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giovedì 21 giugno 2012

Terrina di pomodori "alla caprese" su pesto di basilico e la II parte dell'Infiorata di Monterosso

Di Daniela

infiorata6

Parte numero due delle meraviglie create come un tappeto per le strade di Monterosso (5Terre) per la festa del Corpus Domini di cui vi ho parlato lunedì...
La realizzazione e anche solo la progettazione dei disegni, delle loro proporzioni, dell'uso dei colori e dei materiali diversi impegna moltissimo tempo... è un progetto che, come dire, parte da lontano e rende appieno il senso di gioia e di speranza che anima questa festa così come i suoi realizzatori e partecipanti

infiorata5

La colomba, simbolo universale di pace, troneggia avvolta in un rosso fiammeggiante, al centro della via più devastata dall'alluvione di ottobre, e anche una delle laudi più belle di sempre, il Cantico delle creature, trova il suo spazio

infiorata Corpus Domini

giovedì 31 maggio 2012

La torta con i peperoni e le centinaia di foto.....

di Daniela


I lavori in sede di giudizio finale per l'MTC procedono a spron battuto: le ricette sono superbe, e foto sempre più belle, decidere un delirio.
A lato di ciò sto preparando un fotolibro con tutte le foto che ho scattato ai lavori che gli studenti della scuola media frequentata dalla Microba hanno creato nelle ore di Arte e che una loro insegnante meravigliosa  ha raccolto e organizzato in una mostra, scegliendo un'opera per allievo, una personale rielaborazione di quadri di  Cézanne . Vuol dire 99 quadri da sistemare, presentare, mettere in ordine in modo da farli risaltare e perchè no, studiare per il piacere di tentar di capire la personalità di chi lo ha disegnato. E' un lavoro bellissimo, che mi piace da pazzi, che mi tiene in contatto con ragazzi giovanissimi, di grande sensibilità e molto impegnati negli studi (la grande maggioranza di loro studia uno strumento al conservatorio).

gaia
In più oggi stiamo cercando di rispondere, sempre con Microba che sta preparandosi per le ultime interrogazioni a scuola e per l'esame di violoncello al suddetto conservatorio, agli inquietanti interrogativi che  attanagliano la sua giovane mente. Il tono è il seguente : Barbarossa, chi era costui? e soprattutto è per uno stupido colore di barba che è passato alla storia con questo appellativo? Ma come imperatore di qui, re di là difensore di su e di giù e per l'eternità sarà noto come quello dalla peluria in faccia ROSSA?  E com'è questa storia del Carroccio? che c'entra Bossi con il Barbarossa? Perchè Bossi ha a che fare con il carroccio vero?
Insomma la testa mi esplode tra centinaia di foto da guardare e dubbi da chiarire, come avete letto, di non lieve entità! Chiedo venia quindi se passo direttamente a presentarvi la ricetta di oggi, che mi ha consolato almeno in parte di tutta questa mole di lavoro... Incidentalmente le foto potevano renderle maggior giustizia... e ah, stavo dimenticando, ho pure fuso il forno :-( !!

Torta con peperoni 

testa peperoni
Ingredienti per 6/8 persone (antipasto)
Per il ripieno
1 peperone giallo (grande)
1 peperone rosso (grande)
200 gr bocconcini di mozzarella di bufala o l'equivalente di fior di latte
70 gr di mollica di pane
30 gr pistacchi
20 gr pinoli
2 rametti di maggiorana
1 mazzetto di basilico
1 arancia non trattata
1/2 spicchio di aglio
olio evo
sale

Per la sfoglia
400 gr di farina 
200 ml di acqua
50 gr olio extra vergine

torta peperoni

Preparate subito la pasta con la farina , l'acqua, il sale e l'olio evo. Lavoratela fino ad ottenere una pasta morbida ma sostenuta e lasciatela riposare mentre preparate gli altri ingredienti.. In alternativa potreste usare secondo la ricetta originale , un foglio di pasta sfoglia.
Fate scottare in forno i peperoni (qui trovate come faccio io) , spellateli, privateli di semi e parti bianche interne e tagliateli a strisce.
Affettate la mozzarella e lasciatela sgocciolare.
Tritate insieme i pistacchi, i pinoli e la mollica di pane. Fate poi tostare l'insieme ottenuto in un padellino antiaderente con un filo di olio, l'aglio e le foglioline di maggiorana tritati e un quarto di scorza di arancia grattugiata.
Riprendete la pasta,  tiratela piuttosto sottile e foderate una tortiera di 20/22 cm di diametro, bucherellate il fondo e cospargetelo con il trito di pane ed aromi. Coprite il tutto con file alternate di peperoni e mozzarella e cuocete nella parte bassa del forno a 200°C per circa 35/40 minuti, a seconda del vostro forno.
Frullate il basilico con 4 cucchiai di olio e un pizzico di sale e spennellate la torta.
E' davvero deliziosa, si conserva bene in frigo per qualche giorno ed è saporita e profumata e, come piace a me, molto colorata.
Buona giornata a tutti
Dani

lunedì 26 marzo 2012

Dell'Arte del Liutaio e di spaghetti ai calamaretti ...

