... ovvero, consigli e strategie per sopravvivere a una intensa tre giorni fiorentina, in compagnia di una figlia ispirata più del solito, fra Natale e Capodanno.
(nota: il post è in continua evoluzione, nel senso che ho intenzione di aggiornarlo via via, con foto, info e tutto il resto. ergo, ricollegatevi ogni tot e abbiate pazienza, che questo inizio d'anno va così)
Galleria degli Uffizi:
il Must del Must, come ben sanno tutti gli esseri viventi
dell'universo. Difatti, entrare senza prenotazione significa votarsi ad
un'attesa di almeno un'ora, quando va bene, mezza giornata se non siete
proprio fortunati. Ergo, prenotate la visita prima della partenza,
badando a non incappare nei siti non autorizzati- che guarda caso son
sempre i primi che compaiono su Google. Funzionano alla grande, per
carità- ma si fanno pagar cari. Mentre la prenotazione fatta tramite
museo vi costa solo (?) 4 euro. Controllate il sito e se anche non
dovessero esserci posti nelle date stabilite, non disperate: chiedete
alla reception del vostro hotel di fare una telefonata per voi, prima di
rassegnarvi a battere altre strare. Di solito, funziona.
Una
volta dentro, è una gara di sopravvivenza. Il mio consiglio, che è
quello che seguo da anni, ogni volta che mi trovo in un grande museo, è
di scegliere un percorso e limitarsi a quello. Selezionate i venti,
trenta quadri che vi interessano, studiatevi qualcosa su di essi e
andate a colpo sicuro, rimandando alla prossima volta l'analisi degli
altri. Altrimenti, rischierete davvero di esaurire le riserve alla terza
sala, finendo per barcollare fino all'uscita, senza neanche degnar
d'uno'occhiata i vari capolavori. Considerate anche che gli Uffizi, da
anni, sono un work in progress: sale vuote, quadri spostati, deviazioni
improvvise, per non parlar della calca attorno ai "soliti noti"
(Botticelli su tutti, ma anche Leonardo e Caravaggio): tutto cospira
contro il vostro sistema nervoso. Ergo, selezionate, tagliate,
imponetevi di non rivolgere lo sguardo altrove, almeno in teoria: che
intanto si sa, che un'occhiatina a questo e a quello ci scappa sempre,
ogni volta. Ma concentratevi sull'obiettivo e vedrete che uscirete dalla
Galleria più bella del mondo non solo ritemprati, ma anche desiderosi
di tornare.
Nota dolente: il posto
di ristoro. Per carità, ora c'è- e se penso alle mie prime maratone per
città d'arte, quando avevo l'età di mia figlia ed eri costretto a morir
di fatica e di sete, se volevi veder tutto in un colpo solo, mi sento
finalmente fortunata. Ma la qualità del cibo è pessima e i prezzi,
ovviamente, sproporzionati. L'accesso però è libero e vale davvero la
pena di farci una capatina, non foss'altro che per la foto di rito di
fronte ad un Palazzo Vecchio mai così a portata di sguardo: per il
resto, fate tesoro della nostra esperienza (due sedicenti panini col
salame, mandati giù con un bicchier d'acqua e un cappuccino ci son
costati come un pranzo in trattoria) e tirate diritto
Santa
Croce: l'Associazione Ars et Fides organizza visite guidate gratuite,
in questo complesso così come a s. Lorenzo, a s. Maria Novella, a S.
Trinita e, oltrarno, a S.Felicita: informatevi prima sugli orari (basta
una telefonata), perchè purtroppo non c'è un grande collegamento col
resto del personale: fuori dai denti, non vi sanno dire nulla. Perdersi
questi tour è un vero peccato: le guide sono volontari, di solito non
giovanissimi, spesso ex guide turistiche in pensione, tutte molto
gentili, affabili e, quel che più conta, preparate. Non aspettate di
trovarvi di fronte la guida classica, quella che vi sciorina date e
numero dei mattoni sulla facciata, che neanche la Carrà al tempo dei
fagioli: solo signori colti, arguti, gentili, che vi faranno
trascorrere alcuni dei momenti più piacevoli del vostro soggiorno- e
pure a costo zero.
Se non avete la
fortuna di intercettarli, armatevi di guida all'ingresso e non abbiate
fretta. Due ore ci voglion tutte, fra caccia al tesoro delle tombe,
declamazione de I Sepolcri, affreschi di Giotto, del Gaddi, del Ghirlandaio (l'abside della
navata centrale è in restauro, ne avranno ancora fino alla primavera di
quest'anno, dixerunt), per non dire della Cappella dei Pazzi e delle
lacrime davanti a quel che resta del Cristo di Cimabue.
Museo
dell'Opera del Duomo. Andateci UNO. E' un ordine. Per i contenuti, il
contenitore, le emozioni che vi aggrediscono ad ogni anfratto. Andateci
presto, se volete vedere il recente restauro della porta del Ghiberti,
andateci quando volete, se siete pronti a struggervi di fronte
all'ultima Pietà di Michelangelo, la ricapitolazione più intensa e
toccante del dolore umano, o a farvi mozzare dalle mille forme in cui si
modula il genio di Donatello. Esiste un biglietto integrato col
Battistero che però vi obbliga anche a salire sulla Cupola del Duomo e
sul Campanile di Giotto: se non avete velleità alla Reynold Messner, non
conviene. Ma ritagliatevi almeno mezz'ora, per un giro veloce- e non
preoccupatevi, se all'uscita vi accorgerete che è già buio: qualsiasi ora si sia fatta, ne sarà valsa
davero la pena
Duomo
e Battistero: il primo è gratuito, il secondo è a pagamento e la
biglietteria è di fronte alla porta d'ingresso. Valutate se è il caso di
salire fino in cima alla cupola del Brunelleschi: oltre al panorama,
potrete ammirare vis-à-vis gli affreschi del Vasari, per non parlare del
"dietro le quinte" del più grande capolavoro architettonico del
Rinascimento- e son cose che non si dimenticano tanto facilmente. Nello
stesso tempo, è una sfacchinata, specie l'ultimo tratto, direttamente
sulle scale a pioli. Da ragazza, mi commuovevo, adesso mi viene da
piangere e anche se il risultato è lo stesso, le premesse son ben
diverse. Calcolate almeno un'ora, fra salita e discesa e stordimenti
vari- e la variabile della coda alla biglietteria, che è sempre un
fattore con cui fare i conti, in questi casi.
S.
Lorenzo: ogni volta, a noi parte mezza giornata, fra mercato scoperto,
mercato coperto, chiesa, biblioteca laurenziana, Cappelle Medicee,
rifornimento cantucci e pranzo da Mario, la cui fiorentina costituisce
l'apice di una mattinata perfetta. I migliori cantucci di Firenze
vengono prodotti a "Il Cantuccio di San Lorenzo", in via Sant'Antonino,
con tanto di veloce degustazione annessa, vin santo compreso. I classici
sono imperdibili, ma anche quelli al cioccolato e quelli coi fichi
secchi hanno un loro perchè. Lo stesso vale per Mario, in via Rosina,
proprio di fronte al Mercato Centrale. Rassegnatevi alla coda, oppure
andateci giusto a mezzogiorno, per l'apertura: dopodichè, godetevi
tutto, dai cartelli che dissuadono dal chiedere una Fiorentina ben cotta
al "qui un ci si ha il wi fi". Niente Bancomat, come da tradizione e
prezzi più che onesti.
