Originario delle Langhe- del Monferrato, per la precisione- ma diffusosi ben presto in tutta la regione, il Bonet ha origini antichissime: è citato nelle liste delle portate dei banchetti delle corti minori del XIII secolo, in una versione che non prevedeva il cacao (la scoperta delle Americhe era di là da venire) ma solo una base di mandorle e nocciole, contenuta negli amaretti. Il nome significa “cappello” e più precisamente “berretto da notte”, mentre l'etimologia è incerta: secondo le versioni ufficiali, il Bonet era il nome del recipiente in cui si cucinava questo budino, così chiamato dalla forma arrotondata, che lo rendeva simile ad un copricapo. Secondo altri, invece, il nome gli deriva dal fatto che, essendo un dolce- anzi: “il” dolce, per eccellenza- esso veniva tradizionalmente servito a fine pranzo, a fare da “cappello” appunto all'intero pasto. Quale che sia la vera origine del nome, il Bonèt resta un dolce squisito, che ha resistito alle mode e ai mutamenti del gusto e che, ancora oggi, occupa un posto speciale nei menu dei ristoranti del Piemonte e nei ricettari domestici, nelle solite numerosissime variazioni : quella prescelta è una via di mezzo, fra le più antiche, ricchissime di uova, e le più moderne, più leggere.
1 litro di latte
8 uova intere
300 g di zucchero
15 amaretti di mombaruzzo
60 g di cacao
1 tazzina di rum o di fernet
Ridurre gli amaretti in polvere.
Sbattere le uova con 150 g di zucchero, ma senza montare troppo il composto,per evitare che il dolce venga spugnoso: quindi, non usare le fruste elettriche, ma una semplice forchetta. Aggiungere poi gli amaretti, il cacao, il rum e, in ultimo, il latte freddo, a filo, mescolando con cura in modo da amalgamare bene il tutto.
Qualcuno impasta gli amaretti con il liquore mentre li trita e aggiunge questo amalgama al composto.
Fate poi caramellare lo zucchero nello stampo, in questo modo: senza aggiungere acqua o altri elementi liquidi, mettete lo zucchero rimanente nello stampo e, tenendolo fra le mani, passatelo sulla fiamma vivace, avendo cura che lo zucchero caramelli e che ricopra bene tutto lo stampo. Se preferite, potete preparare un caramello da parte e con questo rivestire lo stampo da bonet
Preparare un bagnomaria versando dell' acqua tiepida, non bollente, in un recipiente che possa contenere lo stampo, avendo cura che il livello dell'acqua resti almeno due dita sotto il bordo. Riempire lo stampo con il composto del bonet e mettere in forno a 170° per 50 minuti.
Una volta terminata la cottura, togliere il bonet dal forno, ma lasciarlo immerso nel bagnomaria fino a completo raffreddamento del dolce.
Dopodiché, sformare su un piatto da portata e servire.
Seconda versione
10 tuorli
700 ml di latte
100 g di amaretti
150 g di zucchero
mezzo bicchierino di rum
50 g di cacao
il procedimento è lo stesso del precedente.
Come si diceva, esistono molte versioni di questo dolce: le più diffuse prevedono l'aggiunta di una tazzina di caffè e vi è chi porta il latte ad ebollizione con la scorza di un limone in infusione, prima di aggiungerlo al composto.
L'abbinamento è con un distillato, una grappa giovane di monovitigno dell'azienda Carlotta e Rivarola
L'abbinamento è con un distillato, una grappa giovane di monovitigno dell'azienda Carlotta e Rivarola
Si, ne esistono milioni di versioni: quella che ho io prevede il cioccolato fondente al posto del cacao.
RispondiEliminaMa insomma poco importa, so solo che è uno dei miei...budini ( si può chiamarlo così senza che si offenda? :-) preferiti.
Ciao!
Ottima panoramica sul bonet...ne ho parecchie ricette tra cui alcune segnate da alcune riviste ma non l'ho mai fatto...suppomgo sia il caso di cimentarmi vero?! :P ehehehehe
RispondiElimina...mi sta venendo l'insana idea di raccoglierne un po' di queste versioni...cosa ne dite, le confrontiamo e facciamo un lavoro a sei mani???
RispondiEliminaciao
ale
caspita che bontà !
RispondiEliminaCi son decine di ricette, davvero. La mia ad esempio, ovvero quella che mi e' stata tramandata in famiglia, e' bella tosta, carica di amaretti, uova, cacao e caffe'. Devo assolutamente esplorare altre versioni, questa mi sembra molto piu' delicata, sicuramente da provare :)
RispondiEliminaBuona giornata.
Katia, davvero, ti va di confrontarle? perchè a me piace da matti questo lavoro di ricerca e di recupero di tradizioni... la più carica che ho ha dieci uova su 700 ml di latte, ma non escludo che ci possano essere altre bombe ancora più esplosive di questa.
RispondiEliminaSe ti va, le raccogliamo tutte e poi boh? ce le mangiamo, cosa dici??? :-)
ciao
ale
cercavo questa ricetta da tempi memorabili, cioè dalla prima e unica volta che mangia questa delizia a casa dei miei zii di Torino!!!!
RispondiEliminala devo fare assolutamente, mi ricordo il sapore del dolce amaro che mi aveva mandato in tilt le papille gustative! GRAZIEEEEEEEEEEEE ^_^
si, l'ho fatto anch'io con non so quale ricetta (magari una trovata su qualche rivista o magari semplicemente sul Cucchiaio D'Argento - vecchissima edizione - in dotazione familiare) ed è buonissimo (e detto da me che non spasimo per i dolci al cioccolato.....) Prima o poi...lo rifaccio e magari con la ricetta di MT.
RispondiEliminadimenticata firma: Giulietta.
RispondiEliminaP.S.: porca puzzola!!! Devo mettere a posto questa storia dei commenti per non risultare anonima!!!!
Tempo fa ho fatto quello dell'araba ed è veramente buono.
RispondiEliminaChe bello il tuo con gli amaretti su.
Baci
sono appena stata nelle Langhe per un week end e al ristorante ho optato per la torta alle nocciole, lasciando il bonet al marito....ma mi è rimasta la voglia....quasi quasi me la autosoddisfo con questa ricetta......:)
RispondiEliminaquanto mi piace! la mia ricetta è presa da libri e riviste, proverò anche queste ;-P
RispondiEliminaFrancesca
Bella idea, la super raccolta sul bonet!
RispondiEliminaNella mia ora che penso manca il caramello fatto in anticipo, si fa da solo in cottura.
Dove te la mando, qui o via mail? ;-)
facciamo via e mail. Ne ho già ricevute un po'. Poi le mettiamo tutte insieme e ... cosa ne facciamo????? :-)
RispondiEliminala prima e ultima volta che l'ho fatto mi si è appiccicato come una ventosa al contenitore, non c'è stato verso, ce lo siam dovuti mangiare tutti insieme armati di cucchiaino. Per lo meno era buonissimo
RispondiEliminaBeh, io comincio a copiarmi la ricetta :) mi concedo pero' l'aggiunta di una grattatina di limone e pochissimo caffe' ristretto giusto per onorare le tradizioni :) E ti faro' sapere...
RispondiEliminaA presto
K