di Alessandra
Ve lo ricordate il Tesoretto? No, non quello di ser Brunetto. Quello di Tremonti, avete presente? Che doveva essere il rimedio di tutti i mali e poi, sul più bello, era sparito?
Bene, l'ho ritrovato io. In monetine da 1, 2, 5 centesimi, tutti ammucchiati sul cruscotto della micra dalle solerte mani del benzinaio. Assieme a
1. un tubetto di burro di cacao, marca labello
2. una stecca di occhiali rossi da vista, marca ryban
3. un gambaletto color castoro, marca sìsì
4. un pennarello verde, scoppiato
5. un carnet di biglietti dell'autobus scaduti ( non timbrati, intendo: scaduti proprio- ora se ne usano degli altri)
6. un pennello per trucco
7. oltre a : tre forcine per i capelli, due elastici, di cui uno rotto e riannodato, un biglietto da visita di non so chi, con dietro tre numeri di telefono di non so chi, una matita ikea e, per finire, un mars, intonso.
Due note, per finire
a. ovviamente, è diluviato: fra il tiepido sole del martedì e quello del giovedì, mercoledì siamo improvvisamente regrediti a due mesi fa, con la piccola differenza che, stavolta, abbiamo affrontato fulimini e saette con gli impermeabili sottili "perchè tanto ormai l'inverno è finito"- e senza gli ombrelli rotti del bagagliaio
b. ho speso un fottìo. Mio padre non legge il blog, ma non si sa mai e quindi la cifra esatta non la saprete mai, ma voi immaginate l'equivalente di una ventina di colazioni (in pasticceria) o di un abbonamento annuale a una rivista di cucina (inserti compresi) o una seduta trucco & parrucco, nel salone più sciccoso della città (quello con Vanity Fair al posto di Novella 2000, per intenderci). Sono uscita che mi tremavano le gambe.Tanto che mi son chiesta se davvero ne era valsa la pena: avevo la macchina pulita, ma avevo perso due ore di lavoro; avevo il bagagliaio vuoto, ma ero bagnata fradicia; avevo trovato un tesoretto, ma avevo buttato via il decuplo dell'equivalente...
Meno male che c'era il mars.
E non chiedetemi dove ho buttato la carta...
a. ovviamente, è diluviato: fra il tiepido sole del martedì e quello del giovedì, mercoledì siamo improvvisamente regrediti a due mesi fa, con la piccola differenza che, stavolta, abbiamo affrontato fulimini e saette con gli impermeabili sottili "perchè tanto ormai l'inverno è finito"- e senza gli ombrelli rotti del bagagliaio
b. ho speso un fottìo. Mio padre non legge il blog, ma non si sa mai e quindi la cifra esatta non la saprete mai, ma voi immaginate l'equivalente di una ventina di colazioni (in pasticceria) o di un abbonamento annuale a una rivista di cucina (inserti compresi) o una seduta trucco & parrucco, nel salone più sciccoso della città (quello con Vanity Fair al posto di Novella 2000, per intenderci). Sono uscita che mi tremavano le gambe.Tanto che mi son chiesta se davvero ne era valsa la pena: avevo la macchina pulita, ma avevo perso due ore di lavoro; avevo il bagagliaio vuoto, ma ero bagnata fradicia; avevo trovato un tesoretto, ma avevo buttato via il decuplo dell'equivalente...
Meno male che c'era il mars.
E non chiedetemi dove ho buttato la carta...
FOGLIE D'ULIVO IN SALSA DI PINOLI
Prima che mi pensiate competamente ammattita, le "foglie d'ulivo" in Liguria sono una pasta secca a base di spinaci: non si trovano proprio dappertutto- quelle della foto vengono da un frantoio di Bordighera- ma quando capita bisogna farne incetta, perchè, oltre ad essere buone, ammaliano i commensali.