S.
Maria Novella: attenzione agli orari, perchè son variabili (il venerdì,
per esempio, aprono alle 11,00, senza alcuna apparente motivazione) e
non è detto che vengano sempre rispettati. Se la trovate aperta,
fiondatevi dentro e cercate di non escluderla mai dai vostri giri:
perchè parte della storia di Firenze passa da qui, fra il Crocifisso di
Giotto e la Trinità del Masaccio. Il resto, è pura meraviglia.
Palazzo
Strozzi: andateci-due, a occhi chiusi, qualsiasi sia la mostra
allestita. Tanto detesto le ammucchiate nzional popolari di goldin
(ecco: l'ho detto, e pure all'8 gennaio), quanto amo di un amore folle e
incondizionato tutto quello che viene organizzato in questo museo. e se
lo scorso anno ci si era andati apposta, a Firenze, per la mostra sui
Banchieri e il Quattrocento fiorentino, quest'anno ci si è passata una
pausa pranzo, alla retrospettiva sull'Arte Italiana degli Anni Trenta.
Mia figlia ne è uscita con catalogo in una mano e matite da disegno
nell'altra, "perchè questi me li copio tutti", io con l'appagamento di
chi trae da questi eventi la speranza che non tutto sia perduto: e solo
dietro al costo di un normale biglietto...
Ponte Vecchio: erano anni che non lo attraversavo, delusa com'ero dal degrado a cui era andato incontro, con un'invasione degli ambulanti seconda solo al Ponte di Rialto. Tant'è che ci siamo andate per quello che allora mi è parso un caso ed oggi invece mi sembra una botta di fortuna: tanti turisti e tanta confusione, ma in un luogo che è stato restituito al fascino di un tempo. Il selciato è sgombro, le vetrine delle gioiellerie scintillano e vista dall'Arno Firenze è , se possibile, ancora più bella, come ben sanno gli irriducibili della foto da cartolina in cui ti inciampi ogni tre per due... ma quelli, ormai, fan parte del pacchetto.
Palazzo Pitti: dolente nota. Dovrei farci un post,ma sarebbe roba da interrogazioni parlamentari, a dirla tutta. Il problema non riguarda le gestione, che è posto, almeno a quanto si vede, quanto semmai la collocazione delle opere d'arte e la loro conseguente valorizzazione. Non è possibile godersi nulla, in un palazzo allestito a quadreria, con spazi enormi, le cui pareti sono interamente ricoperte di capolavori segnalati solo dalla targhetta sulla cornice e, quel che è peggio,collocati nei posti più improbabili, senza nessun rispetto per la luce e le contorsioni a cui sono costretti i visitatori che ancora si ostinano a voler andare oltre la prima fila dei Raffaello, perchè magari c'è un tal Guido Reni che un'occhiatina la meriterebbe. Con i quadri di una sola sala,all'estero ci farebbero un museo, che diventerebbe immediatamente il polo di attrazione di studiosi e di turisti. Noi, ce li teniamo tutti ammassati così, in barba agli spazi che avremmo e alle potenzialità di fruizione che offrirebbero. mi fermo qui, perchè vado fuori tema e mi vien pure il nervoso, ma il tasto è dolente, come dicevo all'inizio. In ogni caso, guai a non visitarlo, sia per la quadreria (mai visti così tanti Raffaello in una botta sola, per dire, per tacer del resto), sia per gli appartamenti reali, che sono davvero una bellezza. Meno interessante il secondo piano, ma qui si tratta di gusti personali che non inficiano il giudizio complessivo. A vederlo tutto e bene non basterebbe una settimana. Se ci andate per la prima volta, vale il consiglio dato per gli Uffizi: se potete, selezionate le opere che desiderate vedere con più attenzione e rimandate il resto ad una prossima visita. Che intanto, Firenze è contagiosa e ci si deve tornare...
Chiesa di S. Felicita: appena toccata la sponda d'Oltrarno , da Ponte Vecchio, sulla sinistra. Io ci vado solo per la pala della Deposizione del Pontormo (vedi alla voce: ognuno ha le fisse che si merita) ma si tratta di un luogo di grande interesse storico, oltre che artistico: a dispetto delle forme, settecentesche, è una chiesa antichissima, come testimoniano le lapidi murate all'esterno, che rimandano all'epoca paleocristiana e addirittura romana, testimone oltretutto della presenza di una piccola comunità siriaca, che ha lasciato il segno in qualche iscrizione in greco. Se trovate una guida di Ars et Fides godetevi il tour: altrimenti, entrate anche solo per il Pontormo: non ve ne pentirete
Basiica di Santo Spirito: pensate un po' quello che volete: ma a me, il solo sapere che qui avvenne la folgorazione di Petrarca per Sant'Agostino (tutti in chiesa, se li beccava, 'sto qua: pure Laura, ricordate?), qui venia spesso Boccaccio ad ispirarsi (tant'è che alla sua morte gli Agostiniani si ritrovarono eredi della sua biblioteca, mica bruscolini), qui trovò rifugio il giovane michalengelo, all'indomani della morte di quel lorenzo de' Medici che lo aveva preso sotto la sua ala protettrice, e sotto le volte di questa chiesa esaminò cadaveri su cadaveri, per perfezionare i suoi srudi di anatomia, beh, dicevo, a me questo basta per procurarmi una scarica di emozioni che iniziano appena passo Ponte vecchio , proseguono lungo le vie di uno dei quartieri più belli della città e culminano negli interni del Bunelleschi, di cui la basilica costituisce l'ultima impresa, una sorta di testamento artistico che ricapitola in forme perfette i principi di colui che , come nessuno, seppe tracciare in modo magistrale il profilo della sua città. in segno di gratitudine, Michelangelo lasciò un crocifisso ligneo, fino a dieci anni fa a Casa Buonarroti, ora ospitato in sacrestia. dovrebbe essercene anche un altro, di acquisizione recente e di dimensioni più piccole, di cui però non ho trovato traccia- nè del crocifisso, nè di un Agostiniano di passaggio a cui chiedere lumi. Passo la palla a voi, nel caso foste prossimi a partire o ne sapeste più di me: che intanto, la scusa buona per tornare serve sempre...
