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martedì 3 gennaio 2012

Le "ricette della fame" e la zuppa di lenticchie e castagne

zuppa di lenticchie e castagne

E' probabile che lo abbiate già letto su testate ben più autorevoli di questa, ma è una notizia a suo modo "ghiotta" e mi dispiaceva non segnalarla anche da qui: il best seller del Natale appena trascorso, in Grecia, è stato sì un libro di cucina, ma del tutto diverso rispetto a quelli che hanno furoreggiato sugli scaffali delle nostre bancarelle, a cominciare dalla sua autrice: anziché essere un'ex giornalista o un'ex presentatrice che ha trovato un successo insperato nel filone della cucina in TV, Eleni Nicolaudou è una storica che ha trascorso gli ultimi mesi a spulciare i vecchi giornali del tempo dell'occupazione nazista (grosso modo dal 1941 al 1944) alla ricerca delle ricette di quegli anni.


Ne è uscito un libro delizioso, dall'onesto e irresistibile titolo di "Le ricette della fame" che raccoglie tutti i consigli e gli stratagemmi per servire un pasto degno di questo nome, partendo da ingredienti poverissimi a cui si assegna il difficilissimo compito di far passare la fame, unito all'illusione di mangiar carne o altri cibi da ricchi, mentre quello che si ha sotto i denti, in realtà, è ben altro. 
Un esempio? Mangiare melanzane, meglio se nel tritatutto, così da ingannare anche lo sguardo, e masticare lentamente; raccogliere le briciole del pane, spazzandole via dal tavolo e conservandole in un vaso; usare la polpa dell'uva al posto dello zucchero, per dolcificare; e a fine pasto, un bel "caffè" preparato con i ceci. 
Fosse ancora viva mia nonna, andrebbe avanti lei, con questo elenco: io me la ricordo bene, quando mi raccontava di cosa si inventavano in tempo di guerra, per sfamare i propri figli, dall'acqua di mare fatta bollire per ore per recuperare il sale al pane nero, preparato con le carrube. E mi ricordo anche le sue sgridate, quando le nipoti, figlie del benessere, osavano scegliere che cosa mangiare e magari avevano anche l'ardire di lasciarlo nel piatto, perchè "non ho fame" o- orrore degli orrori- perchè "non mi piace". "Gesu Cristo è sceso da cavallo per raccogliere da terra una briciola di pane" è stato il catechismo, apocrifo e spicciolo, con cui io sono cresciuta. Ed è a lei che chiedo silenziosamente scusa, ogni volta che dal frigo o dalla dispensa spuntano cimeli del tempo che fu, con date di scadenza ormai passate da troppo tempo per poter sperare in strade diverse da quelle della spazzatura. 
Tuttavia, non voglio iniziar l'anno né con la dieta né con ricette tristi:mi basta già quello che mi aspetta a partire da lunedì, per togliermi il sorriso per un po', per non parlare dell'imminente inaugurazione del nuovo asse da stiro, che è qui di fianco che scalpita, o dell'elenco di bollette da pagare che qui da noi sono arrivate insieme alla slitta di Babbo Natale, a ricordarci che, anche se il servizio pubblico fa schifo e tu gioco forza, lo schifi, ti tocca pagartelo tutto, a cominciare dal Canone RAI. Quindi, almeno in cucina, lasciatemi divertire.
Nello stesso tempo, trovare soluzioni intelligenti e appetitose con quello che si ha in casa, senza attentare per forza al borsellino, è una sfida che mi intriga moltissimo.E che quindi mi diverte. E così, per un po' (leggasi: finchè dura, ma ormai dovreste conoscermi), sarà facile imbattersi in ricette povere negli ingredienti ma ricche nella sostanza, nella tradizione e soprattutto nell'ingegno: la vera, grande risorsa di noi Italiani, quella che non può essere intaccata da tasse e vessazioni di alcun genere. Tornare a usare quello, al posto del Bancomat, è un augurio tanto irrealizzabile, quanto strampalato: ma cercare una via di mezzo, questo si può, senza mai smettere di sperimentare, di conoscere, di divertirsi.

