Chiedo scusa a chi, oggi, è qui solo per cercare una nuova ricetta, perchè lo spazio dedicato al cibo è estremamente ridotto. Ma, per quanti tentativi abbia fatto, di scrivere il solito post leggero, non ci sono riuscita: gli echi della tragedia dell'isola del Giglio sono ancora molto forti e se, di solito, mi sforzo di lasciare la parte peggiore del mondo reale al di fuori di questo spazio, stavolta non ne sono capace. Colpa di due professioni (la mia e quella di mio marito) che ci portiamo impresse nel DNA e che, a differenza di quanto succede con altri fatti di cronaca, magari altrettanto drammatici, stavolta ci coinvolgono in modo più personale e più pieno.
Noi Italiani, si sa, siamo un popolo di esperti del giorno dopo. E come siamo soliti trasformarci tutti in maestri del pallone, al lunedì, così, in questi giorni, siamo diventati tutti profondi conoscitori della navigazione, da una parte, e del diritto, dall'altra. Sappiamo benissimo che cosa è successo a bordo, retroscena piccanti compresi; avremmo saputo benissimo come comportarci nell'emergenza, sprezzanti del pericolo e noncuranti del panico e dei suoi effetti; e se fossimo stati noi, al posto del GIP, avremmo iniziato a far marcire in carcere il colpevole- e della legge e dei suoi strumenti, chissenefrega.
Nessuno stupore, per carità: sono debolezze della natura umana, sempre presenti, sempre in agguato e per fortuna le espressioni con cui di solito ci si riferisce a questi giudizi contengono già implicitamente una valutazione di demerito che le priva di qualsiasi importanza: "discorsi da bar", "chiacchiere della gente","senno di poi", ossia nulla a cui dare importanza, nulla di cui doversi preoccupare.
Quello che invece preoccupa- e pure parecchio - è il modo in cui gli organi di stampa hanno affrontato la notizia. I rari interventi pregni di competenza e di professionalità sono stati tutti zittiti, per lasciar spazio ad un vociare sguaiato, arrogante e irrispettoso, tanto delle parti coinvolte quanto dei basilari principi di una corretta informazione. Anzichè tenere a bada le chiacchiere di cui sopra, si è concesso loro ogni spazio, avallando interpretazioni prive di qualsiasi fondamento tecnico e giuridico e trasformandole, pertanto, in pietre miliari di scienza e saggezza. Il risultato immediato è quanto ha descritto nel solito modo esemplare Massimo Gramellini su La Stampa di ieri: "un capro espiatorio per sfogare la rabbia, un eroe senza macchia per placarla". Una vicenda che coinvolge così tante persone e che implica così tanti risvolti è ridotta al trito copione del buono e cattivo. Due poli opposti, due ruoli opposti, stereotipati e rigidi come stereotipato è rigido è da sempre il pensiero di chi è abituato a ragionare per schemi e caselle e nè sa nè vuole provare a calarsi nella realtà della vita vera le cui forme spesso sfuggono a qualsiasi tentativo di costrizione in teorie precostituite.
Che lo faccia la gente, ci sta. Purtroppo- ma ci sta. Che lo facciano gli organi di stampa, invece, è inaccettabile. Non solo perchè abdicano al loro dovere, che è primariamente quello di dare un'informazione quanto più possibile veritiera e corretta sui fatti; ma soprattutto perchè, facendo un uso coscientemente scorretto del proprio potere, che fa sacrificare la notizia all'auditel o ai dati di vendita o ai gusti di quel pubblico che sembra cibarsi solo di lacrime e sangue, ne abusano. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: leggetevi i link che circolano su Facebook o su Twitter, i vari "io sono De Falco" a cui si contrappongono gli "io sono Schettino", e date un'occhiata alle magliette e dei gadget già in commercio, con su scritto "Torni a bordo, cazzo!", a suggellare l'incapacità di trattare questa vicenda con il decoro e il rispetto che una tragedia di questo genere impone.
Sullo sfondo, restano le vittime, il cui ricordo è rimasto stritolato da questi meccanismi. Sono state ridotte a numeri, sacrificate nuovamente sull'altare del sensazionalismo, strumentalizzate per sostenere ora questa, ora quella tesi, con un abuso costante e manifesto del rispetto stesso della vita umana. E questo, a ben pensarci, è ciò che addolora di più.
