Bollettino medico di giovedì 25 febbraio, ore 08.30. La paziente sclera. Ormai vivo in infradito rosa, stile Madama Butterfly al bagno, ma il fil di fumo che si leva proviene dal cotechino con cui termina la mia gamba sinistra, a mollo da un quarto d'ora senza che stia succedendo niente. Mi prendo ancora 24 ore, poi dichiaro la resa e vado al Pronto Soccorso. Se per frattura del dito o ustione del piede ancora non si sa, ma è certo che ci andrò.
Spero solo di non incontrarci mio padre, come è successo qualche anno fa, quando ci siamo ritrovati lì, io per un dito, lui per un polso, l'uno all'insaputa dell'altro. Io mi ero fatta cadere la serracinesca della porta di un negozio giusto a metà del dito medio (particolare superfluo: c'era una probabilità su 5, ma, tanto per cambiare, è toccata a me) ma, naturalmente, ero andata a lavorare, specializzandomi questa volta in guida con una mano sola e cambio col polso. Solo che non avevo fatto i conti con gli alunni che confermarono anche in quell'occasione, il sincero attaccamento per la loro professoressa, in un crescendo di dolore ce andava dall'"uuuhhhh prof che schifo, è tutto gonfio!" al " ad un mio amico glielo hanno dovuto tagliare", fino all'apice della loro preoccupazione: " prof, vada a casa, che non può mica reggerle, due ore con noi , in quelle condizioni!". Quando ho detto che allora, sì, se insistevano così tanto, sarei corsa subito a farmi visitare, ho capito di averli fatti davvero felici. c'era addirittura chis altava sulla sedia e quando passai ad avvisare la classe successiva che niente saggio, la professoressa va dal medico, ci fu nientemeno che un boato.
E così, col cuore gonfio di commozione, me ne sono andata a San Martino. E mentre ero lì che aspettavo il mio turno, vedo spuntare dal fondo del corridoio mio papà.
Ora, io so di essere persona amabile. E so anche di essere persona dal buon carattere, paziente e remissiva, con la sola colpa di essere finita in una società che non ha i mezzi per riconoscere così tante virtù, e per giunta concentrate tutte in una sola persona. Ma che, nel giro di sì poche ore, mi fosse toccato in sorte di toccare con mano da quanto amore fossi circondata, questo no, non lo avrei mai immaginato. Prima gli alunni, e ora mio papà. Il quale, per altro, doveva essere stato mosso dal sesto senso paterno, visto che avevo preferito affrontare questa dura prova da sola, senza avvisare nessuno- e lui meno che mai. E così, gli sono andata incontro col dito teso, abbracciandolo e baciandolo ed esprimendogli tutta la mia gratitudine per essere venuto a sostenermi nel momento del bisogno.
Avete presente quando uno si trova suo malgrado nel bel mezzo di una situazione in cui non sa dire come diavolo ci sia finito dentro e non si raccapezza più? Ecco, moltiplicatela per mille e quella era l'espressione di mio padre, quando mi ha visto al Pronto Soccorso. E, anzichè rispondere ai miei slanci, dicendomi che sì, era corso subito al mio capezzale, mi ha guardato con aria interrogativa e mi ha detto: "belin, ma cosa ci fai tu qui?"
Per farla breve, aveva combinato qualcosa con la barca ( qualsiasi cosa succeda a mio padre, c'è di mezzo la barca) e quindi era venuto a farsi controllare il polso.
La fatica più grande l'abbiamo fatta con i medici, quando abbiamo dovuto convincerli che eravamo lì per caso e no, non avevamo avuto nessun incidente insieme, e no, non stavamo nascondendo niente all'assicurazione e sì, c'erano testimoni, sia da una parte che dall'altra, che avevano assistito ai fatti. Il tutto, ovviamente, senza ridere....
