OverBlog

mercoledì 25 luglio 2012

Operazione svuota blog: pane greco alle olive

560273_4124303276484_991331821_n

La ricetta che vedete nella foto proviene dal libro di Vefa Alexiadou sulla ucina Greca. Che però è dalla Dani. Che però è a Bormio. 
Anche la foto proviene dal mio profilo di Facebook, visto che gli originali si sono perduti chissà dove, nell'ultima delle disinfestazioni dell'hard disk che sono stati il sottofondo più adeguato a questi ultimi mesi di "se può andar male, lo farà".


Quello che è tutto mio, invece, è la disorganizzazione: che resta imperterrita, dopo oltre tre anni di blog, a ricodarmi come sarebbe tutto più facile se per ogni ricetta preparata, ogni foto scattata, archiviassi tutto nel blog e non chissà dove, nin un pc esposto a ogni tipo di virus e in una memoria che è solo un ricordo. 
Epperò, in mancanza di cavalli trottano gli asini, dicono qui a Genova. E in mancanza del libro di Vefa, ne recuperiamo un altro, in cui questo pane è descritto con la stessa dovizia di particolari (anzi, volendo con qualcosa in più) e sulla cui affidabilità metto la mano sul fuoco, dato che lo uso spesso. A differenza del pane che vedete nella foto, questo prevede anche due torciglioni di pasta che avvolgono la pagnotta vera e propria, in una delle forme tipiche dei pani di queste zone, che ricordano un po' anche quelle balcaniche: vi spiego tutto nel procedimento e nelle note mie. Non mi soffermo sulla bontà della ricetta, perchè credo che non sia il caso di spendere parole, quando sono superflue: e neppure insisterò, dicendovi che a Creta ne fanno una versione fritta da strapparsi i capelli. E neppure vi tedierò ulteriormente, inducendovi a pensare a cosa può diventare la classica insalata greca (quella con cetrioli, pomodori, cipolle, feta e olive) se accompagnata da una fetta di questo pane. Mi limito a lasciarvi la ricetta- e poi fate voi...


PANE GRECO ALLE OLIVE
da Ingram, C., Shapter, G., Il Pane fatto in casa

per due pagnotte
675 g di farina*
più altra per spolverare
2 cucchiaini di sale
25 g di lievito fresco **
350 ml di acqua tiepida
5 cucchiai di olio d'oliva***
175 g di olive nere snocciolate e tritate grossolanamente ****
1 cipolla rossa, tritata finemente
2 cucchiai di coriandolo o menta tritati

Procedimento

1. ungete leggermente due fogli di carta da forno e poneteli su due vassoi; setacciate insieme la farina e il sale in una terrina grande e fate un buco al centro
2. in un bricco sciogliete il lievito con metà dell'acqua; aggiungetelo al centro della farina con l'acqua rimasta e olio d'oliva; mescolate fino a fare un impasto morbido
3. rovesciate l'impasto su una superficie leggermente infarinata e impastate per 8-10 minuti, finchè non è liscio. Posizionate in una terrina leggermente oliata, coprite con della pellicola leggermente oliata e lasciate lievitare in luogo caldo, per un'ora o finchè non è raddoppiato di dimensione.
4. rovesciatelo su una superficie leggermente infarinata e giratelo. Tagliate via un quarto dell'impasto, copritelo con pellicola trasparente e mettetelo da parte
5. Stendete l'impasto grande rimanente sulla spianatoia fino a formare un cerchio, disponete sulla superficie le olive, le cipolle e le erbe aromatiche, poi afferrate i lati del cerchio ed attaccateli l'uno con l'altro. tagliate l'impasto a metà e date a ciascuna una forma ovale, di circa 20 cm di lunghezza. Ponete ogni forma su un vassoio.
6. prendete l'impasto messo da parte, dividetelo in 4 e arrotolatelo in modo da formare altrettante lunghe strische della lunghezza di circa un metro. Poi intrecciatele, (facendo una specie di torchon, senza tagliarle), tagliatele in 4 pezzi e disponeteli sulle pagnotte, due per ognuna, in modo da sormontare i due lati alle estremità. Immaginatevi una pagnotta oblunga, un po' simile ad un cake, ma lasciata sulla spianatoia, quindi più gonfia al centro e meno alle estremità: queste decorazioni di pasta vanno disposte simmetricamente a circa tre dita di distanza dal centro, verso le due etremità del pane, una a destra e l'altra a sinistra. 
7. lasciate lievitare in luogo caldo per circa 45 minuti o fino al raddoppio
8. scaldate il forno a 220 gradi
9. spolverate le pagnotte di farina e cuocetele per 35-40 minuti o finchè non sono dorate in superficie e suonano vuote se toccate alla base. 

