Primo giorno: Amburgo- Tonder- Mogeltonder-Isola di Romo-Ribe
Partiamo dall'aereoporto di Amburgo alle 9 e un quarto, su una specie di carro funebre a noleggio, prodotto dell'insistenza del marito che "vuole viaggiare comodo". "Lungo disteso", mi verrebbe da commentare, ma il sarcasmo è fuori luogo, in una giornata che si annuncia pienissima di cose da vedere e da fare.
Il confine è a 150 km e alle 10.30 siamo a Tonder, che contende a Ribe il primato di città più antica della Danimarca. Scopriremo presto che lo sport preferito dei Danesi è quello di gareggiare per " chi ce l'ha più antico" e, altrettanto presto, scopriremo che quello che loro intendono per "città", altrove sarebbe al massimo un paese- e pure piccolo. Tonder non fa eccezione, perché è minuscola, linda, con le casette a graticcio allineate lungo una main street che trabocca di cianfrusaglie da mercatino delle pulci. Ovunque, tracce di un passato glorioso, quando, nel 1700, la città divenne il principale centro di produzione del merletto, con bel 1200 artigiani che lavoravano nelle loro casette, lungo Ulgade. L'antica farmacia è un negozio di paccottaglie, il mercato del venerdì raccoglie due banchi di formaggi e di fiori, la chiesa, deliziosa, contiene un organo che - toh, sorpresa- pare sia il più antico della Danimarca. Ovunque, parcheggi gratuiti e bagni pubblici che farebbero arrossire Mastro Lindo, da tanto son puliti.
A soli 6 km c'è Mogeltonder, il villaggio più incantevole della Danimarca ( cito le guide), famoso oltre tutto per essere la residenza del figlio minore della regina Margarethe, Joachim, il quale, dopo aver sposato la principessa Alexandra, manager di Hong Kong che rinunciò alla carriera per "appendere corona", si trasferì armi e bagagli nel piccolo castello alle porte del villaggio, aprendo il bellissimo parco a tutti i bambini perché potessero giocare insieme ai suoi. Con queste premesse, quindi, facciamo il nostro trionfale ingresso nel viale di tigli che costituisce la via principale- nonché l'unica- del villaggio e rimaniamo a dir poco estasiati.
A mio marito inizia ad alzarsi la glicemia, la creatura comincia a fare le smorfie e a chiedersi angosciata "cosa c'è da fare, qui dentro???" e finisce che confesso, fra i denti, che se lo deve essere chiesto anche la Alexandra, visto che dopo aver giocato all' "e vissero felici e contenti" ha iniziato a chiedersi che cosa c'era da essere tanto felici e contenti ad abitare in un posto così e fatto le valigie e se ne è andata. Il Principe, dal canto suo, l'ha rimpiazzata con una nuova moglie francese, un anno fa, sposata proprio nella chiesa di cui sopra ( come dire, in parrocchia) e che resiste da un anno in questo dolce far niente. Noi, dopo il pranzo nella casetta delle bambole, a base di testate e smogerbrot, ce ne siamo filati via, senza troppi rimpianti.
Tappa successiva: l'isola di Romo, all'estremo ovest della Danimarca, ben collegata alla terra ferma da un ponte sopraelevato, a cui arriviamo senza bisogno di guardar la cartina, perché, si sa, tutte le strade port...ok, mi taccio.
Tappa successiva: l'isola di Romo, all'estremo ovest della Danimarca, ben collegata alla terra ferma da un ponte sopraelevato, a cui arriviamo senza bisogno di guardar la cartina, perché, si sa, tutte le strade port...ok, mi taccio.
L'isola di Romo è famosa anzitutto per la spiaggia: è fra le località balneari più amate dai tedeschi che sono soliti arrivare in massa tutte le estati, per dedicarsi alle nuotate, al surf e a tutto quanto fa "stile balneare". E se le guide lo dicono, c'è da fidarsi, giusto? Specie se tu, di guide, ne compri tre, (non una: tre) e tutte e tre ti dicono la stessa cosa: sole, mare, relax. E quindi, ti recuperi infradito- telo- costume e crema protettiva, "perché sai che figata, un bagno nel Mare del Nord?"
