Ok, non è proprio così. Ma i titoli che aveva a disposizione stamattina il neurone, per commentare la veste nuova di Sale&Pepe e di Cucina Italiana, non mi lasciavano grandi alternative. O scomodavo il Principe di Salina ("se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi") o quel gran figo di Jack Nicholson ("qualcosa è cambiato").
In entrambi i casi, comunque, il risultato resta quello: a fronte dei grandi strombazzamenti mediatici, sulla carta stampata e in tv, che annunciavano il new look delle due più famose riviste di cucina italiane, i cambiamenti son ben poca cosa e, soprattutto, non ne migliorano i rispettivi punti deboli- i contenuti extra-ricette, per quanto riguarda Sale&Pepe e le ricette in senso stretto, per quanto riguarda CI, che, con le dovute eccezioni, si assestano sulla linea del banale e del già visto. A scanso di equivoci, sono abbonata ad entrambe. E a scanso di equivoci-due, ho pure acquistato le copie in edicola, nel timore che il corriere saltasse la spedizione e non sia mai che mi perda le novità. In più, Sale&Pepe è la rivista che consiglio a chi mi chiede cosa comprare e vivo con sincera tristezza il declino di Cucina Italiana, a cui sono debitrice di gran parte delle idee e delle tecniche apprese due decenni fa. In più, stamattina sono pure di buonumore, marito&figlia sono stati spediti fuori senza intoppi e, strano ma vero, ho pure l'orologio dalla mia parte.
Epperò, mi aspettavo di più, dall'una e dall'altra. Anche perchè, in contemporanea, sono arrivate anche le riviste straniere e, credetemi, non c'è storia. Pubblicazioni di tutt'altro spessore, che si qualificano sin dalle prime pagine come vere e proprie "riviste specializzate": vale a dire, rassegne di articoli degni di questo nome, e quindi approfonditi, competenti e, absit iniuria verbis, ben scritti. Le ricette, cioè, sono funzionali ad un progetto editoriale chiaro, che si sviluppa negli articoli e non si esaurisce in una lista di ingredienti, corredata da una bella foto. E quindi, ora sono sotto i riflettori, ora sono assiepate in un'unica pagina, a caratteri piccoli, senza neppure una immagine- ma non per questo prive di minore dignità: perchè è l'articolo in cui sono inserite che dà loro risalto e pertinenza. Per tacer di come viene descritta la preparazione di un piatto: in modo ampio, dettagliato, quasi raccontato. Nulla a che vedere con la secca schematicità dei nostri omologhi, in barba ai Veronelli, ai Carnacina e alle celebrazioni artusiane di questa primavera, che per un po' mi avevano fatto sperare che qualcuno si decidesse a leggerla, questa Scienza in Cucina, e magari a sforzarsi di riscattare il nostro "parlare di cibo" dal desolante ristagno a cui l'hanno condannato tecnicismi e prose piatte.
Nulla di tutto questo, purtroppo- e pazienza: intanto, ai nostri civici, continueremo a comprarle, queste riviste, e a sfogliarle in tempi sempre più brevi e a dannarci l'anima per trovar loro posto sugli scaffali e a lasciarle lì, a prender polvere, dove le abbiamo dimenticate. D'altronde, cosa si diceva, all'inizio? Bisogna che tutto cambi, etc etc, no? E perchè mai dovremmo esser noi, a fare eccezione?
CAKE AL CIOCCOLATO, OLIO EXTRAVERGINE E ROSMARINO
da Sale&Pepe,Ottobre 2011
Tanto per restare in tema: ricetta tratta dall'ultimo Sale& Pepe, con un clamoroso errore nei tempi di cottura (45 minuti, per una torta dall'impasto piuttosto consistente ed asciutto, che ne richiede almeno 15 di meno) e, a mio parere, anche un'imprecisione nel titolo visto che qui in Italia i cake hanno la forma dello stampo da cake (logica ineccepibile, mi amo quando sono così profonda) e non quella tonda dello stampo da torta, dove invece risulta che sia stata cotta, stando alla foto.
Anyway, con un po' più di latte, un po' meno rosmarino e tempi di cottura drasticamente più brevi, è un'ottimo dolce, perfetto per proporre il cioccolato anche in un contesto rustico. Le foto son della Dani, perchè qui siamo sempre senza obiettivo, ma la realizzazione è tutta mia, come pure le note, in fondo come al solito
per 8 persone
200 g di farina 00
80 g di farina di farro integrale
150 g di cioccolato al 70%
120 g di zucchero di canna
2 cucchiaini scarsi di lievito per dolci
1,8 dl di latte
3 uova
2 dl di olio EVO
2 cucchiai di aghi di rosmarino
sale
Scaldate l'olio con gli spicchi di rosmarino a fuoco molto basso per tre minuti; spegnete e fate raffreddare. Filtrate e tenete da parte l'olio e il rosmarino
Mescolate in una ciotola le due farine con un pizzico di sale, il lievito e lo zucchero. Versate in un'altra ciotola il latte ed emulsionatelo usando una frusta con l'olio profumato al rosmarino e le uova. unite l'emulsione al mix di farine preparato mescolando con una spatola, aggiungete il cioccolato tritato grossolanamente e metà del rosmarino tenuto da parte.