Cappella Brancacci: Santo Spirito è a due passi, ma il quartiere dove si trova la Brancacci è tutto diverso- meno elegante, più popolare. Di sicuro ha perso le suggestioni di un tempo e basta guardare mia figlia, che ha dismesso lo guardo estatico e ha rimesso l'ipod, per rendermene conto. "Non ha letto Pratolini", penso e subito dopo aggiungo "meno male che c'è la Brancacci", con la sicurezza di chi sa che basterà un'occhiata per riaccendere ogni entusiasmo. Per quanto sia sempre affollata e a dispetto della meritatissima fama, la visita a questa cappella, nel complesso della Chiesa del Carmine, non è sempre compresa nei tour classici. La maggior parte delle perosne che conosco, per dire, l'ha vista solo in un secondo tempo. Io ci ero andata apposta, ai tempi del famoso restauro che aveva cancellato le foglie di fico dalle pudenda di Adamo ed Eva e - cosa ben più importante- aveva resituito gli antichi colori agli affreschi di Masolino e Masaccio. Da allora, ci sono tornata- e l'emozione è la stessa, anche se bisogna concentrarla tutta in soli venti minuti, perchè di più non vi ci lasciano stare: e lì dentro, il temppo vola, più che altrove.
Santa Trìnita: l'accento è sulla i e guai a sbagliarvi o, peggio ancora, a perdervi: nessuno vi darà indicazioni per la chiesa di Santa Trinità, perchè a Firenze c'è solo santa Trinita- e va bene così. Anzi, diciamocela tutta: va benissimo. Perchè è chiesa di straordinaria bellezza, da segnare fra gli imperdibili del vostro giro, non foss'altro che per l'atmosfera tutta diversa che si respira sotto le sue volte. A dispetto dei rimaneggiamenti cinquecenteschi e dello scempio degli affreschi che portarono con sè, questa è una delle poche chiese fiorentine in cui siano rimaste quelle suggestioni tutte peculiari che solo lo stile gotico sa dare. Se non siete ancora stanchi, ci sono anche dei bellissimi affreschi di Lorenzo Monaco, in una delle cappelle di destra e sua è l'Annunciazione della pala dell'altare. Il "grave tour" segnala la tomba di Dino Compagni (quello de "il Compagni ed il Villani", reminsecenze del liceo), ma non è così importante. Quello che importa è inserire la visita di questa chiesa nei vostri giri: che intanto, è di fronte al museo di Ferragamo, in cima a via Tornabuoni, in un tripudio di vetrine e di grandi firme che rende ancor più piacevole il tragitto.
Orsanmichele: impossibile non vederla, in entrambi i sensi: ve la vedete di fianco, mentre vi muovete dal Duomo in Piazza della Signoria, lungo via Calzaiuoli e non c'è neppure bisogno di chiedersi che cosa vi riserverà all'interno, visto che il solo esterno basterebbe e avanzerebbe: una teoria di statue, un crescendo di nomi (Donatello, Verrocchio, Ghiberti, tanto per citare i più famosi e l'ordine di preferenza lo lascio a voi),al di sotto di una serie di tondi dei della Robbia e bottega, ad indicare gli stemmi delle antiche arti e a ricordare che l'edificio, in origine, era tutto fuorchè una chiesa. Si tratta infatti dell'antica loggia del grano, poi trasformata in chiesa delle Arti fiorentine, come testimoniano le statue che raffigurano i vari santi Patroni, ciascuna commissionata da ogni corporazione. Il che significa dare l'innesto ad una vera e propria gara a chi lo fa meglio: m'hai ingaggiato Ghiberti? e io chiamo il Verrocchio. Gli hai fatto la tiara? E io le fo la corona- e così via, in una di quei campionati d'orgoglio dei cui risultati beneficiamo ancor oggi. L'interno... beh, sentite, facciamola breve: alzi la mano chi è riuscito a star ritto in piedi di fronte alla Madonna dell'Orcagna, quella nel tabernacolo, intendo. Noi, ogni volta, finiamo per sederci. La scusa è che dobbiamo prenderci il tempo che ci vuole, per ammirare un simile capolavoro, ma la verità è che l'emozione ci sega le gambe, ogni volta.
Santa Maria Maggiore: a proposito di chiese che son lì: questa è in via dei Cerretani ed è anche sempre aperta: un ottimo modo per passare il tempo, in attesa che si decidano ad aprire il Battistero, per esempio. La chicca è la tomba di Brunetto Latini, quello del Tesoretto, del "siete voi Ser Brunetto?" e, conoscendovi, meglio che ci si fermi qui. Per il resto, siammo alle solite. Altrove, sarebbe opera da due stellette: qui, si guarda e si passa....
Galleria dell'Accademia: per noi si è trattato di un fuori programma, per il quale si è spesa mezz'ora buona in coda, in mezzo ai turisti (americani su tutti). Non siamo alle due ore di attesa degli Uffizi, ma prenotare è comunque opportuno. Subito lì vicino c'è il Conservatorio della città, dedicato a Cherubini e non è un caso che la prima cosa che si veda, una volta entrati in Accademia, sia la sezione degli strumenti antichi, condivisa proprio con questa istituzione. Per ovvi motivi, noi ci passiamo una buona mezz'ora ma, a meno che non abbiate con voi un musicista fanatico, ci si sbriga in molto meno tempo. L'esatto contrario di quello che succede una volta che si è di fronte al David, nella galleria: più lo guardi e più lo guarderesti, in una sorta di magnetismo fatale che ci rende tutti uguali, io con la mia puzza sotto il naso e la rassegna stampa di FMR in borsa e la turista americana con la mappa della città coi disegnini dei monumenti. Lungo i lati della galleria ci sarebbero i Prigioni, ma mai collocazione fu più infelice, perchè non se li fila nessuno. Esattamente come si passa dritti davanti a tutto il resto, purtroppo: stavolta, lo facciamo anche noi e la scusa del fuori programma regge fino a un certo punto. Di nuovo, troppe cose. Allestite molto ma molto ma molto meglio che a Palazzo Pitti, ma sempre con un criterio che sembra rispondere più alla necessità del "devo farcele stare tutte" che non a quello della valorizzazione. Un esempio su tutti, la sala dei Gessi, che affastella pezzi di pregio e opere di minor conto, senza nessuna logica apparente.
Museo del Bargello: a proposito di affastellamenti, ma in chiave intelligente, ecco un museo che non ci perdiamo mai, ogni volta che andiamo a Firenze. Se considerate che in trent'anni è rimasto sempre uguale, potete farvi una vaga idea dell'amore che proviamo verso questa collezione e verso questo edificio, l'antico palazzo del Capitano del Popolo, evolutosi (?) naturalmente in carcere cittadino.
Ponte Vecchio: erano anni che non lo attraversavo, delusa com'ero dal degrado a cui era andato incontro, con un'invasione degli ambulanti seconda solo al Ponte di Rialto. Tant'è che ci siamo andate per quello che allora mi è parso un caso ed oggi invece mi sembra una botta di fortuna: tanti turisti e tanta confusione, ma in un luogo che è stato restituito al fascino di un tempo. Il selciato è sgombro, le vetrine delle gioiellerie scintillano e vista dall'Arno Firenze è , se possibile, ancora più bella, come ben sanno gli irriducibili della foto da cartolina in cui ti inciampi ogni tre per due... ma quelli, ormai, fan parte del pacchetto.
