah si volevo anticiparvi che anche il prossimo post tratterà di questo argomento e ..... ora non vi resta che provare.

Buona giornata

Daniela

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