L'altro giorno, avevo voglia di un fine settimana fuori col marito. Non solo perchè, abituata come sono a vivere con la valigia in mano, accuso peggio di altri una forzata sedentarietà; ma anche perchè sono fermamente convinta che due giorni di stacco più o meno totale, meglio se ad una buona dose di km dai rispettivi luoghi di lavoro, non possano che giovare, al singolo e, a maggior ragione alla coppia. Dipendesse da me, li metterei di diritto nelle promesse sull'altare: una roba tipo "nella buona e nella cattiva sorte, nella salute e nella malattia, e una volta ogni tot mesi in una spa". Sono sicurissima che non solo ci si sposerebbe più volentieri, ma che si partirebbe col piede giusto. Che poi, per carità, se le coppie non funzionano non c'è week end fuori che tenga: ma, per dirla coi miei amati inglesi, piangere su ricevute degli alberghi è sempre meglio che disperarsi sugli scontrini del supermercato o le fatture della lavanderia.
Tornando a noi, quest'anno accuso il superlavoro che si è concentrato nel mese di luglio: colpa del caldo, anzitutto, e delle ferie nell'aria. Già al mattino, mi sveglio dell'umore con cui di solito vado a dormire, il che, se si considera che di norma un pitbull, al mio confronto, è un agnellino, non è propriamente un toccasana, nè per me, nè per i malcapitati a cui tocca starmi vicino.
E così, l'altra sera ho deciso: chiudo tutto e vado via. E vado sul Lago d'Orta, che mi faccio un'indigestione di cose belle e magari le presento anche al marito, che è di quelli che ha girato tutto il mondo, ma l'Italia gli è sfuggita. E già che ci siamo, prenotiamo pure a Villa Crespi, che è una vita che desidero andarci e il lato buono del riposo forzato è il salvadanaio pieno e sta' a vedere che stavolta, magari, tenendo le dita incrociate...
Ve la faccio breve e vi dico che siamo rimasti a casa: perchè non abbiamo trovato neanche un buchetto dove dormire. A parte la suite imperiale di Villa Crespi, intendo (una sola e solo a Villa Crespi: le altre suite degli altri hotel, che in zona veleggiano tutti grosso modo sulle stesse cifre, erano tutte prenotate): per il resto, o ci arrangiavamo sul Lago Maggiore, oppure restavamo qua.
In compenso, ieri sera siamo andati a cena fuori, a mangiar pesce. Detta così, sembra una banalità, ma nei fatti è una vera eccezione, perchè il pesce lo mangio solo a casa mia: con la fortuna che abbiamo, di poter disporre di un pescato fresco di giornata e selezionato alla fonte (mio papà ci dice anche quando mangiare certi pesci e quando no, a seconda della luna), non vado certo a rovinarmi le serate al ristorante dove, ben che vada, spendo cifre da capogiro per mangiare le stesse cose che di norma mi arrivano gratis. Senza contare, poi, che a me il pesce "cucinato" non piace: mi sembra una barbarie, rovinarlo con intingoli o lunghe cotture. Forno e griglia e, più raramente padella, sono gli unici strumenti che contemplo, quando decidiamo di mangiar pesce-e non c'è seduzione da "ultima caccavella" che tenga.
Se non che, come vi dicevo, sono in mezzo ad un luglio da dimenticare. L'ultima spesa risale alla settimana scorsa e il nuovo magnete sul frigorifero ammonisce a non aprire quella porta. E così, complice l'assenza della creatura, a dormire da un'amica, ieri sera abbiamo infranto la legge domestica e siamo andati al ristorante.
Di mercoledì.
A Boccadasse.
Come dire, minimo minimo 50 euro a persona, ma proprio se vi contenete, nel numero delle portate e nella scelta sul menu.
Abbiamo trovato posto al terzo tentativo e al terzo locale. Un tavolo per due, ritagliato in mezzo ad altri già prenotati e in breve tutti occupati, per una cena iniziata con la focaccia del giorno prima e terminata con un gelato al mohito altrettanto da dimenticare, preso nella gelateria "l'altra"- perchè in quella original c'era la coda fin sulla spiaggia.