Palazzo Pitti: dolente nota. Dovrei farci un post,ma sarebbe roba da interrogazioni parlamentari, a dirla tutta. Il problema non riguarda le gestione, che è posto, almeno a quanto si vede, quanto semmai la collocazione delle opere d'arte e la loro conseguente valorizzazione. Non è possibile godersi nulla, in un palazzo allestito a quadreria, con spazi enormi, le cui pareti sono interamente ricoperte di capolavori segnalati solo dalla targhetta sulla cornice e, quel che è peggio,collocati nei posti più improbabili, senza nessun rispetto per la luce e le contorsioni a cui sono costretti i visitatori che ancora si ostinano a voler andare oltre la prima fila dei Raffaello, perchè magari c'è un tal Guido Reni che un'occhiatina la meriterebbe. Con i quadri di una sola sala,all'estero ci farebbero un museo, che diventerebbe immediatamente il polo di attrazione di studiosi e di turisti. Noi, ce li teniamo tutti ammassati così, in barba agli spazi che avremmo e alle potenzialità di fruizione che offrirebbero. mi fermo qui, perchè vado fuori tema e mi vien pure il nervoso, ma il tasto è dolente, come dicevo all'inizio. In ogni caso, guai a non visitarlo, sia per la quadreria (mai visti così tanti Raffaello in una botta sola, per dire, per tacer del resto), sia per gli appartamenti reali, che sono davvero una bellezza. Meno interessante il secondo piano, ma qui si tratta di gusti personali che non inficiano il giudizio complessivo. A vederlo tutto e bene non basterebbe una settimana. Se ci andate per la prima volta, vale il consiglio dato per gli Uffizi: se potete, selezionate le opere che desiderate vedere con più attenzione e rimandate il resto ad una prossima visita. Che intanto, Firenze è contagiosa e ci si deve tornare...
Chiesa di S. Felicita: appena toccata la sponda d'Oltrarno , da Ponte Vecchio, sulla sinistra. Io ci vado solo per la pala della Deposizione del Pontormo (vedi alla voce: ognuno ha le fisse che si merita) ma si tratta di un luogo di grande interesse storico, oltre che artistico: a dispetto delle forme, settecentesche, è una chiesa antichissima, come testimoniano le lapidi murate all'esterno, che rimandano all'epoca paleocristiana e addirittura romana, testimone oltretutto della presenza di una piccola comunità siriaca, che ha lasciato il segno in qualche iscrizione in greco. Se trovate una guida di Ars et Fides godetevi il tour: altrimenti, entrate anche solo per il Pontormo: non ve ne pentirete
Basiica di Santo Spirito: pensate un po' quello che volete: ma a me, il solo sapere che qui avvenne la folgorazione di Petrarca per Sant'Agostino (tutti in chiesa, se li beccava, 'sto qua: pure Laura, ricordate?), qui venia spesso Boccaccio ad ispirarsi (tant'è che alla sua morte gli Agostiniani si ritrovarono eredi della sua biblioteca, mica bruscolini), qui trovò rifugio il giovane michalengelo, all'indomani della morte di quel lorenzo de' Medici che lo aveva preso sotto la sua ala protettrice, e sotto le volte di questa chiesa esaminò cadaveri su cadaveri, per perfezionare i suoi srudi di anatomia, beh, dicevo, a me questo basta per procurarmi una scarica di emozioni che iniziano appena passo Ponte vecchio , proseguono lungo le vie di uno dei quartieri più belli della città e culminano negli interni del Bunelleschi, di cui la basilica costituisce l'ultima impresa, una sorta di testamento artistico che ricapitola in forme perfette i principi di colui che , come nessuno, seppe tracciare in modo magistrale il profilo della sua città. in segno di gratitudine, Michelangelo lasciò un crocifisso ligneo, fino a dieci anni fa a Casa Buonarroti, ora ospitato in sacrestia. dovrebbe essercene anche un altro, di acquisizione recente e di dimensioni più piccole, di cui però non ho trovato traccia- nè del crocifisso, nè di un Agostiniano di passaggio a cui chiedere lumi. Passo la palla a voi, nel caso foste prossimi a partire o ne sapeste più di me: che intanto, la scusa buona per tornare serve sempre...
Cappella Brancacci: Santo Spirito è a due passi, ma il quartiere dove si trova la Brancacci è tutto diverso- meno elegante, più popolare. Di sicuro ha perso le suggestioni di un tempo e basta guardare mia figlia, che ha dismesso lo guardo estatico e ha rimesso l'ipod, per rendermene conto. "Non ha letto Pratolini", penso e subito dopo aggiungo "meno male che c'è la Brancacci", con la sicurezza di chi sa che basterà un'occhiata per riaccendere ogni entusiasmo. Per quanto sia sempre affollata e a dispetto della meritatissima fama, la visita a questa cappella, nel complesso della Chiesa del Carmine, non è sempre compresa nei tour classici. La maggior parte delle perosne che conosco, per dire, l'ha vista solo in un secondo tempo. Io ci ero andata apposta, ai tempi del famoso restauro che aveva cancellato le foglie di fico dalle pudenda di Adamo ed Eva e - cosa ben più importante- aveva resituito gli antichi colori agli affreschi di Masolino e Masaccio. Da allora, ci sono tornata- e l'emozione è la stessa, anche se bisogna concentrarla tutta in soli venti minuti, perchè di più non vi ci lasciano stare: e lì dentro, il temppo vola, più che altrove.
Santa Trìnita: l'accento è sulla i e guai a sbagliarvi o, peggio ancora, a perdervi: nessuno vi darà indicazioni per la chiesa di Santa Trinità, perchè a Firenze c'è solo santa Trinita- e va bene così. Anzi, diciamocela tutta: va benissimo. Perchè è chiesa di straordinaria bellezza, da segnare fra gli imperdibili del vostro giro, non foss'altro che per l'atmosfera tutta diversa che si respira sotto le sue volte. A dispetto dei rimaneggiamenti cinquecenteschi e dello scempio degli affreschi che portarono con sè, questa è una delle poche chiese fiorentine in cui siano rimaste quelle suggestioni tutte peculiari che solo lo stile gotico sa dare. Se non siete ancora stanchi, ci sono anche dei bellissimi affreschi di Lorenzo Monaco, in una delle cappelle di destra e sua è l'Annunciazione della pala dell'altare. Il "grave tour" segnala la tomba di Dino Compagni (quello de "il Compagni ed il Villani", reminsecenze del liceo), ma non è così importante. Quello che importa è inserire la visita di questa chiesa nei vostri giri: che intanto, è di fronte al museo di Ferragamo, in cima a via Tornabuoni, in un tripudio di vetrine e di grandi firme che rende ancor più piacevole il tragitto.
