Confesso di aver esitato parecchio prima di proporre questa ricetta agli amici delle (St)Renne: non tanto per la carta d'identità di questa minestra, che è antichissima, specie nella versione povera, quanto per l'ingrediente principale, che non è propriamente roba da blog. Sto parlando della trippa, oggi poco presente sulle tavole reali e virtuali delle nostre cucine ma un tempo diffusissima, almeno qui a Genova, dove le tripperie abbondavano. Non dico che ce ne fosse una in ogni angolo, ma una in ogni quartiere, sì: così come era facile trovarla sui banchi del macellaio, senza doverlo ogni volta supplicare per l'ordinazione. Anzi, a pensarci bene, temo che la mia avversione per la trippa debba imputarsi proprio a queste botteghe che, già al mattino, iniziavano a lavarla e a preparare i brodi. A me toccava passare davanti ad una di queste, d'estate, tutti i santi giorni e vi assicuro che avrei dato qualsiasi cosa per un percorso alternativo che purtroppo non c'era. Da allora, sono diventata un mostro nelle immersioni in apnea, ma di trippa neanche a parlarne.
Chi si duole di più di questa faccenda è ovviamente il marito che, invece, ne è un grande estimatore: tuttavia, la sua è la generazione di chi non ha mai messo piede in una tripperia nè mai ha provato l'esperienza quasi mistica della scodella del brodo, servita e consumata direttamente ai tavoloni di marmo, all'interno del locale. Queste sono le storie di mio papà, quando ancora non si usava ristorarsi dalle notti brave con la focaccia della prima infornata del fornaio aperto la notte. E le generazioni ancora precedenti la servivano come cibo ristoratore: noi siamo terra di portuali e di camalli, gente avvezza alla fatica della notte che, a metà del loro lavoro, si concedeva una pausa, prendendo un brodo ristoratore in una delle tante osterie che allora affollavano il nostro angiporto.
Ma l'origine di questa zuppa è assai più antica- e il suo uso originario assai più drammatico. Essa era infatti l'ultimo pasto dei condannati a morte, passando caritatevolmente dalle mani degli "sbirri" (da qui il nome) che erano di guardia alla Torre Grimaldina, nelle prigioni di Palazzo Ducale e che si concentravano attorno all'Oratorio di Sant'Antonio, da loro detto "dei Birri". La menzione non è casuale, perchè ci permette di datare l'origine di questo piatto all'anno di fondazione dell'oratorio, quel 1479 che si colloca al di qua della scoperta dell'America- e quindi dell'importazione di patate e pomodori: la vera sbira, quindi, è quella che qui sopra, per comodità, abbiamo chiamato "povera"- ma che forse avrebbe avuto senso battezzare "antica"- proprio per l'assenza di questi due ingredienti che, invece, arricchiranno la versione più sostanziosa e saranno il perenne accompagnamento delle trippe, qui a Genova.
Mi fermo qui e- come ben sa chi mi conosce- è una forzatura: dipendesse da me, starei a parlarvi della mia città per ore e ore. Ma il tempo incalza e le ricette sono due, per cui è il caso di passare alla parte operativa che, come tutto ciò che riguarda quello che a me non piace, è gravata interamente sulle spalle di mia mamma. Io mi sono limitata a "camallare" le zuppe fino a casa e il marito si è sacrificato ad assaggiarle, interrompendo i ferrei propositi di altrettanto ferreo digiuno, formulati nelanche mezz'ora prima. Gli ho tolto a forza la terza scodella- il che presumo valga come attestato di gradimento...
LA SBIRA- versione povera
In origine, come vi dicevo, non c'erano nè pomodori, nè patate, ma solo un buon brodo di trippa, profumato col rosmarino e reso deciso dalla presenza dell'aglio.