Mi fermo qui, perchè da quest'anno il tempo da dedicare a questo blog è e sarà pochissimo. Mi aspetta una scrivania piena di pratiche e una pausa caffè, fra qualche ora, quando avrò il tempo di scaricare e rispondere ai vostri commenti. Nel mezzo, darò una scorsa ai titoli dei quotidiani e mai come oggi mi auguro di poter leggere qualcosa di diverso da quello che è apparso finora, senza retorica o j'accuse d'ordinanza. Non mi faccio grandi illusioni ma, se mai lo trovassi, prometto di segnalarlo.
Nessuna ricetta, vi dicevo, non perchè non ne abbia di pronte (stranamente, c'è la "dispensa" piena), ma perchè di parlare di cibo non ne ho voglia. Vi lascio però uno dei tanti comfort food di casa mia, quei canestrelli che, al primo morso, restituiscono il sapore della casa e la consolazione che, almeno fra noi, si parla tutti lo stesso linguaggio.
la ricetta è qui
A stasera alle 21.00, per i commenti a Il Gattopardo
Ale
da tempo faccio fatica a seguire i telegiornali, sento quelli veloci e sintetici che elencano i fatti ma quando arrivo alle "cronache nere" spengo perchè mi disgusta questa attrazione perversa della gente verso le disgrazie e mi disgusta ancora di più che i media non facciano che favorire questa situazione piegandosi e nutrendosi delle voglie della gente anzichè informare educando.
RispondiEliminaieri avevo letto l'articolo di Gramellini e sono pienamente d'accordo come sono d'accordo con ogni singola parola che hai scritto.
Bisogna indignarsi, mai smettere di indignarsi, se non sbaglio, le ultime raccomandazioni di Giorgio Bocca
ciao
crisg
Quanto hai ragione! Ma possibile che non si riesca a fermare questa lotta al massacro? Senza parlare della tanto decantata legge sulla privacy. Buona giornata e buon lavoro. Ciao Piera
RispondiEliminaAle....la penso come te.... il dolore, il rammarico... la tragedia restano..ma il modo in cui tanti Italiani si stanno comportando...trovo sia terribile e vergognoso.... e non posso crederci (anche se le ho viste) che esistano gadget su questa tragedia e soprattutto che ci sia gente che li compra e che li sfoggi..... credo sia terribilmente più vergognoso di di un errore umano, di un black out per paura, ..... , buona giornata, Flavia
RispondiEliminasono pienamente d'accordo. spesso passo per "disinteressata" ma sinceramente preferisco recepire la notizia principale e fregarmene di tutti i "risvolti importantissimi" (si certo come no). buona giornata :)))
RispondiEliminahai ragione. i giornali non li compro da tempo, non ce n'è uno che si salvi, tranne forse la Stampa (ma più per l'incommensurabile stima che ho di Calabresi che altro). Un'occhiata al Corriere.it e si capisce il trend. L'informazione è morta. Il chiacchiericcio sta benone. In tutta questa vicenda, che emotivamente prende, certo, mi rimangono dei grossi dubbi. Forse a freddo, quando non farà più audience parlarne, riuscirò a capire meglio. A dare il giusto peso al fattore umano e alle responsabilità. Intanto, però, concordo tristemente con te che i media si sono dimenticati delle vittime. Guardare la trasmissione di Vespa ieri era disgustante. Ti segnalo anche questo articolo.Grazie e buona giornata! http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2012/1/18/NAUFRAGIO-GIGLIO-Schettino-e-Giampetroni-due-facce-di-un-unico-dramma/234492/
RispondiEliminaieri sera ho guardato (o meglio: cercato di guardare) la trasmissione di Vespa dedicata alla tragedia. confesso di non aver resistito più di 5 minuti. ho visto forte e chiaro la voglia di fare audience con qualsiasi mezzo scandalistico per di più camuffato da "informazione". una vera vergogna.
RispondiEliminaleggo soltanto il corriere della sera e secondo me qualche articolo onesto e approfondito c'è. il problema è che la maggior parte degli italiani non legge i giornali, ma guarda solo la tv...
Ciao Ale. Hai interpretato il mio pensiero e sei riuscita a scriverlo. Grz. E' da tanto che non indignata ma arrabbiata .Ma che si puo' fare?? Come si fa a cambiare qualcosa??
RispondiEliminaPoi grazie x la ricetta dei canestrelli. Sono stata a Torriglia e li sono veramente buoni. Adesso provo la tua ricetta. Gis.
Ale non aggiungo parole a parole.