Orsanmichele: impossibile non vederla, in entrambi i sensi: ve la vedete di fianco, mentre vi muovete dal Duomo in Piazza della Signoria, lungo via Calzaiuoli e non c'è neppure bisogno di chiedersi che cosa vi riserverà all'interno, visto che il solo esterno basterebbe e avanzerebbe: una teoria di statue, un crescendo di nomi (Donatello, Verrocchio, Ghiberti, tanto per citare i più famosi e l'ordine di preferenza lo lascio a voi),al di sotto di una serie di tondi dei della Robbia e bottega, ad indicare gli stemmi delle antiche arti e a ricordare che l'edificio, in origine, era tutto fuorchè una chiesa. Si tratta infatti dell'antica loggia del grano, poi trasformata in chiesa delle Arti fiorentine, come testimoniano le statue che raffigurano i vari santi Patroni, ciascuna commissionata da ogni corporazione. Il che significa dare l'innesto ad una vera e propria gara a chi lo fa meglio: m'hai ingaggiato Ghiberti? e io chiamo il Verrocchio. Gli hai fatto la tiara? E io le fo la corona- e così via, in una di quei campionati d'orgoglio dei cui risultati beneficiamo ancor oggi. L'interno... beh, sentite, facciamola breve: alzi la mano chi è riuscito a star ritto in piedi di fronte alla Madonna dell'Orcagna, quella nel tabernacolo, intendo. Noi, ogni volta, finiamo per sederci. La scusa è che dobbiamo prenderci il tempo che ci vuole, per ammirare un simile capolavoro, ma la verità è che l'emozione ci sega le gambe, ogni volta.
Santa Maria Maggiore: a proposito di chiese che son lì: questa è in via dei Cerretani ed è anche sempre aperta: un ottimo modo per passare il tempo, in attesa che si decidano ad aprire il Battistero, per esempio. La chicca è la tomba di Brunetto Latini, quello del Tesoretto, del "siete voi Ser Brunetto?" e, conoscendovi, meglio che ci si fermi qui. Per il resto, siammo alle solite. Altrove, sarebbe opera da due stellette: qui, si guarda e si passa....
Galleria dell'Accademia: per noi si è trattato di un fuori programma, per il quale si è spesa mezz'ora buona in coda, in mezzo ai turisti (americani su tutti). Non siamo alle due ore di attesa degli Uffizi, ma prenotare è comunque opportuno. Subito lì vicino c'è il Conservatorio della città, dedicato a Cherubini e non è un caso che la prima cosa che si veda, una volta entrati in Accademia, sia la sezione degli strumenti antichi, condivisa proprio con questa istituzione. Per ovvi motivi, noi ci passiamo una buona mezz'ora ma, a meno che non abbiate con voi un musicista fanatico, ci si sbriga in molto meno tempo. L'esatto contrario di quello che succede una volta che si è di fronte al David, nella galleria: più lo guardi e più lo guarderesti, in una sorta di magnetismo fatale che ci rende tutti uguali, io con la mia puzza sotto il naso e la rassegna stampa di FMR in borsa e la turista americana con la mappa della città coi disegnini dei monumenti. Lungo i lati della galleria ci sarebbero i Prigioni, ma mai collocazione fu più infelice, perchè non se li fila nessuno. Esattamente come si passa dritti davanti a tutto il resto, purtroppo: stavolta, lo facciamo anche noi e la scusa del fuori programma regge fino a un certo punto. Di nuovo, troppe cose. Allestite molto ma molto ma molto meglio che a Palazzo Pitti, ma sempre con un criterio che sembra rispondere più alla necessità del "devo farcele stare tutte" che non a quello della valorizzazione. Un esempio su tutti, la sala dei Gessi, che affastella pezzi di pregio e opere di minor conto, senza nessuna logica apparente.
Museo del Bargello: a proposito di affastellamenti, ma in chiave intelligente, ecco un museo che non ci perdiamo mai, ogni volta che andiamo a Firenze. Se considerate che in trent'anni è rimasto sempre uguale, potete farvi una vaga idea dell'amore che proviamo verso questa collezione e verso questo edificio, l'antico palazzo del Capitano del Popolo, evolutosi (?) naturalmente in carcere cittadino.
Già il Palazzo ha un che di magico. So
che non si può dire, ma a me pare più bello di Palazzo Vecchio, con
tutta che porta con sè una storia di sicuro più truce, visto che per
molti secoli ospitò anche la sala delle torture. Ma fu anche fra i primi
carceri italiani ad abbandonare questa pratica, grazie alle illuminate
riforme del granduca Leopoldo ed oggi ospita una delle camere delle
meraviglie più belle del mondo. Non c'è sala dove non valga la pena di
dimenticarsi di tutto quello che sta fuori, ma se proprio dovessi
scegliere, non perderei mai gli avori del medioevo francese, i bronzetti
originali del Cellini, che prima contornavano il basamento del Perseo,
in Piazza della Signoria), il David e l'Attys di Donatello e, buon
ultimo, il più antico ritratto di Dante, dipinto da Giotto, nella
cappella di S. Maria Maddalena. Ogni volta gli controllo il naso e son
sempre più convinta che l'iconografia tradizionale non gli abbia reso
giustizia...
Convento
e Museo di S. Marco: dopo il Bargello, è il mio "museo del cuore". L'ho
sempre visto con gli occhi della devozione, ora che son con mia figlia
lo guardo da una prospettiva più storica, ma l'emozione è ugualmente
intensa. Il tempo che di solito trascorrevo in contemplazione delle
pitture dell'Angelico, nelle varie celle dei monaci, ora passa quasi
interamente nelle camere che furono del Savonarola, ripercorrendone la
storia e rivivendo i momenti che precedettero la sua morte. Sarà perchè in un luogo dove regna una tale pace i contrasti si stagliano in maniera più netta che altrove, ma il ricordo di quei momenti, della violenza di certo fervore, della concitazione dell'arresto e del dolore del suo tragico epilogo li rende talmente vivi da pensare per un attimo che il tempo non sia passato. Oppure, più semplicemente, è solo perchè a San Marco il tempo non è passato. Tutto è rimasto come allora, spoglio e nitido e puro e le pitture dell'Angelico, così connaturate all'ambiente, non fanno che enfatizzarne ulterioromente i caratteri, rendendolo un luogo unico e imperdibile.
Chiesa della SS. Annunziata e Spedale degli Innocenti: qui, invece, mi tocca fare una pubblica ammenda. Perchè li ho sempre visti male. colpa della posizione, a metà fra San Marco e l'Accademia, per cui si finisce sempre per arrivarci sfiniti e non goderseli mai come meriterebbero. Ma lo dicevo poco fa, che ho sempre bisogno di una scusa buona per tornare a Firenze: e la prossima, so già quale sarà...