E così, stamattina, non so più cosa pensare. Perchè noi, questa crisi, la accusiamo eccome. Pure io che sono a stipendio fisso, ma che non posso chiudere gli occhi di fronte al calo allarmante del lavoro dell'ufficio. E siccome amo chiacchierare con tutti, le sento le persone che si lamentano, che si preoccupano per il futuro dei loro figli e per un presente fatto di cinghie sempre più strette e di contratti sempre meno sicuri. Epperò, se squilla un cellulare, 99 su cento è uno smartphone, se c'è una coda davanti ad un negozio che fa i saldi, quella è davanti a Louis Vuitton e se vado a cena fuori senza aver prenotato, posso sperare in un tavolo in pizzeria, ma nei ristoranti di un certo tono "mi dispiace, siamo al completo".
Me lo spiegate, com'è?
Velodicovelodicovelodico??? Mai preparata una cheesecake cotta, in vita mia. Sempre e solo crude- e meno tempo impiego a prepararle e meglio è. In più, se devo dirla tutta, non ho questa grande passione per le torte di formaggio che son passate nel forno, mentre sarei capacissima di mangiarmene una intera, direttamente dal frigo. In più, da quando ho scoperto la versione col latte condensato, (qui e qui), niente mi può fermare: in dieci minuti è bella che pronta e, altro particolare che non guasta, sporcando un'unica terrina. La mia versione proviene da un libro bellissimo che ho prestato e che non ho sottomano, ma più di tanto non mi preoccupo: in primis, perchè ormai la preparo così spesso che so gli ingredienti a memoria; in secondo luogo, perchè l'ho talmente modificata, in intinere (in origine, era una cheese cake al limone e al lime) che una tantum posso saltare la citazione.
Eccovi gli ingredienti
per uno stampo da 22-24 cm di diametro
125 g di biscotti Digestive
70 g di burro salato fuso
per il ripieno
una lattina di latte condensato zuccherato
200 g di formaggio molle tipo Philadelphia
200 ml di panna liquida
succo e scorza di tre lime
mezzo bicchierino di tequila
10 g di colla di pesce
per la base
Imburrare bene uno stampo a cerniera- fondo e bordi- e foderarne il fondo con della carta da forno.
Tritare finemente i biscotti, versarvi sopra il burro salato, amalgamare e foderare con questo composto il fondo dello stampo, premendo bene con le mani in modo da renderlo compatto. Mettere in frigo per circa mezz'ora.
per la crema
ammollare la colla di pesce in acqua fredda. Strizzarla e farla sciogliere in poca panna liquida, calda ma non bollente.
Nel frattempo, versare tutti gli ingredienti in una terrina e amalgamarli con l'aiuto di fruste elettriche. Aggiungere la colla di pesce, versare il composto sulla base della cheese cake e mettere in frigo per sei ore o fino a quando si sarà sufficientemente addensata.
Servire decorata con fettine di lime e foglioline di menta
note mie
- la base per la cheese cake, ormai è cosa nota, è preparata con i biscotti Digestive. Un tempo, c'erano solo quelli di importazione, che si trovavano solo in determinati negozi e costavano l'iradiddio, mentre oggi si può disporre di una scelta più ampia. Personalmente, certe variazioni sul tema non incontrano i miei gusti (tipo i Grancereali, non mi fanno impazzire), mentre trovo che non siano male i prodotti dei discount, meglio se stranieri. La Lidl, purtroppo, ha in commercio solo la versione col cioccolato, che non è adatta a questa preparazione: ma se mai decidesse di mettere sul mercato anche la versione "nature", sono sicura che si tratterebbe di un ottimo prodotto.
- In ogni caso, quello che è importante sapere è che non bisogna mai abbondare col burro. Anche se sembra che il composto di biscotti non stia insieme, non fatevi prendere dalla tentazione di aggiungere altro grasso. Una volta solidificato, infatti, vi sarà impossibile tagliare la base. Di solito, se ne dovrebbe usare circa la metà della dose dei biscotti. Io qui ho abbondato, ma oltre questa quantità non andrei.
