Certe cose, succedono solo da noi. Ovvio che non mi riferisca ai terremoti: quelli sono calamità naturali, endemiche e trasversali a tutta la Terra e a tutti i popoli che la abitano, esattamente come endemica e trasversale è la morsa di dolorosa impotenza che stringe il cuore di tutti, nei giorni delle scosse e in quelli a venire.
E neppure mi riferisco ai tragici fatti di Brindisi: fino a sabato scorso, eravamo abituati a pensare alle scuole come a luoghi sicuri, nicchie che ricevevano una naturale protezione dalla loro stessa principale funzione, quella di formare i nostri figli a diventare persone, alimentando il loro senso etico e civico con la consapevolezza che nasce dalla conoscenza, dal confronto, dal mettersi alla prova, da soli e con gli altri. Mai avremmo pensato che anche il nostro Paese, che pure è stato insanguinato da una storia di stragi di varia matrice, sarebbe potuto arrivare a tanto- e se mai abbiamo avuto un sentimento comune, che ci ha reso di nuovo un unico popolo, è stato quel "mai più" che tutti hanno gridato, con le loro voci e nei loro cuori.
La stranezza a cui mi riferivo prima non riguarda dunque gli episodi dello scorso agghiacciante fine settimana, ma il modo in cui le nostre istituzioni hanno reagito, specialmente all'attentato alla scuola Morvillo Falcone: in mezzo ai fiumi di parole di sdegno che sono state spese dai nostri politici, l'unica azione forte che sia stata presa in segno di lutto è stata la cancellazione della Notte dei Musei, prevista in tutta Italia proprio in quella data.
Non sospendere il campionato.
Non sospendere la finale di Coppa Italia.
Non rivoluzionare i palinsesti televisivi, che se per una sera non ci rimbambiamo il cervello con "chi-ha-tradito-chi" non riceviamo danni permanenti.
No: abbiamo fatto sospendere la Notte dei Musei, trattandosi, si sa, di un'occasione di grande e sguaiato divertimento, ben superiore al tifo delle curve, ritenuto pertanto fuori luogo, in un momento di cordoglio come quello che stavamo vivendo.
Se fossimo in un Paese normale, mi sarei aspettata che l'ordinanza del Governo avesse chiamato a raccolta tutti i Sindaci e tutti gli Assessori alla Cultura di tutti i Comuni italiani e avesse imposto loro di accompagnare i cittadini all'interno dei loro musei, scegliendo di spiegare loro l'opera d'arte più significativa, quella più intrisa di valori etici e civili, riconfermandoli, riattualizzandoli, restituendoli al popolo che ne è l'erede e che deve accogliere questa eredità in modo consapevole e fiero. Questo, avrei voluto che le Istituzioni facessero, e che lo facessero loro, in quanto rappresentanti di uno Stato che su certi valori ha posto le sue fondamenta e che da certi valori deve ricominciare a ricostruirsi e a ritrovarsi.
Ma, si sa, non siamo in un Paese normale. E probabilmente, se fosse partita una simile ordinanza, avremmo avuto ancora l'imbarazzo di dover spiegare ai cittadini com'è che non tutti i Sindaci avevano risposto all'appello, com'è che non tutti gli Assessori sapevano scegliere un quadro e- magari- com'è che qualcuno neanche conosceva l'indirizzo del museo del proprio Comune. Chissà: magari abbiamo fatto la figuraccia minore, evitando di dover trovare giustificazioni plausibili a quello che plausibile non è, agli occhi del resto del mondo. Molto, ma molto meglio, sbarrare le porte dei musei e rifugiarci nel conforto di vecchi slogan: quelli, sono brevi, hanno la rima e magari riesco anche ad infilarci dentro un "po-po-po-po-po-po-po", tanto per prepararmi alla domenica allo stadio.
Intanto, a Brindisi, i ragazzi sono andati a scuola. Hanno voluto riprendere subito, con una forza che commuove, trovando nel loro coraggio l'unico senso possibile a una morte e ad una sofferenza così atroce. La lezione più grande, più intensa, più bella ce la stanno dando loro e se oggi l'equazione giovani-speranza per il futuro non è solo una frase fatta, è soprattutto a loro che lo dobbiamo.
Grazie, ragazzi, grazie davvero.
