Questo è il patè di famiglia... comincia così la presentazione di Fabiola che, ancora una volta, regala all'MTChallenge una delle sue tante ricette di casa. Stavolta, però, c'è una dedica, nella quale mi sono rivista in tutto, dal contenuto alle virgole. Perchè questo mai troppo lodato ritorno alle ricette di casa non può non tener conto delle mani e della fantasia di chi, queste ricette, le preparava: vale a dire le nostre mamme, le nostre nonne e tutte quelle figure che, un tempo, senza tanti strumenti e senza tante invocazioni alle muse, imbastivano pranzi straordinari, partendo dalle fondamenta: impastavano, disossavano, sfilettavano e riuscivano sempre a trovare sapori nuovi con quello che c'era, in una cucina che era la vera esaltazione del km zero, senza bisogno di proclami, convegni o attestazioni ufficiali di sorta. Fabiola dedica questo patè alla sua mamma e noi siamo con lei, in un riconoscimento sacrosanto, ancor prima che legittimo. E se mai ci fossero dei dubbi, basta la ricetta che segue, a fugarli tutti...
PATE' DI TACCHINO E CHERRY GLASSATO ALLA WORCESTER SAUCE
Questo è il patè di famiglia, come molti che vi sono stati inviati.
Viene preparato da quando ho ricordi del pranzo di Natale. E' una ricetta di CI che col tempo è stata modificata.
Con l'occasione vorrei fare pubblicamente un monumento alla mia mamma, artefice della ricetta, per le seguenti ragioni:
1.
la lungimiranza di preparare un piatto così attuale negli ingredienti e nei sapori. Il tempo lo denuncia solo la presenza del dado che fino a tutti gli anni 90 era un l'insaporitore per eccellenza, poi caduto in disgrazia. Io me ne infischio e continuo ad usarlo nelle vecchie ricette di CI che lo prevedono
2.
la bravura e la tenacia di montarsi a mano il burro, le maionesi, la panna etc.; la capacità di impastare tutto a mano e di preparare basi difficili come la pasta sfoglia; oggi noi abbiamo robot, planetarie e, se non ci va di lavorare, pure le paste già belle che arrotolate e solo da stendere e pronte nel banco frigo dei supermercati
3.
la lungimiranza di usare ingredienti che da piccola mi sembrava normale vedere in dispensa ma che erano invece innovativi per quei tempi: spezie portate dai viaggi di lavoro all'estero, salse come la worchester, quella di soia, il tabasco...
4.
la voglia di preparare le sue mirabolanti cene (con 4 elettrodomestici in croce, altro che bimby e kitchen-aid), che la rendevano un mito fra la sua cerchia di amici con mio grande stupore perchè a me sembrava invece tutto così normale
5.
il suo meraviglioso pranzo di Natale, pieno di antipasti uno più complicato dell'altro e preparato ancora oggi senza tanti supporti escluso un robot tutto-fare (fu una delle prime ad acquistarlo) e le fruste elettriche
Ciao a tutte
PS: la foto mostra un patè "nudo". L'originale invece è decorato mirabilmente con sottaceti e gelatinato in superficie. Non mi sono azzardata, purtroppo non ho ereditato la sua manualità e il suo senso artistico
Viene preparato da quando ho ricordi del pranzo di Natale. E' una ricetta di CI che col tempo è stata modificata.
Con l'occasione vorrei fare pubblicamente un monumento alla mia mamma, artefice della ricetta, per le seguenti ragioni:
1.
la lungimiranza di preparare un piatto così attuale negli ingredienti e nei sapori. Il tempo lo denuncia solo la presenza del dado che fino a tutti gli anni 90 era un l'insaporitore per eccellenza, poi caduto in disgrazia. Io me ne infischio e continuo ad usarlo nelle vecchie ricette di CI che lo prevedono
2.
la bravura e la tenacia di montarsi a mano il burro, le maionesi, la panna etc.; la capacità di impastare tutto a mano e di preparare basi difficili come la pasta sfoglia; oggi noi abbiamo robot, planetarie e, se non ci va di lavorare, pure le paste già belle che arrotolate e solo da stendere e pronte nel banco frigo dei supermercati
3.
la lungimiranza di usare ingredienti che da piccola mi sembrava normale vedere in dispensa ma che erano invece innovativi per quei tempi: spezie portate dai viaggi di lavoro all'estero, salse come la worchester, quella di soia, il tabasco...
