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lunedì 24 ottobre 2011

Una pessima annata. E un favoloso Bonet. E una novità...

pranzo formaggi Ale (31)

"Signora, se ancora dovessimo vivere solo dei prodotti della terra, questo sarebbe un anno di carestia". 
Sono queste le parole che hanno sugellato l'infruttuosa missione materna nel paesino del Cuneense che, da anni, ci rifornisce di castagne, marroni e noci. Che stavolta, oltretutto, mia madre si era pure offerta di sbucciare/sgusciare, sbollentare/tostare, dando la stura alla realizzazione di una serie infinita di ricette meravigliose, il cui unico ostacolo, per la mia innata pigrizia, erano appunto i fastidi dei preliminari richiesti per rendere commestibili questi frutti. 
E invece, niente. 
Missione fallita.

La terra è secca, inaridita dai capricci di una pioggia che qui al nord è al momento solo un ricordo lontano, a cui pensiamo con nostalgia e ancor più spesso con paura, visto che non passa anno che qualche città non paghi il suo rassegnato tributo alle alluvioni, proprio in questo periodo: di solito, Genova è sempre presente, con disastri che infliggono ferite che restano aperte per anni e il cui dolore si rinnova, quando si sente che la stessa sorte è toccata ad altri. 
Però, per il momento, si sta all'asciutto, noi e le nostre dispense.
E quindi, di riflesso, anche questo blog che da sempre si nutre di quello che offre il mercato. E il mercato biologico, "quello per davvero".

castagne

E' da vent'anni che ho un sasso nella scarpa, a riguardo. 
Perchè è da vent'anni che si è scoperto che una delle tante allergie alimentari che mi affliggono dipende da un particolare tipo di concime che si è soiti spalmare sul fusto degli alberi da frutta. Detta così, è semplice. Vissuta, è tutta un'altra storia. Provate a tirarvi su un figlio che appena tocca un frutto muore- o che appena va in campagna, inspiegabilmente, gonfia come un pallone e moltiplicate tutto questo per 365 giorni all'anno- in anni in cui la sensibilità a certe malattie era ben di là da venire e tu eri sempre quella piena di storie e "uh, che schifo, è tutta gonfia"- e giù risate. Quando non ti abbandonavano svenuta per strada, rea di aver mangiato qualcosa che ti aveva provocato uno choc anafilattico. La penultima diagnosi, un anno in cui avevo davvero rischiato la vita, e per due volte di fila, era stata "vienici a dire che cos'hai", alla faccia della montagna di test e di buchi sulle braccia che mi avevano fatto. L'ultima, grazie al cielo, era quella giusta. La spinta alla ricerca fu data da internet e dalle potenzialità di una rete che aveva permesso di confrontare dati altrimenti irreperibili e da lì in poi era stato tutto facile: "allergie ecologiche" le avevano chiamate e se anche non si era trovato un vaccino, le nubi all'orizzonte si dipanavano. In primis, non ero più sola. E poi, stava arrivando il biologico. 

"Ok, non credermi: spiegami solo com'è che se mangio biologico gonfio lo stesso". E' stato un ritornello infinito, questo, che ho ripetuto sempre più stancamente di fronte ai vari sacerdoti del mangiar sano che ho incontrato in questi anni. Artefici di spese scellerate, di atti di fede cieca e incondizionata, di crociate senza senso, in nome di una scelta sacrosanta triturata dagli ingranaggi del business e di certa ideologia. Se ho smesso di replicare era per il solito motivo per cui, anni prima, preferivo dire che non mangiavo la frutta perchè ero sazia- ovvero, per non farmi prendere per scema. E perché, negli anni, ho riscoperto i frutti della terra, quelli che dalla terra nascevano davvero, senza bisogno di fertilizzanti o di aiutini di nessun tipo. Certo, non erano a portata di mano, nel banco frigo del supermercato "biologico" sotto casa; certo, dovevi consumarli in giornata; certo, dovevi pagarli un pochino di più. Ma la gioia di potermi ricordare il sapore delle ciliegie, delle albicocche, delle nespole e di gran parte della frutta a cui non sono allergica, se pura, mi ha ripagato e mi ripaga di tutti i sacrifici che devo fare per entrarne in possesso. 