Spero solo di non incontrarci mio padre, come è successo qualche anno fa, quando ci siamo ritrovati lì, io per un dito, lui per un polso, l'uno all'insaputa dell'altro. Io mi ero fatta cadere la serracinesca della porta di un negozio giusto a metà del dito medio (particolare superfluo: c'era una probabilità su 5, ma, tanto per cambiare, è toccata a me) ma, naturalmente, ero andata a lavorare, specializzandomi questa volta in guida con una mano sola e cambio col polso. Solo che non avevo fatto i conti con gli alunni che confermarono anche in quell'occasione, il sincero attaccamento per la loro professoressa, in un crescendo di dolore ce andava dall'"uuuhhhh prof che schifo, è tutto gonfio!" al " ad un mio amico glielo hanno dovuto tagliare", fino all'apice della loro preoccupazione: " prof, vada a casa, che non può mica reggerle, due ore con noi , in quelle condizioni!". Quando ho detto che allora, sì, se insistevano così tanto, sarei corsa subito a farmi visitare, ho capito di averli fatti davvero felici. c'era addirittura chis altava sulla sedia e quando passai ad avvisare la classe successiva che niente saggio, la professoressa va dal medico, ci fu nientemeno che un boato.
E così, col cuore gonfio di commozione, me ne sono andata a San Martino. E mentre ero lì che aspettavo il mio turno, vedo spuntare dal fondo del corridoio mio papà.
Ora, io so di essere persona amabile. E so anche di essere persona dal buon carattere, paziente e remissiva, con la sola colpa di essere finita in una società che non ha i mezzi per riconoscere così tante virtù, e per giunta concentrate tutte in una sola persona. Ma che, nel giro di sì poche ore, mi fosse toccato in sorte di toccare con mano da quanto amore fossi circondata, questo no, non lo avrei mai immaginato. Prima gli alunni, e ora mio papà. Il quale, per altro, doveva essere stato mosso dal sesto senso paterno, visto che avevo preferito affrontare questa dura prova da sola, senza avvisare nessuno- e lui meno che mai. E così, gli sono andata incontro col dito teso, abbracciandolo e baciandolo ed esprimendogli tutta la mia gratitudine per essere venuto a sostenermi nel momento del bisogno.
Avete presente quando uno si trova suo malgrado nel bel mezzo di una situazione in cui non sa dire come diavolo ci sia finito dentro e non si raccapezza più? Ecco, moltiplicatela per mille e quella era l'espressione di mio padre, quando mi ha visto al Pronto Soccorso. E, anzichè rispondere ai miei slanci, dicendomi che sì, era corso subito al mio capezzale, mi ha guardato con aria interrogativa e mi ha detto: "belin, ma cosa ci fai tu qui?"
Per farla breve, aveva combinato qualcosa con la barca ( qualsiasi cosa succeda a mio padre, c'è di mezzo la barca) e quindi era venuto a farsi controllare il polso.
La fatica più grande l'abbiamo fatta con i medici, quando abbiamo dovuto convincerli che eravamo lì per caso e no, non avevamo avuto nessun incidente insieme, e no, non stavamo nascondendo niente all'assicurazione e sì, c'erano testimoni, sia da una parte che dall'altra, che avevano assistito ai fatti. Il tutto, ovviamente, senza ridere....
CHEESECALE AL CIOCCOLATO E AI LAMPONI
Premessa: rispetto alle dosi tradizionali di colla di pesce, io ne uso molto meno. Evito l'effetto mappazza, la cheesecake si scioglie in bocca e mantiene una morbidezza eccellente. L'unica controindicazione è che, nelle preparazioni bicolori, la fetta resta un po' troppo traballante: il che non danneggia il palato e neppure la vista, ma la foto sì, perchè non regge spostamenti e tempi di posa. Quindi, fate voi: o salvate l'aspetto, aggiungendo più gelatina, o salvate il gusto
stampo a cerniera 20-22 cm di diametro
120 g di wafer al cioccolato
60 g di burro fuso
250 g di philadelphia
250 ml di panna
100 g di cioccolato fondente
200 g di zucchero
14 g. di colla di pesce (potete aumentare fino a 18)
100 g di lamponi
ungere bene lo stampo a cerniera e foderare il fondo con carta da forno. Far sciogliere il burro, polverizzare i biscotti col mixer, mischiarli al burro fuso e rivestire il fondo e i bordi *della tortiera con questo composto, livellando bene.
