La cosa che mi lascia più strabiliata, ogni volta che risistemo i miei diari di viaggio, è constatare quante cose riusciamo a vedere in un giorno. E, credetemi, non si tratta di visite superficiali, tutt'altro: in ogni luogo dove capitiamo, cerchiamo di visitare tutto quello che ci interessa. Il che, ovviamente, non significa tutto quello che c'è- ma qualche volta anche sì.
Di solito, organizziamo tutto da casa. Io studio guide e percorsi per settimane intere, mio marito fa l'itinerario (di solito, sconvolge il mio) e, quando partiamo, sappiamo già perfettamente dove dobbiamo andare e che cosa dobbiamo visitare. Qualche volta, penso che di tutte le fasi del viaggio, quella che a me piaccia di più sia proprio l'organizzazione e difatti, se avessi una giornata di 48 ore e un conto in banca a 48 zeri probabilmente mi metterei a scrivere guide turistiche come si deve (che a casa mia significa "come piacciono a me"): sta di fatto, comunque, che se c'è qualcosa di notevole lungo la strada, difficilmente ci sfugge. E se è in una stradina laterale, magari impervia e accidentata, ancora di meno.
Come ogni regola che si rispetti, anche questa ha però le sue eccezioni: qualche volta ci capita di dover rinunciare a qualcosa, più spesso riusciamo ad aggiungere qualche extra. Questo è ciò che succede oggi, in una giornata che già si era annunciata come una delle più fitte del viaggio e dove, alla fine, scopriamo di avere ancora due ore di tempo per un bel fuoriprogramma. Ma prima, però, bisogna rispettare quello ufficiale, che prevede un giro di castelli e, in mezzo, un'abbazia.
Doune Castle, a dire il vero, non sarebbe rientrato nei piani: ma abbiamo fatto un biglietto cumulativo che ne comprende la visita e, già che si trova sulla strada, facciamo una deviazione, per dare un'occhiata.
La figlia, però, è di tutt'altro avviso perchè, ci comunica solenne, "a lei i castelli non piacciono".
"No, dico, fammi capire: ci sparigli le carte, con l'Irlanda già organizzata, e ci dici 'o Scozia o niente' e ora te ne esci con 'i castelli a me non piacciono'? E da quando, di grazia?"
Io mi chiedo com'è che mi saltino in mente certe domande: da quando non le piacciono i castelli? ma da sempre, ecchediamine! E' una vita che lei si sottopone a queste atroci torture materne, piegandosi docilmente al mio volere solo per il quieto vivere, assecondando l'indole mite del suo carattere solo per farmi piacere: ma a lei, sia chiaro, i castelli fanno schifo.
Ora, io non so che cosa dicano i manuali dei perfetti genitori in merito- e anzi, detto fra noi, preferisco non saperlo. Anche perchè, di sicuro, comincerei a sentirmi una madre inadeguata, non all'altezza, incapace e deporrei quello che , a tutt'oggi, si è rivelato lo strumento più persuasivo ed efficace, fra quelli finora testati: "ok, niente felpa con 'I-love-Scotland'. E non ditemi che mi sto abbassando a vili ricatti: a me il richiamo alla coerenza pare chiaro: se ti piace la Scozia, ti devono piacere anche i castelli. Cosa dite? Non si era capito???
Doune Castle è il classico castello medievale: nessun arredo, nessun arazzo, nessuna tavola imbandita, nessuna tappezzeria di seta, ma solo una costruzione massiccia ed imponente che rivela subito la funzione primariamente militare del maniero. Gli interventi di restauro sono stati rispettosissimi e oggi non c'è nulla di minimamente artefatto o forzato che ne alteri un fascino che da settecento anni resta immutato. La guida aggiunge che si tratta di un luogo di culto per gli appassionati di cinema, avendo fatto da sfondo ad alcune "memorabili scene" di Monty Pithon e il Sacro Graal: e anche se non amo il genere e non conosco il film, non esito a comprendere le ragioni di questa scelta
Il tempo si è decisamente messo al bello quando entriamo a Dunblane, un piccolo villaggio tutto intorno ad una bella cattedrale gotica, dagli esterni di singolare semplicità. Abituati come siamo ad un trionfo di statue e di sculture, restiamo un po' interdetti di fronte ad una testimonianza così anomala. Anche l'interno è diverso da quello che siamo abituati a vedere- nella navata manca addirittura il transetto- ma l'insieme ci colpisce ugualmente. Mia figlia - a cui è tornato il buonumore- confessa convinta di preferire il romanico al gotico, in un elogio della semplicità che mi riporta indietro di trent'anni, quando avevo grosso modo la sua età e dicevo grosso modo le stesse cose- e in cuor mio mi auguro che continui a pensarla così per sempre.
Il piatto forte della giornata è Stirling, la città che fece da scenario ad alcuni fra i più sanguinari scontri della già abbondantemente insanguinata storia di Scozia: da qui, infatti, passarono tutti, da William Wallace (il Bravehart di Mel Gibson) a Bonnie Prince Charlie, da Giacomo VI a Robert the Bruce, la cui statua troneggia all'ingresso del castello.
Se i Borders e i Trossachs erano il regno incontrastato di Maria Stuarda e Walter Scott, è la memoria di Robert the Bruce quella che rivive in ogni angolo di questa regione. Fu il padre dell'indipendenza scozzese, conquistata a caro prezzo nel 1314 a Bannockburn, a poche miglia da Stirling, oltre che un re saggio e capace. Gli Scozzesi lo adorano- ma come si fa a dargli torto?