carlotta e rivarola


Tutta questa lunga premessa per dire che, quest'estate, la Dani ed io abbiamo fatto un po' di giri mirati, per prodotti e produttori. L'occasione era stata offerta dal progetto di Gente del Fud e siccome eravamo in pausa da blog e per un certo periodo pure insieme, abbiamo iniziato a guardarci un po' attorno. E abbiamo scoperto le molte facce del biologico: parafrasando il buon De Andrè, c'è chi il biologico lo fa per gioco, chi se lo sceglie per professione e chi, grazie al cielo, continua a farlo per passione. E' a questi piccoli produttori, che pagano a durissimo prezzo una scelta di integrità globale, che parte da loro stessi e si trasmette ai loro prodotti, che abbiamo deciso di regalare un po' di spazio nel nostro blog: con qualcuno saranno appuntamenti fissi, con qualcun altro semplici presentazioni, con qualcun altro ancora -forse, chissà- qualcosina di più. In molti casi si tratta di fornitori di vecchia data, in altri di nuove conoscenze, tutti accomunati, però, da una scelta di vita che non conosce altri compromessi che quelli a cui ti costringe la natura, pessime annate comprese. E pazienza, quindi, se quest'anno non mangeremo castagne. Lo scotto da pagare alla genuinità è anche la rinuncia: ma di fronte a queste realtà, fatte di sacrificio, di sudore vero e di un amore sconfinato per la propria terra e le proprie tradizioni, lo paghiamo volentieri. 

Va da sè che, in origine, questo post sarebbe dovuto essere diviso in due: la parte precedente di presentazione, la parte che segue "di sostanza". Al solito, il tempo è quello che è e la capacità di gestirmelo è ancora peggio e così mi restano solo pochissime righe per sintetizzare in che cosa consisterà la nuova rubrica quindicinale (rido da sola) di MT, in collaborazione con uno dei produttori che abbiamo selezionato quest'estate, l'azienda agricola Carlotta e Rivarola di cui spero-promitto- iuro di parlarvi più a lungo nei prossimi post. Per ora vi bastino due cose: la prima, è che la premessa di cui sopra è stata scritta pensando (anche) a questo produttore; la seconda è che se mai dovrete ringraziare qualcuno per vedervi svelate tutte o quasi le ricette di famiglia della mia nonna monferrina e dintorni :-), questo è il signor Francesco Torello che, oltre ad essere l'anima dell'azienda, è stato l'ispiratore di questa nuova rubrica. Noi vi parleremo della cucina del Monferrato e lui vi parlerà dei suoi vini e dei suoi distillati, scelti di volta in volta sulla base del piatto prescelto. A completare il quadro, ci si è messo il regressus ad uterum della sottoscritta che in questi mesi è tornata alle radici, ai pranzi di famiglia e agli amarcord, culminati nel possesso di uno stock di quadernetti con tutte le ricette di una volta, che parlano la lingua ricca e variegata del ramo paterno monferrino, fatto di agrodolci, conserve e gran bolliti e dolci morbidi e golosi, per i quali le levatacce mattutine per andare al paese della nonna erano meno dolorose, per me e mia sorella bambine. Non è un caso, quindi che si cominci proprio con il bonet, per anni il dolce più amato (per la morbidezza e il sapore di cioccolato) e più odiato (per il  retrogusto del rum) da noi bambini, l'immancabile chiusura di ogni pranzo che si rispetti, in quelle colline e un signor dessert, a tutte le latitudini di questo mondo.
La ricetta è qui.
Buona settimana
Ale

16 commenti :

  1. Un'altra delle vostre iniziative da dieci e lode.
    Che dire, se non un sentito grazie????

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  2. Capisco benissimo il problema di intolleranze e allergie :( E poi, mica sarà un caso se i casi stanno crescendo a dismisura negli anni???

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  3. Coraggiosa la linea delineata...conoscendoti un poco non sarà stata nemmeno sottovalutata...e quindi per il momento complimenti per la sempre vivacità che vi contraddistingue ;)

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  4. Siete un ...mito e MT con voi! Giulietta

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  5. Bello, inaspettato, interessante. Certo che siete piene di risorse, ma siete davvero in 2 o in 22??
    Un bacione, vado a leggere di bonet.

