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venerdì 19 marzo 2010

Del furor d'aver libri...e lasciate che mi arrabbi...


Visto che è primavera anche per menuturistico, stiamo mettendo in ordine nel gran casino che siamo riuscite a creare in poco meno di un anno ( e se non ci credete, date un'occhiata all'archivio e trovatemi un altro blog con le ricette indicate come 2) e 3)). Io ho iniziato dai libri e, già che c'ero, ne ho approfittato per dare un'occhiata a tutte le recensioni pubblicate sinora, con un distacco maggiore a mano a mano che retrocedevo nel tempo. Alcune mi sono piaciute di più, altre di meno e qualcuna per niente, anche perchè molte di esse (le meno recenti) erano destinate ad un "pubblico" diverso e quindi erano piene di riferimenti personali che con una lettura critica di un libro c'entrano come i cavoli a merenda. Tuttavia, mi sono accorta che, al di là della diversità di giudizio, esiste comunque un filo che le lega e che la dice lunga sul mio approccio all'argomento: vale a dire che, mentre sono più obiettiva con i libri meno noti, divento acida e impacabile con i best sellers e con le opere prime degli emergenti.
E' evidente che, almeno in apparenza, il nesso logico non c'è. Ma se si rilegge questo dato dal mio punto di vista (personalissimo e quindi fallace e criticabile) le due cose si incastrano benissimo. E vi spiego il perchè.

Che dietro ad ogni libro ci sia un'operazione di marketing è ormai un assioma, che vale soprattutto per le grandi case editrici: nel loro bilancio, ci sono tirature numerose e iniziative promozionali costosissime, per cui, se si decide di puntare su un autore è perchè o quest'ultimo ha già avuto "di suo" un grande successo, con case editrici più piccole, o è perchè ha per le mani un manoscritto che ha buone possibilità di sfondare fra il grande pubblico. Fin qui, niente di strano e neppure di emendabile, anzi. L'unico editore che ho conosciuto che pubblicava solo libri che gli piacevano ha portato al fallimento una delle più prestigiose case editrici italiane e la stessa Sellerio, come dicevamo l'altro giorno, avrebbe faticato parecchio a sopravvivere con il suo meraviglioso catalogo se non ci fosse stato l'insperato boom di Camilleri. La nota stonata, purtroppo, è che le strategie di vendita interpretano la necessità di assecondare i gusti della massa adeguandosi semplicemente al livello di quest'ultima, senza fare alcuno sforzo per elevarsi al di sopra di esso. Per quanto personalmente sia convinta che mai il cosiddetto "grande pubblico" sia sprofondato in tali abissi di volgarità e di becera ignoranza come al giorno d'oggi, non punto il dito contro le magagne della nostra epoca: fino a cinquant'anni fa, il livello di scolarizzazione in Italia era basso e l'analfabetismo era ancora diffuso. E tuttavia, le opere destinate a questa fascia di lettori, pur trattando tematiche alla moda e sviluppate in trame semplici, con personaggi stereotipati, si elevavano e di molto rispetto al loro pubblico, usando periodi grammaticalmente corretti, arricchiti da un lessico ricercato e comunque più alto del parlare comune. Tanto per fare un esempio, mia nonna, dall'alto della sua sesta elementare, trovava Liala stucchevole e melensa, "buona" solo per le comari: eppure, il peggiore romanzo di questa scrittrice era comunque infinitamente al di sopra del livello delle sue lettrici. La maggior parte dei best sellers di oggi, invece, fa esattamente il contrario: una volta trovata la banda di sintonia con il proprio mercato, anzichè esprimerla ed interpretarla in maniera rispettosa della fierezza della parola scritta, la svilisce in una prosa becera, sgrammaticata, consunta prima ancora che obsoleta, in total dispregio della dignità della letteratura con la L maiuscola.
Per cui, se permettete, mi arrabbio