Liberi di non crederci, ma io il castello di Stirling non l'ho mai visitato. Ogni volta, c'era qualcosa che lo impediva- da uno sciopero del personale al più banale rispetto del giorno di chiusura. Stavolta, neanche a farlo apposta, è in corso la campagna di restauro, che terminerà nella primavera del 2011. Quando sto per piangere, mi accorgo di un ingresso laterale e la vita mi risorride.
Bello. Non lo si visita tutto, ovviamente, ma per gran parte sì- e quello che vediamo ci piace, eccome. A me ricorda un po' i castelli della Loira, per una concessione al vezzo e all'ornamento insospettabile nel rude popolo scozzese e inimmaginabile in queste terre. L'insieme è leggero, piacevole, di gusto e la visita ai vari ambienti scorre via velocemente, cucine comprese.
Facciamo un ultimo giro per i giardini, una sosta veloce al book shop e poi ci dirigiamo verso l'ultima meta della giornata, il delizioso borgo reale di Culross, che ci conquista all'istante. La guida chiosa che qui il tempo sembra essersi fermato, ma stavolta è vero: le case sono le stesse di cinquecento anni fa, restituite alla antica bellezza da un imponente restauro del Trust (l'equivamente britannico del nostro FAI), le strade sono in acciottolato e gli uomini portano il kilt. I colori sfumano nella morbida luce del crepuscolo e il silenzio è rotto dal lento sciacquio delle onde e dal rumore dei nostri passi. I profumi dei fiori si mischiano lievi all'aria della sera, un gatto miagola da un giardino, le ombre delle barche in secca si stagliano, da lontano- e noi staremmo qui per sempre.
Cioè: "per sempre" è una parola grossa. Diciamo che per un quarto d'ora, ce lo siamo goduti alla stragrande, il silenzio, la solitudine, l'immobilità. Ma dopo mezz'ora che andiamo avanti e indietro per la stessa strada, con i ciottoli che premono sotto le suole e gli occhi che vagano alla ricerca di un particolare che non sia stato "già visto" almeno dieci volte, cominciamo a scalpitare e a non poterne più.
E' a questo che mi riferivo, all'inizio del post, quando parlavo di eccezioni alla regola- e stavolta ha dell'impensabile: giriamo dalla mattina, con un programma da paura che sarebbe stato difficile realizzare- e invece non solo siamo arrivati alla fine, ma abbiamo ancora due ore di tempo. Non siamo stanchi, non abbiamo fame e meno che mai abbiamo voglia di perdere tempo alla ricerca del ristorante che non c'è. Meno che mai quando davanti a noi si scorgono i profili di due o tre posticini che...
"organizzare", a casa nostra, significa decidere quali sono i tagli meno dolorosi da fare, all'elenco dei luoghi da vedere. Stavolta, è toccato ai Lothian, la regione intorno ad Edimburgo, per le ragioni già esposte a suo tempo: qui, in un modo o nell'altro, ci si può ritornare. E quindi, niente Lothian, niente castelli, niente giardini, niente di tutto quello che oggi si trova a pochissime miglia da dove siamo.
"Però, è tutto chiuso", faccio io
"Fa niente", fa lui.
Brevissima: è tutto chiuso, ma ne vale la pena. Intanto, per rivedersi i due ponti sul Firth of Firth, sia quello "nuovo", su cui passiamo, sia quello "vecchio", che scorre parallelo e che per l'Europa industriale di due secoli fa rappresentò un altro inno al progresso, pari a quello della Torre Eiffel. Al tramonto, poi, è un'esperienza da mozzare il fiato.
E poi per chiudere in gloria, con una figura di m... che di più non si può, finendo dritti dritti al ricevimento nuziale di non so chi a Hopetoun House, la Versailles di Edimburgo. L'euforia del primo momento ("evvai, figata, è aperto!!!), ha lasciato spazio a momenti di incredulità (" non ci posso credere..."), mutatisi in vaghe perplessità ("ma come mai è aperto?) e in rosicanti dubbi ("ma com'è che non c'è nessuno alla biglietteria?), fino al tripudio finale dell'abbordaggio al testimone di nozze ("eschius- miiiiiii, uot hhhhheppen????), confuso con un custode a causa del kilt. Mai come in questo caso, il velo pietoso è d'obbligo.
Alla prossima
alessandra
ahahahahahh..la fine è da film!!!baci Fla
RispondiEliminabella la conclusione, avrei voluto vedere le vostre facce! fantastico questo post-guida turistica me lo annoto se mai riuscirò ad andare in scozia!
RispondiEliminaHihihihi...mi sembra di vedere le facce...hihihi
RispondiEliminache voglia di volare li che mi hai messo!!!
RispondiEliminaHAHAHAHAHAHA!!! Ale, non mi avevi mai detto di essere una gatecrasher!!! :-D
RispondiEliminaOltre alle guide turistiche però, secondo me devi scrivere anche il manuale dei perfetti genitori: approvo il richiamo alla coerenza rappresentato dalla felpa!!! :-D
Se tu scrivessi guide turistiche io sarei la tua fan numero uno, perchè adoro le dritte che dai, gli scorci che suggerisci e il tuo umorismo, bravissima :D
RispondiEliminaQuando riguardo le foto e scrivo il diario di viaggio ho la tua stessa sensazione circa le cose fatte in giornate.
RispondiEliminaDoune castele lo trovo bellissimo, come Culross (meta tanto agognata dalla Creatura :-D).
Il "ricatto" ci sta eccome! Mai viste le felpe con scritto in piccolo "tranne i castelli"...
L'epilogo poi è da film anglosassone...
Fabio
AIUTO, devo ancora leggere tutto!!!
RispondiElimina(So già che mi divertirò :-P)
Rimando i commenti a lettura terminata, quindi per il momento beccati 'sto bacione!