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martedì 23 marzo 2010

Glenn Cooper- La Biblioteca dei Morti


Prendete tre quarti de Il Codice Da Vinci, aggiungeteci un quarto di Ken Follett (di cui, una buona metà, tratto da I Pilastri della Terra), unitevi un battage pubblicitario con i fiocchi ("il libro più atteso del 2009!!!") e un titolo giusto ed eccovi La Biblioteca dei Morti, opera prima - e temo non ultima- di quello "straordinario caso di self-made man" che va sotto il nome di Glenn Cooper.
Sarò sincera: prima di capire che avevo per le mani l'ennesima boiata made in USA, ci ho messo un po'. E questo per colpa della trama che, in effetti, scaturisce da una buona idea, anche per la concezione della forma narrativa del romanzo: una storia su tre livelli temporali, il cui disvelamento progressivo avviene per così dire in profondità, a mano a mano che il presente recupera quanto accaduto nel passato sempre meno prossimo e sempre più remoto. Per ovvi motivi non ve la sto qui a raccontare ma, fidatevi, lo spunto c'era.
Il problema, semmai, è tutto il resto, il che ci rimanda a quello che dicevamo qualche sera fa in merito agli scrittori improvvisati e che, nel caso in questione, si traduce nella concreta dimostrazione del principio per cui, in letteratura, l'importante non sia avere un'idea, quanto saperla sviluppare. Cosa che a Cooper non riesce.
Non riesce, anzitutto, nella capacità di gestire un materiale così complicato: lavorare su tre piani, per giunta così diversi l'uno dall'altro, è un'impresa così ardua che vi si può cimentare a cuor leggero solo chi non ha la minima percezione delle difficoltà che essa comporti. Non a caso, se non fosse per le diverse indicazioni cronologiche, a cui corrispondono diverse scenografie e personaggi con nomi differenti, non si avvertirebbe lo stacco del passaggio fra un'epoca e l'altra: il che, considerata la miriade di spunti, di angolazioni, di atmosfere proprie di ciascuno dei periodi scelti, inchioda l'autore al muro della sua incapacità: ancora una volta, raccontare non basta: è "saper" raccontare, quello che conta.
Anche la ricostruzione storica dei diversi periodi è un mezzo disastro: la parte più catastrofica è quella del dopoguerra (andatevi a leggere come vengono presentati Churchill e Truman), ma anche l'ambientazione medievale è stereotipata e avulsa da ogni contesto, una specie di Mulino Bianco Insanguinato, per capirci, alla faccia della laurea in Archeologia, e pure ad Harvard, vantata dall'autore nella terza di copertina. Cooper non se la cava bene nemmeno con le cose dei nostri giorni, visto come stravolge la funzione dell'Area 51, senza darne la benchè minima spiegazione. A scanso di equivoci, non è di uno scollamento fra trama e storia quello di cui si sta parlando, quanto piuttosto di un totale asservimento della storia alla trama: il che, a mio parere, è inaccettabile.
Paradossalmente, anche i personaggi sono scollati dalla trama: di nuovo, lo stereotipo prevale su qualsiasi abbozzo di ritratto psicologico e i luoghi comuni addirittura anticipano gli eventi: se è scontato che l'investigatore uomo e l'investigatore donna debbano innamorarsi, non è detto che ciò debba avvenire ex abrupto, a metà del libro, senza alcun preavviso se non una romantica ed eloquente palpatina sul sedere della protagonista (p. 190). L'abate buono, la badessa cattiva, l'agire spietato dei politici, ispirato solo alla ragion di stato, l'investigatore maledetto recuperato dalla brava ragazza che si nasconde sotto le mentite spoglie dell'investigatrice, l'indagine che redime, i cattivi dei servizi segreti, i bari al casino, i furti informatici, le sparatorie negli alberghi... devo andare avanti, o ne avete abbastanza già così?
Non mi soffermo sulla scrittura piatta, sulla povertà lessicale, sulla scarsa padronanza dei meccanismi di disvelamento, perchè non ho nè tempo nè voglia di parlarne oltre, da tanto sono palesi e, a loro modo, scontati.
Quello che scontato non è, invece, è stato il coinvolgimento della sottoscritta nella lettura di questo libro: che andava di pari passo con la consapevolezza di aver per le mani una emerita schifezza, ma che, tant'è, non è venuto meno fino a che non sono arrivata all'ultima riga.
Il che dimostra che, in letteratura, non è l'idea quella che conta- ma anche sì.
Alla prossima
Ale