RispondiEliminaL'articolo di Grammellini è uno dei pochi che ho letto, per il resto sono nauseata da tutti i lupi di mare che circolano e sgomenta per quella registrazione angosciante.
Grazie per la coccola dei canestrelli.
Buona giornata a te e a tutti
Vitto
Non avresti potuto dirlo meglio.
RispondiEliminaHo letto anche io l'articolo di Gramellini e devo dire che sentire almeno una unica voce controcorrente mi ha rincuorato.
Su magliette e gadget, no comment.
Concordo, sia con te che con Gramellini
RispondiEliminaSu tutta la vicenda farà luce (spero) la magistratura, intanto per rendere giustizia ai morti forse sarebbe il caso di smettere di gridare, cosa che non accadrà: il silenzio invita a riflettere, esercizio oggi abbastanza desueto
Capisco e condivido il tuo sfogo, sembra che siamo tutti capaci di fare meglio degli altri anche nei giudizi...purtoppo.
RispondiEliminaE davvero in tutto questa confusione le vittime passano in secondo piano e non è giusto.
loredana
Cara Alessandra, mi sono permessa di condividere sulla mia pagina e sul mio profilo di Facebook le tue sagge e lucide riflessioni. Perché io non sarei mai stata tanto brava a dire ciò che così chiaramente hai espresso tu. Ho desiderato riportare direttamente le tue riflessioni alle persone che mi conoscono, sperando che possano rifletterci anche loro... ne hanno bisogno. Ne abbiamo bisogno un po' tutti.
RispondiEliminaSpero la cosa non ti dispiaccia, e con affetto ti mando un grande abbraccio. Grazie per essere sempre così profonda.
Sottoscrivo ogni tua parola......abbiamo ingoiato ben altri bocconi in silenzio e continuiamo a farlo, però appena vediamo il torbido siamo lì a far finta di indignarci, le persone che svolgono correttamente il proprio lavoro diventano eroi però non rispettiamo nemmeno il dolore degli altri.... c'è qualcosa di profondamente sbagliato in questo.
RispondiEliminaValeria
Ma come? dovremmo essere tutti contenti! Finalmente si è smesso di parlare di Avetrana ...
RispondiEliminacapisco il tuo malumore e lo condivido, ma ahimè, ormai la televisione e gli organi di stampo in primis si stanno riducendo solo a questo: audience e spettacolo. tutto finalizzato ad appagare il nostro voieristico senso del macabro.
Come sempre riesci a tradurre su carta quelle che per noi sono solo sensazioni. Concordo su quasi tutto. Dico quasi perchè i media sono diventati sorta di sciacalli in alcune situazioni, ma quelli che lo permettono: SIAMO NOI! Noi inteso come chi ride di battute stupide e scontate.. di chi compra certi gadget.. di chi si fa spingere nel gregge senza capire e pensare di suo... i pecoroni: appunto!
RispondiEliminaA stasera... se ce la faccio.. Nora
Ora rispondo a tutti, ad uno ad uno: però, lasciatemi dire una cosa, a caldo: grazie per tutti i contributi intelligenti, personali, profondi e originali che date a queste pagine. Mi ripeto ogni volta, ma non posso farne a meno, ogni volta. Grazie davvero
RispondiEliminaSono d'accordissimo. A conferma che La Stampa è e resta l'unico giornale davvero leggibile in questo paese. E per il resto, non ripeto, perché hai già detto tutto tu.
RispondiEliminacomplimenti un blog carinissimo mi sono aggiunta se ti va passa mi farebbe piacere
RispondiEliminaDomenica scorsa dicevo a mia madre, dopo aver letto l'ennesimo articolo di giornale, che non osavo pensare a come si sentisse quel povero Comandante ora che la tragedia si è compiuta.
RispondiEliminaSottoscrivo quello che hai scritto parola per parola, sillaba per sillaba. Il moralismo imperante in questo Paese, assolutamente avallato e peggio ancora fomentato dai media, fa sì che tutti cerchino il colpevole su cui scaricare la rabbia, senza valutare la situazione nel suo complesso.
Grazie per quanto hai scritto.
Complimenti che bell foto
RispondiEliminaHumm Ale, aspettiamo di vederti sulla zattera della Medusa mentre invii questo post dal portatile messo fortunatamente in salvo...
RispondiEliminaaspettiamo le indagini.
EliminaDetto da una che lo fa di professione. E che per giudicare, aspetta di avere tutte pe prove.
ciao