OverBlog

venerdì 15 maggio 2009

Tarte aux noix, roquefort et miel



ISTRUZIONI PER L'USO DI QUESTO POST: per leggerlo per intero, andate in fondo e cliccate su "leggi tutto". Non chiedetemi perché, è già abbastanza penoso così....

A scanso di equivoci: ora che faccio la blogger, mi uniformo al trend ( va bene così???) e discetto di pic nic al pari di tutte le riviste-siti-blogs che si rispettino e anzi, se volete, mi allargo pure e vi racconto di quella volta che ad Ascott con Filippo e la Betta etc etc.
Ma se devo essere sincera, e sincera fino in fondo, dovrei starmene ben ben zitta e passare subito alla descrizione della ricetta: perché io, di pic nic, ne ho fatti pochissimi- e quei pochi sono stati un disastro. Temporali improvvisi, mareggiate stile tsunami, apparecchiature incollate al catrame della spiaggia, per finire con gli incidenti diplomatici con i vari gatti dei vicini, pronti a trasformarsi, da sornioni che erano, in agguerritissimi Garfield appena intuivano manovre mangerecce nel giardino di fronte.



Poi, però, mi sono imbattuta in questo blog francese, Eryn et sa folle cuisine ( " come mettere i link ai blog" è l'argomento della prossima lezione....) e non ho resistito...
Strettamente parlando, questa tarte non è una novità, trattandosi della trita rielaborazione della solita combinata formaggio- noci- mile -pere. Nihil novi, direbbero gli antichi, se non fosse per una serie di trovate- da una inconsueta brisèe con le noci fino alle strane reazioni chimiche per cui il miele del ripieno si deposita sul fondo, formando un doppio strato , molto scenografico- che mi hanno convinto a provarla.
Anche la "prova assaggio" è stata brillantemente superata, salvo un unico neo: se mangiata in grandi quantità, fa venir sete. Come la maggior parte delle cose salate, direte voi, aggiungendo che infatti non vanno mangiate in grande quantità.
Ma qui, da quando si fa la blogger, o si rimpinzano i vicini ( alternativa neanche tanto peregrina: le autrici abitano di fianco... ) o si mangia quello che si produce. A maggior ragione se è gustoso, fragrante, equilibrato come questa tarte, che ce la possiamo anche mangiare tutta, dai, tanto non c'è altro, non è mica come la porcata di ieri, cosa vuoi che ci succeda...
Ci è successo ( anzi: MI è successo, il marito è rimasto indenne) che, subito dopo, siamo andati a sentirci un concerto in una chiesa nel posto più imbriccato del mondo, dove l'unico locale- la società di mutuo soccorso- chiude i battenti alle sette di sera; e dove avrei dovuto tenere un discorso ( " di-scor-so" " di-scor- so"!!!!) nell'intervallo fra un tempo e l'altro. E avevo una lingua che sembrava una ciabatta e la bocca secca in puro stile "tè nel deserto", solo che il tè non c'era e neanche un goccio d'acqua, se non quella che scendeva dal cielo ( le goccioline "ti-rovino-la-piega, avete presente??) mentre cercavo invano soccorso.
E' finita che ho fatto un intervento pregnante, esaustivo, in certi tratti sofferto, ma soprattutto BREVE, con una testa modello palombaro e un nervoso che non vi dico ( accidenti a me e all'ideona del blog), davanti a mezza platea che sghignazzava e all'altra che si chiedeva da cosa mi venisse, all'improvviso, il dono della sintesi...
La risposta è qui sotto e, al di là degli effetti collaterali, è davvero eccezionale

TARTE AL ROQUEFORT E MIELE CON BRISEE ALLE NOCI




Per la brisée alle noci
250 g di farina
80 g di burro fuso e raffreddato
80 g di acqua fredda
60 g di noci tritate grossolanamente
sale

Note mie: non ho fatto fondere il burro, ma l'ho impastato da morbido. Inoltre, ci va più acqua, almeno 20 cl : dovete ottenere una pasta elastica, più simile ad una pasta al vino o all'olio che non ad una brisèe. L'ho subito stesa nella tortiera e l'ho fatta riposare solo il tempo di preparare il ripieno