per
concludere, eccovi un brevissimo diario della tre giorni fiorentina a
cui accennavo sopra: mia figlia è da sempre la mia compagna di viaggio
preferita, ma stavolta era particolarmente ispirata: solo all'ultimo, ha
esalato un "non ne posso più", nel momento esatto in cui io iniziavo a
prenderci gusto. Ma per il resto è stata docile, disponibile,
propositiva e pure stoica. Il risultato, eccolo qui
I giorno
partenza
da Genova alle 7, arrivo a Firenze intorno alle 10. il B&B era
subito dietro la stazione e nel giro di mezz'ora eravamo di nuovo in
strada, con in tasca una prenotazione per gli Uffizi per le 11.45. Prima
tappa da Scuderi (???? correggetemi) per due bomboloni di rito, e poi
giro in piazza della Signoria e Palazzo Vecchio (solo esterno), passando
per Orsanmichele (interno ed esterno). Conversione delle prenotazioni
in biglietti, entriamo agli Uffizi intorno a mezzogiorno e stiamo lì le
tre ore previste . Il pranzo è il panino in terrazza, al bar della
Galleria. Un giro per Santa Croce con tanto di prime incursioni nello
shopping fiorentino e poi si arriva alla chiesa: becchiamo d subito la
visita guidata e in un'ora vediamo tutto. Sosta ristoro al Gilli e da lì
si passeggia fino al Museo dell'Opera del Duomo, dove passiamo almeno
un'ora. Rientro in B&B e cena nell'osteria di fronte
II giorno
Transitiamo
un po' dvanti a S. Maria Novella, finchè non realizziamo che qiel
giovedì apre alle 11 e oggi, toh guarda, è proprio quel giovedì. Allora
si va in S. Lorenzo e lì si sta, fino all'or di pranzo: mercato,
acquisti di rito (ho promesso guanti a tutta la famiglia), chiesa,
biblioteca, mostra annessa, cappelle medicee- e poi il Mercato coperto e
Mario, che ci dà appuntamento dopo mezz'ora. La trascorriamo
bighellonando per il quartiere, comprando i cantucci nel forno e
scegliendo i prossimi regali nella bottega degli stumenti musicali. Al
pomeriggio, si va subito a Santa Maria Novella, poi a Palazzo Strozzi, a
vedere la mostra e poi a Palazzo Pitti. La sera ci coglie sfinite e non
basta la cioccolata calda del Rivoire a tirarci su: si finisce per
comprare focacce da Verrazzano (nella strada di fronte a Orsanmichele,
andateci solo per il posto) e si cena in hotel, che intanto c'è
Masterchef a farci compagnia
III giorno
Alle
9 siamo al Bargello e ci stiamo quasi due ore. Poi visitiamo il Duomo,
approfittando dell'unico momento in cui c'è poca coda e da lì ci
spostiamo verso l'Accademia. Troppa coda, si va a San Marco- e intanto
si è fatta l'una. Giro veloce all'Annunziata e allo Spedale degli
Innocenti e -sorpresa- poca gente di fronte all'Accademia. ritentiamo:
alla fine aspettiamo comunque una mezz'ora e ne spendiamo un'altra in
mezzo agli strumenti musicali. Estasi di rito, davanti al Davis e
rimandiamo il resto della visita alla prossima volta. Usciamo che son le
due e abbiamo fame. Pizza veloce di fronte al Duomo, giro nel
Battistero e poi alle Giubbe Rosse per fare il punto su cosa manca. E'
dopo essersi ritemprata con una fetta di Sacher che alla creatura viene
in mente Santa Trinita, che apre alle 4- e son solo le tre. "E allora,
andiamo a veder la Brancacci, no?" e così, si riattraversa l'Arno e si
vedono solo la Cappella (che intanto, più di venti minuti non ci si può
stare) e poi si torna per Santo Spirito e per il ponte che ti riporta a
Santa Trinita che, finalmente, è aperta. Guardo l'orologio e son le 4 e
mezza. il treno è fra un'ora e se si prende una scorciatoia, da lì per
il B&B, si passa davanti a Ognissanti, ma solo per vedere com'è.
L'ultimo ciak ci vede supplicare il capotreno perchè non
siamo riuscite a timbrare il biglietto, che sennò si perdeva il diretto
per Pisa...
Grazie per questo giretto virtuale a Firenze, sogno di andarci ma non sono ancora mai ststa :) baci
RispondiEliminabisogna andarci. anche per poco, guarda.. perchè intanto non ce la si fa a veder tutto, neppure standoci due settimane... anzi,il rischio è che ti prenda la Sindrome di Stendhal, con tutte quelle opere d'arte- e non è cosa :-)
EliminaMito! Mi fai venire voglia di rifarmi il giro. La prima volta che entrai agli Uffizi, avevo l'età di tua figlia e presi una cotta senza pari per la storia dell'arte perché ad accompagnarmi c'era un amico pittore dominato dalla passione e puoi capire come sono uscita di lì. La prossima volta che torni, perché tornerai lo so, spero sia in una giornata di primavera così potrai prendere un aperitivo sulla terrazza della Rinascente, di fronte a Piazza della Repubblica, e goderti uno dei panorami più belli di Firenze. Pochi lo sanno, ma è un posto speciale. Un bacio e grande la creatura!
RispondiEliminaPat
è il posto preferito di mia sorella!!! ne cantava le meraviglie anche al Befana day..io a parlar di Bernini e Botticelli,lei della terrazza della Rinascente :-)
EliminaE' tantissimo che non torno a Firenze, ora vuoi per il Sindaco che magari mi vien d'incontrarlo :D ora per la tua sempre dotta spiegazione con allegati fotografici di assoluto interesse, presenti e futuri, un pensiero ce lo faro', abbiamo tanto da far vedere e credo che avremmo la PRIMA INDUSTRIA AL MONDO da sfruttare, ma purtroppo preferiamo o abbiamo preferito investire in acciaierie che sono al punto in cui sono........ come mi dispiace, sapessi, è un male al cuore sapere di avere un tale patrimonio e sfruttarlo al 30% e sono ottimista, com'è la mia natura, continuero' a seguire e se mai dovessi andare mi copiero' i tuoi consigli che sono sempre all'altezza del mio desiderio.
RispondiEliminaGrazie Ale!
Diana
HO PERSO TUTTO QUELLO CHE AVEVO SCRITTO, porcaloca... prima di stampare aspetta che intanto sono a casa (sotto mutua IO, detto tutto...)
Eliminasemmai ci si va insieme, dai...
avevo postato un commento, ma mi sembra sparito....... riguardero' durante la giornata e se non ci fosse, lo riscrivero'.baci Diana
RispondiEliminac'era c'era.. è che abbiamo la moderazione, passano solo quelli incensurati :-)
Eliminaahahah..... ancora lo sono.......magari mi presento da qualche parte e con qualcuno........ sono merce rara in questi momenti...
Elimina.No! penso che andro' a mettermi su uno sgabellino sulla Rotonda di Sant'Ampelio a Bordighera e faro' il mio discorso, guardando il mare, ai gabbiani e ai pesci (!) che mi ascolteranno e in ultimo ai Carabinieri che mi verranno a prendere!!!baci.
è un po' che non ci vado, ma direi che sono tutti giri da rifare anche se alle volte mi deprimo un po'. non è che voglio fare l'esterofila, ma possibile che qua non si riesca a valorizzafre e rendere veramente fruibile nulla? Uffizi e prenotazioni, chiese con custodi ringhiosi e volontari di buona volontà, Pitti buttato là come capita... mahhhhhh. in questo periodo come sai sto facendo delle ricerche sui castelli e mi sono accorta che il 90% di quelli veramente ma veramente importanti non possiedono un sito web, neanche appoggiato ad un ente pubblico.
RispondiEliminaappunto.
