L'ultima polemica a sfondo culinario del 2010 proviene dall'Inghilterra e riguarda nientemeno che Jamie Oliver. L'ex enfant prodige assurto alla fama di vero e proprio eroe nazionale per aver sdoganato una cucina malsana e poco curata come quella britannica, il biondo paladino corazzato della qualità delle materie prime e di cotture veloci, l'unico finora capace di aver rinnovato davvero il secolare approccio degli Inglesi al cibo, portando una ventata di fantasia e di leggerezza, senza mai perdere di vista l'impegno al mangiar sano, è finito nell'occhio del ciclone a causa del suo ultimo libro, Jamie's 30 minute meals. L'accusa è che la maggior parte delle ricette raccolte nella sua ultima fatica letteraria richiedano ben più dei 30 minuti millantati nel titolo- più spesso il doppio, se non in certi casi addirittura il triplo. Per non parlare dei costi delle materie prime e- peggio ancora- dell'attrezzatura necessaria per poter realizzare questi pasti nella fatidica mezz'ora, condensata in un veloce sommario nelle prime pagine del volume e valutata complessivamente intorno alle 300 sterline, penny più, penny meno.
" A naked lie from a naked chef' (una bugia nuda, dal cuoco nudo) è solo uno dei tanti titoli dei tabloid che in questi giorni gridano allo scandalo, accusando Jamie di aver bellamente preso in giro i suoi lettori, che oggi, dopo essersi dannati l'anima per arrivare al termine della realizzazione dei vari 30 minutes meal, con cucine che sembrano campi di battaglia e tabelle di marcia andate a farsi friggere, si sentono derubati delle 26 sterline del prezzo di copertina.
"Ho preparato la torta greca con la feta, le due insalate e il gelato" si lamenta un non meglio definito "principiante" su Twitter "ma ci ho impiegato due ore e mezza e sono ancora nel panico"
"di sicuro, otterrai un lovely food, ma avrai bisogno di sdraiarti in una stanza buia e di chiamare qualcuno per le pulizie" chiosa un altro, dando la stura ad una serie di commenti iù o meno velenosi, da "il tipo sembra amare il detersivo per i piatti" fino a suggerimenti per il titolo, che vanno da atmosfere all''Arancia Meccanica dei "30 minuti di follia e confusione" fino al profumo di santità, con "il miracolo dei 30 minuti".
Epperò, io difendo Jamie.
E non perchè abbia letto il suo libro o provato le sue ricette- non ancora, almeno- quanto perchè gli argomenti addotti dai suoi critici non hanno alcuna ragion d'essere. Nel senso che sono tutte parte essenziali di una cucina degna di questo nome, dove i lovely food nascono non col tocco di una bacchetta magica, ma con quello meno etereo ma sicuramente più efficace dei cucchiai, dei coltelli, delle padelle.
Consideriamoli insieme
Consideriamoli insieme
1. la prima critica è che non sono (tutti) cibi economici: a parte che nella prefazione, Jamie lo dice a chiare e lettere, di non aver voluto scrivere un'ode alla giornata del risparmio, di norma tempo e denaro in cucina sono inversamente proporzionali. Sostengo da anni che se potessi stare a casa, la voce "cibarie" calerebbe bruscamente, nel bilancio familiare, a fronte di un miglioramento della qualità di quello che servirei. Perchè la bistecca o la sogliola prese di corsa dai cartier sotto l'ufficio costano 4 volte tanto delle cipolle e del pollo ed hanno una resa infinitamente peggiore di una soupe à l'oion e di un coq au vin. Ma per fare una zuppa di cipolle come si deve, mi ci vuole almeno un'ora e quasi il triplo per il pollo al vino- e tanto basta per escludere queste preparazioni dalla lista del pret -a- manger
2. la seconda critica è che si sporcano un sacco di piatti. Giuro. "Il tipo deve amare il destersivo" "bisogna avere per forza la lavastoviglie" "devi assoldare una donna dele pulizie" sono una costante fra gli strali lanciati all'indirizzo del povero Jamie, la cui colpa è quella di insegnare a cucinare passando attraverso cucine in disordine e pile di stoviglie da lavare. Anni di confronti fra le case linde delle mie amiche magre e il casino della mia mi hanno convinto che il discrimine stia tutto nel fatto che da me si cucina e da loro no: e anche se magari non è proprio del tutto così, è verissimo che, al pari del "lavorare stanca", il "cucinare sporca". Un po' come la storia del punto che non ha dimesioni, per intenderci. Vuoi la casa pulita? Chiama il Take away.
