Secondo voi, quante versioni esisteranno, di questa ricetta? Dieci? Cento? Mille? E, sempre secondo voi, quante versioni ne potrò possedere io, nella incasinata biblioteca culinaria che mi ritrovo, dove eredità di nonne, mamme, suocere e prozie varie si sommano ad acquisti compulsivi e quotidiani? Cinque? Dieci? Trenta?
Beh, quali e quante che siano, sono andata a scegliere quella sbagliata. Per cui, quella che doveva essere una focaccia veloce, da portare agli amici domenica sera, e da non creare troppo scompiglio in una cucina che anela al ritorno della donna di servizio ( quanto mancaaaaa????), si è trasformata in un blob appiccicoso e rivoltante, che si allungava stile piovra praticamente su tutto e che, prima di assumere la forma di un impasto liscio ed omogeneo, come da sacro testo, ha richiesto ripetute ed estenuanti spolverate di farina, con grave danno per l'ambiente e il mio sistema nervoso.
In questi giorni, c'è chi si lamenta degli errori delle riviste di cucina. Io lo faccio da un po', ma senza molto costrutto: perché, se è vero che quando trovo un errore, mi incavolo come una iena, invoco tutto il Gotha della Gastronomia, da nonna papera a Brillat Savarin, piango calde lacrime sulla raccolta di Grand Gourmet, è altrettanto vero che, al primo di ogni mese, sono puntuale in edicola a fare il pieno di tutte le publbicazioni che offre il mercato, supplementi compresi. Salvo poi incappare nel dosaggio sbagliato, e ripetere la scena dall'inizio, fra promesse che "basta, mai più, non avrete i miei soldi" e inevitabili crisi di astinenza, che si estinguono sul bancone del giornalaio.
In attesa che si trovi una cura anche per me, eccovi questa rustica focaccia all'uva, uno scrigno di pasta di pane leggermente oliata, che racchiude un ripieno di chicchi d'uva, perfetta per concludere uno degli ultimi pic nic in campagna o una serata informale con gli amici. a patto che le dosi siano giuste, però....
In questi giorni, c'è chi si lamenta degli errori delle riviste di cucina. Io lo faccio da un po', ma senza molto costrutto: perché, se è vero che quando trovo un errore, mi incavolo come una iena, invoco tutto il Gotha della Gastronomia, da nonna papera a Brillat Savarin, piango calde lacrime sulla raccolta di Grand Gourmet, è altrettanto vero che, al primo di ogni mese, sono puntuale in edicola a fare il pieno di tutte le publbicazioni che offre il mercato, supplementi compresi. Salvo poi incappare nel dosaggio sbagliato, e ripetere la scena dall'inizio, fra promesse che "basta, mai più, non avrete i miei soldi" e inevitabili crisi di astinenza, che si estinguono sul bancone del giornalaio.
In attesa che si trovi una cura anche per me, eccovi questa rustica focaccia all'uva, uno scrigno di pasta di pane leggermente oliata, che racchiude un ripieno di chicchi d'uva, perfetta per concludere uno degli ultimi pic nic in campagna o una serata informale con gli amici. a patto che le dosi siano giuste, però....
FOCACCIA ALL'UVA
500 g di farina ( meglio se 250 manitoba e 250 00)
25 g di lievito di birra
200 ml di acqua
1 cucchiaio d'olio
un grappolo di uva nera
un grappolo di uva verde
zucchero di canna per spolverare
1 cucchiaio di zucchero
un pizzico di sale
25 g di lievito di birra
200 ml di acqua
1 cucchiaio d'olio
un grappolo di uva nera
un grappolo di uva verde
zucchero di canna per spolverare
1 cucchiaio di zucchero
un pizzico di sale
Il procedimento è semplicissimo: si fa sciogliere il lievito sbriciolato in 100 ml di acqua tiepida e un cucchiaio di zucchero, si copre il recipiente e si lascia lì, meglio se in un luogo tiepido, per una decina di minuti. Quando il lievito comincia a formare delle bolle in superficie si aggiunge la farina e si comincia ad impastare, aggiungendo il cucchiaio d'olio e l'acqua un po' alla volta, fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Le dosi dell'acqua sono indicative, perché dipendono dal grado di assorbimento della farina: nel mio caso, 200 ml sono stati sufficienti per avere un impasto molto morbido. Lasciate lievitare fino al raddoppio, poi smontare l'impasto, aggiungere il sale e, con l'aiuto del mattarello , stenderlo in due rettangoli sottili, di dimensioni simili (dovranno sovrapporsi). Spolverizzate il primo rettangolo con dello zucchero di canna e disponetevi tanti acini d'uva: io, che sono un po' malata di perfezionismo, li ho aperti tutt in due per togliere i semi, ma non è indispensabile che lo facciate anche voi. Invece, è importante lasciare liberi 2 cm dai bordi. Coprite con l'altro rettangolo di pasta, sigillate bene i bordi con le mani e disponete gli altri acini d'uva sulla sueprficie, premendo con delicatezza per infilarli bene nell'impasto. Altra spolverata di zucchero di canna e in forno caldo a 200 gradi per 40 minuti .
