Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare fino in fondo, qualsiasi cosa succeda
La prima volta che ho letto questo libro, dormivo nel piano rialzato di un letto a castello, in una minuscola cameretta, in un angolo ancora ridente della periferia genovese. Avrò avuto sì e no dieci anni e l'edizione che avevo recuperato aveva una copertina gualcita già allora e il titolo era quello- evocativo e quasi magico- della strepitosa traduzione italiana.
L'ultima volta, di anni ne avevo venticinque, abitavo a Canterbury e riempivo ore altrimenti vuote aiutando il titolare del negozietto di libri usati di fronte a casa a mettere ordine sugli scaffali. L'edizione era una Penguin altrettanto gualcita, con su il titolo originale, To kill a mockingbird, che sulle prime non mi aveva detto nulla: ma era bastato aprire il libro e leggere un paragrafo a caso per decidere che la sua sorte non sarebbe stata quella di restare a prender polvere in terra inglese, ma di torsarsene a casa, con me.
In mezzo, ci son state 40 riletture, per un totale complessivo di 42 volte. Erano 41 le tacche sulla controcopertina dell'edizione di mia madre, ridotta a brandelli e riaggiustata ogni volta alla bell'e meglio con lo scotch, e la quarantaduesima fu la sera di quello stesso giorno in cui lo ritrovai: quella volta, però, fu una lettura diversa, nuova, corale, con la versione originale che richiamava immediatamente alla memoria il testo della mia infanzia e, con esso, mille voci che credevo sopite e che ora si risvegliavano, destate dal susseguirsi delle parole sulla pagina: la bicicletta appoggiata al muro del negozio di mia mamma, la scuola gialla e la mia maestra strampalata, la "casa vecchia" con l'orto pieno di sole e la cantina ombrosa e umida e il solito ritornello che ha scandito i primi anni della mia vita, quell'"Alessandra, chiudi quel libro" che per anni mi ha seguito come un'ombra, ovunque andassi, qualsiasi cosa facessi.
Ho sempre amato rileggere ed anzi, da bambina non riuscivo a farne a meno: i libri erano davvero degli amici e prenderli di nuovo in mano era l'unico modo che avessi per poterli riascoltare e rifrequentare: ma Il Buio Oltre la Siepe li battè tutti. Era il romanzo che avevo sul comodino, il libro che infilavo nella cartella, da ragazzina e, più tardi, nella borsa- ed ogni volta erano letture integrali, dalla prima all'ultima pagina, quasi che non potessi tollerare di perdermi una frase, una parola, una virgola, di quello che per la critica fu uno dei capolavori della leteratura americana del secolo scorso e che per me è, più semplicemente, il libro del cuore.
Il tempo ha aggiunto molte informazioni sull'origine e la fortuna di questo romanzo: per esempio, ho saputo che fu Truman Capote ad insistere perchè la sua amica Harper Lee lo scrivesse; che il libro si aggiudicò il Pulitzer, nel 1960; che da allora, l'autrice non scrisse più nulla, ma si ritirò a vita privata, vestendo i panni di una sorta di Salinger al femminile. Ma, al tempo delle avide riletture, di queste cose nulla sapevo- e nulla mi sarebbe importato: ero solo una ragazzina che aderiva a pelle con la protagonista, una bambina di sei anni, voce narrante di una storia dove l'ingiustizia si interseca con la giustizia, la vittoria con la sconfitta, l'altezza e la profondità di un senso etico puro con gli abissi delle più torbide bassezze- e lo fa con gli occhi di una bambina, con l'ingenua e ferrea logica di chi si aspetta che la giustizia trionfi, perchè giusta e i buoni vincano perchè buoni.
