Passare dalle sensazioni paradisiache al nero dell'inferno è questione di ore, per il mio stomaco: e così, dopo aver bevuto non so quanti litri d'acqua, aver osservato non so quanti chiari di luna sulla battigia e aver fatto non so quanti voti di temperanza a tavola (e le cozze in guazzetto, giuro, mai più), offro generosamente al resto della famiglia la mia colazione e partiamo insieme alla scoperta di Cefalù, versione diurna, cominciando dal museo, dove è custodito il celeberrimo ritratto di ignoto di Antonello da Messina.
Il Museo ospita la collezione del barone di Mandralistica, eclettico intellettuale del XIX secolo che, sulla scia degli entusiasmi risorgimentali, raccolse tutte queste opere allo scopo di "acculturare" il popolo, al quale destinò anche un lascito consistente per la fondazione ed il mantenimento di un liceo pubblico. Un grande, insomma, che meriterebbe di essere ricordato sui libri di testo, non fosse altro perché, da aristocratico siciliano qual era, non dovette aver vita facile, a sostenere e a promuovere certi ideali. Cefalù gli rende tutti gli onori, a cominciare da questo museo che è davvero un caleidoscopio di ogni tipologia di reperto, su cui spiccano le sezioni dedicate alle conchiglie e all'archeologia delle Eolie: per inciso, il barone sposò una signora di Lipari ed ebbe via libera sull'isola,in un'epoca in cui i Beni Culturali erano di là da venire: in questo caso, però, verrebbe quasi da dire "meno male", visto l'uso "democratico" per cui furono destinati.
Il pezzo forte è comunque l'Antonello, di fronte al quale la creatura commenta, lapidaria, "meglio lui della Gioconda". Scegliamo la via del silenzio, ma in cuor nostro le diamo ragione....
Alle 9, finalmente, apre la cattedrale- e qui, mi tocca darvi due consigli, nello stile diktat a me tanto caro. Uno: puntate la sveglia per tempo e fate in modo di arrivare all'apertura. Intanto, di turisti ne troverete già a quell'ora, ma un conto è condividere una visita con un numero ragionevole di estranei, ancora troppo addormentati per poter dare il meglio di sè fra flash accecanti, pose artistiche davanti all'altare maggiore, salutino col cellulare all'amica rimasta a casa, guide che ti impediscono il passaggio che maniman carpisci a gratis qualche parola della loro spiegazione in giapponese; un altro è beccarsi tutto questo e anche di più, e solo per aver concesso un'ora in più a Morfeo. Due: cercate di programmare il vostro itinerario in modo da visitare Cefalù prima di Monreale. Non me ne vogliano i Cefalesi ( ussegnur... come si dice abitanti di Cefalù??? ), ma il confronto con la sorella minore per età, ma maggiore per tutto il resto potrebbe rivelarsi schiacciante per la loro cattedrale, che pure è uno spettacolo senza pari.
Alle 9, finalmente, apre la cattedrale- e qui, mi tocca darvi due consigli, nello stile diktat a me tanto caro. Uno: puntate la sveglia per tempo e fate in modo di arrivare all'apertura. Intanto, di turisti ne troverete già a quell'ora, ma un conto è condividere una visita con un numero ragionevole di estranei, ancora troppo addormentati per poter dare il meglio di sè fra flash accecanti, pose artistiche davanti all'altare maggiore, salutino col cellulare all'amica rimasta a casa, guide che ti impediscono il passaggio che maniman carpisci a gratis qualche parola della loro spiegazione in giapponese; un altro è beccarsi tutto questo e anche di più, e solo per aver concesso un'ora in più a Morfeo. Due: cercate di programmare il vostro itinerario in modo da visitare Cefalù prima di Monreale. Non me ne vogliano i Cefalesi ( ussegnur... come si dice abitanti di Cefalù??? ), ma il confronto con la sorella minore per età, ma maggiore per tutto il resto potrebbe rivelarsi schiacciante per la loro cattedrale, che pure è uno spettacolo senza pari.
Mettiamola così: se la Cappella Palatina e il Duomo di Monreale sono il piatto forte dell'arte arabo-normanna, il Duomo di Cefalù è l'aperitivo rinforzato- una specie di happy hour, per capirci, di quelli che non finiscono mai. Perchè, in effetti, il buon Ruggero e la sua discendenza destano un'ammirazione di quelle che non finiscono mai, pronte ad attingere ogni volta a nuovi spunti e a nuovi stimoli, sul fronte della modernità delle idee, della serenità del confronto, dell'ampiezza del respiro culturale.
Il Cristo Pantocrator dell'abside è il manifesto del clima che si respirava alla corte normanna,: un'altissima lezione di laicità dove il bello e il buono di ogni cultura si fondono in un'opera di un'umanità incredibile, mai vista altrove. Il paragone con l'omologo di Santa Sofia a Istanbul è immediato e con altrettanta immediatezza balza agli occhi la differenza che separa queste due rappresentazioni, pur così simili nella tecnica e nella realizzazione: di là un Cristo ieratico, icona di un sacro non contaminato dal mondo e pertanto imperturbabile, al limite dell'indifferenza, di qua un Cristo umano, con lo sguardo colmo di compassione per le miserie del mondo-e pertanto profondamente, intimamente vicino all'uomo e alle sue debolezze
Lasciamo Cefalù soddisfatti e felici, al punto che decidiamo di affrontare l'autostrada, per arrivare a Palermo ( per inciso, gli unici tratti su cui abbiamo pagato il pedaggio sono stati questo e la zona intorno a Taormina): il traffico scorre veloce, la strada è buona e nel giro di un'ora siamo arrivati.
