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martedì 18 dicembre 2012

MTMag: A toilet is a toilet is a toilet is a toilet

mtmagprova

Secondo quello spiritosone di mio marito, l'unica filosofia Zen che appartiene alla sottoscritta è quella dell'omonimo quartiere di Palermo. Secondo me, se ne potrebbe anche parlare, specie nei periodi in cui mi faccio contagiare da quel filone di letture che propongono un approccio al nostro vivere quotidiano alla luce delle filosofie orientali. Lo Zen e il tiro con l'arco, Centouno storie Zen, lo Zen e la manuntenzione della motocicletta son tutti testi consunti, sugli scaffali della mia libreria e giuro che, quando li ho in mano, mi riprometto ogni volta di non disperdere energie, di godermi l'attimo e di concentrarmi sugli obiettivi,  che non sia mai che riesca a dimagrire, una buona volta. Insomma: per tutta la durata della lettura, sono convinta, determinata, decisa. E lo resto, eh, sia chiaro. Per un po', lo resto. Convinta, determinata, decisa. Che col cavolo che disperdo energie nei cinque minuti, che guai a distogliermi da ciò che voglio davvero, che un bel respiro e passa tutto. 
Dopodichè, entro in camera della creatura. 
E passa tutto.


Ma da oggi le cose cambieranno. Perchè, finalmente, è stato tradotto anche in italiano il Manuale di Pulizie di un monaco buddista, a firma di tal Keisuke Matsumoto, di professione bonzo -blogger, visto che è lui a curare blog e pagina FB del tempio di Tokyo dove mangia, prega e -udite udite- fa le pulizie. E le fa alla maniera zen, vale a dire muovendosi sul doppio binario dell'incombenza pratica e dell'elevazione spirituale, caricando i lavoro di casa di un meta significato, che le rende propedeutiche alla pulizia della mente e al raggiungimento della felicità. «Ritorniamo a fare le pulizie di casa"- è il grido di Keisuke-  riappropriamoci di quei saperi concreti che abbiamo perso o affidato ad altri. Perché la cura delle cose è cura di se stessi"., prosegue, sintetizzando in queste poche righe la sua filosofia. Per carità, l'Occidente ci era già arrivato, e pure da mo': basti pensare a S. Benedetto, all'ora et labora, al perfetto dominio della natura realizzato nei chiostri. Ma, come sempre, noi lo facciamo dalla prospettiva sbagliata, quella che vede il lavoro come una punizione, già nel nome. I Romani lo chiamavano negotium (da nec-otium, non sto in ozio, termine neutro, privo di qualsiasi valenza morale), la cultura cristiana sceglie labor, che di tutti i termini è il più pesante da sopportare. Labor è infatti la fatica, sia fisica che morale, con sfumature che rasentano l'angoscia- la stessa che mi prende, di fronte alle pile di biancheria da stirare o all'idea platonica del casino che prende forma, ogni giorno, in qualsiasi stanza di casa mia. Per il buddismo, invece, i lavori domestici sono un'altra straordinaria occasione per meditare e ricercare se stessi: affrontarli non è più un dovere fine a se stesso, ma un'opportunità per rimanere concentrati sul presente, la sola dimensione temporale che abbia un senso, per questa filosofia: "In Giappone nelle scuole elementari e medie, sono gli scolari a occuparsi della pulizia dei locali, cosa che, all’estero, non accade. Nel nostro Paese, fare i servizi di casa è un concetto che non si riferisce semplicemente a togliere lo sporco dalle superfici, ma è in stretta relazione con lo spazzar via le nubi dalla nostra anima", osserva Matsumoto, regalandoci anche una confidenza: la sua attività preferita è scopare il giardino zen, con una scopa di bambù. Non solo lo fa tutte le mattine, ma si rivitalizza pure, indicando come fonte principale della sua rinascita quotidiana non  il giardino zen, che non celo, non la scopa di bambù, che non celo neppure quella, ma la monotonia dell'atto. Come dire, non abbiam più scuse...

