Se siete fra quelli che, la scorsa volta, di fronte alla partecipazione di Andrea all'MTChallenge, oltre alla tenerezza e alla commozione, hanno provato anche un po' di invidia per una mamma così fortunata, è giunto il momento di rallegrarvi: perchè a questa seconda tornata della sfida, il fanciullo ha serenamente mandato la mamma a spigolare. Motivo? l'impostazione della ricetta, tutta imperniata sulla storia a cui è terribilmente allergico. Sua mamma, per nostra fortuna, non lo è: anzi, è una vera esperta della storia di Milano, la sua città, a cui si è ispirata per questo involtino a forma di biscione, il simbolo nei quali i Milanesi si riconoscono, da secoli. Se volete saperne di più, mettetevi comodi e cominciate a leggere, perchè davvero questo post è una miniera di informazioni in forma di racconto- che poi son le cose che a noi piacciono di più. E se volete saperne ancora di più, Cristina ci invita tutti a Milano, per farci da guida alla scoperta degli angoli più segreti della sua città Siccome queste son proposte a cui non so resistere, la prendo in parola ed estendo ufficialmente a tutti: se vi fa piacere, "prenotatevi" qui sotto o lasciatemi la vostra mail all'indirizzo del blog, che organizziamo.E intanto, godiamoci questo biscione di verza, che più milanese non si può..
INVOLTINO- BISCIONE DI Cristina P.
Dunque, eccoci alla prima sfida dell'anno dell'MTC. Come detto due mesi fa, mi sto divertendo tantissimo, quindi partecipo ancora, ma voi siete troppo bravi, troppo abili e fantasiosi. Io non posso competere allo stesso livello vostro, per cui ho deciso di proporre la mia ricetta ricorrendo ad un'arma "segreta", oppure sarebbe meglio dire "collaterale". Della serie: volete la guerra??? e che guerra sia!!! Anzi, più che una guerra, vi narrerò di una crociata.
Si parla infatti della prima Crociata in Terra Santa, quando 7.000 milanesi parteciparono capitanati da Ottone I Visconti.
Ottone venne a singolar tenzone con un gigantesco saraceno, di nome Vòluce. Costui era l’uomo più grande che mai cristiano avesse visto. Per insegna aveva un serpente in atto di divorare un uomo, a simboleggiare la propria invincibilità.
Il duello durò diverse ore, ma fu Ottone ad uscirne vincitore.
Ai suoi piedi giaceva, ormai morto, il saraceno. L’eroe milanese gli tolse le armi e lo scudo, decidendo poi di mantenere come proprio stemma quello del serpente divoratore di uomini (anzi, ormai di saraceni).
Tornato a Milano, Ottone fece adottare il biscione come insegna della sua famiglia.
Lo stemma venne poi tenuto dagli Sforza, successori dei Visconti ed arrivò ai giorni nostri, per esser ripreso da diverse aziende attuali. Mediaset, l'Inter, l'Alfa Romeo, per citare le più conosciute.
Questa è una delle leggende che narrano l'origine del biscione nello stemma milanese e, visto che le leggende non hanno certezze, a me piace immaginare che Ottone abbia detto al saraceno ormai ai suoi piedi: sei proprio una verza! Intendendo così offenderlo nelle sue abilità di combattente.
Ed ecco trovato l'anello di congiunzione che lega le Crociate all'MTC.
Insomma, ormai è chiaro il motivo per cui ho fatto l'involtino-biscione e se Ottone ha rappresentato il saraceno in bocca al suo rettile, io ho adagiato il serpente su un letto di grano....saraceno. Il ripieno invece l'ho fatto con uno spezzatino di agnello con cipolline borretane.
Non so se con questo riesco a stimolare la vostra curiosità su Milano, nel caso mi offro per accompagnare chiunque sia interessato alla scoperta di quello che c'è, oltre al traffico, allo smog e alla nebbia. Milano non è solo una città di affari, moda e industrie, c'è molto di più da scoprire, anche in tema culinario. Aspetto le vostre adesioni numerose.
Ingredienti:
1/2 kg di spezzatino di agnello
1/2 kg di cipolline borretane
verza
grano saraceno
olio
aglio
rosmarino
sale
pepe
vino rosso (io ho usato il Cannonau, bello corposo e tosto per "abbattere" un pochino il sapore intenso dell'agnello)
Soffriggere l'agnello con olio, aglio e un bicchiere di vino rosso. Far evaporare a fuoco vivace, aggiungendo pepe, sale e rosmarino.