Spiegarle che non è così che vanno le cose spetta al suo papà, un giovane e avvocato della provincia del Sud degli Anni 30, prossimo a difendere un altro giovane, che sconta come unica pena quella di essere nato nero e che, per questo, viene ingiustamente accusato del peccato più turpe. Insieme a Tom Robinson, Atticus Finch difende il mondo a cui ha votato la sua vita e in cui si ostina a credere, che è quello della legge e della pratica della giustizia, unico baluardo a tutela del valore dell'uguaglianza, della parità dei diritti, del rispetto di quella dignità che, ancor prima che uomini, ci rende persone; difende una scala di valori irrinunciabili ed immutabili, sempre pronti a risorgere dalle ceneri delle loro sconfitte, linfe vitali di un imperativo etico che è l'altro filo che si intreccia nella storia delle brutture dell'umanità e che le rende per questo più sopportabili, meno disumane: e, infine, difende i suoi figli, dalle conseguenze di una storia troppo difficile da capire, troppo grande da sopportare, troppo amara da digerire. Ma li difende alla Atticus Finch, senza nasconderli dalla realtà, ma dando loro le uniche armi con cui valga la pena di combattere , ben diverse dalla carabina con cui stende, al primo colpo, il cane rabbioso che terrorizza il quartiere, sintetizzate dal precetto che ripete alla sua bambina, la sera, tenendola sulle ginocchia: impara a metterti nei panni degli altri.
In questo senso, Il Buio Oltre la Siepe è uno dei più alti inni alla tolleranza che siano mai stati scritti: perchè celebra una tolleranza che parla il linguaggio della comprensione- e non della compassione; della sussidiarietà- e non della solidarietà; della simpatia- e non della pazienza. E' la matrice comune del nostro essere uomini e donne, l'unica arma contro un destino che ci capita in sorte senza che ci siano meriti o colpe a determinarne il corso, facile alleato dei pregiudizi, dell'ignoranza, della cattiveria. Ed è, in ultima analisi, la risorsa inestinguibile che ci spinge ad andare avanti, a rialzarsi, da vinti, a ripartire, da sconfitti, sapendo che l'unica ricompensa sarà una coscienza pulita, una faccia che si riconosce, ogni mattina e ogni sera, un "si alzi, miss Louise: sta passando suo padre", struggente e toccante tributo a chi ancora non si arrende ed ancora ci crede.
La ricetta di oggi è un omaggio a Calpurnia,la governante nera che si prende cura di Jem e Scout, i figli di Atticus, dopo la morte della loro madre. Anche se nel libro ci sono molte figure femminili, è Cal quella a cui sono rimasta più affezionata: perchè è colei che arriva dove non giunge l'amore infinito del papà di due bambini senza mamma, con un accudimento ruvido e buono che è fatto di silenzi e di rimbrotti, di gesti affettuosi e di lavate di capo, di salopettes da rammendare e lacrime da asciugare- e di "vai piano con quella melassa" che, nei miei ricordi di bambina, è sempre stato il modo più immediato, più quotidiano e più sincero di voler dire al proprio figlio "ti voglio bene".
Qui la ricetta, della Dani
PS. non volevo scriverlo, ma tant'è. Se mia madre, mia sorella e qualche amico di vecchia data passa da qui, avrà i fazzoletti in mano. Perchè Il Buio oltre la Siepe è davvero il libro su cui ho modellato tutta la mia vita, il mio basso continuo, l'ispiratore, spesso involontario, di tutte le mie scelte, non ultima quella di una professione esercitata senza filtri e senza risparmio di tempo e di energie. Prima di oggi, era una specie di segreto, svelato a pochi, in confidenza. E se non ci fossero state le Donne (St)raordinarie, che per quante idee avessi, mi riportavano sempre qui, avrei glissato anche stavolta. Ma ogni volta che me lo sono lasciato scappare, ogni volta che ho sussurrato che se mai ho un testo di formazione, è proprio questo, tutti mi hanno risposto che ci avrebbero giurato. E, vi assicuro, per me non c'è mai stato complimento più grande.