La ricetta proviene da qui, con opportuni adattamenti: in pratica, è un caffè ristretto, allungato in una piscina di latte condensato e tenuto insieme da gelatina. Potete mangiarvelo direttamente così, come nella prima foto, oppure presentarlo in modo più pretenzioso, con un ciuffo di panna e un chicco di caffè ricoperto di cioccolato, come post dessert, in un dopocena.
Ecco le dosi e le mie note
1 lattina di latte condensato (circa 400 ml)
400 ml di caffè forte
16 g di colla di pesce.
Premessa indispensabile, per quanto riguarda il caffè. Trattandosi di una ricetta made in USA, quello che loro chiamano "caffè" non è evidentemente il nostro. E con il nostro è più buono, perchè il sapore è più mirato ed intenso. Per cui, io ho fatto così
400 ml di latte condensato
4 tazzine di caffè ristretto (circa 200 ml)
12 g di colla di pesce
Per quanto riguarda la colla di pesce, ce ne va tanta, perchè questa è proprio una preparazione che la prevede come ingredientee principale: non a caso, si chiama Jello. Potete anche aggiungerne qualche grammo di più, per stare più tranquilli: personalmente, preferisco aumentare il riposo in frigo, ma siete liberi di fare come credete: non è alta pasticceria, ma solo un goloso divertissement.
ammollate la gelatina in acqua fredda, strizzatela bene e fatela sciogliere nel caffè bollente, fuori dal fuoco. Lasciate intiepidire, mescolando di tanto in tanto per evitare che si rapprenda, e poi aggiungete il latte condensato, a cucchiaiate, avendo cura di aggiungerne altro solo quando quello precedentemente versato si sarà amalgamato al composto. Filtrate tutto con un colino e versate tutto in uno stampo.
E qui, c'è il trucco. Perchè, per quanti stampi abbia usato, rivestendoli con carta da forno, imburrando e ungendo in tutti i modi, io non son mai riuscita ad ottenere risultati soddisfacenti. Almeno fino a quando non sono arrivati gli stampi in monoporzione in silicone, con l'avvertenza della mezz'ora nel freezer prima di sformarli.
vi spiego come faccio.
Verso il composto nelle monoporzioni: la jelly della foto è stata versata in uno stampo da mini muffins, ma potete usare quello che preferite, naturalmente. Dopodichè, lo tratto come un qualsiasi composto con la colla di pesce: lo lascio raffreddare a temperatura ambiente e poi lo trasferisco in frigo, dalle 6 ore in su.
Prima di sformarlo, però, lo passo in freezer per almeno mezz'ora, nel reparto fast freeze. dopodichè. lo sformo direttamente sui piattini da portata, aspetto i 5 minuti necessari perchè torni a temperatura ambiente (sono porzioni piccole, non ci vuole molto), decoro e servo.
Non so come riescano gli altri a preparare monoporzioni perfette, senza questo espediente. Non mi stupirei se fossero più bravi di me :-): ma qui, si sa, si supplisce con l'Ars Arrangiandi, che spesso e volentieri funziona...
Buona giornata
ale
amare ( ma sacrosdante) riflessioni estremamente condivisibili, almeno per quanto mi riguarda. per fortuna, un dolce ed energetico divertissement libera il campo, come un colpo di spugna. E poi, l Ars Arrangiandi.... Grandiosa!
RispondiEliminaMi sono scandalizzata:per la vincita del Napoli si sono sparati perfino i fuochi d'artificio.
RispondiEliminaNon voglio provocare chi è un fedelissimo di questa squadra, però si poteva fare qualcosa per evitare questo clima di tanta festosità,mentre in altre parti della nostra Italia si piangeva e si piange ancora!
Se i ragazzi di oggi si identificano solo (e spero non tutti) nei "ragazzi" di Maria de Filippi e nei suoi tronisti, se il servizio pubblico invece di approfondimenti preferiva mandare in onda repliche della Clerici, se Mediaset sguazza nel sangue della cronaca con la D'Urso "madonnina-sanguinante", se il calcio nostrano oltre il ridicolo minuto di silenzio non va ma resta passerella mediatica per i politici di turno (la Carlucci, Schifani ed avariume vario...), se la consapevolezza media non fa mutare le abitudini nemmeno quelle della "base"...perchè ieri e l'altro ieri nel nostro piccolo mondo del food-blogging si pubblicavano ricette e si scambiavano commenti urlettati come se nulla fosse successo allora lo posso proprio dire, siamo nella merda più completa.