Eliminaper contro, qui a Genova stiamo vivendo in una specie di sogno, con quella genialata che ha avuto un mio amico, per rivitalizzare un museo altrimenti defunto. in due anni, ha quadruplicato gli ingressi, per dirne una. E senza avere strade spianate, anzi: tante salite e ora che inizia ad avere un po' di visibilità, son partiti i veleni. CVD, giuto? però, lui è giovane, pieno di idee e coraggioso e i cittadini gli stanno dando ragione. Chissà che non possa capitare lo stesso anche altrove...
Posso? Vedo che è un work in progress e magari ci arrivi anche te, ma io metterei un andateci-tre per il Bargello dove c'è un campionario a parer mio inarrivabile della scultura (tanto per fare qualche nome, il David di Donatello e quello del Verrocchio, il Bacco di Michelangelo, le formelle del concorso per la porta del Paradiso e qui mi fermo).
RispondiEliminaConcordo in pieno per la critica all'esposizione di Palazzo Pitti: per vedere (nel vero senso della parola) il cavaliere di Malta del Caravaggio ho dovuto aspettare che facessero la mostra e lo levassero da quell'angolo buio dove di solito lo tengono.
al Bargello ci andiamo ogni volta- e anche stavolta, nessuna eccezione. A forza di andarci, ormai mi guardo solo pochi pezzi alla volta, un lusso che non so in quale altro posto mi potrei permettere. Ma era il museo preferito dell'ex marito, l'attuale non lo disdegna :-) e la figlia ha girato con la cartina con le croci :-) per cui figuriamoci se mancava all'appello!!
Eliminaanzi, già che ho perso metà post, quasi quasi ci aggiungo anche il tour che abbiamo fatto, se mai qualcuno volesse piegarsi a tanto..:-)
Quoto il Bargello: meraviglioso! E ultimamente ho scoperto il Museo Stibbert....da restare a bocca aperta. Ma l'Accademia? LE americane ci vanno come branchi di groupies solo per vedere lui, quel pezzo del David! E poi non entrano neanche! Roba da matti!
Eliminaio stavolta ho fatto l'americana :-) che gran pezzo di David!!!
Eliminalo Stibbert stavolta non ce l'ho fatta- e sono anni che non ci torno.. bene, bene, la voce "scuse buone" si allunga!
A me lo Stibbert non m'ha mai detto granché, però in vostra compagnia magari un giro ce lo potrei anche fare.
EliminaNoooooo...ma qui siete sopra casa mia....se andate allo Stibbert senza dirmi nulla mi offendo...al parco dello Stibbert c'ho passato la mia infanzia coi nonni...magari non vi farei da guida turistica seria....ma vi farei fare un tour "emotivo" tra il tempio delle "terribili sfingi" che ci fulminavano con lo sguardo se ci si passava davanti, le paperelle e le tartarughe del laghetto...e poi ci s'arrampicava anche su qualche albero...ma questo lo eviterei! :-P
EliminaAle, ma te tutta 'sta roba ce l'hai fatta stare in tre giorni? Ma siete delle grandi e soprattutto ci avete dei piedi di ferro!
RispondiEliminaComunque, va bene che nessun fiorentino chiama la chiesa (e il ponte) santa Trinità, ma per le indicazioni turistiche siamo abbastanza elastici.
Te lo dice una che ha indirizzato gente che cercava "pountivikio" (Ponte Vecchio), "gì-odo taua" (Campanile di Giotto) e "la piazza grande della chiesa" (Piazza del Duomo).
ridooooooooooooooooooooooooooo
Eliminaquando facevo l'accompagnatrice, negli anni Ottanta, mi era capitato un gruppo di giapponesi che faceva il giro del mondo. Li avevano sbarcati a Genova e da lì li avevamo portati anche a Firenze. questi erano totalmente in palla, non facevano altro che scendere, fotografare e risalire -e una era più stranita degli altri. Tant'è che all'ennesima domanda sconclusionata, le avevo chiesto se sapeva dove fossimo. "No", aveva risposto.
"Signora, siamo a Firenze"
"AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH", aveva fatto lei, per poi ripiombare subito nel vuoto
"Signora, ma lo sa dov'è Firenze?"
E quella, incerta... "in california?"
Abbiamo visto molto di più e sto aggiornando via via. i piedi son quelli di una diciassettenne. il resto, è quel che è rimasto di sua madre :-)
Una guida perfettissima, io adoro San Lorenzo, la chiesa e il chiosco interno. Una volta ho avuto una botta di c... fortuna e con un mio amico siamo entrati direttamente dentro dove il pubblico non entra.... una cosa da uscir fuori di capa!!
RispondiEliminaIo ci sono mercoledì della prossima settimana, senti il programma: vado in giro a fare la turista, guardo negozi e saldi, vado a vedere gli Ufizi... prima però alle 10.00 ho appuntamento con la prof.ssa di materie umanistiche della mia 16enne.... spero di avere ancora l'umore per fare un giro... dopo... bella Firenze, grazie per avercelo ricordato!
baci
Sandra
ecco, queste son le cose che esaltano: seguivo ora un servizio del TG regionale, dove si diceva che in questi giorni c'è l'apertura straordinaria di una parte di Palazzo del Principe altrementi chusa. il motivo è che ci stanno girando il film su Grace Kelly (abbiamo la kidman, oh yeah...) e bisogna aspettare queste cose, per poter godere delle nostre opere d'arte... però, va bene così e anzi: quando capita è un'emozione,come intuisco anche dal tuo commento...
Eliminaincrocio le dita per la prof, ma vedrai che andrà tutto bene, dai!!!
Nemmeno un giapponese...
RispondiEliminaCi abito da 22 anni e non me li godo nemmen più, mi saltano agli occhi solo le cose fatte male, vedi Pitti, vedi la gestione museale etc. etc. - Scusa ma la Cappella Brancacci è in San Frediano. San Sepolcro a Firenze non mi risulta. I cantucci più buoni rimangono quelli fatti a Prato anche se i fiorentini non li prendono in considerazione come farei io con qualcosa che vien da Modena.
Se tornate il 2 febbraio Beatrice fa un concerto al Bargello :-)
Lo stibbert mi piace molto ma consiglio vivamente una visita in tarda primavera con conseguente visita al Museo Bardini e relativo giardino.
http://www.bardinipeyron.it/ab/cont_.phtml
volevo dire Santo Spirito è a due passi :-) non san Sepolcro.. sono ko da un virus, da qualche giorno e son più fusa del normale. E lo so che è a San Frediano, la Brancacci.. son cresciuta su Pratolini e vorrei ritrovarlo di più, nei suoi quartieri.
Eliminain tarda primavera, tutti allo Stibbert, ok? :-)
Che meraviglia! Io ci sono stata una sola volta a Firenze e ne sono rimasta affascinata! Ci ritornerei molto volentieri, anche perché non ho visto tutto :) Ma quanto è affascinante il lungarno?? Sarà perché non sono abituata a questi scenari, ma lo trovo bellissimo e molto suggestivo!
RispondiEliminaconcordo. ho la fortuna di abitare a una distanza ragionevole, anche se i collegamenti ferroviari fanno di tutto per "allontanarci": sin da ragazzina, ogni giornata libera era per firenze e anche ora che son cresciuta ci vado appena posso. I lungarni sono un incanto, sempre...
