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domenica 13 giugno 2010

libiam nei lieti calici... bicchierini di patate con frittata!

mt challenge giugno

Che qui sopra ci si stia per allegria, penso che ormai si sia capito da un po'. E' per allegria che abbiamo aperto il blog, è per allegria che ci si scrive tutti i giorni, è con allegria che si chiacchiera con gli amici che passano a trovarci. E quindi, quando ci è venuta l'idea dell'emmetichallenge, abbiamo preso anche questa con allegria, alla stregua di un semplice modo per continuare a divertirci, seppure in forme nuove.
Da qualche giorno, stanno arrivando le ricette: e da altrettanti giorni sto pensando che stavolta ci siamo sbagliate, perchè qui si fa sul serio. Vi assicuro che, quando abbiamo pensato alla tortilla, ci siam dette, sotto sotto, che stavamo giocando un brutto tiro: per carità, dopo l'uovo fritto, sarebbe stata dura trovare qualcosa di più difficile da interpretare in modo originale, però la frittata si difendeva bene. Pazienza, ci siam dette, vorrà dire che ci arriveranno tante versioni tradizionali, di famiglia e di casa e per qualche novità aspetteremo le proposte successive.
Mai previsione fu più sbagliata- e se non ci credete, sintonizzatevi qui sopra, nei prossimi giorni, e valutate voi: per carità, che la cucina fosse sperimentazione lo si sa da mò e non è certo questo giochino ad averci aperto chissà quali scenari. Però, ogni tanto ce lo si dimentica, specialmente quando si cucina da soli e il confronto con gli altri vien meno. In questo senso, allora, ben venga questo gioco, non foss'altro per la sua capacità di accendere un dialogo fra appassionati di cucina, che hanno ancora voglia di crescere e di imparare, mettendo in comune le proprie esperienze, le proprie "trovate" e- perchè no?- i propri errori: come fa Mapi, che ci fa l'onore di aprire questa sfida- perchè è arrivata per prima, anzitutto, ma soprattutto perchè ha capito perfettamente quello che la Dani e io cercavamo di far passare in questi giorni: nessun protagonismo, nessun primo della classe, nessun "voglio vincere a tutti i costi". Ma voglia di mettersi alla prova e trovare stimoli nuovi, anche se il cestino di patate si attacca all'attrezzo che fa i nidi e dietro a 'sta belin di sfida ci si ritrova con una cucina unta e bisunta e un fegato-fegato-fegato-fegato spappolato che neanche Vasco ai tempi d'oro.
Apriamo le danze, quindi e, come da tradizione, libiamo nei lieti calici: di patate, però...

BICCHIERINI DI PATATE CON FRITTATA
MARIA PIA BRUSCIA


mt challenge -giugno


Quando ho letto che la prima ricetta della sfida riguardava la frittata di patate (ché la possiamo pure chiamare tortilla, ma sempre una frittata è) mi sono detta: ohibò! La frittata di patate mi ha accompagnata per tutta l'infanzia e l'adolescenza e ha costituito la mia farcia preferita per i panini, quando in gita mi portavo il pranzo al sacco. Ma come si fa a sfidarsi sulla frittata di patate? Non che non ci fosse da aspettarselo da due che si sono sfidate sull'uovo fritto, ma... Vabbè, mi sono detta, presenterai la tua solita frittata di patate e buona notte.

Poi mi è venuta un'idea di matrice così marcatamente Raravissiana che mi sono messa a ridere. Dopo l'idea mi sono detta che se era merito della Ale che detta idea mi fosse venuta, non sarebbe stata certo colpa sua se non sarei riuscita a realizzarla a dovere. Tenendo questo bene a mente, stamattina (avevo già da tempo deciso che il 2 giugno era il giorno perfetto per dedicarmi all'Emmetì Cialleng) ho tirato fuori dal mio caccavellario:

Tagliere

Pelapatate

Mandolina

Attrezzo per fare i nidi (prima volta che lo uso)

Padella profonda per i fritti (prima volta che la uso)

Pinza da cucina

e così armata fino ai denti mi sono messa all'opera.

