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Quando mia sorella e io eravamo piccole, ricordo che mia mamma, ogni tanto, ci faceva mangiare "all'americana". Col senno di poi e una figlia noiosa, presumo che in tavola non ci fossero altro che le solite cose, rigorosamente sanissime, solo presentate in modo diverso. Di sicuro, la tovaglia era sostituita da tovagliette, probabilmente avremmo mangiato bisteccone invece che fettine di vitello e- magari- qualche patatina fritta, al posto della solita, odiatissima verdura. Però, a noi piaceva e, in quell'occasione, trangugiavamo tutto, senza tante storie.
Quando sono cresciuta, il mio battesimo con la cucina americana vera sono stati gli hamburger. Prima che a Genova aprissero le varie catene, si andava a mangiare "la svizzera" nel pane in alcuni bar d'avanguardia, dove eravamo gli unici a non usare le forchette fra i pochi che consumavano la pausa pranzo fuori casa. Ma quando sono arrivati i Mc Donald's e i Burger King (all'epoca, più confidenzialmente, Burgy), è stato l'inizio della fine. Un salto al Mc Donald's era entrato a far parte dell'organizzazione del sabato pomeriggio (alla sera non si usciva e la domenica ci si annoiava in famiglia, pensando per tutto il giorno a come fare a sopprimere i genitori) e, neanche a dirlo, io non saltavo un pasto. Non c'era panino che non provassi nè taglia di cartocci di patatine che non mi andasse bene, affogando il tutto in litri di senape e convincendomi ogni volta di più che al mondo non potesse esserci nulla di più buono.
Il baratro è stato raggiunto quando ho iniziato a lavorare in Inghilterra: lì avevo una lunga pausa pranzo, per giunta da sola, e la passavo tutta a leggere, davanti a panini sempre più alti e sempre più unti e a cartoni di Coca Cola più simili a barili che a bicchieri. Sorvolo sulle abitudini alimentari acquisite negli Stati Uniti dove, ad attirarmi ulteriormente, c'erano anche gli sconti (ricordo con malcelato orrore decine di scontrini di "full menu" a 1,99 dollari) che avevano fatto di me un cantore del fast food globalizzato, ai cui già collaudati pregi si aggiungeva ora il conclamato rapporto "qualità/prezzo". In 5 o 6 anni di permanenza più o meno continuativa in questi luoghi, non c'era un Mc Donald's che mi fosse sfuggito: ero arrivata anche ad organizzare incontri di lavoro in quello di fronte a Wall Street, pure dotato di finto pianoforte e, insomma, se mai avessi pensato di inserire nel pacchetto turistico anche un hamburger tour, sarei stata la migliore giuda dell'universo mondo.
Stranamente, i Kentucky Fried Chicken non rientravano in tutto questo entusiastico ardore: ci sarò entrata sì e no tre volte, per uscirne sempre a mani vuote. Probabilmente, li trovavo troppo salutisti ed antiquati, del tutto inadatti ad una icona della modernità e del fegato spappolato quale mi sentivo in quel momento.
Non chiedetemi quando ho percorso anch'io la mia via di Damasco, perché non lo so, ma di fatto, da allora, mi è stato facile non cadere in tentazione. Non ho idea di come siano fatti i Mc Donald's di Via XX, non recito a menadito il menu e se mi parlate di un Big Mac è più facile che lo associ ad un grosso computer che ad un grosso panino.
Cedo solo in due casi: agli onion rings del Burgr King e all'allora reietto Kentucky Fried Chicken. Tuttavia, le occasioni per potermeli permettere sono ridotte al minimo. Nel primo caso, sono troppo vecchia per fare la coda in mezzo a ragazzini con trent'anni meno di me e, per quanto cerchi ogni volta di blandire mia figlia, usandola come bieco paravento per le mie voglie, più che sguardi di aperta compassione non ottengo; nel secondo caso, il Kentucky Fried Chicken, da noi, non c'è.
Ma siccome l' audace arte dell'arrangiarsi spesso premia più della fortuna, non solo sono riuscita a trovare una ricetta quanto più possibile vicina all'originale, ma- udite udite- ho trovato pure la versione al forno: che, tradotta nei termini che uso oggi, quando ancora il mio metabolismo non mi aveva abbandonato per sempre, significa meno grassi, meno calorie e meno sensi di colpa. Il che non attenua per nulla il rimpianto per il tempo che fu, ma almeno ci aiuta a sopportatlo un po' meglio....
