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lunedì 16 aprile 2012

A grande richiesta: i favvins- e perchè NON ho parlato di Cracco&Parodi in TV

fuvvins- muffins fave e pecorino

La risposta più semplice sarebbe "perchè non ho visto la trasmissione", ma siamo in tanti a sapere che non è andata proprio così. Perchè non erano ancora apparsi Carlo Cracco e Benedetta Parodi in tv, che già piovevano sms sul mio cellulare e messaggi su FB, che mi sollecitavano tutti a staccarmi dal pc e ad accendere la televisione. Cosa che, però, non ho fatto. 

E neppure ho dato retta ai primi messaggi del giorno dopo, che spaziavano dal "cosa ne pensi" a "quand'è che ne parli sul blog": li leggevo e li accantonavo, fissando ogni volta un tetto massimo oltre il quale avrei ceduto e avrei affrontato l'argomento. "arriviamo a dieci- e poi ne parlo", mi ero ripromessa il primo giorno. "beh, no, facciamo quindici", ho corretto il tiro, il secondo. "A venti, giuro che ci faccio un post" era il fermo proposito del terzo- e al quarto, ho smesso di contare. E ho dato appuntamento a tutti qui, per spiegare in due parole perchè non ho voluto guardare la puntata di Che Tempo che fa che annoverava i due come ospiti e, di conseguenza, neppure ho potuto parlarne il giorno dopo. 
La risposta è ancora più semplice della precedente- e cioè, non mi interessano. O meglio: non mi interessano più. 
Di Carlo Cracco abbiamo parlato, ad abundantiam, lo scorso autunno, ai tempi di Masterchef. Lo abbiamo fatto nel nostro solito modo, ironico e un po' dissacrante e, tanto per cambiare, siamo state prese alla lettera, quasi che l'Ormo chat fosse davvero un gruppo di casalinghe innamorate e non la condivisione di una stessa prospettiva, leggera, ilare e come già detto, dissacrante,- l'unica che abbia reso possibile la visione di un format altrimenti noioso e prevedibile. 
In più- e qui parlo a titolo assolutamente personale- ho scelto da subito di non parlare nè di ristoranti nè di chef, su questo blog. Per il semplice motivo che, con le competenze che ho, mi resta solo un modo per relazionarmi con loro- e questo è quello del cliente. Che tributa tutta la sua ammirazione per i singoli chef nel momento stesso in cui sceglie di spendere metà del suo stipendio nei loro locali, lasciando loro carta bianca, nella scelta del menu e dei vini- e che si aspetta di non uscire deluso. E' questa l'unica relazione che penso di poter stringere con uno chef stellato: i critici gastronomici non abitano qui, ed hanno dalla loro un bagaglio di talento, studi ed esperienze che a me manca. In più, non è da un solo giro che si giudica la giostra: per poter avere scienza della cucina di un locale, bisogna frequentarlo più e più volte, in modo che il giudizio complessivo sia la sana via di mezzo fra la botta di fortuna della giornata buona e quella di sfortuna della giornata storta. Trovo temerario affidarsi all' esito di una sola cena per poter dare consigli o sconsigli: e trovo letteralmente insulso partecipare ad un evento gastronomico, assaggiare un boccone di un piatto firmato- magari d'in piedi, con posate di plastica- e da lì discettare della filosofia culinaria di questo e di quello. E' una delle tante mode di questi anni, un corollario di uno show bizz che talvolta confonde clientelismo con clientela, in cui non mi ritrovo e da cui, coerentemente, prendo le distanze.
Tornando a Cracco, questo teorema vale anche per lui: quello che penso di lui come chef, resta nel novero della mia vita privata e nell'ambito di quei meccanismi nobili e degni che una relazione fra chef e cliente innesca.  Nello specifico della contrapposizione a Benedetta Parodi, penso semplicemente che si sia trattato di una scelta "televisiva". Ci voleva uno chef che rappresentasse una filosofia gastronomica diametralmente opposta a quella della giornalistae, fra tutti, Cracco è attualmente il più "personaggio". Ma se al suo posto ci ofssero stati un Barbieri, un Bottura, uno Scabin (e magari la simpatia di un Corelli), la sostanza non sarebbe cambiata di molto. 

Di Benedetta Parodi, invece, non si è mai parlato. Abbiamo tutti i suoi libri nello Starbooks, ogni tanto guardo il suo programma, la trovo un'intrattenitrice gradevole, garbata, simpatica. Ma siamo su due poli opposti, per quanto riguarda il modo di concepire la cucina. A quanto vedo dal programma e dai suoi libri, per lei cucinare è come stare sulla poltrona del dentista: "fa' che finisca in fretta"- sembra che dicano le sue ricette, piene di scappatoie e scorciatoie.  Per me, per contro, è come stare sul lettino dell'estetista: fa' che duri. Fa' che duri questo tempo per me, per i miei familiari, per le persone a cui voglio bene; fa' che duri questa catena di ricordi, questo privilegio di poter cucinare quello che ti piace, di poterlo condividere, nella vita reale come in quella virtuale, di poter godere del tempo necessario per dedicarmi ad una passione che si esaurisce e si sublima in gesti semplici, ma che hanno il sapore di un rituale irrinunciabile. 
Sia chiaro: ognuno la pensa come vuole- e ci mancherebbe, che non fosse così. Ma il paradosso è che quella che per noi è una passione, per la Parodi è una professione. Ed è qui che ciò che, in altre circostanze, mi sembrerebbe un punto di vista diverso dal mio (ma non per questo meno che sacrosanto), finisce per innescare un po' di rimpianto. 
Perchè Benedetta Parodi ha a disposizione un mezzo potentissimo come la televisione, che si aggiunge alle sue naturali qualità di comunicatrice. Lei potrebbe davvero contribuire ad educare gli Italiani ad una alimentazione più sana e al mantenimento di una tradizione gastronomica che tutto il mondo ci invidia e si sogna. 
Prendete Jamie Oliver: nei suoi primi programmi, proponeva una cucina veloce e basta. E avrebbe potuto benissimo continuare così, a maggior ragione considerando il tipo di pubblico a cui i suoi programmi erano rivolti, quella gente britannica che si nutre di cibo in scatola e di surgelati. Invece, ha cambiato rotta- specialmente dopo aver conosciuto a fondo la cucina mediterranea e quella italiana in particolare. Continua a proporre una cucina veloce, che deve essere, però, anzitutto sana. Preparata in casa, cioè- e cucinata a partire da materie prime buone e il meno trattate possibile. 
Questo mi sarei aspettata che facesse la Parodi. E lo dico da donna che lavora fuori casa e che ha dadi da brodo in dispensa e rotoli di sfoglia del supermercato nel frigo. Ma che sa bene che a fare una pasta frolla ci si mettono sì e no 5 minuti e che ha il freezer pieno di surgelati che si prepara in casa, visto che bastano pochi accorgimenti per aver sempre qualcosa di pronto alla bisogna. E questo, senza essere bionica, ma avendo solo due o tre trucchi che ormai sono entrati sotto pelle e che fanno anche parte di un discorso più generale dell'economia familiare, per cui se vedo le orate in offerta ne  compro un po' di più e se faccio le lasagne al forno le preparo in dosi doppie- e il resto nel congelatore. 
Solo che io sono stata fortunata, perchè ho avuto dei bravi maestri: mia nonna, mia mamma e le tante amiche con cui ogni giorno ci scambiao dritte e consigli. Ma per chi davvero "deve" cucinare- e lo fa senza passione- proporre soluzioni del genere è giocare un po' sporco, a maggior ragione se lo si fa vestendo i panni di chi insegna a cucinare. Perchè è vero che di pollo impanato nelle patatine in busta non è mai morto nessuno (non ancora, almeno): ma il problema dell'obesità infantile è una piaga della società contemporanea e non è certo suggerendo alle madri di risolvere il problema della cena affidandosi a prodotti che traboccano di grassi nascosti che si potrà fare un'educazione alimentare a tutto tondo, dal rispetto per le materie prime a quello del gusto.
Detto da una che sulla "porca figura" ci ha messo su mezzo blog, discettando di massimo risultato col minimo sforzo. Ma il "massimo risultato" pretende ingredienti sani, un minimo di manualità e tanta passione: altrimenti, è aria fritta.