Abbassare il fuoco, unire le cipolline spelate e cuocere 20-30 minuti tenendo coperto. Scoperchiare e far evaporare l'eventuale liquido rimasto.
A parte soffriggere il grano saraceno, ben lavato, con un po' di olio e uno spicchio di aglio, unire acqua bollente e portare a cottura per 15-20 minuti. Sono stata molto scarsa con il sale perchè l'agnello è già saporito di suo.
Una volta sbollentate le verze per 3 minuti in acqua bollente è arrivata l'ora di "applicazioni tecniche" cioè la composizione del biscione.
Ho scolato le verze togliendole dall'acqua con la schiumarola una ad una e, posate su un piatto e riempite con carne e cipoline, ho tentato di dare una forma.
Tralasciando tutte le parolacce dette perchè assomigliava di volta in volta ad un lombrico o ad una pantegana, vi invio il meglio che sono riuscita ad ottenere.
Il peperoncino è solo decorativo.
A questa ricetta non ha voluto partecipare mio figlio Andrea perchè, a suo dire, troppo legata alla storia, una materia (tra le tante!!) a cui è allergico....
Buon appetito!
Si parla infatti della prima Crociata in Terra Santa, quando 7.000 milanesi parteciparono capitanati da Ottone I Visconti.
Ottone venne a singolar tenzone con un gigantesco saraceno, di nome Vòluce. Costui era l’uomo più grande che mai cristiano avesse visto. Per insegna aveva un serpente in atto di divorare un uomo, a simboleggiare la propria invincibilità.
Il duello durò diverse ore, ma fu Ottone ad uscirne vincitore.
Ai suoi piedi giaceva, ormai morto, il saraceno. L’eroe milanese gli tolse le armi e lo scudo, decidendo poi di mantenere come proprio stemma quello del serpente divoratore di uomini (anzi, ormai di saraceni).
Tornato a Milano, Ottone fece adottare il biscione come insegna della sua famiglia.
Lo stemma venne poi tenuto dagli Sforza, successori dei Visconti ed arrivò ai giorni nostri, per esser ripreso da diverse aziende attuali. Mediaset, l'Inter, l'Alfa Romeo, per citare le più conosciute.
Questa è una delle leggende che narrano l'origine del biscione nello stemma milanese e, visto che le leggende non hanno certezze, a me piace immaginare che Ottone abbia detto al saraceno ormai ai suoi piedi: sei proprio una verza! Intendendo così offenderlo nelle sue abilità di combattente.
Ed ecco trovato l'anello di congiunzione che lega le Crociate all'MTC.
Insomma, ormai è chiaro il motivo per cui ho fatto l'involtino-biscione e se Ottone ha rappresentato il saraceno in bocca al suo rettile, io ho adagiato il serpente su un letto di grano....saraceno. Il ripieno invece l'ho fatto con uno spezzatino di agnello con cipolline borretane.
Non so se con questo riesco a stimolare la vostra curiosità su Milano, nel caso mi offro per accompagnare chiunque sia interessato alla scoperta di quello che c'è, oltre al traffico, allo smog e alla nebbia. Milano non è solo una città di affari, moda e industrie, c'è molto di più da scoprire, anche in tema culinario. Aspetto le vostre adesioni numerose.
Ingredienti:
1/2 kg di spezzatino di agnello
1/2 kg di cipolline borretane
verza
grano saraceno
olio
aglio
rosmarino
sale
pepe
vino rosso (io ho usato il Cannonau, bello corposo e tosto per "abbattere" un pochino il sapore intenso dell'agnello)
Soffriggere l'agnello con olio, aglio e un bicchiere di vino rosso. Far evaporare a fuoco vivace, aggiungendo pepe, sale e rosmarino.
Abbassare il fuoco, unire le cipolline spelate e cuocere 20-30 minuti tenendo coperto. Scoperchiare e far evaporare l'eventuale liquido rimasto.
A parte soffriggere il grano saraceno, ben lavato, con un po' di olio e uno spicchio di aglio, unire acqua bollente e portare a cottura per 15-20 minuti. Sono stata molto scarsa con il sale perchè l'agnello è già saporito di suo.
Una volta sbollentate le verze per 3 minuti in acqua bollente è arrivata l'ora di "applicazioni tecniche" cioè la composizione del biscione.