Trippa del tipo Centopelle (tagliata a listarelle), circa un kg
Olio EVO
Rosmarino
Aglio
Alloro
Sedano
Carota
Sale
Pepe
Parmigiano reggiano grattugiato
Fare imbiondire l'aglio nell'olio e poi soffriggere il sedano e la carota, finimente tritati. Aggiungere la trippa, tagliata in strisce sottili, far insaporire, salare, pepare, aggiungere il rosmarino e coprire con acqua. Mettere il coperchio e far cuocere a fiamma lenta per un'ora e mezza, mescolando di tanto in tanto per evitare che le trippe si attacchino al fondo della pentola.
Servire con pane abbrustolito e una bella manciata di Parmigiano.
LA SBIRA- versione ricca
(ricetta tratta da "Ricette di Osterie e Genti di Liguria-Slow Food Editore, con qualche modifica)
Piccola premessa: questa versione prevederebbe il midollo di bue, che però oggi non si trova e si può quindi sostituire con il lardo. Abbondano le patate e i pomodori, che qui entrano nella forma appetitosa del sugo di carne (il famoso tuccu, l'antesignano della Genovese): nella ricetta che riporto, la carne non c'è; nella ricetta di mia madre, ce n'è qualche pezzo, ad arricchire ulteriormente un piatto già ricco di suo.
Per 4 persone
un kg di trippe (centopelle)
70 g di burro
mezzo bicchiere d'olio EVO
50 g di lardo o midollo di bue
una cipolla
una costa di sedano
una carota
un ciuffo di prezzemolo
20 g di funghi secchi
qualche pinolo
mezzo bicchiere di vino bianco secco
fette di pane abbrustolito
brodo caldo
4 patate lesse
1 manciata di grana
sale
Tagliate la trippa a listarelle. Mettete in casseruola il burro, il lardo (o il midollo) e l'olio d'oliva. rosolatevi le verdure e i funghi, tutto tritato. Raggiunta la doratura, unite le trippe, alcuni pinoli pestati, il vino, che farete sfumare. rimestate, salate e versate il sugo di carne già preparato. A fuoco lento, fate cuocere, a casseruola coperta, per un'ora e mezza. Mettete sul fondo di ciotole capaci il pane tostato che avrete inzuppato di brodo caldo, spolveratelo con frana, aggiungervi le patate a pezzi, un mestolo di trippa e un mestolo di sugo.
Trattandosi di "roba da Strenne", vi ricordo gli appuntamenti di questa settimana, che per noi è l'ultima: domani ci sono Fabio&Annalu, mercoledì c'è Stefania, giovedì Flavia e venerdì Mapi. La settimana prossima, tocca alle Strenne per un mese, vale a dire Eleonora, Mai, Greta, Loredana e Simonetta, ciascuna delle quali proporrà un'altra minestra di tradizione. Per aggiudicarsi l'ambito titolo di cui sopra (a scando si equivoci, Strenne per un mese) è necessario partecipare alla gara indetta da Stefania: basta inviare all'indirizzo del suo blog una ricetta che riprenda il tema scelto da noi Strenne per il mese in corso, in questo caso, le zuppe, in versione senza glutine. Dopodichè, verranno scelti i 5 vincitori, che parteciperanno con noi alla prossima raccolta- e così via. Dettagli, retroscena, ricchi premi e cotillons tutti qui.
buona settimana
ale
La trippa è uno dei pochi alimenti che non mi riesce proprio di ingollare, è più forte di me; mi è capitato una volta, da studentessa universitaria, di andare a casa di un'amica la domenica perché stavamo preparando un esame insieme. L'invito a pranzo era insito in quello allo studio e sua mamma aveva fatto il risotto alla trippa. Mi sono sforzata di mangiarlo tutto, ma giunta a metà piatto mi sono resa conto che stavo per tirare su tutto, così ho messo da parte il primo bocconcino di trippa. "Te piàs no?" mi ha chiesto prontamente sua madre, mortificandomi oltre ogni dire, ma davvero non ce la facevo più...
