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domenica 7 marzo 2010

Camilla Lackberg- La Principessa di ghiaccio


I legge di Raravis :
Quando una qualunque casalinga, di qualsiasi parte del mondo, si alza dal letto, di solito prepara la colazione, riordina le camere, mette su una lavatrice.

Eccezione alla I legge di Raravis:
Se è una casalinga svedese, scrive un libro giallo.


Credetemi: ci ho provato.
Ho provato ad abbassare le aspettative, ad illudermi che quello che avevo fra le mani fosse un libro giallo, a convincermi che se era al secondo posto nella classifica del best sellers in Italia c'erano milioni di validi motivi e che semmai ero io ad essere quella troppo esigente, troppo cattiva o troppo snob.
Non ce l'ho fatta.
E, quel che è peggio, non sono neanche riuscita a scrvere una rece degna di questo nome: e mentre stavo già disperando, di fronte al tanto strazio ed al mio spirto anelo, venne una man dal cielo e zac! mi è venuta l'ideona: anzichè dannarmi l'anima qui sopra, lascio la Parola a Lei, la Signora Camilla Lackberg, faccia paffuta e braccia rubate al marketing - stando alla terza di copertina- nota al mondo intero per aver scalato le classifiche di vendita con La Principessa del Ghiaccio e per aver provocato un moto perpetuo alla bonanima dell'Agatha Christie- detta "la trottola", da quanto ormai si rivolta nella tomba...


Vi sintetizzo la trama, in poche righe: la protagonista, che si chiama Erica, è una biografa di successo, a cui capita in sorte di trovare il cadavere della migliore amica d'infanzia. Siccome siamo in un paese a nord della Svezia, che si regge sull'industria delle aringhe, ed è pieno inverno, il cadavere della vittima è ovviamente surgelato: non a caso, il titolo del libro è "La Principessa di Ghiaccio". Se il cadavere fosse stato quello di un uomo, avremmo avuto "Il Capitan Findus".

Siccome la ragazza è stanca di raccontar storie che hanno come protagoniste altre donne e non lei, decide di approfittare della richiesta dei genitori della vittima, che la pregano di scrivere un articolo sulla figlia scomparsa, per dare una svolta alla sua carriera e votarsi alla true story . E così, si mette ad indagare, scombina la quiete del paesino, tira fuori scheletri da vecchi armadi, rovina famiglie, trova l'ammmore e con lui viene a capo dell'inghippo che, per la cronaca, si capisce grosso modo a pag. 50, appena finiscono le manfrine.

Anche il lettore più benevolo, converrà con me che siamo di fronte ad una trama banale, con meccanismi narrativi erosi dal troppo uso ed un'ambientazione che sublima alla massima potenza il de ja vu ( tanto per dirne una: indovinate un po' dove si trova il cadavere della vittima???? ). Ma è qui che si vede il genio dell'artista, il tocco di uno stile inconfondibile, il sottile passaggio dall'intelletto all'intuizione che fa sì che una materia antica risorga nello splendore di vesti nuove, tutte tempestate di preziosi, di brillanti e-ahinoi- di vere e proprie perle...


Ascelle/Pulizia personale

Assieme alle mutande, sono il topos ricorrente dell'intera storia. In quasi 500 pagine di sudate, sotto la neve e sotto le lenzuola, la doccia viene nominata una sola volta, quasi che una tradizione millenaria di saune et affini possa essere cancellata con un colpo di spugna- unico, oltretutto

"Sentendo di avere gli occhi cisposi, Erica si affrettò ad andare in bagno a darsi una lavata alla faccia. Si mise gli stessi vestiti del giorno prima, si diede una veloca spazzolata e una passatina di mascara" (p. 78)
"la prova abiti e lo stress emotivo l'avevano fatta sudare sotto le ascelle. Con un profondo sospiro, si diede di nuovo una lavata" (p. 250)
"in bagno, si lavò sotto le ascelle e mentalmente ringraziò di essersi depilata la mattina mentre si faceva la doccia" (p. 194)

In compenso, però, viene indicato un metodo alternativo per provvedere all'igiene personale, per quanto esposto a non trascurabili rischi...