3. l'ultima, infine, la più severa, riguarda l'attrezzatura richiesta per completare la performance in trenta minuti: ben 300 sterline fra robot, fruste elettriche, pentole, taglieri e coltelli suonano come un oltraggio alle orecchie della massaia britannica che mai nella vita si sognerebbe di investire una cifra simile per preparare dei pasti degni di questo nome. Premesso che sto invocando tutti i Santi Numi perchè- se mai il marito decidesse di leggere questo post, arrivato al punto tre dovesse essere colto da qualche impellente distrazione, tanto da dover interrompere la lettura e dimenticarsene per sempre, una valutazione obiettiva della mia attrezzatura da cucina non è poi tanto distante da questa cifra, anzi: lasciando fuori il Ken e il Bimby e il set intonso di coltelli in ceramica- e anche quello meno intonso dei coltelli in titanio, per non parlare delle mie teglie- la dotazione minima di una cucina funzionante non solo si aggira intorno a quella cifra, ma secondo me la supera pure: due casseruole come si deve, un coltello che tagli di tutto e di più, una bella padella ed un bel coperchio, due teglie antiaderenti, un piccolo robot da cucina e delle fruste elettriche, tanto per citare le cose che velocizzano i miei ritmi, ed ecco che il nostro budget è bello che finito.
Quindi, io sto con Jamie Oliver. Tutta la vita. E anzi, siccome parliamo dei miei amici inglesi, verso i quali ho sempre un occhio di riguardo, ho anche pronta una soluzione che li ricompensi di tutte la delusione subita da questo libro...
con lei, non si spende, non si sporca e non servono attrezzature di alcun genere, a parte l'apriscatole, ovviamente. E mezz'ora, da lei, son tempi biblici...
Per cui, miei cari, propongo uno scambio: prendetevi la Benedetta- e dateci Jamie. Ne staremo bene tutti, davvero.
alessandra
2. la seconda critica è che si sporcano un sacco di piatti. Giuro. "Il tipo deve amare il destersivo" "bisogna avere per forza la lavastoviglie" "devi assoldare una donna dele pulizie" sono una costante fra gli strali lanciati all'indirizzo del povero Jamie, la cui colpa è quella di insegnare a cucinare passando attraverso cucine in disordine e pile di stoviglie da lavare. Anni di confronti fra le case linde delle mie amiche magre e il casino della mia mi hanno convinto che il discrimine stia tutto nel fatto che da me si cucina e da loro no: e anche se magari non è proprio del tutto così, è verissimo che, al pari del "lavorare stanca", il "cucinare sporca". Un po' come la storia del punto che non ha dimesioni, per intenderci. Vuoi la casa pulita? Chiama il Take away.
3. l'ultima, infine, la più severa, riguarda l'attrezzatura richiesta per completare la performance in trenta minuti: ben 300 sterline fra robot, fruste elettriche, pentole, taglieri e coltelli suonano come un oltraggio alle orecchie della massaia britannica che mai nella vita si sognerebbe di investire una cifra simile per preparare dei pasti degni di questo nome. Premesso che sto invocando tutti i Santi Numi perchè- se mai il marito decidesse di leggere questo post, arrivato al punto tre dovesse essere colto da qualche impellente distrazione, tanto da dover interrompere la lettura e dimenticarsene per sempre, una valutazione obiettiva della mia attrezzatura da cucina non è poi tanto distante da questa cifra, anzi: lasciando fuori il Ken e il Bimby e il set intonso di coltelli in ceramica- e anche quello meno intonso dei coltelli in titanio, per non parlare delle mie teglie- la dotazione minima di una cucina funzionante non solo si aggira intorno a quella cifra, ma secondo me la supera pure: due casseruole come si deve, un coltello che tagli di tutto e di più, una bella padella ed un bel coperchio, due teglie antiaderenti, un piccolo robot da cucina e delle fruste elettriche, tanto per citare le cose che velocizzano i miei ritmi, ed ecco che il nostro budget è bello che finito.