Spiegarle che non è così che vanno le cose spetta al suo papà, un giovane e avvocato della provincia del Sud degli Anni 30, prossimo a difendere un altro giovane, che sconta come unica pena quella di essere nato nero e che, per questo, viene ingiustamente accusato del peccato più turpe. Insieme a Tom Robinson, Atticus Finch difende il mondo a cui ha votato la sua vita e in cui si ostina a credere, che è quello della legge e della pratica della giustizia, unico baluardo a tutela del valore dell'uguaglianza, della parità dei diritti, del rispetto di quella dignità che, ancor prima che uomini, ci rende persone; difende una scala di valori irrinunciabili ed immutabili, sempre pronti a risorgere dalle ceneri delle loro sconfitte, linfe vitali di un imperativo etico che è l'altro filo che si intreccia nella storia delle brutture dell'umanità e che le rende per questo più sopportabili, meno disumane: e, infine, difende i suoi figli, dalle conseguenze di una storia troppo difficile da capire, troppo grande da sopportare, troppo amara da digerire. Ma li difende alla Atticus Finch, senza nasconderli dalla realtà, ma dando loro le uniche armi con cui valga la pena di combattere , ben diverse dalla carabina con cui stende, al primo colpo, il cane rabbioso che terrorizza il quartiere, sintetizzate dal precetto che ripete alla sua bambina, la sera, tenendola sulle ginocchia: impara a metterti nei panni degli altri.
In questo senso, Il Buio Oltre la Siepe è uno dei più alti inni alla tolleranza che siano mai stati scritti: perchè celebra una tolleranza che parla il linguaggio della comprensione- e non della compassione; della sussidiarietà- e non della solidarietà; della simpatia- e non della pazienza. E' la matrice comune del nostro essere uomini e donne, l'unica arma contro un destino che ci capita in sorte senza che ci siano meriti o colpe a determinarne il corso, facile alleato dei pregiudizi, dell'ignoranza, della cattiveria. Ed è, in ultima analisi, la risorsa inestinguibile che ci spinge ad andare avanti, a rialzarsi, da vinti, a ripartire, da sconfitti, sapendo che l'unica ricompensa sarà una coscienza pulita, una faccia che si riconosce, ogni mattina e ogni sera, un "si alzi, miss Louise: sta passando suo padre", struggente e toccante tributo a chi ancora non si arrende ed ancora ci crede.
La ricetta di oggi è un omaggio a Calpurnia,la governante nera che si prende cura di Jem e Scout, i figli di Atticus, dopo la morte della loro madre. Anche se nel libro ci sono molte figure femminili, è Cal quella a cui sono rimasta più affezionata: perchè è colei che arriva dove non giunge l'amore infinito del papà di due bambini senza mamma, con un accudimento ruvido e buono che è fatto di silenzi e di rimbrotti, di gesti affettuosi e di lavate di capo, di salopettes da rammendare e lacrime da asciugare- e di "vai piano con quella melassa" che, nei miei ricordi di bambina, è sempre stato il modo più immediato, più quotidiano e più sincero di voler dire al proprio figlio "ti voglio bene".
Qui la ricetta, della Dani
PS. non volevo scriverlo, ma tant'è. Se mia madre, mia sorella e qualche amico di vecchia data passa da qui, avrà i fazzoletti in mano. Perchè Il Buio oltre la Siepe è davvero il libro su cui ho modellato tutta la mia vita, il mio basso continuo, l'ispiratore, spesso involontario, di tutte le mie scelte, non ultima quella di una professione esercitata senza filtri e senza risparmio di tempo e di energie. Prima di oggi, era una specie di segreto, svelato a pochi, in confidenza. E se non ci fossero state le Donne (St)raordinarie, che per quante idee avessi, mi riportavano sempre qui, avrei glissato anche stavolta. Ma ogni volta che me lo sono lasciato scappare, ogni volta che ho sussurrato che se mai ho un testo di formazione, è proprio questo, tutti mi hanno risposto che ci avrebbero giurato. E, vi assicuro, per me non c'è mai stato complimento più grande.
avevo ancora qualche remora.....ora ho la certezza : sei mia sorella.
