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martedì 24 agosto 2010

Raspberry Eton Mess- e siamo di nuovo daccapo

di Alessandra

raspberry eton mess


Non so se succede anche a voi, ma io, quando sono in ferie, inizio a dare i primi segni di ripresa appena comincio a parlare del tempo. Non di quello meteorologico, bensì di quello fatto di ore, minuti e secondi che, a ben guardare, rappresentano i miei personali nemici, con cui ogni giorno ingaggio lotte feroci, finendo sempre per soccombere. Sostanzialmente, mi sono convinta che, delle 24 ore che ci sono state date in dotazione, ne butto via almeno la metà. La cosa mi manda in bestia come non mai ma, per quanto ci provi di continuo, le sere in cui il computo delle ore sprecate supera quello delle ore messe a frutto sono sempre di più.
Secondo mio marito, è un mal comune: tutti sprecano il loro tempo e tutti ne sprecano tanto, per cui non vale la pena di crucciarsi per un comportamento così diffuso da sembrare innato. Il problema, semmai, è come far rendere la parte del giorno che viene messa a frutto- e su questo, secondo lui, non dovrei lamentarmi.
Neanche a dirlo, si sbaglia di grosso: anche perchè io ho un doppio motivo per cui arrabbiarmi: il non riuscire a concentrare nelle canoniche 24 ore, tutto quello che devo e che voglio fare e la conseguente impossibilità di incastrarci qualcuna delle mille idee nuove che mi vengono in mente ogni giorno, vero toccasana contro il logorio della routine quotidiana
E così, ogni anno, quando ritorno a casa, in cima alla lista dei buoni propostiti c'è proprio questo: imparare ad organizzarmi. E quest'anno, neanche a dirlo, non a fatto ecezione.