Di Daniela


violoncelloSabato pomeriggio ho passato un paio d'ore diverse dal solito insieme ad altre due generazioni della mia famiglia: mia madre e mia figlia piccola. Siamo state tutte e tre trascinate, insieme ad una nutrita platea di giovani musicisti attentissimi, qualche altrettanto interessato genitore e due insegnanti di musica, nel mondo splendido  della liuteria.
E' stato un viaggio interessantissimo, organizzato  dal Conservatorio N. Paganini, durante il quale il nostro ospite, il Liutaio milanese Delfi Merlo, ci ha trascinato, per mezzo della sua passione ed esperienza, in un mondo fatto di precisione, di delicatezza, di conoscenza, di legni, essenze particolari, vernici, intagli e suoni, ma soprattutto di grandissimo amore per un mestiere così antico e tanto celebrato.
Liuteria | Violini | Milano
Il laboratorio del Maestro  Delfi Merlo a Mi : foto Ingrid Berniga Dotras
Chi al mondo non ha mai sentito parlare di un violino Stradivari, tanto per citare solo il più noto? Perfino l'incredibile Sherlock Holms cede al fascino di uno strumento tanto perfetto!
Il Maestro Delfi Merlo, dopo un breve excursus sulla sua storia di Liutaio, si è presentato ai suoi ascoltatori con qualche titolo, a garanzia della sua professionalità e competenza, specificando che non si ritiene un'artista, ma che il suo è solo artigianato di eccellenza. Giudicate voi! Noi abbiamo saputo, tra l'altro, che lui si occupa degli strumenti storici di grandi Conservatori (Milano e Torino) di Musei (Museo degli strumenti musicali presso il Castello Sforzesco) e che ha restaurato alcuni contrabbassi di proprietà della Scala di Milano.  Non male vero?
Il nostro appassionato liutaio, restauratore e creatore di violini, viole e violoncelli, ci ha mostrato alcune fasi della lavorazione, partendo dalla scelta dei legni (abete rosso della val di Fiemme e acero dei Balcani i suoi preferiti),  riveladoci i segreti della loro leggerezza e resistenza, che consente di utilizzarli in spessori che li aiutano a caricarsi di armonici, come pur della cura che si ha per evitare che i boschi da cui si ottengono questi preziosi alberi subiscano dissennate razzie; del modo migliore per tagliare i tronchi  che devono avere almeno un diametro di 70 cm, allo scopo di ottenere tavole adatte alla costruzione di strumenti musicali e della precisione e della delicatezza del taglio e dell'incollaggio.

strumenti

giovedì 8 marzo 2012

Il Pesto!!!!

A Genova, tutte le famiglie o quasi possiedono un mortaio di marmo, con regolare pestello, di legno.
Il punto è che non sanno più dove l'han messo...


trenette1

Ok, lo so: è un'aberrazione. Un delitto. Una roba da far rivoltare i nostri avi nella tomba, un vil rifiuto delle nostre radici perchè che il basilico, con le lame, diventi nero, è cosa che sappiamo fin da piccoli, assieme ad altri dogmi indiscutibili, come che i Genovesi son Genoani (tiè tiè) e se son tre gocce, prendi l'ombrello, ma se son quattro, è meglio starsene in casa. Però, il pesto col mortaio non lo fa più nessuno. I più solerti, usano la mezzaluna; i più moderni, il frullatore; i più sedotti dalla contemporaneità, il bimby o derivati: ma, in tutti i casi, è il fatal colpo della lama, quello che sminuzza il nostro basilico, fino a trasformarlo in una delle salse più famose del mondo e, ci si perdoni il campanilismo del tifo, la migliore di tutte. 

Partiamo dai fondamentali. Per noi, non esiste altro pesto che il nostro. O meglio: esiste il "pesto alla trapanese"- e ci piace pure; il pesto alla calabrese; il pesto alla siciliana. Ma quando si parla del "pesto", non aggiungeteci "alla genovese", per favore, perchè non ce n'è bisogno. Il pesto è uno- ed è solo quello che si fa qui. Prendetemi alla lettera, in questo caso, perchè mai come in questo caso il km 0 detta legge: perchè è il basilico, l'ingrediente che fa la differenza.
pesto

Noi lo raccogliamo ancora in fasce, appena spuntano le foglioline, alla faccia del resto del mondo che ci taccia di avarizia- e poi le contiamo ad una ad una, trenta foglie, uno spicchio d'aglio- e guai a far trentuno, alla faccia del resto del mondo etc etc. 
Le dosi son codificate, ma come sempre, famiglia che vai, segreto che trovi e quindi eccovi quelli di casa nostra: 

pesto

1. senza aglio, non è pesto. Potete ridurne la dose, potete anche ricorrere al vecchio trucco di passare uno spicchio sulle pareti della ciotola dove preparate la salsa, solo per lasciare il profumo e non il sapore, ma l'aglio ci va. Poi, se non vi piace, toglietelo: ma allora parlate di salsa al basilico. Perchè il pesto vuole l'aglio- e pure ad abundantiam
pesto

2. noi non laveremmo il basilico. Prendete il condizionale e dilatatelo il piu possibile, perchè, per esempio, il pesto che vedete nella foto è il prodotto di tre mazzi mondati in fretta e furia fra le otto e le otto e dieci di ieri sera e passati sotto l'equivalente di una doccia scozzese, che la creatura moriva di fame. Però, da piccola, mi ricordo tavoli di cucina col ripiano di marmo, strofinacci inumiditi (che da noi si chiamano picaggette) e montagnette di foglie di basilico, di qui quelle sporche, di lì quelle "nette", pronte per essere trasformate in pesto. Oggi è cambiato tutto e per quanto il getto d'acqua non sia un toccasana per queste foglioline, è meglio lavarle.

pesto

3. il formaggio:  non può certo mancare una generosa spolverata di formaggio! La scelta ricade su due super classici: il parmigiano o il grana e il pecorino. Sono indispensabili entrambi e devono essere di ottima qualità per dare al nostro pesto la giusta consistenza e il sapore dolce e sapido.