Quindi, io sto con Jamie Oliver. Tutta la vita. E anzi, siccome parliamo dei miei amici inglesi, verso i quali ho sempre un occhio di riguardo, ho anche pronta una soluzione che li ricompensi di tutte la delusione subita da questo libro...
con lei, non si spende, non si sporca e non servono attrezzature di alcun genere, a parte l'apriscatole, ovviamente. E mezz'ora, da lei, son tempi biblici...
Per cui, miei cari, propongo uno scambio: prendetevi la Benedetta- e dateci Jamie. Ne staremo bene tutti, davvero.
alessandra
Io non ho il ken, il kitchen aid nè tantomeno il binby;ammasso ancora le mie fettuccine a mano...per ora non ho nemmeno una lavastoviglie e quando ho voglia di cucinare arrivata alla fine nemmeno un cucchiaino pulito mi rimane!Il tempo in cucina è quello che ci si vuole spendere, certo che se voglio fare la setteveli e ci vogliono impiegare il tempo di una bruschetta...allora vado a comperarla!
RispondiEliminaSecondo me si lamentano davvero troppo!Se si vuole cucinare ,occorre tempo, pentole,piatti sporchi e ingredienti sani!
Secondo me sono davvero esagerati questi inglesi!
Vota per Jamie!
Jamie forever, sono reduce da poco da Fifteen ed è stato magnifico. E poi mi piace la sua filosofia e tutto quello che ha fatto!
RispondiEliminaViva Jamie Oliver!!! Lo adoro, anche se a dire il vero non l'ho mai visto in azione e non ho mai provato una sua ricetta. Ma mi e' bastato sbavare su tutti quei bellissimi libri che vedo ogni volta che entro da Borders. Un giorno uno di loro sara' mio, giuro. Volevo perfino comprare Jamie does Italy! (mi sono invece trattenuta e limitata a scopiazzare due ricette, che devo ancora provare).
RispondiEliminaDetto questo, lo difendo anche io, eccome. La scusa dei piatti sporchi e della cucina in disordine la sento dire spesso anche qui, e' ridicolo! Gente con cucine da milioni di dollari che non vengono mai usate, perche' si sporca tutto....Mi viene da piangere, o da fare a pugni.
Poveri noi.
Tutto ciò offre un senso di serenità: abbiamo la conferma che la cucina inglese è ben lontana dal poter minimamente competere con la cucina italiana.
RispondiEliminaChi non vuol fare, neanche impara!!!
Io Ale sto con te e conseguentemente con Jamie........ e se vogiono Benedetta gliela esportiamo volentieri..anche se Jamie decidesse di restare in UK!!!! :D
RispondiElimina@ Cranberry: concordo. Io ho il bimby, regalo della mia testimone di nozze, che uso come frullatore punto. E ho il kenwood, di cui mi sembrava di non poter fare a meno, fino a quando è durata la fase dei lievitati. Ora, ho delle perplessità anche su di lui. E però, se voglio cucinare in 30 minuti, è ovvio che se ho un robot che monta gli albumi mentre io mescolo l'impasto della torta o che sminuzza il prezzemolo in tre secondi, quando io col coltello ce ne avrei messo almeno 300, è ovvio che faccio prima. Ma questo non significa che stia usando apparecchi sofisticati e meno che mai che non sporchi. Anzi, pensa che mia madr per anni ha sempre voluto fare a mano, perchè l'idea di dover lavare le varie attrezzature la mandava in crisi...
RispondiEliminaB&B: ho prenotato per fine mese: lui e gordon ramsey. Chissà chi vincerà...:-)
Sara, anche a me piace moltissimo, pur non avendo mai provato una sua ricetta. Ho dei numeri arretrati della sua rivista e il libro sulla cucina americana, che è fatto davvero molto bene- e sì, sono stata tentata anche di comprare quello sulla cucina italiana. Però, mi piace quello che fa e come lo fa. E fra poco, vado al fifteen- e so già che non resterò delusa. Sul resto, poveri noi, pure qua: vedessi le cucine delle mie amiche magre...:-)))
Giulietta, come ben sai, io sono una delle poche estimatrici dell'English food. Ne ho già parlato mille volte, non torno sull'argomento per non annoiare. Da qui a voler competere con a cucina italiana, però, ne passa... eccome se ne passa... Ma, mi sia concesso: anche i Francesi, con tutta la loro grandeur, non è che siano sempre avanti a noi. Prova ne è la tanto decantata Gallette de Roi, che posto domani, visto che è il loro dolce tipico per l'Epifania. Mi aspettavo chissà che cosa, son due fogli di sfoglia sigillati, ripieni di una crema pasticcera alle mandorle- pure un po' nescia, a dirla tutta....
