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martedì 27 aprile 2010

... and the book is....


Herman Koch, La Cena

"Troppo amore non fa bene ai figli... Un thriller senza respiro, dove nessuno è innocente" (Niccolò Ammaniti)

Questo è quello che recita la fascetta sulla copertina della copia che ho comprato l'altro giorno, subito sotto il giubilante "due edizioni in una settimana". Il che, su menuturistico, è di solito foriero di sventura, per cui confesso che ci ho pensato parecchio, prima di proporlo come testo da leggere insieme la prossima volta.
Poi, però, la curiosità ha avuto la meglio.
L'autore è Herman Koch, un giornalista olandese che già si era cimentato con qualche romanzo, senza mai neppure sfiorare il successo planetario di questa sua ultima fatica, calata come un fulmine nel mondo dell'editoria e dei libri in genere, a far razzia di una miriade di riconoscimenti, fra cui il Premio del Pubblico 2009. Da noi è uscito a gennaio di quest'anno e dopo una settimana era già alla seconda edizione, secondo un copione che si è pu ntualmente ripetuto in tutti i Paesi dove è stato pubblicato.
La cena del titolo è l'unità di tempo e di luogo in cui si svolge il romanzo: al tavolo di un ristorante stellato, in una non ben precisata località dell'Olanda, siedono due fratelli, con le rispettive mogli. Ben lungi dal trascorrere una serata di piacere, i quattro cercano di proteggere i loro figli, autori di un delitto atroce- e questo mentre si susseguono le portate, presentate da un maitre cerimonioso, ignaro di quello che i suoi commensali stanno decidendo.
L'argomento, è chiaro, è spinoso e finisce per coinvolgere tutti gli aspetti più biechi della nostra società: lo si intuisce dall'interrogativo della quarta di copertina, che si chiede di cosa siamo capaci per proteggere i nostri cari e fino a dove può spingersi la protezione dei genitori verso un figlio che ha commesso qualcosa di ingiustificabile, che potrà rovinare la sua vita per sempre.
Questo è, dunque, il fulcro su cui ruota l'intera storia, che si snoda per 286 pagine: mi è stato assicurato che, una volta ingranata la marcia della lettura, la storia scorre veloce e, alla fine, si sta col fiato sospeso, in attesa del colpo di scena che, vi preannuncio, ci sarà. Per cui, non starei a dilatare troppo i tempi del nostro appuntamento: il solito mese, potrebbe andar bene, cosa dite?
Intanto, eccovi gli estremi:
Herman Koch,
La Cena
Neri Pozza- Bloom
16 euro

Tre cose ancora:

la prima: sebbene non fosse nelle mie intenzioni riproporre un libro "tosto", non ho potuto fare diversamente. Rispetto a Un Uomo Solo è davvero tutt'altra cosa, ma proprio tutta:-tutta-tutta però, una lettura leggera non è, non tanto per lo stile, che scorre, quanto per le tematiche che affronta. Nello stesso tempo, mi sembrava una buona idea poterci confrontare, stavolta, con degli argomenti più attuali e più "aperti", in una società che da anni ha preso la china del dispregio dei propri valori. Per l'estate, prometto qualcosa di più lieve, compatibilmente con i limiti di una lettura comune: intendo dire che, per quanto io adori Nero Wolfe, non potrei mai proporlo come testo su cui discutere- e lo stesso vale per la Kinsella e le sue amiche, detto con tutto il rispetto di questo mondo e con tutti i loro libri impilati in libreria

la seconda: sono a rischio bidone anch'io. Questo era chiaro sin dagli inizi, ma lo ribadiamo qui: io non consiglio libri che ho già letto. Mi limito a sceglierli, tenendo conto di un tot di parametri, uno dei quali è quello appena detto e l'altro è la pubblicazione recente. Per il resto, è un salto nel buio pure per me. Mi è andata bene con Isherwood (che, per inciso, non è per niente il mio genere), può andarmi male con Koch e con i testi successivi. Mi auguro di no, ovviamente, ma le regole del gioco sono queste e a queste sto.

la terza: detesto gli incensamenti, meno che mai se ci sono di mezzo io, per cui non vi dirò mai che la scorsa notte è stato bellissimo:-)
Però, se avete il tempo e la pazienza di andarvi a rileggere il post di Un Uomo Solo, lo capirete da soli.
Non so come dirvi grazie.