RispondiEliminaPerò devo dirti che ho apprezzato tantissimo il tuo post introduttivo, che tradisce ancora una volta il grande amore che hai per la tua città e per la tua Terra di Liguria.
Un abbraccio.
io non l'ho MAI assaggiata. Quindi, sono platealmente colpevole. Però, quell'odore mi ha ucciso e da allora non riesco neanche ad avvicinarmi. A sentire i miei familiari, da entrambe le parti, non so cosa mi perdo: Giulio ci impazzisce e gli amanti della trippa esistono. L'unica nota di dispiacere, da Genovese, è la progressiva chiusura delle tante tripperie di cui parlavo prima: ne è rimasta una sola, in Vico Casana, con ancora tutta l'attrezzatura di un temppo, pentoloni e tavoli di marmo compresi... magari, sabato vi faccio fare un giro lì :-)
EliminaA me la stessa cosa succede per i sanguinacci, unico alimento al mondo che non ho mai assaggiato né assaggerò mai perché accanto a casa nostra c'era una macelleria che li preparava spandendo quell'odore (per me) terrificante per tutta la via... invece le trippe sì, mi piacciono!
EliminaMeiying
no no Ale, ce n'è una fantastica in via Torti vicino al mercato! Da Mario!
EliminaQuella in vico Casana è più bella con i pentoloni di rame lucidi, ma M;ario è imbattibile!!!!
Fammi salutare la Marina, che è da troppo tempo che manca da qui... e poi, parliamo dei sanguinacci, altra cosa che mi sforzo di mandar giù, ma proprio non ci riesco. E qui ho anche il problema dei soci spagnoli di mio marito, che ogni tanto me li offrono, tutti orgogliosi- e mi tocca mandarli giù ..:-/
EliminaVitto, mi sa che dovrò bazzicare più spesso in quelle zone... col fatto che mi muovo in macchina, le taglio sempre... ma più parlo con te e più mi dico che mi devo ravvedere...
però, aspetta, ora che ci penso: di tripperie, di sicuro ce n'è... io parlavo di quelle di una volta... a parte vico Casana, cosa c'è rimasto?
Elimina(e comunque, sia chiaro che ci mando il marito, a comprarla!)
Io adoro la trippa, qui da noi nel milanese è un piatto abbastanza comune e cucinato spesso. Si prepara con un misto di trippe e tante verdure. Grazie per avermi fatto scoprire una ricetta che non conoscevo.
RispondiEliminaDida, neppure io non conosco questa tua ricetta. Noi, per esempio, la trippa in umido la facciamo con le fagiolane e le patate- e sempre il pomodoro. Ma altre verdure, no... se ti fa ppiacere lasciarmi la ricetta, il nostro indirizzo è menuturistico@gmail.com
Eliminaciao
Ti ho mandato una mail.
EliminaCiao.
grazie!
EliminaAhahahah, vedo che non sono l'unica a non apprezzare la trippa, e a chiedere l'aiuto di mammà pur di portare in tavola, bloggisticamente parlando, una sostanziosa minestra. L'unica diffeenza è il marito. Il mio nemmeno si sognerebbe di notte di avviinarsi an piatto di trippa. Bacioni!
RispondiEliminal'ho vistaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!! giusto mentre riflettevo sulla telepatia, ho dato un'occhiata al posto precedente quello delle ultime tagliatelle e ho pensato "non ci credo" :-))))pure la mamma dietro ai fornelli!!! Ora passo a guardarmela con calma, ma dal poco che ho visto ho notato differenze che mi intrigano assai. e poi, ormai, tua mamma è una garanzia, qui sopra!
Eliminaciao
Mi piace questo approccio alla cucina, dovresti saperlo e so che potrei anche a trovare il tempo di leggerti per ore quando parli di Genova perchè le parole pesano il doppio rispetto a quando le usi per altro...detto ciò scappo...adoro la trippa e non la mangio mai perchè MissD. non la sopporta...mi annoto la nota storica ed il profumo di questo piatto.