RispondiElimina:-)
Eliminaps spero non passi di qua quella vera... perchè un altro "te possino" in una mattinata di sms lacrimosi, non lo leggerei :-)
ehm... per dirla in tutta sincerità, mi sento sorella di entrambe, seppur per motivazioni diverse. E - ve ne prego - prendetelo entrambe come un preziosissimo complimento, grazie. ;-))
EliminaAle, che parole meravigliose. Aspettavo questo post fortemente. Io ho letto il libro da grande, se a 15 anni si puo dire di essere grandi, ma il film lo avevo visto da piccola e la storia mi era entrata dentro come uno schiaffo, lasciandomi un profondo senso di inquietudine e tensione, quel bianco e nero meraviglioso e quei bambini che frugano dentro l'albero alla ricerca si doni bellissimi e di provenienza misteriosa...leggere il libro anni dopo mi ha toccato profondamente, non per niente fu forse il primo titolo che ti mandai da inserire nella classifica dei Mille libri, non sapendo che invece lui era già li, inserito da te probabilmente in cima alla classifica. Sono d'accordo, questo e' un testo di formazione irrinunciabile ma per te e" qualcosa di piu' perché ti ha accompagnata come una bussola e anche si ti conosco poco, ci trovo davvero molto di quello che ho potuto vedere e leggere di te fino ad oggi. Ti ringrazio per averci svelato così tanto di te oggi. Un gran bacio, Pat
RispondiEliminama non a caso, è stata la prima di una lunga serie di analogie, a dir poco sorprendete. Rivedendole, alla luce di questo inizio (che non ricordavo), non mi sorprendono più :-)
Eliminagrazie a te, sempre
qui ho pianto anch'io. ho il buio oltre la siepe, il film, nella videoteca, domandandomi se sia adatto a dei bambini di 8 e 10 anni. con tuo post, ho deciso di si.
RispondiEliminagrazie ale, ultimamente, se possibile, il vostro blog mi piace sempre di più. se è indiscutibile che siamo persone molto diverse, trovo un'umanità e un'intelligenza qui che colpiscono. e credo che sia per questo, più che per le mille iniziative che riuscite a promuovere, che avete tanto successo. perché dietro a un bel blog di cucina ci sono delle belle persone.
e al suo di una tale sequela di violini tzigani che ci assordano e ci fanno venire la carie, ti saluto e ti auguro una buona giornata
tre cose.
Eliminala prima: so che è difficile crederlo, ma io non ho capito di che crimine fosse stato accusato Tom Robinson se non molto più in là, per giunta guardando il film. Quando dicevo che io ero Scout, lo intendevo alla lettera. Per me, eran botte, nulla di più. Ma la cosa portentosa è che,al di là del dato scabroso, il messaggio è passato, forte e chiaro. Esattamente come ho sempre pensato che dovesse essere passato a Scout. E' anche per quello che io mi incavolo di brutto, quando vedo editori fare a gara a chi si aggiudica la trama più sensazionalistica e non esito a parlare di pronografia. Perchè nei romanzi veri, la trama è funzionale al messaggio-e il Buio oltre la siepe lo conferma
seconda cosa: ancor più difficile da credere. Mia figlia, non lo ha mai letto. E' un fatto strano due volte, se pensi che sta seguendo un percorso letterario quasi parallelo al mio (ora è approdata a Hesse, e a 16 anni è una tappa obbligata) e riesce a condividere le mie stesse passioni, nonostante la differenza di età (l'ultimo è Hornby, per dire). Però, quando le avevo dato da leggere questo romanzo, anni fa, lo aveva abbandonato dopo le prime pagine. Non ho mai insistito, e meno che mai ho intenzione di farlo ora, in un processo delicato di distacco da una madre oggettivamente ingombrante come è quella che si ritrova. Ma qualcosa mi dice che prima o poi toccherà anche a lei- e sarà di nuovo una sintonia piena
la terza. Ci si riconosce. Lontano un miglio. Nella diversità delle scelte, dei caratteri, degli stili di vita. ma la matrice di noi, irriducibili delle questioni di principio, è marchiata a fuoco, indelebile, sfolgorante. Ma a me,mica dispiace ;-)
sei grande. punto.