RispondiEliminaSono serio quando dico che ieri guardandomi in giro per il web ho avuto un brivido nel constatare quanto la sensibilità media sia praticamente forma e nulla più.
Ho apprezzato molto invece RadioDue che in un moto di coscienza Domenica ha cancellato tutta la programmazione leggera per far posto a documenti audio sulla mafia ed ancora ieri Lunedì alcune trasmissioni famose come Il Ruggito del Coniglio, mantenevano un profilo più che basso.
Tu parli di musei, ma ti rendi conto che parli ad un branco di deficienti?
Perle ai porci, solo che dei porci non si butta niente :P eheheheheheh
Non amo il caffe in dessert ma per te faccio una eccezione.
PS - Per quelli con i complessi di inferiorità
RispondiEliminaDeficiente, da deficienza, mancanza di qualcosa, lacuna di un requisito che rende inadeguati a certi compiti o a certe relazioni;
:)
io mi chiedo ALessandra, se davvero abbiamo capito il senso della civiltà e il senso della decenza. Quello che invece sono certa di non aver compreso, è la cancellazione della notte ai musei, che forse si sarebbe davvero potuta trasformare in un grande omaggio a questo periodo così brutto della nostra storia. Un'altra occasione mancata (le partite invece sono andate liscissime..si sa. le priorittà)
RispondiEliminaInutile dire che questa ricetta è molto appetitosa, anche se il post lo ricorderò per le tue parole! quando torno a casa, condivido subito!
Sono tornata 15 giorni fa dal Vietnam e ti assicuro che il loro caffé è buonissimo, ha un profumo di cioccolata e un retrogusto che ricorda questa bevanda. Viene preparato con un apposito attrezzino che ricorda tanto la parte inferiore della napoletana e viene appoggiato sul bicchiere in cui lo servono. Solitamente si beve senza zuccherarlo. Questo "dolce" è proprio da americani che non sanno apprezzare un buon caffé ma è molto interessante e godurioso per un dopo cena o per un buffet. Se trovo del buon latte condensato non zuccherato provo a farlo con del caffé cambogiano, altrettanto buono e forte di sapore.
RispondiEliminaBellissima questa ricetta, al posto del solito caffè questo è un validissimo sotituto.Grazie!!
RispondiEliminaDiana
Ho letto le news, e come te non mi capacito.
RispondiEliminaCerto, togliamo i musei e non il calcio: non siamo tanto lontani da quando ci propinavano i combattimenti di gladiatori per farci stare tranquilli, vero?
La ricetta è di quelle che piace a me :-)
come non condividere le tue parole e la stima per quei ragazzi coraggiosi.
RispondiEliminaCambiando argomento, per la sformatura faccio la stessa cosa e, ho scoperto, anche uno chef stellato di cui ho seguito un corso sui dolci, quindi...
e adesso riprendo il mio lavoro da giudice.
Il cittadino comune, l'uomo della strada, i ragazzini di liceo dimostrano molta più dignità e buon senso delle Istituzioni. Per fortuna.
RispondiEliminaI jello sono bellissimi, hanno un color cappuccino che è tutto un programma :) E perfettamente in tinta con tavola e tovaglietta!
guarda non potrei essere piu' d'accordo con te, ma ormai io non mi stupisco piu' di niente, e secondo me ancora non abbiamo toccato il fondo.. stiamo cadendo sempre piu' in basso.
RispondiEliminabellissime le gelatine, ma sono l'unica che adora il caffe' americano??!
Hai ragione, sai? Evidentemente basta un "silenzio" a base di fischi. O far sfoggiare alle varie veline, stelline, ballerine le loro incapacità nel campo della recitazione (perchè no, non basta abbassare gli angoli della bocca).
RispondiEliminaChe poi non sono così cinica; non credo sia utile far fermare partite o programmi, nè penso che a nessuno di quei mondi interessi.
Però un vero "stop" farebbe capire che oh, advvero gli spiace! Davvero fanno qualcosa di simbolico ma tangibile per far capire, che sono vicini.
Ma evidentemente è più forte "il sistema". Evidentemente il mondo dello sport è troppo pieno di gente che urlerebbe e direbbe cose alla leggera, in mezzo alle strade e anche davanti alle telecamere, pur di avere un minuto di (dis)credito. Ed evidentemente per i musei non è lo stesso.........