FAVVINS
fuvvins

A grande richiesta, perchè è stagione e perchè sono davvero una grandissima figata. La loro storia è qui e nel corso di questa primavera li ho preparati non so quante volte, sempre con uguale successo. Cestini del pane, finger food per aperitivi in campagna, spuntini solitari davanti alla TV: in qualsiasi occasione li pensiate, sono sempre deliziosi, divertenti, originali. E scusate se è poco
A stasera,
ale

95 commenti :

  1. Che bel post! Condivido tutto ciò che hai scritto, dalla prima all'ultima parola! ;)

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  2. Con la sedia del dentista e quella dell'estetista hai fatto centro nel mio cuore :-D

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  3. Sul lettino dell'estetista tutta la vita!!!!!
    Buona giornata!

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  4. Cara la mia Ale, sacrosante parole! farei un commento lungo un km, ma per essere breve mi limito a qualche considerazione. Nulla da aggiungere su Cracco,concordo con te sulla scelta telivisiva dell'accoppiata ("la strana coppia"). Per quanto riguarda Benedetta, devo dire che mi suscita simpatia ma la sua cucina...mi lascia a volte perplessa, proprio per i trucchetti che a volte a mio parere non sono scorciatoie ma veri e propri errori (e te lo dice una che ha frequentato solo dei corsi base di cucina per il puro piacere di partire da uno zoccolo duro di fondamentali per poi potere "inventare" qualcosa in cucina senza disastri). Ho comprato i primi due libri: il primo l'ho tenuto perché in effetti mi piace nel complesso, ma il secondo l'ho regalato ad una mia amica che aveva una mezza idea di comprarlo. Non posso non ricordare una puntata pomeridiana con Barbara d'Urso i cui ospiti erano la Parodi e in collegamento Oldani...non so come abbia fatto il poveretto a sopportare le valanghe di trucchetti e di surgelati...ma è stato un elegantone. Tuttavia Benedetta ha dei modi squsiti e forse come dici tu non trasmette passione ma a mio modo di vedere è un bell'esempio di mamma e donna che ha trovato la sua pefetta dimensione proprio in questa professione (per noi Passione con la P maiuscola).
    ...e volevo essere breve...
    Un bacione e buona settimana!! Vale

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    1. Ripeto: la Parodi a me non dispiace affatto, come "intrattenitrice" (brutta parola, ma non mi viene in mente altro, in questo momento): è l'antitesi di quella televisione uralta che aborro, la trovo gradevole, sempre misurata, sempre graziosa.
      Specialmente ora che il nuovo programma le dà più spazio e le permette di esprimersi meglio di quanto non facessero i pochi minuti di Cotto e Mangiato.
      Però, a maggior ragione, potrebbe far passare un nessaggio diverso. Il condizionale, mai come in questo caso, è d'obbligo, perchè dopo che hai venduto 2 milioni di copie dei tuoi libri e conduci un programma seguitissimo, chi si ostina a pensare a lei come ad un'occasione perduta ha torto in partenza: ma qui si vive ancora di entusiasmi e di passioni e non si potrebbe pensare altrimenti :-)

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  5. Odio la poltrona del dentista e il lettino dell'estetista in pari misura, ma dalle mie pentole e dai mie fornelli non mi staccherei mai. Prima di venire a vivere in Olanda avevo un negozio in un centro commerciale: 11 ore al giorno 6 giorni e mezzo su 7. In quell'unica mezza giornata di "liberta'" riempivo il freezer con porzioni di cibo homemade per tutta la settimana... e qualche volta sono ricorsa al dado o alla sfoglia del super, senza sensi di colpa...Un abbraccio, a presto.

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  6. bel post.
    lo sai che su jamie mi hai convinto? ;-)
    e vado a leggere subito i favvins perché me li ero persi!!!!

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  7. La metafora dentista/estetista è geniale! Condivido in pieno il pensiero della divulgazione di una cucina veloce ma sana: in fondo gli italiani hanno anche imparato a scrivere con la tv! Buona settimana!

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  8. Siamo sulla stessa linea. Dispiace che chi come BP dispone di un mezzo "per far del bene" si crogioli nel suo personaggio di intrattenitrice usando barattoli e preconfezionati come la salvezza del mondo.Diseducativa. Preferisco allora "La prova del cuoco" dove gli ingredienti sono freschi, si fa anche cultura di ingredienti e tutto quello che arriva in gara è cucinato. Sono forse un po' di parte ma la redazione della PdC fa un gran lavoro. Su CC (Carlo Cracco)invece ...ho fatto due lezioni "a solo" con lui nella sua cucina, e al di là delle acrobazie della sua alta cucina, l'ho visto pulire un filetto di agnello con maestria e leggerezza, disossare un agnello, roba da brigata ma che lui sa fare...insomma quello che Picasso faceva prima di diventare cubista. Inizio a capire il suo disappunto nel vedere che chiunque abbia una pentola, un cucchiaio e un mezzo di comunicazione si erga a "maestro" di cucina.

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    1. Guarda, Maria, sono persino stanca io, che nella vita faccio tutt'altro e non intendo cambiare mestiere per il solo fatto di avere aperto un blog. Quando dicevo, fra le righe, che non esiste addormentarsi da comuni mortali e svegliarsi critici gastronomici o maestri di cucina, per il solo motivo di aver partecipato ad una ressegna gastronomica o avere un po' di lettori, intendevo dire proprio questo. La mia è una passione, che però ho coltivato con serietà: ho seguito corsi da professionisti, ho una biblioteca di oltre mille volumi, e ho il privilegio di potermi concedere qualche stellato, ogni tanto. Ma più studio e più mi rendo conto delll'enorme distanza che c'è fra chi lo fa per pura passione e chi lo fa per professione. Non solo: son trent'anni che lavoro. Seriamente e con impegno. E so benissimo che non è la prestazione singola che viene valutata, ma la globalità del tuo prodotto. Questo è un rischio a cui certe professioni sono più esposte- e gli chef sono fra questi. Se capito in una serata storta, per esempio, che diritto ho di sancire un de profundis su un blog? Certo, da cliente (pagante) ho tutti i diritti di lamentarmi e di non tornare più in un locale dove mi son trovata male. Ma le competenze e le conidzioni per poter fare una cirtica vera, queste mi mancano. E quindi, qui sopra, mi taccio :-)
      Poi parliamo anche della prova del cuoco, uno di questi giorni
      ciao e grazie per essere passata di qui
      ale

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    2. Ciao bellezza!
      passo sempre di qui....e quando vuoi ripeschiamo la prova del cuoco...

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  9. Concordo su tutto soprattutto sul fatto che lei sprechi così il suo "potere" mediatico. Ricetta fantastica. Brava Ale!!

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  10. quando mi sono sentita dire da colleghi che Cracco è uno snob, vi giuro che mi sono dovuta trattenere. Qui non si tratta di essere snob o di essere alla mano, qui si tratta di porre attenzione alla qualità di quello che si mangia. Perchè non bisognerebbe mai dimenticarsi che noi siamo ciò che mangiamo! Condivido in pieno il tuo post! Vi ho appena conosciute... ma mi piacete già da morire!