4. olio: rigorosamente extravergine, rigorosamente delle nostre parti. Però mia nonna, che era una dall'apertura mentale sconfinata, che se solo abitavi nel quartiere  limitrofo dovevi presentarle l'albero genealogico e se non c'era almeno un parente in comune con noi non ti rivolgeva la parola per un anno, e lo stesso valeva per tutti i prodotti che non fossero a centimetro zero, ci metteva un pochino di burro. Alla fine, proprio una mezza noce. Io non lo faccio, perchè, a differenza sua, abbondo con i pinoli e quindi "addolcisco" così: ma è un trucco antico, che ho constatato essere diffuso da più parti e vi assicuro che funziona. 

5. infine, la madre di tutti i consigli: GUAI a voi se lo cuocete. Mal ve ne incolga. Direttamente nella fiammanghilla- e lo stemperate con un po' di acqua di cottura della pasta, fino ad ottenere una bella crema liscia. Tenete da parte sempre un po' d'acqua di cottura, nel caso doveste allungarlo ancora un po' e servite con una bella spolverata di parmigiano reggiano. 

6. Fagiolini e patate fanno parte della ricetta tradizionale e noi li usiamo ancora, quando è stagione: si prendono due patate, si sbucciano, si lavano, si tagliano a tocchetti piccoli e si mettono a cuocere nell'acqua dove poi si farà bollire la pasta. Appena inizia a bollire, si buttano i fagiolini e dopo qualche minuto si buttano le trenette. Si cola tutto assieme e si condisce come da punto 4.

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La morte sua son le trenette, altrove conosciute come linguine. E poi le troffie, e poi gli gnocchi. Ma di questo, parleremo nelle prossime puntate...

Ale e Dani

lunedì 30 gennaio 2012

Panini di grano saraceno, noci e pinoli

di Daniela

Al termine di una settimana infinita, passata tra avvenimenti piacevoli, altri decisamente meno, festeggiamenti ed incontri interessantissimi, alternati a tensioni e stress vari, ci aspetta un'altra settimana faticosa da un diverso punto di vista.
Siete pronti per il grande freddo?  Sembra infatti che nei prossimi giorni sconteremo pesantemente tutte le temperature simil-primaverili che abbiamo avuto da dicembre e fino ad ora. La perturbazione sta arrivando dalla Francia e a poco a poco investirà tutta l'Italia, con temperature che saranno ancor più rigide di quelle di quest'ultimo we che già si aggiravano, perfino qui a Genova, sui 3/4 gradi e non ci lascerà fino al prossimo sabato. Certo è una prospettiva non proprio rosea...
Quindi, nel caso abbiate un po' più di tempo da passare in casa, avendo magari la possibilità di scegliere un buen retiro al calduccio, invece di un'uscita all'aperto, :-)) potreste impegnarvi nel preparare qualcosa di morbido e saporito. 
Questi panini sono ottimi e molto gustosi e si prestano ad essere imbottiti con qualunque salume, per me un'eccellente salame di cinghiale, regalo del papà (cacciatore) di un'amica, ma sono perfetti anche con un po' di dolcissima nutella... la scelta, si sa, talvolta può rivelarsi ardua......

 Panini di grano saraceno, noci e pinoli
panini

Ingredienti
300 g farina di manitoba
100 g farina di grano saraceno
100 g farina integrale
Sale quanto basta
20 g di noci circa
20 g di pinoli circa
200 ml di latte
100 g burro
25 g di lievito di birra

panini

Il procedimento è il solito : fate sciogliere il lievito in 100 ml di latte tiepido e un cucchiaino di zucchero e lasciate riposare coperto per una decina di minuti.  Appena inizia a fare le bolle e ad aumentare  di volume va bene.
Mettete il burro e la farina nell'impastatrice e fatela partire ( o iniziate a lavorarli a mano a vostro piacere)  aggiungendo il lievito sciolto nel latte .
Appena la massa avrà assorbito il liquido, aggiungete poco per volta gli altri 100 ml di latte a temperatura ambiente, sempre continuando a lavorare il tutto, in modo da avere una pasta liscia e morbida.
Ponete l'impasto a riposare in un luogo tiepido e coperto da un canevaccio, fino al raddoppio del volume (circa 1 ora e 1/2 circa).
Trascorso questo tempo riprendetelo, aggiungete anche gli altri ingredienti (pinoli e noci spezzettate e il sale ) impastando a lungo per far in modo che siano ben distribuiti e fatene palline non molto grandi (ma potete scegliere ovviamente la vostra pezzatura preferita) . Disponetele. ben distanziate fra di loro, sulla teglia  ricoperta di carta forno e lasciatele lievitare ancora per una mezz'ora in un luogo tiepido, coperte con un panno.
Trascorso il tempo necessario, infornate i panini a circa 200 °C per 12 minuti : devono essere solamente dorati, non scuri.
Se invece, come ripetiamo sempre , volete surgelarli per utilizzarli in un altro momento riducete a 10 i minuti, tenuto conto che poi, una volta scongelati, per farli riprendere perfettamente, occorre passarli in forno per un paio di minuti.
Buona giornata
Dani