Il caffè non mi piace ma nei dolci si se non troppo forte...però con il latte condensato non posso non provarlo!!!
Alice
http://operazionefrittomisto.blogspot.it/
"Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere
RispondiEliminadi gente infame, che non sa cos'è il pudore,
si credono potenti e gli va bene quello che fanno;
e tutto gli appartiene.
Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!
Questo paese è devastato dal dolore...
ma non vi danno un po' di dispiacere
quei corpi in terra senza più calore?
Non cambierà, non cambierà
no cambierà, forse cambierà.
Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?
Nel fango affonda lo stivale dei maiali.
Me ne vergogno un poco, e mi fa male
vedere un uomo come un animale.
Non cambierà, non cambierà
si che cambierà, vedrai che cambierà.
Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali
che possa contemplare il cielo e i fiori,
che non si parli più di dittature
se avremo ancora un po' da vivere...
La primavera intanto tarda ad arrivare."
Franco Battiato la cantava nel 1991.
Con amarezza rilevo che a distanza di 21 anni non è cambiato assolutamente niente.
Continuiamo ad aspettare la primavera...
Ah, scusate....la coffee-jello è una goduria...!
RispondiEliminaLa decisione di sospendere la Notte dei Musei, invece che sospendere campionato e coppe o coppette varie, oltre ad inquietarmi, mi spaventa. Vedere sempre e comunque ridurre tutto al vile denaro che PAGA evidente anche la nostra politica.
RispondiEliminaMi spaventa e mi fa pensare a quei regimi passati e presenti dove l'ignoranza del popolo garantiva e garantisce l'impunità di governi dittatoriali.
Parliamo di storia *spicciola*? I giochi circensi in una Roma che garantiva la classe politica tacitando il popolino per evitare sommosse.
Parliamo di storia recente? Pensiamo a certi regimi orientali che tengono il popolo e le donne nell'ignoranza per potere, trincerati dietro *culture* o fedi religiose, fare e disfare senza tema di rivolte.
Serva Italia?! No servi noi che continuiamo a pagare fior di quattrini alle società calcistiche per vedere 22 tizi in mutande che guadagnano in 90 minuti, quanto noi ed i nostri figli in un anno o forse più di onesto lavoro.
Servi noi che ci rifiutiamo di spendere qualche Euro per entrare in un museo con i nostri figli, aprire una tessera di una biblioteca od acquistare un libro che non sia la biografia dell'ultimo tronista o velina in auge.
L'Italia siamo NOI!
Nora
P.S. - Spendo una parola anche per il dessert che avevo già visto in un anteprima fotografico. Da amante del caffè lo voglio provare, grazie per la ricetta.
Tutto ciò che serve per anestetizzare i cervelli non può essere sospeso, è ciò che potrebbe far funzionare quei due neuroni che deve essere bloccato, la cultura non è il calcio, non fa quei numeri...non mi stupisce , ma mi rincresce che si facciano scelte di questo tipo.
RispondiEliminaMi hai appena suggerito come sformare delle minibavaresi...il passaggio in freezer per mezz'ora è una grande idea, GRAZIE!!
ciao loredana
Ma è ovvio.. i musei sono cultura; svago intelligente mica business come può esserlo il calcio o le trasmissioni TV!
RispondiEliminaMa vuoi mettere?!
Puah.. non ho parole, ovviamente non verso di te ma verso le istituzioni che hanno un solo comune denominatore: il denaro e quindi il potere che ne scaturisce.
Un abbraccio, Debora
Anch' io penso, tristemente, che l‘Italia siamo noi e mi vergogno.
RispondiEliminaCiao mari
Concordo in pieno con te...senza parole!!
RispondiEliminaQuesto dolce è molto invitante,compro il latte condensato e lo provo.
Ti farò sapere.
ciao
Hai ragione su tutta la linea.
RispondiEliminaIn particolare quando insisti sul fatto che i ragazzi sono il nostro futuro.
Chi lavora a stretto contatto con loro, quotidianamente, sa che è così, perchè non tutti hanno in mente solo la play station e Maria De Filippi ma si indignano, si arrabbiano, si chiedono perchè e durante il minuto di silenzio che lunedì mattina è stato osservato in tutte le scuole, hanno chinato la testa, hanno chiuso gli occhi ed hanno pensato.
Qualcuno si è commosso.
