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mercoledì 12 settembre 2012

lo Starbooks di Settembre: Rachel Khoo, The Little Paris Kitchen

Collage

Avete presente Julia Child e il suo approccio alla cucina francese? Così smaccatamente didattico, così meravigliosamente dettagliato, così squisitamente colto? E l'amore per la cucina che trasudava da ogni riga dei suoi libri e che alimentava ogni giorno il desiderio di condividere le sue conoscenze e di trasmettere il suo sapere, in barba a strategie editoriali e ai dettami di una televisione che se ancora non richiedeva la taglia 38 come unica competenza poco ci mancava?
Ecco: dimenticatevi tutto.
Perché é solo facendo tabula rasa di questo retroterra che si potrà dare qualche chances a The Little Kitchen in Paris, l'ultimo libro di Rachel Khoo con cui oggi riapriamo ufficialmente lo Starbooks
Parliamoci chiaro: la Child è un fenomeno tutto statunitense. Noi Italiani l'abbiamo scoperta in modo tardivo e superficiale e le tanto sbandierate conoscenze delle sue ricette, a ben guardare, si limitano ad una sorta di staffetta gastronomica, per la serie "prendi la bourguignonne che poi arriva la brioche"- e niente di più. Ma, onestamente,  ci saremmo stupiti del contrario: un popolo che piazza i libri di Benedetta Parodi nelle classifiche dei best sellers di tutti i tempi non può che essere irretito dalle ricette di Mrs Child, che sono la trascrizione fedele di un intento chiaro (ti insegno a cucinare) perseguito con piglio onesto e coerente, con le materie prime che escono dal frigo di casa e non già confezionate, dai banchi del supermercato.
Prova ne è che, a fronte di un pullulare di titoli stranieri, nessun editore italiano abbia ancora acquisito i diritti per pubblicare la traduzione di Mastering  the Art of French Cooking: al di là delle trancianti spiegazioni ufficiali, modulate tutte sulla partitura del "costa troppo", il sospetto è uno solo- e cioè, che non avrebbe un sufficiente mercato. 
Cosa che invece non si può dire di The Little Kitchen in Paris che, invece, si presenta con tutte le carte in regola per piacere ai lettori italiani: un confortante gusto di de ja vu (la grafica scimmiotta i libri di Jamie Oliver, lei è un' Amelie dagli occhi a mandorla), un tema così collaudato da sfiorare quasi l'obsoleto e - soprattutto- il manifesto approccio minimalista e lezioso che, almeno negli intenti dell'autrice, dovrebbe rendere accessibile a tutti anche una cucina concettualmente complessa come quella francese. Una roba stile "fa figo e non impegna", insomma, laddove per "figo" si intendono tutti gli imperdibili requisiti del gusto contemporaneo in materia di cibo: carta spessa e non più patinata, disegnini da asilo infantile, abiti e trucco all'insegna del vintage, la piccola cucina solo per due e, ovviamente, Parigi e il diploma a Le Cordon Bleu, a ricordare che, comunque, va bene il minimal, va bene l'appello democratico della  cuisine francais per tutti, va bene l'abitino della nonna- ma io sono la ex qualchecosa che si è potuta permettere anni sabbatici nel posto più chic del mondo e nella scuola di cucina più prestigiosa del mondo e tu non sei che uno dei miei milioni di lettori che foraggiano tutto questo e anche qualcosa di più, visto che ormai la mitica little kitchen è stata sostituita da un mega attico con vista e rubinetti d'oro d'ordinanza. 

A scanso di equivoci: andrebbe tutto bene. Ciascuno è libero di impostare un proprio libro come preferisce e se questo vende e diventa un best seller, buon per lui. Ma il requisito fondamentale per determinare se  un libro di cucina è valido o meno, checché se ne dica, non è la grafica o l'impaginazione o la fotografia: questi servono per muovere all'acquisto, ma se sono fondamentali per l'autore o l'editore o il libraio, non hanno nessun valore per l'acquirente. A lui (a noi) interessa solo una cosa:  e cioè, che le ricette riescano- e che  riescano al primo colpo, senza bisogno di rimaneggiamenti in corso d'opera e invocazioni al cielo.
Altrimenti, ci arrabbiamo. E, se questo capita con un libro che ammicca e fa promesse che sa già di non poter mantenere, beh, in questo caso, ci sentiamo pure un po' prese in giro. E ci arrabbiamo, ancora di più.

Il soggetto di questa proposizione sono "quelle dello Starbooks" che riprendono la loro missione :-) in formazione rimaneggiata e ampliata:  tre nuovi ingressi (Stefania, Gaia e la Robi), la panchinara che si è finalmente convinta a scendere in campo e un temporaneo arrivederci, di quelli col conto alla rovescia perchè non si vede l'ora che ritorni, a far compagnia al gruppo storico della Ale, della Cristina, della Patty e di noi due, di Menuturistico: una squadra nuova, quindi, ma con l'entusiasmo antico, lo stesso che l'anno scorso ci ha portato a dar vita e a far crescere questo progetto e che oggi riprende, con i primi risultati di un test al momento piuttosto deludente. Da che esiste lo Starbooks, infatti, è la prima volta in cui si registra un numero così alto di ricette che si son dovute ripetere o correggere o che non hanno trovato altra strada se non quella della spazzatura. D'altro canto, lo scopo di questa iniziativa è proprio questo- verificare i contenuti di un manuale di cucina, con il carico di onestà che questo impone: per cui, come abbiamo trovato logico esaltare i libri che hanno corrisposto alle premesse, troviamo oggi altrettanto logico criticare quelli che invece ci hanno deluso, come potrete leggere facendo un giro dalle nostre amiche:

 ale only kitchen: la Pissaladiere
andante con gusto: crème caramel
araba felice: crème vichyssoise au choux flour glacée
la apple pie di mary pie: endives au jambon
la gaia celiaca: Lentilles du Puy avec un fromage de chevre, betteraves et une vinaigrette d'aneth
le chat egoiste: moules marinières
vissi di cucina: cake alla salsiccia con pistacchi e prugne
e menuturistico, con