"la spalatura della neve lo aveva fatto sudare fino alle mutande, così cercò di sollevare un po' il tessuto della camicia per farsi un po' d'aria" (p. 336)

Disturbi vari

In un thriller d'azione, fatto anche di momenti di concitazione e di violenza, l'unico personaggio che riporta un danno dalla cintola in su è una bambina. Per il resto, sembra di stare in una puntata di Elisir dedicata ai disturbi della terza età:

" La neve doveva appena essere caduta sulla città, perchè la coltre bianca copriva ancora l'erba. In genere, a Stoccolma bastavano un paio di giorni perchè si trasformasse in una poltiglia grigiastra. Dopo aver appoggiato i guanti su una panchina, ci si sedette sopra. Con la cistite non c'è da scherzare, ed era l'ultima cosa di cui aveva bisogno in quel momento" (p. 104)


"Il banco era duro e scomodo ed Erica cominciò ad avvertire un fastidioso dolore alla zona lombare. Per fortuna, la cerimonia si concluse abbastanza rapidamente" (p. 107)

"Come su appuntamento il suo stomaco si fece sentire (p.25)"
" Il suo stomaco protestò" (p. 49)

Vista l'insistenza, è probabile che ci fosse anche qualcun soro, a ben pensarci...


Candele


Rappresentano il passo successivo ai disturbi della terza età- e difatti l'autrice le dissemina ovunque: riscaldano l'ambiente, lo profumano, lo rendono seducente ed intrigante, con le loro luci soffuse e, addirittura, migliorano la bellezza femminile. A patto che il malcapitato di turno non sia scaramantico e abbia un debole per il fascino ala Morticia...

" non c'era niente che giovasse all'aspetto di una donna come la luce delle candele, aveva letto da qualche parte, e così ne aveva accese in abbondanza" (p. 255)

Abbigliamento

Se, fino ad oggi, eravate fra quelli che guardavano alla moda svedese dall'alto in basso, beh, è giunto il momento di ricredervi: perchè in Svezia le griffe internazionali, non solo si indossano, ma addirittura si fondono...

"era vestito casual, con dei Chinoise perfettamente stirati e una camicia azzurra Ralph Laurent" (p. 40)

Etichetta


Se vesti Ralf Lorànt non puoi certo permetterti di non conoscere le buone maniere, anzi. E se scrivi di gente che veste Ralf Lorànt, devi armarti di santa pazienza per spiegare alla plebaglia dei tuoi lettori che nei quartieri alti si fa così. Ecchissenefrega se a voi la mamma vi ha sempre detto di comportarvi all'esatto opposto: ce l'avete il Ralf Lorànt, voi? Nooooo? E allora, zitti e prendete appunti

" lottò invano, per cercare una posizione comoda sul divano bellissimo ma spartano. Alla fine, si sistemò sul bordo e bevve cauta il caffè, servito in minuscole tazzine. Avvetrtì un fremito al mignolo, ma resistette all'impulso di sollevarlo: quelle tazzine sembravano fatte apposta, ma sospettava che sarebbe parso un gesto più caricaturale che spontaneo" (p. 41)

Se fino a ieri pensavate che salutare qualcuno con due baci sulla guancia fosse un gesto naturale e spontaneo, beh, sappiate che vi siete sbagliati. Qui c'è tutto un rituale, fatto di mossette, finte, assalti e affondi che al confronto il Manuale del Perfetto Schermidore è un testo di Statica. Ed è solo dopo che lo avrete appreso alla perfezione, che potrete ritenere conclusa la vostra arrampicata alla scala sociale: d'altronde, non è mica un caso che Dracula fosse un conte...

" Birgit ed Henrik si salutarono avvicinando le guance e baciando l'aria, dopodichè toccò a Erica ricevere lo stesso trattamento. Non era affatto abituata a quella usanza ed era un tantino preoccupata di cominciare dal lato sbagliato. Invece, superò elegantemente la prova" (p. 80)

"Quando Erica tese la mano, Nelly la ignorò e avvicinò invece il viso al suo, baciando l'aria ai lati delle guance. Erica questa volta sapeva da quale ato partire e si sentì quasi mondana" (p. 134)

E infine, ogni volta che siete state prese da impulsi omicidi quando i vostri figli hanno sciorbettato il brodo, macchiandovi la tovaglia e la coscienza, non avete fatto altro che rivelare le vostre origini bassamente plebee, miei cari. Se foste nati nei quartieri alti, infatti, vi sareste comportati in ben altro modo:

"la conversazione scorreva lenta ma cordiale. Nelle lunghe pause si sentivano solo il ticchettio regolare di un orologio e il loro educato sorseggiare il tè bollente che era stato servito" (p. 128)

Su, su, un bel ruttino....


