L'ombrello e l'appetito, mi verrebbe da dire, a bruciapelo, visto il clima più affine agli improvvisi cambi d'umore del nord Europa che non alla Costa del Sol e considerata la strepitosa varietà della cucina gallega. Ma i posti da vedere, in Galizia, sono davvero tanti e belli , specialmente quelli un po' più fuori dai circuiti turistici: qui ci sono quelli che ci sono piaciuti di più e che ci hanno sorpreso per la loro bellezza e la loro vitalità.
Buon viaggio
Vigo: ve lo ricordate il Capitan Nemo, quello delle Ventimila Leghe sotto il Mare? Bene, è passato di qui. Ed anzi, ci si è fermato parecchio, visto che il fantomatico tesoro dovrebbe giacere nei fondali delle acque della città, ma invano. Da allora, però, è impossibile non associare alla leggenda questo ex piccolo villaggio di pescatori, che conserva nella toponomastica le sue umili origini, ma che in questi anni, grazie all'incremento della flotta peschereccia, è diventato la città più importante della regione, strappando a A Coruna questo primato. I suoi abitanti, però, non sembrano essersene accorti: vivono serenamente in una dimensione molto provinciale, con pochi hotel ( uno solo di lusso, ma scomodissimo come posizione) e pochissimi monumenti di pregio. Meglio, molto meglio, sintonizzarsi sui ritmi della popolazione e farsi un giro per i vicoli in salita delle città vecchia, respirando un'aria quasi da Lisbona e curiosando fra i negozietti di vimini e le bodeghe dove si mesce il cidro....
Monastero di Poio: all'entrata di Pontevedra, piccola città sulla omonima rias, è un monastero a cui i Galleghi sono particolarmente devoti. Nelle forme, ricorda molto la vicina Santiago, ovviamente in versione ridotta, così come anche lo splendido retablo davanti all'altare ha un che della "sorella maggiore", per così dire. Gli abitanti della Galizia vanno però oltremodo fieri delle teste parruccate dei Santi ( mettere capelli veri alle statue dei Santi è indizio di particolare venerabilità), del libro più piccolo del mondo nell'annesso museo e, a fare pendent, del granaio più grande di tutta la regione, subito dietro la chiesa.
O Grove: regione superturistica, ma io vi ho avvisato. Sull'isola di A Toxa, collegata alla terraferma da un ponte ( all'uscita, esprimete un desiderio e trattenete il respiro per tutto il tempo della sua percorrenza: se arrivate in fondo ed avete ancora fiato, il desiderio si avvererà. Altrimenti, dal cielo, vegliate su di noi, mentre sudiamo sulla tastiera..) c'è la famosa fabbrica di sapone, con proprietà miracolose per quanto riguarda la levigazione della pelle. Gli ingredienti, ovviamente, son segreti, ma i prezzi sono del tutto abbordabili.
Tuy: uno spettacolo. Puntate i piedi, fate carte false, piuttosto scappate nella notte ma non tralasciate di visitare la cattedrale di questa minuscola cittadina proprio al confine col Portogallo, unica di tutta la spagna a non avere neppure un semaforo. L'attrattiva è, naturalmente, la cattedrale fortificata, testimonianza della posizione strategica del luogo, l'ultimo avanposto spagnolo prima del confine, oltre che tappa obbligata di una delle tante vie verso Santiago. Sorge in forme romaniche preservate nel tempo, ed ha uno splendido portale che risale al XII secolo, con invenzioni figurative di rara, rarissima libertà espressiva per la tradizionalissima Spagna. Recuperatevi una guida e godetevi tutta la visita, ivi compreso il panorama sulle campagne portoghsi, perché davvero c'è un tesoro dietro ogni angolo esarebbe un peccato che vi sfuggissero.
A Coruna: ovvero il capoluogo, la capitale, in tutti i sensi. E non importa se oggi Vigo l'abbia spodestata dal podio di città più importante della Galizia, perché certe cose rimangono dentro, indipendentemente dai flussi dell'economia e della storia. A Coruna è la vera città gallega, ricca di vita, di negozi eleganti, di strade animate, di ristoranti, di ampi respiri, a testimoniare, se mai ce ne fosse bisogno, che certe vocazioni e certe aperture culturali resistono agli urti della sorte.