LE SALSE MADRI
bechamel,  vellutata, spagnola



Faccio un'introduzione veloce veloce, che al confronto il Bignami è la Treccani. Semplificando al massimo, le  "salse madri", così chiamate perché da loro  derivano tutte le altre, sono 4: la bechamel, la vellutata, la salsa spagnola e la salsa di pomodoro. eccezion fatta per quest'ultima, tutte sono contraddistinte dalla presenza del roux, burro manipolato con farina e poi portato a diversi gradi di cottura: dalla bechamel e dalla vellutata (roux bianco) nascono le salse  bianche composte, mentre dalla spagnola (roux bruno) derivano le salse  brune composte. In sé, sembra una scemata, ma sappiamo tutti che non lo è. Rachel Khoo ha comunque il merito di affrontare l'argomento in maniera succinta ma completa, pur riportando ricette dissimili da quelle originali. Ne ho provate tre su quattro e ve le trascrivo di seguito, con tutte le considerazioni del caso


 LA BECHAMEL 

  bec
A meno che non vogliate partecipare alla prossima serie di Masterchef Italia, gli ingredienti della bechamel dovreste conoscerli tutti: stiamo parlando di una delle salse più famose e più utilizzate del mondo, al punto che i suoi segreti sono come la vita privata di Antonella Clerici- alzi la mano, chi non li conosce, e pure nei minimi dettagli. 
Ciò che invece di solito non si sa è che la bechamel che prepariamo noi è la versione semplificata dell'originale, che prevedeva un fondo di carne di vitello, rosolato con cipolle e aromi. E' a questa che si ispira la versione di Rachel Khoo, che propone una bechamel sui generis, un ibrido fra la ricetta antica e quella più recente e che, in sè, potrebbe anche andare, se non fosse per un madornale errore di procedimento. In tutti i ricettari che ho consultato, infatti, la carne e la cipolla prevedono una rosolatura previa e da parte. Solo alla fine vengono aggiunti alla salsa propriamente detta e fatti cuocere assieme per qualche minuto, per amalgamarsi bene. Teoria a parte, anche la pratica suggerisce lo stesso: altrimenti, la cipolla resta cruda o molliccia e quello che dovrebbe essere una marcia in più della salsa, finisce per trasformarla in una mezza  schifezza.
La Khoo, invece, fa esattamente questo: mette la cipolla a crudo e poi fa cuocere per dieci minuti. Io ho seguito pedissequamente le istruzioni e mi son ritrovata con una salsa che ha avuto bisogno di correzioni in corso d'opera (ho dovuto aggiungere più latte) e che aveva un gusto troppo pungente (alloro e chiodo di garofano) che copriva del tutto quello della cipolla. 



Salsa Bechamel
per 4- 6 persone
30 g di burro 
30 g di farina
500 ml di latte tiepido
1/2 cipolla senza buccia
1 chiodo di garofano
1 foglia d'alloro
1 pizzico di noce moscata
sale e pepe bianco 

Sciogliere il burro a calore moderato, in una casseruola capiente e aggiungere la farina. Con l'aiuto di un cucchiaio di legno, mescolare vigorosamente, fino a formare un impasto morbido (roux). Togliere dal fuoco Iniziare ad aggiungere il latto caldo, cominciando ad incorporarne due cucchiai: procedere così, fino ad arrivare a un quarto della dose complessiva. Prendere una frusta e gradatamente incorporare il resto del latte. Mettere la casseruola sul fornello, a fiamma media e far sobbollire con la cipolla, il chiodo di garofano e l'alloro per circa 10 minuti. Mescolare spesso con la frusta, per evitare che la salsa si attacchi al forno. Se la salsa dovesse diventare troppo spessa, aggiungere un po' di latte. eliminare la cipolla, il chiodo di garofano e l'alloro, aggiungere la noce moscata e aggiustare di sale e pepe bianco ( o pepe nero, se non vi importa che la salsa risulti macchiata)
 
 
Nulla da dire invece sulla salsa vellutata, che è un roux allungato con brodo. Quella che vedete in foto è stata preparata con brodo di pesce e per ora giace in frigo, in attesa che mi venga l'ispirazione: potete prepararla anche con un brodo vegetale: l'importante è che siano brodi "veri" e non di dado.
 
 
vellutata 

 
 
Salsa Vellutata
 per 4- 6 persone
30 g di burro 
30 g di farina 
450 ml di brodo (vegetale o di pesce) 

Sciogliere il burro a calore moderato, in una casseruola capiente e aggiungere la farina. Con l'aiuto di un cucchiaio di legno, mescolare vigorosamente, fino a formare un impasto morbido (roux). continuare a mescolare fino a quando il roux inizia ad assumere un colore leggermente brunito. Togliere dal fuoco.
Aggiungere il brodo caldo, cominciando ad incorporarne due cucchiai: procedere così, fino ad arrivare a un quarto della dose complessiva. Prendere una frusta e gradatamente incorporare il resto del brodo.
Mettere la casseruola sul fornello, a fiamma media e far sobbollire per 15-20 minuti. Mescolare spesso con la frusta, per evitare che la salsa si attacchi al forno. Se la salsa dovesse diventare troppo spessa, aggiungere un po' di brodo.
 
