OverBlog

domenica 5 luglio 2009

Comèr Gallego- mini reportage gastronomico dalla Galizia


polpo gallego

Uno degli aspetti che più mi sorprendono della Spagna è la mancanza di una cucina nazionale vera e propria: intendo dire che da un Paese con una sì lunga tradizione di unità politica e territoriale , mi sarei aspettata una forte uniformità anche sul fronte culinario, un po' come è capitato alla Francia e all'Inghilterra ( sì, letto bene, Inghilterra: sono disposta a sostenere fino alla morte la assoluta dignità della cucina inglese), dove, accanto a ovvi e per fortuna inevitabili prodotti locali, esistono comunque molti piatti tipici , in cui tutti si riconoscono e per cui tutti hanno una propria ricetta. In Spagna invece, è diverso: se proprio ci devono essere delle specialità trasversali, esse vengono via via adattate alle diverse disponibilità dei luoghi, giungendo, in certi casi, anche a stravolgimenti estremi per cui, per esempio, un piatto originariamente a base di carne e legumi, come la paella, viene immediatamente associato al trionfo di pesce e di molluschi a cui ci hanno abituato le innumerevoli rielaborazioni successive. Per il resto, cucina locale avanti tutta.

gamberi galizia



La Galizia, ovviamente, non fa eccezione- e, d'altronde, non potrebbe essere diversamente: terra di lunatici e simpatici anticonformisti, con una forte inclinazione a scegliere sempre la strada più impervia- anziché Isabella di Castiglia, sostengono appassionatamente la sorella Giovanna nella lotta per l'ascesa al trono e sono gli unici a masticare amaro, nel Siglo de Or- i Galiziani si sono sempre sentiti abitanti della Galizia, prima ancora che della Spagna, tutelando in ogni modo le loro origini celtiche, la loro lingua (parlano gallego, una versione più 'dura' del castigliano, con tante erre al posto delle elle) e, buon ultima, la loro cucina, che vanta una serie impressionante di prodotti e piatti tipici


sidro


Un pasto gallego comincia col sidro. E qui finisce, mi verrebbe da dire, perché lo chiamano sidro, ma in realtà deve essere la pozione complementare a quella di Asterix, nel senso che questa ti stende al primo sorso, senza passare dal via. Lo versano in queste coppette bianche, larghe e basse (che sono riuscita a non comprare, ma solo perché 'avevo già dato' in Portogallo...tanto, mio marito non lo sa ancora, ma lo accompagno anche la prossima volta), con un rituale rigorosissimo: dall'alto, la caraffa nella sinistra, la coppa nella destra e lo sguardo perso nel vuoto. Quest'ultimo aspetto è fondamentale, altrimenti lo schizzate tutto intorno. Teoricamente, non dovreste berlo tutto, ma buttarne via le ultime gocce: in realtà, invece, i gestori delle bodeghe hanno già il loro bel daffare così e ci manca anche dover cancellare l'odore del sidro dai pavimenti....Al gusto, è cosa tutta diversa dal sidro normanno, anzitutto perché è secco e poi perché è sicuramente più alcolico, nella proporzione 2 coppette galleghe=una intera rout du cidre
vini di galizia

I vini nazionali sono bianchi e sono due: l'Albarino e il Ribeiro. Naturalmente, tutti pensano che il Ribeiro sia rosso, e questo la dice lunga su quanto i Galleghi se ne sbattano della comunicazione con il resto del mondo. Dei due il più pregiato è l'Albarino (si pronuncia Albarigno) -e c'erano dubbi????? ( la battuta la capisco solo io e forse la Dani. Colpa della provincialità di Genova, purtroppo, che, quanto a desiderio di farsi capire, se la batte alla grande con la Galizia intera. Metteteci "Parioligno" o "San Babiligno" e forse ci arrivate, ma a sto punto non ride più nessuno...). Comunque, dicevo, dei due l'Albarino è il più pregiato, a me è piaciuto assai, perché mi ricordava il Gewurztraminer e la rout du vin in Alsazia, a Giulio invece, un tantino di meno, perché gli ricordava il Cancarone della via dei Misci, ma che mio marito sia un tipo un po' critico ormai non fa più notizia....

