In principio, era il caffè del Sabato mattina: io, la Dani e Gino, i figli alla scuola lì a fianco, il bar, quello dell'angolo, con il tavolo pronto per noi. Era nato per caso, complice il primo trasloco della Dani che mi aveva lasciato orfana degli aggiornamenti da pianerottolo, e altrettanto per caso si era aggiunto questo papà che, ogni sabato, accompagnava il figlio a scuola. Col tempo, era diventato un appuntamento irrinunciabile, di quelli in cima alla lista, per cui non solo alle sette e mezza eri già pronta, con tutta che era sabato e la scuola era a tre passi da casa, ma anche i nostri figli, di solito campioni di zona Cesarini, venivano depositati con ampio anticipo davanti al portone chiuso. Neanche a dirlo, erano musi lunghi: alla levataccia si aggiungeva la imminente violazione di tutti i segreti gelosamente custoditi durante la settimana, dalla sfuriata della professoressa perchè non si erano fatti i compiti all'elenco di cuori infranti nei corridoi. Epperò, guai a non esserci. E guai a scalfire il rituale, dall'appuntamento di fronte al bar, con noi due sempre in coppia e Gino che leggeva il giornale, fino alla postazione al tavolo, con il malcapitato in mezzo. Ovviamente, era un caffè lungo- e pure multiplo, da cui noi due ci alzavamo belle toniche e ringalluzzite, dalla caffeina e dagli aggiornamenti, e Gino frastornato e barcollante, ridotto a un straccio da chiacchiere a mitraglia, per giunta in stereo, da un orecchio e dall'altro.
Oggi, ci sono i caffè del Lunedì. Le figlie vanno a scuola da sole, in due istituti diversi e anche se il terzo ha frequentato prima il ginnasio dell'una e poi quello dell'altra, Gino ce lo siam perso per strada. In compenso, però, c'è il blog, che funge da alibi per tornare a spettegolare con calma, davanti al solito caffè. Anche stavolta, il rituale è consolidato: gli aggiornamenti iniziano già dalle scale, quel tanto che basta per colmare le informazioni che i vicini non hanno colto in presa diretta, sintonizzandosi sul set della telenovela più inquietante del millennio - "albaro come Secondigliano"- di cui la Dani ed io siamo, neanche a dirlo, le protagoniste principali, spesso a fasi alterne ma talvolta anche in contemporanea. Cambiano i set, ma il copione e l'enfasi recitativa è sempre lo stesso. Se non ci credete, provate a passare di qui intorno all'ora di pranzo (rientro da scuola), nel tardo pomeriggio (com'è - che - non -hai- ancora -studiato -storia) o all'ora di cena ( e -non -ne -posso -più- di -questa- famiglia- di -disordinati, -devo- sempre- fare -tutto - io- e -cosa -vuol -dire -'io lavoro tutto il giorno'-e-io-cosa-pensi-che-faccia, etc etc).
In ogni caso, come dicevo, il lunedì ci si prende il caffè programmando Menuturistico. Lo facciamo da quella volta che avevamo pubblicato lo stesso giorno la stessa ricetta e da allora non abbiamo più smesso: per carito, a pubblicare lo stesso giorno continuiamo imperterrite, ma questa è anche colpa di Blogger che non ci perdona: se schiacci il pulsante sbagliato, sei finito, con tanto di esposizione al pubblico ludibrio, in cima ai blog roll di tutti i tuoi amici che fino a poco tempo fa lasciavano messaggi allarmati, convinti di avere le allucinazioni ("mi sembrava di aver visto la ricetta delle patate hasselback") ma che ora , dopo una frequentazione assidua e calorosa, sono serenamente rincuorati: le allucinate, qui dentro, siamo noi.