Per lo stesso indentico motivo, mi arrabbio con l'"autor giovine". Mi guardo bene dal generalizzare, perchè, come in tutte le cose, accanto alle braccia rubate all'agricoltura, ci sono autori che promettono bene. Nello stesso tempo, però, non posso negare che un gran numero delle opere prime che ho dovuto analizzare/correggere/rivedere in questi anni sia viziato da una disarmante impreparazione dei rispettivi autori. E qui, faccio una digressione
Come sapete, la Dani ed io siamo madri di due ragazzine che studiano musica e che suonano entrambe uno strumento il cui diploma verrà rilasciato dopo aver superato i dieci anni previsti dal corso. Una volta diplomate, però, saranno solo al primo gradino della loro formazione artistica: dovranno fare un biennio di perfezionamento, una serie di master e, soprattutto, mantenere costante lo studio quotidiano che, già ora, è di parecchie ore al giorno (per mia figlia son minuti, ma tant'è). Per chi conosce la musica, tutto questo è assolutamente normale: la musica è una materia vasta e complessa, dove lo studio della storia si interseca con la fatica dell'assimilazione delle basi e dove le rigide leggi dell'armonia vanno di pari passo con l'originalità delle interpretazioni.
Se però trasferissimo queste categorie nell'ambito della letteratura, non ci troveremmo di fronte ad una materia tanto diversa, per vastità e per difficoltà, tutt'altro. Eppure, sfido a trovare un giovane autore che per dieci anni abbia letto classici per due-tre ore al giorno, abbia sudato sulla grammatica, abbia fatto esercizio di scrittura, di analisi del testo, di ermeneutica e filologia. Dieci anni, tutti i santi giorni, tre ore al giorno- per coltivare un talento innato, sia chiaro: perchè altrimenti si avrebbero degli onesti mestieranti, ma di artisti veri, neanche l'ombra.

A questo punto, il filo rosso su cui scorre la mia arrabbiatura dovrebbe essere chiaro: se i miei modelli sono Federico Moccia o Dan Brown o anche la Camilla, come posso pensare di dover dedicarmi ad uno studio matto e disperatissimo per diventare famoso? e se l'editoria richiede che il mio genio si adegui ai (dis)gusti del mio potenziale milione di lettori, che senso ha educarlo in modo tale che non riesca a piegarsi al servo encomio della legge del successo? e pazienza se si perdono occasioni preziose per insegnare agli altri a riflettere e a pensare e a crescere come persone autonome nella mente e nel cuore: la scalata alle classifiche di oggi non passa certo da qui

Almeno, lasciate che mi arrabbi....
Alla prossima
Alessandra

8 commenti :

  1. Cara Ale, a quest'ora io lascio che tu ti arrabbi, ma nella BIBBIA sta scritto:
    non lasciar mai, che il sole tramonti sulla tua collera! Buona notte deny

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  2. capisco e approvo lo sfogo che non vorrei alimentare ulteriormente ,per esempio, parlando dei "premi letterari": io mi trincero dietro ad un "no comment" forse vigliacco e comodo ma raramente mi sono trovata d'accordo con le scelte dei giudici : parere personalissimo e duscutibile, per carità.
    a presto

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  3. Ale! Come hai ragione.... e questa cosa succede anche in musica... quanti "cantanti", che han venduto milioni di dischi, non conoscono il significato di una nota!!!!
    Ne parlavo qualche gg fa con un amico... possibile che in molti libri (soprattutto tradotti) non ci sia un uso corretto del congiuntivo?????
    Ho un carissimo amico che un anno fa ha pubblicato con Mondadori (quindi casa editrice tra le maggiori) un bellissimo (a mio giudizio ma se poi vorrai leggerlo ti darò info) romanzo... senza pubblicità però ha venduto molto ma molto meno del libro di quella signora che in TV "sforna" ricette e ci "poccia pure il dito"!!!!!
    Dai domani e sabato sii felice!
    Ro

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  4. ciao alessandra
    condivido, ci sono autori che meriterebbero e che sono per lo più sconosciuti, mentre ci ritroviamo best seller, magari dello stesso autore, tutti unificati, troppo simili per trovare il gusto di una nuova lettura. mah.... poi l'editoria va male... buon week end. ciao babs