RispondiEliminaeli: ma di sicuro!!!! però, una capatina qui, del buon Jamie, a me mica dispiacerebbe ;-)
ciao
ale
Mi piace lo scambio Parodi/Oliver: tutta la vita!!! :-D
RispondiEliminaQuesta stupida polemica non fa che confermare il fatto che gli inglesi e la buona cucina sono due cose incompatibili.
Vieni qui Jamie, che ti accogliamo a braccia aperte!!! (e già che ci sei non è che mi presteresti uno sguattero?) :-)))
Ah, sul fronte attrezzature volevo sapere: dov'è che devo firmare per spendere solo 300 sterline? Perché la mia attrezzatura attuale, che non è nemmeno paragonabile a quella di Ale, è costata molto di più, anche escludendo il Kenwood e il robot da cucina...
Concordo anch'io per lo scambio Parodi/Olivier.
RispondiEliminaQuanto alla capacità di anche solo *capire* la cucina... beh! gli inglesi se lo sognano!!
Non meritano Olivier.... non finchè si abbuffano di schifezze nei fast food disseminati sul loro territorio!
Per quello che cucinano loro basta veramente un buon apriscatole e per trangugiare il contenuto di una scatoletta non si sporca molto.... volendo nemmeno il piatto!
Vedessi la mia cucina in questo momento, dopo che ho cominciato a *portarmi avanti* per il pranzo di domani con tutta (7 persone!) la famigliola..... sembra Waterloo!
Ma vuoi mettere il gusto di un VERO RAGOUT e non la loro imitazione di *bolognese*, un pane di Kamut fatto in casa e non quell'orribile pane gommoso che mangiano loro, di un tiramisù con panettone al Grand Marnier???
A noi (ma soprattutto a voi Blogger) gli inglesi fanno una BAFFO!!Evviva Olivier!
Nora
Li scambi anche io molto volentieri...Magari!!!
RispondiEliminaBuona serata
Io lo adoro, lui, il mitico... e non sopporto lei, la pressapochista, la "parvenu" (improvvisata? non so neanche se si scrive così) della cucina - non mi meraviglierei usasse la vanillina. Tutta surgelati e simmental... brrr che brividi.
RispondiEliminaSCAMBIO-SCAMBIO-SCAMBIO!!!
Dann/www.CucinaAmoreMio.com
Ale, non potrei che sottoscrivere ogni singola parola!
RispondiEliminaNon voglio Benedetta, se la prendessero gli inglesi sarei più felice (tanto a loro non importa cosa mangiare..)
Invece Jamie forever!
Insomma, che facciamo, ce lo dividiamo tra noi?.. :-))
Un bacione! E grazie del bentornata!
Adesso che mi hai messo di buon umore con ridarola annessa...come faccio ad andare a dormire?
RispondiEliminaPer di più ora mi immaginerò la tua serata al Fifteen, cosa indosserai, come leggerai il menu, come sbircerai in ogni angolo sperando che lui appaia, magari nudo...(Che se uno ha il nomignolo di naked chef, noi glielo vogliamo cambiare???)
La Parodi, se gli inglesi accettano, gliela mandiamo con Bartolini, che fanno presto :D
Leggere questo posto merita non fosse altro per lo scambio finale!! (libro che tutti mi dicono di comprare... stremata, ora sorrido e dico " e sì è davvero un libro di cucina meraviglioso!!")
RispondiEliminabaci
Vero
io concordo in pieno, e non perchè conosca bene Oliver, ne ho un libro, l'ho visto diverse volte alla tv, ma perchè io, da neofita cuoca, ho potuto constatare sulla mia pelle che, per fare qualcosa di buono, occorre tempo, materie prime che spesso costicchiano, utensili ed attrezzi vari che superano la cifra indicata (anche se magari ancora comprati economici, ma la superano...) e si sporca una quantità inimmaginabile di cose...Quindi passiamo pure volentieri "lei" agli inglesi di poco gusto e poco criterio, e prendiamoci lui quale cittadino onorario italiano!