La "morte loro" sono le tre classiche salse della tradizione genovese/ligure, vale a dire il pesto, la salsa di noci e la salsa di pinoli, come abbiamo avuto modo di ripassare (teoria, laboratorio e prova pratica: il massimo) sabato sera, grazie a Voiello e a Roberto Panizza.
Quelli in foto, che risalgono a qualche giorno prima dell'incontro, sono conditi con una salsa di pinoli assai meno raffinata di quella che ci è stato servito l'altra sera, perchè più grassa . La base, cioè, è diluita con olio e con una piccola aggiunta di panna, secondo la ricetta di casa mia. Panizza, invece, ha proposto la versione magra,solo con pochissimo olio.
Non vorrei sbagliare, ma nella ricetta originale dovrebbe esserci anche un cucchiaio di prescinseua, per dare ulteriore cremosità alla salsa
E ora che avete visto che le cose le so, vi metto la ricetta di casa mia, che rispetta la tradizione nello stesso identico modo di tutte le ricette di tradizione: ogni famiglia ha la sua e guai se si cambia.
Neanche a dirlo, le dosi non esistono: si parte da una base collaudata, e poi si assaggia e si aggiunge, a seconda dei gusti
Comunque, gli ingredienti indispensabili sono
pinoli (almeno 100 g)
mollica di pane ( un panino raffermo senza crosta)
latte (per ammollare il pane)
aglio (mezzo spicchio senz'anima, però mettetecelo, perchè ci va)
olio (solo ed esclusivamente EVO, meglio se delle nostre parti- comunque leggero)
sale
un po' di panna
Naturalmente, si fa tutto nel mortaio (...è il battutone del venerdì mattina...)
Ammollare la mollica nel latte.
Frullare i pinoli con l'aglio e il sale, aggiungere il pane ben strizzato e frullare di nuovo. Mettere il composto in una terrina e allungarlo con dell'olio, fatto scendere a filo: c'è chi ne mette di meno, chi ne mette di più: si va da un cucchiaio (per me troppo poco) a mezzo bicchiere (una follia): aggiungetelo poco per volta, incorporandolo delicatamente e quando arrivate ad una cremosità soddisfacente, fermatevi lì. In ultimo, aggiungete un cucchiaio di panna. Aggiustate di sale e conditeci la pasta. nello stesso modo in cui si condisce con il pesto: Prima si mettono due cucchiaiate di salsa sul fondo del piatto di portata, le si diluisce con due mestolini d'acqua della pasta e poi si procede con il condimento. Tutti gli altri metodi, son bufale
Buon Appetito
Alessandra
La "morte loro" sono le tre classiche salse della tradizione genovese/ligure, vale a dire il pesto, la salsa di noci e la salsa di pinoli, come abbiamo avuto modo di ripassare (teoria, laboratorio e prova pratica: il massimo) sabato sera, grazie a Voiello e a Roberto Panizza.
Quelli in foto, che risalgono a qualche giorno prima dell'incontro, sono conditi con una salsa di pinoli assai meno raffinata di quella che ci è stato servito l'altra sera, perchè più grassa . La base, cioè, è diluita con olio e con una piccola aggiunta di panna, secondo la ricetta di casa mia. Panizza, invece, ha proposto la versione magra,solo con pochissimo olio.
Non vorrei sbagliare, ma nella ricetta originale dovrebbe esserci anche un cucchiaio di prescinseua, per dare ulteriore cremosità alla salsa
E ora che avete visto che le cose le so, vi metto la ricetta di casa mia, che rispetta la tradizione nello stesso identico modo di tutte le ricette di tradizione: ogni famiglia ha la sua e guai se si cambia.
Neanche a dirlo, le dosi non esistono: si parte da una base collaudata, e poi si assaggia e si aggiunge, a seconda dei gusti
Comunque, gli ingredienti indispensabili sono
pinoli (almeno 100 g)
mollica di pane ( un panino raffermo senza crosta)
latte (per ammollare il pane)
aglio (mezzo spicchio senz'anima, però mettetecelo, perchè ci va)
olio (solo ed esclusivamente EVO, meglio se delle nostre parti- comunque leggero)
sale
un po' di panna
Naturalmente, si fa tutto nel mortaio (...è il battutone del venerdì mattina...)