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    1. ti svelo un retroscena. E' da quando abbiamo aperto il blog, quindi quasi tre anni, che la critica più ricorrente che ci arriva alle orecchie è che siamo "snob" e con la puzza sotto il naso. Noi ci ridiamo su- e anzi, ormai ne abbiamo fatto una specie di biglietto da visita (noi siamo quelle che se la tirano, e tu?) ma ti assicuro che non siamo mai riuscite nè a riconoscerci in questa etichetta nè a capire i motivi che l'hanno suggerita.
      Leggendo i commenti dei tuoi colleghi su Cracco, mi è venuto in mente questa associazione- che, ovviamente, va presa con tutte le altrettanto ovvie distinzioni del caso, sia chiaro. Però, è verissimo quello che dici: e cioè che affrontare discorsi da una prospettiva che non sia giocoforza quella nazional popolare spesso al giorno d'oggi viene subito etichettato come snobismo. quando invece a volte è solo un punto di vista diverso, non per questo meno alla portata di quanto sembri. anzi, applicato al cibo, fare una frolla in casa costa molto di meno che comprarla al super, per non parlare della qualità e della salute. Però, evidentemente, non è questo il messaggio che passa...purtroppo :-(

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    2. ah si, dichiarata quella che se la tira e che è anche snob... purtroppo (o per fortuna). Anche se la gente non capisce che invece io punto alle cose semplici, come le uova delle galline della mia nonna (e giuro che vado anche a raccoglierle nel pollaio eh!). Purtroppo cara Alessandra, la cosa veramente brutta è che c'è ignoranza. Ma non detto come dispregiativo, per carità, ma nel vero senso della parola. La cucina non è solo "fare da mangiare", ma è una vera e propria cultura. La cura e la scelta della materia prima, l'accostamento nelle consistenze come nei colori di ciò che serviamo. Tutto ciò non è conosciuto, ma è denigrato dai più. Tu non hai visto l'intervista, ma hanno parlato anche di funghi porcini: io li raccolgo nei boschi (sono fortunata perchè vivo in campagna) e non li comprerei mai congelati solo perchè sono puliti.
      Il fatto è che a volte sarebbe bello anche dire "Non ne ho voglia, ho altre passioni, non mi interessa" invece di puntare il dito verso chi, di tutte queste cose, si è innamorato e ha deciso di vivere la passione che ha. E di farla vivere alle persone che ama.

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  11. Cucina e fretta sono due cose che non vanno d'accordo.
    Cucinare è passione, e prendere il tempo con mani ed ingredienti. Come suonare un notturno di Chopin con il tempo giusto e non a tempo di boogie.
    Finire prima era il credo di mia mamma, non ha mai amato cucinare e non ne faceva mistero. Ma il suo era un *preparare i pasti* e non un *cucinare*.
    Da qui anche la differenza tra *Libri di cucina* e *Manuali pratici per la sopravvivenza*
    Utili i secondi a chi ha un'esigenza immediata da soddisfare (fame!) Bibbie e libri da leggere fino all'indice i primi per chi ha conosciuto questa passione.
    I grandi cuochi? Non sono alla mia portata, non ho la cultura e la preparazione per giudicare l'operato ne il portafoglio sufficientemente fornito per frequentare i loro ristoranti di abitudine. Posso solo scimmiottarli magari nella mise en place... ma mi fermo lì.
    Ciò non toglie che C.Cracco sia un gran pezzo di manzo...nel senso della Ormochat, ovviamente ;-)
    Buona giornata
    Nora

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    1. concordo su tutto- e mi inchino alla felice similitudine della chiusa. Sei sempre una fuoriclasse, nulla da aggiungere :-)

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  12. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  13. Cara ALe sei unica come sempre, io l'ho visto distrattamente su youtube e non tutto quel video dibattito e li per li ho pensato " Anche se non parla la distrugge con gli sguardi il nostro Cracco.." e non amo la Parodi proprio per tutto ciò che hai scritto... quando la vedo sporadicamente nelle sue puntate non lo faccio per criticarla, ma per capire... vorrei capire che cavolo fa?? Perché è lì a suggerire cose assurde, esempio a pennello il pollo in crosta di patatine piuttosto che tavole agghindate per un party per bambini con oggetti pericolosi... ma allora di che parliamo??? il bello è che lo dice lei stessa e con quel suo mascherare dietro ai sorrisi crede e riesce (non capisco mai come) a sorvolare! Io penso che la frase che hai scritto sia veramente la migliore per capire la sua cucina : "A quanto vedo dal programma e dai suoi libri, per lei cucinare è come stare sulla poltrona del dentista: "fa' che finisca in fretta"- sembra che dicano le sue ricette, piene di scappatoie e scorciatoie. Per me, per contro, è come stare sul lettino dell'estetista: fa' che duri. Fa' che duri questo tempo per me, per i miei familiari, per le persone a cui voglio bene; fa' che duri questa catena di ricordi, questo privilegio di poter cucinare quello che ti piace, di poterlo condividere, nella vita reale come in quella virtuale, di poter godere del tempo necessario per dedicarmi ad una passione che si esaurisce e si sublima in gesti semplici, ma che hanno il sapore di un rituale irrinunciabile. "

    SEi grande! ;)

    Vevi :)

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  14. Quasi tutti i programmi di cucina sono tendenziosi e fanno tutto bene loro: come avrebbe detto mia nonna
    "loro danno il sapore al sale".... troppo pall......si!
    E la Parodi? lasciamo perdere.....
    La cucina è come dipingere: se non hai l'ispirazione molla tutto e vai a fare un giro con il tuo cane, è sicuramente meglio! Grazie Ale, come sempre sei un vulcano!

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    1. la vera sagacia è nei motti delle nonne. Dare sapore al sale è un condensato di saggia immediatezza, da cui avremmo tutti molto da imparare.
      Non sono del tutto d'accordo sull'ispirazione: la maggior parte delle volte, per esempio, la trovo nei libri. Sfoglio, guard, leggo- e poi magari cambio in itinere, ma guai se non avessi loro (anche perchè mi manca il cane, purtroppo!)
      un bacione e grazie

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  15. Mi piace troppo leggerti, qualunque sia l'argomento. Le tue parole sono sempre ottimi spunti di riflessione.
    E i favvins sono geniali!

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    1. grazie! sui favvins concordo: porca figura assicurata!

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  16. I favvins sono ormai un classico della cucina italiana, ricetta e none frutti della pura genialità :-)))
    Ho aspettato la fine del post per ritrovarmi pienamente.
    L'errore secondo me è proprio che la giornalista veste i panni dello chef. La sciamo fare agli chef il loro mestiere e ai giornalisti il loro, ne guadagneremmo tutti e non solo in termini economici coi vari diritti che derivano dai libri e dalle trasmissioni.
    Fabio la fava^^

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    1. ..nonchè Musa ispiratrice di cotante bellezze... quando ce vo'...:-)
      ps. ultimissime del fronte gita, sottotitolo "stavolta so tutte le mete alla perfezione- è la regione in cui si trovano, che non ho ancora capito quale sia"...
      non dormono a Sorrento, ma a Salerno.
      cvd

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  17. Concordo su tutto, sulla cucina come cultura, sul conoscere cosa c'è dietro un piatto e perchè...anche io , volendo, saprei rifilare piattini ipercalorici a cui un figlio non direbbe di no, ma ho scelto un altro percorso e stile alimentare per i miei, a costo di passare per bacchettona...per fortuna il maritino ogni tanto lascia trasgredire!!
    Quanto ai critici o a chi si erge a tale, personalmente me ne infischio e neanche li ascolto o leggo...troppa aria fritta, spesso intorno al nulla!

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    1. Ecco, loredana, aspettavo giusto qualcuno come te, che è mamma e lavoratrice eppure persevera nel compito di una sana educazione alimentare. Sia chiaro: nessuno è talebano, qui sopra, e mia figlia mangia nutella e biscotti comprati, come tanti ragazzi della sua età. Però, il filo conduttore della nostra alimentazione è un altro, anche quando si tratta di pranzare a pane e prosciutto o uova al tegamino, perchè in tre minuti non ti è concesso di preparare altro. Però, siamo sempre meno- e certi messaggi televisivi hanno sdoganato i carrelli del supermercato pieni di 4 salti in padella. Una volta, almeno, ci si sentiva un po' in colpa. Adesso, vieni additato come fuori dal mondo tu, a dispetto dei salti mortali che si fanno, per mantenersi fedeli ad uno stile di vita il meno contaminato possibile (perchè sano è una parola grossa)...