RispondiEliminaxoxoxoxo
xoxoxoxoxoxoxoxoxo
Elimina(che non so cosa vogliano dire, ma mi piacciono :-)))
ma come???? lo so io che sono matusalemme...
Eliminafattelo dire dalla creatura, và!
;))))))))
Be', io fra le tante lacune, ho anche quella di non averlo mai letto... ma da quello che dici avrebbe potuto essere anche il libro della mia vita... Tu non lo sai, ma oggi avevo scritto un post (che non posso pubblicare a distanza perché ho dimenticato di aggiungere la foto), con una canzone di Bennato "Un giorno credi"... e non ti dico altro!
RispondiEliminasai chi avrei citato io? (e ti assicuro che lo avrei fatto, se il nuovo orario non mi soffiasse sul collo, come non mai): l'altro grande pilastro della mia formazione, di qui Il buio Oltre la Siepe, di lì l'immenso Francesco Guccini. Il volo delle 5 anatre, di quella forse superstite..."ma quel suo volo/ certo vuole dire/ che bisognava volare"... so cosa regalarti, la prossima volta che ci vediamo :-)
EliminaGrazie per come hai saputo descrivere le emozioni che scaturiscono dalla lettura del libro e, caso raro, dalla visione del film. E' una pietra miliare della mia biblioteca personale e penso che dovrebbe essere diffuso di più nelle scuole per far capire quali sono i veri valori che purtroppo oggi si stanno perdendo.Lancio un'idea: perchè non rileggerlo (per te sarebbe la 43 esima volta!) insieme alle amiche dell'mtbook club? In questo tempo sospeso senza l'orizzonte alla vista ci potrebbe aiutare a trovare la speranza per un mondo migliore!
RispondiEliminaSarebbe stato il titolo successivo a Il Gattopardo. Poi, non me la sono sentita. Ora ci penso- e ti so dire...
Eliminagrazie per il suggerimento, comunque- e per la grande sintonia che lascia trapelare...
praticamente non posso aggiungere nulla.
RispondiEliminaPer dirti quanto a fondo è andato il colpo ti basti pensare che sto prendendo seriamente in considerazione l'idea di prepararmi davvero i pancake di Cal, nonostante abbia praticamente il frigo tappezzato di crespelle da riciclare.
Belin che mira!!!!
EliminaOgni volta penso che difficilmente ti supererai e ogni volta vengo smentita... ho le lacrime in tasca per colpa (guarda caso) tua ...
RispondiEliminaIo, cinefila incallita, il film lo riguardo ogni volta passa in tv nelle calde estati e ripiango ogni volta.
Vado a comprarmi il libro.
Grazie di tutto
Maria Chiara
E' tutta la mattina che rispondo a sms... cosa mi sia girato, non lo so...è che è davvero andata come ho scritto più sopra: pensavo alle donne straordinarie-e nessuna poteva reggere il confronto con la lezione di questo romanzo.
Eliminail film è un capolavoro- e Gregory Peck E' Atticus Finch, dall'inizio alla fine.
grazie a te...
Non posso non commentare ... questo libro fa parte anche della mia infanzia e adolescenza, anche io non so quante volte l'ho letto ... mi ritrovo in tutto quello che hai scritto, soprattutto nella citazione con cui apri il post ...