Standing ovation, invece, per questa versione della salsa spagnola, che rende finalmente accessibile una base altrimenti impossibile da preparare. Ci volevano sei giorni, per ottenere una demi glacé degna di questo nome e  non è un caso che la più nobile delle salse base non sia sopravvissuta ad una cucina sempre più tesa all'equilibrio fra il massimo risultato e il minimo sforzo. Ma la mia curiosità era forte ed è stata pienamente soddisfatta da questa ricetta.
 
salsa spagnola1
Salsa Spagnola (rapida) per 4- 6 persone 30 g di lardo o pancetta affumicata a cubetti 1 cipolla, sminuzzata finemente 1 carota, sminuzzata finemente 1 gambo di sedano, sminuzzato finemente 30 g di burro 30 g di farina 500 ml di brodo di vitello o di manzo, tiepido 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro 1 bouquet garni (1 foglia di alloro, 10 grani di pepe, 5 rametti di prezzemolo, 2 rametti di timo)
Far soffriggere la pancetta e le verdure, in padella, a fiamma media, fino a quando non diventano dorate. Con una schiumarola, toglierle dalla padella, facendo attenzione a lasciare quanto più grasso possibile sul fondo. Sciogliere il burro nel grasso della padella, aggiungervi la farina e mescolare di continuo, fino a quando il composto non prenderà il colore della Coca Cola (questo è quel che si dice un roux scuro)
Abbassare la fiamma al minimo e versase lentamente il brodo tiepido, mescolando energicamente con una frusta. Una volta incorporato il brodo, aggiungere il concentrato di pomodoro e mescolare fino a quando non si è sciolto. 
Rimettere in padella le verdure e la pancetta, aggiungere il bouquet garni e far sobbollire lentamente per 15 minuti. 
Passare al setaccio, per ottenere una salsa morbida e liscia come la seta. Assaggiare ed eventualmente aggiustare di sale


ci vediamo venerdì, buona giornata
 ale

87 commenti :

  1. fossi in rachel mi fischierebbero non poco le orecchie...
    buondì!

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  2. Io amo le tue recensioni. E' davvero un piacere leggere considerazioni che si hanno in mente e che dette da te sembrano così chiare, palesi e perfette. Devo dire che sono felice di essere incappata in questo libro, che come con il Cedroni, ci costringe a confrontarci con limiti che non sono solo nostri (per fortuna). Il tuo commento sulla Bechamel mi ha fatto piegare in due. L'avventura Starbooks è sempre più entusiasmante. Un forte abbraccio, Pat

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    1. E io amo voi, mai come in questa tornata. Perchè un conto è condividere i frutti di una soddisfazione, magra ricompensa dell'impegno a tutto tondo che vi chiediamo ogni mese ae a cui fate fronte con una professionalità e una dedizione senza pari. Un altro, è doversi ritrovare con crème caramel spatasciati, vichyssoise troppo liquide o bechamel che di tutto sanno tranne che di quello. e di nuovo scatta la gratitudine per l'onestà con cui esponete le vostre esperienze, merce rara di questi tempi. Ma d'altronde, siete una rarità, anche voi- e noi lo sappiamo benissimo
      grazie davvero
      ale

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  3. Come sempre condivido il tuo commento. Per la mia prima ricetta, una non ricetta, invece tutto ok...alla prox!!!

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  4. Come dico tutte le volte: 'questo libro DEVE essere mio'... Chissà se ci riuscirò...
    Vado a cucinare, che è meglio! Prima, però, mi vado a studiare le ricette una per una. ;)
    Baci
    Sarah

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    1. Stavolta non siam mica tanto soddisfatte, sai... aspettiamo la settimana prossima, per vedere se si risolleva un po'
      e grazie per tutto quello che fai per lo starbooks!
      ale

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    2. Eh sì, me ne sono resa conto... E ti confesso di essere un pò delusa, però questo è il bello del vostro progetto!!!
      Un grazie va anche a voi (mio marito no, lui non vi ringrazia!) per i libri che mi avete fatto conoscere (vedi Vefa e Ottolenghi...) e che adesso sono nella mia lista dei desideri (Ca va sans dire!).
      Ciao
      Sarah

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  5. Anche tu hai trovato difficoltà e dovuto aggiustare il tiro. Ovviamente prendo e copia la TUA versione. Potresti gentilmente suggerire anche l'accompagnamento delle salse? Grazie, a presto

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    1. Più che l'accompagnamento, servono come basi.
      Fammi arrivare a casa, che ho più tempo- e ti spiego tutto
      ciao