mercoledì 18 gennaio 2012

Starbook : La farina di castagne della Val di Bisenzio. L'arte

Di Daniela
starbooks
Eccomi entrare, felicissima, nel vivo del nostro Starbook rinnovato : sono proprio contenta di quest'altro progetto un po' movimentato, ma entusiasmante!   Oggi vi parlerò  di un aspetto particolare del nostro libro del mese e precisamente la parte che riguarda l'arte.
Nel libro, molto elegante e curato nella grafica, c'è, infatti, un capitolo estremamente interessante dedicat0 a questo argomento,  che si addice perfettamente alla nostra rubrica "il cibo nell'arte".
"La Farina di castagne della Val di Bisenzio"- Claudio Martini Editore, infatti, dedica a questo argomento un intero capitolo: "Viaggio nell'arte tra ricci, castagne e profumi d'autunno" di N. Bastogi. Non stupisce che la Martini Ed. sia specializzata in libri d'arte: le illustrazioni a colori dei dipinti e delle opere d'arte in cui sono riprodotte le castagne nel corso dei secoli,  sono bellissime.
Giotto : La Carità
Il percorso storico artistico parte dal significato della castagna, sia come simbolo dell'Autunno insieme a funghi, uva e melagrana, ultimi frutti raccolti prima dell'arrivo dell'inverno, sia come simbolo della passione di Cristo sia "allegoria della Immacolata concezione di Maria e della castità, in quanto evoca l'immagine di qualcosa che viene accuratamente preservato. Da ciò deriverebbe anche il suo nome latino, castanea, che contiene la radice casta, ovvero pura". 
Nell'arte, una delle prime rappresentazioni, quando ancora non si parlava di "natura morta" risale addirittura a Giotto, che nella cappella degli Scrovegni (1303-5), nelle Allegorie dei vizi e le virtù inserisce, in mano alla Carità, un cesto pieno di fiori e frutta, dove spiccano proprio le castagne ancora nei loro ricci, prima natura morta inserita in un dipinto a tema religioso.

mercoledì 7 dicembre 2011

Muffins "allo strudel" e un miracolo benaugurante per tutti

Di Daniela

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Finalmente ci stiamo avvicinando alle vacanze di Natale. Sinceramente quest'anno mi sembra di averne ancora più bisogno del solito, o forse è solo l'età ch avanza a farmi desiderare sempre più queste pause da passare con tutta la famiglia per staccare un po' dalla realtà di tutti i giorni, che non è che sia proprio esaltante talvolta!
Però, sarà per il momento, sarà per il desiderio di cose belle e di pensieri positivi, ma incredibilmente sono riuscita a trovare su un quotidiano una notizia che mi ha dato una sensazione bellissima e, penso, regali a tutti una speranza speciale.
foto da qui e qui
E' la storia di una giovanissima atleta Olandese, una ciclista, così capace da riuscire a vincere 2 medaglie d'argento alle ultime Para-Olimpiadi, manifestando anche un notevole dispiacere per aver mancato l'oro!
foto da qui
Monique van der Vorst, infatti, aveva avuto un problema durante un'operazione quando era appena 13enne, perdendo l'uso degli arti inferiori. Ma la passione per la bicicletta le aveva dato una speranza e, con passione e abnegazione, era riuscita a raggiungere livelli di eccellenza fra gli atleti di tutto il mondo.
Ma sembrava che a tanta bravura, entusiasmo e passione dovesse essere imposto ancora uno stop dalla sfortuna: una macchina, pochi mesi prima proprio delle Olimpiadi di Pechino, la travolse, schiacciandole due vertebre e spostando la sua immobilità, dalle sole gambe, anche alla vita. Nonostante questo riuscì a partecipare alle gare ed a vincere due medaglie d'argento.
Ma la storia non finisce qui: passa poco tempo ed un'altra macchina la centra e la butta fuori strada. Arriva in ospedale piena di escoriazioni e traumi, ma, e qui il miracolo, con un inizio di formicolio alle gambe....
E da li, in poco tempo, è nuovamente in piedi: incredulità di tutti, gioia infinita per lei e... ancora in bici: vuole partecipare alle Olimpidi di Rio De Janeiro 2016!
I medici hanno parlato di miracolo e così pure la stampa di tutto il mondo: lei ha detto solamente che si gode ogni singolo momento di questa vita nuova che il destino le ha regalato e dice che lei è semplicemente "un'atleta vera: nella testa e nell'anima!"
Più semplice di così!!! 