Se volete saperne di più, potete leggere il bell'articolo de Il Corriere, a firma di Roberta Scorranese, a cui va anche il merito di avermi fatto recuperare dai meandri della memoria un libro delizioso, letto parecchi anni fa e finito chissà dove, intitolato Lo Sporco degli Altri, a firma di tal Louise Rafkin, sociologa e futura giornalista di costume che, costretta a cercar lavoro, si era messa a fare le pulizie nelle case. Nelle intenzioni, si sarebbe dovuto trattare di un impiego temporaneo, in attesa del classico "qualcosa di meglio". Nei fatti, la ragazza si appassionò così tanto a questo lavoro che finì per fare a donna delle pulizie per cinque anni, accettando incarichi che non solo la portarono in giro per gli USA e pure a Tokyo (toh, ritorna...), ma che permisero al suo occhio allenato di rivalutare lo sporco, considerandolo una ineffabile chiave per comprendere le persone. Come dicevo, è una lettura che risale a parecchi anni fa, quindi non aspettatevi dettagli o recensioni "fresche". Ma il ricordo che conservo è quello di un libro piacevolissimo, arguto, spiritoso, ma sempre molto aderente alla realtà: anche qui, le faccende dicasa diventano uno strumento, non per la conoscenza di se stessi, ma per quella degli altri, in una prospettiva che èpiù nelle nostre corde e che, in ogni caso, ha il merito di riscattare le fatiche di casa dalla sfera del "che mi tocca fare" per restituire loro un senso più alto. 


Il collegamento è tenue, ma il film mi è piaciuto così tanto che non posso fare a meno di consigliarlo: sto parlando di The Help, di Tate Taylor, uscito nelle sale cinematografiche lo scorso anno, anch'esso tratto da un libro, l'Aiuto, di Katryn Stockett. Mia figlia  è la cinefila di casa e quando insiste perché vinca le mie reticenze e guardi un film con lei, c'è sempre un perché. Se non lo aveste ancora visto, approfittate delle prossime vacanze per recuperarvi un DVD o spulciate nelle repliche su Sky: ne vale davvero la pena.


E infine, se il buongiorno si vede dal mattino, questa sarà una grande edizione di Masterchef. I giudici sono strepitosi: affiatati, televisivi, consapevoli di essere diventati dei personaggi ma ancora sufficientemente ironici da non crederci troppo e da trovare il tempo di scherzarci su. E il cast, grazie al cielo, sembra finalmente selezionato con criteri coerenti con una sfida di cucina: niente storie strappalacrime, niente bisogni di riscatto, niente"tengo famiglia nell'anticamera dello studio". insomma, la Defilippi non abita qui, almeno stando a quanto si è visto. Il che, per quelli come noi, equivale già ad un bel passo avanti....
Buona giornata
ale

ps sono tutto il giorno in trasferta, scarico i commenti e rispondo quando torno




29 commenti :

  1. Cara, scuse ne ho e a tonnellate..., sono la regina del procastinare e delle scuse. In teoria la filosofia zen mi piace moltissimo. In pratica sono troppo occidentale per riuscire a farlo e quindi cerco di fare le pulizie ottimizzando il tutto.

    The Help è stupendo, consiglio il libro e possibilmente in inglese (te lo mando).

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    1. parto dal fondo. Carola ha insistito parecchio, perchè lo guardassi con lei e anche se l'intenzione era quella di starle vicino, ma con un libro in mano, alla fine mi sono appassionata al film, come non mi capitava da un po'. Ok per l'inglese del libro.
      Sul resto, più che ottimizzare io arrivo un mm primadel punto di non ritorno: e allora, son sempre grandi manovre...

