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sabato 25 aprile 2009

it's up to you, niu york, niuuu yooork

giusto come la canterebbe frank...

beh, insomma, prima o poi glielo si doveva fare 'sto regalo di Comunione alla creatura, visto che fra due settimane fa la Cresima e, non paga di essersi girata tutta l'Europa ( con un piedino pure in Asia, ad essere sinceri), era sempre lì a lamentarsi di questa madre ingrata e pasticciona, che non rispetta scadenze né promesse e che- mannaggia a lei- si è tirata su una figlia globe trotter che non poteva chiedere una collanina o un orologio come tutte le sue amiche, nossignori, un viaggio a new york, e non si discute- e così è stato.

Insomma, a farla breve, siamo partiti e siamo anche tornati, in una sei giorni esaltante ed estenuante, di cui risparmio i resoconti culturali e turistici ( tranne uno: la mostra di courbet, persa a parigi a natale, me la sono ritrovata al Met, e pure gratis, tiè) per passare subito al solito reportage gastronomico.

cominciamo col cibo di strada, per il quale ho una vera passione e che negli Stati Uniti è declinato in tutti i gusti e in tutti i sapori



di queste bancarelle, ne trovate a migliaia, agli angoli di ogni incrocio, in tutti i punti cardinali indispensabili per orientarsi a Manhattan. Vendono un po' di tutto, muffins, bagles e donoughts al mattino, pretzel e hot dog a qualsiasi altra ora del giorno. un consiglio, spassionato: se prenotate un hotel a NY non includete anche la colazione. I bar sono aperti dalle 5 del mattino alle 3 di notte- specialmente in alcuni quartieri- e ognuno ha una specialità diversa- dai pancakes con lo sciroppo d'acero ai muffins, ai bagle con il creeme cheese... niente di paragonabile, insomma, alle ripetitive e un po' incellofanate colazioni a buffet degli alberghi, per quanto buone esse siano...

queste, invece, sono un po' più rare, ma hanno risvegliato un mare di ricordi alla parte adulta del gruppo....

sono le famose candies, che ora spaziano fino ai frutti tropicali e ai mashmallows, anche se la mela resta ineguagliabile, rossa e lucida come quella di biancaneve.

qui si vedono meglio, in tutto il loro " rossore"



si affiancano ad esse i pezzi di frutta ricoperti di cioccolato- che in sè non sono una novità ( anzi, ad essere sinceri, a me mi hanno stufato da un po' anche in Italia), ma la versione portatile è tutta da provare...


invece, quello che da noi manca assolutamente e, a parer mio, può restare dov'è, è questo affare qui


a discapito del nome, che evoca atmosfere disneyane, il bubble tea è una delle schifezze più immonde che abbia mai assaggiato. sorvolando sul fatto che da noi green tea può comprendere varie gamme di infusi, ma non certo la tapioca, e sorvolando ancor di più sulla non ben precsata natura di quelle palline nere che mi intasavano la cannuccia, credo che si veda già dall'espressione della mia mano che bere 'sto intruglio non sia stata propriamente un'esperienza esaltante...Le guide consigliavano di provare questa great experience in una delle tante sale da tè a chinatown, raccontando di questa bevanda che, se agitata, fa le bollicine, ma, sinceramente, io non le ho viste... a meno che non avessero voluto alludere ai brontolii - del mio stomaco in primis e di mio marito in secundis, che non la finiva più di lamentarsi della mia capacità di farmi infinocchiare, da chiunque e dovunque

a Chinatown, invece, ci siamo goduti un bel "dim sum"


questo era solo l'inizio, ma non è che proseguendo le cose siano cambiate di molto: a quanto pare, sapere che cosa si mangia non è concesso a Chinatown e chiedere informazioni è ancora peggio: nella migliore delle ipotesi, ti rispondono "mangia che è buono", quando invece non ti riempiono il piatto proprio di quelle palline rossastre e gibbose di cui preferiresti conoscere gli ingredienti, anziché doverle deglutire sotto lo sguardo fra il severo e il compiaciuto del cameriere di turno... L'unica certezza che ho è che mi sono tenuta alla larga dagli attentati del mio primo dim sum ( a londra, a causa di un capo cinese, mi toccava un pranzo etnico al giorno), a cominciare dalle chicken legs che tuttora sono inserite nel menu ( e che devono anche piacere un sacco, a giudicare da come venivano rumorosamente succhiate dai nostri vicini!!!)

comunque sia, è un'esperienza che rifarei ( e che, di fatti, cerco di fare ogni qualvolta mi trovo in " certo" estero, dove la cucina etnica è un po' più vicina all'originale di quanto non lo siano il riso alla cantonese o il gelato fritto). Ma siccome urgeva riequilibrare gli appetiti dell'altra metà della famiglia, orfana degli spaghetti al sugo e della mozzarella, abbiamo trovato un compromesso e, tirando dritto a little italy (sempre più piccola, sempre più triste), siamo andati a mangiarci questa cosa qui

ta dan...la new york cheese cake, quella cotta, per intenderci, mangiata a quattro palmenti niente meno che da Katz's, tipico deli dell'east end, famoso per la scena di Harry ti presento Sally...devo anche spiegarvi quale, o ci arrivate da soli? e comunque, nel caso foste lenti di comprendonio, c'è pure un bel cartello sopraelevato, ad indicare il punto preciso dove Sally si è seduta e ad augurarvi che il cibo di Katz's faccia lo stesso effetto anche a voi. Preciso preciso...

Su questa chiudo, perché se il fuso mi aiuta a non sentire la stanchezza a quest'ora ( a NY sono solo le cinque del pomeriggio), non credo che farà lo stesso domani mattina...

Alla prossima puntata


alessandra

2 commenti :

  1. Mitica, la new york cheese cake!! E proprio da Katz! Belle le foto, che bei ricordi del nostro viaggio di nozze, a NY, con gli hot dog, i bagels, e non ci siamo fatti mancare neanche le fettuccine Alfredo (indimenticabili, davvero... per quanto erano scadenti), mentre siamo riusciti a perderci il bubble tea... . Il dim sum è notevole, concordo con te: la cucina indiana e cinese, a Londra e New York è più vicina all'originale.

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  2. ciao Ale,
    Oggi ho fatto notte fonda a finire di cucire i vestiti estivi della piu' piccola, e per pausa ho aperto Menu' Turistico: quando ho un poco di tempo leggo uno dei resoconti di viaggio..e mi piacciono tantissimo! .
    Alcuni luoghi li conosco, altri vorrei visitarli ungiorno . Mi e' piaciuto molto in particolare questo, perche' mio marito e'nato e cresciuto a NYC, e li' che ci siamo sposati. Ho sorriso ripensando alla tua descrizione del pasto a Chinatown, dove non ti senti mai sicuro di quello che hai (realmente) nel piatto. E sono daccordo: bubble tea is really e-v-i-l :)
    Have a great weekend

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