Muffins "allo strudel" o "Struffins"
da un'idea di Sara

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mercoledì 8 settembre 2010

Tagliata di cervo in crosta di pane con uvetta pinoli e grappa su tortino di patate e brasato di cavolo rosso e con salsa peverada

Di Daniela
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La seconda parte della lezione dello chef Eliseo Pini riguarda un piatto molto interessante, anche questo dalla facilissima realizzazione, ma elegante e la cui carne può essere sostituita da altra senza rovinare troppo il tutto. E' la seconda ricetta che vi presento con il cervo: la prima erano le costolette che vi ho mostrato qui. Questa volta però la preparazione è stata accompagnata da altre tre eccellenti ricette: due che vengono utilizzate come contorno, una invece come salsa di accompagnamento. Devo dirvi, anzi, che lo chef è stato così cortese che , su richiesta della moglie, una gentilissima e preziosa collaboratrice, mi ha dettato personalmemente, finita la lezione ufficiale , la ricetta della "sua" Peverada, una eccellente salsa al pepe da creare come accompagnamento alle carni che si cucinano, siano esse cacciagione o carne bovina o anche semplice pollame. Partirò come al solito illustrandovi la sua ricetta originale della
TAGLIATA DI CERVO IN CROSTA DI PANE CON UVETTA , PINOLI E GRAPPA SU TORTINO DI PATATE E BRASATO DI CAVOLO ROSSO E CON SALSA PEVERADA DELLO CHEF PINI
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600 gr di lombo di cervo
1 bicchierino di grappa
50 gr di pinoli
50 gr di uva sultanina
1/2 bicchiere di olio di oliva
1 mazzetto di timo ( o di altre erbe aromatiche a vostro gusto)
10 bacche di ginepro
pane grattugiato
semi di sesamo (facoltativi)
sale e pepe
per il tortino di patate
500 gr di patate
50 gr di pancetta tagliata fine
1 cipolla piccola
100 gr di burro
sale e pepe
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Sciacquate l'uvetta e mettetela a mollo nella grappa. Ripulite il lombo dea grasso e pellicine e lasciatelo macerare per 2 ore nell'olio insieme a timo e ginepro o ad altre erbe aromatiche a vostro gusto. Scolatelo, salatelo e pepatelo e fatelo rosolare in padella per sigillarne i succhi all'interno. Primo consiglio valido per qualunque preparazione in cui si debba rosolare della carne: prima di procedere è sempre consigliabile tenere la carne fuori dal frigo per qualche tempo per permettere una rosolatura più uniforme . Fatto questo passare il lombo in forno a 180° per almeno 10 minuti Secondo consiglio: il tempo di cottura per le carni in forno dipende anche dal loro peso e dimensione; maggiori sono, più lunga la cottiura. Queste che vi ho dato sono temperatura e calore per ottenere una carne rosata all'interno e morbida. Regolatevi per pezzi diversi su questa falsariga. Togliete la tagliata dal forno e passatela nel pane grattugiato. Altri 2 consigli: innanzi tutto, volendo per facilitare ancor più la panatura potete spalmare prima l'arrostino con della senape. Poi potrete unire al semplice pane grattugiato dei semi di sesamo per avere ancor più croccantezza. Tenetelo in caldo nel forno spento.
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Preparate intanto il tortino di patate (rösti): fate bollire o cuocete a vapore le patate con la pelle per renderle tenere. Scolatele e mettetele in frigo per un'ora. Sbucciatele e grattugiatele e mettetele in una terrina. Nel frattempo in una padella antiaderente mettete il burro con la pancetta e la cipolla tegliata a fettine sottili, e mescolate per 2 minuti senza far scurire. Aggiungete le patate, salate (ricordate che c'è già la pancetta), pepate e schiacciatele delicatamente per dare compattezza. Mettete da parte. Fate saltare nella padella dove avete rosolato la carne, i pinoli e l'uvetta.
Riprendete l'arrosto e tagliatelo a fette non troppo sottili.


Componete ora il piatto: prendete una cucchiaiata abbondante di rösti, al centro del piatto di portata; disponete sopra le fette di lombo e affiancate una cucchiaiata di uvetta e pinoli.

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Volendo potete accompagnare il piatto con una salsa "Peverada" dello chef Pini e con un tortino di cavolo rosso brasato. Per entrambe le ricette vi rimando a più tardi.
Buon appetito
Dani