* Fino a metà del bordo, non tutto
Mettere in frigo per mezz'ora
Nel frattempo, ammollare metà della gelatina in acqua fredda e far sciogliere il cioccolato a bagno maria
Montare con le fruste il formaggio con lo zucchero e dividere il composto in due; in uno, aggingere il cioccolato fuso, mescolando bene.
Scaldare poca panna in un pentolino e, quando è quasi al punto di evollizione, toglierla dal fuoco e sciogliervi metà della dose di colla di pesce, mescolando con un cucchiaio di legno fino a che non si sentono più filamenti o grumi. A questo punto, versare un cucchiaio del composto di formaggio e cioccolato nel pentolino e incorporatelo alla panna liquida; quando è beme amalgamato, precedete con un altro cucchiaio e con un altro ancora, per scongiurare lo choc termico. A quel punto, potete riunire i due composti. Montate metà della panna e incorporatela al composto di cioccolato. Versatelo nello stampo a cerniera, all'altezza del bordo di biscotti, e livellate bene. Mettete in frigo per circa un'ora.
Dopodichè, fate lo stesso con il composto bianco: versatelo nella tortiera sopra lo strato di cioccolato e immergetevi i lamponi, tenendone da parte qualcuno per la decorazione. Devono proprio finire dentro lo strato bianco Far riposare in frigo per almeno tre ore e comunque fino al momento di servire.
Decorate con lamponi e/o scaglie di cioccolato o zucchero a velo o foglioline di menta
Buon Appetito
Alessandra
stampo a cerniera 20-22 cm di diametro
120 g di wafer al cioccolato
60 g di burro fuso
250 g di philadelphia
250 ml di panna
100 g di cioccolato fondente
200 g di zucchero
14 g. di colla di pesce (potete aumentare fino a 18)
100 g di lamponi
ungere bene lo stampo a cerniera e foderare il fondo con carta da forno. Far sciogliere il burro, polverizzare i biscotti col mixer, mischiarli al burro fuso e rivestire il fondo e i bordi *della tortiera con questo composto, livellando bene.
* Fino a metà del bordo, non tutto
Mettere in frigo per mezz'ora
Nel frattempo, ammollare metà della gelatina in acqua fredda e far sciogliere il cioccolato a bagno maria
Montare con le fruste il formaggio con lo zucchero e dividere il composto in due; in uno, aggingere il cioccolato fuso, mescolando bene.
Scaldare poca panna in un pentolino e, quando è quasi al punto di evollizione, toglierla dal fuoco e sciogliervi metà della dose di colla di pesce, mescolando con un cucchiaio di legno fino a che non si sentono più filamenti o grumi. A questo punto, versare un cucchiaio del composto di formaggio e cioccolato nel pentolino e incorporatelo alla panna liquida; quando è beme amalgamato, precedete con un altro cucchiaio e con un altro ancora, per scongiurare lo choc termico. A quel punto, potete riunire i due composti. Montate metà della panna e incorporatela al composto di cioccolato. Versatelo nello stampo a cerniera, all'altezza del bordo di biscotti, e livellate bene. Mettete in frigo per circa un'ora.
Dopodichè, fate lo stesso con il composto bianco: versatelo nella tortiera sopra lo strato di cioccolato e immergetevi i lamponi, tenendone da parte qualcuno per la decorazione. Devono proprio finire dentro lo strato bianco Far riposare in frigo per almeno tre ore e comunque fino al momento di servire.