- Burro salato, ma solo per questa ricetta, perchè sul bordo del bicchiere del margarita ci va il sale, ma qui non aveva molto senso metterlo sul bordo della teglia. Nelle altre ricette, di solito si usa il burro normale e, in qualcuna, il burro di arachidi.
- Il latte condensato è quello in lattina della Nestlè. Che poi potete benissimo comprare un'altra marca, sia chiaro- ma io trovo solo quella e quella finisce nel carrello. L'importante è che sia zuccherato
- Tutto insieme e senza montare: non dovete montare la panna, non dovete montare il composto. Ovvio, con le fruste elettriche fate prima ad amalgamarlo bene e, per esperienza, una mescolata di più non ha mai fatto male a nessuno (a parte i muffins, ora che ci penso, ma questa è un'altra storia): comunque, non dovete montare assolutamente nulla
- Invece, è importantissimo che uniate la colla di pesce a poco a poco, mettendo un cucchiaio di composto freddo in quello caldo. In altre parole, quello che non si deve mai fare è versare la colla di pesce sciolta in un liquido caldo direttamente nel composto freddo: si provocherebbe uno choc termico che farebbe rapprendere la gelatina in tanti grumi. Invece, se procedete al contrario, un po' per volta, vedrete che non succederà nulla. Un cucchiaio di composto freddo nel pentolino dove avete sciolto la colla di pesce- e mescolare; poi un altro cucchiaio di composto freddo- e mescolare di nuovo e così via, fino a quando la differenza di temperatura fra i due composti si sarà attenuata e potrete unirli senza timore.
- Altra cosa: non lo troverete mai scritto da nessuna parte nelle cheese cake, però io filtro sempre il ripieno. Son 30 secondi di più, ma almeno ho la sicurezza di avere una crema perfettamente liscia. In questo caso, considerato che avrete le zeste di lime, prima passate al colino la crema e poi aggiungete la scorza del lime, grattugiata fine
In foto, ci sono delle monoporzioni, preparate con dei coppapasta, messi su una teglia da biscotti. Va da sè che l'esecuzione non cambi (e nemmeno il gusto): son solo più noiosa da preparare, ma più facili da servire.
Ciao
ale
Condivido a pieno quello che dici sulla crisi economica.
RispondiEliminaAnche a me capitano le stesse cose.
Buonissima la tua ricetta, sicuramente da provAre.
Buon fine settimana.
A presto.
tu cheesecake al margarita, io mojito glacè...i fumi dell'alcol tra foodblogger che significherà?come abbiamo scritto nel nostro post...mangiamo responsabilmente!
RispondiEliminaTroppo troppo sfiziosa questa ricetta margarita!
RispondiEliminaè la stessa domanda che mi faccio io...anche perchè le stesse persone in coda nei super ristoranti o con l'I-phone sono le prime a lamnetarsi della crisi....meglio tapparsi la bocca con questo cheeesecake..
RispondiEliminaal margarita?!? favoloso!!! mi ispira un tot!!! ;)
Geniale l'aggiunta alla formula del matrimonio: se l'approvano, secondo me Gambetta si precipita a sposare il nostro Gambetto!!! :-D E noi per festeggiare porteremo agli sposi questa magnifica cheesecake!!! :-9
RispondiEliminaNon faccio molto uso di colla di pesce salvo quando strettamente necessario e non ho mai avuto problemi di grumi, ma le dritte dell'esperienza fanno sempre comodo, grazie :-)
RispondiEliminaRicetta superlativa che appena torno dalle vacanze ti copio e per la crisi "non" crisi, stendiamo un velo pietoso, che è meglio!! Ciao ciao
Cara Alessandra mi hai dato con il post lo spunto per essere più cinico del solito, più grigio ed incattivito che mai in merito alla condivisibile constatazione che hai fatto come prologo...però per un sano egoismo personale (e di sanità mentale) oggi salto. Mi resta invece il sorriso per il modo con il quale racconti le ricette, per tutti i dettagli, per quelle righe di spiegazione dove sembra quasi che compari (tipo ologramma da GuerreStellari) e spieghi come ci arrivi. Certo non sarai un CavaliereJedi e mi auguro nemmeno un Cavaliere perchè oggi il titolo è abusato...però una maestra in cucina di certo...di quelle che dall'americano solido sino al cheese cake alcoolico...mi fanno dimenticare il resto.