Già. Una gran figata, proprio....
Già. Una gran figata, proprio....
Gli sport acquatici son gli acquiloni e i teli da bagno bisognerebbe avvolgerceli tutt'intorno, in stile coperta di pile, da tanto fa freddo. Ancora una volta, resto sorpresa da tutto quello che sono disposti a fare i tedeschi ( ma ci sono anche tanti olandesi, a dire la verità) pur di fare un bagno in mare: noi montiamo gli ombrelloni, loro le tende da montagna ( giuro- ne abbiamo contate una ventina), noi facciamo corse liberatorie sulla sabbia, loro arrancano con le racchette da sci (giuro due: non l'ho fotografato, per decenza)- e tutto per pucciarsi in un'acqua gelida, perennemente sferzati dal vento e, spesso, dalla pioggia. Sia chiaro: la spiaggia, in sè, è uno spettacolo, una lingua di terra che borda tutta l'isola e che si perde all'orizzonte. La fotografiamo, nell'unico sprazzo di sole della giornata e in effetti, un senso di libertà e di tensione verso l'infinito lo dà, a rivederla. Da casa, però....
Cambiamo lato e ci dirigiamo verso l'altra grande attrattiva dell'isola, cioè la casa del Baleniere. Prima, però, facciamo tappa nel cimitero della chiesa, dove sono conservate le uniche lapidi in groenlandese tuttora esistenti.
E qui, uno si aspetterebbe di trovare la fotografia. E giustamente, aggiungo, in primis perché non è che uno ci si inciampi quotidianamente- toh, un sasso? no, la solita iscrizione in groenlandese- in secundis perché, con tutto il rispetto per i suoi abitanti, non è che Romo sia propriamente l'umbelicus mundi ( ... chiedo venia, è più forte di me...), nel senso che non è che ci si torni tutti i giorni ('sto week end, cosa facciamo? andiamo a Masone oppure a Romo?) Ma soprattutto, perché quando ti ritrovi come marito uno che in vacanza si fa prendere dalla sindrome del reporter d'assalto e fotografa praticamente tutto, prima sezionandolo in ogni suo componente e poi moltiplicando gli scatti alla enne, per cui durante il viaggio il tempo che perdi ad aspettarlo e a cercarlo (ussegnur, e ora dov'è finito??? ussegnur, l'abbiam perso... le ultime parole, Carola, dimmi le ultime parole che ha detto- che ci manca un "Carica" e sembriamo ad ER) è direttamente proporzionale alla salita della carogna ( eh ma non è possibile, ma io non ce la faccio più, 'sta vacanza è una via crucis, la prossima volta da sole, altro che..), tu ti aspetti che le lapidi groenlandesi finiscano sul tuo blog, e pure in bella mostra, come minimo.
E invece, cosa ha fotografato, al loro posto???
E invece, cosa ha fotografato, al loro posto???
La chiesa, comunque, è bellissima
Nel Settecento, Romo conobbe un'improvvisa ricchezza grazie alla pesca della balena: dalle sue coste, infatti, partivano le spedizioni per i mari della Groenlandia, teatro della caccia a quello che costituì, per anni, un vero e proprio tesoro, come dimostrano le belle case ancora esistenti sull'isola, fra cui spicca la cosiddetta Casa del Baleniere. L'ingresso è gratuito e vale davvero la pena fare una sosta, per farsi un'idea della vita dell'epoca, nei suoi aspetti più quotidiani, dal caffè del mattino alla lucidatura degli stivali
E' il tardo pomeriggio quando arriviamo a Ribe: il sole è tornato alto nel cielo e lì per lì non ci rendiamo conto che, a dispetto dell'ora, sia molto più chiaro del solito. D'altronde, non stiampo più nella pelle, gasati come siamo dai racconti di viaggio di chi già ha visitato quella che è considerata la più bella città della Danimarca, la gemma più preziosa di ogni altro tesoro danese, la meta da non perdere, ovunque si vada...