lunedì 2 agosto 2010

Strudel aperto di mele con zabaione al moscato

Di Daniela
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Già la foto di presentazione è tutto un programa vero? Partendo dal presupposto che lo strudel è in assoluto uno dei miei dolci preferiti, che mi scalda il cuore con i suoi profumi, la sua consistenza morbida e croccante insieme e il suo essere non eccessivamente dolce, questa ricetta non può che essere una di quelle che ho apprezzato di più! E' uno strudel "destrutturato" ottimo per il gusto ovviamente, ma anche interessante nella presentazione un po' diversa , ma elegante. Lo chef Bassi ha suggerito che nel "ripieno" possono sostituirsi le mele con qualunque altra frutta si desideri , ma in particolare risulta molto saporito se si usano i fichi. Una piccola osservazione di carattere tecnico: vedendo all'opera dei cuochi professionisti si rimane colpiti dalla continua attenzione alla pulizia e all'ordine che accompagnano tutti i loro passaggi: la cucina , per quanto "da campo" che adoperano quando terminano le presentazioni è sempre perfetta!
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Oltre a questo insistono tutti sempre su quanto sia importante porre una cura particolare nella presentazione di ciò che si prepara, perchè, sostengono a ragione, una percentuale altissima del successo di un piatto dipende molto da quanto gli occhi desiderino "assaggiarlo"!!
Eccovi le dosi per lo
STRUDEL APERTO CON ZABAIONE AL MOSCATO
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Ingredienti per 4 persone
4 mele
10 gr di pinoli
20 gr di uvetta
10 gr di grappa
1 punta di cannella
50 gr di burro
60 gr di zucchero di canna
per la pasta
300 gr di farina 00
acqua
1 punta di sale
1 uovo (40-45 gr)
10 gr di miele
zucchero a velo per guarnire
per lo zabaione
5 tuorli d'uovo
2 dl di moscato
50 gr di zucchero
Collage di Picnik

Preparate la pasta lavorando a lungo la farina, il sale, l'uovo e il miele (se preferite potete dare un'occhiata anche l'impasto per la pasta strudel di A Kompascher.)
Lasciatela riposare per un'ora, stendetela molto fine e dividetela in quadrati di 8 x 8 cm. Sistemate su una placca da forno unta o foderata da carta forno e spolverizzateli con abbondante zucchero a velo. Il forno dovrà essere caldo e il grill acceso per "caramellizzare" le sfogliette di pasta strudel.

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Tagliate le mele, sbucciatele, tagliatele a dadini, mescolatele in una ciotola con la cannella, i pinoli e l'uvetta, precedebntemente ammorbidita nella grappa .
Scadate il burro in una padella con lo zuccherodi canna e saltatevi il composto di mele.
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Preparate ora lo zabaione nel modo classico, utilizzando, secondo raccomandazione delsomellier un ottimo moscato magari d'Asti, montando a bagnomaria tutti gli ingredienti. Nel montarli, lo chef Bassi ha insistito molto di mantenere il movimento costante dall'alto verso il basso, per permettere che venga incorporata più aria possibile ed ottenere che lo zabaione risulti più soffice e cremoso. Decorate se vi piace, il piatto singolo dove metterete il vostro strudel...

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...e con l'aiuto di un coppapasta rotondo o di altra forma modellate il composto di mele, schiacciandolo un po' con il cucchiaio.

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Disponete in verticaale i fogli di pasta caramellata e versate intorno lo zabaione tiepido
Collage di Picnik strudel

Cos'altro mi rimane da dirvi? Ah si : buon appetito!!!!
Dani

lunedì 3 maggio 2010

Cannelloni alla Gianna

Di Daniela
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Ed eccoci tornati al light come alcune di voi richiedono a gran voce.... e Noi non siamo insensibili al grido di dolore che da tante parti d'Italia si leva verso di noi.....opppppssss mi sono un po' fatta prendere la mano e parlo come un re!!! Scherzo ovviamente anche se ultimamente mi capita di parlare di me stessa con le mie figlie e con i miei nipoti come Cesare (o se doveste preferire, Maradona) in terza persona ... mah, fenomeno stranissimo che mi fa pensare di aver forse bisogno di un controllino alle mie celluline grigie di Poirottiana memoria!! Un altro motivo che mi induce a ritenere di avere tristi malattie di rapido decadimento mentale è il numero di volte in cui ieri ho contattato la mia amica Gianna per chiederle specificazioni sul piatto che lei gentilmente mi ha regalato per voi. Cose tipo"Gianna, ma il taglio a julienne lo intendi orizzzontalmente o verticalmente (sic!!)?" "Gianna, scusa, ma la cottura è coperta o no?" " Gianna, scusa, ma l'olio tiepido o freddo?" Insomma le ho fatto venire un cedimento di nervi da persona afflitta da un persecutore seriale per tutta la mattina.....
Però il risultato dei nostri sforzi congiunti (i miei nell'ossessionarla e i suoi nel mantenere la sua solita olimpica calma e il suo bellissimo sorriso!) hanno portato alla preparazione di questo piatto eccellente nel suo profumo e nella sua leggerezza... godetevelo

CANNELLONI ALLA GIANNA
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Ingredienti per 4
1 confezione di sfoglia velo
9 zucchine tagliate a julienne
250 di ricotta
100 gr di robiola o stracchino (crescenza)
Basilico
parmigiano
sale
pepe