Quando sono cresciuta, il mio battesimo con la cucina americana vera sono stati gli hamburger. Prima che a Genova aprissero le varie catene, si andava a mangiare "la svizzera" nel pane in alcuni bar d'avanguardia, dove eravamo gli unici a non usare le forchette fra i pochi che consumavano la pausa pranzo fuori casa. Ma quando sono arrivati i Mc Donald's e i Burger King (all'epoca, più confidenzialmente, Burgy), è stato l'inizio della fine. Un salto al Mc Donald's era entrato a far parte dell'organizzazione del sabato pomeriggio (alla sera non si usciva e la domenica ci si annoiava in famiglia, pensando per tutto il giorno a come fare a sopprimere i genitori) e, neanche a dirlo, io non saltavo un pasto. Non c'era panino che non provassi nè taglia di cartocci di patatine che non mi andasse bene, affogando il tutto in litri di senape e convincendomi ogni volta di più che al mondo non potesse esserci nulla di più buono.
Il baratro è stato raggiunto quando ho iniziato a lavorare in Inghilterra: lì avevo una lunga pausa pranzo, per giunta da sola, e la passavo tutta a leggere, davanti a panini sempre più alti e sempre più unti e a cartoni di Coca Cola più simili a barili che a bicchieri. Sorvolo sulle abitudini alimentari acquisite negli Stati Uniti dove, ad attirarmi ulteriormente, c'erano anche gli sconti (ricordo con malcelato orrore decine di scontrini di "full menu" a 1,99 dollari) che avevano fatto di me un cantore del fast food globalizzato, ai cui già collaudati pregi si aggiungeva ora il conclamato rapporto "qualità/prezzo". In 5 o 6 anni di permanenza più o meno continuativa in questi luoghi, non c'era un Mc Donald's che mi fosse sfuggito: ero arrivata anche ad organizzare incontri di lavoro in quello di fronte a Wall Street, pure dotato di finto pianoforte e, insomma, se mai avessi pensato di inserire nel pacchetto turistico anche un hamburger tour, sarei stata la migliore giuda dell'universo mondo.
Stranamente, i Kentucky Fried Chicken non rientravano in tutto questo entusiastico ardore: ci sarò entrata sì e no tre volte, per uscirne sempre a mani vuote. Probabilmente, li trovavo troppo salutisti ed antiquati, del tutto inadatti ad una icona della modernità e del fegato spappolato quale mi sentivo in quel momento.
Non chiedetemi quando ho percorso anch'io la mia via di Damasco, perché non lo so, ma di fatto, da allora, mi è stato facile non cadere in tentazione. Non ho idea di come siano fatti i Mc Donald's di Via XX, non recito a menadito il menu e se mi parlate di un Big Mac è più facile che lo associ ad un grosso computer che ad un grosso panino.
Cedo solo in due casi: agli onion rings del Burgr King e all'allora reietto Kentucky Fried Chicken. Tuttavia, le occasioni per potermeli permettere sono ridotte al minimo. Nel primo caso, sono troppo vecchia per fare la coda in mezzo a ragazzini con trent'anni meno di me e, per quanto cerchi ogni volta di blandire mia figlia, usandola come bieco paravento per le mie voglie, più che sguardi di aperta compassione non ottengo; nel secondo caso, il Kentucky Fried Chicken, da noi, non c'è.
Ma siccome l' audace arte dell'arrangiarsi spesso premia più della fortuna, non solo sono riuscita a trovare una ricetta quanto più possibile vicina all'originale, ma- udite udite- ho trovato pure la versione al forno: che, tradotta nei termini che uso oggi, quando ancora il mio metabolismo non mi aveva abbandonato per sempre, significa meno grassi, meno calorie e meno sensi di colpa. Il che non attenua per nulla il rimpianto per il tempo che fu, ma almeno ci aiuta a sopportatlo un po' meglio....
KENTUCKY (OVEN) CHICKEN
Ingredienti
un pollo tagliato a pezzi
Marinatura
1 cucchiaio di zucchero di canna
2 spicchi d'aglio ( ne ho messo mezzo- e poi vi spiego perché)
3 cucchiai di aceto balsamico ( ne ho messi due)
3 cucchiai di olio
il succo di 1 lime
il succo di mezzo limone (ho aggiunto anche un po' di scorza grattugiata)
1 cucchiaio di olio di sesamo ( si può omettere)
1/4 di cucchiaio di "garlic chili sauce" ( da me sostituita con aglio e peperoncino forte, entrambi in polvere- e questo è il motivo per cui ho messo solo mezzo spicchio d'aglio)
Copertura
250 g di farina
1 cucchiaio di zucchero di canna
un misto di spezie- paprika forte, curry, aglio, chili, cipolla, tutto in polvere (il chili potete sostituirlo col peperoncino; di nuovo, ho omesso l'aglio). All'incirca un cucchiaino colmo.