Ammollare la mollica nel latte.
Frullare i pinoli con l'aglio e il sale, aggiungere il pane ben strizzato e frullare di nuovo. Mettere il composto in una terrina e allungarlo con dell'olio, fatto scendere a filo: c'è chi ne mette di meno, chi ne mette di più: si va da un cucchiaio (per me troppo poco) a mezzo bicchiere (una follia): aggiungetelo poco per volta, incorporandolo delicatamente e quando arrivate ad una cremosità soddisfacente, fermatevi lì. In ultimo, aggiungete un cucchiaio di panna. Aggiustate di sale e conditeci la pasta. nello stesso modo in cui si condisce con il pesto: Prima si mettono due cucchiaiate di salsa sul fondo del piatto di portata, le si diluisce con due mestolini d'acqua della pasta e poi si procede con il condimento. Tutti gli altri metodi, son bufale
Buon Appetito
Alessandra
eccola!sai che l'aspettavo..la prescinseua...e dove la trovo per te?
RispondiEliminaQuanto al tuo tesoretto...ma dai non ti pensavo donna da gambaletto castoro:O!
urca... chissà che pulita spaziale, mi sà che nel salone di bellezza ci è andata la macchinina ma ogni tanto ci vuole :-)))) che delizia di pasta non la conoscevo e i tre sughi a cui l'hai abbinata... meravigliosi! baci Ely
RispondiEliminameravigliosa!!!!
RispondiEliminanon sai da quanto vogliamo provare questo formato di pasta! è troppo bello!
RispondiEliminaci paice moltissimo la crema semplcie che hai preparato per condirla...perfetta!
bacioni
mmm...ma che bontà...cose di lusso!!! complimenti...baci Luciana
RispondiEliminaSto sbattendo la testa contro il tavolo.
RispondiEliminaA Bordighera avevo ben visto le foglie di ulivo, ero stata tentata di comprarle ma alla fine non ne avevo fatto nulla, preferendo fare incetta di olive taggiasche.
Non mi sono pentita di avere acquistato le olive, ovvio, però il mancato acquisto delle foglie di ulivo mi sta torturando.
Passando ad altro, mi sono chiesta per un attimo se il gambaletto castoro fosse mio, ma ho capito che così non poteva essere perché 1) non sono mai salita sulla tua macchina e 2) io non uso la marca Sisi. :-D
Dove hai detto che hai buttato la carta del Mars? :-DDDD
Ale, sarò matta da ricovero, ma giuro di aver pensato "amvedi, questa signora sa anche cosa si può fare con le foglie di ulivo!".. Vedi come ti prendo in parola e come mi fido di te?.. Anche se mi dicessi di aver cucinato i sassi dalla spiaggia, lo farei!..
RispondiEliminaOra devo mantenere il mio domicilio in segreto, sennò tra un pò qualcuno manda un'ambulanza...
Un bacione, carissima!
ma com'è il castoro di preciso? Ti auguro che il mars non fosse del periodo dei biglietti! ;)
RispondiEliminaQueste foglie d'ulivo sono uno schianto!
sto lacrimando dal ridere!!! il pennarello scoppiato e il mars intonso.... vada per il tesoretto disperso, ma questo post vale la pena leggerlo!!
RispondiEliminaanch'io non mi vergogno di aver pensato che fossero DAVVERO foglie d'ulivo... la mia mente è subito andata alle foglie di vite ripiene, che cretina!
RispondiEliminadubito di poter trovare questa pasta a milano... la si potrebbe fare in casa, tipo le orecchiette?
grazie e bravissima!
c.
Sticazz... glielo hai detto che eri andata là per farti pulire l'auto e non il portafoglio?