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    2. Ragazze pensate che il mio macellaio ancora si stupische che io sia capace di farcirmi un arrosto arrotolato o che mi faccia da sola lo spinacino ripieno! (... e mi addita ad esempio con tanto d'occhi!) Il tutto avviene davanti alle altre allibite clienti con nel carrello le cotolette già impanate!
      Nora

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    3. Ah ah...4 saltii mortali in padella ! Brava Tata , i macellai si stupiscono comunque se una donna ci sa fare con la carne:) la Parodi....non la conosco perché son andata via dall'Italia prima che diventasse famosa ,una volta mi é capitato di leggere una "sua" ricetta e stavo per svenire dalla rabbia di vedere cotanta cialtroneria , per me é un po la "nigella de noantri" , porno food che fa vendere quintalate di libri (lo so che in tanti adorano Nigella , a me piace pure ma quanto a fare una sua ricetta..tutte quelle che ho visto fino a ora erano da infarto , nel senso cattivo del termine.Grazie Alessandra per questo bellissimo post !

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    4. Grazie a te, Giuseppina, perchè la voce di un addetto ai lavori è sempre importante, specie quando si trattano questi argomenti. Io, però, sono fra quelli che la carne non la sa proprio preparare, ahimè... ma conto di rimediare :-)
      Spezzo una lancia a favore di Nigella, posso? Anzi, due o tre. La prima (che per me è la più impoertante) è che tutti gli Inglesi partono con l'handicap. Loro sono davvero assediati dal cibo spazzatura, oltretutto a prezzi zensibilmente più bassi che quello sano. Per non parlare di un tipo di cultura che avevano, a dire il vero (io sono fra quelli che ne cantano le lodi, visto che ci son cresciuta) ma che hanno perso, dal dopoguerra in poi, in favore di precotti (e stracotti- il cibo pronto nei supermercati è un'altra icona della loro società), surgelati e soprattutto scatolette. Trovare una Nigella che propone un cibo sicuramente grasso, ma comunque cucinato in casa, partendo da ingredienti basici, è quasi come trovare una perla rara. Tant'è che anche grazie a Nigella sono tornate alla ribalta le grandi autrici della letteratura gastronomica inglese- su tutte, Linda Collister, che lei ha sempre riconosciuto come una delle sue ispiratrici- che è una firma di tutto rispetto. In più, i libri di Nigella sono belli. Lei scrive bene, è autoironica, divertente, simpatica. E ci sono decine e decine di ricette facili ma comunque pensate, che solo in rari casi (ma al momento non me ne viene in mente nessuno) utilizzano prodotti industriali. Certo, il colesterolo basso non abita lì- e neppure nei dintorni. Ma il suo è comunque un gran passo avanti- laddove per la Parodi è un passo indietro :-)

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  18. Io vi amo spassionatamente :) Che si sappia!!!

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  19. Cavoli, mi sa che sono l’unica a non aver visto la puntata… oltre a te! Però mi rimane la curiosità di cosa si sono detti…eheheh
    Sai come la penso? Che i migliori chef in tv non si sono mai visti, rimangono in cucina a fare il loro lavoro al meglio.
    La Parodi è una piacevole maestrina che ti detta la ricettina facile e veloce. La maggior parte della gente non ha tempo (né tanta voglia) di cucinare, e la Benedetta lo sa.. non a caso ha avuto un grande successo.
    Ma cucinare è un’altra cosa, come descrivi tu, concordo pienamente. E la piaga dell'obesità infantile è ancora troppo sottovalutata, Jamie è lodevole, dovrebbero fare qualcosa di simile anche qui da noi..
    Baci, Francy
    ps: bellissimi i favvins, li voglio provare!

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  20. Parodi/Cracco mi chiedo solo: ma perchè uno come Cracco va da lei che non sa neanche tenere in mano un mestolo?
    Devo essere sincera: non la sopporto. Perchè è finta! e non sa cucinare.
    Ma la fama è regolata dalla pubblicità e dalla televisione:
    se sei sullo schermo, allora sei bravo! Non è vero....ma solo chi evita la tv e magari sente la radio e legge ha un senso critico... Non scrivo mai, ma vi leggo spesso. Grazie degli spunti e della cultura che trapela anche dai favvins!

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    1. E' vero. E' anche tristissimo, ma è la verità. Proprio ieri, si parlava di un famosissimo pianista genovese che notava come una comparsata televisiva gli abbia dato più fama che decenni di studio matto e disperatissimo e sale da concerto gremite e dischi venduti in tutto il mondo.
      Però, a maggior ragione, chi sta dietro la Tv- in special modo quella del servizio pubblico- dovrebbe essere consapevole di questo enorme potere e indirizzarlo verso messaggi positivi, onesti, chiari. Poco fa, un'amica ricordava che in fondo gli Italiani hanno imparato a scrivere, con la Televesione. Verissimo: ma 60 anni fa, col maestro Manzi. E con quella felice stagione degli sceneggiati televisivi, del teatro di prosa, dei varietà intrisi di cultura (penso solo alle parodie dei romanzi del Quartetto Cetra). Da decenni, invece, la televisione rema contro ogni stimolo culturale- a meno che non si voglia parlare di cultura del sensazionalismo, delle urla e del Grande Fratello...
      Grazie per il commento e per gli apprezzamenti nei nostri confronti
      ale

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  21. condivido, mi associo e stampo la ricetta :O) praticamente una lettrice devota.
    però due cose: la prima è che io mi sono sempre chiesta come facesse Carlo Cracco a "condurre" master chef. cioè ho sempre pensato che uno chef percepisse il cibo in modo talmente intimo, personale e fuori dal comune da non poter coniugare due o tre attività così distanti tra loro.. poi mettici pure che a fine giornata di imprecazioni e frasi che ti fanno sentire una merd.ccia fantozziana non c' ho più voglia e se qualcuno rompe un piatto solo perchè non gli piace quello che hai cucinato io mi spavento pure..
    la seconda è che la Parodi mi è capitato poche volte di vederla in TV ma m' è bastata una sola volta ascoltarla in radio mentre spiegava tra urla di sommo gaudio, stupore e chi più ne ha più ne metta, il procedimento per fare il Philadelphia condito con sale e olio. da mangiare coi crackers. comprati. io ho spento la radio e mi sono messa a cantare. non ho una gran voce ma se canto in inglese e dico strafalcioni non si capisce quello che dico....
    bon, vado a recuperare sti favvins... famo i seri... :O)

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    1. Su cracco e masterchef abbiamo scritto fiumi di inchiostro virtuale, ai tempi dell'ormo chat (gruppo di visione collettiva del programma, via facebook). La mmia risposta, che vale per quello che è (poca cosa), è che il format sulla carta era interessantissimo e poteva essere un buon veicolo per insegnare a cucinare, nel novero di quel discorso più ampio sul cibo come cultura di cui Cracco è uno dei tanti paladini. Io seguo da anni MC della BBC e ti assicuro che da loro è veramente così. Purtroppo, noi ci siamo appiattiti sul format statunitense, fatto di casi umani e spettacolarizzazioni e quindi ne è uscito quello che ne è uscito- a parer mio, l'ennesima occasione perduta. Però, Cracco ci ha guadagnato, in popolarità mediatica e penso che anche questo, alla fin fine, sia importante, per lui.
      sui gastrorgasmi che seguono puntualmente alle ricette più insulse del personagio di turno, passo: è un fenomeno che si verifica anche sui blog, purtroppo. Ogni tanto qualcuno si lamenta, ma poi ci si ricasca.
      Noi, come sempre, siamo state più tranchant, da subito. Non pubblichiamo gli "oh che bello oh che buono", a meno che non arrivino da firme che conosciamo e che apprezziamo. il resto, nel cestino, senza tanti discorsi :-)

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  22. Conosco qualcuno che farebbe carte false per soffiare il posto alla Parodi e fare un pò di sana informazione, magari sul glutenfree. e invece guarda un pò chi ci tocca guardare. che poi non è che ce lo impone il medico, però lei sta li. e fa danni. e noi stiamo qui, a combattere contro i mulini a vento! (citazione dotta!)