23 commenti :

  1. orca... è già il secondo libro su cui faccio marcia indietro leggendo i tuoi post.... meno male che ti ho scovata!!!! ciao Ely

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  2. marcia indietro del tutto, direi di no... aspetta la brossura, che magari esce ad agosto: come libro da ombrellone, è perfetto!
    buona notte
    ale

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  3. Cara ragazza, la casa editrice nord pubblica quasi solo fantasy e fantascienza. Mai cose decenti. La conosco bene in quanto adoro la fantasy (favole per adulti). Compreresti un libro intitolato il Flagello di Horus? Stesso editore, stessa collana... I tre livelli narrativi poi nella fantasy sono quasi normali e la K. Kurtz ne ha fatto una serie bellissima (almeno per me che amo il genere e non mi vergogno a dirlo). Questi libri li compro d'estate e li compro più grossi che posso perchè cosi almeno mi durano un paio di giorni.
    Mi pare ti piacesse l'impero ottomano. Leggi Altai del collettivo Wu Ming, costa anche meno. ;-) Vado a letto con L'uomo a rovescio F.Vargas che ho conosciuto grazie a te. Buonanotte

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  4. "Tre quarti de Il Codice da Vinci" è una recensione già completa, a mio parere.
    Bastevole, come sottolineerebbe Montalbano, a far venire una colica persino alle pietre.

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  5. @Silvia: "il flagello di Horus non l'ho comprato, ma il titolo è ben rimasto impresso nella mia mente :-)
    Non ho osato scriverlo, ma secondo me, pù che un thriller, questo èun romanzo di fantascienza: mal riuscito, però.
    Sul fatto che vada comprato d'estate, leggi sopra. La scrittura in corpo otto e gli almeno 3 cm di spessore sono i requisiti minimi per i libri che legge mia madre, quando non le arriva niente di buono dalla pusher di famiglia, quindi capisco il problema:-)
    Wu Ming ce l'ho, ora lo leggo....

    @ Muscaria :-)
    ciao
    ale

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  6. Non l'avrei comprato nemmeno sotto tortura. Già solo il titolo è banale. Però il fatto che ti abbia fatto scrivere una stroncatura la trovo interessante. Notavo infatti come le tue bocciature di primo mattino mi giovino al sorriso...insomma se il presunto scrittore scrive ancora te lo regalo io il libro solo per potermi poi andare a leggere il commento dissacrante!! ahahaahha :P

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  7. @ questo è sadismo editoriale...:-)
    oltre che bieco sfruttamento del sistema nervoso e delle meningi della sottoscritta.
    Comunque, ti preavviso che il prossimo risveglio non sarà così divertente, perchè Agnes Brown è bellissimo... Confida nella prossima scelta :-)
    ciao
    ale

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  8. Proprio un libro adatto a me! Mia mamma ha smesso di leggere Follet, perchè mi disse: Deny, troppi morti, ma come si fa a dormire con un mattone sul petto!!!!!!!!!!No, no, da qui in avanti libri leggerini, la sera, come la cena. Erano 2 anni fa ed aveva 92 anni.Buona giornata deny

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  9. mi rincuoro ulteriormente...per ora restiamo discostate solo sulal scuola degli ingredieti...questo è terribile pure per me...:*

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  10. Ale, che ti dicevo? Ci sono momenti in cui si ha bisogno anche di leggere certe schifezze "letterarie", sotto l'ombrellone è uno di quelli! e a proposito di Brendan O'Carroll, ho letto in un giorno Agnes Browne mamma e, oltre ad avermi toccato il cuore, mi sono scompisciata..... se lo leggerai ricordati dell'"organismo" veramente da URLO!!!!
    Buona giornata
    Ro

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  11. @ Deny, :-) per mia mamma è tutto il contrario- ma di anni ne ha 72, quindi abbiamo ancora tempo perchè cambi gusti...
    (particolare che non c'entra nulla: quando vedo scritta l'età di mia madre, rimango basita ogni volta: 10 di meno, come minimo, ma in tutti i sensi)