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  6. Per una volta, il libro del mese non mi tenta. E, diciamocelo, è un sollievo per le mie finanze! :) Io adoro lo starbooks: mi ha permesso di conoscere tanti libri validissimi (Yotam I love you!) e me ne ha smontati altri, per dire: ora non comprerei mai un libro di Montersino, sapendo che i tre quarti degli ingredienti sono inaccessibili. Ok, mi sono persa, volevo solo dirvi bentornate e benarrivate alle nuove :)

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    1. e bentornata anche ate e grazie per queste tue considerazioni che centrano in pieno il fine dello Starbooks: noi vorremmo aiutarvi in un acquisto consapevole, mirato, scevro dalle seduzioni delle immagini o dei lanci pubblicitari, capace di riportare il manuale di cucina alla sua finalità primaria di strumento per aiutarci a cucinare, secondo le capacità e i gusti di ciascuno. Sapere che grazie anoi hai scoperto Plenty, per esempio, o che ti eviti l'acquisto di libri con ingredienti per te inaccessibili, è la prova che questo nostro progetto è andato a segno- e non sai quanto ci facia piacere

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    2. bè però, la pasta frolla a me non veniva mai, mi si rompeva tutto e mi stavo deprimendo... stavo già pensando di fare un corso di psicomotricità per colmare le mie lacune, che dovevamo partire dalla base... e poi, Montersino alè, al primo colpo una frolla strepitosa, maneggevole e perfettamente friabile. Non la mollo più.

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    3. i libri di Montersino sono fra i più gettonati degli scaffali dello Starbooks: il che significa una sola cosa- e cioè, che le sue ricette riescono. Punto.
      Nello stesso tempo, è innegabile che se si acquista un libro con 100 ricette, poniamo. e 80 contengono ingredienti di difficile reperibilità, è bene saperlo. ho acquistato "Golosi di salute" appena uscito dalla stamperia, quando Montersino non era ancora il fenomeno televisivo che è diventato poi negli anni e sono passata dall'entusiasmo sfrenato alla depressione più pura: inulina, maltitolo e compagnia bella erano arabo, per le mie orecchie e, ancor peggio, per le orecchie del mio droghiere. Oggi si possono reperire con più facilità, ma da lì ad essere alla portata di tutti ce ne passa.
      e allora, è bene dirlo: al di là della bravura di Montersino come pasticcere, i suoi libri contengono ricette per la maggior parte basate su ingredienti che non si trovano sui banchi del supermercato o nei negozi sotto casa, a maggior ragione se si considera che l'Italia non è fatta solo di Roma e di Milano, dove i prodotti più strani arrivano. E' in questo senso che serve lo Starbooks: prima di investire 20 o 30 euro in un libro che potrei correre il rischio di non utilizzare, mi provo due ricette a costo zero- e poi, da lì, decido...

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    4. Bè hai ragionissima, io mi ero fermata a peccati di gola... tutto molto semplice.

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    5. Mi permetto di intromettermi nel commento, per avallare quello che dice Valentina. Ho comprati "Dolci tentazioni" di Montersino appena scesa a Napoli, come regalo per un periodo mooooolto difficile che avevo appena affrontato. Avendolo trovato in offerta e avendo visto, con una sfogliata veloce alle pagine, delle belle e invitanti foto, ho deciso di prenderlo, senza soffermarmici troppo. Non l'avessi mai fatto: il morale, già giù di suo, è precipitato peggio di quanto possa fare la Borsa. Ingredienti inaccessibili allora e inaccassibili oggi. Maltitolo in ogni dove e nessun consiglio su come sostituirlo con lo zucchero. Insomma una vera e propria delusione. Sono passati quasi 3 anni e ancora non ho provato nulla. Un acquisto davvero inutile, per me.

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    6. "dolci tentazioni" mi manca, assieme a Peccati al cioccolato. Non sono una montersiniana, non mi ritrovo nei libri del Luca nazionale, non mi piacciono i suoi dolci, che ho l'opportunità di assaggiare ogni volta che voglio, visto che sono cliente abituale di Eataly, a Genova, e che le mie origini basso piemontesi mi portano spesso in quel di Alba. Ho provato a cimentarmi con qualche sua ricetta terra terra ma continuo a preferire di gran lunga altri pasticceri (i francesi, su tutti). Nello stesso tempo, è innegabile che qui allo Starbooks le sue ricette funzionino e che riscuotano grande entusiasmo: il bello del web è anche la diversità e, pur pensandola uguale identico a te, in cuor mio mi auguro di trovare la voglia di sperimentare qualcosa di più complesso, per condividere la stessa euforia dei nostri amici. Prima, però, devo trovare il pusher giusto :-)

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    7. Oltre che il pusher converrebbe trovare chi spaccia maltitolo a profusione :)

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  7. Risposte
    1. ora passo da te, il tempo di sbaraccare tutto e arrivare a casa :-) ma ho già dato un'occhiata, di sbieco :-)

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  8. uffa...avevo lasciato un commentone, mentre scrivevo si è interrotto il collegamento internet...sintetizzo: CONDIVIDO TUTTE LE TUE CONSIDERAZIONI!!!
    Ero già molto diffidente a priori :-))
    gran lavoro, come sempre!!
    Cris

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    1. che ci manchi non te lo dico, perchè non voglio affondare il coltello nella piaga.
      Ma sai che lo pensiamo tutte :-)
      ti aspettiamo!

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  9. Mi piace questo gruppo di "critici ricettari"! Idea fantastica!
    E sono proprio curiosa di vedere i prossimi libri...in particolare se ne farete di italiani...