Se promettete di non dirlo ai nostri mariti, confesso che poi tutta questa programmazione non c'è. Ma un conto è perdere una mattinata in chiacchiere, un altro è dire "ho lavorato sul blog". Per carità, per i rispettivi consorti non cambia nulla (è tutto tempo perso), ma noi ci alleggeriamo la coscienza: appesantiamo tutto il resto, dagli scaffali della libreria (guarda cosa ho comprato, ti faccio vedere cosa ho letto) al giro vita (leva-di-qua-questi-biscotti-anzi-aspetta-uno-solo-ancora), ma cosa volete che ci importi: sono due ore tutte per noi, senza mariti nè figli a reclamare la nostra attenzione e le risepttive donne di servizio che, per quel giorno, ci alleviano da quanto ci toccherà, dall'indomani- e tanto basta, per ricaricarci un po'.
Ieri, però, ha fatto eccezione: nel senso che al blog abbiamo lavorato sul serio. Ci siamo risvegliate dal torpore di gennaio con un sacco di idee, da una parte e dall'altra, e c'era bisogno di metterle giù, per capire quali fossero realizzabili e quali no. A conferma del duro lavoro, ho ancora la scrivania zeppa di fogli, disegni, planning e post it, per non parlare delle riviste e dei libri: e se non fosse stato per i reclami dalle rispettive cucine, probabilmente avremmo anche saltato pranzo e cena, prese come eravamo dal sacro fuoco della programmazione "perchè da oggi cominciamo a fare le cose come si deve, un po' di ordine, essù, che poi ci hanno ragione, che non mando la nius di lunedì, e non scrivo le rece, e i diari di viaggio dove sono finiti e tre dolci di fila- e come si fa". Siamo uscite dallo studio come Gino dal bar, frastornate e barcollanti ma decise: da oggi, organizzazzione, ecchecaspita. OR-GA-NIZ-ZA-ZIO-NE.
Tutto questo per dirvi che la nius, ieri, non ce l'ho fatta a spedirla.
E che il meraviglioso "stufato di salsiccia e lenticchie del Lancastershire" programmato per oggi è diventato una "Zuppa di fagioli neri al chili e al cumino". Che non è mai entrata nelle griglie di programmazione, perchè è stata la nostra cena di ieri sera. Ma ci è piaciuta così tanto, ma così tanto, ma così tanto che proprio non poteva restare un minuto di più, nella dispensa del blog...
Ma da domani, mi organizzo.
Giurin giuretto
ZUPPA DI FAGIOLI NERI CON CHILI E CUMINO
La fonte è il solito Smitten kitchen e se mai fosse finita nella Uikilist, questa ricetta sarebbe stata arichiviata alla voce "scadono in dispensa...": avevo infatti un bel sacchetto di fagioli neri, pure biologggggici, su cui stavo fantasticando da un po'. Imbattermi in questo piatto e volerlo realizzare è stato praticamente tutt'uno, per cui ieri mattina ho ammollato i fagioli e ieri sera ce li siamo mangiati, con il rimpianto di non aver abbondato con le dosi, da tanto è buona questa zuppa. Al solito, rispetto all'originale, qualche modifica c'è, dovuta più all'indisponibilità degli ingredienti che non alla sfiducia nella fonte che, anzi, si conferma ancora una volta affidabile e attendibile. Cominciamo, dai...
1 cucchiaio di olio EVO
2 cipolle rosse
1 peperoncino rosso piccante messicano
1 peperoncino verde piccante messicano
4 spicchi d'aglio
4 cucchiaini di cumino
mezzo kg di fagioli
1 cucchiaino di chili in polvere (peperoncino forte)
1 litro e mezzo di acqua calda
2 cucchiaini di succo di lime
creme fraiche e cumino tostato per accompagnare
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Trattandosi della mia prima volta con i fagioli neri, li ho trattati con tutti i crismi e li ho pure tenuti a bagno per mezza giornata. Presumo che non serva a niente: la ricetta non prevede questo passaggio e, dovessi dire, anche dopo parecchio ore erano praticamente come prima.