raspberry eton mess


Va da sè che, al pari di tutti i buoni propositi, si cominci di lunedì: la domenica la si passa a risistemare i bagagli TUTTI INSIEME (secondo proposito: torniamo a casa e mi faccio aiutare) e il giorno dopo si comincia. Fra l'altro, la serie di cose da fare è lunga e in parte spiacevole, visto che le cose da fare prevedono tutte lunghe code a casse o sportelli ma stavolta sono sicura di farcela. Mi scrivo pure un programmino, alle otto faccio questo, alle nove quest'altro e scopro che non solo riesco a fare tutto, ma anche a terminare ogni cosa a metà pomeriggio, candeggio e cena compresi.
Sono così euforica che, quando sveglio il marito, canto.
"Che ore sono?" grugnisce, da sotto le lenzuola
"le sette e mezza"
Sogghigno felice, mentre lui schizza in bagno, lamentandosi che è troppo tardi, che non dovevo lasciarlo dormire, che ha mille cose da fare e sarebbe dovuto essere in ufficio una settimana fa: io ho il mio programma, e finora non ho perso nemmeno un minuto.
La creatura si è iscritta a una master class di violino, nel primo comune dopo Genova: gli autobus di linea non ci arrivano, di treni non se ne parla, per cui devo accompagnarla e- forse- andarla a prendere. La sveglio, facciamo colazione e, mentre si prepara, procedo alle operazioni di candeggio, secondo copione.
Primo intoppo: la candeggina non c'è.
Rovisto nell'armadio dei detersivi (meno cinque minuti), sotto il lavandino (meno tre minuti), in dispensa (meno dieci minuti, 9 dei quali spesi per farmi strada fino alla mensola che cercavo): trovo di tutto, ovviamente, ma della candeggina, nessuna traccia.
"ok, andrò a fare la spesa, penso, mentre modifico il programma della giornata, inserendo il supermercato subito dietro le poste.
Nel frattempo, sono le otto e mezza e bisogna uscire, perchè il corso inizia alle nove.
"No, mamma: alle nove e mezza"
"No, no, figurati se mi sbaglio: è alle nove, mi ricordo benissimo, guarda: 'alle nove, tutti lì'"
Naturalmente, aveva ragione la creatura: nove e mezza "ma anzi, fate pure dieci meno un quarto, che intanto il quarto d'ora accademico ci sta"
45 minuti da buttar via con un giro in spiaggia e una colazione supplementare sarebbero andati bene fino al mese scorso, ma oggi assolutamente no: per cui, giro la macchina, torno a Genova e vado alla posta. Dopodiche, ritorno in macchina, riporto la figlia al corso, torno a Genova e vado al supermercato a comprare la candeggina.
Al super sono iniziate le offerte per la scuola e, anche se sono senza carrello, inizio a caricarmi di penne, quaderni, matite e blocchi vari. Poi prendo anche una scatola di corn flakes, un litro di latte, mezzo kg di yogurt e la candeggina, confezione famiglia allargata. Mentre sono lì che barcollo alle casse, con tutta la roba che mi cade dalle braccia, squilla il cellulare
"mamma, vienimi a prendere, perchè faccio lezione oggi pomeriggio alle 4 e mezza"
Ritorno a Bogliasco, prelevo la creatura e subito dopo chiama il nipote. Che quest'anno si è impegnato al massimo, a scuola, ed è riuscito a farsi rimandare di Arte- ma solo perchè Religione non la fa.
"zia, quando posso venire a ripeterti tutto?"
Lo incastro in due ore, l'indomani, e intanto convinco la creatura a fare almeno un'ora di latino, subito dopo. Arrivo a casa, sistemo la spesa, metto finalmente su il bucato e attacco con le versioni. Stranamente, la creatura si ricorda ancora qualcosa e dopo una traduzione più o meno corretta, il quadruplo dei paradigmi imparati a memoria rispetto all'anno scorso (leggasi 4) e le mie corde vocali ancora intatte, la vita mi risorride. "sta' a vedere che recupero", penso.
Prima telefonata: la lezione non è più alle 4 e mezza ma alle 3, a casa nostra. Il che apre la delicata questione di "come faccio a vedermi con l'Alice", per risolvere la quale impiego mezz'ora, due telefonate e un "vado solo io a pranzo dalla nonna"
Seconda telefonata: mia suocera mi chiede se posso portarle un litro d'olio per friggere. Che io non ho.
Lei, però, è più comprensiva: "lascia perdere, ci arrangiamo"
Però a me dispiace e quindi vado di nuovo al supermercato. E di nuovo, mentre sono nel parcheggio, arriva il messaggio della creatura: la lezione è alle 4 e mezza in Via XXXX, sai dov'è?"
Sì che lo so, dov'è. E' sulle alture della città, dove gli autobus passano ogni mezz'ora e dove mia figlia non ha mai messo piede
Mentre rispondo al messaggio -"ok, ti ci porto"- salgo in ascensore, pregustando un pranzo tranquillo. Nel frattempo è l'una e mezza e, fra una cosa e l'altra, ci si mette a tavola più tardi.
A metà del pranzo, squilla il mio cellulare.
"lascialo lì", dico al marito.
Dopo un secondo, squilla il suo.
Da dove sono seduta, riesco solo a sentire pianti, lacrime e disperazione, inframmezzati da "non ti preoccupare, non è successo niente, può capitare" e "no, tranquilla, in prigione non ci vai". Ma siccome su quest'ultimo punto servono le rassicurazioni dell'esperta di casa, tempo tre secondi sono all'altro capo del telefono a sentire cosa è successo, stavolta.
Ha preso una multa sull'autobus. Trovare un negozio aperto alle 2 del pomeriggio di un lunedì d'agosto, nel nostro quartiere, è un'impresa ciclopica, specialmente se in edicola non puoi più comprare i biglietti, se non hai i soldi contati (è l'ultima novità del nostro giornalaio): e così, se l'è rischiata ed è andata male. E ora piange, per lo spavento, la brutta figura, la vergogna e "la fedina penale sporca". Giuro. Dice proprio così, fra i singhiozzi e le lacrime, in pieno centro cittadino, senza neppure l'amica che la consoli. La rassicuro, le dico che non ci sarà nessun processo e nessun castigo e che neppure lo diremo al nonno che da giovane faceva il tranviere e intanto si son fatte le tre e devo tornare a casa.
Neanche a dirlo, fra semafori e traffico del rientro, arrivo in tempo per farmi una doccia (alla voce "tempo per me" c'erano due ore)e ripartire: per inciso, fra il deserto ed il posto dove la creatura fa lezione non c'è nessuna differenza, a parte l'asfalto, per cui finisce che sto lì "perchè intanto, mamma, fra tre quarti d'ora ho finito". Dopo un'ora e mezzo sono ancora lì e per distrarmi conto i mille pezzi in cui ho stracciato il programma della giornata.
Per farla breve, abbiamo cenato alle otto e mezza, ho finito di mettere ordine in casa intorno alle dieci e a mezzanotte mi sono ricordata che dovevo sciacquare la biancheria in candeggina. Neanche a dirlo, ho pure sbagliato candeggio...
Mi ci vuole una vacanza, cosa dite????