Versate l'impasto in ua teglia rotonda di 24 cm di diametro, rivestita di carta da forno. Cuocete a 180 gradi per 45 minuti, controllando la cottura con uno stecchino di legno. Sfornate il dolce, sformatelo e fatelo raffreddare. Servitelo cosparso con gli aghi di rosmarino e accompagnatelo, se vi piace, con panna acida o mascarpone
Note mie
Vado veloce: Come ho già detto, per me ci va un po' più di latte. Però, diciamo sempre le stesse cose. dipende dall'assorbimento delle farine. Quindi, partite con questa dose e poi, semmai, aumentate
Il punto critico sono l'olio e il rosmarino. Non tutti gli extravergini sono uguali e qui ci vuole un olio delicato, pena un retrogusto troppo persistente. Idem per il rosmarino: secondo me, due cucchiai di aghi sono troppi e il rischio che lascino l'amaro c'è. Io ho solo fatto insaporire l'olio e ho usato quello, senza aggiungere altro rosmarino- e vi assicuro che il sapore si sentiva. Nel mio forno, modalità statica, mezz'ora di cottura basta e avanza. Voi fate comunque la prova stecchino: quando l'interno è umido, è pronta
Ciao
Ale
Buona giornata Alessandra, è un pò di tempo che non compro riviste di cucina, un pò perchè spolverò quelle ammucchiate nel mobile, un pò perchè nei blog trovo tante ricette interessanti, ma mi hai incurisito soprattutto perchè sono le due riviste che ho sempre preferito, di sicuro con gli anni sono diventata più critica e cosa che non facevo mai qualche giorno fa ho cestinato una rivista che mi avevano regalato, non meritava una ricetta!
RispondiEliminaGrazie della proposta, buona idea aromatizzare l'olio, proverò!
Un abbraccio, Alex
Non compro riviste di cucina in italiano solo perche'...non posso, non si trovano.
RispondiEliminaQuindi non ho visto le novita' di quelle che citi e che sono le uniche di cui acquisto qualche numero ad ogni tappa italiana.
Quindi sospendo il giudizio ma faccio tesoro del tuo, torta compresa ;-)
Ciao Alessandra,per fortuna che stamattina eri di buon umore!!non oso pensare cosa dici quando sei un po' urtata!!
RispondiEliminacomunque hai ragione! concordo in pieno con ciò che hai scritto..riguardo alle ricette imprecise..ce ne sono!!!
un commento su questa torta, sarebbe da provare, ma col ns olio umbro piccante non mi pare proprio il caso proverò con un olio più delicat!
un'idea per reciclare le riviste? io ci ho fatto simpatiche portaoggetti con delle assi di legno
Alex, io non riesco a fare a meno della carta stampata. Senza contare che mi sono accorta che anche on line, finisco sempre su siti di testate e pochissimo sui blog. Temo che dipenda da una formazione antica (ho 45 anni :-)), che ricerca non solo il libro, ma anche quello che c'è dentro. Ho bisogno di contenuti e anche di contenuti ben esposti e più passa il tempo e peggio è. Di vedere una bella foto e di leggere una ricetta e stop, onestamente, non ne sento il bisogno. Per cui, anch'io sto buttando via, parecchio...
RispondiEliminaStefania, io ho il problema contrario. A genova, o ti abboni alle riviste straniere o ti attacchi al tram (e non abbiamo neanche quello :-)). Gli abbonamenti sono sempre un terno al lotto, per una copia che arriva, tre si perdono chissà dove, per cui devo andare a Milano e fare incetta di quello che trovo, se non ho la ventura di trovarmi in giro, all'estero. Però, confermo il giudizio: c'è tutta un'altra impostazione, di maggiore spessore...da noi, ce ne vorrebbero due, per farne una, ecco :-)
i5mondi: garantito, ottimo umore. Anche perchè quando sono "normale" mazzuolo parecchio :-)))
L'olio umbro è un sogno, ma su questa torta sarebbe meglio qualcosa di molto più leggero. Non ho osato dire un olio del Garda, perchè onestamente è uno spreco, ma qualcosa che gli somigli vagamente, a costi più contenuti, sì.
Ahimè, non sono capace a fare nulla, con le mani, ma "giro" il tuo consiglio alle nostre amiche dell'emmetichallenge :-) dopo quello che ci han fatto vedere con la macedonia, non le ferma più nessuno!
ciao
ale
Ale e tutti gli altri buongiorno,
RispondiEliminanon compro più riviste di cucina da almeno 15 anni.
Solo qualche numero sporadico per noia da spiaggia o curiosità natalizia...... e resto immancabilmente delusa.
Non sapevo dei cambiamenti incombenti e non mi stupisce che siano insignificanti.
La torta però mi stuzzica e con i tuoi accorgimenti la proverò. Giusto leggendo il titolo ho pensato "Rosmarino? ma non si sentirà troppo?" vedi, senza neppure leggere la ricetta!!!!!