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  2. Quel libro (il primo dico) lo voglio! E lo cercherò, ora me lo segno! No perché io che di pulizie ci vivo -nel senso che faccio la casalinga- rivalutarle un po' non mi farebbe male :P Spero che ci sia qualcosa sull'asse da stiro però, perché sinceramente a me pulire piace, ma stirare no, è proprio un peso :P
    Scherzi a parte, mi sembra davvero interessante, e in effetti il fatto che mi piaccia fare le pulizie è riconducibile proprio a una filosofia di questo tipo: il piacere di veder la polvere che sparisce, lo sporco che lascia il posto al pulito è quasi come veder le "nubi dell'anima" che se ne vanno :)Quindi come sempre grazie del suggerimento ;)
    Venendo a Masterchef, non ho visto la prima edizione, se non un pezzetto della finale e qualche replica che han dato ultimamente, ma quest'anno mi ero decisa a vederlo...ecco, peccato però che non passi più su Cielo, ma sia esclusiva di Sky, che io non ho :(
    Buona giornata :*

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    1. Ma in effetti è così che dovrebbe andare: uno pulisce e si mette l'anima in pace. il problema semmai è un altro- e cioè perchè poi sporca? perchè a me demoralizza il "tutto casino", gli armadi pieni di roba da sistemare, il box da riordinare, le riviste di cucina che ormai sono un tappeto nella stireria... fino a qualche anno fa, le odiavo, le pulizie. Ora, invece, vorrei poterle fare: tant'è che sempre più spesso mi ritrovo a desiderarmi casalinga: perchè è vero che la giornata è di 24 ore, ma quando rientri nel pomeriggio e sei deconcentrata e stanca, rimandi il più possibile o ti limiti allo stretto necessario. Per dire, io ho la casa più in ordine al mattno, quando esco, che alla sera quando vado a dormire. Dovrebbe essere il contrario, ma dopo le otto non riesco a muovere un dito. Magari, se provassi a meditare, chissà...

      Peccato, per MC: perchè finora è bellissimo... ma magari fra un po' le daranno, le repliche,..

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  3. E'più zen fare le pulizie o essere ad un bar a fare colazione con un bel cornetto crema&amarena con tanto di colf a casa che pensa lei al bucato, a lavare per terra, a spolverare...
    Bonzi si nasce...ma se si può (biiiipp)onzi non si diventa se si hanno le pozzibilità.
    PS
    Il bonzo a Napoli avrebbe acchiappato tante di quelle mazzate ma tante di quelle mazzate...ma tante di quelle mazzate... :P ahahahahah

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    1. Uguale a mio marito. Quando mi lamento che non mi aiuta, lui risponde: fai venire di più la donna di servizio. Il tuo tempo lo puoi impiegare in qualcosa di meglio che non a stirare o a lavare i pavimenti. Pensa che son tanto zen che le ho ridotto l'orario :-)

      penso al bonzo a napoli- e ridooooo

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  4. Carissima, prima o poi dovrò conoscere tua figlia perché a livello di gusti cinematografici siamo assolutamente compatibili! Su the Help ci ho fatto pure un post per quanto mi era piaciuto (e confesso di averlo riguardato almeno altre 4 volte da sola per non essere presa per una deficiente).
    Sui due libri che consigli in apertura, mi incuriosisci molto, in particolare perché io non riesco a mantenere in ordine la casa per più di 20 minuti. Ovvero, finito di posizionare l'ultimo cuscino sprimacciato sul divano e vedere con un colpo d'occhio la casa serena e ripulita, mi volto ed è già piombato il caos. Non riesco a capire perché mia figlia non sta mai in camera sua, ma quando ho finito di sfoltire la jungla di vestiti e libri in giro e quel cubicolo rosa ha ripreso una parvenza umana, lei ci si trasferisce immediatamente e ti lascio immaginare il seguito.
    Il monaco sarà pure un ganzo e magari può darci consigli fondamentali su come affrontare le incombenze quotidiane di una casa, ma non ha una figlia decenne (non parliamo poi di adolescenti!).
    Adoro questa rubrica.
    Un bacio carissima, Pat

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    1. Il monaco non ha nemmeno un figliolo diciottenne detto "la lumaca", non tanto per la lentezza (anche se c'è pure quella) quanto perchè passa e lascia la scia di roba dietro di sé.
      A me l'unica filosofia zen relativa alle pulizie che mi convincerebbe sarebbe quella di uscire lasciando il caos e tornare trovando magicamente tutto a posto e il profumo di pulito; per avere questo risultato sarei disposta anche a recitare nam myoho renge kyo due o tre volte, guarda.
      The Help bello bello, letto il libro e poi visto il film.