RASPBERRY ETON MESS

raspberry eton mess

Simil non ricetta, se non fosse che questo è uno dei dessert più famosi d'Inghilterra. E' il piatto tipico con cui si conclude quello che loro chiamano "pic nic" e che da noi è l'equivalente di un fastoso ricevimento all'aperto, in occasione della sfida di cricket fra Eton e il Winchester College, tradizionale risposta alla regata fra Oxford e Cambridge. La storia del piatto è inversamente proporzionale ai tempi di preparazione e quindi non ve la racconto: mi limito a dirvi che il "mess" del nome deriva dal latino "mensa" e questo dà la misura dell'importanza di questo dessert, quasi che da solo compendiasse tutte le altre portate del pasto. La ricetta tradizionale prevede le fragole- e difatti da loro ci sono ancora e sono pure mature al punto giusto: è ammessa però anche una versione con i lamponi, che è quella che trovate qui sotto. In meno di tre minuti è pronto- e la porca figura la fate, eccome...

Sciacquate dei bei lamponi sotto l'acqua fredda e asciugateli tamponando delicatamente.
Sbriciolate sul fondo di bicchieri o coppette- tanti quanto sono i commensali- delle meringhe (grosso modo una a testa dovrebbe bastare, misura media), disponetevi sopra uno strato di lamponi e poi aggiungete della panna montata, leggermente zuccherata. Potete aromatizzarla con la vaniglia, se vi fa piacere: nel qual caso, addolcitela con zucchero a velo. Guarnite con lamponi, un po' di meringa sbriciolata e una fogliolina di menta fresca, se l'avete a disposizione. In frigo fino al momento di servire
A stasera con la prima puntata del viaggio in Scozia
Ale

12 commenti :

  1. Carissima Alessandra, mi mancavano proprio i tuoi racconti. In questo che parla di acrobazie quotidiane mi ci vedo a perfezione. Almeno ti sei potuta consolare con questo dolcino invitante. Buona giornata, spero non troppo stressante;-))))

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  2. Ale, quasi tutto uguale se non fosse che, il buon Dio non ha fornito di talento musicale i miei figli... ma di un'innata propensione alla noia sì e quindi li ho dovuti accompagnare in piscina... Il dolce l'ho fatto anche io anni fa per un natale a casa mia, ma con il melograno (o si dice al femminile?) ed è da assoluta porchissima figura... NIGELLA DOCET!

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  3. nonostante la serie infinita di sconvolgimenti di programma della tua giornata, il tuo racconto è davvero spassoso. Se ti può consolare io sono in ritardo di 20minuti sulla mia tabella di marcia quotidiana e non sono ancora le 10!
    In compenso la ricetta che proponi è rapidissima! ...giusto quel che ci vuole per consolarsi dopo una giornata da panico e ritrovare uno spicchio di paradiso in terra!!!^___^
    A presto e buona giornata!
    Elisa

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  4. Bentornata Ale.... con il tuo racconto..ho finalmente scoperto che sei umana pure tu!!Ahahahah...nel senso che tra te e una supereroina non c'è differenza!!!BAci e bella ricettina...grazie, Fla

    P.S. a quando le dritte per il challenge di Settembre....che qua i fornelli rombano!!!