RispondiEliminaQuanto avrei voluto un papà come Atticus, un fratello come Jim e una cuoca come Calpurnia :-)
La tua edizione ha la copertina con lo sfondo arancio e un viso di bimba in nero?
Grazie di avere dato parole alle mie emozioni.
Daniela
Grazie a te, per questa cassa di risonanza. E' tutto uno scambio di emozioni, dalla prima riga in poi.... grazie davvero
EliminaUno dei pochi libri che non ho voluto leggere. Da piccola (9-10 anni) i miei genitori mi hanno fatto vedere il film, con loro a fianco. In libreria c'era anche il libro.
RispondiEliminaMa era troppo. Con le ombre del bianco e nero, con quelle immagini sono entrata nel mondo degli adulti. E non mi é piaciuto per nulla.
E lí é rimasto, il libro, nascosto, lí sono rimaste le ombre e le paure, sommerse da altri chiari scuri.
Un post prezioso, un invito alla lettura, e nel mio caso a rivedere le ombre dell'infanzia
lo scrivevo più sopra. Io l'ho capito da grande, guardando il film, il vero contenuto di una parte del libro. Ma col romanzo, è stato tutto diverso. Ho letto e visto tutto con gli occhi di Scout, una bambina di sei anni- e ho capito quelo che potevo capireio, a 10, 12, 15 anni, in un'epoca in cui l'informazione non era così diffusa come oggi ed esistevano ancora sacche fatte di tabu, di omertà- ma anche di riserbo e rispetto. Il film è più sconvolgente del libro, perchè si concentra solo prevalentemente sulla vicenda giudiziaria. Ma la parte più bella è la prima, con i giochi dei bambini, Dick e Boo e l'albero cavo e la vecchia ruota e la maestra e la scuola e la passione di Scout per i libri... quello ha stemperato le punte laceranti di un racconto altrimenti impossibile da elaborare- e quello è il grande merito narrativo e lettario di questo capolavoro.
EliminaLe stemperi le ombre, tranquilla :-)
ho amato questo libro, tanto...tanto da averlo riproposto anche ai miei alunni..
RispondiEliminache dire, leggere è l'unico argine ad una ruvida barbarie dilagante, l'unico modo di educare ..malgrado l'educando!
grazie per questi spendidi post.Zia Nennì
E' a te che dico grazie... ho atteso invano che un collega lo proponesse, a scuola, invano che un insegnante lo facesse leggere nelle classi frequentate da mia figlia, invano ho spulciato elenchi di libri nelle biblioteche scolastiche, invano ho sostenuto cineforum che proponessero anche questo film. ho visto ora che, di recente, è stato ripubblicato come primo titolo di una nuova collana- e con la prefazione di Obama. Ma siccome non salto sul carro del vincitore, nonl'ho neanche preso in mano. Graziem,davvero, perchè so qanto sia difficile.
Eliminase passassi mai da Bologna..fammi un fischio!Zia nennì
RispondiEliminaE' un libro meraviglioso, che ho letto e riletto e riletto ancora. E poi il film, visto e rivisto, con un meraviglioso Gregory Peck e la commozione che mi prende nella scena "Si alzi signorina Scout, sta passando suo padre". Segnalo per chi volesse riscoprire un classico della letterattura e il film, con curiosità e altro il piccolo saggio "Il buio oltre la siepe, il libro, il film" di Riccardo F. Esposito ed. Le Mani, 2009
RispondiEliminaMiriam
vedi che non è un caso- che ci commuovano le stesse scene?
Eliminagrazie per la segnalazione, questo lo compro subito
Anche per me è stato un libro cardine. E dopo anche il film (Gregory Peck non guasta, peraltro). Sarà per questo che la mia Onda (la classe più amata) l'ha letto come primo libro in prima superiore? Sarà per questo che la mia Onda è diventata l'Onda? Sarà per questo che molti di loro lo portano anche all'esame di stato? Sarà per questo che la loro prof., all'università, ci ha scritto sopra un paio di saggi, proprio su quella matrice, il punto di vista di Scout, e l'attraversamento della linea di ombra attraverso il rispetto e il riconoscimento di sé e dell'altro da sé?!