    Alice
    operazionefrittomisto.blogspot.it

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    1. Sarà difficile.
      Perchè ormai sono davvero delusa dall'editoria italiana, che trovo ripetitiva ed obsoleta, nel migliore dei casi. Ci sono delle felicissime eccezioni, di cui prima o poi ci occuperemo, ma i testi più pompati e più presenti sugli scaffali delle librerie sono spesso un riciclare in forme nuove ricette banali, mal spiegate e qualche volta errate, negli ingredienti e nella spiegazione. Sono un'acquirente compulsiva, quando si tratta di libri e di libri di cucina in particolare: ma sui prodotti italiani, ormai, mi trattengo: il che la dice tutta, sulla portata delle delusioni che ho subito.
      Aspetto le novità dell'autunno, sempre pronta a ricredermi- e a farlo volentieri!

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    2. Ecco, è esattamente ciò che immaginavo!
      Perchè dentro di me pensavo: "Si metteranno a criticare le criticabili ricette di libri creati sull'onda del periodo food-blogger?"
      Che poi, per carità, ci sono libri di ricette italiani validissimi; ma trovo che qui -almeno per ora- non siamo in grado nè di utilizzare il buon gusto nell'estetica (e hai ragione che è la cosa meno importante, ma per conta comunque), nè di fornire ricette affidabili.
      L'ho scritto sul blog di Arabafelice: mi capita (e come a me anche ad altri) di fare ricette di libri di cucina italiani (o riviste) e trovarmi con porcate o piatti insignificanti, cosa che più raramente succede con quelli stranieri.
      Ovviamente sto generalizzando (non è che in un libro di Nigella Lawson o Martha Stewart si trovino solo cose perfette!)


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    3. Il unto è che le criticabili ricette dello tsunami dei food blogger le critico in libreria: apro il libro, sfoglio, leggo due ricette a caso e decido da lì se comprarlo o meno. E ti assicuro che di libri italiani in questi anni in casa mia ne sono entrati pochissimi.
      Lo Starbooks prevede che chi fa parte del gruppo acquisti il libro, di tasca propria, ahinoi. Quindi, si cerca sempre di indirizzarci verso prodotti di qualità o presunti tali, che possano giustificare un extra di spesa come quello richiesto ogni mese dalla nostra iniziativa. Ergo, ci pariamo le spalle, discutendo fra noi dei titoli da testare ed utilizzando tutti i parameti che abbiamo a disposzione per capire se un manuale di cucina è valido, senza averlo provato prima.
      Capisci bene che se leggo ricette improbabili, anche se corredate di foto bellissme (che piacciono anche a me, sia chiaro), sono io la prima a dire "no, grazie, non possiamo". Ma, come ho già detto, attendo fiduciosa l'autunno che promette novità interessanti- e poi, staremo a vedere :-)

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  10. Ma che bello entrare nella tua "cucina" ... Girovagando da viaggiatori golosi eccoci arrivati anche da te ... Piacere di conoscerti, ora ci perderemo un po nel tuo mondo;)
    Un saluto e a presto da i viaggiatori golosi ...

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  11. Io invece mi sono fatta infinocchiare da Rachel, per il suo stile parigino, o, come la vedo io, da 11° e 20° (beh, dai, anche da 12° e 13° :P)...sarà perchè per mesi ho vissuto e lavorato (eh, l'anno sabbatico, quello, mi sa che per me non esisterà mai :P) in una casa ex atelier (ma mooolto più grande) in cui vivevano persone dallo stile simile al suo...insomma, mi sono nuovamente fatta fregare dallo stile Bobo (sbaglio o il suo lo è? :P) XD!
    E visto il paragone con la Child e dato che le ricette della Child che ho provato finora hanno avuto successo, beh, vediamo se quelle di Rachel riescono ^__^!

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    1. butto lì.. 19° :-)
      sulo stile Bobo sono impreparatissima, ahime :-)
      ma se provi le sue ricette, fammi un po' sapere come vengono: noi ne abbiamo in progrmma un'altra dozzina, spero che vada meglio in seguito...

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    2. eheh, è che quei 4 arrondissement sono quelli che mi ronzano più spesso in testa :D!
      La includo tra le ricette da provare, anche se la priorità la dò alla Child. Ho recuperato da poco il suo libro e ho l'imbarazzo della scelta; magari la prossima torta la cerco nel suo libro :D!
      Comunque, dopo aver letto il tuo post e quello delle altre blogger partecipanti allo Starbooks, la voglia di seguire i consigli di Rachel è sempre più bassa...e dire che leggendo un vecchio post del blog Griottes pensavo fosse davvero brava, che peccato :(!

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    3. abbiamo ancora due settimane di tentativi,prima di emettere un verdetto definitivo. questa prima tornata è andata male, ma magari la prossima chissà... non disperiamo, dai!

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    4. allora aspetto gli altri post ;)! Un bacione :*

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  12. Il “Mastering..” me lo sono regalato l’anno scorso a Natale, 2 volumi che non mi sono ancora stancata di leggere.
    Secondo me qui da noi non avrebbe tanto mercato anche perché mancano le foto. Le uniche illustrazioni sono disegni fatti a mano (dal marito di Julia).
    E’ un po’ di tempo che mi riprometto di provare qualche ricetta (no bourguignonne!) da poste sul mio blog e sullo Starbooks, la traduzione allunga i tempi ma se po’ fa!
    Che bella squadra che siete!!
    Bacioni, Francy
    Ps: la focaccia con uva fragola e rosmarino è bonissima, presto con foto + ricetta!