Si continua a bere, ma questa volta niente alcol

caldo gallego


E' il caldo gallego, ottimo brodo di cavolo, con un retrogusto speziato su cui mi sono interrogata per un po', senza risposta: quando poi ho deciso che, a quel punto, era meglio interrogare il cuoco, anziché la sottoscritta, mi si è aperto un mondo: chorizo, ha sentenziato, con l'aria di chi la sa lunga e tanto basti a turisti curiosi, a caccia di segreti millenari.

Sul fronte solido, invece, la prima, indicibile sorpresa è questa
DSC_1208

Per cortesia, non chiamatelo pane. O, se proprio non trovate altro nome, aggiungetevi un aggettivo che possa quanto meno tentare di rendere l'idea di che cosa vi capiterà sin dal primo morso- qualcosa tipo "paradisiaco" o "celestiale", per intenderci. E' un pane che, all'aspetto, ricorda quello di Altamura, con la differenza che è infinitamente più morbido e più saporito- e vuoi perché è buono di suo, vuoi perché dopo un sorso di vino sei per terra, si finisce sempre per farsene delle scorpacciate mai viste


L'altro piatto tipico, che di più non si può, è l'empanada gallega, che si differenzia dalle omonime sudamericane anzitutto per la forma, che è quella di una focaccia ripiena, e poi per la farcia, che vira decisamente sul piccante, senza nessuna concessione all'agrodolce.

DSC_1015

Qui è con cipolle, peperoni e tonno, ma ne esistono di vari tipi, a seconda delle tradizioni familairi ( e dei diversi imperativi dello svuotafrigo, mi sa...)


cigalas

Il piatto nazionale sono però i frutti di mare, di cui i Galleghi sono giustamente orgogliosi:sono anche convinti che i loro siano i migliori del mondo, e se in teoria ci sarebbero molti argomenti di dissenso, ditemi voi come si fa ad aver qualcosa da obiettare quando, per cena, vi ritrovate un trionfo di mariscadas come questo.....


mariscadas

Granseola, granchio, vongole, scampi, gamberi, gli onnipresenti micojiones e, a far lievitare il prezzo, questi affarini qui

DSC_1187

che si chiamano percebes, sono tanto brutti quanto buoni e che sono quanto di più raffinato e costoso offra il mercato- più delle aragoste ( diffusissime), più degli scampi, persino più delle ostriche.
Su tutti, però, la fa da padrone Sua Maestà il Polpo, servito in tutte le salse- è proprio il caso di dirlo- dalle tapas in poi. Qui è in una tipica presentazione, bollito e cosparso di peperoncino, ma lo trovate davvero declinato in tutti i modi possibili
DSC_1020




Sul fronte carne, basti dire che la Galizia si contende, insieme alle Asturie e ai Cantabri, la paternità dello jamon serrano: se ricordate il mio precedente viaggio a Madrid, non c'è bisogno di aggiungere altro- altrimenti, andate a rifnrescarvi la memoria qui. E comunque, mentre si discute sull'annosa querelle del pater incertus, i Galiziani sanno come ingannare l'attesa....

DSC_1380

Da non perdere, in nessun modo, il Pimiento del Padron, soprattutto in questa stagione, fresco di raccolta: è un peperoncino verde e dolce, semplicemente saltato in padella con olio e sale grosso. Ogni tanto, può capitare che ce ne sia uno piccante, ma credetemi, non guasta. Anzi, semmai interrompe l'ingozzamento compulsivo, per cui uno tira l'altro e le ciliegie, al confronto, sono delle povere dilettanti

pimiento do Pedron


Grandiosi i formaggi a pasta molla, su cui spiccano le tetillas di santiago, qui in versione rustica

tetillas

Meno bene i dolci, tutti a base di mandorla, su cui spicca la torta di santiago, qui in versione angelica ( roba da crisi d'identità celeste, mica da tutti...)

DSC_1176

Alla prossima, con il diario di viaggio
Ale


14 commenti :

  1. Bellissimo il tuo reportage Alessandra! Che belle cose ci sono in Galizia e..uuuuuuuuu che voglia di andare in ferie!
    A presto.