Completano la lista degli ingredienti:

3 patate medie

6 uova

100 g di parmigiano grattugiato

1 pizzicone di sale + tanti pizzichini

farina

1 l di olio per friggere

Ho pelato le patate e le ho affettate sottili (tipo chips) con la mandolina; nel frattempo ho messo l'olio (1 litro perché quello avevo in casa, ce ne sarebbe voluto un po' di più) nella padella profonda per i fritti, ho posto quest'ultima sul fornello medio e ho acceso la fiamma al massimo.

Quando l'olio è stato caldo (prova con un pezzettino di patata) ho abbassato la fiamma, ho disposto le fettine di patata nell'apposito attrezzo sovrapponendole leggermente, ho chiuso l'attrezzo e l'ho immerso nell'olio caldo. Dopo un paio di minuti il primo nido era pronto: le patate erano cotte ma non eccessivamente dorate (devono andare in forno e quindi è meglio tenerle un po' indietro), ma quando ho aperto l'attrezzo è successo un disastro: mezzo nido era appiccicato alla parte superiore, l'altra metà a quella inferiore. Aiutandomi con la pinza ho cercato di staccarlo senza romperlo, ho fallito miseramente e mi sono detta: “ritenta, sarai più fortunata”. Altro giro, altro regalo ma il risultato è stato più o meno lo stesso. E mo' che faccio? Forse non è poi così semplice usare questo attrezzo... Poi l'illuminazione: gli sceffi, quelli veri, infarinano gli alimenti prima di friggerli! Che fosse questo il trucco? E poi un'altra pensata: non avevo sciacquato le patate perché pensavo che l'amido avrebbe funto da collante e così è stato, peccato che le abbia incollate anche all'attrezzo... quindi per buona misura ho anche sciacquato in abbondante acqua le fettine di patata per eliminare il grosso dell'amido, poi le ho fatte scolare, le ho disposte su un canovaccio pulito e le ho asciugate ad una ad una, le ho infarinate e ho ripreso a disporle nell'attrezzo. Questa volta i nidi non si sono attaccati alle maglie del medesimo, però non si sono nemmeno saldati tra di loro come avrei voluto. Pazienza: ho continuato fino alla fine in questo modo e buona notte. Tra l'altro, per poter friggere in olio più profondo, tenevo la padella inclinata. A più riprese ho versato parte dell'olio sul piano di cottura e su quello di lavoro, diminuendo progressivamente il livello dell'olio. Fortunatamente sono finite prima le patate.

Una volta ottenuti i miei nidi (beh, una specie di nidi) li ho adagiati nei pirottini da muffins che a loro volta si trovavano dentro gli stampini da crème caramel.

A questo punto ho salato ciascun nido con un pizzichino di sale, poi ho sbattuto le uova con il parmigiano e un pizzicone di sale e aiutandomi con un mestolino ne ho versato un po' in ciascun nido.

In forno a 220 °C per 10 minuti fino a che la frittata si è rappresa, poi ho sformato tutto e ho disposto nel piatto di portata.

Beh, abbastanza carini. Voglio dire, mi aspettavo di peggio.

Il mio fegato invece si aspettava qualcosa di meglio e invece gli è toccato digerire tutto quanto perché a quel punto si era fatta ora di pranzo e io non ci vedevo più dalla fame.

A parte l'esito, devo dire che mi sono divertita e ho pensato alla Ale, alla Dani e ai simpatici amici conosciuti tramite Menù Turistico per tutta la mattina. Mi avete fatto compagnia anche mentre pulivo a fondo la cucina (è incredibile dove riesca a infiltrarsi l'olio!), ma quando sono entrata sotto la doccia vi ho lasciati tutti dietro la porta del bagno. Un po' di privacy, che diamine!!!

Maria Pia Bruscia
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