Avete mai provato a dormire in una casa di bambola? Se sì, sapete già che non c'è nulla di romantico: la nostra seconda notte danese, trascorsa in una deliziosa casetta azzurra e bianca, con piumoni gonfi e lettini di legno, è un crescendo di cigolìi e di zuccate: superfluo dire che ancora una volta conquisto il primato della più ammaccata e quando, alle otto del mattino, esco finalmente da quella trappola infernale, sembro reduce dalla campagna di Russia, con il piede fasciato dal giorno prima e la testa tutta dolorante. Mi ci vorrebbe un caffè triplo, ma Skagen, a quell'ora, è deserta
Sfidiamo la fame e ci dirigiamo verso la prima meta della giornata- la più sognata, la più attesa, la più entusiasmante: Grenen, la sottile lingua di sabbia che accompagna l'incontro del Mar Baltico e del Mar Nero, in uno scenario che si annuncia da sogno.Lungo la strada, troviamo una pasticceria aperta, dove facciamo scorta di dolci, che condividiamo sulla spiaggia assieme a questi bei tipi qui
Il vento è più forte del previsto e da lontano si levano nuvole che non promettono nulla di buono. Sono in molti a dirigersi verso il Sandormen, una specie di trattore allungato che trasporta i turisti fino all'ultimo lembo di terra, ma noi preferiamo sfidare la sorte e andare a piedi
L'emozione è indescrivibile: è presto e siamo ancora in pochi e l'impressione è di essere davvero arrivati al punto estremo del mondo.Procediamo a testa bassa, il vento impetuoso che ci sferza sul viso, le mani tese a coprire ogni lembo di pelle, un passo dopo l'altro verso quello che a noi sembra l'infinito...
La costa è sabbiosa e le acque sono basse ma le correnti sono insidiosissime: ovunque cartelli che scoraggiano dall'imprudenza, e vietano a chiare lettere di fare il bagno
A me, naturalmente, viene l'ansia: quella disgraziata che corre come una furia verso il mare, quell'altro che invece di sgridarla la fotografa, io che ho la stessa libertà di movimenti di uno sherpa, con scarpe della figlia in una mano e attrezzatura del marito dall'altra...insomma, riusciamo a fare una litigata solenne pure là in cima, pure coronata da quello che per gli indigeni è un acquazzone estivo e che a noi sembra un concentrato di tutti i peggiori tifoni del secolo. Per fortuna dura poco, e alla fine si alza pure un po' di sole..
Torniamo a Skagen, perché voglio vedere il museo, dove sono raccolti i principali capolavori della cosiddetta "scuola di Skagen", nata sul finire del XIX secolo, su iniziativa di un gruppo di artisti danesi che, seguendo le orme degli impressionisti decise di importare nella loro terra questo nuovo modo di dipingere, individuando come luogo di principale ispirazione proprio Skagen, grazie alla luce tutta speciale che la avvolge tuttora. All'epoca, però, Skagen era un piccolo borgo di pescatori che non aveva nulla di fiabesco o di romantico, anzi: questa era gente che lottava ogni giorno con la morte e la cui sopravvivenza era conquistata, giorno per giorno, ora per ora, nella lotta contro il freddo, la fame, i pericoli del mare, la miseria e le malattie.
A contatto con i piccoli e grandi drammi della quotidianità dei pescatori, gli artisti non riuscirono a restare impassibili: alcuni di loro si trasferirono addirittura qui, per meglio condividere la fatica di questa gente e tutti, senza eccezione, li descrissero nei loro quadri che, se si avvicinano agli impressionisti nella tecnica sono immensamente più emozionanti. Si trattiene il fiato davanti alle barche che resistono ai marosi delle tempeste, si trepida con le mogli sulla spiaggia, si ammicca alle ragazze che spettegolano dietro alle dune, si piange ai funerali delle tante vittime del mare. Esco commossa - e lo resto per molto tempo ancora, mentre l'auto sfreccia via, fra il verde degli abeti e il rosa antico dell'erica
A contatto con i piccoli e grandi drammi della quotidianità dei pescatori, gli artisti non riuscirono a restare impassibili: alcuni di loro si trasferirono addirittura qui, per meglio condividere la fatica di questa gente e tutti, senza eccezione, li descrissero nei loro quadri che, se si avvicinano agli impressionisti nella tecnica sono immensamente più emozionanti. Si trattiene il fiato davanti alle barche che resistono ai marosi delle tempeste, si trepida con le mogli sulla spiaggia, si ammicca alle ragazze che spettegolano dietro alle dune, si piange ai funerali delle tante vittime del mare. Esco commossa - e lo resto per molto tempo ancora, mentre l'auto sfreccia via, fra il verde degli abeti e il rosa antico dell'erica
La Chiesa Sepolta è un'altra delle testimonianze della dura vita di questo popolo, costretto a lottare ora contro le insidie di un mare ostile, ora contro l'avanzare inesorabile delle dune
Qui, una volta, c'era una chiesa: intera, intendo, con tanto di navate, altare, abside e tutto. Poi, la sabbia delle dune a poco a poco iniziò a coprirne le fondamenta, costringendo i fedeli ad un paziente ma frustrante lavoro di scavo, per poter assistere alle funzioni: alla fine, ci rinunciarono e abbandonarono il luogo e la chiesa al loro destino. Le dune avanzarno, secondo copione, ed anche se oggi il corpo centrale è stato rimosso e le dune, soprattutto, si sono tenute a bada piantando intere piantagioni di alberi, il campanile è rimasto, a ricordare la precarietà della vita di un tempo. Va da sè che oggi sia diventato una delle mete preferite dai turisti ed una delle "cartoline" più note della Danimarca, ma, secondo me, il fascino resta. Secondo mio marito, ovviamente no ed anzi, è un emerito pacco, dice convinto, iniziando la dimostrazione , misure alla mano, di come la sabbia non sia poi salita così in alto. A suo dire, può essere arrivata, approssimativamente, a 51, 3 millimetri, ma prima che prosegua con altre misure, stacco il gruppo, attirata da queste cose qua...