Olio d'oliva per la teglia
In entrambi i casi, sia nella marinata che nella panatura, ho aggiunto sale
La ricetta originate prevede una prima marinatura di un'ora. Io, invece, ce l'ho lasciato ben di più, coperto con un foglio di pellicola: tre ore almeno
Dopodichè, si procedere con una prima panatura, passando i pezzi di pollo direttamente dalla marinata al composto di farina. Scolateli leggermente, magari, ma non asciugateli in nessun modo. Togliete la farina in eccesso e rimettete il pollo a marinare per una mezz'oretta, dopodichè, procedete con la seconda panatura
Ungete d'olio una teglia, disponetevi i pezzi di pollo e spruzzateli con un po' d'olio ancora. Infornate a 200 gradi per un'ora.
Non occorre rigirare i pezzi, perché altrimenti rischiate che la panatura vi si stacchi: lasciateli stare lì e quando manca un quarto d'ora alla fine, controllateli. Devono essere dorati ed iniziare a brunire leggermente, come quelli che vedete nella foto.
E sicome il lupo perde il pelo etc etc etc, la "morte loro" è la ketchup.
Buon Appetito
Alessandra
English Version
Ingredients
chicken cut into pieces
Marinade
1 tablespoon brown sugar
2 cloves garlic (I put half-and then I'll explain why)
3 tablespoons balsamic vinegar (only two, in my version)
3 tablespoons oil
juice of 1 lime
the juice of half a lemon (I added a little zest)
1 tablespoon sesame oil (you can omit)
1 / 4 teaspoon "garlic chili sauce (which I replaced with garlic and chilli , both powderede-and this is why I only put half a clove of garlic)
Cover
250 g flour
1 tablespoon brown sugar
a mix of strong spices-paprika, curry, garlic, chili, onion, all in powder (you can replace it with chili pepper;I omitted the garlic, again). Approximately a heaped tablespoonful.
Olive oil for the pan
In both cases, both in the breaded then in the marinade I added salt
Alessandra
un pollo tagliato a pezzi
Marinatura
1 cucchiaio di zucchero di canna
2 spicchi d'aglio ( ne ho messo mezzo- e poi vi spiego perché)
3 cucchiai di aceto balsamico ( ne ho messi due)
3 cucchiai di olio
il succo di 1 lime
il succo di mezzo limone (ho aggiunto anche un po' di scorza grattugiata)
1 cucchiaio di olio di sesamo ( si può omettere)
1/4 di cucchiaio di "garlic chili sauce" ( da me sostituita con aglio e peperoncino forte, entrambi in polvere- e questo è il motivo per cui ho messo solo mezzo spicchio d'aglio)
Copertura
250 g di farina
1 cucchiaio di zucchero di canna
un misto di spezie- paprika forte, curry, aglio, chili, cipolla, tutto in polvere (il chili potete sostituirlo col peperoncino; di nuovo, ho omesso l'aglio). All'incirca un cucchiaino colmo.
Olio d'oliva per la teglia
In entrambi i casi, sia nella marinata che nella panatura, ho aggiunto sale
La ricetta originate prevede una prima marinatura di un'ora. Io, invece, ce l'ho lasciato ben di più, coperto con un foglio di pellicola: tre ore almeno
Dopodichè, si procedere con una prima panatura, passando i pezzi di pollo direttamente dalla marinata al composto di farina. Scolateli leggermente, magari, ma non asciugateli in nessun modo. Togliete la farina in eccesso e rimettete il pollo a marinare per una mezz'oretta, dopodichè, procedete con la seconda panatura
Ungete d'olio una teglia, disponetevi i pezzi di pollo e spruzzateli con un po' d'olio ancora. Infornate a 200 gradi per un'ora.
Non occorre rigirare i pezzi, perché altrimenti rischiate che la panatura vi si stacchi: lasciateli stare lì e quando manca un quarto d'ora alla fine, controllateli. Devono essere dorati ed iniziare a brunire leggermente, come quelli che vedete nella foto.
E sicome il lupo perde il pelo etc etc etc, la "morte loro" è la ketchup.