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    2. Mi vado a cercare il post, Patty, perchè mi è piaciuto tantissimo, quel film. Credo che lo abbiano anche visto a scuola, nelle ore di storia.
      sul resto, non è ancora nulla. Come dice la lucia, qui sopra: sei solo all'inizio.
      Ci facciamo un nam myoho collettivo, cosa dici? :-)

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  5. dal secondo libro mi prendo il meglio: che qualsiasi lavoro può portarti tanto lontano quanto sei disposto ad andare, che qualsiasi lavoro può dare tanto, che qualsiasi lavoro può appassionare.

    irene


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    1. Appunto. Noi siamo reduci dalle polemiche post sparata della fornero sui giovani choosy e ho sentito cose che mi hanno fatto imbestialire, chissà perchè sempre dai genitori e mai dai ragazzi. Qualsiasi lavoro può dare tanto, se si è sintonizzati sulla giusta banda: e qualsiasi lavoro può diventare uno stimolo, un tramplino di lancio, un'opportunità, se lo si sa sfruttare nel modo adatto. e questa ragazza lo dimostra. si è pure girata il mondo e ne ha tratto addirittura un libro di successo: chissà se sarebbe capitata la stessa cosa, se fosse stata da mammà ad aspettare il lavoro adatto ai suoi studi...

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  6. interessanti questi libri, visto che le pulizie si devono si devono fare, meglio meditarci anche sopra!
    purtroppo ho scoperto che quest'anno Masterchef sarà solo su Sky, peccato! :-(

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    1. Maa davvero nn faranno neanche una replica su cielo? e in streaming?

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  7. no dai ma io smetto di leggere il MT Mag, sei un invito a delinquere, a spendere e a spandere. bastaaaaaaa, devo avere il libro della Rafkin e tutto ciò mentre aspetto con ansia un pacco... maledettaaaaaaaaaa :-) smack

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    1. ho iniziato stamattina, sul treno, le memorie della cuoca (ai piani bassi): fra un po' mi dimentico di scendere. E ora, appena finisco di rispondere a questi commenti, m fiondo a letto col libro, che voglio assolutamente finirlo.
      E magaari in questi giorni mi metto a fare ordine anche fra i libri dello studo, che non sia mai che esca Lo sporco degli altri ;-)

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  8. Ale...sono decisamente lontana dal buddismo direi vista la mia "passione" per le pulizie. E per quanto riguarda la camera della creatura mia, anticipando la ASL ho messo i sigilli...almeno passando non vedo dentro. Di The Help che dire? letto il libro in inglese, meraviglioso! Ora mi hai incuriosito sul film. Claudia

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  9. Un novizio, appena entrato nel monastero, domandò al maestro Chao-chou: "Ti prego, spiegami che cosa devo fare per raggiungere l'illuminazione". "Hai mangiato la tua zuppa?" "Sì." "Allora, lava la ciotola.

    per dire....

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  10. "l'idea platonica del casino che prende forma" mi ha fatto iniziare la giornata con un sorriso, e' non e' poco ultimamente.

    Di filosofie orientali non so quasi nulla---da anni mio marito insiste che io legga "lo Zen e la manuntenzione della motocicletta" ed e' l'unica promessa che gli ho fatto e non ho ancora mantenuto.

    Comunque a me piace davvero fare le pulizie, stirare specialmente, trovo rilassante, quasi terapeutico eseguire una sequenza di azioni mentre la mente e' libera di riflettere, di meditare quasi. Come per ogni lavoro manuale, daltronde.
    In piu' c'e' il bonus del fare ordine, combattere il caos con l'innegabile riferimento biblico----cleanliness is next to Godliness :).