Ho scolato le verze togliendole dall'acqua con la schiumarola una ad una e, posate su un piatto e riempite con carne e cipoline, ho tentato di dare una forma.
Tralasciando tutte le parolacce dette perchè assomigliava di volta in volta ad un lombrico o ad una pantegana, vi invio il meglio che sono riuscita ad ottenere.
Il peperoncino è solo decorativo.
A questa ricetta non ha voluto partecipare mio figlio Andrea perchè, a suo dire, troppo legata alla storia, una materia (tra le tante!!) a cui è allergico....
Buon appetito!
Cristina
Da storica di studi ed appassionatissima di storia in tutti i sensi, sono incantata dalla ricetta e dal biscione. Grazie infinite a Cristina e alle due titolari per questo blog che è davvero una meraviglia.
RispondiEliminaE la tua offerta di un tour milanese Cristina è davvero allettante, anche perché credo di essere una delle porche persone che adora Milano (ci vive la mia più cara amica e quindi i miei ricordi sono tutti bellissimi) e detesta Roma (ricordi orendi), per cui...
Che bella questa storia!!! Cristina, grazie...ora però ci vuole il tuo blog "il biscione in on the table" vista la tua meravigliosa "Milanosità"..buon weekend, baci, Flavia
RispondiEliminaciao ho appena scoperto questo blog, complimenti è davvero carino! carinissima anche la ricetta di cristina e la storia è davvero simpatica! non la conoscevo, non credevo che il termine biscione potesse avere così tanti riferimenti storici! geniale anche il nesso del biscione adagiato sul grano-saraceno! grazie e buon week-end!
RispondiEliminaInteressante la storia, divertente la ricetta(...non solo divertente, anche buona!) e strepitosa l'iniziativa!!!
RispondiEliminaIo mi prenoto, vengo molto volentieri a scoprire gli angoli segreti di Milano e....voi!!
Molto divertente questo piatto di Cristina.
RispondiEliminaInteressante il racconto per le non-milanesi.
Ma perchè non mantenere la milanesità fino in fondo? Dovevi fare la ricetta originale milanese
e non accompagnare con un vino sardo ...
Scusa se mi permetto ma io avrei optato per Milano al cento per cento...
Comunque bravissima perchè hai avuto tanta cratività.
Bella la leggenda, divertente la ricetta, grandiosa l'idea del giro turistico milanese: la sfida è davvero riuscita ad ottenere il meglio da ciascun concorrente!...
RispondiEliminail biscione!!!!!
RispondiEliminabellissima storia e troppo simpatico questo piatto.
RispondiEliminaciao a tutti
Vada per il tour milanese: qualche anno fa ne ho organizzato uno da autodidatta, ma mi piacerebbe farlo con una guida d'eccezione .....
RispondiEliminaL'idea del biscione di verza è geniale!
Interessante davvero..come il biscione ripieno di agnello! ANche qui in Piemonte facciamo dei fagottini simili con la verza, non biscioni, ma ripieni di normale carne tritata (vitello). Questo è di sicuro meglio: è un biscione!!
RispondiEliminaCristina,
RispondiEliminaio e Giorgio (mio marito) ci prenotiamo senz'altro per una visita in primavera! Però vogliamo anche un tour di caccavelle, eh!
Grazie per la storia del biscione che, da buona ignorante quale sono, pensavo fosse solo il logo di Mediaset!
Valeria
Ciao Cristina,
RispondiEliminaL'idea del biscione è bellissima e la storia pure.
Io adoro Milano anche se la conosco solo per lavoro ma se organizzate una visita mi prenoto senz'altro.
Quando Cristina mi ha detto della sua idea del biscione ne sono rimasta entusiasta.
RispondiEliminaOltre ad essere una cara amica è una persona molto creativa (come si vede dalla ricetta), solare, curiosa e adora letteralmente la sua città. Ho fatto qualche tour con lei e vi posso assicurare che è una guida eccezionale!
La ricetta è bellissima e geniale. :-D
Grazie a tutti e sono felice della vostra adesione ai tour milanesi. L'unica cosa che vi chiedo è di aspettare qualche settimana: stamattina ci siamo svegliati con -3!
RispondiEliminaIo non scrivo molto spesso quindi ne approfitto per farvi tanti complimenti di cuore. Alcune ricette sono semplicemente deliziose e quello che mi piace di più è che sono semplici, originali, innovative, d'effetto ma fattibili. Siete davvero bravi, tutti. A presto. Cristina