Mettete un'abbondante manciata di pinoli su una teglia antiaderente e fateli leggermente tostare.
pinoli
Sbollentate le sfoglie, scolatele e fatele raffreddare adagiandole su di un canovaccio pulito. Rosolate le zucchine in un'ampia padella con metà olio e metà burro, ma senza farle dorare. Potete anche non usare il burro e aggiungere , se volete più sapore un pochino di cipolla da far dorare.
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Fatele raffreddare, aggiungete i due formaggi e regolate di sale e pepe aggiungete abbondante parmigiano. Riprendete le sfoglie e su ognuna appoggiate un cilindro di ripieno utilizzando il lato lungo della pasta.
Collage di Picnik
Arrotolate il cilindro nella sfoglia creando dei cannelloni. Divideteli ora in 4 pezzi per ogni cannellone
Collage di Picnik2
e disponeteli vicini, su una teglia imburrata adatta anche da portare in tavola. Volendo potete mettere qualche mini fiocchettino di burro sopra i cannelloni....
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Metteteli nel forno a 180° per 10 minuti coperti con la carta d'argento e poi 5 minuti scoperti, senza farli gratinare, ma solo scandandoli.
Nel frattempo preparate dell'olio al basilico procedendo in questo modo: Tritale qualche foglia di basilico con la mezzaluna (di dovrebbe pestare nel mortaio è vero e se lo avete è meglio , ma alla mala parata il tagliere va bene). Aggiungete l'olio appena intiepidito al trito di basilico per creare un olio aromatico e profumatissimo.
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Tirate la pasta fuori dal forno e prima di portarla in tavola mettete sopra un filo di olio al basilico (che è stato stiepidito per non raffreddare il cannellone), che dà un profumo deciso al piatto e la manciata di pinoli tostati per conferire una nota croccante.
E' un piatto leggero, che può essere tranquillamente considerato unico, specialmente in stagione di diete, e che pur avendo profumi e sapori precisi, non appesantisce la vostra linea soddisfacendo comunque il palato!!! Se volete dare un'occhiata ad una versione leggermente diversa ma ugualmente buona, date un'occhiata al blog di Eugenia!
Buon appetito
Dani

CANNELLONI GIANNA STYLE


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Serves 4
1 package of lasagne

9 zucchini (almost 2,2 pounds)
8.8 oz Ricotta
cheese
3.5 oz stracchino or robiola cheese (light fresh cremy italian cheeses)
Parmesan cheese
some basil leaves
salt

pepper

1 handful of pine nuts
Put a generous handful of pine nuts on a baking pan and let them toast slightly. Blanch the lasagne, drain and let cool set on a clean cloth. In a large pan with half oil and half butter, without browning them. Let cool, add the two cheeses and season with salt and pepper, add Parmesan cheese . Take back the lasagne, made a cylinder of filling and put it in the niddle of the lasagna,alond the longer side. Roll the pasta on the cylinder creating cannelloni. Divide into 4 pieces every cannellone and arrange them,one near the other, on a greased baking tray suitable for the table. Put in oven at 356 F degrees for 10 minutes covered with silver paper and then 5 minutes taking the paper off, without browning them, only chanting. Meanwhile prepare the basil oil in this way: chop few basil leaves with a knife (should be better crush it in a mortar but also the knife is ok). Add a little warmed oil to the chopped basil to create an aromatic and fragrant oil. Take the cannelloni out of the oven and before to bring them to the table, put on a thread of basil oil and the handful of toasted pine nuts to give a crisp note It 's a light meal, which can be considered a single course, especially in spring, and that even with precise flavors and aromas, does not weigh down your line still satisfying the palate!
Bon appetitDani

mercoledì 10 marzo 2010

Uovo al tegamino....specialissimo!!

Di Daniela
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Temete eh, un bel post sull'uovo al tegamino?!?! Mi vedevate già, provata e un po' stressata a spiegarvi dall'alto della mia esperienza, quanto deve rassodare un uovo o a quale temperatura deve arrivare per poter essere considerato un uovo fritto a tutti gli effetti!! E invece no! stupore: vi parlo dell'"uovo al tegamino" che preferiscono le mie figlie e cioè una rivisitazione senza pretese dell'opera del maestro Escoffier, la pesca Melba. Creativo e innovatore, Escoffier creò ricette ormai celebri in tutto il mondo, fra cui questa celeberrima Pesca, dedicata alla famosissima cantante lirica australiana Nellie Melba. Anzi vi cito proprio le parole del maestro a questo proposito, tratte dal suo libro, Ricordi inediti, pubblicato da Slow Food Editore nel 1999 : "Ripensando al maestoso cigno mitico che apparve nel primo atto del Lohengrin, le feci servire, al momento opportuno, delle pesche disposte su di un letto di gelato alla vaniglia, all'interno di una coppa d'argento incastrata tra le ali di un superbo cigno scolpito in un blocco di ghiaccio e ricoperto da un velo di zucchero filato. L'effetto prodotto fu sorprendente e la signora Melba si mostrò estremamente colpita dalla mia attenzione. La grande artista, che di recente mi è capitato di rivedere all'Hôtel Ritz di Parigi, mi ha ricordato la serata delle famose pesche al cigno"
E già che ci sono vi cito pure, sempre presa dal libro , la ricetta originale della Pesca Melba nel caso decidiate di realizzarla voi stessi; è semplicissima ma eccellente.

PESCA MELBA

Nellie Melba by Frank Haviland
Per 6 persone: 
6 pesche Montreuil ben mature, 
1 litro di gelato alla vaniglia molto cremoso, 
250 gr di lamponi freschissimi, 
150 gr di zucchero in polvere, 
Mandorle fresche per decorare, 
Zucchero filato per decorare. 