    Ora, non pensare che la mia casa sia uno specchio di perfezione, non e' cosi' ne' lo vorrei, anzi siamo piuttosto rilassati al riguardo. Ho bambini piccoli che scorrazzano liberi e felici, in piu' vivo in the country come mi fanno sempre notare i cugini di Brooklyn, quindi neve, fango, aghi di pino ecc. ecc. sono normali.
    Pero' nella mia esperienza ho dedotto un "segreto" e cioe' che cio' che rende fare le pulizie non una gioia ma un travaglio e' che si tende ad accumulare troppo: giocattoli, libri, vestiti e cosi' via. Io per prima, amando cucire piu' di ogni altra attivita' domestica tenderei se mi lasciassi andare ad avere pile e pile di stoffa, per esempio.
    Non credo sia una coincidenza che sia i Benedettini che i Buddisti che vedono il lavoro di casa come un atto spirituale siano monaci, e che per definizione posseggano pochissimi oggetti. Nel loro ambiente di vita gli spazi "vuoti" sono molti di piu' di quelli "pieni".

    C'e' una grande differenza se il ripiano del bagno e' sgombro e gli si da' una passata veloce o se prima dobbiamo spostare un migliaio di flaconi, tubetti di dentifricio, ecc. o se prima di poter anche solo passare l'aspirapolvere dobbiamo sollevare 50 vestiti, libri, scarpe e mercanzie varie per poter anche solo vedere "dove" passare l'aspirapolvere.
    Quindi come disciplina personale cerco di liberare la casa periodicamente di cio' che la riempie troppo, donando quello che non usiamo piu' ma e' ancora in buone condizioni all'Esercito della Salvezza. Se voglio cucire un vestito acquisto solo il materiale che mi serve--anche se uscirei dal negozio con tonnellate di stoffe che "usero' prima o poi" perche' erano "occasioni da non perdere"...
    E ogni volta che vedo un oggetto per cucinare che vorrei, mi sforzo di vedere con l'occhio della mente la cucina piccolissima che ho in cui non entra piu' nulla se prima non viene eliminato qualcosa, e allora riesco a resistere :)

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    1. UN MONUMENTO, ti farei, un monumento. Perchè hai centrato il punto, alla perfezione. Neanche a farlo apposta, oggi mi sono fermata in un ipermercato a fare la spesa. Con tutta che non dovevo comprare niente, sono arrivata a casa con sei borse enormi. E con tutta che ho due dispense e una cucina coi pensili che vanno al soffitto non sapevo dove mettere la roba.
      sul resto, leggi qui
      http://menuturistico.blogspot.it/2009/12/focaccia-alla-salvia.html
      così potrai capire meglio quanta ragione ti stia dando, in questo momento :-)
      ps anch'io ogni tot elimino. Ma ci son cose che mi porterei nella tomba, senza magari neanche averle usate.. tipo le teglieper il kugelhupf :-)

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    2. sai Ale che quello e' IL post da cui sono diventata una vostra fedele lettrice? Anche se per molto tempo silenziosamente vi ho seguito grazie a quella ricetta. Riuscire a riprodurre una focaccia come la ricordavamo dal viaggio in Liguria e' stata una serie di tentativi che non si sono mai risolti troppo bene--sulla base delle reazioni della famiglia--- con cori di: uguale non ti viene!, fintanto che non ho provato la vostra.
      Da allora ne faccio una teglietta tutti (proprio tutti) i giorni---non ho remore a confessare che ci faccio sia cena che colazione al mattino. La mia bambina piu' piccola e' una tale estimatrice di questa ricetta che tra le prime parole che ha imparato c'e' "faccica" che e' il suo modo di dire focaccia. Ormai mi aiuta anche ad impastarla.