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  5. So che non sta bene ridere dei disagi altrui, ma il tuo racconto l'ho trovato davvero esilarante :))) Forse perchè mi sembra un perfetto stralcio della vita quotidiana che tutti, a modo loro, si trovano a dover affrontare prima o poi. Una vacanza non fa miracoli ma aiuta, è vero, ma questo dolce, in compenso, resusciterebbe anche i morti!
    I programmi quotidiani sono quanto di più irreale ci possa essere, nel senso che non riesco mai a rispettarli come da scritto, però mi servono a fare ordine nei pensieri, che altrimenti correrebbero alla rinfusa destabilizzandomi ulteriormente...
    Grazie per questo sorriso in una mattinata non proprio allegra! :)

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  6. non metereologico ma meteorologico

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  7. Anonimo, grazie. Vado su e correggo. Anzi, ne approfitto per chiedere a tutti una cortesia. Siccome quando scrivo i post non riesco a vedere gli errori d stampa, se non dopo che li ho pubblicati (non chiedetemi il perchè, ma è così. E comunque, succede anche alla Dani :-)), dicevo, siccome mentre scrivo non vedo un bel niente e raramente rileggo per mancanza di tempo, se vi capita di imbattervi in qualche errore di battitura, segnalatecelo: ci farete davvero un favore.

    Alessia, grazie anche a te. Nel senso che mi rivedo in tutte le cose che hai detto, specialmente nell'aggrapparsi a palliativi ridicoli come i programmi quotidiani, che però aiutano a tirare avanti, come si può. Il dolce è perfetto anche per i vivi ;-)

    Fla, :-) come supereroina, mi sa che il mercato offra di meglio... dovresti vedere come sono conciata adesso, dopo una mattinata simile a quella di ieri.
    Per l'mt challenge, siamo già pronte, ma c'è un calendario da rispettare, almeno qui: il 5 settembre Genny pubblicherà la sua ricetta e da allora tutti sotto!!!

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  8. Elisa, grazie. Da giovane, dicevo che l'alternativa a buttarsi giù dal ponte monumentale era prenderla in ridere e a forza di ripetermelo, ormai è diventata un'abitudine. Si ride e intanto si corre, ci si barcamena fra mille impegni, l'ufficio, la casa, la scuola, il marito e i figli... fin quando non ci piglia una paresi e allora il sorriso sta ad indicare ben altro!!!!

    Stefania, tu lo sfogo te lo sei beccata in diretta, quindi non vado oltre. Sul genere del melograno non mi pronuncio, ma mi limito a mangiarne in quantità industriale, quando è stagione. E ora che mi hai dato l'idea di infilarlo anche qui, sai quante volte lo rifilo a tutti?

    Tina, bentornata anche a te! mi sa che siamo in tante, a rivederci in queste peripezie, giorno più giorno meno- e meno male che abbiamo trovato un hobby con cui sfogarci un po'. Peccato che il mio sia fare dolci- e quindi assaggiarli e quindi ingrassare e quindi stressarmi di nuovo... ma vabbè, i veri problemi sono altri, su questi ridiamoci su
    Un bacione a tutti
    ale

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  9. ..oh non sapevo che il dessert lampo che preparo regolamente quando non ho voglia di cucinare un dolce si chiamasse cosí...sai adesso come lo vendo bene, altro che postre Simonetta come lo chiama una mia amica !!
    Sul tempo stendiamo un velo pietoso eh...ma candeggiato, questo si...Baci !!

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  10. Alessandra, bentornata. Nonostante le tue disavventure, fa piacere sapere di non essere i soli al mondo che non riescono ad organizzarsi in modo teutonico :-)

    E complimenti per le bellissime foto!

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  11. un po' tutte si sono specchiate nel tuo gustoso scritto, così reale che nemmeno Verga....Il problema della programmazione giornaliera a mio parere (ho condotto profondi studi sul tempo e la sua anelasticità...) è che 2 persone in fila in più davanti a te sballano tutta la giornata, un ingrediente non trovato in un negozio, cosa che ti costringe a cercarlo in un altro (di solito dall'altra parte della città) incasina irrimediabilmente ogni agenda... E anche se ci facciamo un programma un po' lasco, il diavolo ci mette la coda di sicuro: sarà una "Legge di Murphy" sulla quale è meglio gettare le armi e arrendersi...!
    P.S. cerco comunque di uscire dicasa con un libro... non si sa mai, magari c'è una coda molto lunga o un ingorgo, meglio essere in buona compagnia !
    Maria Chiara

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  12. inutile ...i rientri sono veramenti traumatici per tutti..ma con un bicchiero così ci tiriamo subito su di morale!

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