Li guardavo raccolti ed il nodo in gola è venuto anche a me.
La mia generazione non ha imparato un granchè dalla storia. Confido nella loro.
Non ci dovrebbe essere bisogno di un'ordinanza governativa per fare un gesto dovuto.
RispondiEliminaSolo i bambini hanno bisogno di un'autorita' esterna che gli indichi quale sia la cosa giusta da fare.
Un popolo maturo e', per definizione, un popolo fatto di individui liberi e in grado di gestire la propria liberta'.
Ma quando guardo all'Europa in generale vedo che per la stragrande maggioranza la liberta' cosi intesa non e' un valore che valga la pena.
Ed e' una visione del mondo che trovo davvero difficile da comprendere.
Purtroppo Nora ha ragione, è tutta una questione di soldi. Ma comunque sono contenta che io, nel mio piccolo, sono libera di insegnare ai miei figli (3 e 6 anni) che non funziona sempre così. Sì, per fare ciò ci vuole più energia e anche tanta più fantasia, ma è esattamente quella che intendo regalare loro, perchè un domani, se mai diventassero politici o assessori (orrore!), decidano di tenere aperti i musei e sospendere le partite di calcio (tié!).
RispondiEliminaHai reso questa Jello meglio molto meglio dell'originale, lasciamelo dire (per non parlare della Jell-O)! grazie anche per la dritta del silicone in freezer! baci, Francy
dura lex sed lex cara ale.
RispondiEliminaquella del profitto!
perchè ti stupisci?
Che posso dirti.
RispondiEliminaFa male. Fa tanto male, e non parlo del terremoto ovviamente (anche se anche quello fa male, ma é "evento di Dio").
Fa tanto male essere italiana, essere rispetatta come tale in un paese straniero e vedere gli sguardi criticamente interrogativi anche di chi é abituato a ben altre crisi e tragedie di Stato.
Perché siamo sempre un po´ambasciatori all'estero di quel passato visto glorioso, di quella creativitá che trovi sempre dalla moda al cinema, di quella sapienza artigiana che tutti continuano a cercare, del pensiero libero nonostante tutto. E che dire ? Che fare? Che rispondere ?
Ieri ho pubblicato il mio post con molti dubbi se farlo o no.
L'ho fatto perché fermarsi era come un po' arrendersi, ma in questi tempi mediatici forse é meglio il silenzio urlato.
Gambetto accusa i media, ma noi, tutti noi possiamo scegliere e la scelta verso il basso, verso la pancia trivale che fa la maggioranza che mi inquieta.
Oggi dicevo a mia figlia: spegni la televisione, lei ti vuole consumista, frivola, e poco pensante e per vivere devi essere pensante, critica, selettiva e devi saper scegliere se e cosa consumare.
Non abbiamo toccato il fondo .. ma manca molto poco e la risalita non sarà così semplice ...
RispondiEliminaAndare ai musei è troppo impegnativo ... una persona ti potrebbe rispondere che invece guardare una partita serve per staccare un pò la spina, per non pensare ...
Peccato che in molti non sappiano nemmeno cosa voglia dire "pensare" ... è meglio parlare di cosa fa e con chi è Belen, di chi sposa questo e quello, di chi va in serie A e di chi va in B, di quel marchio di vestiti piuttosto che un altro ... povera marcia Italia ...
Amo il latte condensato e mi piace il caffè ... che dire ... sono uno spettacolo!!!
Un bacione
Monique
Ormai sono senza parole...
RispondiEliminaGrazie per avere espresso tanto bene un pensiero che condivido con tutta me stessa... e pensa io nemmeno mi fermerei quì, solo non credo esista tanto spazio nel web quanto ne contiene la mia indignazione.
RispondiEliminaIn un momento come questo, in cui lo stato si approfitta dei cittadini e la mafia si approfitta della debolezza e della corruzione dello stato, ci vorrebbero più persone come quelle di cui oggi si commemora la morte. Persone con un'etica talmente pura da mettere la vera libertà, non quella in cui ci fanno credere di viviere, perfino davanti alla propria vita.
RispondiEliminaBasta legare le mani a questi finti pool antimafia con mazzette e favori.
E basta permettere al primo pazzao che capita di colpire innocenti.
Per quanto riguarda il dolce,ottimo, giro il link ad un mio amico che cercava proprio un dolce freddo! :-)
Ciaoooooo!!!