Calzini

E' inutile che ci si giri tanto intorno: è l'arma della sorpresa, quella che fa lo "scrittore di gialli". E se qualcuno la usa celandola in un sapiente dosaggio dei tempi e qualcun altro nascondendola dietro la tensione della suspence, la Camilla la incarna nel calzino che, da capo negletto e deprimente di tutti gli armadi del mondo (Germania esclusa), si sublima nell'incarnazione dell'intelligenza e delle virtù amatorie di Patrick

"prese mentalmente nota del fatto che neve più scarpe basse significava calzini sgradevolmente bagnati" (p. 344) "la cosa peggiore fu accorgersi che aveva ancora ai piedi i calzini... difficile essere un dio del sesso con dei calzettoni di spugna bianchi marcati U.S. Tanumshede ai piedi" (p. 271)

A questo punto, fatemi la cortesia di non iniziare a dire che se uno è tanto sveglio, col cavolo che gira in mocassini e calzini nella neve e che se mai c'è un modo per riuscire a resistere a George Clooney è quello di pensarlo nudo dalla caviglia in su perchè non possiamo farci riconoscere ogni volta, insomma: forse che non si è capito già dalla prima pagina, che siamo di fronte alla "nuova Agatha Christie dalla Svezia????

Mutande

Sono le vere, uniche, incontrastate protagoniste della storia, declinate in tutte le forme, dal perzioma, allo slip bianco di pizzo, alla mutandona della nonna rinforzata, nessun modello escluso: quando si dice mutatis mutandis...


"si guardò intorno nella stanza per accertarsi che non ci fossero mutande usate in giro. Una sloggi da tutti i giorni avrebbe fatto passare la voglia a qualunque uomo" (p. 250)

"il primo dilemma si era presentato dopo la doccia, quando, non diversamente da Bridget Jones, la sue eroina preferita, si era trovata ad affrontare la scelta delle mutande. Meglio optare per un bel perizoma di pizzo, nella remota eventualità che lei e Patrick finissero a letto?Oppure per le orrende mutande rinforzate per comprimere pancia e sedere, che avrebbero considerevolmente aumentato le probabilità che succedesse qualcosa? Era una scelta difficile ma, tenendo conto della prorompenza della pancia, dopo aver poonderato a lungo, preferì la variante rinforzata. Sopra, ci finì un paio di calze contenitive: in altre parole, artiglieria pesante " (249)


Reggiseni/Scollature

Potevano mancare? certo che no...

"Erica si accorse che lo sguardo del cognato era sceso verso la sua scollatura e si strinse istintivamente nella giacca. Lui percepì quel gesto, cosa che la irritò. Non voleva mostrargli di essere in qualche modo condizionata da lui" (p. 103)

Il primo che dice che voleva solo mostrargli le tette, è bannato da menuturistico, per sempre

" il chiletto che si era equamente suddiviso tra i due seni, faceva sì che dalla scollatura del vestito, si intravvedesse una fessura non male. Certo, un po' aiutata da un push -up, ma tali ausili erano ormai diffusissimi. Quello che indossava, tra l'altro, era dell'ultima generazione, con il gel nelle coppe, il che conferiva al petto un dondolio molto naturale. Una chiara dimostrazione dei successi della scienza al servizio dell'essere umano" (p. 250)

Ve l'immaginate la scena?
" che modello di wonderbra preferisce, signora? Il "Galileo" o il "Focault"?
"mi dia il Focault: col Galileo, "eppur si muove"....

"si protese in avanti per prendergli il piatto e ne approfittò per chinarsi un tantino più del necessario; tanto valeva giocare tutte le carte che aveva a disposizione. A giudicare dall'espressione di Patrick, quello che aveva appena calato era un bel tris d'assi. Le 500 corone pagate per il Wonderbra erano state ben spese" (p. 257)

Quando si dice "chi più spende..."

Romanticherie


Se non c'è un pizzico di romanticismo, che storia d'amore è?
Lo sanno bene i golosi dei baci perugina, i discepoli di Federico Moccia, le estremità congelate dei Valerio Scanu. Poteva non saperlo la Camilla?