Note mie
Parto dal procedimento, visto che ho fatto tutto diverso
1. intanto, ho preparato il lievitino, facendo sciogliere il lievito di birra in poca acqua tiepida, con due cucchiai di farina e un cucchiaino di zucchero. Ho messo da parte e ho lasciato lì, fin quando l'impasto non è cresciuto
2. ho usato l'impastatrice, nella quale ho versato subito tutta la farina, il lievitino e quasi tutta l'acqua. Ho messo la frusta k (ho il kenwood), ho impastato fino a quando si sono amalgamati tutti gli ingredienti, e poi ho aggiunto il sale, i restanti liquidi (la parte dell'acqua che non avevo messo e l'olio), a poco a poco, senza mai smettere di impastare. Quando i liquidi sono stati assorbiti dall'impasto, ho cambiato frusta, sono passata al gancio, ho azionato a velocità 1 e ho lasciato incordare. L'impasto è morbido, elastico e si lavora bene sulla spianatoia.
3. nella versione di Vefa non ci sono le cipolle, ma ci stanno divinamente. 
4. ho preparato due pagnotte, come quelle che vedete nella foto, senza aggiunte supplementari, non descritte dal libro. 
5. ho cotto a 220 gradi, modalità statica, per 40 minuti: nel forno, nella griglia sotto quella dove cuoceva il pane, ho sistemato una teglia piena per tre quarti di acqua tiepida, che ha mantenuto una buona umidità in cottura

per quanto concerne gli ingredienti
* farina: metà manitoba, metà 00 ( o 0, come volete)
** 10 g di lievito fresco bastano, specie con questo caldo. Semmai, aumentate un po' i tempi di lievitazione
*** usate l'extravergine
**** le olive greche (le kalamata) sono perfette. Al di là della fedeltà territoriale alla ricetta, si snocciolano che è un piacere. 
Buona giornata
ale

22 commenti :

  1. Ciao Alessandra,
    adoro il pane e amo le olive, questo quindi è il mio pane preferito :)
    Bellissimo!

    Valentina

    RispondiElimina
    Risposte
    1. quando si dice che il ragionamento non fa una grinza :-)
      è davvero un ottimo pane: se ti capita provalo. ciao

      Elimina
  2. Ciao! perfetto e decisamente profumato questo pane! molto aprticolare come viene "costruito", ma il sapore e la consistenza sono tutte da provare!
    con questi caldi non ci cimentiamo neppure, ma appena cambia il tempo..ci proviamo eccome!
    baci baci

    RispondiElimina
    Risposte
    1. infatti, lo scrivevo giusto pohi secondi fa: il problema è il forno... passato il caldo afoso di questi giorni, si può provare!

      Elimina
  3. Tra le cose che mi piacciono di più i panificati sono tra i primi posti:) io amo farli, vederlo crescere !!! Questo pane devo farlo mi hai messo una curiosità pazzesca:)
    Baci

    RispondiElimina
    Risposte
    1. uh, siamo in due. non son per niente brava, ma fare il pane mi piace da matti: tornassi indietro, aprirei un blog solo sui lieviti, pensa te... questo è un pane estivo, molto fresco, saporitissimo. La stagione giusta è questa- un po' meno per accendere il forno, ma vabbè :-)

      Elimina
  4. Stupendo il modo in cui hai presentato la ricetta. Anche se la foto non è quella giusta è bella uguale e la ricetta merita davvero. Complimenti!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. la foto è quella giusta. E' la ricetta che non lo è :-) ops.. mi sto incasinando, mi sa...:-)))
      Grazie, sei gentilissima