RispondiEliminaPS
Siamo ancora scompa :))) ahahahhaaha
riapparite, vi prego... sennò finisce che ci tocca organizzare il pullman del pellegrino, in quel di Roma- Napoli e aspettarvi col naso in su :-))))
Elimina"leggermi per ore" avrebbe più senso se fosse "ascoltarmi"- magari non per ore, ma per quanto basta a farvi fare un giro per questa città che vi aspetta. E non dico altro :-)
ciao
Mai scomparsi comunque...presente\i ma meno invadenti del solito e di certo solo per situazioni nostre ma è così carino darti una colpa che mi sembra quasi brutto non farlo...tanto poi una ragione concreta la si trova :anche P
EliminaPS
E poi sicuro che vuoi che ritorni soprattutto in quel del "Gattopardo"?? :D ahahahahaaha
Scherzi a parte, grazie per avermi detto che era tutto ok il mio commento (in merito ai primi capitoli...) su quel post anche se avevi scritto che l'accento era sulla parola "signore" :))
A ragion veduta potevo anche evitarlo partendo però io dal presupposto che il bello dei confronti è che questi ci siano non che vadano evitate. Detto ciò ti ribadisco in merito di pensarci sempre se pubblicare quello che ti mando e sono serissimo, perchè potrei avere una visione parziale del momento e fare danni in modo realmente non voluto, in questo l'ago della bilancia del buon senso lo hai tu e quindi è giusto che ti chieda ti avere un occhio in più in merito.
a quasi tre anni di blog, ho rivisto molte delle mie posizioni sulla moderazione dei commenti. Prima, la intendevo solo come censura, con tutta l'accezione negativa che consegue- e quindi aborrivo da qualsiasi ipotesi in tal senso. Si pubblica tutto- e si risponde. A distanza di tutto questo tempo, invece, sono a mia volta più moderata. Ricordo perfettamente i tre commenti che non ho pubblicato, il primo perchè di cattivo gusto, gli altri due perchè fini a polemiche sterili e costruite ad arte. Ma tutte le critiche, i punti di vista differenti non solo vengono pubblicati, ma hanno una sorta di corsia preferenziale, perchè servono a suscitare confronti e offrono sempre punti di vista nuovi. Se la "piazza" di MT ha la qualità che ha, è grazie alle persone intelligenti che hanno la gentilezza di dedicare 5 minuti del loro tempo a questo blog. Tu sei fra quelli (cosa mi tocca dire...) e quindi, giovedì sera, ti aspettiamo (cosa mi tocca dire 2 :-)))))
EliminaLeggo veramente con piacere questo interessantissimo post.
RispondiEliminaLa trippa però proprio non ce la posso fare :-(
idem. :-)
Eliminaho dovuto piegarmi all'imperativo della tradizione- e a genova, dopo il minestrone, abbiamo questa. Anzi, proprio perchè poco conosciuta, meritava di più. Ma le trippe, proprio no...
Io la faccio la trippa e ci piace molto...quando la rifo' posto tutto...ma se preparo la tua e a mio marito dico il tuo nome nn la mangia!!! ahahahahaha ottima ricetta adoro le ricette tradizionali e nn voglio che vadano perdute ^_^
RispondiEliminarido, Monia!!! guarda che parli con una che alla riapertura dell'ufficio, mentre tutti cercavano di far vedere che erano contenti di rientrare dalle ferie, ha portato una torta chiamata "funeral pie"... non so se rendo... certo che comunque "zuppa del condannato a morte" sarebbe un po' tanto macabro..:-))))
Eliminaaspetto che posti tutto, così mi dici se vi è piaciuta o no
ciao
ale
Oh ma qui la trippa non la regge nessunoooooo?
RispondiEliminaGiusto ieri ne ho fatto un bel pentolone. Un chilo di trippa mista più patate e tutto il resto. Spazzolato in 5 e non è che prima non avessimo mangiato nulla. SOlo un assaggino di taglierini al ragù.... giusto per aprire lo stomaco!!!!!!