Dito qui sotto, dai...
Ale




16 commenti :

  1. davvero interessante questo libro, io ora non riesco a leggere troppo, ho ripreso a cucire e alla sera o uno o l'altro ma me li segno per quest'estate, grazie per tutte le recensioni così precise e dettagliate :-) baci Ely

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  2. Ma quanto ti piace leggere????Per me è un incubo, immaginati che non riesco a finire nemmeno il tuo sunto. Ma quanto sono ignorante!!!!Comunque non leggo nemmeno "BOLERO" stò sola con la mia poca cultura! Buona notte deny

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  3. Dopo una giornataccia, come quella che ho avuto con i miei figli, un libro così, è... la morte mia!!!! In questo momento sto pensando a tutte le possibili varianti di matricidio... nascosto... nel senso che poi la voglio fare franca... altrimenti che mi libero a fare di loro????
    Speriamo bene, perché prima la tematica gay (che con tutta l'apertura mentale che si può avere, non è certo quello che vorresti per i tuoi figli), poi la depravazione dell'omicidio... di male in peggio!
    QUindi, ti avverto, se anche questo non mi piacerà, pretenderò che prima li leggi tu e poi ce li consigli e a scatola chiusa non comprerò più niente!

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  4. Ale non ti ho dimenticata!
    Sono solo tipo tartaruga. Domani ti posto il mio commento su "Un uomo solo". mancano giusto le ultime 15 pagine.Poi naturalmente scappo in libreria per questo nuovo appuntamento.
    Ah ,last but not least (con voi rispolvero anche il mio scarso inglese) è arrivata la tua "creatura in carta ed ossa" che trova spazio in prima fila nella libreria. I piaceri della vita!
    Baci

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  5. Eccomi!! Dopo assenza dovuta ad un crash del mio portatile (che dio stramaledica windows) e non per mancanza di argomenti. Ho ripristinato il pc oggi pomeriggio dopo 2 gg dal "dottore" e 4 giorni di aggiornamenti Vista. Mi sto mettendo in pari. Domattina posto commenti al libro in comune e questo me lo leggo a wasington dove vado lunedi 3. Torno il 20 maggio, quindi arrangiamo una serata di commenti dopo tale data per favore... Diffido dei "casi letterari" vedi La solitudine dei numeri primi o l'eleganza del riccio, ma sono aperta a tutte le esperienze.

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  6. @ Ely, prego! come mi piacerebbe saper cucire...

    @ Deny, ma non importa! il tempo libero ognuno se lo gestisce come vuole (almeno quello!!!!!). A me piace leggere- e leggo...

    @ Stefania: rido-rido-rido e rido. Quando invece mi dovrebbe venire da piangere. La mia ha studiato fino a novembre. In 4a ginnasio. Ha navigato a vista fino alla pagella, poi, quando ha deciso che poteva andarle bene, ha chiuso i libri quasi del tutto. E' da novembre che urlo. L'altro ieri, le ho detto che ormai mi rassegno, che se la rimandano son cavoli suoi e vuoi sapere cosa ha risposto? "era ora".
    La prima delle due che trova un modo per farla franca, si telefona, ok???? :-)

    @ Gabriella, smack. Vai avanti con i tuoi tempi, senza problemi. Aspetto il commento: intanto poi faremo un banner in home page con il collegamento a Un Uomo Solo, in modo che chi lo legge dopo e vuol commentare, possa farlo

    @ Silvia : oooooooooooooooooooooooooooooohhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh e finalmente!!!!! ero già in fase di prostrazione (ecco, cosa le avremo fatto, ci avrà declassate perchè il libro fa schifo, non le sarà lievitata la focaccia, insomma, avevo già il mio cilicio pret a porter). Crepo di invidia per Washington, dove tornerei domani, ma ti aspettiamo, per la lettura collettiva: il 28 maggio, può andare???
    P.S. ce le fai, un po di foto, da mettere qui sopra?

    buona giornata
    ale

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  7. Leggendo i commenti sopra e qualche defezione pensavo..."Ma la focaccia al formaggio che è apparsa nel blog-roll prima?! Il link è vuoto, argh! (Frigno come i bambini)....ma io volevo la focacciaaaaa! Ahahahahahahahaha
    Scherzo. Ovviamente ci sono :))))

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  8. Ale, non so come è successo, ma ho tutti i commenti tuoi, sulla mia posta. Boh! Cosa devo fare?Buon giorno deny

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  9. E vada per la La Cena di Koch. Finisco il libro sul comodino ("la Stagione delle Cattive Madri") e mi ci butto....ero tentata anche dall'ultimo di Zafron che in realt� viene prime�a degli altri ma attender�. Grassssie ancora di questa bella iniziativa

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  10. inutile dire che questo libro l'avevo addocchiato da un pò...mi incuriosisce e quindi : aggiudicato!!! :-)))

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  11. Eccome se ci sto!

    Benissimo la scelta di un libro tosto ( tanto paperinik me lo leggo per conto mio sotto l'ombrellone alternandolo al sudoku), meglio che tu non l'abbia letto perchè sei anche tu aperta ad emozioni nuove ed ok il 28 maggio...insomma: il mio dito c'è!

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  12. Ci sono, ci sono e allora lo leggo quando torno.
    Foto posso anche farle ma non rispondo della qualità dopo che qui postano una che potrebbe vincere il concorso di National Geographic e l'altra che potrebbe vincere un Pulitzer.

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  13. Penso di saltare il turno, a malincuore, ma sono travolta da problemi familiari che occupano tutti i miei pensieri: non riesco a leggere nulla :-(
    Spero proprio di esserci per il prossimo!!!
    Ciao!

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  14. ho comprato il libro e stavolta non mancherò all'appuntamento! mi sono persa isherwood per alcuni problemucci di tempo... ma questo mi intriga molto, la quarta di copertina mi ha messo addosso la frenesia! speriamo non ci deluda :)
    non vedo l'ora di condividere impressioni
    un bacio

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  15. Agghiacciante.
    Ho letto solo un altro romanzo che ha avuto il potere di annichilirmi in questo modo: 'l'errore di Platini' di Recami.
    E' agghiacciante la totale assenza di valori, di espressioni di emotività affettiva, la supremazia della superficialità del sembrare rispetto alla profondità dell'essere.
    L'aspetto educativo, o meglio, l'assenza dell'aspetto educativo, è qui volutamente esasperata, ma ho paura sia ormai una quasi normalità: qualche anno fa, ad una riunione della 3a elementare frequentata da mia figlia, i genitori cui venne fatta presente l'eccessiva insolenza ed arroganza dei loro pargoletti, risposero orgogliosamente: "i nostri figli sono molto svegli e questa aggressività ne è l'inevitabile rovescio della medaglia" ...
    C'è infine un aspetto-sorpresa che si rivela poco a poco: infatti fin dall'inizio il raccontare pacato e distaccato del protagonista narrante non fa per nulla presagire il suo carattere violento, ma solo alla fine, mettendo insieme tutti gli episodi, finché poi emergono anche esami genetici, si arriva alla possibilità della patologia mentale - forse si riferisce ad un disturbo bordeline di personalità?
    Ma non è un'attenuante, perchè ben si capisce che lui stesso, col sostegno della moglie, ha sempre rifiutato di curarsi.
    La moglie, apparentemente così dolce e paziente, si rivela la vera anima nera del gruppo, con un rapporto diabolicamente edipico con il figlio (è lei che dice 'in fondo era solo una barbona'...).
    La conclusione è amara e ci predisporrebbe ad un pessimismo inevitabile.
    Ma per me la domanda cruciale non deve essere:
    Cosa avremmo fatto noi? come avremmo agito noi al posto di quei genitori?
    Vorrei invece che chi legge questo libro arrivi a chiedersi: cosa possiamo fare noi per evitare una tale evoluzione del sistema famiglia-società...