RispondiEliminaLe foglie d'ulivo mi fanno ammattire, non riesco più a trovarle... :-/
Ahahah iana stavo per dire la stessa cosa sul Mars :-D
@ Genny: a scanso di equivoci pericolosissimi, lesivi della mia immaggggine, il gambaletto era della creatura. Io, di gambaletti, porto solo le calze a rete... mai una volta che siano rimaste al loro posto!!!
RispondiElimina@ Ely, quando ce vo'...
@ Fabiana:vero?
@ Manuela&Silvia: per noi, la salsa di pinoli non è una cosa strana: ma è veramente buona. Se vi capita di provarla, fatelo. Ne vale la pena
@ Mapi, proverbio gennarese: se non vuoi avere rimpianti nella vita, compra.
Sul mars, mi taccio :-)
@ giulia: semmai dovesse arrivarti un'ambulanza, è la volta che ci conosciamo. Chissà com'è la mensa del manicomio???? :-D
RispondiElimina@ iana, il mars è come il vino ...:-)
@ pinguil: si vede che sei nuova... intendo dire, che questo post non è niente di che, in confronto ad alcuni altri DOVE LE MIE SEDICENTI AMICHE HANNO SGHIGNAZZATO VERGOGNOSAMENTE, incuranti delle mie disgrazie!!! se vuoi unirti al coro, sei la benvenuta!
@ cristina, penso di sì, temo di no. Ma da genova a milano, non c'è mica tanto, no? e magari, te le condisci con un pesto come si deve...:-)
@ Muscaria, queste vengono da Bordighera, ma le ho viste in un supermercato qualche tempo fa. mi faccio venire in mente quale e te lo dico
La similitudine mars/biglietti AMT non regge: col primo, nessuna lavanda gastrica: con gli altri, mi sarei presa una multa da paura...
buona notte
ale
Troppo divertente,cara Ale hai un umorismo veramente speciale. Torno a casa e mi fiondo al computer per rilassarmi un po' e con te trovo pane per i miei denti....
RispondiEliminaLa salsa verrà provata senz'altro.
Bacioni
Non ho pensato, nemmeno per un attimo, che il gambaletto potesse essere tuo. In merito agli altri "elementi" del tesoretto, imvece, non ho avuto dubbio alcuno!!!!!! Del resto, per moltissime donne (me compresa) l'auto è meno (anzi molto meno) di uno status symbol, ma molto (molto, molto) più di un mezzo di trasporto. Può essere: dispensa, guardaroba di fortuna, discarica abusiva, mini libreria e tantissime altre cose ancora.
RispondiEliminaLa mia gloriosa auto, in questo momento, oltre al consueto "tesoretto" (del quale non sarei in grado di fornire un'esatta descrizione) sta temporaneamente ospitando n. 4 sacchi (capienza 80 litri cadauno) di stallatico. Si, proprio la cacca di cavallo!!!!! Oggi, se non nevica, farò un po' di giardinaggio!!!!!
Le foglie d'ulivo???? Squisite!!!!! Le ho mangiate in Umbria, ma con un altro condimento.
Mi toccherà provare anche questa versione!!!!
Un abbraccio
Licia
@Gabriella, grazie! ora non lo dico più, ma per anni ho sostenuto che, l'alternativa a prenderla in rdere, era buttarsi giù dal ponte monumentale...
RispondiElimina@ Licia, ma se non fosse per le risorse del genere femminile, credi che il genere maschile potrebbe godere di una stanza riservata AL LORO studio, di un ripiano del bagno non invaso da trucchi et similia???
(ciò detto, lo sterco di cavallo mi ha messo ko, prima ancora di accettare un passaggio da te: mai arrivata a questi punti. Ora so quale sarà la mia ragione di vita, questa primavera :-))))
buona giornata
ale
oggi ho fatto un giretto alla rinascente, zona food, e cosa ti vedo che mi fa l'occhiolino da uno scaffale? ma le foglie d'ulivo di un frantoio di oneglia!! mio marito non ha capito bene perché le volessi comprare a ogni costo, ma è stato così carino da non infierire sull'aspetto prezzo...
RispondiElimina