Della lista degli ingredienti di cui sopra, ho omesso il peperoncino verde piccante, perchè non lo avevo, e ho rimezzato l'aglio. Invece, il cumino ci vuole tutto. Preciso che nè a me nè a mio marito fa impazzire, quindi di solito "ci teniamo bassi", per così dire: invece, in questa preparazione, si sente poco: per cui, seguite le dosi.
Far saltare in padella le cipolle tritate grossolanamente e i peperoncini affettati e privati dei semi, fino a quando le prime saranno diventate bionde. Aggiungere il cumino e l'aglio tritato e far insaporire per un minuto. Trasferire le verdure in una pentola capiente, aggiungere i fagioli e l'acqua e far sobbollire per circa tre ore, fino a quando i fagioli saranno teneri.
Dopodichè, prelevare due mestoli di zuppa e frullarli. Rimetterli nuovamente in pentola, aggiustare di sale ( ce ne vuole parecchio) e aggiungere il succo di lime. La ricetta prevede anche pepe, ma secondo me se c'è il peperoncino, il pepe non ci va- e quindi, l'ho omesso.
Versare la zuppa nelle tazze e servire con un ciuffo di creme fraiche e cumino tostato.
La fine del mondo
Ciao
Ale
Questo è uno dei post più paragnosta che tu abbia mai scritto...e sono stato buono eh! ahahahahahah
RispondiEliminaCi hai fatto fare un bel giro sulle montagne russe, e che bel giro direi, tutto incentrato sul sacro fuoco dell'organizzazione e di qualche jolly che di per certo avrete buttato giù...ma che per indole paragnosta non solo non è stato rivelato ma proprio alla fine quando ci si aspetta la vera "news" viene sostituita da altro.
Se fossi stata partenopea ci avresti dato il pacco ma tu che sei zenese-onesta il pezzo-da-novanta non lo hai calato ma in compenso hai deviato l'attenzione su una splendida zuppa di fagioli neri che io posso replicare solo senza peperoncino altrimenti devo consegnare una foto tessera per la mia lapide! :P ahahhaahahahaha
Come al solito è un vero piacere passare di qua...alla fine quel vostro caffè del Lunedì qui lo prendiamo quasi tutti i giorni insieme a te\voi...e devo dire che effettivamente non può mancare, sarebbe un vero peccato, vero?! :P
Per cortesia, adesso mi passi uno di quei biscotti prima che te li finisci tutti?! :P hahahaahahhahaha
Con il riso bianco è il tipico piatto poverissimo venezuelano, che si può arricchire con "cacio de mano e carne meciata".A me piaceva tantissimo e quando la cuoca lo faceva per gli operai, ne mangiavo sempre due porzioni.A Guido no, anche perchè dopo un anno di diarrea e diete, abbiamo scoperto che solo a sentire l'odore del cumino, gli dava questo fastidio.....!!!Comunque buonissimo e bello il racconto di amicizie e cose piacevoli che hai narrato.Buona giornata a tutti deny
RispondiEliminaAHAhaha organizzazione? parola a me sconosciuta!!! Non mi organizzo nelle cose di casa, figuriamoci con il blog! Che infatti rispecchia ciò che mi passa davanti... E le scadenze sono un vero dramma... "forse ce la faccio oggi a preparare la verza", tutti i giorni mi dico così! Intanto mi gusto questo caffè con voi. Io ho dovuto darmi una regolata, di caffè con le amiche ne prendevo uno tutti i giorni... Buona giornata!
RispondiEliminaSante parole..le ore, a volte solo i minuti, passati davanti al computer a...bloggare sono un toccasana, una vera chiacchierata virtuale rasserenante.-)
RispondiEliminaFagioli neri? Devo provarli!
Cinzia
Ti garantisco che se abitassi a Genova, lunedi mattina prenderei aspettativa tutte le settimane :D
RispondiEliminaMi piace tanto la presentazione!