E non parlare di fermi propositi per favore!!!! anche io li avevo fatti. Mente cucinavo mi giuravo e spergiuravo che avrei solo assaggiato e poi mi sarei saziata con un piattone di radicchio e pomodori..... e ci credevo anche!!!!!
Di pure al marito che se passa a pranzo ne è avanzata giusto giusto una scodella.
ahahahahahahahah... non glielo dico, guarda, perchè finisce davvero che te lo trovi dalla porta! fra l'altro, lui la sbira non l'aveva mai assaggiata, perchè le trippe di mia suocera son quelle clssiche, in umido, alla genovese. Mia madre le fa un po' diverse, ma siamo lì. Questa versione, invece, non ricordo che sia mai stata preparata e se non fosse stato per le Strenne, neanche mi sarebbe venuta in mente. Non so se la conosci nemmeno tu, che pure sei la più grande cultrice di "cose genovesi" che conosca... quasi quasi giro a te l'invito: ne ho giusto due avanzi, pranzo o cena non fa differenza!
EliminaLa mia ricetta è di trippa in umido, ma è praticamente identica alla tua Sbira rossa qui sopra. Dalla cuciniera, la chiama trippa all'antica. Direi che nella mia mancano solo i pinoli, però ci stanno bene infatti ero tentata di metterli. Non l'ho fatto perchè avevo invitato Marco ...........e sua mamma che mi avrebbe criticato moltissimo!!!!! eh......... :-))))
EliminaIo poi la lascio più brodosa proprio perchè mi piace fare la puccia! La prossima volta metto anche il pane tostato!!!!
mmmmmm che buona, la rifarei già......
e falla, no? poi la metti sul tuo blog- e io vengo a rispondere all'indovinello di cui sotto :-D :-D :-D
EliminaOh....grazie!!!! Finalmente qualcuno che lo ice chiaramente..... a me la trippa non piace!!!! Mentre ai miei genitori e più di tutti al maritozzo piace troppo la trippa!!!! E quindi che la cucinino loro e la suocera..anche io i ricordi negativi li riporto all'infanzia...alla visione della trippa nel bancone del macellaio e all'odore in cottura..... non ce
RispondiEliminala posso fare!!Ma ti dico anche che quando verremo a Genova se tua mamma prepara la Sbira Genovese per PAo e tuo marito.... io e te andiamo in giro per la tua bella città a braccetto mentre tu mi farai da guida turistica !!! :D xoxoxoxo, Flavia
ti prendo in parola. e inizio il count down :-)
Eliminatrippaaaaa??? vade retro!!!!!!
RispondiEliminaperò quanto mi piace quella cocotte... ;)))
grande ale!
quella lilla, vero? vederla e volerla è stato tutt'uno... ecchissenefrega se i condannati a morte non avranno goduto di quel servizio!!!!
EliminaLa trippa l'ho sempre schifata ma recentemente mi sono accostata al panino col lampredotto, che qui praticamente serve a svezzare i bambini, e ti dirò che ci aveva il suo perché.
RispondiEliminaio, invece, ho saltato pure quello. Ma il marito se lo è mangiato tutto, pure con doverosa et abbondante colata di salsa verde- e pure senza macchiarsi, una tantum. E ha sostenuto, alla fine, che meritava un secondo assaggio..."la prossima volta che si torna", ho risposto, sbarrandogli la strada. Quindi, se mai riusciremo a tornare a Firenze senza far passare un altro lustro, saprò chi ringraziare...
Eliminaciao!!!
IO MI PRENOTO PER SABATOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!
RispondiEliminaed è tutto dire!!!!!!
ahahahahah!!!!!!!!
Diana
la sbira noooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!! ma tutto il resto, ti tocca!!!!