La chiamano la città di vetro e mai soprannome fu più azzeccato: vetrate ovunque, anche nelle architetture moderne, rispettose della fisionomia originaria del tessuto urbano e che stranamente non infastidiscono, da tanto sono ben inserite nel paesaggio circostante.
Noi ci arriviamo il 25 giugno, in piena frenesia da Unesco, vista l'inclusione del monumento smimbolo della città- il faro di Ercole- nella lista dei Patrimoni dell'Umanità. Il centro della festa è piazza S. Maria Pita, ma la gita al faro si impone- e ne vale davvero la pena. Lontana dal vocìo festante delle strade cittadine, è questa la zona dove l'emozione tocca il suo culmine, là dove il cielo e il mare si toccano e si perdono all'orizzonte, portando con loro le voci del passato, dall'approdo di Cristoforo Colombo alla infelice partenza di quell'Armata che, proprio da questi lidi, sperimentò il crollo del mito dell'invincibilità.
Si torna in città per immergersi in un'altra emozione, più godereccia, questa volta, in un trionfo di mariscadas, servita nelle miriadi di ristorantini che si susseguono a ridosso della piazza principale e dove la scorpacciata è d'obbligo....
Lugo: le guide la snobbano, ingiustamente: ultima tappa del Camino, mantiene un centro storico ricco di fascino. E poi, scusate, ma quando vi capita più di vedere una cinta muraria romana in siffatte condizioni???
L'impatto è di quelli potenti e l'atmosfera è talmente avvolgente che quasi quasi vi chiedete se non siete stati catapultati all'improvviso ai tempi di Giulio Cesare &C. visti gli strani personaggi che vi vengono incontro...
...ci sono pure i barbari...
...e gli infallibili rimedi dei druidi...
...qualche anacronismo..
...e persino Flavius Briatorius...
...et nonnullae velinae....
..panem....
..et circenses....
e una bella benedizione finale, a concludere il tutto...
alla prossima tappa
alessandra
Vigo: ve lo ricordate il Capitan Nemo, quello delle Ventimila Leghe sotto il Mare? Bene, è passato di qui. Ed anzi, ci si è fermato parecchio, visto che il fantomatico tesoro dovrebbe giacere nei fondali delle acque della città, ma invano. Da allora, però, è impossibile non associare alla leggenda questo ex piccolo villaggio di pescatori, che conserva nella toponomastica le sue umili origini, ma che in questi anni, grazie all'incremento della flotta peschereccia, è diventato la città più importante della regione, strappando a A Coruna questo primato. I suoi abitanti, però, non sembrano essersene accorti: vivono serenamente in una dimensione molto provinciale, con pochi hotel ( uno solo di lusso, ma scomodissimo come posizione) e pochissimi monumenti di pregio. Meglio, molto meglio, sintonizzarsi sui ritmi della popolazione e farsi un giro per i vicoli in salita delle città vecchia, respirando un'aria quasi da Lisbona e curiosando fra i negozietti di vimini e le bodeghe dove si mesce il cidro....
Monastero di Poio: all'entrata di Pontevedra, piccola città sulla omonima rias, è un monastero a cui i Galleghi sono particolarmente devoti. Nelle forme, ricorda molto la vicina Santiago, ovviamente in versione ridotta, così come anche lo splendido retablo davanti all'altare ha un che della "sorella maggiore", per così dire. Gli abitanti della Galizia vanno però oltremodo fieri delle teste parruccate dei Santi ( mettere capelli veri alle statue dei Santi è indizio di particolare venerabilità), del libro più piccolo del mondo nell'annesso museo e, a fare pendent, del granaio più grande di tutta la regione, subito dietro la chiesa.
O Grove: regione superturistica, ma io vi ho avvisato. Sull'isola di A Toxa, collegata alla terraferma da un ponte ( all'uscita, esprimete un desiderio e trattenete il respiro per tutto il tempo della sua percorrenza: se arrivate in fondo ed avete ancora fiato, il desiderio si avvererà. Altrimenti, dal cielo, vegliate su di noi, mentre sudiamo sulla tastiera..) c'è la famosa fabbrica di sapone, con proprietà miracolose per quanto riguarda la levigazione della pelle. Gli ingredienti, ovviamente, son segreti, ma i prezzi sono del tutto abbordabili.