Decorate con lamponi e/o scaglie di cioccolato o zucchero a velo o foglioline di menta
Buon Appetito
Alessandra
ma sono appena venuta a leggere dei libri..ma come fate???:D
RispondiEliminaIo salvo il gusto senza ombra di dubbio...tra l'altro per le foto che faccio non potre fare altrimenti!! ahahaha
RispondiEliminaMi sbaglio o i piedi in qualche modo ci mettono sempre lo zampino, che sia una vacanza o una giornata a scuola...ma un pellegrinaggio a Pompei (off-course a piedi!!!) quand'è che lo fai così mi porti un 5Terre decente!! eheehhee
Riguardati :)) ma con questo dolce mi sa che lo stai già facendo alla grande! ;)))))
@ Genny, mo' te spiego: MT è un gran casino :-) nel senso che raccoglie tutte le cose che piacciono in somma misura alle DUE autrici del blog. Io, in particolare, sono spessissimo in viaggio e leggo infinitamente di più di quanto cucini (per dire, ieri sera, complice l'assenza del marito, pizza a domicilio per la figlia e "un tè con le tre vecchie signore" per me). La Dani è lo stesso con le foto. Non a caso, il sottotitolo di MT è "di libri, di viaggi, di cibo, di foto.
RispondiEliminaTenere una media di tre post per uno- che è poi grossomodo la media di tutti gli altri Foodblog, significava perdere i viaggi e/o i libri e ridurre le foto al minimo, tradendo la natura di questo blog. E così, va più in scioltezza: rispettiamo il calendario delle ricette, perchè, essendo in due, qualche regola dobbiamo darcela (all'inizio, per esmepio, avevamo pubblicato la stessa ricetta, nello stesso giorno!!!) e per il resto, ci teniamo libere. Ho appena finito di leggere un libro? metto giù una recensione. La Dani ha appena fatto uno stock di foto una più bella dell'altra? se le pubblica, quando le gira.
tutto qui :-)
@ Mario: mi sa che a 'sti punti, mi resta solo Pompei. E magari una sbornia di Sciacchetrà aiuta :-))))
ciao
ale
Ma che mi combini??? Vai al pronto soccorso e non pensarci piu'...
RispondiEliminaCi dispiace che la tua situazione non sia tanto rosea...ma su dai..porta pazienza...queste cose son mooolto lunghe!!
RispondiEliminasplendido e dai colori sgargianti questo cheesecake!! anche noi siamo restie nell'utilizzo della colla di pesce, ma il tuo è riuscito comunque magnificamente!
un bacione
mamma che bello e che buono ! devo assolutamente provarlo. Bacio, Ale
RispondiEliminaDillo che mi vuoi far stramazzare al suolo con un dolce così:))
RispondiEliminaQuesta domenica ri-provo i cornetti al caffè che mi hanno tradito la scorsa settimana: primo tentativo fallito per starnuto multipolo sull'impasto lievitato meravigliosamente con conseguente lancio del tutto nei rifiuti.
RispondiEliminaMa mi riprometto che, se non sarò troppo impegnato, come dice la mia dolce Mogliettina a "fare ordine nell'ordine sull'ordine", questa bellissima torta sarà il prossimo tentativo
Che meraviglia... già solo a vederla è uno spettacolo e mi sa che il gusto lo è altrettanto!
RispondiEliminaciocco-lampone..li adoro assieme!
ammazza che dolce meraviglioso!!!! ciao Ely
RispondiEliminal amia unica cheesecake, aveva l'effetto mappazza!!
RispondiEliminaecco!
vai al PS, dai, fatti controllare!
Coccolati a più non posso con questo dolce! Ti abbraccio e rimettiti presto in forma...
RispondiEliminaLeggerti è un piacere prof. Mi divertono i tuoi racconti :-))
RispondiEliminaConscendomi, sai già che sacrifico l'estetica a favore del gusto... come farei a giustificare, altrimenti, i miei dolci?
RispondiEliminaPer il piede... forse sarebbe bene farsi controllare... magari incontri qualcun'altro!