RispondiEliminaMuscaria ne fa una declinazione all'assenzio di certo!! :D ahahahahahaha
RICETTISSIMA, AS USUAL.condivido-condivido-condivido tutto e sottoscrivo ugualmente!! Unica perplessità, il latte condensato (troppo, per il gusto di famiglia) zuccherato... ma il burro salato penso (e spero..) mitighi il tutto. E poi, il piacere di allontanarsi uno-due giornidalla routine, "non ha prezzo"!! ciao, Mitica.
RispondiEliminaMagaria avere tutte le volte la possibilità di fare la valigia e partire, lontano dalla solita routine e da tutti i pensieri negativi che questa comporta.
RispondiEliminaBuona la cheese!
Che bella idea! Anche io preferisco la versione senza cottura se non altro che nell'altra ci sono sempre una quantita' di uova eccessiva! Baci e buona giornata!
RispondiElimina@Mapi
RispondiEliminaMaPi...per caso stai insinuando che per stare con me è necessario prevedere sempre una vacanza altrimenti non mi reggerebbe nessuno?! :P ahahahahahahahah
PS
Forse forse hai davvero ragione! :D hihihihihi (nella speranza che questo commento non lo legga mai la santa...)
Ale è molto giusto questo tuo interrogativo...la crisi c'è e si avverte fortissimamente, ma bisogna anche dire che la crisi non è per tutti!
RispondiEliminaLa crisi non ha colpito i ceti alti che sono rimasti sempre alti, se non pure altissimi!
La gente "normale" è senza lavoro, fa fatica ad arrivare a fine mese e vede solo un futuro da precario davanti a sè. Tutta quella che è stata l'evoluzione degli ultimi 20 anni, è svanita nel nulla e siamo ritornati all'Italia di una volta...il problema è che però stiamo parlando della gente di oggi che non è preparata a fare in toto un salto in dietro anche come stile di vita e comodità e quindi c'è anche chi pur non essendo ricchissimo, risparmia sì, ma magari per togliersi lo sfizio di un capo firmato. Questa però è solo la minimissima parte di un popolo sottosopra.
bacioni
Ago
nel freddo linguaggio tecnico questo particolare atteggiamento del popolo italico si chiama "chiagni e fotti". Una pratica del tutto trasversale e che mai conobbe crisi...
RispondiEliminaIl Marito
porca miseria, una cheese non cotta mai fatta io. ma utilizzo di tutto per la base. dagli oswego alle fette biscottate alle torte avanzate e rinsecchite. diversamente buone ma tutte riuscite. adesso devo provare questa. condivido e sottoscrivo sull'argomento matrimonio, crisi e luglio pesante.
RispondiEliminaperchè le crisi non colpiscono mai i ricchi, che quindi possono continuare a permettersi le boutique, le suite e tutto il resto! la scure della crisi si abbatte su chi già queste cose non le faceva prima! è triste, ma funziona così: i ricchi saranno sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri!
RispondiEliminaComplimenti per la cheesecake!
Ecco, stessi identici pensieri fatti ieri sera in notissimo ( per cibo e conto..) ristorante romano...mah!
RispondiEliminaSe qualcuno ha la risposta la leggo volentieri anche io.
Bellissima la monoporzione, e grazie ;-)
Sono confusa ... non ci avevate detto arrivederci a tra due settimane?
RispondiEliminaMeglio così per me, MT addicted!!!
Stefania Profumi&Sapori
la crisi c'è. e si sente. solo che in italia quelli che erano piccoli borghesi non si rassegnano ad abbandonare l'ostentazione. i ricchi non fanno la fila per i saldi, comprano quando serve.