EliminaFaccio parte anch'io del club (piuttosto affollato, a dir la verità....) di quelli che "vade retro trippa" e il mio povero marito la mangia solo dalla sua mamma (bravissima !). In ogni caso apprezzo molto le ricette storiche: manderò il liink ai miei due amici genovesi DOC, emigrati in Adriatico da anni....
RispondiEliminapenso che sia un problema legato ad un rifiuto generale del quinto quarto, che ha colpito chi è intorno ai miei anni e i più giovani: niente frattaglie, in nome di pezzi più nobili ma assolutamente meno saporiti. Io son quella del filetto, che devo coprire con salse di ogni tipo, per fargli prendere sapore, mentre se mi rivolgessi a pezzi meno pregiati ma più gustosi avrei forse più soddisfazione. Non so, onestamente- e altrettanto onestamente mi dispiace. A mia parziale discolpa,ho una figlia carnivora, che addenta la carne grassa, succhia costine di agnello e maiale e mangia pure la lingua. Basterà, per fare ammenda- o dovrò farle provare la trippa?
Eliminaciao1
Da me il 5 quarto è di casa..... quasi tutto.
EliminaNon vi dico quando ho servito delle frittelline morbide morbide impanate e dorate nel burro.
DOPO ho detto "volete sapere cos'era?"
risposta deei 2 uomini "nooooooooooooooooooo" ...però se le erano sbafate con gusto e senza vivisezionare nulla!
P.S. erano fettine di "granelli" deliziose, divine, superbe! .-)
glielo diciamo, cosa sono i "granelli", Vitto???
Eliminanooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo :-))))
No no no, giochiamo agli indovinelli!!!!!
Eliminahihihihihi
evvabene.....no sbira...:-(((.....sono pronta per il resto, speriamo che gli scioperi non c'impediscano di arrivare, piuttosto m'imbarco sul canotto ...........faro' un'entrata trionfale sotto la Lanterna!!!
RispondiEliminaDiana
ok, avviso la CNN :-)))
EliminaAle sono moolto perplessa... sono l'UNICA a cui PIACE la trippa? (e anche tanto tanto!)
RispondiEliminaChe non fossi normale, lo sapevo da anni ma così....
Io la trippa l'ho rifatta dopo anni con una ricetta della mia mamma. Non differisce tanto dalle tue ma ha in più i fagioli Bianchi di Spagna che oggi non si trovano belli come quelli della mamma.... o forse sono io che sono diventata vecchia e criticona!
Buona giornata
Nora
opps mi dimenticavo.... a Milano è la *buseca* (con la U chiusa e la E aperta)!
RispondiEliminaNoi la facciamo con i fagioli bianchi di Spagna, che qui chiamiamo fagiolane. Patate e pomodoro, a "chiudere" l'elenco degli ingredienti obbligatori: in quel caso, son trippe in umido (per qualcuno anche "alla genovese", ma forse è un'attribuzione un po' azzardata). Mi sembra che siano molto simili alla ricetta che dici tu...
Eliminasul fatto che niente sia più come una volta- sfondi porte aperte. E chi osa darci delle vecchie e criticone???? :-)))
ahahahah!!! vedo che le trippe hanno davvero poche estimatrici, e parlo al femminile perchè invece mi pare che gli ometti le apprezzino decisamente di più! Anche io non ho mai sopportato l'odore che usciva la mattina presto dai macellai....andare a scuola con quell'odore che si insinuava nelle narici era qualcosa di crudele.... Da adulta l'ho assaggiata solo una volta (tipo un paio di mini forchettate) ma era gratinata al forno...quindi già un po' più elaborata.. Non credo che riuscirò mai ad ingurgitare un cucchiaio di zuppa...
RispondiEliminaNota a margine: segnalo per gli appassionati che anche a Chiavari esiste tutt'ora una tripperia!