"Patrick cominciò a slacciarle i bottoni della camicetta con sguardo interrogativo. Lei gli diede il suo tacito assenso sbottonandogli la camicia. D'un tratto, si rese conto che la biancheria che aveva scelto non era quella che avrebbe preferito mostrare a Patrick la prima volta... il problema era come sfilarsi calze contenitive e mutande rinforzate senza che lui le vedesse. Si tirò su all'improvviso "Scusami, devo andare un attimo in bagno" (p. 264)

L'uomo è i suoi bisogni- Ludwig Feuerbach
"maldestri e incerti su cosa piacesse o non piacesse all'altro, non si sentivano sufficientemente sicuri per domandarlo e così con piccoli suoni gutturali indicavano cosa funzionava e cosa invece doveva essere aggiustato" (p. 265)

Dall'homo erectus all'homo idraulicus- Charles Darwin


"pur sospettando di avere un alito orrendo, Patrick non potè fare a meno di protendersi in avanti e baciarla" (p. 267)

"io ce l'ho profumato"- Mental

"si baciarono teneramente. Dopo un attimo, però, lo stomaco di Patrick brontolò tanto forte che lo presero come un invito a portare i sacchi in cucina"

prima di lanciare al galoppo la vostra fantasia, i sacchetti sono quelli del supermercato


Sesso e Ammore

"lo guardò. Lui la stava osservando molto intensamente e sotto il suo sguardo si sentì scaldare tutta. Qualcosa scattò. un istante di intensità assoluta. Prima che Erica si rendesse conto di quanto le stava accadendo, Patrick era accanto a lei. Dopo un attimo di esitazione, le premette le labbra suelle sue...il corpo fi attraversato da una specie di scossa elettrica" (p. 264).

La vittima è la Principessa di Ghiaccio
L'investigatrice è la stufetta.

"la prima volta non fu straordinaria, come invece si legge nei romanzi d'amore...la seconda volta andò però decisamente meglio e la terza risultò del tutto accettabile. La quarta andò molto bene. La quinta fu fantastica... si addormentò con il sorriso sulle labbra" (pp. 265-266).

Ditemi che era una paresi, vi prego...

"Gli scompigliò i capelli con la mano e lui lo interpretò come un segnale. Si gettò su di lei e la inchiodò al divano" (p. 449)

Dall'homo idraulicus all'homo faber.


Similitudini ardite

" Erica si sentiva come se avesse afferrato una ramazza mentale" (p. 295)

SE SOLO QUALCUNO OSA FARE IL BENCHE' MINIMO COMMENTO...etc etc etc

Battutone

... anche perchè alle malizie argute e alle blande allusioni ci pensa già l'inefabile Camilla...
"E nella vita, cosa fa? Non dirmi che è un artigiano, ti prego. Sarei invidiosissima. Ho sempre sognato il vero sesso artigianale"
"No, non fa l'artigiano. Fa il poliziotto, se proprio vuoi saperlo"
"Il poliziotto, caspita! un uomo dotato di sfollagente, in altre parole... beh, mica male neanche quello.." (p. 378)


E infine, a degna conclusione di siffatto capolavoro, anche La Pricipessa di Ghiaccio non si sottrae alla sua missione di dare al mondo il suo messaggio: e lo fa con una riflessione profonda, originale, da donna sensibile che non dimentica tutte le donne ed anzi ha per loro calde parole di speranza:

"sicuramente, era una vita che non mangiava per mantenere la linea imposta dalla moda, senza però rendersi conto che l'esilità, che può risultare gradevole quando è accompagnata dalla naturale morbidezza della gioventù, non ha lo stesso effetto una volta che l'età ha lasciato i suoi segni" (p. 116)

Grazie di esistere
Alessandra

30 commenti :

  1. Dovresti farlo di mestiere, vedo se tra le mie conoscenze recupero un editore...
    Non è che a casa sua la signora Lackberg scrive per la collana Harmony locale? Lo stile è quello.
    Su Feisbuc ho letto che qualcuno diceva che è un libro che piacerà molto alle donne. Se lo ribecco "lo sputo" come diceva il mio fratellino.
    La Marsilio di solito pubblica cose decenti. Perchè non gli mandi la tua recensione chiedendo indietro i soldini?

