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martedì 4 maggio 2010

Tracy Chevallier- Strane Creature



L'ultima fatica letteraria della Chevallier è stata accolta con molta freddezza dai suoi estimatori, che la hanno accusata di non aver saputo ripetere i successi de La Dama dell'Unicorno o de La Ragazza con l'Orecchino di Perla - e tanto è bastato per subissare di critiche questo libro, svilendolo al rango di un romanzo di serie B, nè più nè meno. Cosa che, invece, a mio parere, non è.
Non lo è, intanto, perchè ha una trama "nobile", prima ancora che originale: è la storia di un'amicizia nata su una spiaggia del Sussex, agli albori del XIX secolo, fra una signorina di buona famiglia, che un mento cavallino non compensato da una dote adeguata hanno condannato ad un futuro da zitella e una ragazzina povera e sciatta ma con un fiuto grezzo e selvatico per la ricerca dei fossili e che, da grande, diventerà quella Mary Anning le cui scoperte in materia furono determinanti per fondare su basi salde l'allora nascente teoria dell'evoluzione della specie. Saranno proprio i fossili a costituire l'asse portante della vicenda, lungo il quale l'amicizia fra le due donne prende forma e si sviluppa, in un'alternanza di alti e bassi che mantengono desta l'attenzione del lettore, altrimenti a rischio di essere travolta dalla noia di due vite ravvivate solo dalle passeggiate sulla spiaggia di un'angusta cittadina di provincia.
E saranno proprio i fossili ad ispirare le due grandi tematiche del romanzo, entrambe destinate a stridere in un ambiente dominato da un conformismo dogmatico e da convenzioni sociali di asfissiante rigidità: da un lato, gli interrogativi che essi pongono alle due donne, in merito all'esistenza di una creazione modificatasi negli anni e che, fra le buie pareti della chiesa del villaggio, risuonano come una aperta bestemmia, la blasfema insinuazione di un ravvedimento di un Dio che non solo commette errori, ma ne è anche consapevole. Dall'altro, il riscatto delle due donne da una umiliante emarginazione che nega loro il diritto al riconoscimento, alla parola, talvolta anche alla stessa presenza fisica e che neppure trovano nella solidarietà delle signore del villaggio, che le guardano con sospetto e le evitano, il calore di una comprensione e lo stimolo per reagire.
Ce la faranno, naturalmente, in un concatenarsi di eventi che, pur non essendo nè incessante nè esposto a colpi di scena, fa di questo libro una lettura piacevole, seppur malinconica. Delle due donne, è la maggiore quella che agisce, e sempre in difesa del riconoscimento dei meriti della sua giovane amica che il mondo scientifico- maschile- ignora o minimizza, timoroso di affrontare a viso aperto le conseguenze di queste scoperte. E mentre Elizabeth si sposta, in barba alla fatica, ai pericoli e alla sua reputazione, Mary continua a scoprire sulla spiaggia le sue strane creature, a cui si è ormai votata, delusa dall'amore e dagli amici. Si ricongiuneranno alla fine, sulla loro spiaggia, nel loro silenzio denso di condivisione e di affetto, ancor più legate dalla serena rassegnazione ad un destino che, se le ha private di tutto ciò che le avrebbe rese felici ed accettate, le ha per contro ricompensate con una rara e orgogliosa consapevolezza della forza della loro unione.
I riferimenti alla Austen ci sono, e pure smaccati: la si nomina come villeggiante del luogo che, oltretutto, è lo scenario in cui è ambientato Persuasion e la si evoca nei ritratti delle due donne, consce della loro diversità ma incapaci di abbattere del tutto le barriere del conformismo che le circonda. Le analogie, però, si fermano qui e il paragone, alla fin fine, non giova alla Chevallier, alla quale mancano l'ironia e la freschezza del suo modello: ma se la Austen è un'altra cosa (e lo è) non per questo Strane Creature è un romanzo da buttare, tutt'altro. Lo stile evocativo, la padronanza della scrittura, la capacità di confrontarsi con successo con una materia per sua natura lenta e monotona ne fanno un libro delicato, garbato e toccante che non leggere sarebbe un vero peccato
Buona serata
Ale

3 commenti :

  1. ok, domattina lo compro da Borders, in inglese però.. Non l'avevo preso perchè non mi diceva molto la trama. Grazie come al solito per l'ottima rece

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  2. la capacità della chevalier, secondo me, sta nell'evocare. intendo ,con questo, il saper trasportare il lettore nel "hic et nunc" del libro, di tutti i suoi libri.E poi le figure di donne che racconta : originali, intense , letterariamente romantiche. Avevo letto le recensioni prima di acquistare "strane creature" , e ,in effetti, non erano positive ,ma anch'io dopo averlo letto l'ho trovato un libro ben scritto, assolutamente non noioso pur nella lentezza della trama.
    un libro elegante e la copertina scelta (ottimamente) ben rende questo concetto.

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  3. per fortuna non sono un'esperta a me questo libro è piaciuto tantissimo e me lo sono letto tutto d'un fiato come mi sono piaciuti gli altri....

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