RispondiEliminaAnche per me, ricordi e una copertina lisa. E un regalo che non mi stanco mai di reiterare...!
ecco, vedi...perchè allora penso che se un libro così crea un'Onda, dieci libri così, proposti a cento Onde, farebbero uno tsunami travolgente, ma di quelli che se distrugge è solo per creare qualcosa di meglio e di buono... e allora perchè, mi chiedo, a scuola si continua a non insegnare a leggere- e a non saper proporre buone letture? non generalizzo, ma purtroppo chi si impegna, in questo senso, sono sempre eccezioni :-(
Eliminagrazie, comunque, per esserlo anche tu :-)
Ammetto le mie colpe, non l'ho leto, né visto il film. Ma i tuoi consigli li ho sempre accettati ben volentieri e dopo le letture son sempe rimasto più che soddisfatto. Non ho mai letto un libro due volte, lo stesso per i film tranne un'unica eccezione. Non mi resta che andarlo a comprare e leggerlo. Grazie.
RispondiEliminaFabio
Oh sì, Fabio, questo sì... e vedrai quanto ti piacerà,,, vedrai...
EliminaMi associo...voglio leggerlo ache io, quindi, Fabio, ricordati di passarmelo quando lo finisci ;-)
EliminaAle, grazie per i preziosi consigli e grazie a questo libro per averti fatta diventare la donna e l'amica che sei ^_^
Baci
Anna Luisa
Ciao Ale, grazie per questo bel regalo, io non ho letto "il buio oltre la siepe" ma rimedierò al più presto, le tue parole hanno colpito il bersaglio, inoltre grazie di non aver paura di parlare di te stessa, di esprimere emozioni profonde con semplicità, doppiamente grazie.
RispondiEliminafaccio una fatica maiala, ci credi? mi viene molto più facile chiacchierare di tutto il resto.. ma su certi argomenti, è un dramma. Ma dopo tre anni di blog, ormai mi sento fra amici..:-)
Eliminaleggi questo libro, Giulia- e vedrai come ti cambierà la vita....
Ci credo ci credo! ti faccio i complimenti proprio per questo, riuscire a parlare di se stessi tranquillamente accettando gli aspetti emotivi è una conquista! io non ne sono per niente capace! io sono una new entry e percepisco un clima amichevole, spero di ricambiare allo stesso modo, e comunque leggerò quel libro, vado spedita domani.
EliminaBNotte
Non potrei essere più d'accordo (chiedi a Gaia per conferma): ultimamente a scuola la parola che pronuncio più volentieri (ed è riferita ai colleghi) è "napalm".
RispondiEliminaGrazie per considerami un'eccezione, non so se lo sono, ma ti assicuro che ci provo ogni giorno, con entusiasmo e fatica.
"L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà, se ce n'è uno è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni che formiamo stando insieme. due modi ci sono per non soffrirne.
il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più.
il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio", I. Calvino, Le città invisibili
Finalmente arrivo a commentare anche questo post. Lo avevo visto stamani ma poi...puuuuffff... sparito. Pensavo a un problema con il link poi ti ho letto in FB e ho capito.
RispondiEliminaNessun giorno come oggi poteva essere IL GIORNO GIUSTO per pubblicare un tale commento.
Mai come ora c'è bisogno di tolleranza, di mettersi nei panni altrui.. di lottare per tutto ciò che VALE!
Non è un libro per bimbi, sicuramente no, ma per ragazzi si.
Si mille e mille volte. Si perchè debbono imparare a crescere nel rispetto di tutti e, a modo suo, questo libro lo insegna.
Inutile dire che tu potresti essermi sorella... *Nora spegni la luce e chiudi quel libro* era un ritornello di casa mia.... me lo dico io sottovoce ancora adesso, che mamma non c'è più...