Per il ripieno
2 uova grosse
150 g di roquefort
200 ml di panna
40 g di farina
15 g di miele
pepe
sale ( ma attenzione: se il roquefort è salato, è meglio ometterlo)

Si sbattono le uova con la panna, come per fare una frittata, si aggiunge il roquefort sbriciolato, si mescola bene e, in ultimo, la farina setacciata: la quantità è modica e non c'è rischio di grumi. Un bel cucchiaio di miele ( io ho usato un millefiori, e pure del supermercato, perché temevo una prevalenza del dolce sul salato e direi che mi è andata bene), pepe e, se il caso, sale

Versate il ripieno nella tortiera e in forno a 175 gradi per 35 minuti ( gli ultimi 5 con un foglio di stagnola sulla sommità della tarte, per evitare che brunisca).
Le pere sono di contorno - una composta o un chutney sarebbe l'ideale.

Il giorno dopo è infinitamente più buona.

alessandra

14 commenti :

  1. Questi ingredienti insieme sono favolosi, non oso nemmeno immaginare il profumo, divina!

    RispondiElimina
  2. e dopo la prova assaggio...
    la proca costume, tipo burka, sia chiaro.
    ;-)

    RispondiElimina
  3. Questa potrei proporla come aperitivo alla cena della cresima che stiamo organizzando...bene, bene, aggiungiamo alla lista!
    Brava, ALE!
    Valeria

    RispondiElimina
  4. Questa potrei proporla come aperitivo alla cena della cresima che stiamo organizzando...bene, bene, aggiungiamo alla lista!
    Brava, ALE!
    Valeria

    RispondiElimina
  5. ..- mi sa che te la assaggi in anteprima...
    ale

    RispondiElimina
  6. Sarà pure una trita rielaborazione... però impressiona per la bellezza e per la bontà... L'ho copiata, prima o poi la farò... così potrò acquistare anche io il il dono della sintesi (ed il Gian e le mie amiche saranno felici)... e potrò sfoggiarla come il cake all' ultimo grido al prossimo pic nic... Ciao mitica!

    RispondiElimina
  7. Eccola, avrei voluto vederlo il casco da parrucchiere e la lingua felpata..... cosi' impari ad abbuffarti con queste tortine.........
    mi sa che la provero' anch'io, penso di prepararla prox settimana e metterla in freezer, mi servira' per domenica 24......
    ciao Alessandra

    RispondiElimina
  8. eccola, finalmente!... dalle foto ispira. ma prima di assaggiare cose del genere devo perdere qualche etto... :-)
    Paola

    RispondiElimina
  9. diana, sembravo la marchesini, quando aveva la cofana...
    paola, e perché pensi che NON l'abbia portata in ufficio, questa???? ( il problema è che poi TU continui con le fette biscottate integrali, e io passo direttamente dal semi-digiuno a 'ste robe...)

    RispondiElimina
  10. Non so se un commento su un post di maggio 2009 potrà avere una risposta...(non so come funzionano i blog!) e non so se la domanda stupida MERITA una risposta :-)
    Comunque: va servita fredda, questa meraviglia? Avrei pensato tiepida, ma visto che il giorno dopo è più buona...
    (il dono della sintesi non ce l'ho, è evidente: confido nella quiche!)
    Grassie se rispondete, e anche no :-)
    Meiying

    RispondiElimina
  11. tranquilla, tranquilla, rispondiamo
    Va mangiata tiepida, appena tolra dal forno, esattamente come hai pensato tu. Se però dovesse mai avanzarne un pezzetto, il giorno dopo è tutt'altro che l'avanzo ammosciato di una quiche, anzi: la brisè alle noci col riposo ci guadagna e l'insieme è una meraviglia. al limite, le si dà una scaldata e via.
    Il dono della sintesi, come vedi, manca anche a me- ma la fede nella quiche non mi abbandona, meno che mai se si tratta di questa!
    ciao
    ale

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...