Lasciamo Cefalù soddisfatti e felici, al punto che decidiamo di affrontare l'autostrada, per arrivare a Palermo ( per inciso, gli unici tratti su cui abbiamo pagato il pedaggio sono stati questo e la zona intorno a Taormina): il traffico scorre veloce, la strada è buona e nel giro di un'ora siamo arrivati.
A Palermo ci eravamo preparati: nel senso che avevamo messo in conto il traffico infernale, il caos, la sporcizia, nello stesso identico modo in cui ci si attrezza per tutte le grandi città- quelle di mare, in particolare. In più, da genovesi orgogliosi quali siamo, eravamo pronti ad avere un occhio indulgente, lo stesso che, negli anni passati, avevamo spesso implorato per il degrado del nostro centro storico, la trascuratezza di alcuni monumenti e il brusco impatto di una multietnicità non sempre facile da assimilare, al primo sguardo. E' lo scotto da pagare ad una verità senza filtro, l'unica che appartiene alla schiettezza ruvida della gente di mare, che non conosce eufemismi o mezze parole....
Tuttavia, Palermo è peggio. Nel senso che le sue contraddizioni sono talmente evidenti e talmente stridenti che, lì per lì, spiazzano e sconcertano. E' solo col tempo che si capisce che il fascino di questa città passa obbligatoriamente da qui- e non è un caso che, nel recupero della memoria, la sua immagine si sia ammorbidita, certi spigoli si siano smussati e certe stonature si siano affievolite, quasi sedimentate, lasciando il posto ad un misto di sensazioni, su cui domina il rimpianto di non aver avuto più tempo per imparare a conoscerla e a capirla di più.
Al pari delle altre città, anche Palermo avrà un post a sè: vi lascio però alcune immagini, che valgono più di mille parole
Da palermitana acquisita quale sono (ma sempre della Sicilia occidentale sono!), e quindi non palermitano doc, e quindi molto, ma molto più obiettiva, aspetto con ansia il tuo prossimo post! Bella la frase: "è molto peggio" e purtroppo, hai proprio ragione!
RispondiEliminaGuarda, Stefania, che Genova fino a qualche anno fa navigava più o meno nelle stesse acque: poi, una serie di eventi più o meno fortunati ( i mondiali del '90, le colombiadi nel 92, il 2000, il famigerato g8 e l'elezione a capitale della cultura nel 2004) hanno fatto piovere parecchi soldini nelle casse dell'amministrazione comunale, che sono stati destinati ad un restyling pressocché totale della città. Ciononostante, le contraddizioni restano, per tutte le implicazioni legate al nostro essere "di mare" : però, sono attutite dalla pulizia delle facciate dei monumenti e dei palazzi, da un traffico che, sebene caotico, non straripa ancora sui marciapiedi, da una maggiore fruibilità degli spazi. Per quel poco che abbiamo visto di Palermo, qualche segnale di ripresa c'è- specialmente nei quartieri più degradati,come la Kalsa, per esempio,o la zona intorno alla Marina- e questo non può che far ben sperare nel futuro che questa città merita, non foss'altro che per la sua gente ( meravigliosa, senza se e senza ma) e per le bellezze da mozzare il fiato dei suoi monumenti.
RispondiEliminaciao
ale
Gran bel reportage :-) Attendo il prosieguo.
RispondiEliminaPS
Condivido in pieno l'indulgenza da avere per le grandi città di mare, 'toccate' o meno da contingenze fortunate :-P
ma com'è 'sto parcheggio in senso obliquo?????
RispondiElimina;-)
... ma noi siamo di parte, mario....
RispondiEliminapaola, affacciati alla finestra, bella miaaaaaa!!!! ;-)
RispondiEliminaCiao! bè...noi dobbiamo andarci in vacanz a palermo...aspettiamo con trepidazione il prossimo port!
RispondiEliminaMolto caratteristica anche Cefalù pero!
Approfittiamo per invitarvi alla nuova raccolta che abbiamo pensato di lanciare (non temete, la precedente è ancora in corso!)...venite a dare un'occhiata e contiamo sulla vostra partecipazione!
baci baci
Complimenti veramente un bel post!
RispondiEliminaOvviamente, grazie a tutti. Certo che però ora sento sulle mie spalle il peso della reponsabilità del post su Palermo...:-)
RispondiEliminache, ovviamente, scriverò per ultimo: prima abbiamo ancora da arrivare a Trapani, passando per Monreale, Scopello, Segesta, Erice e San Vito Lo Capo... chissà che non trovi ispirazione in questi posti incantevoli?????
ciao
ale
Grandissimo post!
RispondiEliminawww.calcionapolinotizie.it
Aprire il tuo sito e vedere la foto del nostro presidente non ha prezzo!!!!!
RispondiEliminaciao fratello!
ale