RispondiEliminaAleeeeeeeeeeeeeeeee......... io sto con Jamie a prescindere (ci starei proprio anche in senso biblico, ma che rimanga fra noi e il resto del mondo web che ora mi legge!!!)
RispondiEliminaVoglio dire, ma quante cazzate dicono sti inglesi che hanno almeno due cose belle e buone: Jamie e Nigella, certo, anche i castelli e i monumenti, ma qui si parla di cucina e io le ricette di Jamie le ho provate e scopiazzate e... veloci e non fanno una grinza.
No comment sulle 300 sterline, dubito che in casa mia ci sia attrezzatura per una cifra ben oltre quella, che credo sia imputabile ad un basic da cucina.
mah..... pure io sto con Jamie, me ne lasci un pezzettino pls????
baci cara!
ps: la Parodi possiamo anche inviargliela come gentile omaggio....
RispondiEliminaah ah ah ! sono anch'io per lo scambio Parodi/Oliver ! ma temo che neppure gli inglesi se la pigliano ......
RispondiEliminaun saluto , chiara
Quando ho visto spuntare la copertina della Parodi mentre ero quasi alla fine del post mi sono spuntate le lacrime dal ridere perchè ho capito subito dove volevi arrivare!
RispondiEliminaTornando seri: secondo me non è tanto una questione di differenze tra cucina inglese e cucina italiana, è semplicemente un libro non adatto a chi non ha dimestichezza con la cucina.
Chiunque ami cucinare e sia costretto a farlo in poco tempo è abituato a pulire a mano a mano che sporca, si è procurato nel tempo un minimo di buona attrezzatura ('che diluire la spesa in dieci anni riduce drasticamente l'impatto emotivo dell'investimento citato...), ha un palato che non si accontenta sempre e solo di gusti basici od uniformati ed infine per questo è disponibile ad investire denaro in qualità del cibo, magari risparmiandolo in altri campi che invece interessano maggiormente chi non ha la passione per la cucina.
Il che non mi impedisce di dire che approvo il pensiero oliveriano di informazione di un'intera popolazione, sono leggermente meno rapita dalle sue ricette in specifico (soprattutto da quando ha un po' abbandonato la sua antica vena thai...)
Il punto è che se uno non è abituato a "cucinare per davvero", primo è certo che impieghi moolto ma mooolto di più di Jamie (che è un fulmine) secondo non SA nemmeno che E' normale sporcar piatti e varie.
RispondiEliminaPerò io al bimby gli farei un monumento.. bechamel, creme varie, marmellate, velouté, impasti vari, davvero è potente, solo frullatore!?
Jamie for president!! Forse avrebbe dovuto scrivere in caratteri piccolissimi: i 30 minuti si riferiscono a gente che possiede un minimo di passione per la cucina e una almeno microscopica dose di manualità.
RispondiEliminaMamma mia che noiosa 'sta gente! E se avessero dovuto fare la pasta sfoglia che avrebbero fatto, sarebbero entrati in coma? "Aaaaargh! Sul libro non c'era scritto che ci sarebbero stati sbuffi di farina nella mia cucina nuova!!!"
Alessandra,
RispondiEliminacondivido in pieno quello che dici, sono le stesse cose che ho pensato leggendo l'articolo prima del tuo commento
attrezzature non ne ho moltissime, ma sicuramente stanno alla base di una cucina regalami una pirofila al posto di un profumo e sarò felicissima
cucinare senza sporcare lo puoi fare se ti fai un semplice panino, per il resto mi sembra difficile e poi anche se sporco qualche ciotola in più poi si pulisce che problemi ci sono, se poi sono creme ci pensano i figli a leccare quello che resta
forse non saranno economici o serve più tempo per essere preparati, ma forse dipende anche dall'abilità di chi cucina e poi se si passa al supermercato a comperare l'insalata pronta e il pollo cotto non è economico ma sicuramente veloce
detto questo la polemica è assurda, Oliver avrà della pubblicità gratis .......
ciao Manu
Jamie e' tanto caro, biondo e simpatico.. e appunto deve il suo successo al suo tentativo di portare alla ribalta una cucina genuina, semplice e lontana da tutto quello a cui gli inglesi sono abituati (io ho vissuto parecchio a Londra e so bene di cosa parlo, son stata vittima di svariati inviti a cena ;). Ma detto questo non bisogna dimenticare che Jamie e' anche un fenomeno mediatico, fattura parecchi milioni di sterline l'anno (e i suoi ristoranti non sono niente di indimenticabile), impazza in tv e produce parecchi libri... e se poi capita che lui e il suo entourage scelgano un titolo "furbo" e di successo ma che allo stesso tempo e' rischioso perche' non veritiero... ecco che Jamie ne paga lo scotto.