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  2. caspita sei bravissima, l'ho visto in libreria ed ero tentata meno male ho letto la tua recensione....a presto e alla prossima! ciao Ely

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  3. Grazie per l'avviso, mi basta e avanza la tua rece.
    diana

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  4. Fantastico si si mi sono proprio divertita, ma dov'eri!E' vero dovresti farlo di mestiere,caspita hai demolito un best sellers in un attimo.Capita anche a me di trovare un libro deludente nonostante le critiche siano positive,quindi è inutile mettere in dubbio i propri gusti, certe banalità(come in questo caso)sono troppo evidenti.Insomma ti sei imbattuta nella sagra della mutanda,altro che Harmony...

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  5. Sai qual'è la vera arma del delitto in questa storia? La protagonista!
    Fra calzini, mutande, ascelle e peli, quella ti uccide per lo schifo!

    Ale, questa tua recensione meriterebbe l'oscar delle recensioni :-D

    Azz, sento come un fremito al mignolo... sarà la ramazza mentale?

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  6. Inutile ribadirlo:per me sei un mito! lo dico senza piaggerìa! Confesso che nella mia "lista dei desideri" anobiana lo avevo inserito ma dopo tuo commento, del quale mi fido ciecamente, rimuovo subito!
    ;-)

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  7. :-D
    mi sono divertita tantissimo, a scriverla. Ne avevo già fatta una così, tempo fa, ma era solo per i miei amici (ora è sul blog, ma nel mese di aprile, quando eravamo ancora in prova e quindi non ci leggeva nessuno)- e ne facevo altre, sempre nella cerchia ristretta dei soliti noti. In questo caso, è "più pubblica" perchè, cavolo, 'sta qui è diventata miliardaria con una porcheria del genere, a cui -orrore- ne sono seguite altre, per giunta sempre con la solita coppia... se si leva una voce, in un blog sconosciuto, a dire che "tu, la mi' Agatha la lasci stare, capito???" non le succede proprio niente.
    Dov'ero, prima?
    Bella domanda.
    Intanto, a leggere. Ho cominciato a 4 anni (Topolino, sia chiaro) e non ho più smesso. E soprattutto ho letto di tutto, senza preclusioni- e non perchè fossi ecumenica, ma perchè il "leggere" in sè travalicava ogni selezione critica. Se c'era un libro nei paraggi, insomma, doveva essere mio :-) qualsiasi cosa ci fosse scritta dentro. Col tempo, ho selezionato, ma la passione è rimasta (unita alla brama del possesso: DEVO avere il libro)
    E poi, ero a coltivare l'autostima... :-)
    buona giornata
    ale

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  8. Adesso e sono serissimo, chi lo dice alla mia ragazza che sta leggendo Carofiglio (in questi giorni) che il libro che ha comprato Giovedì scorso è una ciofeca mondiale. Io di sicuro no...ma poichè ti legge sempre se stasera lo trovo nella 'monnezza' sappi che hai fatto centro!! aahahahahaha

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  9. PS
    Ieri ho finito il "Peso della farfalla" di Erri de Luca. Altro che scrittrici nordiche...ho ancora il sorriso ebete stampato in fronte ehehehe

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  10. @ mario: ridooooooooo!!!!! e per il resto concordo
    buona giornata
    ale

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  11. confermo: mai letto una simile schifezza, credo che un onesto Harmony sia meglio...
    e dire che di Marsilio, dopo Mankel compravo a scatola chiusa.
    questo sarà il terzo libro nella mia lunga vita di lettrice a finire nel "rusco" come diciamo a Bologna!
    Grazia

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  12. Credo che onestamente il problema sia tuo!

    Hai aspettative troppo alte: cosa puoi mai pretendere da una casalinga che scrive avendo i rimorsi di coscienza perchè ancora non ha preparato la colazione per un meraviglioso uomo sudato fino alle mutande, che si veste con i mocassini ed i calzini di spugna e che ha un alito orrendo?

    Ogni scrittore mette un pizzico di autobiografico nelle sue opere e questa povera donna avrà anche la ramazza mentale un po' sfasata...(altro che paresi: cinque volte in una notte?!)

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  13. P.s. ragionavo sui tuoi passati timori sul fatto di effettuare recensioni non positive: in questo caso le tue considerazioni potrebbero anche sortire l'effetto contrario; qualcuno potrebbe aver voglia di farsi due risate e comprarselo comunque, magari al posto della Litizzetto...

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  14. Virò ci ha azzeccato in pieno: stavo giusto considerando l'idea di prendere il libro per farmi quattro risate. Ripensandoci però, me lo farò prestare.