Nella dura lotta del " chi è più antico di chi", Ribe si è assicurata il podio più alto, forte di una serie di documenti che attestano senz'ombra di dubbio che è alle sue case e alle sue strade che compete il titolo di "città più antica della Danimarca": le origini di alcuni edifici risalgono addirittura all'VII secolo, ma il particolare più curioso è che fu qui che, per la prima volta, si scoprirono le enormi risorse economiche di un turismo intelligente- e questo, già alla fine dell'Ottocento, quando gli abitanti di Ribe, di fronte ad una grave crisi economica, anizché abbandonare la loro città per cercar fortuna altrove, decisero di puntare su di essa, recuperando le antiche architetture e restaurando le loro case secondo i dettami dello stile tradizionale. Una sorta di Trust ante litteram, se mi passate il termine, che si rivelò una scelta assolutamente vincente, visto che ancor oggi, a distanza di oltre un secolo, Ribe è in cima alla lista dei luoghi più visitati ed amati della Danimarca.
Ribe, comunque, è un incanto: la si gira a piedi in poco meno di un'ora ( con andatura normale, intendo: se invece zoppicate e smoccolate, come la sottoscritta, ci vorrà un po' di più) ed ad ogni scorcio si resta estasiati
Ma se non c'è niente da fare, c'è invece molto da vedere, checchè ne dica l'adolescente inquieta di casa, e non il tempo per correre dietro alle mie malinconie non c'è. Il programma di domani è bello fitto e il giro con la Ronda di Ribe non è poi così esaltante come dicono in giro: il mio piede inizia a dar segni di insofferenza già alla prima "finestra più antica della Danimarca" e quando arriviamo alla casa dove si stampò il più antico giornale del Paese, decidiamo che ne abbiamo abbastanza. Di imbrunire non ne vuol sapere, questo cielo dai colori così strani, ma le lancette dei nostri orologi non lasciano spazio a molti dubbi: è tardi, siamo stanchi e l'unico locale aperto è una "Pizzaria Itagliana" che, chissà come mai, ci ispira un po' poco. Finisce che ce ne torniamo in albergo e, come da tradizione, toccato il letto ci adormentiamo, incuranti della luce che filtra dalle finestre e dei piumini, troppo pesanti per questa calda estate danese: intanto, domani ci aspettano i venti del Nord....
Alessandra
Essendo dunque la citta più antica della Danimarca, Ribe è piena zeppa di "cose più antiche": la casa più antica, la ronda più antica e, udite udite, l'albergo più antico della Danimarca. Potevamo perdercelo, secondo voi? Secondo mio marito, ovviamente sì, e a scatola chiusa, secondo mia figlia assolutamente sì, appena lo vede: perché, a dispetto delle stelle sull'insegna e dei prezzi da capogiro, la struttura è poco meno che fatiscente e il servizio si adegua. Da unica responsabile della scelta, per altro sbandierata per tutto il viaggio come "fulgido-esempio-di-cosa-sa-fare-la-mamma-quando-ci-si-mette-altro-che-l'hotel-di-Amburgo", decido di difenderla fino alla morte, prendendo le parti del "fascino dell'antico" nella dura lotta contro le jacuzzi e le beauty farm. Mi infervoro a tal punto che non vedo il gradino del bagno e immolo sull'altare della causa l'alluce sinistro, con un calcione capace di far traballare in un colpo solo le travi dell'albergo ed il suo stupido primato. Il peggio è che non so con chi prendermela e mentre osservo sconsolata il mio piede che cambia forma e colore il primo giorno di vacanza, con le grasse risate di mia figlia in sottofondo, giuro che la prossima volta si va in camper o in tenda o da qualunque altra parte- ma dimore storiche, mai più.