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  5. Deny, poi mi passa...:-) sono la classica tipa da cinque minuti. Però, l'amarezza resta, considerata l'entità delle occasioni perdute

    Roby: oggi non alimentiamo. Ma una delle prossime volte, diamo fuoco alle polveri, perchè questo è un altro argomento di cui parlare. Eccome se lo è

    Ro: una sera, a XFactor, Morgan ha dovuto spiegare che conoscere la musica italiana è importantissimo. La cosa peggiore è che la discografica alzava gli occhi al cielo... E comunque, l'unico gruppo di altissimo livello che è entrato lì dentro, composto da musicisti di grande valore (parlo a ragion veduta perchè il 'leader' è il figlio del professore di solfeggio del conservatorio di genova e gli altri ragazzi si sono diplomati tutti lì) è stato eliminato dalla ventura "perchè non se li sentiva in pancia"
    Per il resto, se vai a leggerti una delle due recensioni linkate, capirai quanto concordo con te su tutto il resto

    @ Babs, appunto. Chissà come mai... anche perchè, detto fuori dai denti, col mio solito dannatissimo politically uncorrect, lo zoccolo duro su cui poter contare non sono i lettori da best sellers, ma tutti gli altri...
    buon fine settimana
    ale

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  6. Hai presente quel bellissimo capitolino del Piccolo Principe in cui era capitato su un pianeta il cui unico abitante dichiarava di essere in grado di farsi obbedire dal sole?

    Quando il Piccolo Principe gli chiede di ordinare al sole di tramontare lui risponde che potrà farlo solo alla sera poichè per essere obbediti bisogna dare solo "ordini possibili"...

    Ok, esattamente questo è secondo me il punto da cui partire nella riflessione...

    E' possibile che la maggior parte degli adolescenti sia in grado di mettere da parte brufoli, pruriti, lucchetti per perdersi nella reale bellezza di un periodo ben costruito? Ovviamente no: comunicano per sms, chiedono amicizia virtualmente, hanno altro da fare...

    E' possibile che chi è cresciuto a Grande Fratello, inteso come massimo godimento di una serata televisiva, resti rapito da un'opera teatrale di De Filippo? Ovviamente no: niente volgarità, niente sesso in diretta, poche sorprese...

    Dunque non è loro l'errore...sei tu che "dai ordini impossibili"...

    Non credo valga relmente la pena arrabbiarsi, credo sia bello e nobile, una volta tanto, fare gli snob...fai parte di una nicchia, hai una figlia che studia musica, padroneggi la nostra lingua con delicatezza, ironia e disinvoltura, hai la straordinaria capacità di leggerti dieci libri al mese: non ti crucciare per chi si accontenta, per chi si piega alle logiche di mercato, per chi sbaglia i congiuntivi...

    Io ho smesso da tempo, mi indigno di meno, pretendo da ognuno quello che può darmi...

    Ordina al sole di tramontare alla sera: vedrai che ti obbedisce...

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  7. La penso esattamente come te, e mi verrebbe da scrivere un papiro a riguardo (sia per quel che riguarda l'industria discografica, l'editoria, e compagnia bella) ma è meglio che non apra il vaso di Pandora...

    Aggiungo solo che la Ventura non poteva sentirseli in pancia, per farlo avrebbe dovuto essere in grado di distinguere la Musica vera, da una suoneria del cellulare.

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  8. in realtà pare che ormai sia così in ogni campo..studiare e impegnarsi conta poco, conta molto più presentarsi edessere presentato in un certo modo, una facciata d'oro (??) dietro cui non si nasconde proprio niente!!
    Certo, non sono mamma, ma capisco che sia difficile, anche con figli assennati, fargli comprendere che la strada rapida e meno faticosa, non è quella che ti porta in cima e ti ci fa restare,sopratutto se le tue parole sono pubblicamente screditate dal lavoro degli "esperti":..

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