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    1. Mandiamocela, dai... facciamo un promo, la cucina gluten free di Stefania Cardamomo... secondo me, la scritturano subito!
      Seriamente: hai stra ragione, anche e soprattutto alla luce delle intolleranze alimentari e delle malattie legate al cibo, come la celiachia. in questo caos, le occasioni sprecate hanno quasi il sapore della beffa, purtroppo :-(

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  23. Quella delle "snob che se la tirano" mi mancava: grazie per l'aggiornamento.....
    Con la Parabola delle due sedie hai toccato l'apice della tua scrittura (dopo Il buio oltre la siepe, n.d.r.)....
    tanti baci
    Maria Chiara

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  24. mi diverto sempre a leggerti anche se non me ne frega un tubo della Parodi, di Cracco un po' di più chiaro, mi interessano moltissimo invece questi favvins, una vera figata, sì sì sì!

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    1. appunto :-)
      in dieci minuti, una proca figura. E pure vagamente sana, oltretutto!

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  25. Condivido, anche se non dovrei dirlo perché non conosco i personaggi in questione (ogni commento è lecito ;-)...). Ma per principio evito il cibo prefatto e propagandarne l'uso mi sa più di pubblicità che di culinaria per quanto furba. Mi piacerebbe, è vero, trovare una sintesi perfetta tra rapidità, salute e cucina, per mangiare e cucinare bene tutti i giorni, ma certo non la cercherei mai e poi mai nei surgelati o surrogati da supermercato.
    Se posso dirlo, è un po' il problema che ho con la cucina vegan che trovo intreressante per altri versi, cioè quando sa valorizzare davvero i vegetali, portandoli in primo piano; ma tra panne di soia, formaggi di tofu e maionese chissà, ci si ritrova nelle manipolazioni sotto altra etichetta, oltretutto con una mancanza di fantasia nello sfruttare ciò che invece si ha.

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    1. puoi dirlo eccome, anche perchè la pensiamo allo stesso modo. E bisognerebbe che qualcuno prima o poi lo dicesse, che "il re è nudo" e anche se si fanno scelte in nome della natura, ppoi in realtà si finnisce sempre con il dover scendere a patti con quello che naturale non è. Pensa che io ho molte remore anche sul biologico, da quando è diventato una moda e quindi fonte di businness. Il problema, come sempre, è quello della cattiva informazione, che trova terreno fertile nell'ignoranza, intesa nell'accezione neutra del termine, come diceva serena più sopra. Ma ormai, ce lo siamo già detto, no?

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  26. ciao, leggo spesso il blog ma non scrivo mai...

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  27. PARODI/CRACCO: ma che ci va a fare uno come Cracco dalla Parodi? Lei sarà pure fotogenica ecc, ma non sa tenere un cucchiaio in mano!Probabilmente pubblicità e TV l'hanno resa famosa e la gente pensa che se sei in TV sei bravo! ...
    grazie per i favvins. Andranno nell'archivio personale

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    1. Grazie a te e se ti fa piacere commentare, sei la benvenuta
      ale

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  28. Come sempre un post pieno di spunti di riflessione.

    A me quel "fai che duri poco" mi ha ricordato altre cose...ma sono una ragazzaccia...
    il problema é che per trovare piacere quando si dura a lungo é necessario prima di tutto una vocazione o un'intesa con il soggetto in questione, nel caso specifico la materia prima di una ricetta.
    Una giornalista che per riciclo si occupa di cucina e che, guarda caso, ha pure successo con le scorciatoie culinarie non cambia certo strada giacché altro non sa..credo.
    Jamie é uno chef, cresce chef, studia da chef ecc ecc parte da un "famolo svelto" strategicamente, per poi portare il suo pubblico a un "famolo con calma che é meglio". E' una strategia di comunicazione.
    La Parodi mica ce l'ha una strategia. Famosi per caso, ovvero un segno dei tempi e un allarme del NY Times (mi sembra fosse il NY times): la cucina italiana sta sparendo...e se perdiamo anche questo si che siamo messi male...
    AH ultima cos, se non si capiva l'ironia dissacrante dell'ormochat, dei post correlati eccecc siamo messi male, caso mai rimandiamo in onda la mitica sigla...chissá si capisca un po' meglio lo spirito.

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    1. siamo messi male, simo: siamo messi malissimo. Perchè qui è tutto un prendersi sul serio, come se i destini del mondo dipendessero da quello che scrivo oggi sul blog e quanti contatti, quanti commenti, quante aziende e quanti link.

      Sul resto, mi trovi d'accordo. Stiamo abdicando a tutto, cultura in primis e tutto quanto il resto poi e la cucina è l'ultima vittima che immoliamo sull'altare del "famose furbi". Portando alle conseguenze estreme il lettino dell'estetista, la cucina della Parodi cos'è, se non l'altra faccia di una società che si nasconde dietro botulini, siliconi e omologaizoni in toto? la pasta frolla comprata ha lo stesso gusto per tutti, esattamente come gli stessi sono i visi delle tante attrici ritoccate, che solo dieci anni fa ti bastava un'occhiata per riconoscerle e ora ti spremi il neurone per capire chi sono. Stiamo rinunciando alla nostra individualità, gettando alle ortiche il nostro patrimonio di cultura: ma costa troppa fatica, aprire un libro, mettersi a leggere, porsi delle domande... mettersi in gioco, insomma. Meglio una bella foto, un bello spot, un sorriso tirato- e passa tutto :-(

      ps sul "fa' che duri poco", sono una ragazzaccia anch'io :-)

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  29. ciao, appassionata di cucina, come tante di voi; il vostro blog è in cima alla mia personale top ten.
    Della Parodi che dire: educata mai volgare ok, ma che ci sta a fare lì? non conosce nemmeno le più semplici basi della cucina. La trovo comunque falsa, la sua non è passione è business (e lo si intuisce chiaramente)! mi appare come una bimba smorfiosetta che gioca con i pentolini dell'ikea!
    Vi adoro per i vostri articoli e le vostre ricette! giò

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    1. è la giornata del coming out, delle lettrici silenziose :-)
      non avete idea del piacere che ci facciano i vostri commenti. Perchè, come dicevo prima, col fatto che da subito abbiamo deciso di non incentivare (eufemismo)i gastrorgasmi, alla fine ci ritroviamo con i classici "pochi ma buoni": che ci fanno felici, ovviamente, ma non ci danno la misura reale del gradimento di quello che scriviamo- o del non gradimento, ovvio. Quindi, grazie per questa giornata del coraggio :-) che ha spinto te e qualche altra a farsi avanti! ci dà la carica giusta, per andare avanti in quello che una volta era un passatempo- e oggi è un lavorone :-)
      ciao e ancora grazie