Ribe, comunque, è un incanto: la si gira a piedi in poco meno di un'ora ( con andatura normale, intendo: se invece zoppicate e smoccolate, come la sottoscritta, ci vorrà un po' di più) ed ad ogni scorcio si resta estasiati
La creatura, però, non è di questo parere: esaurisce presto tutta la scorta di "ooooooooooohhhhhhhhhh che bello!!" e "uuuuuuuuuuuuuhhhhhh che spettacolo", per porre la solita, inquietande domanda che già l'aveva attanagliata a Mogeltonder e che, come dovremo constatare in breve, diventerà il leit motif dell'intera vacanza: " che cosa c'è da fare, qui dentro?" In effetti, se ci si vuole distrarre dai graticci delle case, dai colori pastello degli intonaci e da quell'atmosfera da tempo che si è fermato che si respira in ogni angolo di Ribe, di "cose da fare" sembra che ce ne siamo molto poche: non c'è un teatro, non un cinema, non una biblioteca, di pub e birrerie neanche a parlarne. Alle 5 della sera, è tutto chiuso e ci ritroviamo a goderci da soli le morbide curve delle anse del fiume, le lunghe ombre del vecchio monastero, il placido sciabordio delle barche ormeggiate sul canale. "nothing to seeeee, nothing to doooooo" inizia a cantare mia figlia, intonando una cantilena che farà da colonna sonora al nostro viaggio. Ed è qui che misuro le distanze da lei e dalla sua straripante voglia di vivere: perché, vedete, io a Ribe mi ci sarei fermata per un po', e proprio per gli stessi, spiaccicati motivi che rendono la creatura impaziente di andar via- e cioè per assaporare, fino in fondo, quel "niente da fare" che alle mie orecchie di donna stanca, stressata e zoppicante suona come una benedizione del cielo.
Ma se non c'è niente da fare, c'è invece molto da vedere, checchè ne dica l'adolescente inquieta di casa, e non il tempo per correre dietro alle mie malinconie non c'è. Il programma di domani è bello fitto e il giro con la Ronda di Ribe non è poi così esaltante come dicono in giro: il mio piede inizia a dar segni di insofferenza già alla prima "finestra più antica della Danimarca" e quando arriviamo alla casa dove si stampò il più antico giornale del Paese, decidiamo che ne abbiamo abbastanza. Di imbrunire non ne vuol sapere, questo cielo dai colori così strani, ma le lancette dei nostri orologi non lasciano spazio a molti dubbi: è tardi, siamo stanchi e l'unico locale aperto è una "Pizzaria Itagliana" che, chissà come mai, ci ispira un po' poco. Finisce che ce ne torniamo in albergo e, come da tradizione, toccato il letto ci adormentiamo, incuranti della luce che filtra dalle finestre e dei piumini, troppo pesanti per questa calda estate danese: intanto, domani ci aspettano i venti del Nord....
Alessandra
ahahah, che spasso di reportage. le foto sono davvero belle, altro che le mie e come si diceva da me... ecco la voglia di ripartire!
RispondiEliminaMa è carinissima!! proprio come la descrivono..sembra un'altro modo...rimasto in un'altra epoca!! fantastico reportage!!
RispondiEliminaun bacione
Wow, che belle foto!!! E soprattutto che bel viaggio! Complimenti.
RispondiEliminaNel "rientrare" a spulciare i blog a cui sono affezionato ritrovo con piacere anche "Menuturistico" :-) Complimenti come sempre per il reportage e benritrovata.
RispondiElimina:-)
Rientro ora, dopo un fuori programma al giglio, scandito da mal d'auto, mal di mare, mal di corriera, mal di piedi, e ritorno. Mettetevi comodi, perché siam stati via 15 giorni e anche se- giuro!!- non saranno 15 i post, per un po' vi affliggo con la Danimarca. Un ben ritrovati a tutti quanti
RispondiEliminaale
Simpaticissimo il quadretto familiare dai gusti ed esigenze discordanti ed il coro di commenti differenti che descrivono questo luoghi dal fascino nordico :))
RispondiEliminaBuona notte e ... alla prossima interessante puntata!
AHAHAHAHAHAHA aspetta che mi asciugo le lacrime... l'ho letto insieme a Paolo e lui è qui vicino sdraiato per terra... dal ridere ovviamente! Io penso che la Danimarca così non l'ha mai raccontata nessuno, neppure la Syusy e Patrizio dai...
RispondiEliminaSenti, non lo dico per fare un complimento a Giulio, ma le foto sono davvero belle! Bravo anche negli accostamenti dei particolari e dei colori.