      Stranamente non mi aveva colpito allora l'inventario delle teglie quanto la ricetta--ma daltronde cio' che sta sullo sfondo o in primo piano dipende da cio' che cerca l'osservatore ;).
      E quindi grazie per la ricetta te lo dico adesso---it all came full circle in the end :)

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  11. acc..Ale!!in realtà io medito meglio qnd sono tranquilla a leggermi un libro sul divano piuttosto che a spolverare...anyway quel che dice il bonzo ha un suo perchè.Devo riconoscere che più di una volta a fare le grandi pulizie mi sono "rilassata" (che chi lo fa in palestra...)ed effettivamente l'idea che levare lo sporco da casa sia un pò anche ripulire la propria anima mi pare molto attinente - un pò feng shui in cui si teorizza che avere tante cose ammucchiate non consente all'energia buona di circolare.
    Mumble...mumble...ci devo pensare ma ho come l'idea che tu mi abbia suggerito ancora una volta un paio di libri interessanti...e chissà magari potrei passarli al moroso così si converte e inizia a far pulizie anche lui... che dici??? c'è speranza???
    ref masterchef: giovedì ho rasentato più volte le lacrime a vedere quelle 3 facce di "tolla" dei giudici durante la selezione. E si, penso tu abbia ragione, quest'anno si prospetta una gara interessante...un bacio :-)an_top
    ps: baci dama salati e sable' acciughe (+ paprika) riusciti!!!!
    aggiungo...un successone!!
    e brava la mia maestra!!!

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    1. E brava la mia allieva!!! son proprio contenta, guarda!
      ora a gennaio riprendo, perchè mi son troppo divertita :-)

      Se ritrovo il libro della Rafkin te lo presto. Magari da te funziona :-) qui, ha fatto cilecca :-)

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  12. arrivata dieci minuti fa e, che ci creiate o no, mi son messa a pulire. Perchè altrimenti col cavolo che trovano posto le 12 borse della spesa :-)
    Stasera ripasso e rispondo a tutti, ciao!

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  13. pulire da così tanta soddisfazione, giuro! ;)

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    1. lo so!!! il problema è iniziare.... e poi, magari, anche smettere!

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  14. Alla fine di questa giornata campale arrivo pure io e ti dirò che ho letto il tutto ben due volte in quanto non riesco a trovare un pensiero che minimamente si avvicini al pensiero Zen del tuo signor monaco. Non ci riesco mentre raccolgo la miriade di pezzettini di carta seminati dal mio figliolo per la casa (siamo nella fase disegno&ritaglio tutto ciò che mi capita e DOVE mi capita). Nemmeno mentre cerco di rimettere in sesto i cuscini del divano che giacciono in pose plastiche tutto d'attorno... fuorchè SUL divano. Neppure mentre ritiro i panni asciutti e stendo quelli bagnati (un po' come dai la cera-togli la cera .... ma più umido).
    Tutto, ti giuro, mi viene in mente fuorchè il pensiero ZEN... perchè di pensieri me ne vengono tanti ma hanno tante saette tuoni e fulmini!
    Dici che è per questo che non mi posso definire una blogger come il monaco di cui sopra?
    Baci e buonanotte.
    Nora

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  15. quando si arriva al venerdì ... e il 'casino pende davvero forma'...ma una forma che rischia di ingoiarci tutti e tre, lo vorrei vedere qui il monaco buddista, che, com dice Gambetto, qui in terra partenopea non so quanto rischierebbe ... in questi giorni poi, con la pioggia e l'umidità si sono accumulate pure le lavatrici, ma voi come fate quando piove ad asciugare i panni? io mi tiro dentro gli stendini e questo si aggiunge alla forma mostruosa che mi minaccia il venerdì sera...
    grazie davvero di cuore Alessandra per i tuoi consigli ... zen!!!
    a quanto pare devo colmare questa mia lacuna sul libro The Help, da come ne parlate devo correre, o meglio 'ricorrere', in libreiria, che l'altro ieri ci ho passato più di un'ora girando come un ebete perchè avevo una lista di titoli talmente lunga e non riuscivo a decidermi e la commessa mi guardava con commozione e rassegnazione, ma ormai mi conosce e mi lascia fare...
    un caro saluto
    dida

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