    Particolarmente comico è l'accostamento mentale dell'amplesso tra uno che si è dimenticato di togliersi i calzini di spugna bianca (magari bagnati e quindi olenti) e una che sotto indossava "artiglieria di rinforzo".

    Tutto Ralph Laurent, naturalmente.

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  15. @ Virò: ridooooooooooooo!!!!
    e comunque, come conferma la Mai qui sotto, l'abbiamo riciclata in un altro settore di marketing: e qui, secondo me, arriva pure prima!!

    @ Mapi: alla prossima sfilata di intimo di Ralph Laurent dobbiamo accaparrarci le prime file. Assolutamente. Vuoi mettere l'ultima collezione di artiglieria pesante, con calzino autoreggente coordinato??? Vorremmo mica lasciarla agli Svedesi???? jamais!!!!

    ciao, disgraziate :-D
    ale

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  16. Grazie! Grazie! Grazie! Sulla mia recensione sul magazine per cui scrivo non potrò mai dire tutto questo. Mi consolerò sapendo che esiste tutto questo!

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  17. Ciao,
    ho appena finito di leggere La principessa di ghiaccio e, tale era lo stupore per il successo che ha ottenuto, che ho cercato su internet se ci fossero recensioni. Beh ho trovato la tua e volevo dirti che hai perfettamente ragione. Concordo su tutto. Un vero e proprio bluff. Un romanzo banale e pretenzioso costellato di macchiette e di luoghi comuni. Per non parlare della struttura narrativa. Il romanzo inizia e noi, poveri scemi, pensiamo che la protagonista sia Erica Falck, scrittrice molto poco credibile. Più o meno a metà, invece, il protagonista è cambiato ed è il suo innamorato, Patrick, il bello-buono-dolce che ama i bambini ed è perfetto per la suocera. Insomma la domanda è: ma come è possibile tutto questo sucesso?

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  18. quoto e condivido in pieno, a questo link la mia recensione:
    http://my.opera.com/moltenim/blog/2010/07/14/la-principessa-di-ghiaccio-di-camilla-lackberg

    Ho linkato la tua anche su anobii.

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  19. Come è possibile, tutto questo successo? gran bella domanda... mi sa che ci facciamo un post. Per il resto, grazie per il link, ti ho risposto di là
    buona notte
    ale

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  20. il problema è che questi sono i prodotti di un'ottima operazione di marketing e che molte altri libri rimangono sconosciuti anche se belli. agli editori interessa scovare ciò che è commerciabile. in ogni caso credo che lo leggerò anche se mi sembra che tu abbia colto nel segno, magari non lo comprerò ma lo prenderò in prestito.
    divertente leggerti complimenti
    ciao

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  21. l'importante e' non comprarlo, poi, sul leggerlo, mi trovi assolutamente d'accordo. cosi' come sono d'accordo sul discorso iniziale dei bei libri sconosciuti. ne abbiamo parlato spesso, qui sopra e anche per questo e' nata la rubrica dei consigli e degli sconsigli: almeno nel nostro piccolo, confidiamo nel passaparola. ti aspetto a lettura finita, se ti fa piacere.
    ciao
    ale

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  22. Non comprendo una critica così distruttiva.
    Sono allibito.
    Io ho trovato questo libro meraviglioso, ricco di atmosfera e di atmosfere nordiche, dove il profilo psicologico dei personaggi è curatissimo e con una trama avvincente che si dipana sapientemente coinvolgendo poco a poco la storia di più famiglie, e finendo per trasformarsi in una saga epocale.
    Non lasciatevi suggestionare, compratelo e decidete voi se è un buon libro o no.

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  23. Intanto, grazie. Credimi, sono la persona più sincera di questo mondo, in questo momento: ma il tuo tono pacato mi piace e mi piacerebbe ancora di più se partecipassi alle nostre discussioni.
    Comprendo anche l'appello finale- compratelo e decidete, lo stesso che faccio io quando mi imbatto in quello che reputo un buon libro. In questo caso, non è andata così, e mi sono comportata di conseguenza.
    Però, siccome la nostra comunità di lettori è numerosa e sono tutti molto sensibili e attenti, proprio per evitare suggestioni ingiuste abbiamo creato uno spazio di lettura collettiva, dove si sceglie un libro alla cieca e lo si legge tutti insieme, confrontandoci senza pregiudizi o senza timori reverenziali di sorta. Se ti fa piacere essere dei nostri, ti aspettiamo
    ciao
    alessandra

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  24. Partecipo volentieri alla vostra discussione, grazie dell'invito.
    Sono un grande appassionato del thriller scandinavo, da ben prima che diventasse di moda, l'ho scoperto con i primi titoli di Mankell (quando Mankell scriveva cose migliori del Cinese).