      Elimina
  5. Bellissima ricetta questo pane greco! per le cipolle con me sfondi una porta aperta, le adoro!! assieme alle olive poi..
    Però, come sempre, è il modo in cui scrivi e proponi le ricette che fa vernire veramente voglia provarle! baci
    Francy

    RispondiElimina
    Risposte
    1. anche perchè se aspetti la ricetta giusta, ultimamente, attendi invano!!! arghhh.... finirà, 'sto periodaccio???
      Grazie Francy, sei un tesoro

      Elimina
  6. il pane lo si prova. a tempo debito. per quanto riguarda il metodo, io dopo un anno e mezzo di blogging mi comporto così: preparo la ricetta, la fotografo, scrivo un testo alla meno peggio e metto la ricetta in bozza al blog. poi, quando decido di postare perfeziono il testo sperando che nel frattempo mi sia venuta un'ispirazione per scrivere un testo decente, cosa che avviene raramente. vedessi cosa ho nelle bozze............ sperando ovviamente che non vada in tilt il blogger.
    in ogni caso, da greca, ti ringrazio dello spazio che ultimamente dedichi alla ns. cucina. di questi tempi è consolante quanto meno.

    irene

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi marito sostiene che dovrei lavorare in word e poi passare via via tutto in blogger. e non ha torto, affatto. Il punto è che neanche riesco a rileggere quello che scrivo, figuriamoci a fare la brutta!
      Però, come sempre: finché il rischio ci si limita a correrlo, va tutto bene. Il problema è quando si finisce mani e piedi nel pantano :-) "che foto è? e la ricetta? e da dove l'avevo presa? e che modifiche ho fatto? etc etc
      pensavo di dedicarmi tutta l'estate a Vefa, ma per ora non ho avuto il tempo di fare pressocchè nulla: se svuoto il blog non è solo per l'ansia delle pulizie prima delle vacanze, ma proprio perchè non ho voglia di "fare la food blogger": cucino, ma non fotografo.
      Però, anelo alla pausa di agosto e ai benefici dello stacco delle vacanze: e di sicuro, tornerò sull'argomento, visto che, oltretutto, mia figlia lo gradisce sopra ogni cosa.
      Il mio pensiero è sempre per voi, davvero

      Elimina
  7. non ci credo! somiglia moltissimo al pane che ho sfornato oggi, io ho usato il lievito madre e ho omesso le cipolle, e ho anche mangiato una quasi (mancavano solo le cipolle ma per praticità) insalata greca a pranzo! devo avere paura? mi leggi nella mente? :-D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. assolutamente sì. DEVO carpire i tuoi segreti :-)) almeno un'unghia della tua bravura, me la potrò permettere?? :-))

      Elimina
  8. Vefa's Kitchen è una bibbia stupenda!
    Mi meraviglia il fatto che ovunque se ne parli solo adesso, e non mi riferisco ai blog italiani (immagino che in italiano sia stato tradotto da poco) ma ai blog stranieri in generale.
    Sul pane con le olive non mi esprimo: lo adoro!!!!!

    PS: e comunque sto ancora ridendo per la gita, sappilo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. vedi, la cucina greca ha vissuto per lunghi anni di stereotipi che non andavano otre il mousakas, il tzatziki e il souvlaki. quello proponeva la grecia e e sia chiaro che sua è la responsabilità. in questo contesto qualsiasi libro di cucina viene visto come folklor. tranne che per alcuni che sono in grado di discernere e la ale è una di queste persone e tanto di cappello.
      per fortuna ultissimamente qualcosa sta cambiando ma è un percorso lunghissimo e irto di difficoltà, complice anche la crisi economica che colpisce duramente il paese.
      scusa se mi sono inserita e mi scusi anche la ale che non lo dico per dirlo ma lo intendo: grazie