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  30. Che MT sia un blog "radical chic" (l'ho imparato di recente cosa vuol dire...) è sotto gli occhi di tutti, soprattutto nel saper connotare di spirito intellettuale alcune considerazioni sulla carta 'scorrette' che è poi il motivo di fondo per il quale a dispetto delle dissintonie superficiali troviamo una "corrente di intenti sotterranea" che ci accomuna più di quello che sembra (almeno spero). E' molto acuta la prospettiva ribaltata del "non giudico formalmente" ma non la faccio mia.
    Mi spiego. Preferisco il parere di chi ha la "prospettiva del marciapiede" (purtroppo non è mia ma di un autore che leggo e rileggo spesso...) piuttosto che quella titolata del "critico d'ufficio" che ha studiato per farlo, soprattutto quando condotta con buon senso. Mi piace quando consigli o stronchi un ristorante, piuttosto che un piatto o uno chef, perchè lo fai con onestà intellettuale, la stessa che si palesa con spirito critico quando parli di libri e di autori o anche di una mostra o di un evento. Non c'è differenza di campo, o lo fai sempre o non lo fai mai e la bravura non è nella competenza tecnica (che ritrovo spesso pur senza che tu faccia sfoggio di titoli o altro) quanto nella prospettiva personale di sapere declinare il proprio background (culturale e di vita) dando una visione che merita riflessione.
    Penso che stavolta sbagli...non lo ammetterai ma l'attestato di stima delle righe precedenti è proprio rivolto alla Raravis che condivide la propria opinione...altrimenti ti stai gia mettendo sul piano del "non disturbare qualcuno o qualcosa" che non mi piace. Posso capire come unica eccezione la politica ma per il resto mettiti l'elmetto e dì sempre la tua...mein kommandant! :D ehehehehe

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    1. ti ho risposto più sotto, che qui la concione non ci stava .-)

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  31. Io sono una futura biologa nutrizionista, quindi per me la cucina da "lettino del dentista" mi fa rabbrividire. L'esempio delle patatine per fare una cotoletta? ABORRO! Poveri bambini!!!
    I miei amici dicono spesso "Fai la nutrizionista ma hai la passione per la cucina? E addirittura fai i dolci!". Non riesco a fargli entrare in testa che la cucina, quella vera, e quella buona sta nella scelta degli ingredienti e delle materie prime e che la parola "dieta" non vuol dire "regime alimentare" ma "stile di vita" e con questo si prende in considerazione anche la buona cucina.
    Io quella puntata di Che tempo che fa l'ho vista, distrattamente ma l'ho vista. E ogni tanto guardo la Parodi...ho anche un suo libro che mi è stato regalato. La penso esattamente come te.
    Essendo studentessa poi, anche io ho i miei piccoli accorgimenti: surgelare, conservare, scongelare che ho imparato grazie all'esperienza e grazie alle amiche foodblogger.
    Il bello della buona cucina, è che è in continua evoluzione. Io cresco insieme a lei, e lei cresce con me.

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    1. vedi l'equivoco dov'è? in questa domanda. Quasi che la cucina e la salute debbano per forza fare a pugni. Però, scoprire che ci sono persone giovani e competenti che non si limitano allo studio del laboratorio ma si impegnano anche sul campo, recuperando l'essenza del cucinare bene, è di conforto per tutti. complimenti e in bocca al lupo!

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  32. ti spiego dove sta la differenza. Nelle competenze. Se critico libri o spettacoli o mostre, è perchè ho studiato per quello, ho lavorato per quello e ho pure trovato qualcuno che mi ha pagato, perchè lo facessi. Se ho smesso, è perchè la via del successo è lastricata di marchette- e la mia onestà (etica, ancor prima che intellettuale) mi ha impedito di percorrere quella strada. Ma se trovassi un editore con gli attributi (e un buon ufficio legale alle spalle),ricomincerei da domani, senza nessun problema.

    Sui ristoranti e sugli chef, invece, passo. Consapevolmente e snobisticamente, questa volta sì, perchè i critici dell'ultima ora mi fano sorridere. Perchè le competenze non si acquisiscono dall'oggi al domani e perchè, in certi settori, non bastano. ci vuole una struttura adeguata, tutt'intorno, che ti permetta di provare e riprovare e di vivere a contatto con questi professionisti per gran parte dell'anno. Non ne dispongo, perchè faccio un altro mestiere. E il mio hobby non è la ristorazione, ma la cucina. Che son due cose diverse.

    Sia chiaro: non è che basti dire "faccio il critico gastronomico" per essere assolto da ogni peccato:-). Ci sono guide che non compro più ed altre di cui non saprei fare a meno (la michelin, su tutte). ma in questi casi, il mio giudizio è solo quello del cittadino privato, che valuta in base a senso critico, gusti, portafoglio. Troverei disonesto mettermi qui e dire a tutti di andare a cena da tizio, perchè ci ho mangiato bene o di non andare da Caio, perchè mi son trovata male. Te lo dico in privato, senza problemi: ma qui sopra, ho zero tituli :-)

    in questo senso, io sto coi giornalisti. Sto con gli chef. Sto con i crtici gastronomici. E ci sto per il semplice fatto che li capisco. Li capisco, quando si vedono omologati a food blogger, con l'ingresso in sala stampa. Loro che hanno lauree, master e gavetta alle spalle. Capisco gli chef, che hanno investito una vita intera nella loro profesisone, quando si vedono apostrofati da signore che fino all'altro ieri cercavano di sfondare in altri campi e che li offendono, a suon di surgelati e bimby.
    E' come se domani il mio ufficio venisse improvvisamente condiviso da chiunque si arrogasse il diritto di parlare della mia materia- senza aver studiato, senza avere esperienza, senza aver faticato una vita, per essere dove sono. E "il pubblico" tributasse loro tutto l'affetto di questo mondo, per il semplice motivo che la via più facile è sempre quella più amata.

    e quindi mi taccio, proprio per questa percezione delle differenze, fra passione e professione. Potrà esistere qualcosa che non so fare? :-)

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    1. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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    2. Giustissimo! Io spesso sento persone non competenti che danno giudizi.
      Anche miei "parenti" che giudicano un ristorante in base al piatto che servono, non tanto sulla qualità (gusto, scelta ingredienti...) ma sulla quantità: tanto uguale buono.
      E questo mi fa proprio rabbrividire. Non parlo di piatti da nouvelle cuisine, ma di un semplice piatto, che so...di bucatini all'amatriciana.
      E la cosa che più non sopporto è quando si credono critici gastronomici. Io non mi sono mai permessa nemmeno di crederlo e di pensarlo di me stessa, proprio per gli stessi tuoi motivi.
      So di essere competente nel mio ambito, e mi basta. Non mi accontento dei libri che danno all'Univesità, ma approfondisco su altri e sulle riviste scientifiche online...perché penso sempre di non saperne mai abbastanza, perché voglio essere Brava (sì, con la B maiuscola!) nel mio futuro (si spera) lavoro. Nessuno è un tuttologo. Fortunatamente! Altrimenti che mondo sarebbe!? :P

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    3. Mario, porca miseria, ho eliminato il tuo commento! volevo cliccare su rispondi, grrr...
      lo sintetizzo, e dimmi se ho capito

      in pratica tu mi dici che devo ammettere di essere sul tram sbagliato perchè come hocriticato nero wolfe e montersino, dovrei espormi anche qui. Sintesi molto rapida, ma dimmi se va bene

      Ora rispondo :-)

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    4. ( e stavo di nuovo eliminando il mio commento, ci deve essere qualcosa che non va nel mio pc )

      Stiamo dicendo le stesse cose, ma da due prosepttive diverse. io non critico Montersino come pasticcere: me ne guardo bene, perchè non ho le competenze. critico I LIBRI di montersino, perchè oggettivamente sono pieni di errori ed omissioni. Critico la discrasia che esiste fra il proclama montersiniano dello scrivere libri per tutti- e trovarli pieni zeppi di ingredienti introvabili. Parto dal libro, cioè (dove, ripeto, ho competenze) e non dal gusto, che è fatto tutto soggettivo. Ed è lo stesso discorso che anima lo starbooks. Non mi sentirai mai dire: provate il ristorante di jami oliver, anche se ci sono stata, più volte. Ma mi hai sentito dire: comprate questo libro, perchè funziona. Idem per Nero Wolfe. La televisione la critico, per lo stesso motivo per cui critico i libri. E, se ci fai caso,c'erasempre un libro di mezzo.
      Tornando al post, ho mosso le mie critiche alla Parodi, non le ho mosse a Cracco. Ma per quanto riguarda la prima, ho visto qualche puntata del uso programma, ho letto i suoi libri, ho visto le sue ricette. su Cracco, non ho la stessa preparazione. Ho il suo libro, sono andata una sola volta a cena nel suo ristorante ai tempi in cui era ancora Cracco- Peck. Su che base potrei permettermi di criticarlo, nel bene o nel male? Sul sentito dire? Su quello che leggo altrove? direi proprio di no..