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    1. parto dal ps e ti dico che son proprio contenta. Sul resto, da noi sfondi una porta aperta: amo il libro di Julia Child molto più del suo personaggio e passerei ore ed ore a leggerlo e a cucinare secondo i suoi dettami ... personalmente, non mi importa delle foto: lei speiga così bene che è impossibile non immaginarsi i piatti, addirittura mentre li si prepara. Ma hai ragionissima: il lettore italiano ormai vuole l'immagine e senza quella non si va da nessuna parte. tristissimo ma vero. Aspetto le tue ricette per lo Starbooks, unbacione

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  13. Ciao Alessandra. Condivido pienamente il tuo pensiero. Il nostro mondo ormai è fatto di immagini che poco spazio lasciano alla fantasia, ma che belli che sono i libri di ricette ben fatti e senza illustrazioni (per esempio il mio vecchissimo Talismano non ne ha nemmeno una) che ti fanno immaginare il piatto finito. Mi piace un sacco il vostro gruppetto e ho già sbirciato le vostre prime ricette. Grandi! Spero di riuscire a postare quanto prima qualche altra ricetta per lo starbook. a presto ;)

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    1. ma ciao, cara, ben ritrovata! siamo sintonizzate su tutto, come ben sai...
      aspetto le tue ricette, grazie!

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  14. Cara Ale, anche stavolta ho letto tutto d'un fiato il tuo post. E anche stavolta sono d'accordo su tutto... e questo "tutto", tu lo sai esprimere alla grande! Quest'avventura che hai creato mi coinvolge sempre di più... grazie Ale!
    P.S. Ah se potessi prendermi anch'io un anno sabbatico...

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    1. ma gazie a te- e al pizzico di follia che è in tutte voi!
      Ma sai che bello, un anno sabbatico tutte insieme??? :-)

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  15. Da anni uso la vellutata per le lasagne con il pesce... e la chiamavo *bechamelle diversa* guarda un po' l'ignoranza...
    Per la salsa spagnola mi hai dato un'idea wonderful per un piatto che vorrei preparare.... ma prima devo rientrare in possesso dei MIEI fornelli.
    Per ora grazie di queste lezioni... Il libro di JO l'ho klikkato grazie a voi.... questo: starò a vedere!
    Nora

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    1. JO è un altro pianeta, ma lo avevamo detto subito. Qui, stiamo alla finestra: per ora è una delusione, ma, come dicevo prima, magari con le prossime puntate si riscatta. la spagnola rapida è una figata, per esempio.... poi ti dico la mia idea, vediamo se è la stessa!

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  16. oddio che bello! io adoro la cucina e i libri! ho scoperto lo starbooks ed è stata una piacevolissima scoperta. vado subito a vedere gli arretrati! grazie di cuore!
    alice

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  17. non conosco il libro che presentate---ma in genere divido i libri di cucina in due categorie. Quelli per la kitchen table, cioe' con ricette scritte per essere eseguite e che riescono, anche. E quelli per la coffee table, da leggere in salotto per cucinare vicariously, per interposta persona, guardando le fotografie. Le ricette sono a quel punto se non una scusa un elemento marginale. Sono uno dei tanti esempi della mancanza di sostanza, e del narcisismo che contraddistingue questa nostra epoca. Julia Child non scriveva per celebrare se stessa, ma la cucina francese. Oggi vedo molti autori scrivere di cucina con lo scopo opposto, con una certa arroganza "rivisitando" o "ripresentando" dei classici attraverso i propri occhi, ma resta poi da vedere se abbiano davvero la competenza e il talento per farlo.
    E' come se io, che ho il talento artistico di un sasso, facessi una copia della Gioconda coi pastelli a cera, e sostenessi che ho "rivisitato" il classico di Leonardo--che non e' poi da farla tanto complicata.
    Cio' che sorprende (oppure, purtroppo, non sorprende) e' che forse la mia opera troverebbe degli estimatori (e anche degli acquirenti!).
    Quanto a Julia Child, ho cucinato poco dai suoi libri, ma la sua quiche preparata anni fa, quando incontrai per la prima volta la famiglia del mio (allora futuro) marito persiste deliziosamente nella mia memoria. Di lei mi piace l'intelligenza, la modestia, il rispetto per quello che la cucina Francese rappresentava e il desiderio di portarla nelle nostre cucine---e il lavoro che ha svolto per suo Paese.

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    1. io ti adoro.
      punto
      ben ritrovata!
      ale

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    2. likewise :)

      guardando la copertina del libro, con l'autrice graziossima in grembiulino a fiori e make up da cerimonia, mi e' tornata in mente Meg di Piccole Donne quando prepara la gelatina di ribes. Meg si mette --anche lei--- un grembiulino carinissimo, si pettina e si agghinda e gia' si immagina i graziosi vasetti di gelatina rossa che faranno bella mostra in dispensa... E poi la gelatina non si rapprende, in nessun modo, la cucina sembra un campo di battaglia, la novella cuoca scarmigliata e sudata si trova ad accogliere il marito e un ospite inatteso, con tutto quel che segue.

      in slang diciamo che qualcosa "does not jell" riferendoci a qualcosa o a una situazione che non si concretizza, un po' come le ricette di certi libri di cucina, aggiungerei.