      irene

      Elimina
    2. la ale ringrazia, felice, altro che scuse: e concorda, limitatamente al poco che ne sa. Il mio impatto con la cucina greca era avvenuto in gita scolastica ed era statto ovviamente il peggiore: esattamente come lo sarebbe per uno stranieo in gita scolastica sulla riviera romagnola, a mangiare spaghetti scotti in alberghi freddi, perchè questo offre la bassa stagione. E ai miei tempi, le fmose gite erano davvero molto spartane.
      Morale, ero tornata a casa dicendo "che schifo" e aggiungendo anche che i Greci mangiavano solo formaggi acidi e -orrore degli orrori- polpette cotte nelle foglie di fico. Ricordo che mia madre aveva provato a spiegarmi che la feta è tutto fuorchè un formaggio rancido e le foglie di fico erano di vite e racchiudevano un tesoro di bontà: ormai era un pollice verso e niente mi avrebbe fatto cambiare idea.
      Quasi trent'anni dopo, sono tornata ad Atene, con giulio e carola. Trent'anni non passano invano e dalla mia avevo una migliore conoscenza della cucina di questo Paese e un miglior palato. e soprattutto un marito ben deciso a trarre il massimo da ogni esperienza gastronomica, specie se all'estero. Abbiamo provato di tutto, dal ristorante di pesce per turisti alla bettola per indigeni- e per me è stata una scoperta, di quelle tutte maiuscole. Era gennaio, non c'erano turisti, in qualsiasi posto siamo andati siamo sempre stati trattati benissimo. Ricordo un loukum offertoci in una chiesa ortodossa dalla signora che si occupava delle pulizie e che per me è stato come uno spartiacque: prima di lui, solo mallocchetti mollicci, che si attaccavano ai denti. Ricordo la pita calda che raccoglieva l'umore del suvlaki, la teoria di antipastini su ogni tavolo, gli stufati di agnello, le mani appiccicose di baklavà, rimaste tali fino al check in del ritorno a casa. E ricordo mia figlia, che fino ad allora mangiava poco e niente, completamente esaltata da quella cucina. Da allora, Carola mangia agnello, adora le spezie e se ho smesso di preparare la pita in casa, è perchè se le fa fuori tutte,a tempo di record.
      Eppure, quando sento magnificare la cucina greca dagli Italiani, storco sempre il naso- e faccio domande. E spesso e volentieri vengono fuori solo stereotipi e slogan per turisti, con serate sul mare a sbronzarsi di ouzo e di retsina, l'insalata greca a pranzo, il tzatziki scofanato in grandi quantità e per giunta associato a grandi performance amorose, la qual cosa mi pone spesso nella posizione di chi qualche domanda se la pone.
      E la vena di dispiaciuta malinconia che percepisco nel messaggio di Irene è un po' anche mia...

      Elimina
    3. MUSCARIA: come già scritto a tempo debito, "se ridi, c'è pronta la punizione divina" Ero pure in condizione di poter fare minacce con cognizione di causa :-))))
      il bar della menopausa aspetta a'tte, sappilo...

      Elimina
  9. Ciao Ale carissima, mentre aspetto il commento al gelato n.2 mi segno l'indirizzo e prometto che proverò senz'altro, ma noi due, magari dopo le vacanze, fra una corsa e l'altra, ci incontreremo mai? Un bacio e grazie come sempre

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ma quando vuoi, Carla! io abito in albaro, ma lavoro in centro e sono comodissima a vederci dove vuoi. Non osavo proportelo , ma non sai quanto piacere mi farebbe, davvero!

      Elimina
  10. Eccomi di nuovo, per ringraziarti di nuovo, per dirti che non posso davvero credere che non puoi più toccare una pesca e che mi hai strappato un sorriso in questa buia serata con l'allergia al baobab e alle piante carnivore, e che sì ci incontreremo appena torno dalle vacanze, sempre che riesca a partire perché qui sta andando tutto a rotoli... ti abbraccio cara Ale e a presto, un bacio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. contraccambio bacie abbacci- e ti lascio pure l'indirizzo e mail, per metterci d'accordo per l'evento :-)
      alessandra.gennaro@gmail.com
      buona notte
      ale

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...