Baxi, Vitto
ho fatto un veloce confronto con la ricetta base dei cake che uso sempre e la differenza con la mia è l'olio, qui ce n'è meno, non so se può essere questo il motivo della consistenza asciutta e di conseguenza del tempo di cottura, io un cake non lo cuocio mai meno di 40-45 minuti...boh!
RispondiElimina2 cucchiai di rosmarino non li metto neanche in uno stinco arrosto....alla faccia della nota aromatica!
non parliamo di riviste, giacciono su qualsiasi superficie libera di casa, ne ho scatole piene e quando dico devo fare un bel repulisti mi blocco regolarmente, è come buttare una vecchia sciarpa alla quale si è affezionati, le giro le rigiro e le rimetto dov'erano. sindrome da abbandono!
Vitto, c.v.d :-)
RispondiEliminaDauly, appunto: il cake, meno di 45 minuti non ci sta, neanche nel mio forno. Ma qui lo chiamano cake e poi dicono di cuocerlo in una tortiera di 24 cm di DIAMETRO. E, a scanso di equivoci, mettono una foto di una torta tonda. Sulla consistenza asciutta, penso che sia dipeso dalla farina di farro, che ha assorbito parecchio, ma nn so. I due cucchiai di rosmarino :-D :-D
Io le ho catalogate per mese, ma di volta in volta non mi ricordo mai di archiviarle, così finisce che quando arrivo all'esasperazione (leggasi: riviste ovunque- e mai quella che cerchi a portata di mano), tiro giù tutto e metto ordine. Ripromettendomi che "basta, mai più". Mia suocera stacca le pagine che le interessano e le mette nei raccoglitori. Ho provato anch'io, ma poi mi dimentico dove son finite e non ho nessun aiuto da elementi esterni, chessò, il mese o la copertina che può essermi rimasta impressa. Insomma, a farla breve: un gran casino :-)
ciao
ale
qualche mese fa ho detto: basta, non compro più riviste di cucina, son soldi buttati! ho resistito, diciamo, 2 mesi? forse 3 và, ma ora ho ricominciato... quando le vedo in edicola, con le loro belle copertine ammiccanti, non resisto, punto. ma quando sfoglio una rivista francese la differenza con quelle italiane è talmente evidente... sigh sigh
RispondiEliminaMi devo aggiornare un pò anch'io con le riviste di cucina!Ottima torta..golosissima!!
RispondiEliminaCiao Ale, i tuoi post sono sempre eccezionali. Anche io come te ho la sindrome della carta stampata. Ultimamente ho cominciato a rivalutare uno strumento come l'Ipad perché mio marito mi scarica decine di riviste di cucina straniere e la cosa mi esalta un bel po', anche se mi manca avere sottomano la carta nel momento del bisogno. La sensazione che ho avuto anche io ultimamente con Sale e Pepe e la Cucina Italiana (di cui ho l'ultimo numero in versione elettronica) è proprio legata a ciò che tu lamenti, diciamo una certa frettolosità nell'esposizione e debolezza (e ripetitività) di contenuti. In particolare Sale e Pepe che compro da sempre, se prendo il numero dell'ottobre scorso, scopro praticamente le stesse ricette con lievi variazioni sul tema. Trovo invece piacevole ed in crescita il numero mensile della Cucina del Corriere. La mia è una richiesta di consiglio: quali riviste straniere ritieni migliori e che mi consiglieresti di seguire compatibilmente alla difficoltà di distribuzione? Inoltre, scusami la logorrea, credo che certe note e certe critiche come quella che giustamente tu fai al cake che presenti qui sopra, dovrebbero essere riportate senza paure alla redazione della rivista. Finchè non ascolteranno le opinioni dei lettori, il vestitino nuovo che si sono messi avrà ben poco conto. Ti abbraccio, Pat
RispondiEliminaIo ultimamente ho acquistato sia Sale&Pepe che Cucina naturale; preferisco decisamente la seconda, sia per il tipo di ricette (soprattutto perchè molte sono perfette per la cucina di tutti i giorni, proprio quello che cercavo ^_^) sia per gli articoli di approfondimento che pubblicano. Invece, sapresti consigliarmi riviste francesi interessanti? Io, a parte la favolosa casa editrice Larousse e libri di cucina famosi, ne sono un po' all'oscuro ^^''!
RispondiEliminaE la tua torta...\*O*/...sarà l'orario, ma ora ho una fame assurda :D! Magari la versione al rosmarino la faccio solo per me, altrimenti a casa finiranno per chiudere a chiave la dispensa eheh XD!
Cristina, sai cos'è che mi fa più arrabbiare? che perdiamo terreno proprio sulla cucina. quando avremmo un vantaggio che ci renderebbe irraggiungibili ed ineguagliabili. Secondo me, stiamo pagando lo scotto di un'ignoranza generalizzata, che ci porta a fermarci al dato sueprficiale: non attira, quindi non vende. Ma se imparassimo a raccontare le ricette, le nostre tradizioni, a spiegare con calma le tecniche di cucina, senza delegare tutto alla fotografia, secondo me recupereremmo terreno, e alla stragrande...
