A scanso di equivoci: non ci andrò. Esattamente come non ci sono più andata, da qualche anno a questa parte. Troppa ressa, troppa concentrazione, troppa confusione e troppi libri. Il dispiacere con cui lo scrivo è facile da immaginare ed è probabilmente diffuso, fra noi che condividiamo, qui e altrove, una passione intensa e viscerale come quella della lettura.
L'anno di nascita non lo ricordo, ma quando si inaugurò questo Salone, io ero al settimo cielo. Mi sembrava impossibile, in quell'epoca dalle librerie blindate, con il bancone del venditore a far da barriera fra te e i libri, dagli acquisti premeditati e dalla toccata e fuga, al pari degli altri negozi, poter vagare per centinaia di metri quadrati, prendendo in mano tutti gli oggetti del mio desiderio, passando una giornata intera fra stand e bancarelle, pranzando con gli autori e parlando con loro. Andai all'inaugurazione, quell'anno, e i successivi mi videro sempre presente, con un programma scandito minuto per minuto, fra presentazioni, incontri con gli autori e, soprattutto, quelle che allora mi sembravano passeggiate in paradiso.
Non scomodo l'inferno, per parlare di questo Salone, perchè resta comunque uno degli eventi di punta nel sempre più scarno panorama della cultura italiana e pertanto va rispettato e difeso. Tant'è che io per prima, ogni anno, mi faccio delle illusioni, ripromettendomi di tornare e di mettere da parte le mie aspettative troppo alte e la mia aria da snob.
L'ho fatto anche quest'anno e forse ci sarei anche riuscita, complice menuturistico e qualche occasione di incontro con le amiche, se solo non avessi visto il programma della manifestazione che, stavolta, annovera nella sezione Grandi Ospiti tutta una serie di VIP televisivi, ovviamente alla loro opera prima, fra cui spicca l'Avanti, Savoia! del nostro Emanuele Filiberto.
Vedete, a me è stato insegnato che tutti i libri, in quanto libri, hanno sempre qualcosa di buono. E' ovvio che, col tempo, a suon di macinare pagine, il "qualcosa di buono" ha ristretto il suo margine, ma il concetto di fondo rimane. Per cui, io non contesto il Cotto e Mangiato di Benedetta Parodi o la storia della gravidanza di Antonella Clerici. E' solo che vorrei che, accanto a loro, ci fossero tutti quegli scrittori di puro talento che, invece, il più delle volte restano fuori dalla porta, magari dopo essersela pure ricevuta in faccia, metaforicamente e no.
Per cui, anche stavolta, me ne sto a casa, anche se mi dispiace tremendamente per Guccini e Scott Turow: ma il primo, prima o poi, lo si incontra e del secondo, ne faremo a meno: intanto, neanche ci somiglia, a Harrison Ford....
A domani
Alessandra
L'anno di nascita non lo ricordo, ma quando si inaugurò questo Salone, io ero al settimo cielo. Mi sembrava impossibile, in quell'epoca dalle librerie blindate, con il bancone del venditore a far da barriera fra te e i libri, dagli acquisti premeditati e dalla toccata e fuga, al pari degli altri negozi, poter vagare per centinaia di metri quadrati, prendendo in mano tutti gli oggetti del mio desiderio, passando una giornata intera fra stand e bancarelle, pranzando con gli autori e parlando con loro. Andai all'inaugurazione, quell'anno, e i successivi mi videro sempre presente, con un programma scandito minuto per minuto, fra presentazioni, incontri con gli autori e, soprattutto, quelle che allora mi sembravano passeggiate in paradiso.
Non scomodo l'inferno, per parlare di questo Salone, perchè resta comunque uno degli eventi di punta nel sempre più scarno panorama della cultura italiana e pertanto va rispettato e difeso. Tant'è che io per prima, ogni anno, mi faccio delle illusioni, ripromettendomi di tornare e di mettere da parte le mie aspettative troppo alte e la mia aria da snob.
L'ho fatto anche quest'anno e forse ci sarei anche riuscita, complice menuturistico e qualche occasione di incontro con le amiche, se solo non avessi visto il programma della manifestazione che, stavolta, annovera nella sezione Grandi Ospiti tutta una serie di VIP televisivi, ovviamente alla loro opera prima, fra cui spicca l'Avanti, Savoia! del nostro Emanuele Filiberto.
Vedete, a me è stato insegnato che tutti i libri, in quanto libri, hanno sempre qualcosa di buono. E' ovvio che, col tempo, a suon di macinare pagine, il "qualcosa di buono" ha ristretto il suo margine, ma il concetto di fondo rimane. Per cui, io non contesto il Cotto e Mangiato di Benedetta Parodi o la storia della gravidanza di Antonella Clerici. E' solo che vorrei che, accanto a loro, ci fossero tutti quegli scrittori di puro talento che, invece, il più delle volte restano fuori dalla porta, magari dopo essersela pure ricevuta in faccia, metaforicamente e no.
Per cui, anche stavolta, me ne sto a casa, anche se mi dispiace tremendamente per Guccini e Scott Turow: ma il primo, prima o poi, lo si incontra e del secondo, ne faremo a meno: intanto, neanche ci somiglia, a Harrison Ford....
