mc nuggets di pollo agli agrumi con semi di papavero

di Alessandra

Ma quant'è figo, Gordon Ramsey?
Che sia per il ciuffo biondo, per il buon vecchio fascino scozzese o per la cicatrice da Indiana Jones della cucina, sta di fatto che sono anni che non perdo una puntata di Hell's Kitchen. Che, per chi non lo sapesse, è l'ennesima sfida in cucina, fra le due solite squadre di cuochi, resa ancora più obsoleta e fastidiosa dalla suddivisione sessista delle brigate, quasi che i tempi dei "maschi contro femmine" non fossero ancora finiti. Gli ingredienti per cambiare canale ci sarebbero tutti, quindi: eppure, non solo mi guardo bene dal farlo, ma sto attentissima a non perdere nemmeno un secondo del programma: anzi, avviso pure parenti amici e scassamaroni vari che al lunedì, dalle 9 alle 10, qualsiasi cosa accada, non voglio essere disturbata. E tutto per quel gran figo di Ramsey, ovviamente, l'unico che, in questa pletora di chef televisivi tutti presi dalla loro immagine o dalla diffusione del loro pensiero, è stato capace di riprendersi la cucina e d rimetterla al proprio posto. All'inferno, appunto.
Se avete letto Kitchen Confidential, avete già idea di dove voglio andare a parare: la cucina di un ristorante è sudore, lacrime, sangue e parolacce e la colonna sonora sono le imprecazioni e le urla che ora gridano le comande, ora incitano contro il tempo, investendo tutto e tutti. Il compito di dirigere l'orchestra, con l'ugola al posto della bacchetta, spetta allo chef e Ramsey, in questo senso, è un maestro assoluto.
"vuoi dirigere un ristorante stellato?- sembra che ti dica, mentre inveisce contro il malcapitato di turno- "e allora meritatelo tutto, a tutto campo, su tutti i fronti". E vai col gioco al massacro, con la prova di nervi, con le battute pungenti, sarcastiche, feroci, inanellate una dietro l'altra, in una corsa forsennata dove non c'è spazio per nient'altro che non sia un "sì chef" -perchè sia chiaro che chi comanda, lì dentro, non sei tu.
E' ovvio che si tratta di uno show e che quindi vada in scena uno spettacolo: però, trovo molti più spunti di riflessione in un programma come questo che non in altri analoghi, dove è la telecamera e non il punto di cottura degli alimenti a dettar legge. Tolti gli eccessi, ovviamente, mi sembra che sia un buon modo per imparare sul serio che cosa significhi lavorare, e non solo in certi ambienti: sarà che la lettura de La Cena continua a lasciarmi ancora qualche eco, ma se passasse l'idea che lavorare è sì un diritto, ma anche un dovere, e che il miglior modo per imparare è l'umiltà, e non l'arroganza e che di solito gli obiettivi si conquistano con sacrificio e fatica e non con una telefonata al protettore di turno (dal medico compiacente, al sindacalista arrabbiato, allo zio in alto che sistema tutto lui), beh, tutto sommato, non sarebbe una cattiva idea. Almeno per me...

MC NUGGETS DI POLLO AGLI AGRUMI CON SEMI DI PAPAVERO

Non ricetta veloce e buona
Prendete un petto di pollo, togliete i filamenti di grasso e gli eventuali ossicini e tagliatelo a cubetti. Mettetelo a marinare in olio e limone, in frigo per qualche ora, coperto con la pellicola trasparente (se non avete tempo, saltate questo passaggio)
Preparate una panatura con pan grattato, scorza grattugiata di limone e di arancia e semi di papavero.
Passate il pollo nella farina, poi in un tuorlo d'uovo sbattuto e poi nella miscela di pangrattato e friggete in olio caldo bollente fino a quando si forma una crosticina croccante e dorata. Salare e servire subito, spolverando a piacere con un po' di semi di papavero.
ciao
Ale