RispondiEliminaComplimenti per la tua cheese cake. E' davvero interessante
Sono d'accordo con "Il Marito" ( che scritto così inquieta un pò! ;) ) L'italiano è così...crisi crisi e poi...(non sto ad elencare altro di quello che hai già scritto!!) certo che se faccio questo cheese cake per il mio amore mi sviene!Lui è un margarita fisso ogni volta che si va per un aperitivo o una semplice bevuta dopo cena!!Quindi me la segno cara!;)
RispondiEliminaVevi
Che meraviglia! La stampo di sicuro per inserirla nella cartellina (mi ripropongo sempre di fare un classificatore con tutte le ricette che stampo dai blog ma.... ;-( )dei very comfort food!!!!
RispondiEliminaMi sa che presto ne avrò bisogno. Per me di sicuro e pure per sedare il marito...(ai ns tempi non esisteva la formula matrimoniale che suggerivi prima!- quindi andiamo di Alcohol!)
Quanto alla crisi... mi ricorda tanto una canzonetta dei tempi andati .. ma dov'è questa crisi paraparappa!!!
Buona giornata
Nora
La cheesecake e' un must! ma con la tequila non l 'avevo mai vista. io al contrario tuo non ho mai fatto una cheesecake cruda! ciao
RispondiEliminapeccato per la gita al lago d'orta, che è davvero un gioiello! dài, recupererete senz'altro in un periodo più tranquillo.
RispondiEliminaper la crisi hai assolutamente ragione: più la gente si lamenta e più SUV vedo in giro... ma chi deve pagare fino all'ultimo euro di tasse a fare la coda da vuitton non ci va!
fantastica la cheese-cake :-)))
Ahi, ahi, ahi! Ti devo proprio covvegeve mia cava, pevché Louis Vuitton i saldi non li fa MAI!!! ... ma la fila è lunga lo stesso! ;)))
RispondiEliminaMeno male che il cheesecake è trasversale e se lo possono permettere pure quelli che parlano con la ERRE! ;)))
Adoro le cheesecake e questa mi sa che la farò a breve, nonostante la dieta!!
RispondiEliminasinceramente Alessandra non ho la risposta al tuo giustissimo quesito che poi è lo stesso che mi pongo io! però ti garantisco che la crisi c'è e in alcuni settori si sente...nel lusso no anche perchè come già ha detto qualcuno Vuitton non fa MAI saldi eppure c'è sempre la fila!!! vabbè io preferisco fare la fila per questa splendida mono porzione :-)
RispondiEliminaGià delle prime righe del tuo post (mi son fiondata a vedere Villa Crespi...una meraviglia) ho pensato le stesse cose che tu scrivi nelle tue conclusioni (interrogative) finali.
RispondiElimina...eh si! è proprio così! quando ero piccola i saldi si aspettavano per rinnovare il guardaroba e mia mamma a volte comprava le cose che potevano andarci bene anche l'anno successivo....certo...una louis vuitton è come un diamante (anche per il costo)...è per sempre, ma - come dice mio marito - a noi i soldi piace (piacerebbe) spenderli per le cose importanti e al massimo in viaggi (che poi sono i soldi spesi meglio, ce li si gode e ci si arricchisce!!!).
...in merito ai risporanti poi....preferisco (ultimamente) invitare gli amici nel mio giardino, spendiamo la stessa cifra (cioè per due persone al ristorante), ma si mangia in otto...e si sa cosa c'è nel piatto!
c'è da riflettere...
un caro saluto.
:-)
Ho letto con attenzione i vostri commenti che, come sempre, offrono spunti più interessanti del post e sono d'accordo con tutti, a cominciare da Tamara, con cui condivido le stesse scelte.
RispondiEliminaPassati gli anni della "genova da bevacchiare", infatti, ho virato da una vita sociale intensa ad una dimensione sempre più domestica, complice anche l'approfondirsi della passione pe la cucina. Le volte in cui andiamo a cena fuori sono pochissime e altrettante sono quelle in cui torniamo a casa soddisfatti: il che, non fa che rafforzarci nei nostri buoni propositi del "meglio poco- ma buono", che a volte sfiorano anche il "piuttosto, niente".