RispondiEliminaLAMAgicaZucca: hai solo che l'imbarazzo della scelta :-)
Patty, io leggo Olive, Delicious, Good Food e trovo eccezionale la rivista di Jamie Oliver. Se ami il personaggio, ovviamente: ma a me lui piace e trovo ogni volta un sacco di spunti. In Francia, elle à Table (che ha anche una newsletter favolosa, ogni giorno ti invia una selezione di ricette a tema) e Saveur, quando lo trovo. Spettacolare è Cuisine et Vins de France.Anelo alla rivista di Martha Stewart, ho smesso di comprare quella di Donna Hay, così come ho smesso anche di comprare i suoi libri. Queste sono quelle "fisse", per così dire, compatibilemnte con tuttele variabili di questo mondo, che con le riviste straniere si accaniscono in modo particolare (ti basti che dell'abbonamento di Olive dello scorso anno non ho avuto il minimo riscontro...)
La Cucina del corriere avevo smesso di comprarla, perchè passata l'euforia dei primi tempi, la trovavo un po' dispersiva (per esempio, non teneva conto della stagionalità dei prodotti), ma se me lo dici tu, mi tocca :-)
Voglio anch'io l'Ipad :-)
ale
ps. ma cosa vuoi che perda tempo a scrivere... l'ho fatto una sola volta- e mi è bastato :-)
Ti adoro sempre di più!
RispondiEliminaciao Ale, seguirò i tuoi consigli.. mi sembra un accostamento da provare, cioccolato e rosmarino..
RispondiEliminacomplimenti per la scrittura..
a presto
Giovanni
Ma davvero trovi che le riviste di cucina british siano migliori di quelle italiane? Io che vivo in uk e che non ho a disposizione le riviste italiane, ogni volta che mi trovo davanti alle riviste tipo quelle che citi tu, Good Food, Olive etc mi faccio prendere dallo sconforto...io ci trovo ricette un po' troppo facili e veloci, insomma un po' banali. Con straripante abbondanza di ricette "fusion": un po' di indiano qui un po' di thai di la'...boh..Forse semplicemente ci piacciono le riviste che vediamo meno spesso! E poi per me vale anche il discorso "nostalgia di casa" che mi fa apprezzare ancor di piu' quello che trovo solo in italia :)
RispondiEliminasono come cristina...resisto a non acquistare riviste di cucina (e la scusa spesso è: meglio un bel libro) poi compero in un raptus riviste e libri...la penso come te ma purtroppo nella mia città le riviste di cucina straniere non si trovano. è facile abbonarsi?? io quando vado sui loro siti non capisco una beata fava e traduco con : non ci si può abbonare e basta! :-) va a finire che mi dovrò prendere l'i pad pure io!!!:-))) bacissimi (torta deliziosa!!! e comunque sale&pepe "canna" spesso le ricette....)
RispondiEliminaScusa se ti disturbo di nuovo, ma ho appena notato che sul numero autunnale di Cuisine et Vins de France c'è la ricetta del flan patissier. Visto che a fine mese sarò a Genova, sai se ci sono edicole dove posso trovarlo?
RispondiEliminami fa piacere sapere che non sono l'unica pazza a trovare le ricette di sale e pepe con diversi errori :O
RispondiEliminaho rifatto diverse ricette con scarsi risultati (al contrario di quelle che trovo qui :D <3) rimango sempre più basita
Lavoro nel campo dell'editoria e ti assicuro che non c'è cosa più difficile di far cambiare qualcosa di grafico agli editori italiani!!! E se vai a vedere gli stranieri ti accorgi di come viaggino ad una velocità diversa, ehhh!
RispondiEliminaIl dolce è favoloso, la ricetta l'ho già copiata! :-)
P.S.: Io voto per 'Qualcosa è cambiato', se non sbaglio tra gli attori c'era anche Keanu Reevs eheh! ;-)
Satsuki, mi era sfuggito il tuo commento. Anch0io compro cucina naturale e mi piace. Non sono della stessa filosofia :-), ma trovo che ci siano molte ricette originali e sfiziose e con ottimi articoli tutt'intorno.
RispondiEliminaper quanto riguarda il flan patissier, io ho il numero di settembre-ottobre sotto mano e non lo trovo. A Genova, non c'è niente :-( io le compro a Milano...
Stefania smack smack
Giovanni grazie!
El Pasticcio, sì, le trovo migliori. Il mio giudizio non riguarda solo la ricetta, ma l'impostazione stessa della rivista. Prendi Delicious di ottobre, per esempio. Per descrivere i ravioli di rapa rossa, imppiega un'intera pagina, tre colonne, fittissime:ovvero, spiegano, raccontano, e rispiegano. E lo stesso vale per tutte le altre ricette. Che, non a caso, riescono: perchè se sei un articolista e devi lavorarci su, ti accorgi subito se c'è qualche falla nel procedimento o negli ingredienti. Il problema non è provare le ricette in redazione: ben venga chi lo fa, ma ben venga anche chi ce le descrive bene. Perchè altrimenti mi basta la tv.
