"Stavolta, partecipo anch'io. Ma il nome del piatto non te lo dico: sennò, finisce che ti rovino la sopresa"
Così parlò Emmetì, una delle firme più assidue della parte nobile di questo blog, vale a dire quei commenti di cui siamo da sempre orgogliose, grazie a contributi intelligenti, personali, così lontani da quei gridolini gastrorgasmici che pare siano diventati una fastidiosa abitudine, altrove. Noi, per fortuna, ne siamo immuni e questo grazie a persone come Maria Teresa, che ogni giorno regalano un pizzico della loro sagacia e della loro cultura per arricchire questo blog. Emmetì, in particolare, ci segue dagli albori, con l'affetto e il sostegno che si riservano agli amici di vecchia data e quindi vi lascio immaginare la nostra gioia quando ci ha annunciato che avrebbe partecipato all'emmetichallenge, complice una ricetta coi fiocchi che non poteva non essere condivisa qui sopra.
Il nome non me lo dice- e quindi attendo fiduciosa. E quando la ricetta arriva, all'indirizzo di posta del blog, non riesco a trattenere un sorriso. Che diventa più aperto e convinto, quando leggo la dedica (" a me e alla augusta ed onorevole famiglia acquisita") e si trasforma in sincero interesse a mano a mano che procedo nella lettura. La fonte è di quelle autorevoli, amici partenopei veraci che hanno rielaborato alla loro maniera un piatto povero, ed anche se il Gennaro della dedica nulla ha a che vedere col marito (potrebbe esserci un riferimento ai personaggi omonimi di totò, oppure a uno scugnizzo dei vicoli di Napoli), qui ci son tutti gli ingredienti per farlo felice: un piatto ricco, robusto, profumato- per giunta "raccontato" con quel brio e quella verve che ormai abbiamo imparato ad associare a questa deliziosa signora.
Se non che, manca la foto.
"ecchecaspita, me la son dimenticata"- è la risposta e, conoscendo il soggetto, ci sta tutto: noi siamo quelle dei libri senza figure, dei quadernetti delle nostre nonne, delle riviste di vent'anni fa, quando le foto, se c'erano, avevano tutte la stessa inquadratura, spesso pure condivisa con più portate. E siamo anche quelle che si perdono nella scrittura, nella lettura, in tutto quello che è carta e penna- e pazienza se tiriamo a mano le tagliatelle e ci impieghiamo anche del tempo, per poi dimenticarci di immortalare la nostra impresa...
A dirla tutta, l'avrei pubblicata comunque, anche senza foto.
Ma siccome Emmetì è persona di parola, ha rifatto il piatto, nel tempo che aveva, con quello che aveva: la foto, qui sotto, è stata scattata pochi minuti prima della mezzanotte e al posto delle tagliatelle, ci sono delle pappardelle. E quindi, ci tocca mettere la sua ricetta fuori concorso, senza che questo pregiudichi di una virgola l'equilibrio e la bontà di questa proposta.
Il nome non me lo dice- e quindi attendo fiduciosa. E quando la ricetta arriva, all'indirizzo di posta del blog, non riesco a trattenere un sorriso. Che diventa più aperto e convinto, quando leggo la dedica (" a me e alla augusta ed onorevole famiglia acquisita") e si trasforma in sincero interesse a mano a mano che procedo nella lettura. La fonte è di quelle autorevoli, amici partenopei veraci che hanno rielaborato alla loro maniera un piatto povero, ed anche se il Gennaro della dedica nulla ha a che vedere col marito (potrebbe esserci un riferimento ai personaggi omonimi di totò, oppure a uno scugnizzo dei vicoli di Napoli), qui ci son tutti gli ingredienti per farlo felice: un piatto ricco, robusto, profumato- per giunta "raccontato" con quel brio e quella verve che ormai abbiamo imparato ad associare a questa deliziosa signora.
Se non che, manca la foto.