Ma questo era anche prima della crisi: di diverso, oggi, c'è l'incertezza del futuro, che rovina tutto. Lo dico parlando da dipendente a posto fisso: al momento, non voglio preoccuparmi, ma se mi fermo a riflettere sulle spaventose differenze fra la mole di lavoro degli anni scorsi e quella di questi ultimi tempi, mi prende davvero malissimo. E non parlo solo per me, sia chiaro, ma per tutto il contorno, che offre scenari di pianto.
Nello stesso tempo, giusto sul giornale locale di ieri, c'era l'intervista ad un nostro politico "di peso"- in tutti i sensi- che assicurava che, sì, i tagli ai privilegi dei consiglieri regionali li avrebbero fatti, "ma con calma". E qui faccio come Mario- e mi astengo da ogn commento
Idem per quanto riguarda l'allargarsi della forbice fra ricchi e poveri: qui taccio per desolazione e per impotenza-e per timor di censure, visto che se mi arrabbio, ho la parolaccia facile e in questo caso mi arrabbio parecchio
Invece, ho molto da dire sull'altro spunto che avete proposto e che, a ben guardare, è quello che mi appassiona più di tutti- vale a dire l'incapacità della classe media di fare dei sacrifici. Su questo, sono pienamente d'accordo. Quando parlavo degli smartphone, poco fa, non mi riferivo mica ai cellulari dei figli del Rockfeller di turno: pensavo alle persone che conosco io, che fanno la coda al discount o scroccano IlSecolo al bar; idem per le file davanti ai negozi (a questo proposito, escusè muaà, mr Vuitton, per averle attribuito una roba così volgare come i saldi... si vede che non ho dimestichezza, con l'ambiente :-))): le code che ho visto io, due settimana fa, all'outlet di serravalle, erano solo davanti a Ferragamo, Loro Piana, Prada: e di nuovo, stiamo parlando di un outlet, non di Via Montenapoleone.
Per non parlare della "voglia di lavorare": a parole, ce l'hanno tutti. Nei fatti, vorrei che viveste con me in questi giorni, per sentire con le vostre orecchie le obiezioni ad un lavoro con regolari contributi ("no, guarda, se non è in nero non vengo") o che prevede di lavorare di sabato ("ma non si può fare in settimana? perchè sennò gli amici non li vedo")-il tutto con un budget ultra ragionevole, che in certi casi sfiora la carta bianca....
mamma mia, che tristezza...
Senti ma non è che ti andrebbe di andare in un laboratorio a farci fare il DNA del neurone che possediamo? No, perché ho il dubbio che possano essere stati separati alla nascita! Proprio ieri chiedevo a Zeb se gli iPhone 4 li regalassero da qualche parte e a me fosse sfuggito... perché in aereo ero l'unica a non averlo! Persino il figlio della famiglia AppleGucciFendi lo aveva!
RispondiElimina(Famiglia di cui devo assolutamente parlarvi)
Questo cheese cake me lo salvo immediatamente, incrociando le dita, potrebbero esserci possibilità di azzannarlo in futuro :P
Sai che io il latte condensato in lattina a Genova non l'ho mai trovato? Evviva allora esiste!
@ Gambetto: la declinazione all'assenzio è essenziale! :P
PS: se mi mangia anche questo post spacco tutto!
BTW: io sono un tipo ostentatamente "no logo" (direi con l'unica eccezione per le polo Lacoste) per cui dalla tappezzeria plasticosa da vagone ferroviaria marchiata LV mi (e soprattutto LA) tengo bene alla larga...
RispondiEliminaFirmato Il Marito.
credo che l'apparire sia ormai più importante di qualsiasi altro valore, per cui si sacrifica tutto pur di andare in giro con qualche firma stampata sull'intero guardaroba e il nuovo cel in mano. ho visto gente che faceva finta di telefonare pur di mostrarlo... pienamente d'accordo con "il Marito" che ha condensato il sempiterno umano e soprattutto italico atteggiamento dinanzi alle difficoltà... degli altri. Meglio dedicarsi al buon cibo! Grazie per lo splendido cheese cake proposto, lo farò quanto prima. Teresa G.