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    5. Mi sta appassionando questo dibattito! Io credo che adesso si stia 'sdoganando' tutto, anche grazie alla rete e che il semplice fatto di saper organizzare un buffet per il proprio compleanno (che comunque non è cosa da poco, eh!) dia il diritto di sentirsi Cracco, Montersino o chi per loro. Insomma, siamo in un Paese in cui Fabio Volo è considerato uno scrittore, non mi stupisce che la Parodi sia considerata una regina dei fornelli (scusate, ma ho una forte idiosincrasia verso Fabio Volo scrittore).
      Il discorso della professionalità lo capisco e lo condivido in pieno!
      Va be', mi sono intromessa nelle vostre considerazioni, levo il disturbo :)

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    6. guai a te!!! sei la benvenuta!
      e hai colto in pieno il mio "sotto le righe", che ho appena spiegato a Mario a voce, perchè evidentemente non ero riuscita ad esprimermi bene.
      La pensiamo allo stesso modo, tranne che su Fabio Volo scrittore: MAI letto un suo libro. E se pensi che sono un'acquirente compulsiva, non è il caso che aggiunga altro :-)
      grazie per il tuo contributo
      ale

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  33. Leggere il tuo post mi ha incuriosita riguardo l'intervista Cracco/Parodi, stile Iene a "Che tempo che fa" e sono andata a vederla su youtube. Ho notato una cosa, probabilmente ovvia, ma che mi ha interessata subito: i commenti dei due canali. Su youtube c'è una specie di osanna della "Risolutrice fast food" e un commento di un non so chi che rimproverava Cracco della sua ricerca di qualità, in nome di un portafogli non proprio provvisto e di tempo libero che ormai non esiste nemmeno più. Qui trovo, per fortuna, un po' di sana critica. Sarà che a casa mia i prodotti confezionati sono entrati sempre difficilmente in casa, a favore dell'hand made; sarà che fin da piccola sono stata sempre abituata a vedere la casa invasa, d'estate, da barattoli e quantità esorbitanti di pomodori; sarà che anche il pane me lo faccio da me (e non sono contenta nemmeno del lievito di birra, ma il lievito madre, purtroppo, ancora non mi riesce e oggi cercavo di carpirne i segreti per cimentarmi di nuovo a farlo); sarà che sono una dietista, specializzanda in nutrizione nonché una fissata, con la F maiuscola, delle liste degli ingredienti di qualsiasi cosa mi capiti sotto mano.. Saranno tutte queste cose, ma non ho mai visto di buon occhio la Parodi, ne' il suo programma, ne' i suoi libri. Trovo la tua metafora davvero molto azzeccata. Trovo che oggi al di là del fattore salutistico, la maggior parte dei bambini non sappiano nemmeno cosa voglia dire avere una mamma che gli prepara amorevolmente un dolce da colazione, tanto sono abituati ad avere la loro merendina confezionata, con tanto di regalino da collezionare. Cucinare lo trovo un mezzo non solo per nutrire il corpo, ma anche la mente, di chi cucina e chi mangia :)

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  34. ..e tra l'altro, sfogliando un libro di chef, mi sono resa conto del grande lavoro di ricerca che cè dietro ogni loro ricetta, dietro ogni sensazionale risultato.. se poi si vuol ridurre il tutto al solo preparare dei pasti..

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    1. E' quello che ho appena scritto ora ad Irene, più sotto e che ho cercato di spiegare a Mario, più sopra. Premesso che fare della partigianeria, in questo caso, non ha senso, perchè i due rappresentano gli estremi di un modo di concepire il cibo, il rischio di parlare di quello che non si sa è trovarsi a dire delle scemenze. Esattamente come i denigratori di Cracco pro Parodi.
      a dirla tutta, non trovo che la cultura tanto propagandata da Cracco possa arrivare alle masse: lui cucina per un'elite (i maligni dicono addirittura per se stesso, visto che la critica che gli viene mossa più di frequente è quella di non essere sintonizzato a sufficienza sui gusti della clientela) e quindi il suo messaggio non passa. Nè può passare, se veicolato da tuorli d'uovo marinati o un tipo di cucina troppo cerebrale per essere di immediata comprensione.
      Però, come ho già detto, lui è uno chef e la sua "mission" è un'altra.
      Per la Parodi il discorso è diverso- e non posso che condividere ogni parola di quello che hai detto, specie sul vero significato dell'atto del cucinare, come atto di amore e di nutrimento a tutto tondo. Che è tutto fuorchè 2preparare dei pasti"
      Grazie per il commento

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  35. volevo dirti che condivido ma non te lo dico.... l'hanno fatto in tanti.
    invece mi viene da dire che sei una degna discepola di socrate e del suo "so di non sapere".
    è così cara ale, hai ragione; più ci si addentra nelle cose, più si diventa consapevoli della propria ignoranza!

    ti abbraccio

    irene

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    1. Irene, stavo sentendomi una completa deficiente, ci credi?
      Sarà colpa di Socrate e di tutta la cultura che a te scorre nelle vene e che intride tutti i pori della mia pelle, ma non riesco a oltrepassare la linea della consapevolezza della mia ignoranza in materia. non solo, più ti addentri e meno sai. Ma ci sono ambiti dove o sei proprio a contatto quotidiano con determinate realtà o è meglio lasciar perdere. Mi sto riferendo alle cucine dei ristoranti stellati o comunque seri, dove tutto quello che ti viene servito è frutto di un percorso di ricerca e di studio e di impegno che però resta di necessità un fatto quasi privato, fra gli addetti del settore. Io non lo sono- e per questo non intendo spendere parole che investano una sfera diversa da quella che mi compete. tutto qui :-)
      grazie dell'abbraccio, mi ci voleva.

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    2. mi inserisco, a posteriori, a ragion veduta :ieri immaginavo lo scatenamento delle Erinni... Confermo tutto quanto è stato detto/ scritto su di te, sulla tua capacità e la tua umiltà intellettuale . Pero', per me ( e credo di avertelo già detto di persona) ci sono i prodromi di un cambio di pelle che si fa sempre piu' prepotentemente urgente.Altro dirti non vo'.... ( e così ci piazzo anch'io la mia citazione, yesssss).( NON NECESSITO DI PUBBLICAZIONE, ma decidi un po' tu...) Ci sentiamo.

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    3. Ale, sai cosa? Ciò che chiami "ricerca studio e impegno che resta di necessità un fatto quasi privato" mi accende tutte le lampadine e fa scattare tutti gli allarmi. Voglio dire, aldilà degli infiniti ricettari e forse di manuali di scuola alberghiera che non conosco - esistono?, ci si è mai cimentati con uno studio anche solo tassonomico di questo tipo di creatività?

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    4. in teoria sì. Esistono le monografie sugli chef e in Italia sono editi dalla Giunti. In pratica, ci ho appena scritto un post, non proprio entusiasta :-)
      comunque sì, esistono: il punto è che mai come in questi casi la pratica è complementare alla teoria. ci vuole l'assaggio. E pure ripetuto, perchè, come dicevo prima, una sola volta non basta. almeno due, meglio tre. Ma non è cosa da poco, perchè richiede un impegno gravoso, dal punto di vista logistico ed anche economico. E' per questo che preferisco lasciare agli addetti ai lavori questo genere di critica :-)

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  36. Fantastico dibattito! Per quanto riguarda Benedetta mi è bastato vedere le quintalate di sale che mette in tutti i suoi piatti per farmi un‘idea sulla sua cucina. Condivido tutte le tue osservazioni.