EliminaSono assolutamente d'accordo con quanto detto sugli Uffizi e confermo tutto il fascino del Bargello, in assoluto il mio preferito, parola di chi vive a Firenze da quasi trent'anni e si concede ancora il lusso di visitarla con l'occhio del viaggiatore.
RispondiEliminaHai detto una cosa bellissima. Io ho riscoperto Genova da qualche anno e ogni volta che la guardo mi intenerisco e mi commuovo. Mi inorgoglisco per il suo passato, sono fiera di essere genovese, amo ogni palazzo, ogni scorcio, ogni pezzetto della mia città. E mi accorgo ogni volta della grande fortuna che ho, di non annoiarmi dei posti dove vivo e di trovarli sempre belli e sempre nuovi. Il che ovviamente non mi impedisce di rattristarmi nel constatare quello che non va: ma avere come contraltare il lusso di potermi guardare attorno con lo stesso stupore che ho quando sono altrove, mi ripaga di tutto il resto!
Eliminagrazie e buon anno!
Caspita! Hai visto tutte queste cose in soli 3 giorni!!! complimenti! Te lo dice una che a Firenze ci è nata!
RispondiEliminama mica le ho viste bene!!! l'ultimo giorno, è stata una corsa...
EliminaAccipicchiaaaaaaaa! La prossima volta che vieni a Firenze avvisami in tempo, così prendo dei giorni di ferie e mi fai da guida te...io ci sono nata e non ho visto ancora tutto quelle che hai visitato te. Che tour condensato, ma come avete fatto?
RispondiEliminaUn bacione da Firenze
Claudia
Mamma in pentola (in pensione)
ma ciao!!! come stai? e io mica lo sapevo, che sei fiorentina!!!
Eliminaavrei dovuto intuirlo dalla sagcia delle battute, ora che ci penso!
Come diceva il mio povero nonno...classe 1905...:tutto procede con moderato disordine!
EliminaHo ripreso a lavorare...ancora a orario ridotto e in ufficio, non sui treni ancora (sono capotreno...no controllore...controlliamo anche i biglietti e li convalidiamo anche a chi ci supplica di farlo ;-) , ma chiamateci capitreno!)...quindi ancora reggo bene il ritmo (se non ci fosse la nonna!)....ma purtroppo la voglia d'impegnarmi col blog...quella ancora non c'è...ma sarà stata una bella fase della mia vita...tutto qui...mi limito a pasticciare qualcosa ogni tanto...senza documentare niente...e a passare e consultare i miei blog preferiti!
E se vi ricapita di passare di qua...davvero mi piacerebbe conoscerti di persona, magari anche solo un caffè!
Un bacione
Ancora io..scusa...poi bagnetto alla Sere, che mi sta supplicando di lavarla...sieeeeee! é che stavo pensando che se stampo tutto questo bellissimo post...potrebbe essere un degno sostituto di una guida Routard di Firenze...che non so neanche se esiste...quindi grazieeeeeeeeee!
Eliminacara lei, i suoi post non possono essere letti di corsa e allora a tra qualche giorno! :)
RispondiEliminati ho fatto gli auguri di buon anno?????
yesss.. e te li becchi anche da me ;-)
EliminaCome da richiesta ti correggo: Scudieri (via Cerretani angolo piazza san Giovanni).
RispondiEliminaE poi te lo dico io cosa ti è mancato, anche: il panino con la ciccina bona del Cernacchino (e la prossima volta la schiacciata comprala dal Pugi in piazza san Marco e mi rammenterai).
P.S. io comunque voglio venire a giro con te, cammini quasi più di me.
ecco,brava. già che ci siamo: bombolone da cassare, fritto quando ancora era congelato... l'ho buttato via. A mia figlia è andata meglio ma in generale tutti i caffè storici di Firenze mi hanno un po' deluso. Si salvano le Giubbe Rosse per l'atmosfera, ma la qualità di quello che mangi è piattina... e pi, l'anonimato di quei dehors... che non sai se sei al Gilli o al Paskowski,,, maddai...
Eliminami son scordata il panino al lampredotto al mercato del porcellino, porca miseria... di scriverlo, eh, non di mangiarlo :-)
ma quando sei venuta a Genova, non ti ho fatto camminare un po'? :-)
Che meraviglia Alessandra sei stata nella mia città .....che mi manca tanto!
RispondiEliminaQuando ritornerai perché ci ritornerai ormai la sindrome di Stendhal ti scorre tra le vene non andare da Scudieri ma da Robiglio,pasticceria molto buona e chic e poi passa dal mercato di S. Ambrogio che è una chicca e tutto il quartiere intorno con il Cibreo e il teatro del Sale del " nostro " Picchi, che è diventato un salottino!!
Un bacio a te e alla. Mia Firenze
e mi manca tutto, guarda... torno, torno, e credo anche a prestissimo...
EliminaLa Farmacia S. Maria Novella la conosci vero, in via della Scala? Spero di si altrimenti ci devi andare assolutamente......
RispondiEliminaRibacio
e c'ero, stavolta, in via della Scala!! dormivo lì. L'ho rivista con grande piacere, guarda...
EliminaBelissima la vostra avventura/storia a Firenze!!!
RispondiEliminaPerladarsella ha ragione, il panino del cernacchino = il faut le voyage.
RispondiEliminama sulla schiacciata del pugi avrei da ridire, per una genovese è sciocca/insipida.
come ben sai, ci riteniamo i soli detentori della focaccia :-) quindi, la vedo durissima :-)
Eliminama il panino del cernacchino basta e avanza, guarda...:-)
Abbiate pazienza, ma con tutto che anche a me la focaccia genovese piace parecchio, son proprio due cose diverse e non solo perche' la nostra si chiama schiacciata. Diverse come consistenza, croccantezza, salatura; figurati che a me a volte pare salata quella del Pugi, sara' che si parte dal pane sciocco e dai companatici invece parecchio saporiti, chissa'...
Eliminamentre tu eri a Firenze io ero a Cervia con chi........indovina
RispondiEliminami sto spremendo il neurone... :-)
Eliminasabato siamo a milano, per picasso, decisa al volo.. vi aggregate?
Io mi commuovo per Santa Felicita, che è anche una delle mie fisse personali! :-D
RispondiEliminauh, ma che piacere... ma lo sai che mi tocca andarci da sola, di solito? e al massimo, ricevo un "ok, vabbè, l'abbiam vista, ora possiamo proseguire?" di rimando? guarda, son proprio contenta di non essere l'unica a volerci fare un salto ogni volta!
EliminaLeggo solo ora .... Ma che mi è successo ?? sarà la pausa natalizia, ma mi stava sfuggendo... e io che ritenevo con orgoglio di non aver perso una riga che sia una del vostro (ora si dovrebbe dire dei vostri) blog, dalla fondazione ai nostri giorni.... Beh, per dirti che... la deposizione del Pontormo: la signora sì che se ne intende !!!!!
RispondiEliminabaci
Maria Chiara