RispondiEliminaPremesso che voterei subito per l'introduzione della spa ogni due mesi tra gli articoli del codice civile, che il lago d'Orta sopra (nel senso di a mezza collina) il quale ho avuto la fortuna di abitare mi è rimasto nel cuore e che il pesce marinato sarebbe già abbastanza cotto, aggiungerei due o tre osservazioni. Primo: il 51,1% dei redditi in Italia non viene dichiarato (fonte Guardia di finanza). Ci sta una suite imperiale a villa Crespi, per qualcuno? Secondo: chi può ancora permettersi qualche sfizio, (ad esempio perché ha la casa di proprietà da tempo, non ha figli, ha una dentatura perfetta o ha già comprato la dentiera, possiede dei risparmi e aspetta che passi la piena, ecc.) magari si concede una sola settimana di vacanza anziché tre e già che c'è pure il ristorante. Terzo, per chi finora è vissuto, lavoricchiando, insieme ai genitori, una casa magari è un sogno impossibile, i jeans firmati o lo smartphone no. Piccoli consumi che coprono l'impossibilità di una vera autonomia. Le due ultime cose potrebbero andare restringendosi, la prima ahimé ho i miei dubbi.
RispondiEliminaLivia
Non lascio commenti sulle nostre uscite (rare come e più delle vostre) al ristorante. Ti invito solamente a leggere la rece che Furio ha lasciato su Trip Advisor sull'ultimo ristorante frequentato..
RispondiEliminaValeria
http://www.tripadvisor.it/ShowUserReviews-g1986857-d1985488-r115470573-Trattoria_Barcaneta-Marano_Lagunare_Friuli_Venezia_Giulia.html#REVIEWS
Me lo chiedo sempre anche io come mai c'è tanta crisi, ma guai ad avere un cellulare che sia dell'anno prima e guai a tentare di uscire a cena un sabato sera senza prenotare...mah...sarà che sono ora quelle le cose importanti!
RispondiEliminaOttima questa cheesecake, anche a me piacciono molto quelle fredde, perchè sono fresche, versatili e velocissime!
@ Muscaria: perchè rido, quando in realtà dovrei preoccuparmi??? :-) e com'è che ci mancano i Serbelloni Visconti Vien dal Mare- ops,gli AppleGucciFendi??? Quante latte di latte condensato vuoi, in cambio?????? :-)
RispondiElimina@ Il Marito: per una volta che ti offro l'occasione di fare una bella figura tacendo.... Ecco lì, il motivo per cui non so che Vuitton non fa i saldi... perchè il marito tiene allergie alle griffe... tutte le fortune, mi son capitate....
@ Teresa, quoto. Grazie al cielo, non siamo tutti così, ma se anche fossero in pochi, questi soggetti ( e purtroppo non lo sono) sarebbero comunque in esubero....
Livia, ragionissima.L'evasione è una vergogna, per cui valgono le considerazioni di cui sopra, alla voce "ricchi e poveri": meglio che mi taccia. Mi riconosco in pieno, invece, nella seconda ipotesi, quella del "poco ma buono". sarà un discorso antipatico, ma ho sempre sostenuto che o vado in ferie potendomele godere oppure me ne sto a casa. Convengo anche sulla terza chiave di lettura, anche se non nel dettaglio, nel senso che cerco in altro le mie consolazioni: non a caso, ho un reperto archeologico al posto del cellulare, ma non passa giorno che non compri un libro,magari anche nella bancarella dell'usato sotto l'ufficio. Non ne ho bisogno, difficilmente riuscirò a leggerlo e meno difficilmente può anche essere un doppione ma tant'è: la volta che finalmente potremo comprarci una casa, saprò come arredarla :-)
@ Vale, stiamo ridendo ancora adesso. Un mito, ti sei sposata, un mito! Però, facci caso: l'unica recensione negativa, in un mare di lodi. a me capita di frequente e ogni volta mi chiedo come sia possibile... sarà sempre e solo una questione di sfiga, per cui capitiamo ogni volta nella serata storta, o si tratta di altro????? Ai poster (per citare un mio ex alunno) l'ardua sentenza...