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    3. nemmeno io conosco questo libro ma mi sento di condividere quello che dici. spesse volte ho comprato dei libri che per quanto provassi seguendo alla lettera le istruzioni, non ottenevo il risultato che vedevo nelle splendide foto. per le rivisitazioni, mi rifaccio a mia mamma che dice "quando cambi anche una virgola a una ricetta devi darle un altro nome, se no crei confusione".

      irene

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    4. "Julia Child non scriveva per celebrare se stessa, ma la cucina francese. Oggi vedo molti autori scrivere di cucina con lo scopo opposto, con una certa arroganza "rivisitando" o "ripresentando" dei classici attraverso i propri occhi, ma resta poi da vedere se abbiano davvero la competenza e il talento per farlo."

      Mi è bastato leggere questa frase per poter dire con Ale "io ti adoro", perché il punto è proprio questo: non è indispensabile scrivere libri di cucina (o libri in generale), ma il nostro panorama editoriale ha un gran bisogno di libri ben scritti e ben fatti, che celebrino il loro oggetto e non l'autore. E purtroppo attualmente stiamo assistendo al fenomeno contrario. :-(

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    5. Meg March in Brown :-) sarebbe stata un'ottima Starbookers :-)
      Irene, chiedi un po' alla tua mamma se mi adotta, va...:-)

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  18. ma come si fa a non leggerti?!?! e a non godere del tuo stile arguto :-)))))
    senti io che l'inglese lo mastico poco lo vorrei tantissimissimo un libro della Child tradotto.

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    1. vedi che i potenziali acquirenti ci sono?!?! che strano non l'abbiano tradotto, magari malamente e in fretta, all'uscita del film. e se lei è divertente come la fa la Streep allora mi piacerebbe assaissimo :-)

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    2. in 7: uno per me e uno per regalarlo ad altra/o estimatrice/tore....
      Mi sono vista il film e, a parte la irresistibile Meryl Streep, ho scoperto un personaggio affascimante e unico e desiderato fortissimamente un coraggioso editore che traducesse il libro !
      Maria Chiara

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  19. Ale, com'è che tu riesci a mettere per iscritto il sentire comune con una chiarezza che gli altri scriventi non hanno? Post strepitoso, concordo con te in pieno sulla béchamel (come ho scritto anche da me) e... grazie per la dritta sulla salsa spagnola: volevo provare a fare la versione integrale, magari prima mi cimenterò con quella rapida. :-)))

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    1. mapi, per la versione integrale vera ci vogliono dalle 6 ore ai 6 giorni e anche se tu sei l'unica persona che io conosca che possa cimentarsi con una roba del genere... anzi, meglio che mi fermi qui: quando la fai, che mi tengo libera? a ore pasti, intendo :-)

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  20. niente male, davvero niente male la tua intro :))) e la sottoscrivo in toto!
    dai tuoi post c'è sempre da imparare... ma quante ne sai???
    mi prometti che quando sarai in pensione scriverai "il" libro di cucina?

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    1. Visti i chiari di luna in tema di pensione, SI'..io tel prometto :-)

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  21. Ogni volta che ti leggo mi sento profondamente ignorante... Meno male che ci sei e ci dai lumi!

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  22. passo da te per ultima.
    il post è proprio bello, ma i tuoi lo sono sempre.
    ma non è questo che vengo a dirti ora che ho avuto modo di leggere per bene tutto il cucuzzaro.
    è per farti i complimenti per le tue capacità di "gestione delle risorse umane".
    i progetti che seguite (e io mi domando sempre come facciate a farne così tante...) sono tutti pensati davvero a modino, a partire da chi ci è coinvolto. sono gruppi coesi, che lavorano bene insieme. e non sarebbe possibile tutti con tutti. insomma, le persone bisogna sceglierle non solo per le loro qualità personali ma anche per come si armonizzano con gli altri membri. e su questo hai un occhio magico. è una gran dote, e la devi tenere cara.
    tutto questo per ringraziarti ancora una volta per avermi fatto, a suo tempo, la proposta indecente di collaborare con voi :-)

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    1. ok, confesso: sei stata selezionata solo perché sapevamo che ci avresti scritto un commento del genere. Che ha trasformato la smorfia insonnolita con cui ho acceso il pc ppochi minuti fa in un sorriso commosso, che va da un orecchio all'altro.
      Per la stima che ho di te, provo a darti una risposta seria e azzardo una ipotesi: a me stanno a cuore i progetti. Non l'autopromozione, non il successo del blog, meno che mai le polemiche che possono nascere, che anzi, quelle mi metton ansia e mi tolgono il sonno. Mi vedo davanti l'idea, già realizzata, ogni volta, come se fosse una bella casa: e allora mi chiedo quali potrebbero essere gli artefici di quella casa lì, ognuno con le sue mansioni: non bastano gli architetti- ma ci vuole una squadra, fatta di tante competenze, da una parte, e di grande armonia, dall'altra. Scelgo sempre fra gli amici che ho già o che vorrei che lo diventassero- e poi scatta la magia :-)
      Grazie a te, per tutto

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  23. le recensioni dei libri aiutano tantissimo. perchè è estremamente vero: un buon libro di ricette non lo è per le immagini che mostra, ma per come sono le ricette. per la loro rifattibilità, per la loro semplicità di esecuzione. è un pò come la matematica: due più due che fa quattro. Ma se per arrivare a quattro lo scrittore e chi ha fatto il libro non ci mette il due più due, e manca un pezzettino, la somma non darà mai il risultato giusto. vi ho già lette in due. e mi sto facendo un'idea... :) continuerò nella lettura. bacino, sere

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    1. direi che disamina migliore non ci poteva essere! Grazie !