    @ Genny: meno male che c'è qualcosa che ci allontana: perchè qui, a forza di finire allo stesso tavolo...;-)

    @ Ro: centrato in pieno, di nuovo. Questo è un libro che d'estate funziona.
    Invece, per quanto riguarda Agnes Browne, ho iniziato dall'ultimo: ti dico solo che stanotte ridevo come una scema, nell'episodio della confessione. Oggi dovrei finirlo e se riesco, venerdì ne riparliamo tutti insieme

    buona giornata a tutti
    ale

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  12. Lo presi tempo fa, è nella mia libreria ancora da leggere. Certo, il fatto che l'abbia parzialmente sminuito un po' mi frena, ma "l'idea" ispirava anche me, quindi lo leggerò (non credo d'estate, non credo quest'estate).

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  13. mi hai incuriosita mi sa che faccio un salto in libreria!!baci imma

    p.s. è partito il mio nuovo contest di primavera :cheesecake dal dolce al salato ed avrei piacere che partecipassi, passa sul mio blog per tutte le informazioni,mi raccomando nn mancare!!!!

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  14. PS: sai che non ho mai letto un Ken Follet? Credo di non essermi persa granché :-)

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  15. ero partita gia' con l'inserimento del titolo nella lista dei desideri di IBS, ho cancellato subito e inserito Agnes Browne, ora vado a chiudere l'ordine e invio, grazie per avermi permesso di risparmiare qualcosa, è sempre importante!!! :-)))))))))
    diana

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  16. Sottoscrivo ciò che dice Silvia M. anche se non sono appassionata del genere fantasy; la Nord è proprio così.
    Sarà per deformazione professionale, ma mi faccio condizionare dalla casa editrice prima ancora che dal titolo o dalla copertina.
    Agnes Browne mi ispira un sacco: è dall'estate scorsa che lo punto...ho avuto il mio periodo irlandese anni fa e ho sempre riso tanto :-))
    Aspettiamo il tuo parere.
    Ciao Roberta

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  17. @ Fabio, è il classico libro "che male non fa": ti passi tre ore, col cervello impegnato per un terzo. L'unica mia remora è relativa al male che può fare al portafoglio: è per questo che aspetterei la brossura- anche se ormai è troppo tardi per entrambi,,:-)

    @ Imma, di cheesecake ne abbiamo parecchie. appena ho un secondo, facciamo tutto

    @ Muscaria: "sono completamente d'accordo col mister, a metà" - Stefano Eranio ( ti dice qualcosa????). I primi sono belli - fino a I Pilastri della terra incluso, molto meglio nella traduzione italiana che nell'originale. oltre, no.

    @ diana. fra liguri... Agnes Browne è meraviglioso, domani recensisco

    @roberta: tendenzialmente anch'io mi faccio condizionare, ma sempre in positivo: per esempio, compro Sellerio e Adelphi a colpo sicuro e- prima della Camilla- anche Marsilio. La Nord non la conoscevo, anche perchè non amando il genere mi è sicuramente sfuggita.
    ho amato in modo viscerale Le Ceneri di Angela, tanto da scriverne una rece personalissima, proprio perchè dopo le prime pagine non c'era più il filtro della parola scritta. Agnes Browne me lo ha ricordato, anche se poi è diverso: però, corri in libreria, perchè merita davvero
    ciao
    ale

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  18. anch'io l'avevo nella lista dei desideri spinta dai commenti di amiche che l'avevano letto e ne erano rimaste entusiaste... MA come la Ely (ciao!) anch'io lo tolgo dalla lista (come la camilla!!!) .lo tengo però buono, "da ombrellone" !
    p.s.: sull'agnes....mi hai convinta! :-)

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  19. Io direi che è un buon libro, non un capolavoro, ma comunque passabile...coi soliti difetti (protagonista infallibile, troppe lungaggini utili solo ad allungare il brodo), e anche la storia un pò forzata e difficilmente "credibile" (sempre all'interno di un romanzo "fantastico")...però la scrittura è buona, leggibile, scorrevole...

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  20. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  21. marco, è il motivo per cui resta in cima alla lista dei best sellers :-) in ogni caso, pur rendendomi cont di tutti i suoi limiti, sono arrivata alla fine del libro, praticamente d'un fiato.
    benvenuto in questo blog, speriamo di ritrovarci per altri commenti
    ciao
    ale

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