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  6. Grande rubrica dedicata ai produttori meritevoli, mi piace! Dimmi che vendono anche on line, così possiamo procurarci i loro prodotti anche noi!!! :-)))

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  7. bellissima iniziativa aleeeee ^_^....sai che non sapevo ci fosse l'allergia ecologica :O
    l'importante è che tutto possa risolversi...ti mando un raggio di sole stella <3

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  8. Grazie a voi, come sempre, nella speranza che ci seguiate. Abbiamo deciso di strutturare questa iniziativa a rubriche, per il semplice motivo che per noi non ha senso lavorare a spot. Come dicevo nel post, la maggior parte di questi produttori sono vecchie conoscenze, con cui abbiamo rapporti consolidati da tempo e di cui, pertanto, conosciamo bene tutti i prodotti. Esaurire in un solo post tutta questa ricchezza non farebbe onore alla loro fatica e al loro impegno: per cui, aspettatevi un po' di sorprese, su questo fronte.
    Per quanto riguarda l'aumento delle allergie, Gaia, non posso che confermarlo: io parlo da "vittima", mettiamola così, e quindi sono un po' più sensibile di altri all'argomento: però, credimi, non sai quanta rabbia mi sia fatta, in questi anni, quando dicevo che non tutto il biologico lo è per davvero e che anzi, qualcosa ha il sapore di una truffa legalizzata-e mi sentivo rispondere che non capivo niente. Ora, per fortuna, molti nodi sono venuti al pettine (ma molti altri sono ancora ben ben nascosti): io mi auguro che una informazione sempre più onesta possa orientare a scelte di consumo più intelligenti, che valorizzino la serietà di chi ancora continua a produrre come una volta, senza scendere a compromessi con chicchessia. Speriamo in bene, va...


    Mapi, qualcuno vende on line, qualcuno non ha neanche il tempo di aprirsi un sito :-) Però, sono tutti contattabili e di sicuro un modo per avere i loro prodotti si trova..
    ciao
    ale

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  9. ottima iniziativa! ma quante idee fantastiche che vi frullano per la testa e il bello è che le mettete anche in pratica!!!
    sono da sempre una fan del biologico, anche quando in italia era davvero poco diffuso, e sono stata presa in giro molte volte... a mia figlia ho sempre e solo dato alimenti biologici dal primo giorno di svezzamento (facendomi un sacco di strada per scovarli, altro che chilometro zero mannaggia!!). corro a vedere il sito di torello e a leggermi la ricetta del bonet.......

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  10. ottima iniziativa!
    e comunque, anche il mio medico di base (omeopata) sostiene che appunto l'uso e l'abuso di concimi, antiparassitari ecc ecc è il principale responsabile dell'insorgere di tutte queste allergie e intolleranze.
    riguardo le castagne son tristissima...anche il mio castagno quest'anno non ha prodotto nulla!

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  11. Altra gran bella iniziativa. Se si va anche di bonet poi, è solo un piacere.
    Fa-bio

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  12. Cristina e Salamander, siamo sintonizzate. E' per questo che non perdono certe ambiguità, in settori dove la trasparenza dovrebbe essere essenziale. come fa il "biologico" a reggere la grande distribuzione, mi chiedo? E com'è che i prodotto "biologici" che dimentico nel frigo dopo dieci giorni sono identici a quando li ho comprati, mentre quelli che raccolgo nell'orto di mia suocera, dove so che non viene dato loro altro che acqua, devono essere consumati nel giro di pochissimo tempo? E perchè se mangio gli uni, finisco al Pronto soccorso, mentre posso rimpinzarmi finche voglio degli altri e non succede nulla? Sono queste le domande che ponevo, negli anni passati: e ora, grazie al cielo, inizia ad arrivare qualche risposta.

    Fa-bio: per questa volta, ti perdono. Lasciami solo smettere di ridere...:-)))

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  13. Evviva i produttori seri e le blogger brave!

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  14. per fortuna posso solo immaginare quanti problemi seri derivino dalle allergie, ben vengano i produttori appassionati e soprattutto onesti del biologico, interessante rubrica, come sempre! :-)

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  15. Questo post spiega perfettamente il senso che ha un progetto come Gente del Fud. Grazie!

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  16. Cavolo...io non mi sono mai resa conto di questa differenza di prodotti, dei concimi e pesticidi che perfino frutti/verdure biologiche possono avere. Del tutto ingenua!
    Sono nata in umbria, e mio padre oltre a lavorare, coltivava sempre il suo orto come passione. Come risultato io ho e ho sempre avuto frutta fresca e verdure fresche di stagione a portata di mano. Certo, magari svegliarsi alle quattro di mattina per fare il passato di pomodori per tutto l'anno non mi ha mai entusiasmato, ma ora che mi stò appassionando alla pasticceria, quando cerco una marmellata o un frutto di stagione, è una bella soddisfazione aprire il frigo di casa o dirigermi verso la fruttiera (grazie papà) e trovare quello che mi serve.
    Sono orgogliosa!
    Elisa (emily86)

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