Le riconoscete? Sono le bacche polari,* quelle della marmellata dell'Ikea!!!! Vengo trascinata via proprio mentre sto per raccoglierle a man bassa, già pregustando conserve che portino con loro il sapore dell'estate. Ma siccome in casa mia nessuno comprende il mio genio culinario, mi rassegno a riprendere il viaggio, a mani vuote. Ma quello che mi aspetta, dietro l'angolo, mi fa dimenticare qualunque cosa...
Il deserto? direte voi...Il deserto, dico io- e che deserto...Chilometri e chilometri di dune di sabbia, le uniche su cui non si sia mai fatto nessun intervento di contenimento e che, infatti, si muovono, e pure alla velocità impressionante di 15 metri l'anno. Trattandosi di dune, si scalano facilmente, anche se, ancora una volta, si deve lottare contro il vento. Tuttavia, c'è chi sta peggio di noi...
Saliamo e scendiamo senza posa, resistendo alla tentazione di rotolarci lungo i pendii delle colline, timorosi del vento e del freddo: ci basta arrivare di volta in volta sulla cima delle montagnole e fermarci a guardare tutto intorno...
E' solo quando stiamo per riprendere il viaggio che ci accorgiamo che qualcosa non va: siamo pieni di sabbia ovunque e continueremo per giorni a levarcela d dosso, nonosntante docce bollenti e strofinate energiche: questo è comunque il contenuto delle mie scarpe, al decimo scatto di fila...
Ridendo e scherzando- e litigando e arrancando- si son fatte le tre: il tabellino di marcia è andato da tempo a farsi benedire, ma il nostro stomaco reclama comunque un po' di cibo. In zona non c'è nulla- e le cose da vedere, purtroppo, son finite. Non ci resta che iniziare la discesa, verso un sud che per noi è un de ja vu, lontano dal fascino rude, selvaggio e travolgente di questi luoghi, da cui ci allontaniamo silenziosi e malinconici. Ma un pezzo del nostro cuore è rimasto qui, nella sabbia dorata delle dune, nell'impeto del vento, nel grigio mugghiare del mare: e prima o poi, torneremo a riprendercelo
Alla prossima
Alessandra
Alessandra
* errorone!!!!1 leggere il commento di Rossa di Sera...
Certo che nei racconti di viaggio sei insuperabile! Potrei perdermi qualche ricetta ma questi racconti assolutamente no! Ho viaggiato con voi...
RispondiEliminaOrnella
Come sempre grazie per averci accompagnato in questo altro viaggio nel viaggio. Molto belle le foto. A parte la marmellata dell'Ikea il resto era del tutto nuovo :-P Grenen mi ha fatto ricordare una lingua di sabbia di fronte le coste turche a Rodi che divide in alcuni momenti della giornata il Mar Egeo dal Mar Mediterraneo. Paesaggi ed atmosfere ovviamente diverse...per conformazioni geografiche simili. Grazie e grazie ancora :-)
RispondiEliminaAle???Che vestito bianco e che bionda sei diventata!!!!il profondo Nord ti fa degli effetti strani.............
RispondiEliminaFoto superlative e racconto assolutamente fantastico (scusa è passato un po' di tempo..... ma tutte le sere prendevi nota?) sembra di essere li con voi e di sentire il ventone e la sabbia entrare dappertutto..........
aspetto altra puntata.
Grazie sempre
diana
Concordo con Ornella, mi pare di esserci stata anche io in Danimarca grazie al tuo racconto, litigate comprese!
RispondiEliminaMi sfugge la marmellata dell'IKEA? Ma che e'??? Io non sono mai stata all'IKEA, mi sa che dovro' rimediare, se non per l'arredo (che' tanto non ci sta piu' niente nei miei 20 mq), almeno per la marmellata!!
Hai visto che biondazza??? porella, non avrei volut essere nei suoi (scarsi) panni. Comunque, le modelle danesi sono tutte "sul forte", per capirci: una consolazione anche lì.