Appena sfornata, potete lucidare la superficie spalmandola con un pezzetto di burro.
Semplice, leggera, genuina e di stagione: ci credete, se vi dico che è finita in un attimo???
buon appetito
Alessandra
Appena sfornata, potete lucidare la superficie spalmandola con un pezzetto di burro.
Semplice, leggera, genuina e di stagione: ci credete, se vi dico che è finita in un attimo???
buon appetito
Alessandra
Scusa Ale, il tuo giornalaio come si chiama????
RispondiEliminapovero.............
Io che non capisco nulla di ricette, me le bevo sempre tutte come se fossero il VERBO, tranne che quando assaggio o sono sul finire, mi accorgo che qualcosa non quadra e allora vado a rileggere e rileggere e guardo e riguardo il risultato completamente diverso da quello che i Verbisti magnificano sulla pubblicazione.........devo dire che sto iniziando a leggere in modo diverso, dopo gli esperimenti di cui sopra e inizio finalmente a essere un po' piu' accorta.
Grazie comunque per la ricetta ora che è tempo dell' uva mi cimento anche con questa, da te non ho MAI sorprese sgradite!
diana
Ahi ahi ahi Ale, almeno su questo sono migliorata e proprio grazie ai blog e forum vari. Non compro quasi piu' riviste di cucina, perche' appunto e' molto meglio fidarsi dei bloggers e dei vari amici di pentola che testano le ricette prima di postarle.
RispondiEliminaMACCHETELODICOAFFFFFA'? (tanto per parafrasare la cara Ornella...)
Che bella la tua focaccia, e' una di quelle ricette che da anni ho messo nella cartella "Da Provare"....grazie per averlo fatto tu al mio posto...
; )
ah che buona!! ti è riuscita favolosa!!
RispondiEliminaIo la trovo semplicemente meravigliosa! Per qunato riguarda le riviste di cucina èm da un pò che mi lamento..oramai prendo spunto solo per gli abbinamenti degli ingredienti, il resto di testa mia!
RispondiEliminaE dire che le varie riviste di cucina, precisano a caratteri cubitali che le ricette sono tutte provate!!!
RispondiEliminaLa focaccia è molto soffice e quella spolverata di zucchero ci sta divinamente :))
Vedo che sono in buona compagnia, la qual cosa mi conforta. Ancora non riesco a staccarmi dal cartaceo e se non fosse perché proprio non si può, mi sarei stampata anche tutto l'archivio delle ricette salvate in internet in questi anni. Dopodiché, il marito divorzierebbe di brutto...
RispondiEliminaComunque, anch'io ora leggo il titolo e mi ispiro, come te, Elga: poi faccio di testa mia...
Diana, il mio edicolante è tutto fuorché "povero": con una cliente come me!!!!
Lenny, anche a me viene il nervoso: cucina in redazione, ricette testate...e sai per quanto tmepo mi son chiesta: boh, sarò io che non sono capace...
Sara, il bello è che io sto anche sui forum (meno sui blog)!!
Federica: mi è riuscita abbastanza bene nel complesso, un mezzo miracolo da come si era messa in corso d'opera. Però, è una cosa senza pretese, sia chiaro...
ciao
ale
Ciao Ale,
RispondiEliminale dosi mi sembrano giuste, ma forse queste sono quelle che hai rielaborato, ma nella ricetta erano diverse? Purtroppo molte riviste di cucina hanno davvero grandi limiti. Però vanno bene se utilizzate come spunto, per avere qualche ideuzza, da plasmare poi, creando una ricetta tutta nostra, non trovi?
La tua focaccia è riuscita davvero bene, mi ha fatto venire una voglia di farla....
e soprattutto di mangiarla..
Un abbraccio
Flavio
http://www.ristorantepesce.com/
sì, flavio, queste sono le dosi mie- che poi sono le dosi più o meno standard per fare una focaccia che lieviti il giusto (5oo di farina, 25 g di lievito). La ricetta diceva: 45 di lievito, 350 di farina, 250 di acqua. io ho ridotto subito il lievito a 20 g e l'acqua a 150, ma era comunque troppa, rispetto alle dosi di farina indicate.
RispondiEliminaPer il resto, mi trovi pienamente d'accordo, a prescindere: non credo di aver mai seguito una ricetta alla lettera in vita mia...
contraccambio l'abbraccio
ale
Ah, ma questo è un colpo basso! Una buonissima, facilissima e croccantissima focaccia all'uva!!
RispondiEliminaMi lamento anch'io di ricette nelle varie riviste e anche nei libri... Ho l'impressione che qualcuno lontano dalla cucina le scrive a casaccio e non le testa affatto! E le foto che di solito le accompagnano sono a volte troppo finte...
Insomma, l'importante è catturare un'idea, il resto bisogna fare da sè!
Grazie per gli auguri e la così alta considerazione del mio blogghino!
Un bacione grande!
Mette voglia di una fetta anche adesso! sembra molto soffice e dolce! bellissima!
RispondiEliminabacioni
grazie mille per la ricetta è fantastica e soprattutto la focaccia è BUONISSIMA!!perfetta per questa domenica di ottobre!!:)
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