Mi sa che presto andrò a farmi insegnare qualcosa da lui...
Una curiosità: ma davvero c'era la pizzaria itagliana?
complimenti a tutti e tre!
Sabrina
Lenny, di solito si litiga per altri motivi (ho fame, ho sonno, sono stanca, devo fare la pipì- oltre che per le foto, che sono una costante) Stavolta, la creatura è cresciuta- e ce ne siamo accorti, proprio da queste distanze
RispondiEliminaforse era meglio quando le scapava la pipi????
mah...
sabrina AHAHAHAHAHAHAHAH, aspetta che mi asciugo le lacrime..a lezione da lui????? Tu???' ahahahahahaha...Pizzaria Itagliana c'era, eccome, e ne abbiamo viste un sacco (mai entrate in nessuna, però...)
ciao
ale
Ale, che bellezza, quel tuo reportage! Lo spero davvero che sia solo all'inizio e che ci farai altri 14 racconti, vero???
RispondiEliminaConosco pochissimo Danimarca, per questo approfitterò dei tuoi post per allargare i miei orizzonti! Da vera pigra (che ha già dato in montagna!) :-))
Un bacione, e mi raccomando, su il morale! Sei incredibile!
Alessandra, grazie infinite per questo viaggio virtuale. Le foto sono bellissime e il tuo racconto pure. Il Nord Europa e' molto bello, chissa' perche' da noi non va molto di moda.
RispondiEliminaMi viene una voglia di visitare quei posti, si' proprio quelli dove non c'e' niente da fare, che spettacolo!
Ciao Ale, la Danimarca non la conosco, ma con questo reportage e aspetto le altre puntate, sapro' farmene un'idea migliore, interessanti i luoghi visitati, un po' sopravvalutati per noi che siamo avvezzi a di tutto e di piu'? Ogni Paese da cio' che ha pero' mi piace il senso di pulito e di ordine che traspaiono dalle foto dell'impareggiabile Julio, che grande Famiglia che siete, continuate cosi' noi ci stiamo divertendo molto..........
RispondiEliminadiana
Il morale è tornato su, giulia- è che sono le bassezze umane ad essere sempre più giù... mai che finiscano sotto terra, però- e io sempre ad arrabbiarmi per le stesse cose... Vabbè.
RispondiEliminaAllora: vi anticipo la fine del reportage- e cioè che ci si poteva stare meno. E' tutto assolutamente bellissimo, ma, come dice mia figlia, un po' per volta ti si esauriscono le vocali e dopo i primi ooooooooooooooooooooooooo che bello, uuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuche spettacolo, ti ritrovi a dire £che-bello-che spettacolo" in modo un po' piatto. In compenso, lo terrei in considerazione come luogo dove viverci, perché lì funziona tutto alla grande, con le tasse dei cittadini: non ci sono nè troppo ricchi nè troppo poveri, e tutti hanno dei servizi da leccarsi i baffi dallo Stato. Ma questo è l'argomento dei prossimi post, anzi: "domani" arriviamo a Skagen, la punta più estrema...
Ma..... è il Paese delle meraviglie, almeno quello raccontato da te....
RispondiEliminaE poi, diciamo la verità, anche quel po' di "nothing to see, nothing to do", ogni tanto non guasta, anzi... ti riconcilia con il resto del mondo, o no?
Sempre all'altezza!!!
Ciao
Licia
Licia, è il Paese delle meraviglie- o meglio: è il Paese che ti dimostra che una buona amministrazione, in condizioni sicuramente più favorevoli delle nostre ( son 5 milioni...), fa meraviglie, se affidata a persone capaci e oneste.
RispondiEliminaSul nothing to see, nothing to do concordo, ancora di più dopo una settimana di lavoro ( too much to do...)
:-)
ale
Alessandra Complimenti!! Reportage come al solito completo e divertente.
RispondiEliminaMa Carola non ha mai deto, giuralo, "ah ah le mie amiche in Sardegna cosa faranno???" Gis
quello lo ha detto PRIMA di partire...;-)
RispondiEliminaale
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