Pio IX |
In via delle Muratte, a Roma, via che va da piazza Fontana di Trevi fino a via del Corso, nella prima metà dell’Ottocento c'era una trattoria alla moda, quella dell’Armellino, frequentata da personaggi di spicco come Massimo D’Azeglio e dal giovane conte Giovanni Mastai, destinato a salire nel 1846 al soglio pontificio con il nome di Pio IX, venuto a Roma per chiedere di essere ammesso nel Corpo della Guardia Nobile. Ancora il conte Mastai era un semplice abate, che ignorava che sarebbe divenuto non solo papa con il nome di Pio IX , figura amatissima e odiatissima al tempo stesso, con il pontificato più lungo della storia della Chiesa (San Pietro a parte!) e ultimo sovrano dello Stato Pontificio. Era lui, infatti, eletto al soglio pontificio quando nel 1870, alla caduta di Napoleone III, le truppe dei Savoia entrarono a Roma attraverso la breccia di Porta Pia, ponendo fine alla sovranità temporale dei "papi re". Il Papa, sostenendo di non poter avere gli spazi necessari per esercitare il suo ministero in piena libertà e autonomia dal Regno d'Italia, si ritirò nel Vaticano rifiutando di riconoscere il nuovo Stato e dichiarandosi prigioniero politico. Fu questa la situazione, la celebre Questione Romana, che si trascinò fino al 1929 e che fu risolta con i Patti Lateranensi.
Documento autografo di Pio IX |
Ma intanto Pio IX sempre chiuso all'interno di ciò che era rimasto del suo Stato promulgò il celebre "non expedit" con il quale richiese ai cattolici italiani e a tutti gli ecclesiastici che in Italia vivevano di non partecipare attivamente alla vita politica del nuovo Stato, l'Italia, che aveva commesso un atto gravissimo di violenza contro la Chiesa Romana. E nonostante nel 1871, venissero riconosciute dallo Stato Italiano i doveri e i diritti dell'autorità del Papa, Pio IX non accettò mai il nuovo Stato e scrisse anche al Re Vittorio Emanuele II, continuando a dichiararsi "prigioniero dello Stato Italiano".
Ma tutto questo, negli anni di cui stavamo parlando il giovane Conte Giovanni Maria Mastai Ferretti non lo immaginava ancora: era solo un giovane abate, appunto, che amava farsi servire, nella sua trattoria preferita, un piatto particolare. Era un semplice piatto di baccalà, ma ebbe così vasta eco che per anni la trattoria rimase celebre per avere nel suo menù questa prelibatezza, preparata con uvetta e sugo che dal suo nome divenne nota come il "baccalà alla Mastai".
Baccalà alla Mastai
ingredienti per 4
50 gr di uvetta
olio
1 cipolla o uno scalogno
400 gr di polpa di pomodoro (passata)
peperoncino
800 gr di filetto di baccalà
prezzemolo tritato ( io basilico)
Mettete 50 gr di uvetta in una ciotolina d'acqua. Affttate una cipolla e fatela dorare in un tegame con 2 cucchiai di olio e.v.o. Poi unite 400 gr di pomodoro, salate, unite il peperoncino e l'uvetta sgocciolata e cuocete per 12 minuti.
Tagliate 800 gr di filetto di baccalà ammollato a tocchi, privateli della pelle e delle spine, passateli nella farina e friggeteli in un tegame con l'olio.
Scolateli, posateli su carta assorbente da cucina per qualche istante, poi uniteli alla salsa preparata e completate con le foglioline di basilico spezzettato o prezzemolo tritato
Questo piatto è veramente gustoso e particolare nell'accostamento dell'uvetta con il pesce fritto passato nella salsa: per rendergli giustizia, ho usato una passata davvero squisita che ci ha regalato il nostro mitico Mario, e che valeva davvero la pena di utilizzare per qualcosa di speciale... Inoltre, essendo aromatizzata al basilico, ha fatto si che la mia scelta cadesse sulle foglie di quest'ultimo, invece che di prezzemolo per la rifinitura del piatto. Davvero un insieme eccellente
Buona giornata a tutti
Dani
Tagliate 800 gr di filetto di baccalà ammollato a tocchi, privateli della pelle e delle spine, passateli nella farina e friggeteli in un tegame con l'olio.
Scolateli, posateli su carta assorbente da cucina per qualche istante, poi uniteli alla salsa preparata e completate con le foglioline di basilico spezzettato o prezzemolo tritato
Questo piatto è veramente gustoso e particolare nell'accostamento dell'uvetta con il pesce fritto passato nella salsa: per rendergli giustizia, ho usato una passata davvero squisita che ci ha regalato il nostro mitico Mario, e che valeva davvero la pena di utilizzare per qualcosa di speciale... Inoltre, essendo aromatizzata al basilico, ha fatto si che la mia scelta cadesse sulle foglie di quest'ultimo, invece che di prezzemolo per la rifinitura del piatto. Davvero un insieme eccellente
Buona giornata a tutti
Dani
Quanto mi sono goduta questa post!
RispondiEliminaEd ora che sto per arrivare a Roma il baccalà non mi mancherà di certo...;-)
stefi che bello sei in Italia allora!!! Ma non salirai un po' più in su di Roma? tienici informate! Un bacione grande!