Scottare le pesche per 2 secondi in acqua bollente, quindi scolarle e versarle immediatamente nell'acqua ghiacciata. Pelarle, disporle su di un piatto, spolverale leggermente di zucchero e tenere al fresco. A parte preparare una purea setacciata di lamponi e zuccherare. Servire le pesche su di un letto di gelato alla vaniglia e ricoprire con lo sciroppo ai lamponi. A scelta, si potranno decorare con delle mandorle fresche in scaglie e con un poco di zucchero filato.Segnato tutto? Benissimo è un dolce che non può mancare in nessuna raccolta.

Ma se percaso, come me avete fatto, per pura gola, un bel po' di gelato di pinoli, delicatissimo e un po' diverso, logicamente solo con pinoli italiani , che non hanno il retro gusto amaro che spesso hanno i "foresti", e se, come formichine, avete preparato le provviste di pesche sciroppate per l'inverno durante l'assolata estate, allora siete pronti per questa semplicissima e saporita rivisitazione del dolce del maestro, le nostre

UOVA AL TEGAMINO
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Per il gelato io ho utilizzato la ricetta di Federica , che mi è sembrata la più confacente al mio gusto per delicatezza e profumo. Ho solo cambiato leggermente il modo di prepararlo. Vi passo gli ingredienti e le dosi così come le ho utilizzate io per le "mie uova":

  • 125 gr zucchero (alla vaniglia il mio, cioè tenuto costantemente in un barattolo di vetro con un baccello di vaniglia, gentile omaggio della mia amica Giulia))
  • 200 gr latte
  • 150 gr panna fresca
  • 1 tuorlo d'uovo
  • 80 gr pinoli
  • 1 bustina di vanillina (mia aggiunta, da golosa di questo aroma)
  • Più un barattolo di pesche sciroppate rigorosamente home made e il loro sughetto di conserva
  • e opzionale, un po' di panna montata o di mandorle sfilettate o qualche pinolo tostato in più
Tostate leggermente i pinoli nel forno. Tritateli poi minutamente, magari con lo zucchero alla vaniglia lasciandone magari qualcuno intero per il piacere di avvertirne la consistenza nel mangiare il gelato. In una ciotola mescolate con la frusta l'uovo e il composto di pinoli e zucchero e per ultimo unite il latte. Fare riposare il composto nel frigo per una mezz'oretta e poi, dopo aver unito anche la panna versatelo nella gelatiera e avviatela. Se non doveste possederla fate come vi avevo già detto per il sorbetto di fichi: mescolate accuratamente gli ingredienti come sopra specificato, ma dividete tuorlo e chiara: il primo lo utilizzate mescolandolo , come detto, con lo zucchero e i pinoli tritati, invece la chiara la monterete a parte a neve e la unirete dopo la panna al composto. Versate il tutto in un contenitore largo quanto più possibile, che possa stare nel vostro frizer, meglio se già tenuto all'interno del freezer stesso per qualche ora. Poi per le prima due ore mescolate una volta ogni 30 minuti, perchè l’importante è rompere i cristalli di ghiaccio che si formeranno all’inizio, per lasciar congelare il gelato in modo uniforme e in maniera che rimanga cremoso. Se lo lascerete a congelare più a lungo, dovrete dare una mescolatina all'ora ancora per un paio di volte. Ma il vostro gelato, alla fine, sarà squisito e cremosissimo.
Disponetelo adesso in un contenitore monoporzione da mandare in tavola, in uno strato non troppo spesso. Al centro mettete a mo' di tuorlo le vostre pesche sciroppate e condite il tutto con un cucchiaio di succo di conserva. Volendo potete decorare ancora con lamelle di mandorle o ciuffetti di panna montata, o con altri pinoli tostati, ma è già squisito e delicato così!!
Provare per credere!!!
Buon appetito
Dani


VERY SPECIAL SWEET FRIED EGGS


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  • ½ cup sugar vanilla flavoured
  • 3/4 cup milk
  • 1/2 cup fresh cream
  • 1 egg yolk
  • 2.8 oz pine nuts
  • 1 sachet vanilla
  • 1 can of peaches in syrup home made and
  • optional, a bit 'of whipped cream or some toasted pine nuts or sliced almonds

Lightly toast the pine nuts in the oven. Then chop them minutely, perhaps with vanilla sugar maybe leaving some whole. In a bowl stir with a whisk the egg and the mixture of pine nuts and sugar and finally add the milk. Making the mixture rest in refrigerator for half an hour and then, add the the cream and pour it into ice cream maker.
If you do not own it you do as I have explained for the fig sorbet: mix thoroughly the ingredients as specified above, but divide the yolk and the white: use the first for the mixture as above, with the sugar and chopped pine nuts, but the whisk the white aside “a neve” and add it to the mixture after cream. Pour into a container as large as possible, which might be in your freezer, preferably already taken in the same freezer for several hours. Then for the first two hours, stirring every 30 minutes, because the important thing is to break the ice crystals that are formed at the beginning, to let the ice cream frozen in a uniform manner so that it remains creamy. If you leave it to freeze for longer, you must stir it a couple time in 2 hours. But your ice cream, going to be delicious and creamy. Now place the ice cream in a single dish to serve, in a layer not too thick. At the center put on as a 'yolk your peaches in syrup and topped it all with a tablespoon of peaches’ juice. You can still decorate with sliced almonds or tufts of whipped cream, toasted pine nuts or other, but also simple it's so delicate and delicious! try it to believe! Bon appetite
Dani
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