Poi, è verissimo che le ricette non siano il massimo del'originalità (non sempre, però: io ho trovato degli spunti pazzeschi, quest'inverno): ma questo è nel dna della cucina inglese. E' il discorso che facevo prima, sul retroterra che ogni popolo si porta dietro. Con tutta che il mio amore per la British kitchen sia ampiamente risaputo, non sono così accecata da non riconoscere che la nostra tradizione regionale dà dei punti a tutti. E' per questo che mi arrabbio di più: perchè noi il materiale lo abbiamo... perchè non ci sforziamo di presentarlo un po' meglio?
Roby, io con gli abbonamenti mi trovo malissimo. Ritento l'anno prossimo, ma quest'anno mi son rifornita a Milano...
Ale, pensa che per me è la prima volta. Però, ammetto che non seguo mai la ricetta pedissequamente e se non fosse che stavolta era proprio correlata all'argomento, forse non avrei nemmeno rilevato le discrepanze. Però, leggo nei commenti che altri si lamentano, per cui la prossima volta sto più attenta- ed eventualmente segnalo
Grazie per l'apprezzamento delle nostre ricette: da te, è un gran complimento
Simona: ma i contenuti??? a quando, i contenuti??? :-))) è una battaglia persa, mi sa...:-)
ok, se è per Keanu, allora capitolo anch'io :-)))
Cara Ale, temo di essere d'accordo e dico temo perché non è piacevole dover dire di un'operazione: peccato, non è andata bene. Ormai si sa, troppo spesso una nuova grafica copre o meglio vorrebbe coprire contenuti che non si riesce a revisionare. Ma i lettori se ne accorgono in fretta e non si fanno incantare. Peccato, perché due riviste storiche come quelle hanno un bacino d'utenza amplissimo, non avrebbero in realtà bisogno di farsi conoscere come delle testate di nicchia o d'altri tempi. Certamente il web ha mandato in crisi riviste e quotidiani e perfino enciclopedie. Su un piano più vasto, non so come se la passi Repubblica online, che ha coniugato da subito la formula contenuti aperti e tantissima pubblicità, ma forse non potrebbe funzionare per una rivista di settore, il volume pubblicitario a disposizione non sarebbe magari sufficiente. Del resto, certamente oggi chi vuole una ricetta tanto per distrarsi può andare su un blog o un forum: ma era veramente gente che prima andava all'edicola anzichè accontentarsi di fare incetta dal parrucchiere? Io credo di no.
RispondiEliminaAnche per me la scuola di cucina è stata la Cucina italiana (dopo aver imparato a memoria il gentiluomo). Ricordo nel 2009(?) una ricetta memorabile di crema di peperoni e un dolce di cous cous alle ciliege. Dopodiché, hai ragione, il declino, almeno a mio gusto, è stato innegabile, finché, tra una cosa e l'altra, ho smesso di comprarla. Devo dire che ricette "sbagliate" sono sempre state solo quelle poche che errare humanum est.
E comunque d'accordo con
Patti: viva internet, ma se non ho la carta sottomano quando mi serve...
L.
P.S.: ho risposto ai tuoi gentilissimi commenti, ma ancora te lo ripeto qui: grazie!
dicono che se la passi malaccio, Repubblica on line- e penso che tu abbia centrato il punto: ma sarà vero che è solo internet ad aver mandato in crisi l'editoria? Mi viene in mente un esempio diametralmente opposto: ai tempi di G2Kitche, la rivista fondata da Genny de Alcibocommestibile, la richiesta che proveniva con insitenza dai lettori di questo blog era "a quando il cartaceo?". come dire che se un prodotto è di qualità, non ci sono comodità o costi che tengano. Prima o poi, lo si acquista o ce lo si procura. Io non vedo tutta questa grande qualità, in Internet ed anzi,mi sembra che la libertà di accesso abbia reso tutti dottori :-), dalla sera alla mattina. Per questo non credo che sia solo colpa dei mezzi di comunicazione, più obsoleto l'uno, più contemporaneo l'altro. E neppure ne faccio una questione di prezzo: parliamo di spese mensili e al di sotto dei cinque euro: è un sacrificio che si potrebbe fare, se davvero dall'altra parte ci fosse un prodotto che li valesse...
RispondiEliminaciao e grazie
ale
Grazie per le informazioni, Alessandra. Provo a chiedere a un'amica se alla libreria Luxembourg di Torino hanno anche riviste di cucina; altrimenti spero di riuscire a fare un salto a Milano.
RispondiEliminaA proposito, la ricetta del flan l'avevo notata sul sommario online...mi ero catapultata sul loro sito ed hai proprio ragione, è una rivista bellissima ^__^!
Buon pomeriggio :D
Giuliana
l'ho provata anch'io!!! e mi è abbastanza piaciuta...ti dirò che mi piace anche la nuova veste di "Sale&Pepe", molto più ricca e accattivante!