Elel, sarà di sì... e meno male che ci son le cheese cake senza forno, dai!!!
e grazie grazie grazie per questi commenti- siete davvero grandiosi
ale
Concordo con te su tutta la linea! Ogni tot unweek end in giro da soli è un toccasana ( e in mancanza d'altro, mi basta mandare i figli a nanna dai nonni, una cena fuori e una giornata in giro a Milano)E il pesce?? farei anche io altrettanto!! Le cene fuori nei ristoranti di Viareggio sono una vera delusione ultimamente...
RispondiEliminaLA crisi?? Io penso che ci sia, che alcune categorie siano più colpite di altre ma anche che in generale non si abbia più il senso del risparmio: tutto (o di più ancora) ciò che entra, esce in divertimento e status symbol.
Bacioni e buona giornata!!!
oramai ho rinunciato da un bel pezzo alle cene fuori, soprattutto perchè nella nostra Genova, sono rari i ristoranti degni di considerazione. Meglio una bella mangiata di pesce casalinga, appaga molto di più le papille ed il cuore e in questi momenti, aiuta anche il portafoglio, no?
RispondiEliminaDomanda: dove lo trovi il latte condensato in lattina? Così mi precipito a comprarlo per preparare questa meraviglia! Grazie!
@ Lucia: concordo. La meta è talmente irrilevante che può benissimo essere una casa vuota :-) o un pomeriggio in giro per vetrine o in generale uno spazio anche piccolo per fare insieme le cose che piacciono ad entrambi. Qui sì che basta volerlo: è che il più delle volte anteponiamo un elenco di priorità, vere o presunte che siano,e finiamo per dare per scontate le cose davvero importanti!
RispondiEliminaSerena, alla Basko di via Felice Cavallotti, subito dietro la pescheria, negli scaffali delle uova e del latte a lunga, in basso (se vado avanti così, ti dico anche come si chiama la mamma della commessa :-))))
ciao
ale
Perfetto! Sará mio al più presto!
RispondiEliminaGrazie mille, buona giornata di sole! ;)
Ale, sto ridendo ancora adesso sulla mamma della commessa. Pensa che io uso questo metodo con le liste della spesa per il marito.... manca solo il numero di lotto e la scadenza e poi c'è tutto (e riesce comunque a prendere il prodotto sbagliato! :-O) Sarà quel famoso cromosoma differente.........
RispondiEliminaBuona Giornata
Nora
La generazione i cui genitori hanno vissuto la guerra ha ricevuto due differenti tipi di educazione: "impara il valore del lavoro e del denaro, accantona i risparmi, sii parco nelle spese e spegni la luce quando esci da una stanza perchè nella vita è meglio essere preparati a tutto" oppure "goditi la vita e regalati tutto quello che noi non ci siamo potuti permettere".
RispondiEliminaChi è cresciuto in famiglie del secondo tipo non ha purtroppo potuto capire il significato reale di parole ora tanto usate tipo "crisi", "sacrificio", "rinuncia". Il panico di fronte ad un mutamento delle condizioni di vita quotidiane non porta dunque ad una conseguente "strategia delle priorità" ma ad un tentativo di compensazione e si continua almeno nel piccolo a mantenere le abitudini piacevoli (ristorante anche se più raramente, vacanze anche se più brevi, eccetera) per incapacità strutturale di concepire una vita differente.
In realtà ritengo però fondamentale sottolineare una sola geniale frase del tuo intero post, altamente compensatoria: "non aveva molto senso metterere il sale sul bordo della teglia"...
oh dio mio - se potresti darmi un gran pezzo di quello, saro' contentissima.
RispondiEliminaè bellissimo leggerti!
RispondiElimina