Bello...è davvero una coccola!!!! E quei lamponi ci stanno benissimo....complimenti, ciao Luciana
RispondiEliminaMa non eri ancora andata a farti vedere da un medico??? Ti sto prendendo virtualmente a calci sul "deretano"!!!
RispondiEliminaFacci sapere come va ;-)
La storia di te e tuo padre è fenomenale! :-DD
PS: quel cheesecake mi sta facendo venire l'acquolina in bocca, mannaggiaaaaaa!!!!
Ale, non solo sei una persona più amabile di questo mondo, ma anche la più simpatica, e credimi, non è poco!
RispondiEliminaTe l'avevo già detto che i tuoi post li pascio per ultimi?.. E non perché non li voglio leggere, ma al contrario, come ogni vero goloso, lascio per ultimi i bocconcini più prelibati!
Un abbraccione grande e .. è avanzata una fettina?..
ma salviamo il gusto va !!! buonissimaaaa ;-)
RispondiElimina@ale:ma noi siamo contenti:D
RispondiEliminaRibadisco ancora una volta che sei una forza della natura: ho appena letto il post dei sablées ..... e non aggiungo altro!!!!
RispondiEliminaIl dolce è perfetto: concordo sull'idea di abbassare il quantitativo di gelatina a discapito dell'estetica :-)
@ Maurina, vado oggi.Anche perchè qui è sempre peggio e la cura che mi hanno dato è acqua fresca, mi sa...
RispondiElimina@ Manuela& Silvia: sulla colla di pesce ho fatto un sacco di esperimenti, dal mattone allo spatasciamento. Però, fra i due, continuo a preferire il secondo...
@ Ale: non ci crederai, ma da "tagliato" è ancora più scenografico
@ Elga: eccerto che sì, che ti voglio far stramazzare! Altrimenti, perchè credi che lo avrei preparato??
@ Andrea: questa cheese cake fa al caso tuo, perchè, siccome sporchi dappertutto, poi ti tocca mettere in ordine. E va bene anche per Michela perchè, UNA TANTUM, non metterai ordine sull'ordine! Unica precauzione: una molletta sul naso :-)
RispondiElimina@ Terry: concordo
@ Ely: ed è pure buono!
@ Alem: ti sono vicina :-) avresti dovuto vedere le mie prime bavaresi: dei mattoni!!!
@ Sunflowers8: grazie. per ora, basta coccole e andiamo dal dottore...:-)
RispondiElimina@ Carlotta: lo sai, no, che è tutto vero? grazie, grazie, grazie
@ Stefania: ma stai zitta, tu, che fai dei dolci bellissimi! Per il resto, vado stamattina, con foto di riunione di famiglia, perchè non vorrei correre il rischio di non riconoscere qualche lontano parente...
@ Luciana, grazie. Cioccolato&lamponi è un evergreen, di quelli che reggono alle mode- Grazie al cielo...
@ Muscaria: qui vanno di moda le auto diagnosi. Che nove su dieci sono sbagliate, ma odio le sale d'aspetto e l'unico medico in famiglia sta a 600 km da qui. Sempre detto che ho sbagliato marito :-D
RispondiEliminala storia di mio padre è fenomenale, ma se conoscessi mio padre, lo sarebbe ancora di più
@ Giulia: una delle cose più belle di questa avventura è averti incontrata. E ora mi fermo qui, perchè temo attacco glicemico: già qui sopra a zuccheri siamo ben messi... smack smack
@ Lisa: ... e facciamoci 'sto sacrificio, va là!!
@ Genny: meglio ancora!!! :-D
RispondiElimina@ Milena: senti chi parla...il dolce è tutto traballante, ma siccome concordiamo sul punto nodale, va bene così, giusto? :-)
buona giornata
ale
E' passato un pò di tempo...spero che intanto il dito sia guarito...sono arrivata a te per caso e ho visto questo bellissimo cheese cake, se ti va partecipa al mio contest..http://incucinadamalu.blogspot.com/2010/05/fresche-dolcezze-destate-contest.html, mi farebbe piacere, a presto!
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