Mi fermo qui... è meglio.
Nora
Articolo personale e decisamente coninvolgente. Devo la mia 'freddezza' al fatto di aver sempre (senza motivo concreto) evitato questa lettura e non me ne pento. Probabilmente c'era altro che mi avrebbe preso per mano e che lo ha fatto senza creare ripensamenti ed in questo c'è il bello di essere tutti diversi. Sinceramente percepisco il tuo trasporto, meno quello degli altri, probabilmente se leggerò mai quel titolo è solo per conoscere meglio una amica mai vista prima da vicino e per capirne alcune sfumature a distanza non sempre individuabili. Nel frattempo però con Picwick sei riuscita lì dove non potè nemmeno la mia prof di italiano e quindi in attesa di commuovermi (ma la vedo difficile...) al momento per te c'è solo una serie infinita di..."che te possino!!!" :P ahahahahaha
RispondiElimina"il buio oltre la siepe" ...Ancora lui!!!... Inutile dire che io nn l' ho mai letto...piaceva troooppo a te perché potessi pensare che facesse al caso mio...e poi..un bel giorno arriva il film!!! Mai ti avevo vista, prima di allora, ma forse neanche dopo!!! così tanto eccitata davanti alla tv! Tu!!!Figurarsi!!! ... E io??? Amante, com'ero, di tutto ciò che la tv trasmetteva, ero ben contenta di seguirlo insieme a te e invece... Confesso...Il film mi aveva spaventata a morte!!!.. Nn ero riuscita a vederlo tutto, per intero... Ogni tanto scappavo in bagno...finchè anche allontanarmi mi metteva paura...e allora... Allora avevo seguito con più attenzione, facendomi coraggio...ricordo il processo: quanto mi era piaciuto Gregory Peck!!! Un discorso così "giusto" .... Ma nn mi era piaciuto per niente l'uccisione dell'uomo di colore, un'ingiustizia a cui nn si poteva mettere rimedio e io, allora, guardavo solo i film che finivano con "e vissero tutti felici e contenti"... Nn potevo accettarlo!!! E che paura quando i due bambini si avvicinavano alla casa di quell'uomo, malato di mente che poi... sollievo !!!! era una brava persona!!!! ....No, nn è proprio il mio libro...questo è il tuo!!! Ma i ricordi...quelli sono nostri...e tu...DEVI FINIRLA con 'STE coseeeee!!!! TE POSSINO!!!!!! :)
RispondiEliminaP.S.Aleeee!!!! Mi sono dimenticata!!!! Nn mi sono firmata...ma credo che tu abbia già capito chi sono......la tua Adorata sorella!!!! Quella vera! Prrrrrr
RispondiEliminaVedo che i "te possino" non mancano nemmeno in famiglia eh cara Raravis?! :P ahahahahahah
RispondiEliminaCome ti avevo detto quando lo hai annunciato, attendevo con ansia questo post. Con l'inspiegabile, ma nemmeno tanto, convinzione che non sarei rimasta delusa. In un tempo e in un luogo diversi c'erano una bicicletta, un negozio, una scuola dai muri gialli, un orto, una cantina e una bimba persa nei libri. Lo stesso richiamo "Roberta! Chiudi quel libro!" Tanti libri, tanti amici. Le ultime pagine lette lentamente, centellinandole, per allontanare il piu' possibile il momento dell'addio a quei personaggi che mi erano cari quanto e piu' dei miei amici in carne ed ossa. Il buio oltre la siepe...il glicine folto e profumato dietro al quale mi nascondevo per poter leggere indisturbata... Atticus, Scout, Calpurnia, Jem, zia Alexandra, Tom Robinson, Boo Radley...Uno di quei libri che ti restano attaccati alla pelle, come uno di quei sogni che non riusciamo a dimenticare una volta svegli...
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