ZUPPA DI LENTICCHIE E CASTAGNE
da Sale e Pepe

zuppa di lenticchie e castagne

A proposito di ricicli e di dispense: la ricetta di oggi sarebbe dovuta essere un'altra, assai più in tema con l'argomento del post che la contiene: un'antica zuppa monferrina, la versione "povera" della più celebre pasta e fagioli del Centro- Italia. Fatta- fotografata- e persa. Non chiedetemi dove sia finita 'sta benedetta foto, perché non lo so e preferisco rimettermi ai fornelli, piuttosto che perdere gli occhi nell'archivio del mio pc. Così, ho recuperato questa vecchia immagine, che si riferisce ad una delle tante ricette che non sono mai state pubblicate e che, fra tutte, è quella che più fa al caso nostro. Non è più stagione di castagne, ma se volete usare i prodotti sottovuoto, ve la cavate con poca spesa.  Per il resto, è una zuppa robusta, profumata, perfetta anche come piatto unico, in una cena d'inverno. La fonte è Sale e Pepe e se mai trovo anno e numero, lo segno

500 g di lenticchie piccole -
200 g di castagne
100 g di lardo -
8 fette di pane casareccio -
2 foglie alloro -
un ciuffo di maggiorana -
2 spicchi di aglio -
un cucchiaio di concentrato di pomodoro -
qualche rametto di basilico -
4 cucchiai di olio extravergine d'oliva -
sale, pepe  (io ho usato il peperoncino)
1) Scaldate l'olio in una casseruola con l'aglio sbucciato. Tagliate a listarelle il lardo e fatelo dorare nel  condimento, poi unite le lenticchie (che avrete tenuto a bagno o meno, a seconda delle istruzioni sulla confezione),  l'alloro e un litro e mezzo di acqua fredda.
2) Portate a ebollizione, poi abbassate la fiamma e  proseguite la cottura per 30 minuti circa (o per il tempo indicato  sulla confezione). Incidete le castagne sulla loro parte bombata, scottatele per 10 minuti in acqua bollente, scolatele, sbucciatele ancora calde e sminuzzatele  grossolanamente.
3) Trascorso il tempo indicato, unite alle lenticchie le castagne, la maggiorana e il basilico  lavati e tritati, il  pomodoro diluito in mezzo bicchiere di acqua calda, un pizzico  di sale e una macinata di pepe (nel mio caso, un po' di peperoncino fresco)
4) Proseguite la cottura della zuppa a fuoco basso per circa 10 minuti, in modo che  risulti abbastanza densa. Intanto fate tostare le fette di pane e servitele con la zuppa.


Note mie, velocissme , perchè non ci sono grandi difficoltà nell'esecuzione.

Se usate le castagne sottovuoto, seguite le istruzioni sulla confezione: è possibile che debbano cuocere meno. In ogni caso, è consigliabile una cottura separata, così come indicato dalla ricetta.
Idem per le lenticchie: tendenzialmente, compro legumi "a centimetro zero" e quindi li devo tenere a bagno. Ma esistono altri tipi che invece non hanno bisogno di questo preliminare.
Potete anche variare la zuppa, eliminando le castagne e aggiungendo della salsiccia, per esempio; oppure usando lenticchie verdi o anche rosse, che si sposano entrambe bene con il sapore delicato della castagna. Nel caso delle lenticchie rosse, eliminate il peperoncino e speziate con pepe bianco.
Ultimissima annotazione: da Genovese, tendo a far riposare le zuppe per qualche ora, prima di servirle. Le scaldo, allungandole se è il caso con un po' di brodo o anche di acqua, ma se posso non passano mai direttamente dal fornello alla tavola. Trovo che il riposo giovi moltissimo al sapore, gli ingredienti si amalgamano meglio e le erbe usate sprigionano tutto il loro profumo. Giro di olio buono, d'ordinanza. E macinata di pepe, se non usate il peperoncino.
Buona giornata
Ale



17 commenti :

  1. buon anno, carissima : mi "sveglio" solo stamani ( ma sapessi quante me ne sono successe - e non tutte belle - nel frattempo...). Non vorrei sbagliare , e sono in ufficio, quindi non posso verificare subito, ma io un libro del genere - opera assolutamente italiana - l ho acquistato già nell'ottobre scorso. appena a casa verifico il titolo e ti faccio sapere. al momento, posso solo dirti che si tratta di una ri-edizione di un libro scritto nel tempo di guerra (La Seconda GM))con una bella copertina azzurrognola e relativa grafica d antan... (E magari ci hai già fatto su una bella rece e io me la sono persa ... data l 'età). Ciao. Buon inizio.

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  2. hai ragione è davvero un bella idea per un bel libro.... !!Sono tornata..e piano piano riprendo l'attività della blogger :D , una delle prime visite la faccio qa voi.... buon anno a MT ragazze...baci, Flavia

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  3. mi sento di volerti ringraziare della segnalazione. il libro è delizioso e disgraziatamente pure utile nel paese dove è stato scritto!
    un abbraccio