4.
la voglia di preparare le sue mirabolanti cene (con 4 elettrodomestici in croce, altro che bimby e kitchen-aid), che la rendevano un mito fra la sua cerchia di amici con mio grande stupore perchè a me sembrava invece tutto così normale
5.
il suo meraviglioso pranzo di Natale, pieno di antipasti uno più complicato dell'altro e preparato ancora oggi senza tanti supporti escluso un robot tutto-fare (fu una delle prime ad acquistarlo) e le fruste elettriche
Ciao a tutte
PS: la foto mostra un patè "nudo". L'originale invece è decorato mirabilmente con sottaceti e gelatinato in superficie. Non mi sono azzardata, purtroppo non ho ereditato la sua manualità e il suo senso artistico
Patè di tacchino e cherry glassato alla worchester sauce
Ingredienti
Per il patè: 380 gr petto di tacchino a cubetti - 280 gr di burro bavarese - 100 gr cipolla - 80 gr sedano - 50 gr carote - un cucchiaino brodo granulare - 100 gr cherry - 100 gr pancetta tesa a fettine sottilissime - 80 gr emmenthal - 1 foglia di alloro - 2 spicchi di aglio
Per la glassa: 50 gr burro - 250 gr latte - 50 gr panna fresca - 20 gr farina - 6 gr colla di pesce - sale - noce moscata - un cucchiaio grande di worchester sauce
Esecuzione
Patè: ridurre a cubetti sedano carota e cipolla, imbiondire in poco olio evo insieme all'aglio intero e farci rosolare brevemente il tacchino insaporendolo con il dado. Aggiungere lo cherry fargli prendere il bollore, aggiungere la foglia di alloro, incoperchiare molto bene aiutandosi anche con dell'alluminio e infornare a 180° per 40 minuti.
Tolto dal forno aggiungere subito la pancetta e incoperchiare di nuovo in modo che si sciolga con il calore; lasciare intiepidire e passare tutto al frullatore escluso alloro e aglio che vanno scartati. Mettere in frigo
Montare benissimo il burro poi aggiungere poco alla volta, sempre montando il composto, la carne frullata ormai fredda e alla fine l'emmenthal ridotto in piccoli cubetti
Rivestire con pellicola uno stampo da amor polenta, versare il patè e livellare bene battendo anche leggermente lo stampo su un asciughino. Sigillare con altra pellicola la superficie e mettere in freezer almeno 3 ore fino a quando il patè sarà completamente indurito.
Glassa: preparare la besciamella con farina latte panna e burro come di consueto, quando è pronta fuori dal fuoco aggiungere una bella grattata di noce moscata, la worchester e la colla di pesce ammollata e ben strizzata; assaggiare e regolare di sale
Montaggio: appoggiare su una leccarda da forno, rivestita con carta forno, 2 grandi tazze o bicchieri capovolti sui quali sistemare il patè congelato, versare sul patè la glassa ancora calda in modo che lo rivesta uniformemente in un sol colpo, l'eccesso sgocciolerà sulla leccarda. Se non si è sicuri di questa operazione conviene fare un 50% in più di glassa perchè i rattoppi si vedono e ne va della presentazione
Servire con crackers di pasta brisè di Knam, ottenuti tirandola piuttosto sottile, bucherellandola con l'apposito attrezzo e coppandola prima della cottura a 180° fino a doratura. A metà cottura li ho spalmati con un'emulsione di olio di mais e paprika dolce
Assolutamente fantastico questo patè Fabiola, un Inno Glorioso alla tua mamma, custode di una Grande Cucina.
RispondiEliminaAssolutamente da fare, ho copiato la ricetta, grazie!!!
Diana M.