    Ho tanti titoli e autori per fare un confronto, e ti confermo che secondo me hai banalizzato abbastanza ingiustamente La principessa di ghiaccio che invece non solo è un giallo classico scritto benissimo, ma ha anche un ritmo davvero cinematografico, al punto che non sono riuscito ad aspettare il WE per finirlo passando tre notti semi in bianco per non riuscire a staccarmici.

    Certo, qualche limite ce l'ha, magari il finale è un pelino deludente, così come il modo in cui l'assassino viene scoperto, ma nel complesso lo trovo un grandissimo libro, ricco di atmosfera, avvincente sin dalla prima pagina, scritto splendidamente e con una azzeccatissima caratterizzazione dei personaggi (tranne il commissario, messo troppo in ridicolo); un libro, in definitiva, che a mio parere nel suo genere è secondo solo a Uomini che odiano le donne.

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  25. "quando Mankell scriveva cose migliori del Cinese"
    e su questo, siamo d'accordissimo.
    Senti, e della coppia Sjowall- Walhoo, cosa mi dici? a me sono piaciuti davvero molto e sul blog ci sono due recensioni
    una qui
    http://menuturistico.blogspot.com/2009/08/scarpe-italiane-h-mankell-un-assassino.html
    e un'altra qui
    http://menuturistico.blogspot.com/2010/01/chocolate-red-wine-cake-e-parliamo-di.html
    grazie per il contributo, noi ti ospiteremo sempre volentieri, anzi: abbiamo anche una rubrica, di consigli e di sconsigli: se ti fa piacere segnalarci quello che secondo te vale la pena leggere oppure no, sei il benvenuto
    ciao
    alessandra

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  26. Cara Alessandra,
    Anke io come il precedente anonimo ho letto il libro e nn lo reputo assolutamente un brutto libro, anzi posso considerarlo un bel libro e lo consiglierei sicuramente a degli amici;
    Il paragone con la trilogia di Larsson (ke mi ha fatto stare un sacco di notti sveglio senza staccare gli okki dal libro) nn credo sia corretto, ma nn xkè questo libro sia di un livello inferiore, ma xkè il tipo di racconto è a mio avviso differente.
    la scrittrice pone una maggiore attenzione alla descrizione di personaggi e luoghi in cui si svolge la vicenda, evidenzia maggiormente le caratteristike anke di personaggi secondari e non vuole a tutti i costi evidenziare Erika e Patrik come assoluti protagonisti, ma forse lascia alla scelta del lettore ki "assumere" come suo personaggio preferito, dandogli modo di conoscere approfonditamente quasi tutti.
    Concordo sulle lacune evidenziate dall'anonimo, capisco il tuo punto di vista ma nn lo condivido, o cmq mi è sembrata una presa di posizione quasi a priori (come se la Camilla ti stesse proprio antipatica.. ;)).. a parte gli skerzi questo libro lo considero un thriller (o giallo) con parecchie sfumature di rosa.
    Mi piace molto il tuo blog e siccome io sn un appassionato di libri gialli e thriller, mi farebbe piacere continuare a frequentarlo, anke x scambiare opinioni e idee su libri da leggere; xkè al di là della diversità di vedute sulla Lackberg, magari potrai consigliarmi qualke buon libro di questo genere ke piaccia anke a me e viceversa..
    Grazie x l'attenzione
    Matteo

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  27. Matteo,grazie a te e benvenuto.
    Partiamo da una cosa, che è il presupposto più importante. Questa sezione di libri di MT è nata perchè se ne parli tutti insieme. Purtroppo, scrivo su un blog e non su un forum, quindi la struttura può ingannare, ma il mio scopo è proprio quello di confrontarsi e di arricchirsi reciprocamente. I motivi per cui questo libro non mi è piaciuto sono stati già tutti detti e stradetti e ti dirò che la Camilla ormai mi sta pure simpatica.
    Entrando un po' più nel dettaglio, il paragone con Larrson non l'ho fatto io, ma la casa editric, mi pare, quando aveva presentato la Lackberg come la versione al maschile dell'autore della Trilogia. Sul fatto che i punti in comune siano pochissimi, concordiamo.
    Io sono un'appassionata (malata???) di gialli. Ho una biblioteca zeppa di classici che ho raccolto in oltre trent'anni di rigoroso spulcio di bancarelle di tutto il mondo e, anche se ho letto pochissimo, purtroppo, di quello che è stato pubblicato, penso di potermi definire a pieno titolo un'appassionata del genere (continua)

