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domenica 26 aprile 2009

fast book- uomini che odiano le donne


Il titolo non mi attirava- e, se fosse stato per me, lo avrei lasciato sugli scaffali della libreria. Un altro giallo svedese, poi, mi puzzava tanto di operazione editoriale, sulla scia dei successi di Mankell, la qualcosa bastava, da sola a tenermi lontana dall'unico regalo fatto a mio marito in occasione del suo compleanno che fosse rimasto ancora intonso. Poi ci si è messo il caldo, la chiusura della libreria del quartiere, le pause pranzo sottratte al consueto giro da feltrinelli a causa dell'altrettanto consueto surplus di lavoro a un mese dalla chiusura degli uffici e insomma, per farla breve, non trovando proprio nient'altro da leggere, ho messo da parte l'idiosincrazia per il titolo e ho cominiciato.
Dopo due giorni, l'ho anche finito- e sono stati due giorni di quelli che non capitavano da un po', quando giri con il libro in borsa, noncurante del peso delle 400 pagine, anelando ad una pausa - dalla coda al supermercato al semaforo rosso- per poter andare un po' avanti,con un'ansia di sapere come va a finire che, inevitabilmente sovrasta il piacere di una lettura lenta, assaporata pian piano, goduta fino all'ultima virgola
Tre giorni dopo, gli entusiasmi sono calati e, al loro posto, è subentrata l'amarezza per un'altra occasione perduta: Stieg Larssen, questo è l'autore, risulta essere il fondatore di Expo, una rivista dedicata alla denuncia dei movimenti neo nazisti in Svezia e nel nord d'Europa, intensamente ricercati da lui e dai suoi collaboratori, dopo una vita di giornalismo militante ed impegnato. Il libro è il primo capitolo di una trilogia dedicata a Millennium, dal nome di un'altra rivista, questa volta di fantasia, che però nello spirito e nella struttura indipendente, sembra avvicinarsi molto alle caratteristiche del giornale dell'autore. i protagonisti sono ovviamente un giornalista e, meno ovviamente, una stralunata e tormentata investigatrice privata, dove fragilità e coraggio si fondono in un ritratto già assurto ai livelli di un'icona della letteratura. L'argomento- ahimé- sono le violenze alle donne, che in Svezia sono salite a livelli impressionanti ( secondo Larrsen, il 46% ha subito una qualche forma di abuso da parte degli uomini ed il 92% delle vittime delle violenze sessuali non le denuncia), che costituiscono lo sfondo del plot narrativo: la scomparsa di una ragazza avvenuta oltre 40 anni fa, i parenti-serpenti, l'isola semi deserta al nord della Svezia. Gli ingredienti, insomma, ci sarebbero stati tutti per confezionare un prodotto di vera qualità: invece, mi sono ritrovata a rincorrere i fili di una trama ad incastro, sovrabbondante e per questo inverosimile, con una banalizzazione estrema di quei contenuti che l'autore dovrebbe aver conosciuto bene ( l'equazione nazista=torturatore perverso è una semplificazione troppo scontata, nella sua drammaticità). anche lo stile è abbastanza piatto, lontanissimo dalle atmosfere malinconiche e rarefatte di un Mankell e di nuovo si perdono occasioni, con personaggi come Lisbeth Salander, che meriterebbe ben altri ritratti, e con la materia trattata, che alla fine scade nell'impersonale e nel cronachistico. D'istinto, mi è venuto da contrapporre quell'"..E liberaci dal padre" di Elizabeth George, con cui lo stesso tema è trattato in punta di penna, in modo delicato ma intenso, capace di scavare solchi profondi nell'animo del lettore e di evocare vere emozioni, con esiti ben diversi dalle sensazioni da " mordi e fuggi" che si accompagnano alla lettura di questo libro.
Insomma, un altro "caso" gonfiato, un'altra occasione mancata, un altro giornalista che crede che le storie siano articoli di giornale, solo più lunghi,un altro " fast book", in poche parole....
buona giornata
alessandra
P.S. non so come mi sia venuto fuori il fast book, ma mi piace... però, ci metto il copyright, sia chiaro!!!

12 commenti :

  1. perchè pseudo blog?
    A me sembra un blog a tutti gli effetti e pure carino!
    Intanto ti linko..ciao Michela P. da c.i.

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  2. il problema è che ci capisco poco... per ora scrivo, cancello, perdo roba, sbaglio foto, un mezzo disastro, insomma... ed è "pseudo" perché in confronto agli altri ( fra cui il tuo, su cui faccio un salto spesso) gli manca ancora moltissmo per acquisre la dignità di un vero blog.I complimento, però, li incameriamo lo stesso... grazie ancora
    ale

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  3. Ottima recensione, e bel blog. Ti ho già messa tra i miei preferiti, nel blog.

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  4. Grazie!!! appena capsico come si fa a fare lo stesso, contraccambio!

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  5. finito di leggere oggi, 4 gg di immercion....le ultime 150 pagine non c'entravano....poco o nulla con il resto si potevano condensare benissimo in 20 pagine e sarebbero state sufficienti, forse si volevano vendere 676 pagine......vedremo il secondo della trilogia........ciao
    diana

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  6. vedi che vieni nel mio caruggio???? ma fra liguri, è inevitabile...