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    1. se mai dovesse passare di qui mio marito, direbbe che come cucina salato sua moglie non lo fa nessuno :-) speriamo che non legga!!
      Grazie di tutto

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  37. Bravissima approvo pienamente il tuo post, un discorso simile l'avevo fatto a Pasqua con mia madre e mia sorella anche se ammetto non con la tua dialettica, mi destreggio meglio in cucina e la mia passione per i lievitati concorda pienamente la tua associazione con il lettino dell'estetista ........ che poi è tutta questione d'organizzazione anche adesso che il lavoro mi concede pochissimo tempo libero non rinuncio di certo a cucinare per i miei cari, forse ne risente un po' il blog per il poco tempo di fotografare ma non certo il palato dei miei ............ una cosa è certa la carne in scatola i miei l'hanno mangiata solo una volta perchè incuriositi dalla pubblicità!!!!!!

    Grazie e buona serata
    Manu

    Ps: snob non lo siete per niente!!!!!!

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    1. Ci pensavo giusto ieri, quando ho saputo che alcune fra le più attive partecipanti dell'mtchallenge hanno un negozio: mia madre lo ha avuto per anni e nessuno di noi ha mai saltato un pasto. Non solo: cucinava e curava pure la presentazione.
      confermo qui che per me siete di un altro pianeta: anche io lavoro e da gennaio pure senza gli orari flessibili, però associo sempre l'idea del negozio ad una sorta di "prigione con le porte aperte".
      Nello stesso tempo, è innegabile che l'impulso più forte alla mia voglia di cucinare mi sia venuto proprio dalla professione: rientro a casa talmente stressata (solo mentalmente, sia chiaro. fisicamente, sono la donna immobile :-)) che ho bisogno di trovare qualcosa di creativo, che faccia felici gli altri e anche me. I lievitati, hai ragionissima, sono terapeutici, in questo senso!
      Grazie ancora e un bacione: è sempre una gioia, chiacchierare con te

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  38. mitica... sei troppo forte!!! anche a me non piace dare importanza a certi personaggi tv sopratutto se non se lo meritano!! concordo con quello che hai detto e sono sincera altrimwnti semplicemente non avrei commentato, penso però che la parodi purtroppo rispecchi una gran parte di donne che non hanno ne idee ne voglia e tutte le sere si trovano col dilemma "come faccio a tirar fuori una cena buonina, semplicissima e sopratutto che non mi faccia perdere tempo??" questo te lo scrivo per certo perchè son circondata da amiche così e alcune hanno pure il suo libro (io mi sono rifiutata, ce ne sono milioni da comprare.. quello proprio NO) quindi voglio credere che lei in poche parole si adatti a questa "richiesta di mercato".. come dici tu ci vogliono 5 minuti per fare una frolla.. bene.. un'amica mi ha chiesto di insegnarle a farla.. penso ci abbia messo almeno mezz'ora per far solo l'impasto.. e non immagini l'immenso impaccio.. a lei è risulatata una faticata immensa e son convinta che quella pronta del supermercato abiterà nel suo frigo, un'altra mi ha chiamato, non esagero davvero, almeno 8 volte per una panna cotta.. quindi forse non mi stupisco del suo successo.. anche se non condivido!! un bacione

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    1. Sacrosante parole. E' il vero punto critico della questione ossia, che la Parodi ha pubblico.
      difatti, come ribattono alle critiche? con i numeri: ha venduto 2 milioni di copie, i suoi programmi sono seguitissimi.
      tutto vero, per carità.
      Ma siamo sempre lì: è il contenuto, che è andato incontro al pubblico, non viceversa. Il che è perfetto per un'operazione commerciale, disastroso per un'operazione educativa e culturale.
      Che è quello che, come dicevo sopra, hanno fatto gli Inglesi, partendo da sotto zero. Ed è quello a cui, per l'ennesima volta, rinunciamo noi Italiani, decidendo in nome del successo immediato di calpestare valori, tradizioni e quella cultura che, altrove, ci rende famosi ma che noi dimostriamo di disprezzare, ogni giorno che passa.
      un bacione anche a te e grazie!

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  39. Io sono tra quelle che non ha guardato la trasmissione per cui non so ... A dirti la verità do tv ne guardo poca il tempo che ho lo dedico alla casa e alla mia passione la cucina :-) su Cracco non dico nulla ... E sulla Parodi condivido ciò che hai detto, come Jamie potrebbe dare di più ma forse manca un po' la passione ?! Lui lo si vede che ama cucinare e che ci tiene davvero ad una sana cucina che alla fine diciamocelo non ci vogliono chef stellati per farla ma alimenti freschi e possibilmente di stagione. Anche qui in Italia ci vorrebbe una cultura maggiore sul mangiare sano ! Mi piace molto come scrivi e ti faccio i miei complimenti! Ciao

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  40. Oddio, si vede che sono ancora convalescente perché mi sono persa diverse cose, tra cui questa, che a dire il vero non la sento poi una gran perdita, visto che alla prima apparizione di Cracco ad una trasmissione della Parodi vista in replica, mi sembravano televisivi come l'acqua con l'olio...brrrrr, inguardabili. Lei tutta mossettine, lui che sembrava l'iceberg del Titanic, micidiale! Ma il tuo post quanto l'ho adorato, perché dici cose che sento dentro da matti, perché la Parodi sta alla cucina come il Lasonil sta ai lividi, se c'hai un minimo di passione, lei te la fa passare. Detesto il messaggio che lei propina a milioni di italiani con convinzione e cioè che per cucinare ci vuole un attimo, tranne poi tirar fuori dal cappello qualsiasi roba pre-cotta, pre-confezionata, pre-conservata, e via con la fantasia. Come davvero hai detto tu, leviamoci sto dente che poi c'ho da andare a fare shopping. Detesto inoltre il fatto che una persona che sembra appena uscita da una seduta di spinning, mi venga a parlare di cucina perché io voglio vedere che chi cucina davvero, mangia davvero e un po' di sana forma curvilinea non mi dispiace per niente in chi sta di la dal video a spadellare. Detesto che le sue trasmissioni siano "contro educazione" : con il sorriso ha convinto milioni di italiani che il surgelato industriale e' la roba piu buona del mondo, basta saperlo infiocchettare. Senza rendersi conto che c' e' chi si nutre solo di quello perché non gli si insegna a fare altro. Meno male che non li ho visti insieme. Solo sono un po' delusa di Cracco, ma capisco che orami cavalchi l'onda televisiva. Scusa la lungagnata, tu mi sheckeri ben bene ogni volta! Bacione, Pat

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    1. ..io lo pubblicherei in fondo al post, questo commento :-)
      nothing else :-)

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  41. Concordo tutto al 100%.
    ....tranne i dadi nella dispensa e la sfoglia in frigo! :D :D :D

    Bacioni.

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    1. fammi parlare con tua moglie :-)))
      grazie!
      ale

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    2. :)))

      p.s. puoi parlare direttamente con me! Fo' tutti mi, spesa compresa ;)

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  42. STO FACENDO CASINO CON I COMMENTI - E NON SO PERCHè. Rispondo a tutti da casa, ok?
    ciao
    ale

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  43. Siamo o no siamo quello che mangiamo? Io credo di sì e credo che amare le persone per le quali cuciniamo sia anche nutrirle con sapori genuini, cibi freschi e naturali. Peccato davvero che una giovane bella e brava giornalista come la Parodi non elevi il suo seguitissimo programma ad una cucina si veloce, ma migliore per tutti. Hai scritto un bellissimo post come sempre, mi fa molto piacere seguirti. A presto Emanuela.

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