RispondiEliminaper qualcuno come me che ha vissuto anni e anni in america latina...ti assicuro che questa ricetta mette nostalgia! che buona. in centroamerica si chiama sopa negra (zuppa nera) ed è un piatto poverissimo che viene accompagnato da riso e qualche volta da un uovo sodo.
RispondiEliminaun bacione
Mario, "paragnosta", così, di prima mattina, è roba che mi riconcilia col mondo :-D :-D quel che è peggio, è che non era voluto. Perchè le novità "piccole" le avete già viste, quella grossa è tanto grossa, ma tanto grossa che non riesco neppure a pensarla, senza farmi venire un attacco di ansia. Quindi, tornando a bomba, non era un depistaggio. Come dire che, anche senza volere, sono tremendamente paraculo :-) quando si dice "paragnosta inside" :-)))
RispondiEliminaDeny, addirittura le aggiunte! a noi è sembrata già molto ricca così e , ti ripeto, l'ho trovata sorprendente e ben equilibrata. Conosco poco la cucina sudamericana, ma quel poco che provo ogni volta mi piace proprio tanto.
Lucia, ma quanto durava, il caffè? perchè il problema, per noi, è sempre questo...:-) e sbrigati con quella verza :-) che ti stiamo aspettando!!
Cinzia, io ho trovato tantissimi amici, qui sopra. Reali e virtuali. Tornassi indietro, lo aprirei prima, un blog. Sempre con la Dani, sempre così- ma prima. concordo con te, da cima a fondo
Elga- ecco: a proposito di amici... ;-) ma noi mica ti vogliamo :-D :-D
scherzi a parte: MENO MALE che abitiamo lontane. E mi fermo qui, che è meglio (p.s. ordine Amazon, uk, partito!)
Passiflora: a me non tanto, invece. Ma all'ultimo minuto non ho trovato le ciotole giuste e così ho stravolto tutto il set. Dal "caldo-etnico" al "freddo- finger food". Ma se ti piace, son contenta
Eleonora: ma è questa, la famosa sopa negra? Sfido io che è così famosa... chissà perchè, la associavo ad una semplice minestra di fagioli neri e riso, non a questa preparazione, così profumata. Ripeto quello che ho scritto su a Deny: mi sa che mi converto alla cucina sudamericana...
ciao
ale
MA che io ti adoro..... chetelodicoaffà????
RispondiElimina@Alessandra (raravis)
RispondiEliminaSiano benedette le risposte paragnosta,
siano benedette le bombe annunciate ed aspettate come il miglior regalo che si possa ricevere,
siano benedetti i menùturistici quando sono di questa fattura,
sia benedetta la sana ironia che ti permette cara Raravis di dire quello che mai mi sarei permesso di scrivere...in questo il mito vero sei tu :))
PS
Posso prenderti a riferimento accademico per tutti quelli che l'autoironia non sanno nemmeno dove sta di casa?! :P ahahahahahahah
Ecco perché mi trasferirei a Genova anche domani: per il caffè del lunedì. Tu e la Dani discutete, spettegolate e organizzate (HAHAHAHAHAHA!!!), io ascolto e mi diverto e magari porto pure Gino... :-D
RispondiEliminaInutile dire che la sopa negra me gusta assai!!!
Ale questa volta hai messo insieme gli ingredienti che amo di più....fagioli neri e peperoncino!!!
RispondiEliminaA Savona c'è il mio bottegaio di fiducia che quanto a legumi, qualità di peperoncini e un'infinità di mix per il chili mi regala veramente delle soddisfazioni e delle punte di piccantezza difficilmente immaginabili!!
un bacione, Fabi
Ottima idea questa zuppa....anche i miei fagioli neri stanno per scadere per cui mi hai dato un'ottima idea ;)
RispondiEliminaMa devo postare armata per non farmi mangiare il commento?
RispondiEliminaMi ha mangiato quello di ieri, a quanto vedo...
SGRUNT!