RispondiEliminaGrande post...da una parte ho spolverato un pò di ignoranza dal mio cervello...poi pensavo che anche il nostro Premier come Pio IX promulgava una sorta di "non expedit" per i Referendum...poi però :P ehehehehehehe
RispondiEliminaBattute sciocche a parte conosco la ricetta bene...ma mi mancava tutto il resto...adesso di certo avrà un sapore diverso la prox volta che lo mangerò :)
Grazie come sempre per questi deliziosi post. davvero! :)))))
Grande post...da una parte ho spolverato un pò di ignoranza dal mio cervello...poi pensavo che anche il nostro Premier come Pio IX promulgava una sorta di "non expedit" per i Referendum...poi però :P ehehehehehehe
RispondiEliminaBattute sciocche a parte conosco la ricetta bene...ma mi mancava tutto il resto...adesso di certo avrà un sapore diverso la prox volta che lo mangerò :)
Grazie come sempre per questi deliziosi post. davvero! :)))))
Quanto mi piaciono queste ricette così raccontate! Grazie.
RispondiElimina@ Mario spero tu abbia apprezzato anche la dedica implicita!!! Un super bacione
RispondiElimina@ Mi fa proprio piacere! buonissima giornata
Anche a me piacciono tanto queste ricette storiche!!! Grazie mille per questo splendido baccalà!!!
RispondiEliminaAssolutamente si...grazie a te....sono sempre spiazzato dalle dediche ehehehehehe...si vede che sono un 'animale' eh?! :P ahahahahahah
RispondiEliminaPS
Se vedi che mando i commenti 2 o 3 volte o spezzati sappi heho probl con blogger da stamattina...:(
Ho letto la vostra storia e vi ammiro per il lavoro che avete fatto e per le splendide iniziative... il post mi è piaciuto moltissimo, la curiosità storica abbinata alla ricetta è veramente azzeccata..
RispondiEliminaa presto
ale
dani, adooooro le tue ricette storiche! questo baccalà non lo conoscevo, ma con l'uvetta mi ispira davvero tantissimo. e un'aggiuntina di pinoli sarebbe un'eresia???
RispondiEliminabaci
...ma tu pensa, proprio ieri mi stavo cimentando per la preparazione di una serie di ricette al "bacalhau" per la seconda puntata di LisbonStory by le ciccete.... e questa tua mi mancava. Certo come le documenti tu è un'altra cosa, non so come fai!!!
RispondiEliminabesitos
@ chiaretta grazie! Mi piace molto l'idea di stuzzicare la vostra curiosità... :-) Bacioni
RispondiElimina@ Mario e io che pensavo che fosse perchè volevi ribadire con estrema forza la tua ammirazione per il post ;-)))!!
Vabbè mi accontenterò di un commento solo per volta :-(
Buona giornata e baci a entrambi
@ Grazie Ale delle tue parole! Ci fa piacere che il nostro lavoro ti piaccia e speriamo di ritrovarti spesso; da ora in poi! Buonissima giornata
@ Cri, no, non credo sarebbe un'eresia... magari tostati.... la ricetta originale non li prevede, ma perchè porre limiti all'ispirazione? :-))
@ Mai mi rendi orgogliosa del mio lavoro così!!! Grazie mille, ma sono curiosa e leggo e segno quel che mi piace e mi incuriosisce e poi mi ci tuffo! Saccheggia pure se ti serve!
Baci grandi
.... ma come, tu friggi in estate?! Credevo di essere io l'unica pazza...
RispondiEliminaoh mamma, ma dev'essere di una bontà incredibile questo piatto...
RispondiEliminaE io che ero rimasta al baccalà alla vicentina ( buonissimo tra l'altro)
Mi sa che devo allargare un pò i miei orizzonti baccaliferi....
Si vabbè, termine inesistente ma comprensibile...almeno credo ;)
Piatto da fare assolutamente!!!!!!
PS: Grazie per il commento di oggi, l'ho apprezzato molto.
Un bacione
Domanda da veneta: il baccalà di cui parli è quello ammollato o quello sotto sale? Ogni volta che si parla di baccalà al di fuori del Veneto mi assale questo dubbio atroce! Qualsiasi baccalà sia è una ricetta che ho già messo nella 'to do list' di Giorgio che, amante com'è del pomodoro...e del baccalà, me lo troverò nel piatto sicuramente una delle prossime sere...
RispondiEliminaUn abbraccio!
Valeria
@ Cara la mia ragazza io oso, si si si si io oso!!! Caldo per caldo almeno mi coccolo con qualche cosa di godurioso... non spesso, ma qualche volta.........Baci
RispondiElimina@ Viola, intanto ancora congratulazioni!!! e poi si, il baccalà è una goduria!!! Un bacione (Giorgia mi dice di farti i suoi complimenti... lei ha riconosciuto subito anche il tuo talento fotografico!!)
@ Vaaaaaaaaaaaaaaaleeeee tu e il super chef siete i miei miti!! Il baccalà è quello che sta in ammollo nelle vasche della pescheria, cioè dovrebbe essere quello dissalato, giusto? Comunque mi sono fatta aiutare a pulirlo dal mio pescivendolo e mi sono goduta al massimo questo piatto da re.... anzi no, scusa, da Papa Re!!!!
RispondiEliminain ritardo ma finalmente riesco a leggere il post che avevo solo adocchiato velocemente, non conoscevo ovviamente la storia ma neanche il baccalà alla Mastai! Grazie per i tuoi arricchimenti storici e arileggerti a settembre!!
RispondiEliminaBaci
Cris