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  7. ma che brava !!!
    oggi non è più di moda il "siamo tutti latinisti" bensì il "siamo tutti critici letterari... e che critici
    ma fammi il piacere , e dato che sei tanto saccente prova tu a scrivere un opera che sommi suspense ,problematiche sociali , storia e discreta qualità letteraria ( non ho detto eccelsa , non stiamo parlando di Roth o di McEwan )
    Tra l'altro ,Hedestad e l'isola di Hedeby sono nel sud della Svezia!!!

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  8. io non so se sono tutti latinisti o critici letterari: quello che so per certo è che io sono entrambe le cose: sono titolare di cattedra di latino in un'università, ho una lista di pubblicazioni da far paura e tutti i titoli del mondo- presi oltretutto in diverse parti del mondo- per fare della critica letteraria.
    Inoltre, sono co-titolare di questo blog, che è uno spazio personale, dove scrivo quello che mi pare e piace: il fatto che sia pubblico è un invito a confrontarsi con altri, in modo civile e sostanziale, non ad espormi a provocazioni senza capo nè coda o a critiche a presunti errori geografici ( dov'è la citazione a cui ti riferisci, nel mio post?). Per cui, vale per te quello che è già stato detto per altri: sì al confronto- ad ogni tipo di confronto- se sorretto da argomenti e condotto sul filo della buona educazione. altrimenti, andate altrove: nella blogsfera c'è posto per tutti, qui no.
    alessandra
    P.S. visto che fai le pulci alla geografia, mi permetto di ricordarti che un'opera si scrive con l'apostrofo.

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  9. Ho finito di leggere il libro lo scorso fine settimana; mi era stato prestato da mio fratello e me ne aveva parlato molto bene un'amica che legge parecchio.

    Non sono certo in grado di strutturare una critica letteraria come fai tu (e come non sa fare Anonimo...), ma condivido sia le tua perplessità, sia l'azzeccatissima espressione "fast book". Anch'io l'ho letto tutto d'un fiato, anch'io vi ho trovato elementi di scontatezza ed altri di inverosimiglianza.
    In poche parole, condivido il tuo pensiero anche se mi farò prestare anche gli altri due libri della trilogia, per pura curiosità.

    E' un vero peccato però che Stieg Larssen sia morto: almeno Anonimo avrebbe potuto contestare direttamente a lui la posizione geografica dell'isola di Hedeby, che nel romanzo è a nord di Stoccolma, a tre ore di treno...

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  10. A me i primi della classe son sempre stati sulle scatole, e sai perché? perché tirano fuori il peggio di me, in una lotta al chi è più bravo di cui poi finisco per vergognarmi. quindi, da un lato vorrei rinnegare la risposta di cui sopra, perché suona come un "lei non sa chi sono io" che su di me fa molto ridere. Dall'altro, però, penso che nessuno abbia il diritto di comportarsi in modo maleducato- meno che mai in casa d'altri: lo trovo fastidioso sul forum , non lo accetto su MT che nasce come uno sfogo dalle tensioni che si accumulano nella vita reale, per cose reali- e spesso molto più serie di quanto si immagini.
    Se riusciamo a mantenre ancora questo spirito lieve è nche grazie a interventi come il tuo, che sono un concentrato di umorismo, di leggerezza, intesa in senso buono, e di uno stile sempre più raro e per questo ancora più apprezzato. Grazie davvero per intervenire ogni volta in modo così mirato, intelligente e simpatico: sono inieizioni di amicizia e di fiducia, che ci rendono più piacevole di quanto già non sia continuare questa avventura.
    ale

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  11. Dopo aver letto la rece di "la solitudine dei numeri primi" stavo quasi andandomene, tra il deluso e l'intristito (senza ragione oltretutto) poi, per fortuna, tornado su con lo sguardo ho visto questo titolo e dentro di me ho ghignato pensando -se è stata così feroce con l'esordiente Giordano, figuriamoci con sto Larsson- e sono venuta a leggere, e finalmente ho scoperto che il (ahinoi, fu) giovanotto, ha fatto un bell'effetto anche a te. Ne sono strafelice e mi vien da perdonarti sui numeri primi, e anzi, quasi quasi ti do pure una mezza ragione, toh :-)
    piesse
    ho visto che non hai mai letto Delphine De Vigan (1, 2) c'è qualche ragione precisa? Se ti capitasse sottomano prova a leggere quello che ho lincato nel 2, sarò curiosa di leggere le tue impressioni

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  12. Mai letta. Appena mi riprendo da 'sto virus che non mi fa aprire gli occhi, corro ai ripari, partendo rigorosamente dalla seconda che hai detto :-)
    e non leggo la tua rece, per non farmi influenzare :-))
    sul resto, benvenuta in questo salotto dove ci si scambiano opinioni senza filtro. Per un po', avevamo anche fatto delle letture comuni, poi quest'anno infausto mi ha tolto tempo e voglia per le buoneabitudini, ma confido nel più ignobile dei "domani è un altro giorno" :-)
    grazie per essere passata, per me è sempre un piacere scambiare due chiacchere con te ( e scusa gli errori di stampa, ma sono ancora cecata)
    ciao
    ale

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