RispondiEliminaIo hoacquistato Cucina Ialiana dal Natale 1995. Le sono debitrice dei miei primi passi in autonomia rispetto alla tradizione familiare ma dopo questo deludente restiling, seguirò l'istinto che mi diceva da tempo di abbandonarla. Strapperò alcune pagiine di ricette interessanti e farò spazio in libreria per qualche altra rivista e sto pansando ad Alice Cucina o Cucina Gourmet. Giulietta. P.S.: non riesco più ad inviare un commento con l'account di google che avevo e che dovrei avere tutt'ora....porca puzzola!
RispondiEliminaTROVATA!!! È a pagina 45, aspetta che te la scrivo
RispondiEliminaper 6 persone
srotolare un foglio di pasta brisè con la sua carta da forno dentro uno stampo a cerniera e tenere al fresco. Far bollire un litro di latte intero con una bacca di vangilia tagliata al centro. In una terrina, mescolare 100 g di maizena con 150 g di zucchero e 4 uova. Sempre mescolando, versarvi a filo il latte bolllente. versare dentro la pasa brisée e infornare in forno caldo a 180 gradi , dai 30 ai 40 minuti
servire freddo
Mi era sfuggita, perchè è una ricetta in un piccolo riquadro- la ricetta in grande è una spalla di maiale caramellata con gli scalogni :-).
Glo83, la nuova veste piace anche a me!
ciao
ale
Alessandra, anch'io non riesco a passare a Kindle piuttosto che all'ipad per leggere e figuriamoci per le ricette !! devo anche avere una bella carta non solo una solida ricetta ( con bella foto) , io spesso compro A Tavola, ma altrettanto spesso mi delude, le loro ricette vanno sempre molto pensate ( quelle + complesse) e rivedute perchè contengono approssimazioni e anche errori di combinazioni - ho il timore che facciamo spesso le cose in teoria, e anzi vorrei scriverglielo - mentre belle soddisfazioni mi sono venute da Apicius , se però è ancora viva, è un po' che non la compro. Almeno lì sai che sono solo spunti e ti devi arrangiare da sola. Peccato che in Italia si sia perso un editore innovativo , cosa che non accade in Francia , ma tant'è ...
RispondiEliminaciao!
Grazie Ale (la cosa che più mi sorprende di te è che tu rispondi a tutti e lo fai così tempestivamente...gosh). Elle a table la scarico ogni mese ed è genial!(ogni volta ringrazio il cielo di avere studiato francese!). Sto anche scaricando una meravigliosa rivista Neo Zelandese chiamata Dish su cui ho scoperto che scrive anche Alessandra Zecchini. E poi random, tutte le riviste che mio marito riesce a reperire on line e piratescamente mi scarica e dove ogni volta davvero mi rendo conto quando di assolutamente non simile ci sia in Italia. Jamie Oliver mi piace un monte anche se so che molte non lo amano. Mi piace da matti il suo approccio animale alla cucina, un approccio istintivo, primordiale ma assolutamente entusiastico. Voglio vedere se la sua rivista è anche in rete, magari posso supplire sulla difficoltà di reperimento. Sull'Ipad, quando ce l'hai, non puoi farne più a meno. Chiedilo a Babbo Natale ed una volta ricevuto, tienilo nascosto, che se te vede la creatura, hai smesso di usarlo! E' la più bella invenzione degli ultimi 50 anni (ma i libri io li leggo di carta!). Ti mando un bacio. Pat
RispondiEliminaCiao!
RispondiEliminaMi sono unita alla banda e prima o poi mi deciderò a partecipare all'MT, per ora non mi sento ancora in grado di competere!!
Buona giornata!!
Laura Anna, ATavola non mi piace più. Lo dico senza se e senza ma, perchè son due anni che cerco di ritrovare quella rivista che aspettavo di mese in mese, con l'entusiasmo di una ragazzina e che dei fasti di un tempo ha solo il titolo. E neppure mi piace Gran Gourmet, dove si è trasferita in massa la ex redazione di ATavola: basti dire che la Mai mi ha regalato l'abbonamento, quest'anno e sono fermi al numero di febbraio, con le consegne, perchè hanno cambiato distributore. Arriveranno tutti assieme, con calma... detto tutto
RispondiEliminaGiulietta, se hai tutte le annate complete di CI, mi sa che saccheggerò qualcosa... perchè ho qualche lacuna da colmare. Su cucina gourmet, leggi sopra. Alice, invece, non mi dispiace. C'è un solo problema: è troppo legata ai volti televisivi, molti dei quali non mi fanno impazzire. Per cui finisce che confondo la ricetta col personaggio- e magari mi perdo cose egregie, solo perchè il cuoco in questione mi è antipatico :-)
Patty, è il buon proposito della ripresa settembrina: se scarico il commento, rispondo. Finchè dura...Mi segno Dish e sottolineo Ipad nella letterina :-)
Mariangela, ciao! benvenuta e non ti preoccupare: all'mtc si gioca per divertirsi, senza ansie nè stress. Quando te la senti, siamo qui!
ciao
ale
nella mia biblioteca culinaria ho numeri "antichi" di Cucina Italiana e paragonandoli agli attuali la differenza è abissale!! un tempo era la rivista TOP della cucina, quella dove imparavi le varie tecniche in fatto di cucina e in effetti mi aspettavo un bel cambiamento di quella attuale, certo non un ritorno al passato ma almeno un grande balzo in avanti verso un nuovo futuro culinario...su sale & pepe non mi esprimo molto, mi capita spesso di fare delle loro ricette e ritrovarmi con delle schifezze!! su quelle straniere be che dire? hai ragione tu sono moooooolto più avanti di noi e non si limitano ad elencare semplici ingredienti ed esecuzione...eppure noi ne abbiamo di cose da insegnare agli altri in fatto di cucina!