A domani
Alessandra
Ero convinta di andarci (per lavoro) ma (per lavoro) non ci posso andare, lo so è paradossale!
RispondiEliminaARGH! Pensa che volevo persino proporti di andare insieme :-/
Ora però che guardo il programma non è che mi stia proprio mangiando le dita...
Non lo so...forse dovresti metterti un libro intelligente sulla testa (dicono che aiuti il portamento!), sfoderare il tuo migliore charme snob, camminare con passo regale davanti al principe canterino e gustarti quella nicchia di cultura che ancora resiste...
RispondiEliminaMeno ci vai tu e più ci vanno le fan di Moccia...ed il circolo vizioso continua...
L'idea di andarci insieme era venuta anche alla Roby ma poi abbiamo desistito. Ci sarebbe Mantova, però, a settembre... Per ora, il Festival resiste agli assalti della TV (Savoia compresi): ci si potrebbe fare un pensierino, prima che ci si debba andare con un libro in testa anche lì...:-)))
RispondiEliminaP.S. l'aria da snob è nel DNA, purtroppo...
Carissima, ed io pensavo che tu ci andavi per presentare il tuo libro!... Che illusione..
RispondiEliminaUn bacione
Mi sa che Mantova sia meglio. Ci sono stata 10 anni fa e mi piacerebbe ritornaci. Si fa un giro insieme?
RispondiEliminaMantova mi piacerebbe, la data è un po' fetente difatti me la sono sempre persa, ma non è detto che non si possa fare, soprattutto se decido di mandare a f.... un progetto :-)
RispondiEliminaNon è che la cosa mi convenga, però potrebbe essere salutare ^^
Anche io, come Giulia, pensavo al tuo bel libro! Che delusione! E allora non ci vado, neanche io!
RispondiEliminaVada per mantova, allora. Avvisiamo anche silvia di piacenza e l'altra mia amica che legge ma non scrive qui sopra e ci andiamo tutti insieme- e magari aiutiamo anche la muscaria a mandare afff... il suo progetto, che cosa vuoi che ci sia di più importante dei raduno mantovano, scusa!!!!!!
RispondiEliminaGiulia e Stefania, la presentazione ufficiale la facciamo qui, a metà giugno e se poteste venire, non è che sarei contentissima- ma di più. E questo vale per tutti, ovviamente. Poi, però, ne possiamo organizzare un sacco di altre, lungo la penisola...dovrò sacrificarmi moltissimo :-) ma per l'Arte lo si fa...
un bacione
ale
alle prime righe quando ho letto "troppi libri" mi son sconvolta... In che senso?! I libri non possono mai essere "troppi" a prescindere!
RispondiEliminaPoi ho letto il resto, traducendo il concetto in "troppo pochi libri veri".
Mi è successa ieri sera la stessa cosa al cinema: dovendo accompagnare qualcuno in un multisala non c'era un film che avrei visto, fosse dipeso da me. Che tristezza... Mille volte meglio un cineforum su vecchie poltrone sbilenche senza spazio per le gambe, senza dolby surround, senza la gialla puzza dei popcorn!
Sono profondamente orgogliosa di questo comune snobbismo, sinceramente, ma riguardo al Salone di Torino... avendone la possibilità preferirei comunque pinzarmi il naso con una molletta da bucato ed andare a caccia di quei pochi libri veri che mi allarghino cuore e mente. Ma non posso, e dif atto questo è un ottimo alibi. Sempre a prescindere...
Troppi libri veri- ma anche troppo poco spazioe troppo poco tempo per goderseli, come meriterebbero. Premetto che io son tipa da megastore, perchè ho bisogno di tanto assortimento e di potermi fare i fatti miei :-) prendere i libri in mano, sfogliarli, rimetterli giù, tornare a riprenderli e così via- cosa che, purtroppo, nelle piccole librerie non mi è concessa. Questo, al Salone, mi è stato possibile nei primi anni, quando non c'era ancora tutta questa ressa e quando potevo disporre di più tempo per strategie di arrivo e di partenza.Quindi, immaginati il nervoso, a vedere tutto quel ben di Dio e a non potermelo godere cme avrei voluto!!!!
RispondiEliminaciao
ale
Scusate l'intromissione, perchè io leggo da molto e mai scrivo. io ci andrò per lavoro (presentazione del libro dello scrittore cui è intitolata la biblioteca per cui lavoro) ma nel breve momento libero mi dirigerò nella zona dei piccoli editori: tanto tutti vanno dai grossi... io non mi sono mai pentita di questa scelta.
RispondiEliminaA mantova non ci sono mai stata, ma la fregatura è che devi prenotare con anticipo gli incontri.
Buona giornata
Ludmilla
Ciao, Ludmilla e benvenuta fra i commentatori!
RispondiEliminaSui piccoli editori, con me, sfondi una porta aperta: il libro che ho appena pubblicato è edito da uno di loro e non posso che apprezzare l'onestà e la fatica con cui essi portano avanti una passione ancora non contaminata da logiche di mercato et similia. Anzi, ti dirò che mi piacerebbe poter dar loro spazio qui, qualche volta. Senti, ti andrebbe di scriverci qualcosa, una volta tornata dal Salone?
ti lascio le due mail
menuturistico@gmail.com
alessandra.gennaro@gmail. com
ciao
ale