Partiamo da Pisa nel tardo pomeriggio, un volo-al-volo che è un altro dei mille regali di un'estate inaspettatamente generosa, in un pomeriggio afoso, reso ancora più caldo dagli strati di bagaglio che dobbiamo metter su, da quando Ryanar ha sancito che anche la borsa è "bagaglio a mano" - e guai a chi sgarra. E così, mi trascino il due di agosto con ai piedi un paio di scarpe da miniera, perchè vedremo anche quella e non sia mai che mi prenda una straccionata sotto terra, e il maglione da battaglia attorno ai fianchi, stramaledicendo il giorno in cui abbiamo deciso di saltare il check in, per una volta che possiamo viaggiare leggeri.
"no, io lì non mi ci siedo"- taglio corto, di fronte al marito che more solito si stravacca sul sedile vicino all'uscita d'emergenza. Con tutta che l'unica paura che non ho è quella di volare, mi basta sedermi in quella fila che inizio subito a sentirmi inquieta, almeno per i primi cinque minuti. Dopodichè, sento gli spifferi. Dal portellone, ovviamente- e non tentate di convincermi che non è possibile, perché non c'è come l'ansia che aguzzi l'ingegno e attiri la sfiga. L'unica è allungarmi una coperta e mettersi i tappi alle orecchie, fino all'arrivo.
Stavolta, però, i tappi servono a me: il posto lasciato libero dal marito è stato occupato da una giovane mamma polacca con due bambini terribili, che le hostess hanno provato invano a legare, spacciando per cinture di sicurezza per l'infanzia delle robe che non avrebbero sfigurato come accessorio per la camicia di forza. Ciononostante, l'hanno spuntata i "cori de mamma"- e da lì in poi è tutto un urlo disumano, con calci e pugni che volano da ogni parte- e io che invoco SOS Erode, che quando ce vò, ce vò...
L'aereoporto di Cracovia è piccolo e accogliente: se altrove è tutto un zigzagare per trolley trascinati da viaggiatori distratti o frettolosi, qui lo slalom è fra i tavolini dei caffè. La cosa ci piace e ci riconcilia con tutti, anche con la guida pericolosa del tassista che ci porta a destinazione per la via più lunga e pure più noiosa. Ce ne accorgeremo sulla via del ritorno, grazie ad un collega onesto, e così non possiamo far altro che osservare il panorama dai finestrini, che si colora di verde e di ocra, a mano a mano che ci avviciniamo al centro della città e che rende sempre più difficile tenere a freno l'impazienza.
Da quando la creatura non è più una bambina, tendiamo ad orientarci verso la scelta di un appartamento, al posto della stanza d'albergo. Lei ha i suoi spazi, noi i nostri e non c'è come un tè preso prima di andare a dormire, in pigiama e ciabatte, senza nessun servizio in camera a metterti in imbarazzo, che ci riconcilia con le fatiche delle giornate appena trascorse. Cracovia non fa eccezione e troviamo un delizioso appartamentino, a cinque minuti a piedi dalla città vecchia, con portiere notturno e personale disponibile e gentilissimo durante il giorno. La ragazza che è di turno quando arriviamo è premurosa e preparata, ma oltre l'indispensabile non la lasciamo andare: si sta facendo buio e non abbiamo un minuto da perdere.
La città vecchia (Stare Miasto) si sviluppa intorno alla piazza del mercato, da secoli il cuore pulsante della città. I suoi 200 metri per lato ne fanno la piazza più grande del Medioevo e molto è rimasto, di quest'epoca- dalle volte che ombreggiano i protici, al grande Fondaco dei Tessuti, un tempo centro del commercio delle stoffe, oggi sede di un affollatissimo mercato di artigianato, esclusivo appannaggio delle orde di turisti che si accalcano qui, ad ogni ora del giorno e della notte. Noi ci arriviamo che inizia ad imbrunire e ce la godiamo illuminata e brulicante di vita, come se fosse giorno
Ma giorno non è ed anzi, l'ora di cena è passata da un pezzo: ho un elenco che inizia e non finisce, di ristoranti tipici e decidiamo di cominciare da quello che sulle guide non c'è, ma che è consigliato a gran voce da chi a Cracovia c'è stato sul serio. Il posto è ultra turistico, a dire il vero, ma è perfetto per un primo approccio con la cucina polacca: in tre, ci scofaniamo del formaggio di capra con compposta di mirtilli rossi, delle salsicce di agnello, dei deliziosi pancakes di patate all'aglio e prezzemolo e poi lo zurek, la zuppa polacca con farina di segale, uova e salsiccia, uno strano goulash e un arrosto di montone speziato, il tutto per meno di 40 euro, birra polacca compresa.