RispondiEliminaRos, ti "quoto" in tutto e per tutto... anihoi :-)
RispondiEliminaho notato lo svecchiamento di CI soprattutto nelle foto ma le vecchie edizioni, come dici tu, erano fantastiche, forse è per questo che rimango affezionata alla rivista, ho imparato tanto e le conservo con cura, le ultime effettivamente sono molto più povere e ripetitive, d'altronde non deve essere facile riempire una rivista tutti i mesi. Comunque anch'io quando posso prendo le riviste all'estero o a Milano (quelle francesi o inglesi).
RispondiEliminaFrancesca
Grazie mille per la ricetta, sei gentilissima ^__^! Comunque, il progetto "reperire il maggior numero di riviste durante la fuga al nord" non è stato abbandonato ;)! Grazie ancora per i consigli, quindi.
RispondiEliminaBuona serata :D
Giuliana
che dire di più di quanto è già stato detto? Io CI l'acquisto ogni mese: ho anche il numero di Ottobre ma...non l'ho ancora sfogliato! Spero di farlo senza pregiudizi, dopo ciò che ho letto sopra! Mi piacerebbe un sacco leggere riviste straniere ma...e se poi la ricetta è giusta per lo 'scef' che faccio? Mi toccherebbe farne la traduzione...e chi ce l'ha il tempo?
RispondiEliminaBaci,
Valeria
Francesca, io ricordo quelle degli anni Novanta... un sogno... purtroppo non le ho tenute e non sai quanto lo rimpianga. E lo stesso valeva per ATavola.. capisco anch'io che non sia facile, ma è proprio per questo che punto sulla nostra tradizione e sul nostro passato: recuperare l'antico e da lì lavorare sul nuovo, è un'operazione troppo azzardata?
RispondiEliminaGiuliana, figurati! E facci sapere i risultati del tuo bottino
Valeria, non credo che per Giorgio possano andar bene, le ricette delle riviste straniere :-) Sul numero di Ottobre, ho trovato fantastiche le maionesi di verdure di Davide Oldani. E c'è anche un bel pane irlandese per cui mi son fiondata a comprar tutti gli ingredienti, con ancora la rivista in mano :-)
ciao
ale
in effetti mi stupisce che sale e pepe spari ste cavolate.. anyway :P ahha io di norma aromatizzo sempre l'olio, mi piace usarlo in cucina.. ma così nella torta al cioccoalto proprio NO :D che idea peccaminosa.. mi ispira un sacco. so che fine farà il mio olio ^_^ grazie per l'idea.. un bacio
RispondiEliminaHaimè, causa spazio esaurito, non acquisto più riviste di cucina, ma nel corso degli anni ne ho accumulate così tante, e di ogni genere, da starci bene da qui...all'eternità! :D
RispondiEliminaRaramente ho trovato delle ricette con dosi e procedimento perfette e, nei miei esperimenti, le modifiche in corso d'opera sono sempre state tante!
Il cake, o torta ;-), mi piace molto, per l'utilizzo degli ingredienti un po'particolari e per il suo aspetto rustico. :)
Bacio
Io son del partito di quelli che finora "mai trovato errori su S&P"- ad eccezione di questa ricetta: e mi auguro che eccezione sia ed eccezione rimanga :-) Sul cioccolato e rosmarino, ero dubbiosa anch'io, tant'è che ho provato. Riduci le dosi del rosmarino di metà, e vedrai che ti piacerà
RispondiEliminaciao
ale
mi hai messo una gran curiosità domani le compro entrambe!
RispondiEliminaottimo il cake!
Penso che le critiche costruttive siano meravigliosamente impertinenti o pertinenti? :-P
RispondiEliminaAssunta, son come te: cambio in itinere. Le volte in cui ho seguito una ricetta per intero non me le ricordo neppure...
RispondiEliminaGio, brava! e poi, se ti fa piacere, torna qui e lasciaci le tue impressioni, ti va?
Kika, rido!!1 Bella domanda- ma l'avverbio, mi piace ancora di più.
buona notte
ale
Non conosco sale e pepe e da molto tempo non apro la cucina italiana...20 anni all'estero hanno certe colpe...ma mi fido di te. E mi fido solo perchè hai detto che Jack Nicolson è un figo!!!