RispondiEliminaTengo un diario di viaggio, ma qui vado a mente, perché mi ricordo ancora tutto- e questa parte credo che sarà difficile dimenticarla. Anticipo subito che per provare emozioni del genere abbiamo dovuto aspettare il penultimo giorno, con l'isola di Mon, altrimenti, tutto abbastanza "piatto".
Sarah, la mitica marmellata di bacche polari!! la trovi vicino alla composta di ribes rosso...;-)
Mario, ho chiesto alla mia segretaria, "mediterranean addicted" della lingua di Rodi, ma questa le manca- e difatti stava già dicendo che dovrà tornare per un ripasso...
di sicuro, il clima è diverso
Ornella, davvero? Pensa che vado sempre a rilento, perché penso che non interessino a nessuno. Se mi dici cheè così, domani ne scrivo subito un altro: al momento, viaggi all'orizzonte non ce ne sono, però non vorrei che mi succedesse come conla sicilia e la galizia, che sono rimasti incompleti, incalzati dalle ricette...
buona giornata a tutti
ale
semplicemente meravigliosa...
RispondiEliminaMi sembra di sentire la salsedine sulle labbra ed il vento fra i capelli.....anzi: la salsedine fra i capelli e il vento sulle labbra....no, no: la sabbia negli occhi e i bernoccoli sulla testa.....
RispondiEliminaDai, che scherzo, dovresti conoscermi ormai....
Magnifico reportage "emozionale" (e adesso non sto scherzando)
Ciao
Licia
E' sempre un piacere leggerti carissima... che posti meravigliosi! Chissà che buon profumo di mare... Bacione!
RispondiEliminama che meravigliaaaaaaaaa! grazie! per le foto (davvero significative) e ovviamente, al solito, per il racconto. Grande. Un consiglio: raccogli tutto e pubblica!
RispondiEliminap
sto rivivendo il viaggio in danimarca fatto 4 anni con il mio compagno, l'ultimo prima dei diventare mamma e papà; più o meno lo stesso itinerario, anche se non ci siamo stati in agosto, una luce pazzesca, emozioni bellissime. grazie per i tuoi racconti, tra l'altro veramente spassosi, grazie a tutte e due per le ricette, non le eseguo mai ma sono uno spettacolo.
RispondiEliminamimma
Ale, mi fai impazzire con questo magnifico reportage!.. Che belle foto, che emozioni, vive e colorate, che posti!..
RispondiEliminaPosso fare una piccola correzione?.. Quelle bacche che hai visto , non sono quelle polari, è un'altro tipo, sempre commestibile però. Pieni di vitamine e di sapore, si usano per le marmellate, si surgelano e con esse si prepara del tè! Non so però come si chiamano in italiano, il dizionario dice che sono ippofae, invece in inglese è sea-buckthorn
Ce l'ho un pò di quella roba surgelata, se ci vediamo, te le porterò!
Le bacche polari invece sono queste cloudberry http://mgfoms.ucoz.ru/_pu/5/s35648.jpg
UN bacione grande, aspetto il seguito!
Licia: prrrrrr ;-)
RispondiEliminama quand'è che ci vediamo un po', io e te???? mi dà l'idea che ne uscirebbero delle belle cose ;-)
ciao ross, bentornata
paola: un'altra che consiglia di scirvere un libro, toh... è che forse non sai che nella vita faccio tutt'altro e questo tutt'altro mi prosciuga le energie...tipo oggi, per esempio ;-)
meno male che ho una buona "spalla" su cui fare affidamento...
mimma, grazie a te. E che ne diresti di portarci i bambini? l'ho trovata così adatta a loro che ho continuato a rimpiangere di non averci portato prima mia figlia...altro che nothing to see...
giulia, porca miseria, mi tocca dar ragione a mio marito che continuava a dire che non erano quelle lì...Tu ci vieni al nord? Qui in liguria c'è poco, ma ad Alba c'è il tartufo, a Canelli le cantine, in tutto il basso piemonte iniziano le vendemmie... cosa ne dici? ( solo per avere le bacche, sia chiaro ;-)
un bacione a tutti
ale
C'è stato un periodo della mia vita, probabilmente influenzato dalle immagini cinematografiche, in cui sognavo spesso di rotolare lungo le dune di sabbia finissima .....
RispondiEliminaRacconti ed immagini da sogno!
Ciao
Ok, Ale!!!!
RispondiEliminaPotremmo fare una joint venture.
Tu: cucini, fotografi, racconti......e svolgi tutte le altre attività creative annesse e connesse.
Io: assaggio, ammiro, leggo..... e ti osservo mentre svolgi tutte le altre attività creative annesse e connesse, inchinandomi con deferenza davanti a cotanta bravura.
Se po' ffa o nun se po' ffa????
Baci
Licia
....secondo me, ridiamo solo. dall'inzio alla fine. Quindi, se po' ffa....
RispondiEliminaciao
ale