RispondiEliminaIl problema dunque non e' solo che gli inglesi siano degli infingardi in cucina... il problema e' piuttosto una scelta commerciale sbagliata.
Ad ogni modo io non mi preoccuperei tanto per Jamie, coglierei semmai l'occasione per ricordare sorridendo che spesso noi appassionate di cibo impieghiamo 30 MINUTI solo per decidere cosa cucinare ;) altro che cucine sporche e pentole da lavare...
Ciao.
Dalla parte di Jamie forever!!!
RispondiEliminaIl titolo del libro non è 30 minute cheap-shitty meals.
Davvero con la Parodi si risparmia? Non credevo che surgelati li regalassero...
Ora 'sto post mi becca in un momento critico, non ho il tempo per lanciarmi in discorsi più lunghi, o avrei un bel po' di cose da dire a riguardo!
Soprattutto se si parla di cucine da "non sporcare". Che tristezza!
Lo conosco solo di fama, ma mi sta simpatico a pelle...io ho un debole per Gordon Ramsay, invece. Comunque aderisco alla proposta di scambio equo e solidale: la Parodi per Oliver, it's ok!!!
RispondiEliminaConcordo in pieno.
RispondiEliminaHo praticamente imparato a cucinare a 18 anni sul libro della Luisa Spagnol "Il libro di cucina della donna che lavora" L'ho ancora, ha 32 anni è un po' sciupato ma vado a riguardarlo con nostalgia.
Nella mia prima casa non avevo la lavastoviglie e le ricette non venivano selezionate in base alla difficoltà ma in base alle pentole da utilizzare: 2 pentole erano il massimo che potevo concedere e la Spagnol era una forza in questo.
Devo però anche dire che non sporco tanto quando cucino. Solo i fornelli sono indecenti ed ho imparato a ricoprirli di carta stagnola.
La mia cucina vale di più di 300 sterline escludendo Bimby, che uso parecchio, e batteria AMC che uso sia come dicono loro e come tegami normali.
Se i critici vogliono fare "nozze coi fichi secchi" non mi dovranno invitare a cena.
Guardo spesso Jamie in TV mi è simpatico ma è un casinaro, mia madre lo avrebbe rincorso con il mestolo. Anche Nigella sporca parecchio, si vede che hanno la fantesca in casa.
Non ho idea di chi sia la signora Parodi ma ho un libro della Spagnol "L'apriscatole della felicità" che mi ha risolto spesso ospiti inattesi.
Per cucinare ci vuole tempo e amore, anzi organizzazione. Se non ho tempo faccio 2 spaghetti non tiro la sfoglia anche se la impasto con il bimby e ci metto 10 minuti a tirare 4 uova .
Ale ha ragione, stando a casa si spende meno anche perchè a parte la scelta del fornitore, hai il tempo di fare le lunghe cotture che richiedono i tagli di carne più economici.
concordo appieno, come si puo'pretendere di portare in tavola piatti favolosi e raffinati senza spendere per le materie prime, senza sporcare nulla...e senza avere gli utensili base per potersi muovere in cucina...
RispondiEliminaIn inghilterra purtroppo la buona cucina e'molto amata ma molto molto sottovalutata :)
Anatema!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Se Jamie è riuscito a far cucinare anche mio marito e, soprattutto, fargli preparare delle squisitezze, io non solo sono pronta a difenderlo, ma pure a fargli la campagna elettorale... oltre che, naturalmente, una presentazione del suo libro!!! ;)
RispondiEliminaNon ne parlo nemmeno con mio marito che altrimenti si prende un gran dispiacere... ma sicuramente per il punto tre (visto che il Bimby me l'ha pure ragalato lui) direbbe che "MAGARI SOLO 300 STERLINE" DI ATTREZZATURA!