E con questo, chiudo e penso un attimo a quei poveri condannati a morte...se fossero stati tutti come noi.......che fine miserrima!!!!
ridoooooooooooooooooo!!!! finalmente un'altra che può capirmi!!! quell'odore, mamma mia... e a sentir mio papà, invece, che bontà...io sarei morta prima della condanna, altro che!
Eliminaciao
ale
mi sono state servite ier sera
RispondiEliminache ci fosse un messaggio subliminale dietro?!?
firmato "il marito"
Marito mi sa che vi devo invitare. Per Ale prepariamo un bel piatto di finger food e noi trippaaaaaaa.
Eliminahahahahahaha
bastardissima...:-))))
Eliminate lo meriti, che veniamo :-))))
Vitto:posso venire??:-))per me no fingerfood ma un bel coccio di trippppppaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!
EliminaCerto che puoi cara!!!!!
EliminaLa pentola è grande, magari ne faccio 2!!!!!
smack!
Ale, ma la frittata trippata da voi si usa?
RispondiEliminaIn pratica è una frittata piuttosto spessa che viene poi tagliata a striscioline tipo trippa e ripassata in una salsa di pomodoro con aggiunta finale di una pioggia di parmigiano; l'effetto visivo è quello della classica trippa al pomodoro.
e no, che non ce l'abbiamo... e questa, ti dirò, la mangerei pure!!! quasi quasi...
Eliminaale!!!che flash!!! mi hai fatto tornare a quello che anche per me era "fuga piu veloce della luce in rigorosa apnea".mio malgrado prro confesso ho sempre mangiato con moltissimo gusto la versione della mamma che nn e'nessuna delle due postate e che prevede patate e piseli....che buooonaaaa!!!peccato ke il mio amato la detesti...sgrunt!!!
RispondiEliminaps:sorry x ortografia ma scrivo dal cell sul bus...pensa qnt riesci ad ispirarmi..un abbraccio.an_top
RispondiElimina:-)))))))
Eliminaoh, ma una coppia equilibrata, ancora non c'è?- a parte il mulino bianco gastronomico della vitto, ma lì il segreto è come cucina quella donna- che farebbe sembrar buona qualsiasi cosa.
tornando a noi, i piselli ci stanno, eccome, nella nostra cucina. di sicuro, o mia mamma o mia suocera ce li mettono, quando fanno "la solita" trippa- che non è questa, ripeto.
Insomma, avevo tanto timore- e invece, mi avete fatto venire voglia di proporre un altro piatto a base di questo ingrediente ;-)))... e magari, quasi quasi, lo assaggio..
Si si!!! dovresti proprio.son certa, rimpiangerai il tempo perduto! :-D ps: quasi quasi domani un salto in vico casana....quella di quartiere anke da me ha chiuso da anni :-(
EliminaVedo che ci sono pochi ammanti della trippa in giro... anche io faccio parte di quel gruppo, e pure a casa ne vano matti! Mia nonna e mia mamma la cucinavano tanto bene che si sparge la voce in paese e chiamavano a casa per sapere la ricetta! Io non l'ho mai voluta sapere, peccato! Ma la trippa, insieme alle lumache, sono due cose per me NON commestibili!
RispondiEliminaMi incanto però leggendo il tuo post che secondo, un pezzo di storia e tradizione.
besos
argh... anch'io mi son persa un sacco di ricette, per "non averle mai volute sapere"- e ora ho un rimpianto che inizia e non finisce.
EliminaLumache, idem- è di nuovo, il marito fa per due (e in questo caso, anche per tre...)
Complementi non solo per la ricetta se no per tutto l'articolo,mi ha piaciuto molto l'introduzione e l'origine di questa ricetta totalmente sconociuta per me.Grazie per questo post molto validissimo.Daniela
RispondiEliminaGrazie a te!
EliminaNeanche io sono un'estimatrice della trippa, ma le tue due versioni di questa zuppa le proverei entrambe...solo per fare un raffronto, è chiaro...:-P
RispondiEliminaBaci
Anna Luisa