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  24. Lol!!! L'incipit del post e' da spaccarsi.Nonostante l'artrite,m'inchino.
    Leggi il mondo della cucina con una precisione che incute terrore (si, la prima ricetta che imparai della Child,come tutte, fu la bourguignonne!).
    Concordo,con tristezza,sui libri di cucina italiani degli ultimi tempi...
    Bacione.

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    1. E l'incipit del tuo commento, invece, è solo tuo :-)
      Mi ha fatto recuperare una manciata di punti nella stima della creatura, per la serie se ho un'amica che dice lol, non tutto è perduto :-)
      come potrei non concordare, su tutto il resto?

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  25. Mi piace troppo lo Starbooks! Ora vado a cercarmi tutte le puntate precedenti e mi aggiorno... Questo libro l'ho visto tante volte in libreria e tante volte mi ha tentato, ma ho desistito. Mi sa che ho fatto bene :D

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    1. Ripeto: abbiamo ancora due appuntamenti e una ventina di altre ricette da provare. Magari riescono tutte, chi lo sa? :-)

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  26. a parte che non ho capito èerchè io non abbia nacora la funzoine rispondi sul blog. e che non ho capito come funziona lo starbook,nonostante siano mesi che lo leggo in giro e qui...cmq..cercavo giusto info su questo libro..e così ho capito come risparmiare i miei soldi:D

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    1. sulla funzione "rispondi" non so cosa dirti. Noi ci siamo svegliate, una mattina, e ce la siamo trovata qui. Ce ne siamo accorte dopo un tot, quando nei commenti arrivavano gridolini entusiastici "evvai, avete la funzione risondi?" e dopo un altro tot di "ma dove?- ma cos'è? ma come si usa?" ora ce la godiamo.

      Sul resto, ti sei risposta da sola :-)
      Bignamizzo:-) un libro di cucina al mese, scelto fra quelli che compreremmo e che di fatto compriamo e del quale proviamo le ricette. La recensione del testo è mia, e quindi altamente opinabile. Le ricette provate sono di tutte- e quindi, non si scappa. Se non vengono a una o due del gruppo, se ne può discutere. Se non riescono a tutte, sento un fastidioso rumore di unghie che stridono sui vetri :-) Lo scopo sarebbe quello di fare acquisti consapevoli, testaando sul campo quello che non si può intuire in libreria. C'è da dire che finora, a parte il libro di Cedroni, abbiamo sempre trovato dei bei libri. Questo ci ha raggelate, perchè le aspettative erano davvero alte...per ora, non aprire il portafogli :-)

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  27. sempre interessante, almeno una salsa si salva! :-D

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    1. due, dai.. la vellutata è ok. E la spagnola personalizzata è straordinaria...

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  28. che gioia veder che la pensiamo ancora una volta nello stesso modo!!! A furia di buttare via i soldi in "porcate" di cuochi piu' o meno illustri, mi sono ritrovata da Feltrinelli a fare la classifica dei libri "non importanti", gli autoreferenziali o gli ignorabili... Mi vergogno a dirvi i numeri...ma vi suggerisco di fare lo stesso, anche se le vostre intelligenze non hanno certamente bisogno di una prova provata, mentre la mia (poca, pochissima), invece si. Fatemi sapere...E viva sempre Gualtiero e il suo Oltre il Fornello ( che vi piaccia o no,almeno è italiano e di lunga, lunghissima carriera...)

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    1. no, no tranquilla: lui ci piace sempre. Anche perché non ci delude mai :-)

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  29. io son nuova del mondo dei blog e non ne so nulla di questi starbooks.... me spiegheresti qualcosa di più? credo di essermi persaqualche passaggio...
    grazie

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    1. Ogni mercoledì del mese, dal secondo al quarto, un guppo di foodblogger prova le ricette di un manuale di cucina per vedere se funzionano o meno e scrive le sue considerazioni pubblicamente.
      in parallelo, se avete pubblicato ricette tratte da libri, potete mandare il link qui a menuturistico e noi le organizziamo, suddividendole per titolo. Per esempio, se hai fatto una zuppa di cipolle di julia child, ci mandi il link e noi lo sistemiamo nella biblioteca virtuale,alla voce Julia Child. In un anno, abbiamo creato una biblioteca di oltre 500 titoli e con più di 2000 ricette (ma molte di più): seguici per un po' e poi vedrai che capirai bene il meccanismo
      ciao

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    2. Che bello!!! GRazie Alessandra, sì comincerò a seguirvi, mi piace molto!
      Ma valgono anche ricette di ricettari di casa nostra come ad es quelli della Parodi?
      Lo so son cose molto semplici, quasi banali, non certo al livello della Child o simili...

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    3. basta che siano libri, va tutto bene :-)

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  30. Povera Julia... pensa se fosse venuta a vivere in Italia... io cmq ho entrambi i suoi libri oltre a questo di Rachel... molto belli!

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