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  28. Ti aggiungo che oggi, leggere gialli è quasi una moda; ai miei tempi, era letteratura di serie B, a maggior ragione se, come me, facevi studi classici. Va da sè che certa spazzatura che oggi è ai vertici delle classifiche mondiali non è minimamente paragonabile a veri e propri capolavori di scrittura che mai hanno avuto l'onore di finire sulle testate che contavano (penso a Ed Mc Bain, per esempio). Però, quando sento che qualcuno ha la mia stessa passione, fremo di entusiasmo, per davvero.
    Consigli... beh, quanti ne vuoi, direi. Sui classici, la Serie dell'87esimo Distretto di Mc Bain è un capolavoro, per esempio- e mia figlia che ha 15 anni non si stacca da Rex Stout, anche in questo caso più per la scrittura che per la trama ( per me, lui resta un maestro di sarcasmo). Se è questa che preferisci, invece, ti consiglierei John Dickson Carr (scrive anche come Carter Dickson, se il protagonista è Sir Henry Merrivale), il maestro dei delitti della camera chiusa. Resti basito ogni volta, credimi.
    Sui contemporanei, guarda un po' l'indice qui sopra, dovrebbero esserci parecchi titoli. Ora sto leggendo Strage di Loriano Macchiavelli, sono solo all'inizio, ma promette bene.
    Ti aspetto qui, quando vuoi.
    Ciao
    Ale

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  29. Leggo solo adesso questa istruttiva sequenza.

    E mi aggrego perché anch'io sono una di quelle che inizialmente c'erano cascate, e poi invece mi sono ritrovata a rigirarmi il tomo tra le mani con confusione interrogativa.

    Io però vorrei sottolineare un'altra cosa, rispetto alle già sviscerate osservazioni sulla zuccherosità sentimentale, sulla dozzinalità modaiola e sull'igiene personale approssimativa.

    Ed è una questione di principio che già mi aveva disturbato in altri "luminari" recenti del giallo nordico, come la parecchio sopravvalutata Anne Holt.

    Ossia, l'insistenza esagerata sulle "risoluzioni di misteri" legate a inconfessabili segreti familiari o SOPRATTUTTO a falsificazioni anagrafiche... il tutto, incongruamente ambientato in epoche moderne, modernissime, pure troppo!

    Ma santa pazienza, è mai possibile che nella civilissima e laicissima Scandinavia, solo 20 o 30 anni fa, fosse ancora così comune che un figlio adottivo crescesse per decenni senza mai sapere di essere stato adottato, e lo scoprisse solo da adulto?

    E' possibile che le famiglie, con una scusa banalissima, spedissero "lontano" le ragazzine incinte per farle poi ricomparire un anno dopo, senza che nel frattempo nessun amico, nessun parente, nessun insegnante, nessun vicino di casa, si fosse posto il problema di che fine avessero fatto?

    E' possibile che anche solo negli anni ottanta, quando gli archivi informatizzati della pubblica amministrazione c'erano già, fosse così facile tenere segreta una nascita e fare una falsificazione anagrafica per far risultare il bambino figlio di qualcun altro?

    Voglio dire, siamo seri: se si vuole fondare un giallo su un evento del genere, OGGI, lo si può pure fare, ma bisogna avere il buon senso di ambientarlo qualche secolo fa, quando non c'erano servizi sociali, non c'erano foto, non c'erano telefoni, non c'erano comunicazioni veloci, non c'erano archivi tecnologici...

    Altrimenti è fuffa, sul serio :)

    Lisa

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  30. rido.
    Cosa dici, proponiamo la Camilla alla Redazione de Il Giornale???
    :-)
    ciao
    ale
    p.s. ovviamente, sono d'accordo su tutto- dalla Annie Holt utra sopravvalutata, ai meccanismi post bellici trasposti ipso facto nel III millennio

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