    RispondiElimina
  2. Belle cose in Galizia, ma brava tu a scovarle, a presentarle e.. anche a gustarle. Ciao
    Rosalba

    RispondiElimina
  3. Da anni medito di andare a Santiago e dintorni, per un po' in casa abbiamo anche seguito la tv gallega (!), e ora questo tuo meraviglioso reportage mi mette le ali ai piedi (come la torta)! Quando andrò a fare "EL Camino", ovviamente strisciando in ginocchio per farmi perdonare i troppi peccati...(basterà?), ti chiederò un supplemento di info. Che sono i percedes, molluschi o crostacei? Dall'aspetto sembrano falangi di dinosauro... :-)

    RispondiElimina
  4. Non ne ho la minima idea. farò una ricerca su google- ma comuque fidati, che sono stra buoni. Però, se ti fai el camino a suon di percedes non so se espii...meglio le capesante, mi sa...
    ora sistemo le foto e vado avanti col resto. grazie per i compliments
    ale

    RispondiElimina
  5. Sèèèèèèèèèèèèè...pimientos di Perdon... uguli uguali a come li faccio io! :D

    RispondiElimina
  6. Ale, ma che bel reportage!!! Lo sai che da tempo vogliamo andare in Galizia con una mia amica appassionata gourmet?.. Mi hai fatto rivenire voglia, adoro i frutti di mare, non ho ancora assaggiato i percedes e voglio annegare nel vino locale..
    Sei grande, grazie!!!!

    RispondiElimina
  7. Grazie per questo racconto culinario della Galicia! La cucina Spagnola e veramente diversa, ci sono tante influenze storice! Per me, il cibo del sud e il piu ottimo, l'effeto del mondo arabo sulla cucina regionale mi piace parecchio!

    RispondiElimina
  8. Ornella, non sai quanto ti abbia pensato infatti (te e tutte le altre di FB...!!!!)
    Giulia, fai le valigie e corri. Don't forget the umbrella, però, perché si va da un acqauzzone all'altro...
    Marta, se hai pazienza, prima o poi riuscirò a postare anche qualcosina sul Sud ( troppi viaggi arretrati, che donna sfortunata che sono!!!!) Però, il Nord si difende bene, credimi....
    ale

    RispondiElimina
  9. Complimenti Alessandra per i tuoi resoconti così coinvolgenti e per la certosina pazienza con cui fotografi ttto. Io davanti a siffatte prelibatezze mi butterei sul piatto dimenticando di scattare la foto e me ne ricorderei solo a piatto vuoto!

    RispondiElimina
  10. Alessandra quanto ho riso con la tua lettera a Felipe, però vedi che hai ottenuto l'effetto desiderato! Fantastico anche questo reportage gastronomico gallego, mi piace molto la Spagna ma fino ad oggi ho esplorato solo il sud.

    RispondiElimina
  11. Sono corsa a vedere che cosa mi aspetta in Galizia :))) Non vedo l'ora di partire, approfitto del fatto che mio fratello studia lì (abita a Santiago) e la sua ragazza è di lì (di Ourense ma studia a La Coruna). Un pò mi hanno raccontato ma vedere le immagini è tutt'altra cosa, e viverle, credo lo sarà ancora di più :P

    Ho visto il polpo :O
    Una volta ne hanno preparato uno quì in casa, con il pimenton appunto, era di una scioglievolezza da non crederci :O

    Ti ringrazio per l'aiuto per le ricette, facciamo così, se ne avessi qualcuna da consigliarmi ne sarei contenta, ma non perdere troppo tempo per me, non vorrei disturbarti e soprattutto non credo di avere tempo per provarne tante al momento, ma se, ti ripeto, ne avessi qualcuna che ti è piaciuta particolarmente mi farebbe piacere conoscerla :))

    P.s. Mi piace il modo in cui scrivi, e soprattutto la tua obiettività :)
    Grazie ancora:)

    RispondiElimina
  12. Cerocqualcosa e ti posto tutto. A Santiago non perderti il mercato, specie il giovedì- e a La Coruna, la via dei ristoranti ( Via Franja): ma la ragazza di tuo fratello saprà consigliarti mille volte meglio di me. Se puoi, giratela anche al sud ( il monastero di Tuy è spettacolare).
    Io parto per i mari del nor, stavolta- ma la Galizia mi ha ricordato tantissimo l'Irlanda e, a tratti, anche la norvegia, pensa un po'
    ciao
    ale

    RispondiElimina
  13. interessante il tuo reportage gallego!:)
    alcune cose non tornano però... quei crostacei si chiamano percebes e non percedes e poi il pimiento non è del perdon ma di Padron, una località della provincia di La Coruña...
    ciao!:)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie!! ho corretto tutto (e ne troverai altri, di errori simili, temo: se non segno subito i nomi, me li dimentico dopo un secondo!)

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...