Un'occhiata all'orologio ci consiglia di prendere la via del ritorno: domani ci aspetta una giornata faticosa, con le sveglie già puntate alle sette del mattino. Non ci resta che barcollare fino al nostro appartamento e pazienza se la passeggiata è troppo breve per smaltire la cena: vorrà dire che ci rifaremo domani.
a domani, con il secondo giorno
Buona giornata!!!
RispondiEliminagodetevi la vacanza in una città che nasconde degli angoli bellissimi. Sono passati una quindicina di anni ma la ricordo con piacere Sul mercatino avevamo fatto incetta di scacchiere lavorate a mano da regalare ad amici e conoscenti. Per me una collana di ambra comprata in negozio (non mi fidavo delle *bancarelle*....) e ancora mi ricordo della delusione di mia suocera quando, ordinato una Gulashsuppe, le hanno portato una zuppetta e non lo spezzatino che si aspettava! Sai la fatica che abbiamo fatto a spiegarle che non era possibile che non sapessero che cosa fosse un Gulash! (Ancora adesso ricorda inorridita l'episodio!)
Divertiteviiiii!!!!!! Nora
....mi ha ricordato un volo lungo-lungo. Al mio fianco, un non europeo "integrato" in occidente : scarpe da ginnastica, jeans, maglietta, e giubbotto in "vera-imitazione-di-finta-pelle".. Peccato che li aveva indosso da almeno 4 giorni... ( sai cosa significhi volare da Roma a Singapore con a fianco un personagio del genere?.. ;).. Bello ( as usual) il tuo reportage, crea aspettative : guardati bene dallo scendere di tono, la prox volta! In trepidante attesa, invio un abbraccio al trio.
RispondiEliminaI vostri reportages sono sempre coinvolgenti: non vedo l'ora di leggere il seguito!
RispondiEliminaP.s. Ma poi cercherai di riprodurre qualche ricetta polacca, vero?...
Virò
Le premesse sono ottime. Proprio poco fa vedevo nella news letter dell'aeroporto di Napoli che c'è il volo diretto per Cracovia come novità...
RispondiEliminaAspetto impaziente il seguito.
Fabio
che bello! una città che non conoscevamo ma che, grazie a te, stiamo apprezzando. Ci faremo un pensierino per il prossimo viaggio. Intanto aspettiamo curiosi la seconda giornata di viaggio!
RispondiEliminala bancarella del pane mi ha fatto venire un'idea per il presepe di quest'anno! Strani e noente affatto stagionali i percorsi della mente...
RispondiEliminaNora, chissà che bella doveva essere, qualche anno fa... anche noi abbiamo comprato l'ambra in un negozio, regalini compresi, ma ci hanno detto che i veri affari si fanno al mercato dei tessuti: però io non sono tagliata nè per le contrattazioni nè per riconoscere il pezzo doc, e quindi ci siamo felicemente rassegnate ad entrare in una gioielleria :-)
RispondiEliminasul gulash, spiezzo una lancia a favore della suocera: lo stufato che vedi nella foto (secondo riquadro, a destra) è un gulash polacco. Tutt'intorno c'è del formaggio grattugiato fine, ma in mezzo c'è uno stufato di carne bell'e buono, che neppure sa di paprika. In ogni caso, da me non lo saprà mai, la signora...:-)
Emmetì, argh. Mi bastano i rari tragitti in autobus, non oso pensare ad un volo fino a singapore... grazie per i complimenti- ma ora tengo ansia da prestazione: anche perchè normalmente non rileggo mai quello che scrivo (errori di stampa compresi)- e schiaccio il tasto "pubblica" con gli occhi chiusi :-)
Virò, ma ciao!!! eccerto che riproduco, tranquilla. anzi, facciamo così: organizziamo cena polacca a casa mia, coi primi freddi, va bene? Ho già in mente una degustazione di pirogie da urlo ;-)
Fabio, noi torneremo. Ci siamo lasciati tutti i musei da visitare, visto che la Dama con l'Ermellino è a Varsavia e il restauro del museo durerà fino al 2012... e a quel punto, il volo da Napoli sarà bello che rodato, cosa dici??