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  4. Le tue parole mi riportano sempre alla mente frasi e racconti che ho ascoltato centinaia di volte e che mannaggia a me, finisco non col dimenticare, ma nel riporre in un cassettino minuscolo della memoria, e me ne dispiace tanto. Tutte noi di questa generazione, siamo figlie di figli/e della guerra. Credo che siano pochi i fortunati genitori che non si siano dovuti arrabattare per sopravvivere alla fine degli anni 40. Quando mia madre mi racconta per l'ennesima volta che ha vissuto a latte e polenta per 15 anni, e che ha assaggiato la prima banana a 20 anni (senza aver mai saputo che esistesse un frutto del genere), la cosa mi provoca più tenerezza che fastidio e se mio padre mi ripete che a 10 anni si faceva 20 km a piedi a tratta per andare a raccogliere nocciole e castagne in montagna, accanto ad un somarello malconcio, provo solo la voglia di abbracciarlo ed ringrazio il cielo di aver protetto quel ragazzino già ometto. Questo libro di cui parli mi sembra un'idea bellissima e credo che farà presto parte della mia collezione (il compleanno è vicino), non tanto per le ricette che contiene, ma perché parla di qualcosa che indirettamente conosciamo bene. Grazie per la condivisione.
    PS - Tu l'asse, io il ferro...Babbo Natale è sempre provvidenziale (sia mai che ci passa la voglia di stirare!). Bacio grande, Pat

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  5. Che meraviglia, le zuppe di lenticchie mi piacciono da morire ma purtroppo l'abbinamento con la castagna mi tocca ammirarlo solo qui, da me nada :-(

    Piuttosto, la zuppa di lenticchie è anche un piatto tipico arabo, certo con alcune differenze...te la mostro presto.
    Sul resto, taccio: immagino parli di più il fatto che tra me e l'Italia ci siano al momento circa tremila chilometri :-)

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  6. Bellissimo, bellissimo post. Bello anche il libro: in ogni casa si dovrebbero conservare le ricette dei piatti con i quali le nostre nonne sfamavano, quando ci riuscivano, le loro famiglie in tempo di guerra. Siamo veramente viziati, sempre piu'incontentabili ed esigenti...io per prima, che spesso mi lamento perche' qui in Olanda non trovo i finocchi o il radicchio rosso...

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  7. Dove si trovano, a Genova, le castagne sotto vuoto? Il passaggio generazionale ha determinato la chiusura di una serie di negozi che erano un punto di riferimento importante ed al momento sono un po' allo sbando....Giulietta

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  8. grande ricetta, mai provate le lenticchie con le castagne! slurp! Grazie anche della segnalazione del libro!
    Un abbraccio
    Paola

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  9. Beh, i ricordi delle nonne affiorano anche nella mia testa... e raccolgo la sfida della ricette "povere" ma ricche in sostanza, intriga anche me! Buon anno cara Ale!

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  10. "LENTEJAS, O LAS TOMAS O LAS DEJAS"!
    Io le adoro, non a caso ho la ricetta, segreta,delle lenticchie "afrodisiache"...

    Sai, il libro di qui parli mi sembra scritto da tutte le nonne da tutti i paesi del mondo, ma nonne nonne s'intende...! Lo voglio, ma il greco non è il mio forte, aspetto al starboocs del mt, ci sarà prima o poi in italiano vero?

    besosssssss (abondanti)!

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  11. Mi é venuta una fame!!!! Lenticchie e castagne sono un abbinamento fantastico. Complimenti.
    Un abbraccio e tanti auguri per un splendido 2012
    Thais

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  12. ma le trovi ancora le castagne? qui non le ho più viste... se le trovo provo anche la zuppa :)

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  13. BUON ANNO 2012 !!! E' sempre un grande piacere leggervi...e a proposito di nonne... mi riconosco bene in tante affermazioni.
    Adoro le lenticchie e pure le castagne. Bella ricetta.
    Ora però mi aspetta una montagna di camicie da stirare... siamo in buona compagnia !!!!
    Un abbraccio.
    Virginia

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  14. Riemergo piano, piano dal letargo delle feste per congratularmi con te dello splendido post e della splendida ricetta. Mi hai fatto venire una gran voglia di acquistare il libro (ma va??? ^_^) e quanto alle castagne... quest'autunno ne avevo acquistate parecchie, tutte paziendemente sbollentate, pelate e congelate, quindi... :-)))

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  15. ed ecco,buon' ultima, la mia segnalazione : Lunella De Seta - LA CUCINA DEL TEMPO DI GUERRA - A.Vallardi editore.Eur 12.50 Si tratta (cito dalla seconda di copertina) " della riproposizione anastatica dell'edizione originale Salani, pubblicata a Firenze nel 1942" (Vuoi vedere che c’è stata una koiné tra le due autrici? ;-)). ciao cara, buon Befana- day. Se ce la farò, ci vedremo domani nel pomeriggio.

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  16. Ciao, ho provato questa ricetta con le lenticchie rosse e un barattolo di castagne pelate che aspettavano di essere utilizzate: che dire, squisita e ha convinto anche gli scetticoni di casa!
    Grazie,
    Cristina

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