Tuy: uno spettacolo. Puntate i piedi, fate carte false, piuttosto scappate nella notte ma non tralasciate di visitare la cattedrale di questa minuscola cittadina proprio al confine col Portogallo, unica di tutta la spagna a non avere neppure un semaforo. L'attrattiva è, naturalmente, la cattedrale fortificata, testimonianza della posizione strategica del luogo, l'ultimo avanposto spagnolo prima del confine, oltre che tappa obbligata di una delle tante vie verso Santiago. Sorge in forme romaniche preservate nel tempo, ed ha uno splendido portale che risale al XII secolo, con invenzioni figurative di rara, rarissima libertà espressiva per la tradizionalissima Spagna. Recuperatevi una guida e godetevi tutta la visita, ivi compreso il panorama sulle campagne portoghsi, perché davvero c'è un tesoro dietro ogni angolo esarebbe un peccato che vi sfuggissero.
A Coruna: ovvero il capoluogo, la capitale, in tutti i sensi. E non importa se oggi Vigo l'abbia spodestata dal podio di città più importante della Galizia, perché certe cose rimangono dentro, indipendentemente dai flussi dell'economia e della storia. A Coruna è la vera città gallega, ricca di vita, di negozi eleganti, di strade animate, di ristoranti, di ampi respiri, a testimoniare, se mai ce ne fosse bisogno, che certe vocazioni e certe aperture culturali resistono agli urti della sorte.
La chiamano la città di vetro e mai soprannome fu più azzeccato: vetrate ovunque, anche nelle architetture moderne, rispettose della fisionomia originaria del tessuto urbano e che stranamente non infastidiscono, da tanto sono ben inserite nel paesaggio circostante.
Noi ci arriviamo il 25 giugno, in piena frenesia da Unesco, vista l'inclusione del monumento smimbolo della città- il faro di Ercole- nella lista dei Patrimoni dell'Umanità. Il centro della festa è piazza S. Maria Pita, ma la gita al faro si impone- e ne vale davvero la pena. Lontana dal vocìo festante delle strade cittadine, è questa la zona dove l'emozione tocca il suo culmine, là dove il cielo e il mare si toccano e si perdono all'orizzonte, portando con loro le voci del passato, dall'approdo di Cristoforo Colombo alla infelice partenza di quell'Armata che, proprio da questi lidi, sperimentò il crollo del mito dell'invincibilità.
Si torna in città per immergersi in un'altra emozione, più godereccia, questa volta, in un trionfo di mariscadas, servita nelle miriadi di ristorantini che si susseguono a ridosso della piazza principale e dove la scorpacciata è d'obbligo....
Lugo: le guide la snobbano, ingiustamente: ultima tappa del Camino, mantiene un centro storico ricco di fascino. E poi, scusate, ma quando vi capita più di vedere una cinta muraria romana in siffatte condizioni???
L'impatto è di quelli potenti e l'atmosfera è talmente avvolgente che quasi quasi vi chiedete se non siete stati catapultati all'improvviso ai tempi di Giulio Cesare &C. visti gli strani personaggi che vi vengono incontro...
...ci sono pure i barbari...
...e gli infallibili rimedi dei druidi...
...qualche anacronismo..
...e persino Flavius Briatorius...
...et nonnullae velinae....
..panem....
..et circenses....
e una bella benedizione finale, a concludere il tutto...
alla prossima tappa
alessandra
Faro' una brevissima capatina Santiago per poi proseguire verso il Portogallo. Quest'anno sara' cosi' ma fai venire veramente voglia di raggiungere certi posti. Come stai?
RispondiEliminaMi fai letteralmente sognare! Accenderei il camper all'istante!
RispondiEliminasto in danimarca e mi sono sfsciata un piede al pirmo giorno di vacanza :-) l risatina est di cortesia, perche sto tirando giu tutti gli accidenti di questo mondo...
RispondiEliminaciao ale