    silvia - piacenza

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  16. Comincio a postare qui il mio commento perché ho paura di perderlo; quando sarà aperto il thread di discussione, lo copierò anche lì.

    Molto bello e forte questo libro dove nulla è come appare, che è un pugno nello stomaco e allo stesso tempo spinge a riflettere su se stessi, sui valori che si è tentato di trasmettere ai figli e sulla libertà dei figli medesimi, che a un certo punto fanno le loro scelte personali.
    Fin dall’inizio la sensazione è strana: si percepisce uno strano distacco, un certo non so che di irreale, che si delinea e chiarisce a mano a mano che si prosegue con la lettura.

    Il libro si apre con la citazione dell’incipit dell’Anna Karenina e l’accenno alla famiglia felice si ripete come un refrain lungo tutta la narrazione.

    A fare da contrappunto alla storia vi è il menù del ristorante, dall’aperitivo alla mancia, con il Maître che è quasi la controfigura di Paul: quel suo dito mignolo che si avvicina fastidiosamente agli ingredienti che compongono le varie pietanze quasi fosse una lente d’ingrandimento, che li dettaglia ad uno ad uno rivelandone le incongruenze (olive del Peloponneso, olio dalla Sardegna e rosmarino olandese) senza riuscire a coglierne l’unità, richiama i flashback di Paul, che richiama alla memoria spezzoni del suo vissuto per cercare di capire come le cose siano potute giungere al punto a cui sono giunte. E come il Maître, neanche Paul riesce a trovare un nesso tra i vari spezzoni, che dia unità alla sua vita. Togliendo la lente d’ingrandimento che cerca di studiare il singolo episodio, quello che prevale è il vuoto (come il vuoto del piatto), un vuoto beffardo che sembra dirti “tanto lo so che non hai il coraggio di andare a fondo”.

    Nulla è come appare: Serge, che sembrava egoisticamente preso dalla sua carriera politica, si rivela invece più corretto e morale degli altri, con la sua decisione di dimettersi; Babette, all’apparenza un’ambiziosa arrampicatrice che mira allo status di First Lady e che sembra avere adottato Beau per mere questioni di immagine, in realtà ama veramente il ragazzo. Claire, che sembrava la persona più equilibrata del quartetto, risulta la più ferocemente egoista, pronta a tutto pur di mantenere lo status quo, compresa la complicità nell’omicidio del nipote adottivo e l’attacco fisico al cognato. Paul è un personaggio stranito, smarrito, che cerca di raccapezzarsi tra i vari episodi della sua vita, in una evidente dissociazione della personalità che pensa alla sua vita come a una serie di episodi staccati e senza senso, a cui manca un filo conduttore. Il personaggio più coerente in assoluto è Michel, con i suoi occhi sinceri: soffre dello stesso disturbo del padre, ma non ha avuto un’educazione che cercasse di contrastare le sue tendenze violente e quindi tutti i suoi atti sono assolutamente logici e non gli creano nessun conflitto interiore.

    Chiudendo il libro viene in mente l’opposto dell’incipit dell’Anna Karenina: “Tutte le famiglie infelici si assomigliano, ma ogni famiglia felice è felice a modo suo.”

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