RispondiElimina:))
la torta è da provare...
buona giornata
anch'io abbonata ma solo a S&P proprio perché CI "non è piu' quella di una volta", riveuta la rivista ho fatto la torta con il meglio degli ingredienti a mia disposizione, tutti freschi di Piemonte ... che delusione, però... un sapor di déjà vu ( e cito con la Brunella : dejà sentu) che mi ha demoralizzato. Concordo con te su quel che dici dell editoria straniera specializzata in culinaria e mi piango addosso per l approssimazione ( o quasi) nei patri lidi.
RispondiEliminaEleonora, se è per questo, su Facebook, ho una galleria affollatissima di begli uomini.. e ora che ci penso, il mitico Jack manca!!! corro ai ripari :-)
RispondiEliminaEmmeti, un mega smack per il dejà sentu- e da qui parto coi rimpianti: che l'approssimazione delle riviste dei patri lidi sia solo un aspetto particolare, di una tendenza globale? (e la risposta, non è richiesta, anzi: è meglio se non ce la diamo...)
ciao
ale
ma no, io rispondo, e con gioia multilinguistica : quid verbis? No comment!!!
RispondiEliminaNon posso che darti ragione Alessandra. Come dici tu le riviste vengono acquistate, sfogliate velocemente, riposte a prendere polvere e sostituite nella lettura da quelle pubblicate 20, 30, 40 anni fa dove tra un articolo sulla conservazione delle perle e la cura del cane maremmano, si potevano trovare articoli esaustivi sul mercato di Piazze delle Erbe e Piazza della Frutta di Padova, i cuochi avevano sempre la toc di traverso, e i mega vassoio di canapè o con l'aragosta in bellavista non mancavano mai.
RispondiEliminaUn abbraccio.
Anna Maria
Emmetì... appunto ;-)
RispondiEliminaannamaria, ma bentornata!!!! ci mancavi, tantissimo1
ciao
ale
Sui contenuti son d'accordo, soprattutto quando son buttai lì senza che nessuno controlli! Io ho lasciato tantissime riviste di cucina degli anni '90, non me ne pento, anzi! Ho sfogliato un Gourmet del 2000 o del '99 proprio quest'estate...sigh sigh mi sembra che oggi non esista neanche più!
RispondiEliminaBuon w.e.! :-) Simo
Ebbene sì, La Cucina Italiana non è più quella di una volta. E sapete che vi dico? Per fortuna! Per fortuna ogni mese sulla carta (e in 33 Paesi differenti!) e ogni giorno on line e a Scuola cerchiamo di scoprire nuovi spunti per rendere lo storico marchio sempre più moderno, senza dimenticarci mai quello che è stato fino a qui.
RispondiEliminaTante professionalità sono coinvolte, tante persone appassionate e capaci cercano di portare nelle vostre case quel calore, quell'idea di cucina, quelle ricette che sono stati negli anni la nostra forza.
Sono personalmente dispiaciuta di quello che ho letto qui sopra ma so che non si può piacere a tutti. In questi giorni le attestazioni di affetto e di gradimento del nuovo restyling sono state numerosissime e questo è il primo luogo dove trovo commenti discordanti.
Grazie comunque: farò tesoro delle vostre riflessioni e le farò conoscere a tutti coloro che ogni giorno lavorano a La Cucina Italiana, anche per voi.
Ho imparato negli anni che questo marchio, così evocativo, non è nostro (eppure tanto lo amiamo!) ma di tutti coloro che lo usano, lo citano, lo ricordano, lo amano e persino lo criticano.
Per tutti questi il nostro lavoro ha un senso.
A presto, in edicola o on line.
Anna Prandoni
Web Editor
La Cucina Italiana
"ho lasciato passare un po' di tempo, prima di rispondere a questo commento, perchè, in tutta sincerità, non sono sicura che la sua autrice sia la Web Editor di CI. Lo dico perchè trovo inverosimile che si sostenga che MT sia l'unico blog ad aver avanzato delle riserve alla nuova veste editoriale della rivista, quando sul forum di CI, vale a dire del sito di cui Anna Prandoni è web editor, da giorni sono on line commenti negativi e critiche che ricalcano le nostre stesse osservazioni. e trovo incauto che un esperto di comunicazione quale la signora Prandoni è, si relazioni in modo così superficiale e altezzoso con un blog che è da mesi in vetta alle classifiche dei blog di opinione, che è forte di decine di migliaia di visitatori fedeli ogni mese e che vanta :-) fra le autrici una che ha l'incavolatura facile tanto quanto la penna. Ma non posso pensare che la Web Editor di un sito non legga anzitutto i commenti dei suoi lettori e di chi ogni giorno contribuisce in modo pressochè totale ai contenuti del suo forum, nè che una addetta al settore non conosca o sottovaluti la crescente influenza dei blog sui consumi e sui gusti della propria utenza- quella consapevolezza che, per esempio, mi ha trattenuto dal muovere critiche più circostanziate alla rivista, in nome dell'affetto che mi lega a questa testata.
RispondiEliminaPertanto, pubblico il commento, perchè noi non applichiamo censure di alcun tipo; tuttavia, alla luce delle perplessità di cui sopra, mi astengo da qualsiasi risposta
Ale