Buon Appetito
Alessandra
English Version
KENTUCKY OVEN CHICKEN
Ingredients
chicken cut into pieces
Marinade
1 tablespoon brown sugar
2 cloves garlic (I put half-and then I'll explain why)
3 tablespoons balsamic vinegar (only two, in my version)
3 tablespoons oil
juice of 1 lime
the juice of half a lemon (I added a little zest)
1 tablespoon sesame oil (you can omit)
1 / 4 teaspoon "garlic chili sauce (which I replaced with garlic and chilli , both powderede-and this is why I only put half a clove of garlic)
Cover
250 g flour
1 tablespoon brown sugar
a mix of strong spices-paprika, curry, garlic, chili, onion, all in powder (you can replace it with chili pepper;I omitted the garlic, again). Approximately a heaped tablespoonful.
Olive oil for the pan
In both cases, both in the breaded then in the marinade I added salt
The recipe originated provides an one-hour marinade. However, I've left chicken much more, covered with a sheet of film: three hours at least
Then, we proceed with a first breaded, passing the pieces of chicken from the marinade directly to the flour. Drain slightly, maybe, but not dry them in any way. Remove the excess flour and marinate again the chicken for half an hour, after which, proceed with the second breaded
Grease a baking pan with oil, put into it the chicken pieces and sprinkle with a little oil again. Bake at 200 degrees for one hour.
Don't turn over the pieces, because otherwise you risk the bread coating comes off: let them stay in the pan and a quarter of an hour before they ended cooking, uncheck them. They should be golden and starting to brown slightly, like the ones you see in the picture.
Fill with ketchup and serve them hot
Buon AppetitoThen, we proceed with a first breaded, passing the pieces of chicken from the marinade directly to the flour. Drain slightly, maybe, but not dry them in any way. Remove the excess flour and marinate again the chicken for half an hour, after which, proceed with the second breaded
Grease a baking pan with oil, put into it the chicken pieces and sprinkle with a little oil again. Bake at 200 degrees for one hour.
Don't turn over the pieces, because otherwise you risk the bread coating comes off: let them stay in the pan and a quarter of an hour before they ended cooking, uncheck them. They should be golden and starting to brown slightly, like the ones you see in the picture.
Fill with ketchup and serve them hot
Alessandra
io invece adoro i KFC, specialmente i piccoli pezzettini di pollo tipo popcorn.
RispondiEliminaCome hai fatto a resistere ai "full menu"????
Mi segno questa ricetta.. grazie!
Ciao! bella questa idea! eh vedi la mamma...le idee ce le aveva per proprorre una cena originale!? ok, magari erano sempre le stesse cose..ma l'impegno è da considerare!
RispondiEliminaun bacione
Per quanto criticata dai salutisti, la cucina americana ha delle cose strepitose a cui non si può rinuciare. E questo pollo ne è la conferma!
RispondiEliminaFabio
WOW!!! wow per tutto: wow per la ricetta, wow per il tuo racconto, wow perchè mi hai fatto venire ancora più voglia di andare in America, wow perchè mi hai ricordato il KFC della base americana in Spagna...Questo post passa automaticamente ad essere uno dei miei preferiti!
RispondiEliminaNel periodo che sono stato in Inghilterra ho provato un paio di volte il KFC, ed altrettante volte BurgerKing...dopodichè ho scelto altro perchè davvero il mio stomaco si rifiutava...seppur quell'odorino dalla strada mi attirava sempre. Una sorta di 'droga aerea' la definisce un mio amico medico inguaribile 'strafocatore' da fastfood ehehehe Poi ho optato per soluzioni alternative tipo Friday's, i Domino's pizza, PizzaHut...ma lo stomaco era sempre più da 'lansoprazolo'...alla fine (grazie anche a qualche amico) ho trovato un paio di posti senza-fregio alcuno dove cucinavano bene(anche se lo facevano solo fino alle 21:30 come nei normali pub dopodichè chiudevano i battenti) e li ho cominciato ad assaporare qualcosa più madeinUk.
RispondiEliminaTornando alla ricetta invece la tua è spettacolare sia per riuscita e sia per i consigli dispensati che effettivamente sono il vero segreto del piatto.
Qualche volta li ho fatti e ti dico che al mix per impanatura aggiungo sempre il mais tostato sbriciolato abbastanza fine che conferisce uno spessore ed una croccantezza maggiore anche in forno!
Altre volte li ho anche fatti con l'aggiunta di erba cipollina, sempre nella panatura...ma questa è proprio una altra preparazione. Che dire se non bravissima! (e non certo per conoscere tutti i fastfood UK e non!! aahahahha)
@ Alem: uuuuhhhhhh, cosa mi hai fatto venire in mente!!! ora mi tocca ripartire alla ricerca di questa ricetta!(mai resistito ai full menu, scontrini alla mano!)