Lerocherhotel: domani mattina, il secondo giorno. E stasera, un po' di alfabeto, tanto per non perdere il vizio
Acquaviva: i TUOI percorsi della TUA mente sono un mondo a parte- e per fortuna, aggiungo: anzi, a questo punto potremmo anche iniziare a scambiarci un po' di idee per il presepe, visto che anche qui, quanto a percorsi lineari e logici siamo ben messi!!!
ciao
ale
dalle foto mi sembra davvero bellissima cracovia... aspetto il seguito, raccontateci tutto tutto tutto!!
RispondiEliminabacioni
Che bello. Mi piacerebbe andare un giorno a Krakow. Grazie per l'introduzione a la citta.
RispondiEliminaUna degustazione di pirogie da urlo?
RispondiEliminaAmbientino perfetto per ragionar seriamente di presepi!
Tu comincia a temperare qualche ricciolo di verdura (che, si sa, per le pirogie è la morte loro!) ed io comincio a tirar fuori la carta con le stelle...
Virò
P.s ovviamente Blogger non è invitato dato che ha ricominciato ad odiarmi!
arrivo con il seguito!!!
RispondiEliminae virò, i pirogie al ripieno di muschio sono una figata pazzesca...:-)
racconto avvincente e foto stupende. L'ultima più di tutte.
RispondiEliminaDico che ci verremmo molto volentieri ;-)
RispondiEliminaFabio
Stefania, un bacione...
RispondiEliminaFabio: come "dici?" io ho già tutto prenotato ( e per cinque, questa volta, perchè passi perdersi il primo viaggio con voi, ma quelli successivi guai...)
Alessandra, io ti ringrazio davvero, Antonella è emozionata, ci tiene tanto a far conoscere "quella realtà" e se tra una focaccia, una carbonara, una creme brulè alla fava tonka riusciamo anche a dare emozioni beh, il blog ha un senso. Già io mi diverto di mio, figurati quando mi arrivano gli sms di un' Antonella incredula e stupita....
RispondiEliminaGrazie ancora e l'ultima foto è davvero "speciale" :-)
Grazie a voi, Libera. E comunque, se posso, vorrei poter pubblicizzare la vostra iniziativa anche da qui...
RispondiEliminaci sentiamo in privato, se ti va
menuturistico@blogspot.com
ciao
ale
...son deficiente...
RispondiEliminamenuturistico@gmail.com
Non preoccuparti sei in buona "compagnia" :-D
RispondiEliminaTi contatto in giornata, mi/ci farebbe piacere e tu sei certo più adatta di me a divulgare la cosa(sai io non sono proprio "simpatica" a tutti)ma qui la simpatia non conta non credi? ;-)
Lo "strano stufato polacco" dovrebbe essere il Bigos, meraviglioso spezzatino tipico a base di carni affumicate e non, cavoli,crauti e alloro. La paprika non si sente perchè non c'è!
RispondiEliminaFederica
Il bigos l'ho assaggiato in un altro ristorante- e convengo sul fatto che sia una meraviglia. questo invece si chiamava proprio gulash, nel senso che così era scritto sul menu: non aveva crauti nè alloro, ma era servito su una specie di pancakes di patate, con intorno del formaggio grattugiato a julienne. Una bontà anche questo, ma ho sbagliato ad ordinarlo come seconda portata: ero già strapiena, e oltre due forchettate non sono andata. Ma bisognerebbe cercare la ricetta, perchè anche questo merita un tentativo di riproduzione!
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