OverBlog

domenica 20 marzo 2011

Il Danubio...o forse no: la Roja di Ponente di Diana



Una delle cose per cui ricorderemo l'MTC di questo mese è il ripasso dell'idrografia della nostra penisola: di sicuro c'entrano le celebrazioni del 17 marzo, che hanno colorato di bianco-rosso-verde il fiume che, da Strauss in poi, è diventato più blu di tutti gli altri. Ma di fatto, mai come in questa tornata, l'aggancio al territorio è stato fatto attraverso i corsi d'acqua che scorrono nelle zone di provenienza degli ingredienti che sono stati usati. Epperò, quando ho letto il nome con cui Diana ha voluto battezzare il suo Danubio, un po' di sussulto l'ho avuto: in primis, per l'amore che nutro nei confronti della nostra terra- la Liguria- ed in particolare per certe zone, dimenticate dai percorsi turistici e del tutto atipiche rispetto all'immagine che, volenti o nolenti, le deliziose cittadine rivierasche imprimono in chi ligure non è: non solo mare, mi verrebbe da dire, ma un entroterra "selvatico", una montagna che nulla ha da invidiare agli altri crinali alpini e un'idrografia povera ma bella, che nel corso dei secoli ha modellato il paesaggio lasciandoci scenari da mozzare il fiato- e la Val Roja, nell'imperiese, non fa eccezione. 
Il secondo motivo, più personale, è che se mai dovessi descrivere Diana, la descriverei proprio così: come un torrente ligure in piena, che gorgoglia e spumeggia, anche se gli son toccati corsi più impervi degli altri suoi fratelli, ed è più facile che, dietro l'angolo, ci sia di nuovo un ostacolo da affrontare, che non un comodo letto su cui lasciarsi andare. Oppure, l'ostacolo di un fiumiciattolo amico, a cui portare le proprie acque perchè in due, si  sa, si lavora meglio. E con Diana, poi, si finisce sempre per scorgere un raggio di sole- che magari non è nel tuo cielo, ma nella forza di questo torrente infaticabile che il tuo cielo, in un giorno fortunato, ti ha fatto il dono di incontrare.

LA ROJA DI PONENTE DI DIANA
Il nome di questa ricetta riporta forse alle onde del Danubio?........ visto che probabilmente è cosi' allora io ho deciso di chiamarlo Roia, perché il fiume che scorre, vicino a noi e solo per circa 60km dal territorio francese a quello italiano, è piuttosto impetuoso (quando c'è acqua) e quindi non si vedono onde morbide e sinuose ma vere e proprie onde crestate di spuma bianca... come il mio Roia che prima di essere infornato è tutto bitorzoluto!! Speriamo che la lievitazione  lo renda almeno un po' piu' presentabile!
INGREDIENTI:
500gr di farina in totale di cui
300gr manitoba del Molino Taramazzo
200gr farina 00 Rieper
150gr di latte (anche 160, 170, regolatevi in base all'assorbimento della farina)
3 tuorli ed 1 uovo intero
1 cucchiaino di sale (circa 8-10 gr)
10gr di lievito di birra
40gr di zucchero
1 cucchiaino di miele
100gr di burro (ho sostituito lo strutto, poichè non lo trovo come vorrei, con il burro in pari quantita')
1 cucchiaio di pate' d'olive taggiasche
2 cucchiai di concentrato di pomodoro di Mazara del Vallo (grazie Silvana!)
per il ripeno:
con la pasta al pomodoro: cacciotta - acciughe sott'olio - pomodori secchi sott'olio
con la pasta al patè di olive: cacciotta - acciughe sott'olio - olive verdi denocciolate
 PREPARAZIONE:
Ho preparato la pasta come indicato nella ricetta di Tery, l'ho divisa in due parti uguali di circa 465 gr l'una e ad una parte ho aggiunto il concentrato di pomodoro e all'altra il patè di olive.
Ho fatto riposare in forno spento con luce accesa per 2 ore circa i due impasti, ho poi formato i due filoncini e ritagliato a pezzi da 30gr.ciascuno, li ho appiattiti e appoggiato ai due impasti le relative farce, chiuso per bene e rimessi a lievitare per altre 3 ore.
Ho spennellato con il tuorlo d'uovo a cui avevo mescolato un po' di latte, finito con origano tritato sul danubio al pomodoro e pinoli su quello con olive.
Infornato a 170° per 45 minuti.

9 commenti :

  1. Brava Ale, la descrizione di Diana è perfettamente azzeccata :-))). Magistrale interpretazione di Diana per questa torta, ci sono tutti i sapori della nostra terra. Brava Diana, come sempre. Un abbraccio

    RispondiElimina
  2. Buonissimo questo danubio!!:)complimenti per tutte le tue ricette!:)

    RispondiElimina
  3. che meraviglia..da leccarsi i baffi!! complimenti!!ciao!

    RispondiElimina
  4. Che particolare questo simil danubio! Veramente gustoso con le acciughe, le olive ed i pomodori secchi. Tutti ingredienti molto saporiti che amimamo molto anche per i loro profumi!
    bellissima alternativa.
    baci baci

    RispondiElimina
  5. molto buono ... io sto ancora pensando al ripieno per il mio ... speriamo di riuscire a partorire qualcosa di buono ...

    RispondiElimina
  6. Mi piace questa declinazione italica di questo mese, sono contenta che il 150esimo compleanno d'Italia sia questo mese, una bella coincidenza per me che sono innamorata della nostra Italia :D

    RispondiElimina
  7. Signore grazie a tutte Voi!!! è stato un piacere partecipare... davanti alle altre preparazioni come "mio solito" è meglio che mi nasconda!!
    diana

    RispondiElimina
  8. La descrizione di Diana è così commoventemente vera che mi sono salite le lacrime agli occhi... e il suo Dan... Roja è così commoventemente buono che mi è salita la bava alla bocca... :-D

    RispondiElimina
  9. Diana, mi piace molto la tua idea dell'impasto al pomodoro, alle olive e l'aggiunta delle acciughe! Perchè poi ti dovresti nascondere, proprio non lo so!!!
    Un bacio,
    Valeria

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...