Questa è una....figata pazzesca! Mi piace un mondo anche l'idea della glassatura Giulietta
RispondiEliminaBellissima ricetta, la aggiungo subito ai miei paté, la proverò la prossima volta che avrò ospiti. Per cherry intendi lo sherry vero? Ringraziamenti infiniti alla tua mamma e a te che hai condiviso questa strepitosa ricetta.
RispondiEliminaDida, in origine avevo scritto sherry. Poi ho controllato e visto "cherry"... mi è venuto in mente il liquore di ciliegie che, se non ricordo male era un brandy piuttosto in uso negli anni a cui dovrebbe risalire questo patè.. aspettiamo Fabiola, che di sicuro saprà illuminarci!
EliminaQuello strato bianco in superficie, con quella forma è di un armonico e godurioso pazzesco!!!!
RispondiEliminaDida, non so se sia lo sherry oppure proprio cherry, che si prepara con vino e ciliegie........è quello per me il problema, devo aspettare l'estate con ciliegie buone per prepararlo, se fosse lo sherry non ci sarebbero problemi.....
RispondiEliminaaspettiamo che Fabiola ci risponda e semmai, aspettero' l'estate....! :-)
Diana
e' il mio stesso dubbio, Diana.... fra l'altro, Fabiola è precsa: quindi, è probabile che si tratti dello Cherry Brandy, a maggior ragione se si tratta di una ricetta vintage...io me lo ricordo, nell'armadietto dei liquori!!! comunque, aspettiamo Fabiola!
EliminaCiao Ale, ho letto anch'io del cherry brandy, ma credo proprio che sia preparato con il vino, deve essere eccezionale, ma come dico l'estate arrivera' presto con le ciliegie e allora.... si va'!!comunque aspettiamo Fabiola.
EliminaDiana
Il Cherry Brandy è molto molto dolce e si usava di solito per bagnare il pan di spagna o altri prodotti da forno per fare dolci. E' per questo che ho pensato allo sherry, molto più secco. Aspetto fiduciosa.
EliminaCherry Brandy. Ha risposto più sotto... e mi sa che fosse proprio lo stesso che non potevo toccare, da piccola... e aveva quelle due ciliegie sull'etichetta che mi facevano morire :-)))
EliminaE' dolce ma ci sta bene
EliminaSe vuoi sostituiscilo con lo sherry se incontra più il tuo gusto, sarà senz'altro altrettanto buono
ciao
Bellissma ricetta Fabiola, l' idea della glassatura e' geniale. Hai proprio ragione, tua mamma ha avuto una lungimiranza rara!!!
RispondiEliminaGrazie per la ricetta :-)
Infatti quando ho letto il titolo della ricetta, “Paté di tacchino e cherry glassato alla worcester sauce” e subito dopo “Questo è il patè di famiglia” ho pensato ci fosse qualcosa di insolito… Le ricette di famiglia di solito non contemplano ingredienti come la worcester sauce, e hanno anche nomi meno ricercati. Hai ragione tu, era così innovativa ai tempi da sembrare una ricetta attuale oggi! Perché la mamma era già avanti, complimenti a lei e a te che riproduci egregiamente i suoi piatti! La glassa è troppo forte, bella da vedere e chissà che buona!
RispondiEliminaUn bacione, Bucci
Ciao a tutte, grazie e scusate il ritardo
RispondiEliminaCherry, cherry e ancora cherry. Quindi il brandy liquoroso a base di ciliegia e non lo sherry spagnolo a base di uva. Ricordo anche la bottiglia della Stock, quella con le 2 ciliegie.
Ancora grazie per condividere con me il monumento...
Benissimo Fabiola, allora quello è forse rintracciabile in qualche buon negozio di liquori, ricordo benissimo il Cherry Brandy.
EliminaTi faccio sapere se son riuscita a riprodurre la ricetta.Grazie!Diana
Bellissima presentazione e poi: perchè vintage? Quante preparazioni si vedono (anche nei ristoranti) che sono datate ma tengono bordone a tante altre *novità*!
RispondiEliminaBrava bravissima! Quanto allo cherry brandy... se non sbaglio c'era (e c'è ancora ... io l'ho appena terminato) lo Stock!
Buona domenica
Nora