L'aneddoto più famoso su questo piatto riguarda un giovanissimo Luigi Veronelli che, in viaggio premio al Ritz, dopo l'esame di maturità, ordinò che gli venisse portato un uovo fritto. Lo chef, incredulo, uscì dalle cucine per verificare l'identità del cliente a cui si doveva una richiesta così singolare ma, una volta rincuoratosi, eseguì l'ordinazione con tale serietà da lasciar senza fiato il futuro gastronomo che, da allora, ricordò quell'uovo fritto come il migliore che avesse mai mangiato in vita sua.
A dispetto della sua semplicità, infatti, l'uovo fritto ha da sempre rappresentato un terreno di sperimentazione e di sfida per moltissimi chef. Nel ristorante di Fernand Point, maestro di Paul Bocuse e pietra miliare della grande cucina di Francia, la "prova dell'uovo fritto" era una sorta di prova del fuoco non tanto per gli apprendisti, quanto per i professionisti che desideravano lavorare con lui : "
gli chiedeva di friggere un uovo. Di fronte all'immancabile fallimento, Point gridava: 'Fermo, disgraziato! Ne stai facendo una polpetta!' E poi faceva vedere il solo modo civile di trattare un uovo: mettete una noce di burro in un tegame o padella per le uova e lasciatelo fondere, dandogli cioè giusto il tempo di allargarsi e mai, naturalmente, di sfrigolare o sputacchiare; aprite su un piattino un uovo freschissimo e fatelo scivolare con cautela nel tegame; cuocetelo ad un fuoco così basso da far diventare il bianco appena cremoso e il tuorlo caldo ma ancora liquido; in una casseruola a parte fate sciogliere un'altra noce di burro, trasferite l'uovo su un piatto da portata leggermente riscaldato; salate e pepate e poi, con delicatezza, versateci sopra quest'altro burro caldo"Non vi chiediamo di arrivare a tanto, ovviamente, ma solo di proporre la vostra versione dell'uovo fritto, tenendo fermi come due ingredienti l'uovo, ovviamente, e un grasso di cottura.
Ed ora, fuoco ai fornelli!
Ale&Dani
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