P.s. Ecco perché le amiche rimangono magre e io no.... ;)
ahahahahhahahahahahahahahahahahaahahhahahahahahahah io sono d'accordo, diamo via benedetta parodi ahahahahahahhahahahahahahahahahahahahahahahaahha
RispondiEliminaio terrei molto volentieri jamie!!!
io sinceramente sporco mille pentole anche per fare una semplice pasta frolla..se sono tutti come me mica se la possono prendere con lui?!?!?!ahahha.
In casa abbiamo ben tre libri di Jamie, acquistati da Giorgio, il che è tutto dire! E' l'unico cuoco che seguiamo assieme in TV...per lui Furio rinuncia anche a un pezzetto di partita...il che ci può lasciar a bocca aperta dallo stupore!
RispondiElimina€ 450.00 di attrezzature sono molti?! Ohibò, ma allora a casa nostra siamo milionari e non lo sapevamo!!!
Evviva Jamie!!!!!!
Valeria
Tò guarda: tra i buoni propositi per l'anno nuovo c'è quello di potenziare la mia attrezzatura da cucina con un kenwood ....
RispondiEliminaJamie forever: concordo con te .... ma per spirito di verità, quel "30'" pretenzioso poteva risparmiarselo!
Cedo la Parodi ben volentieri: non se ne può più ....
Anch'io cedo volentieri la Parodi al posto di Jamie (e possibilmente diamo la cittadinanza "ad honorem" :P anche alla mitica Julie Andrieu)!!!
RispondiEliminaCommentando il punto 2, per mesi mi sono chiesta come facesse la mia proprietaria di casa a non avere mai uno spillo fuori posto in cucina. Va bene che il mio angolo cottura genovese è una miseria, ma allora come mai anche l'enorme cucina palermitana dei miei è comunque incasinata? Poi mi sono accorta che non cucina, al massimo riscalda...e ho capito tutto XD LOL!!!
Un bacione ^_^!
Giuliana
liberimoci della Parodi, della Laurito (con annesso Andyluotto, che fortunatamente non canta più..)e pure del Rugiati ( che dopo il fallimento dell Isola, ha anche il coraggio di tener la puzza sotto le nari) e pure di quell'Antonello Riva che ha fatto una brevissima apparizione sulle reti Mediaset cn la Zanicchi...D'altronde, non è ad inizio anno che "si fa pulizia"???. VOGLIAMO JAMIE!!!!
RispondiEliminaPremetto che non seguo Jamie Olivier, ho sfogliato qualcuno dei suoi libri in negozio e basta. In linea di massima io sono d'accordo con te, però a volte un po' ti fregano con i tempi. Quante volte ho visto fior di pasticceri che sostenevano di preparare dolci velocissimi: massimo mezz'ora! Salvo poi scoprire che usavano l'abbattitore, la frutta già candita ecc.Ovviamente quando si lavora per grandi lotti è necessario usare certi escamotage ma è ridicolo pensare che i tempi saranno gli stessi replicando la ricetta a casa. Credo anche che se si crea un libro basato sulla cucina veloce sia necessario calcolare i tempi medi e non quelli dello chef. Io non credo di essere alle prime armi ma di certo non trito la cipolla come farebbe un qualsiasi chef. Insomma, bisognerebbe identificare più precisamente qual'è il target a cui ci si rivolge.
RispondiEliminaBhe Alessandra, se tui stai con Jamie io sto con te :)
RispondiEliminaHo ricevuto qualche giorno fa questo libro (in inglese purtroppo), ed anche se non l'ho ancora letto tutto, lo trovo simpatico e divertente.
Mi piace l'idea di proporre un menù che possa essere preparato velocemente e senza grandi difficoltà, anche se non ho provato a farne uno intero e verificarne i tempi (per ora solo una ricettina, modificata pure ;).
Il tempo per la pulizia... bleah... io sporco lo stesso un sacco, Jamie o non Jamie, ma vedendo come cucina lui in tv.... mi consolo ;)
Comunque mi piace l'approccio usato nel libro, quello del menù, a quello della classica sfilza di ricette che poi, specie chi cucina poco, bisogna studiare come combinare.
E, ultima cosa poi chiudo, mi piace (anche se nel caso di J. temo per l'uso mediatico/commerciale che ne fa) l'attenzione che all'inizio pone alla condivisione del pasto, al tempo famigliare che ne deriva.
Molto italiano come concetto ;)
Brava Ale, bel post, dovremmo trovarci e fare una giornata a tema :))))
Sto con te e ovviamente con Jamie.. ;)
RispondiElimina