"ecchecaspita, me la son dimenticata"- è la risposta e, conoscendo il soggetto, ci sta tutto: noi siamo quelle dei libri senza figure, dei quadernetti delle nostre nonne, delle riviste di vent'anni fa, quando le foto, se c'erano, avevano tutte la stessa inquadratura, spesso pure condivisa con più portate. E siamo anche quelle che si perdono nella scrittura, nella lettura, in tutto quello che è carta e penna- e pazienza se tiriamo a mano le tagliatelle e ci impieghiamo anche del tempo, per poi dimenticarci di immortalare la nostra impresa...
A dirla tutta, l'avrei pubblicata comunque, anche senza foto.
Ma siccome Emmetì è persona di parola, ha rifatto il piatto, nel tempo che aveva, con quello che aveva: la foto, qui sotto, è stata scattata pochi minuti prima della mezzanotte e al posto delle tagliatelle, ci sono delle pappardelle. E quindi, ci tocca mettere la sua ricetta fuori concorso, senza che questo pregiudichi di una virgola l'equilibrio e la bontà di questa proposta.
· 500 g di tagliatelle (Simili Sisters’way) ;
· 3 fette di pane raffermo
· 4 acciughe dissalate
· basilico
· origano
· aglio
Piene d ispirazione, accingetevi a preparare le tagliatelle come da istruzioni delle Sorelle Simili.
Mentre cuociono, (le tagliatelle, non le Sisters) strofinate per benino le fette di pane con l’aglio, quindi sbriciolatele in un piatto.
In una padella, poi, mettete a soffriggere due spicchi d’aglio interi con due cucchiai d’olio e fate attenzione a soffriggere il pane nell’olio senza che l’aglio prenda troppo colore.
In un’altra padella versate l’olio, le acciughe tritate ed un po’ d’origano.
Cotte al dente le tagliatelle, dopo averle scolatE, le passerete nella padella con le acciughe, a cui unirete anche il pane croccante.
Mescolate quindi rapidamente unendo una manciata di basilico spezzettato con le mani.
Servite immediatamente.
Nooooo Ale, non fare la PIGNOLA! E' solo questione di millimetri e di calibri. Togli gli occhiali e sono tagliatelle!
RispondiEliminaNora
Queste TAGLIATELLE sono vittime dei bagordi festivi e la vita si e' un po' allargata, come alla sottoscritta d'altronde, ma lei mica viene messa fuori casa (o si?).
RispondiEliminaSpettacolo, viva MT.
Pat
complimenti un blog carinissimo mi sono aggiunta se ti va passa mi farebbe piacere
RispondiEliminatagliatelle, pappardelle, io le vedo solo buone e poi si sa, i nome cambiano da zona a zona, per me sono tagliatelle!
RispondiEliminaMa dai, questo condimento saporito con le tagliatelle deve venire benissimo!
RispondiEliminaUn piatto semplice semplice ma che è davvero una meraviglia!
baci baci
piu' larghe o piu' strette io...ne prenoto 2 porzioni!!! ahahaha ^_^
RispondiEliminasolo per il fatto di averle preparate non una, ma due volte, merita di essere ammessa alla gara!! e che saranno mai 2 o 3 millimetri in più?!? bellissima ricetta :)))
RispondiElimina..avete presente Tippy, il coniglietto Disney che punta sempre il nasino all'insù mentre tende le lunghe orecchie verso il basso?... Be', io - che posso leggerVi tutte solo ora - mi sento così per la grande emozione... Grazie, a tutte, per l affettuoso riscontro; grazie alla Ale - che mi aveva promesso di riderci su un po' di piu', (pazienza...) - e grazie al povero Gennariello , scugnizzo di Napoli, e al suo stomaco sempre vuoto. Un abbraccio forte-forte.
RispondiEliminache meraviglia, fanno venire davvero un'acquolina clamorosa!
RispondiEliminaRido, per il titolo, perché oggi dovevo preparare delle linguine, che sono diventate tagliatelle, per poi finire in pappardelle! :-D
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