RispondiElimina@ Manuela e Silvia: col senno di poi, come ho detto, è altamente possibile che fossero le stesse cose. Ma sono pienamente d'accordo con voi: con l'ingegno si ottiene tutto!
@ Fabio, neanche a dirlo, condivido dalla prima all'ultima parola... il mio livello di preoccupazione aumenta :-))))
@ Elel. WOW a te, per tutto!!
RispondiEliminaP.S. vacci, in America, appena puoi...
@ Mario: stavolta, temevo un tuo intervento :-)))) invece, sorpresa, sei stato buono. Sull'odore, sono pienamente d'accordo: mai saputo resistere al profumo dell'olio di sansa stagnante e meno che mai a quello della metropolitana! Anzi, finchè non lo respiro a pieni polmoni :-) è come se non fossi a Londra!
di Pizza hut ricordo con orrore la deep pan e la famosa porzione grande, che si associava alla misura delle pizze nostrane e che invece era una specie di lenzuolo, che avrebbe sfamato un reggimento - di bocca buona, però
Per il resto, come ben sai, sfondi una porta aperta, perché sono una adepta della cucina inglese dai tempi in cui per lavoro selezionavo ristoranti: certo, quando facevano schifo, lo facevano all'ennesima potenza, ma quelli che passavano l'esame proponevano piatti eccellenti: penso alla lemon pie, allo shepard pie, oltre che ai fantastici English breakfast, davvero insuperabili.
Grazie per i consigli culianri, specialmente per il mais tostato che mi sembra perfetto per questa ricetta. Ma anche l'erba cipollina ci starebbe bene, perché nella panatura la cipolla è prevista.
Grazie a tutti e buona giornata
ale
La lemon pie miiiiiiiiiiì che mi ero dimenticato!! :DDDDDDDD
RispondiEliminaGrazie per il felice déjà vu!!
Alla prox :))
deve essere buonissimo!!!Lo provo!
RispondiEliminaRicordo un KFC in Italia, e per la precisione nella base aerea NATO di Sigonella (CT). A questo punto sono costretto ad introdurre un novo elemeno di discussione.
RispondiEliminaI militari americani mangiano il (buon) pollo fritto quando intorno hanno una Regione che gli offre ogni tipo di prelibatezza; ma vi sembra normale?
@ Marta, vai serena, perché è veramente gustosissimo
RispondiElimina@ Andrea, secondo me sì: altrimenti, che Americano sarebbero??? :-)
Ale, mi hai fatto tornare alla mente il ricordo di quando ero a Londra 'au pair'. Ci sono rimasta per quasi sei mesi e...sono ingrassata di 10 chili!!! Quante schifezze ho mangiato in quel periodo, non ci posso pensare! Ora, solo l'idea di entrare in un MC Donald mi fa inorridire. Quando poi capitiamo a casa del figlio mezzano di Giorgio e, "fatalità", stanno mangiando 'americano' (hamburger, patatine, pane molliccio, ketchup, maionese, salamino, pizza surgelata e chi più ne ha più
RispondiEliminane metta...) scappiamo a gambe levate. Però il pollo fritto - fatto in casa - mi piace e questa ricetta me la copio, visto che oltretutto va in forno!
Baci,
Valeria
Da Londra ero tornata irriconoscibile, la prima volta. Mia sorella mi aveva detto che mi aveva riconosciuta dalle signore che mi accompagnavano, le stesse con cui avevo fatto il viaggio d'andata. Gli anni successivi era andata un po' meglio- mentre benissimo a NY, a dispetto dei full menu.
RispondiEliminaInvece, non so cosa darei per vedere la faccia di giorgio, di fronte a queslle prelibatezze!!!
speriamo che il pollo gli piaccia...
ciao
ale
this recipe will definitely work on me! thank you so much for sharing this!I saw your site from the foodieblogroll and if you won't mind, I'd love to guide foodista readers to your site.Just add a Foodista widget here at the end of this blog post and it's ready to go.Thanks!
RispondiEliminaWe'll do it, surely!
RispondiEliminaHave a good day and thanks for all
alessandra
Ciao,
RispondiEliminaquesto pollo lo trovo delizioso, assolutamente da provare...complimenti anche per il blog è bellissimo...
anch'io ho un blog, se ti va di passare a dare un'occhiata http//architettandoincucina.blogspot.com
A presto
Molto carino, il tuo blog! passeremo spesso
RispondiEliminaciao
ale